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Compagni d’appartamento

By 24 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Negli ultimi tempi la sorte non fu così sorridente a Luca, ragazzo di 25 anni che da qualche annetto viveva in affitto da solo in un appartamento di Milano, infatti a lavoro il suo guadagno non aumentava ma le spese che doveva fronteggiare stavano salendo. Decise così di pubblicare su qualche sito degli annunci per poter dividere il costo dell’affitto con un coinquilino, e dopo qualche tempo un altro ragazzo si trasferì a vivere da Luca. Si chiamava Marco, era un ragazzo 22enne trasferitosi a Milano per studiare all’università. Col passare dei mesi si conobbero meglio: di giorno non si incontravano spesso perch&egrave avevano orari diversi, ma la sera chiacchieravano sempre fino anche a tarda notte dato che seppur in letti separati, condividevano la stessa stanza da letto. Marco era quello più estroverso, non esitava mai a partecipare alle feste universitarie per cercare qualche bella ragazza con cui passare una piacevole serata ed, eventualmente, nottata. Luca invece si era già sistemato, da quasi un anno si era fidanzato con una ragazza che invitava sempre non appena aveva casa libera. Nelle ultime settimane, presa più confidenza, i due prima di andare a dormire parlavano spesso di sesso e delle proprie esperienze, inoltre dopo aver scoperto di condividere il feticcio per calze, collant e piedi femminili spesso e volentieri si scambiavano racconti sulle loro avventure. Marco era curioso del rapporto fra Luca e la sua fidanzata, e spesso gli chiedeva di raccontargli com’erano il sesso tra i due, dato che Marco usava collant femminili solo per masturbarsi. “Quando scopiamo &egrave sempre lei a condurre il gioco” gli spiegava una sera Luca “spesso mi insulta e mi dice quello che devo fare per farla venire e mi tratta come se fossi il suo schiavetto, in cambio mi lascia annusare le sue calze e quando non c’&egrave posso usarle per masturbarmi, e la cosa mi piace da morire!” Marco era colpito: si immaginava coma la ragazza di Luca lo dominasse mentre facevano sesso, come gli dava i comandi e la cosa lo eccitava. “Ti masturbi solamente con le calze della tua ragazza?” Chiese Marco un’altra sera, “no spesso mi piace annusare calze di altre donne” rispose Luca “ad esempio?” Chiese Marco più insistentemente “mia zia. Lei sì che &egrave una cagna, le sue calze hanno sempre il suo odore e quello della sua figona, spesso quando sono a cena da lei ne approfitto e vado in bagno per prendere un paio di calze usate con cui segarmi” spiegò Luca all’amico. “Chissà che odore hanno” pensò ad alta voce Marco, Luca appena sentì il pensiero del coinquilino si alzò e nel buio prese qualcosa dal suo armadio, accese le luci Marco vide Luca con un paio di collant rosa pelle di pizzo in mano “Questo paio gliel’ho preso settimana scorsa, prendi una calza e annusa… Ha ancora il suo odore” e così dicendo Luca lanciò una calza a Marco che subito l’afferrò e la portò al naso; in un istante aveva la testa piena di quel profumo: era un odore penetrante ma paradisiaco, con una punta di puzza dovuta al fatto che l’odore era stagionato, ma nel complesso quel collant era riuscito a mandare su di giri Marco, che subito sentì il suo cazzo gonfiarsi nei pantaloni. Marco notò che anche Luca, sdraiato sul suo letto, annusava la calza della zia e poco dopo gli chiese “ti dispiace se mi sego? L’odore di mia zia mi manda in estasi ogni volta che lo sento e non posso farne a meno…. Se vuoi anche tu puoi segarti” e così dicendosi calò i pantaloni e spense la luce per garantire ad ognuno dei due un po’ di intimità. Marco era sorpreso dal comportamento dell’amico ma non se ne curò troppo: in quel momento era come se ci fossero solo lui e quel paio di collant, ed ovviamente il suo cazzo che reclamava una sborrata, così con un movimento veloce fece qualcosa a cui era già abituato: infilò il suo uccello dentro alla calza che ricoprì interamente la sua asta, sentiva la sua cappella sfregare contro il pizzo del collant ed era più eccitato che mai, in poco tempo riempì il collant di sperma come se fosse stato un preservativo. Anche Luca non era stato da meno: se lo menava velocemente mentre annusava a pieni polmoni la calza ed in poco tempo venne anche lui schizzandosi maldestramente sulla pancia, “guarda che casino!” Esclamò “vado un attimo in bagno a pulirmi” e alzandosi dal letto accese la luce e si diresse verso il bagno. A Marco scappò l’occhio sull’amico, senza accorgersene guardò il culo di Luca mentre si dirigeva al bagno e ne rimase colpito: era straordinariamente sodo, Luca era un ragazzo magro e con un bel fisico ma quel sedere era scolpito, sodo e con una forma perfetta senza alcun pelo dato che la sua fidanzata lo costringeva a depilarsi completamente. Marco tornò in s&egrave e riacquistò lucidità, sfilandosi il collant dal cazzo ormai ammosciato ed ancora impiastricciato di sperma e si addormentò prima ancora che l’amico facesse ritorno dal bagno. Nei giorni successivi si instaurò una certa routine tra i coinquilini, la sera a cena chiacchieravano e poi una volta a letto si masturbavano raccontandosi storie mentre annusavano le calze della zia di Luca, e ogni volta quando finivano Marco riempiva la calza di sborra mentre Luca ormai ci aveva preso gusto a sborrarsi sulla pancia, e così dopo ogni sega si alzava per andare in bagno a pulirsi mentre Marco gli fissava il culo sculettante. Marco non sapeva cosa fare, si sentiva etero al 100% nonostante in passato avesse avuto qualche avventura, sia attiva che passiva, con qualche trans rimorchiato in discoteca, ma a lui piaceva indubbiamente la figa, almeno fino a quando non aveva visto il culo dell’amico e con il passare del tempo iniziò a farsi strane idee in mente. Una sera successe una cosa che cambiò tutto: finita la solita sega, Luca prima di andare a ripulirsi iniziò a parlare con Marco “posso raccontarti una mia perversione?” “Certo dimmi pure” rispose Marco che non attendeva altro che Luca si alzasse per potergli vedere il culo “ogni tanto quando sono a casa della mia ragazza da solo mi piace indossare il suo intimo, le sue calze le sue mutante…. A volte anche le scarpe col tacco! Mi fa sentire una vera troia e vorrei tanto che la mia ragazza mi beccasse mentre lo faccio e mi scopasse con un strap-on” Marco rimase un po’ sorpreso anche se non si scandalizzò molto, anzi l’idea del suo amico con le calze ed i tacchi mentre camminava sculettando e della sua ragazza che lo scopava con un cazzo finto lo eccitò un po’, e mentre si immaginava il suo amico vestito in quel modo Luca si alzò ed andò in bagno, stavolta Marco guardandolo si accarezzò il cazzo che era ancora un po’ duro. Passarono altri giorni durante i quali si ripeteva la solita routine finché una sera Luca non venne invitato a cena dalla zia, i due avevano pattuito che in quella serata Luca avrebbe dovuto prendere più calze ed indumenti usati della zia possibile, infatti si era addirittura portato dietro uno zainetto. Erano le 23 quando Luca rincasò, Marco era ancora sveglio ad aspettarlo ed quando entrò in casa l’unica cosa che chiese fu “missione compiuta?” “Missione compiuta” ripeté Luca indicando lo zainetto pieno e decisamente pesante. I due emozionati ed eccitati corsero in camera e subito svuotarono il contenuto dello zaino sul letto di Luca che subito fu riempito da collant vari di colore e materiale diverso, mutandine e tanga e persino un paio di scarpe con il tacco, il tutto rigorosamente usato ed emanante il solito, paradisiaco odore della cara zietta! “Ti dispiace uscire un attimo?” Chiese Luca all’amico che sorpreso dalla richiesta di Luca lo lasciò solo in camera. Poco dopo Luca diede a Marco il permesso di rientrare in camera, Marco entrò e vide il suo amico in piedi in mezzo alla stanza ben illuminata: Luca era lì, nudo con indosso un nuovo paio di collant della zia e un tanga che a stento conteneva il suo cazzo già duro per l’eccitazione, ed ai piedi aveva il paio di scarpe con il tacco che era riuscito a prendere. “Allora? &egrave troppo eccitante devo smanettarmi subito” disse Luca buttandosi sul suo letto a gambe aperte che si smanettava con foga. Anche Marco era eccitato, prese subito un paio di collant e di tanga e si sistemò sul suo letto per godersi la nuova biancheria della zia dell’amico, i due essendo troppo presi, si dimenticarono di spegnere la luce, cosa che facevano sempre prima di segarsi per avere un po’ di privacy, ma a Marco non dispiaceva: ogni tanto lanciava un’occhiata a Luca che intanto godeva e mugolava come una vera troia; anche Luca, mentre si smanettava travestito da donna, sfruttò la luce accesa per osservare l’attrezzo dell’amico: era più lungo e grosso del suo, tutta la sua lunghezza era percorsa da una lunga vena pulsante e alla fine dell’asta c’era una grossa cappella violacea che scompariva dentro ai collant di sua zia… Pensò che vestito così da donna non gli sarebbe dispiaciuto un uccello come quello di Marco proprio dentro al culo. I due vennero insieme, per un po’ nella stanza si sentiva solo il loro fiato che piano piano rallentava di ritmo, poi Luca si alzò come faceva di solito, Marco lo fissò e prima che Luca uscisse dalla stanza gli disse “ehi Luca, vestito così sembri proprio quella troia di tua zia” Luca fece un sorriso compiaciuto, spense la luce della camera da letto e si chiuse in bagno. Marco stava proprio per addormentarsi quando sentì Luca uscire dal bagno, non si era ancora tolto gli indumenti della zia: ogni suo passo era accompagnato dal caratteristico rumore di tacchi che riecheggiava nella camera da letto buia dei due; Marco sentiva che Luca si stava muovendo in camera, pensava si stesse cambiando per andare a dormire, ma improvvisamente dal buio comparvero vicino a lui due mani che gli frugarono nei pantaloni abbassandoli e tirando giù anche le mutande, sentì che le dita liberavano il suo cazzo che per l’eccitazione iniziava ad indurirsi, poco dopo si sentì tirare indietro la pelle lungo la sua asta e il glande scoprirsi e subito dopo la sua cappella venne colpita da uno sputo umidificandola tutta, con la stessa velocità con cui era iniziato il tutto, Marco sentì qualcuno salire sul suo letto e maneggiare col suo arnese, finché sentì la sua cappella premere contro un’apertura, provò ad allungare le mani e sentì il tessuto delle calze della zia su delle gambe e dei tacchi alle estremità di esse… Marco capì, non era un sogno… Luca si stava letteralmente impalando sul suo cazzo mentre era vestito come sua zia. Appena resosi conto di cosa stava succedendo Marco, in preda all’eccitazione, decise di assecondare i suoi istinti ed appoggiò le mani sulle natiche dell’amico che gli dava le spalle e che intanto aveva iniziato a muoversi sulla sua asta. Poco tempo dopo la stanza era piena dei mugolii acuti di Luca, sembrava davvero una donna che veniva scopata dal proprio uomo che intanto aveva iniziato a sculacciarla e a strizzarle il culo. Ad ogni sculacciata di Marco corrispondeva un urletto di Luca direttamente proporzionale alla forza della pacca ricevuta, Luca iniziò così ad incitare Marco a sculacciarla più forte come se fosse una troia, Marco a sua volta ordinava a Luca di aumentare sempre più il ritmo della cavalcata ed aveva preso ad insultarlo perché in quella posizione non era affatto diverso da una vacca qualunque. “Secondo te la tua zietta quando cavalca un cazzo lo fa così piano?! Dai più veloce puttana che non sei altro!” Continuava ad esclamare Marco mentre Luca era in piena estasi e sentiva pulsare l’uccello dell’amico dentro di sé…. “Sei proprio brava, sembri nato per fare la troia vestita in tacchi e collant, continua così che mi fai sborrare” sentendo queste parole Luca non poté fare altro che accontentare il suo amico ed aumentando il ritmo della cavalcata ancora di più dopo poco tempo sentì il suo intestino riempirsi della sborra calda di Marco che riempiva di complimenti la sua brava cagna. Quando entrambi si furono ripresi dagli orgasmi, uno per Marco ma molti anali per Luca, Luca si alzò dal letto di Marco cercando con difficoltà di non far colare la sborra che ancora riempiva il suo culo e, per la seconda volta quella sera, andò in bagno per ripulirsi dalla sborra, anche se stavolta non era la sua…

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