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Desiderando Kirsten

By 31 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo 1

Conobbi Kirsten per caso, ad una festa in casa di amici. Era arrivata a Torino da appena due settimane, per ambientarsi nella città dove aveva ottenuto la borsa di dottorato in lingue.
La prima volta che la vidi era in piedi accanto alla balaustra del terrazzo, intenta a sorseggiare uno Spritz guardando la città illuminata. Compresi subito che quando avevo deciso di arrivare in perfetto orario avevo fatto la scelta giusta. La festa era appena agli inizi e la maggior parte degli invitati dovevano ancora arrivare, gli unici presenti oltre a noi due erano una mezza dozzina di coppiette. Mi avvicinai subito, facendo risalire lo sguardo lungo il suo corpo ammirandola come un critico ammira un’opera d’arte. Era alta, anche senza il tacco vertiginoso che indossava doveva superare il metro e settanta. La minigonna in jeans aveva una lunghezza a malapena sufficiente per coprire la biancheria intima, mettendo in mostra due gambe sottili e diritte come quelle di una modella. Una sottile striscia di pelle separava la minigonna dal top, lasciando intravedere l’ombelico al cui interno era incastonata una pietra rossa. Il top bianco metteva in risalto la pelle ambrata ed abbronzata, lasciando le spalle e le braccia scoperte. La scollatura lasciava ben poco all’immaginazione: un pendaglio a forma di barca a vela si appoggiava su due colline di carne generose, che restavano alte e sode nonostante l’assenza di reggiseno. La bocca rossa e carnosa era chiusa su una cannuccia, come se in quel primo incontro il destino avesse voluto darmi una piccola anticipazione della sua attività prediletta. Il viso dolce e delicato era incastonato da una cascata di riccioli biondo rossicci, ma quello che più colpì furono gli occhi. Due occhi di un verde tendente al grigio che si fissarono nei miei mozzandomi il fiato.
Non credo di peccare di assenza di modestia dicendo che ho sempre avuto un discreto successo con le ragazze. Non ero il più ambito della compagnia, ma a ventotto anni avevo avuto un discreto numero di fidanzate o di storie occasionali. Il mio aspetto era piuttosto ordinario: un metro e settantacinque di altezza, capelli neri che tenevo corti ed occhi dello stesso colore, una barba curata quotidianamente che rendeva più interessante un viso piuttosto comune. Sicuramente non ero Brad Pitt, ma nemmeno il mostro di Frankenstein. Mi tenevo in forma nuotando in piscina tre volte a settimana, ma la mia passione per la buona tavola mi lasciava sempre un filo di pancetta. Insomma, per il mio successo con le ragazze dovevo ringraziare la mia dialettica piuttosto che il mio aspetto fisico.
Ricordo che attaccai bottone con Kirsten prendendo spunto dal suo ciondolo a forma di barca a vela. La vela era una delle mie passioni e dei miei due lavori. All’epoca ero ancora un fotografo freelance alle prime armi: cominciavo ad avere qualche piccola collaborazione con agenzie di moda di Milano e provavo a vendere le stampe delle mie fotografie su internet, ma il grosso dei miei introiti erano matrimoni o serate nelle discoteche. Arrotondavo i miei introiti lavorando a chiamata come skipper per una società di charter, portando in giro per il Mediterraneo turisti di tutte le età nei weekend o nei mesi estivi. Fortunatamente la vela fu l’argomento giusto per rompere il ghiaccio con Kirsten. Nelle ore successive scoprii che era figlia di una musicista danese e di un ingegnere italiano che occupava un ruolo piuttosto elevato nella FIAT. Era cresciuta cambiando spesso Paese in base ai movimenti del padre: era vissuta negli Stati Uniti, in Danimarca, in Italia, poi ancora negli Stati Uniti e in Brasile. Aveva frequentato l’università in Francia, quindi aveva deciso di tornare in Italia per il dottorato. La vela e il mare erano stati le sue passioni fin da bambina, assieme alle lingue e ai viaggi. Quando le dissi che ero fotografo e skipper mi tempestò di domande, monopolizzando la mia attenzione per tutta la festa. Era interessata ai racconti dei miei viaggi e alle mie attività con le agenzie di moda. Mi chiese se scattassi anche fotografie di nudo e si domandò quanto fosse difficile essere professionali scattando quel tipo di fotografie. Tra un racconto e l’altro le proposi quasi scherzando di farmi da modella. Mi aspettavo una risposta scherzosa o imbarazzata, quindi rimasi stupito quando la sentii dire che le sarebbe piaciuto farsi fotografare da un professionista.
Vi aspetterete di trovarvi davanti ad una di quelle storie in cui i protagonisti finiscono a letto al primo incontro, ma non &egrave questo il caso. A fine serata io e Kirsten ci salutammo scambiandoci due baci sulla guancia ed il numero di telefono cellulare, niente di più.

Non dovetti attendere molto prima di rivederla. Due giorni dopo ricevetti un suo messaggio in cui mi chiedeva se la proposta di farmi da modella era sempre valida. Era un’occasione che non potevo perdere: risposi immediatamente invitandola a casa mia, dove avevo creato il mio studio, per il pomeriggio successivo.
Alle cinque in punto del giorno dopo Kirsten suonò il citofono della mia mansarda nel centro di Torino. Il suo abbigliamento era sexy e provocante allo stesso tempo. Indossava un paio di jeans attillati che mettevano in risalto un culo da favola e una t-shirt nera con scollo a V. La invitai ad entrare in casa scusandomi per il disordine. Nonostante non fosse in tiro come la sera in cui l’avevo conosciuta, era in grado di rivaleggiare con molte delle modelle che avevo conosciuto.
Kirsten mi seguì mentre le mostravo la mia mansarda, che occupava tutto l’ultimo piano di un palazzo. Vi avevo ricavato una piccola cucina, un grande open space che faceva da camera da letto e salotto, ed infine uno studio di posa. Alla fine del giro la condussi nell’open space invitandola ad accomodarsi sul divano.
-Che ne dici di bere qualcosa e di raccontarmi che tipo di foto vorresti? Sono per curiosità personale o vuoi mandarle a qualche agenzia?-
-Molto volentieri, fuori ci sono più di venti gradi e sto morendo di caldo.- Kirsten si accomodò sul divano accavallando una gamba ‘Che cosa mi offri?-
-Tutto quello che vuoi: acqua, succo di frutta, Coca Cola, birra ghiacciata, vino bianco’-
-Vino bianco. Mi hai detto che sei un appassionato di vino, sono sicura che saprai stupirmi.-
Annuendo con un sorriso mi diressi verso la cucina. Avevo già in mente la bottiglia da stappare. Aprii la cantinetta in cui conservavo le mie bottiglie ed estrassi il vino che avevo scelto, quindi lo stappai e ne versai un dito in un calice per controllare che non si fosse alterato. Soddisfatto della prova riempii due calici e tornai nel salone porgendogliene uno.
-Si chiama Timorasso, &egrave un bianco molto particolare della zona di Tortona, tra Alessandria e Milano.-
Kirsten prese il bicchiere che le porgevo e se lo portò al naso.
-Il profumo &egrave straordinario.- Commentò prima di sfiorare il mio bicchiere con il suo ‘Allora brindiamo alla vela e alla fotografia.-
Risposi al brindisi alzando il bicchiere e bevendo un sorso, quindi presi posto al suo fianco.
-Allora, vuoi veramente che ti scatti delle foto?-
-Può darsi. Non ho mai posato per un fotografo, sono curiosa’ Intanto potresti farmi vedere alcuni dei tuoi scatti mentre ci gustiamo questo buon vino.-
Mi avvicinai ancora di più a lei iniziando a smanettare sul portatile. Decisi di iniziare dalle foto dei paesaggi: esterni in montagna, laghi all’alba, guglie e facciate in bianco e nero, giochi di luce in un parco. Erano foto di sicuro effetto che mi fecero guadagnare più di un complimento da parte sua.
Quando cambiai cartella passando alle fotografie scattate a soggetti umani la vidi farsi più interessata. Man mano che scorrevano le immagini di modelle vestite con lingerie o abiti che mettevano in risalto il loro corpo vidi l’espressione farsi dubbiosa.
-Sei molto bravo.- Commentò dopo avere visto un centinaio di foto -Fai anche foto di nudo?-
-Sì, mi &egrave capitato di fare anche quello.-
-Me le faresti vedere?-
Mi voltai a guardarla incuriosito, quindi alzai le spalle.
-Se ti fa piacere.-
Sullo schermo iniziarono a scorrere immagini di corpi femminili completamente nudi. La maggior parte erano foto artistiche, ma tra tutte si trovavano anche foto ‘da calendario’.
-Ti piacciono?-
-Molto.- Rispose guardando lo schermo affascinata ‘Credo che mi piacerebbe molto farmi fotografare da te, hai uno stile molto personale. Forse sono sfacciata, so che questo &egrave il tuo lavoro e ti sto facendo perdere tempo’-
-Non ti preoccupare.- Risposi scuotendo la testa ‘Lavorare con le modelle spesso &egrave snervante, sono sicuro che con te sarà diverso. E sicuramente non hai nulla da invidiare alle ragazze di cui hai visto le foto.-
Kirsten mi rivolse un sorriso radioso.
-Grazie’-
La condussi nello studio ed iniziai ad armeggiare con i ferri del mestiere per creare la giusta illuminazione. Quando fu tutto pronto presi la mia fotocamera ed iniziai a suggerirle le pose. Dopo i primi istanti di imbarazzo Kirsten cominciò a sentirsi sempre più a suo agio. Dal modo in cui si muoveva davanti all’obiettivo avrei dovuto comprendere fin da subito la sua vera natura, ma lo avrei compreso realmente solo qualche mese dopo. Sembrava che essere sensuale per lei fosse la cosa più naturale del mondo: sguardi, posizioni, espressioni, ogni sua posa esprimeva erotismo. Raramente mi ero divertito in quel modo lavorando ad un servizio, ed era tutto merito suo. Dopo dieci minuti si bloccò guardandomi con la testa inclinata da un lato.
-Allora, come sto andando?-
-Molto bene, sembri nata per questo. Tu ti stai divertendo?-
Kirsten alzò le braccia sopra la testa stirandosi.
-Molto, ma sono stata stupida a non indossare qualcosa di più comodo e più sexy.- Si bloccò per un istante mordendosi il labbro inferiore, come cercando le parole. ‘Ti andrebbe di fotografarmi nuda?-
Per la sorpresa lasciai quasi cadere la mia fotocamera. Rimasi a fissarla con espressione ebete finch&egrave non la vidi scoppiare a ridere.
-Scusa, non volevo metterti in imbarazzo!- Mi disse incrociando le braccia
-No, figurati’ certo che mi va! Ma ci conosciamo appena, potrei’-
-Potresti provare ad abusare di me?- I suoi occhi si piantarono nei miei ‘Credo che correrò il rischio, mi ispiri fiducia.-
Chiusi gli occhi cercando di concentrarmi su ricordi dolorosi, come quando ero stato sospeso da scuola per avere rubato il testo del compito in classe di matematica in seconda superiore. Se Kirsten avesse guardato tra le mie gambe avrebbe sicuramente notato l’erezione che tendeva i miei pantaloni. Quando riaprii gli occhi si era già sfilata le scarpe e stava armeggiando con il bottone dei jeans. La guardai abbassarsi i pantaloni e voltarsi di schiena mentre si toglieva la t-shirt. Il sottile filo nero del perizoma scompariva tra le sue natiche tonde e sode che sembravano create per suscitare pensieri ben poco casti negli uomini. I due glutei perfetti erano sormontati da un disegno tribale tatuato proprio al fondo della schiena.
-Allora, cosa devo fare?- Mi chiese rimanendo voltata di schiena con le braccia lungo i fianchi.
-Muoviti come ti dico io.-
La mia voce era roca per l’eccitazione mentre le suggerivo le posizioni più sensuali. Kirsten seguiva le mie indicazioni muovendosi con la naturalezza di una playmate esperta. Mi concentrai inizialmente sul suo culo fantastico, fotografandola in piedi con le braccia appoggiate al muro, alzate verso l’alto, chinata in avanti per mettere in evidenza la forma dei glutei. Nelle foto successive la feci voltare verso di me coprendosi i seni con le mani. Il suo sguardo innocente e sensuale fisso in camera non mi aiutava a fare svanire la mia erezione. Quando finalmente abbassò le mani mi trovai davanti due delle più belle tette che avessi mai visto. Erano piene e sode allo stesso tempo, con le piccole areole scure che incorniciavano i capezzoli eretti per il freddo, o forse per l’eccitazione. Scacciando il pensiero continuai a scattare le foto, mentre Kirsten si muoveva seguendo le miei indicazioni assumendo pose sempre più sensuali. Il mio sguardo continuava a dividersi tra le sue tette e il sottile strato di tessuto nero che copriva il suo sesso. Aumentando lo zoom spostai l’obiettivo al centro delle sue gambe spalancate, bloccandomi con il dito sul pulsante di scatto. La chiazza scura al centro del perizoma non lasciava dubbi: Kirsten era eccitata quanto me. Scattai ancora due foto, quindi posai la fotocamera.
-Facciamo una pausa? Ho la gola secca, ti porto qualcosa da bere?-
Kirsten si alzò in piedi con un movimento sinuoso senza nemmeno accennare a coprirsi.
-Mi andrebbe ancora un bicchiere di quell’ottimo vino, grazie. Tutto questo movimento mi sta facendo sudare.-
Annuì senza rispondere e mi avviai verso la cucina. Avevo bisogno di fermarmi a ragionare con calma senza averla davanti agli occhi. I segnali sembravano proprio inequivocabili: tutto nel linguaggio del corpo di Kirsten sembrava comunicare disponibilità, ma non volevo correre il rischio di fare la figura del maniaco. Nonostante la conoscessi solo da pochi giorni mi piaceva troppo per fare errori così stupidi. Dopo avere riempito i due calici mi voltai per tornare allo studio, bloccandomi di colpo.
Kirsten era in piedi di fronte a me, completamente nuda ad eccezione del minuscolo perizoma. I suoi occhi versi erano fissi nei miei, la bocca carnosa socchiusa in un’espressione curiosa. Il mio sguardo si posò sul petto che si alzava ed abbassava ritmicamente, la pelle liscia e abbronzata coperta da un leggero velo di sudore.
-Mi dai il mio bicchiere o preferisci continuare a guardarmi le tette?-
Alzai immediatamente lo sguardo arrossendo, ma il suo sorriso sincero mi tranquillizzò: ancora una volta mi stava prendendo in giro. Le allungai il bicchiere, guardandola mentre sorseggiava il vino senza smettere di guardarmi. Abbassò il volto fissando le mie gambe, quindi tornò a guardarmi sorridendo.
-Vedo che non sono l’unica a cui ha fatto effetto il servizio fotografico. E’ così ogni volta?-
Alle sue parole abbandonai ogni prudenza. Abbandonai il calice accanto alla bottiglia e la presi per i fianchi, attirandola a me e baciandola. Kirsten reagì con un gemito di sorpresa, ma la sua bocca rispose immediatamente al mio bacio. Le sue labbra si socchiusero lasciando entrare la mia lingua, leccandola e succhiandola mentre la tenevo stretta a me facendole sentire la mia erezione. Percepii appena il suo bicchiere vuoto che cadeva sul piano della cucina, poi sentii le sue mani tra i capelli. La sollevai dalle natiche spostandomi verso il mio letto, le labbra sempre incollate alle sue. La lasciai cadere sul materasso e mi inginocchiai sul bordo del letto, ammirando il suo corpo nudo.
-Cominciavo a pensare di non piacerti.- Disse sorridendo.
-Non volevo passare per quello che prova a scoparsi tutte le modelle che gli passano davanti.-
Gettai la t-shirt a terra avvicinandomi a Kirsten. Le sue mani sfiorarono il mio petto nudo, accarezzando i pettorali e scendendo verso gli addominali.
-Lo sei?-
-No.-
La mia bocca cercò nuovamente la sua mentre le mani esploravano il suo corpo. Indugiai a lungo sui seni, accarezzando il capezzoli turgidi e stringendo i globi morbidi e sodi. A giudicare dalla sua reazione le piaceva sentirsi stringere le tette a quel modo. La sua mano continuò a scendere aprendomi la patta ed infilandosi nei pantaloni. Le dita strinsero il mio cazzo accarezzandolo per tutta la lunghezza saggiandone dimensioni e consistenza. Non sono superdotato: ho un cazzo nella media, ma &egrave dritto e piuttosto largo. Abbassai la testa verso i suoi seni e le appoggiai una mano sulle cosce. Mentre la mia lingua giocava con i suoi capezzoli scostai il bordo del perizoma sfiorando con le dita il sesso umido e caldo. Quando infilai il medio inarcò la schiena e strinse con forza il mio cazzo.
Continuai a scendere con la bocca sfiorando la pancia piatta ed il monte di Venere completamente depilato. Riempii le mie narici con il profumo della mia eccitazione, continuando a muovere il dito nel suo sesso. Le grandi labbra luccicavano per l’abbondante lubrificazione prodotta. Accostai la lingua a sfiorarle, sentendola vibrare sotto il mio tocco delicato. Alzando lo sguardo vidi che mi fissava con gli occhi spalancati in una muta richiesta.
Mi sollevai sfilandomi pantaloni e boxer. La sua mano si allungò a sfiorare il mio cazzo duro come il legno, muovendo le dita sull’asta alzando ed abbassando la pelle. Avrei voluto provare il tocco delle sue labbra e della sua lingua, ma eravamo entrambi troppo eccitati per indugiare nei preliminari. Le allargai le gambe posizionando le sue caviglie sulle mie spalle, quindi appoggiai il glande alla sua vulva. Entrai nel suo sesso stretto senza difficoltà: la lubrificazione abbondante dei suoi liquidi vaginali aveva bagnato il mio cazzo completamente. Iniziai a muovermi guardando il suo volto farsi paonazzo per il piacere. Ansimava con le labbra socchiuse, stringendomi le spalle con le mani come ad invitarmi a spingere più a fondo. Man mano che aumentavo il ritmo i suoi gemiti si facevano sempre più forti. Ho sempre diffidato delle donne che urlano, ma ero sicuro che Kirsten non stesse fingendo. L’orgasmo mi colse di sorpresa: cominciò a dimenarsi contraendo i muscoli vaginali in un massaggio delizioso, portandomi oltre il punto di non ritorno prima che riuscissi a sfilarmi. Mi abbandonai al piacere baciandola mentre i nostri orgasmi si mischiavano e si alimentavano in un crescendo che mi parve infinito, quindi mi abbandonai su di lei ansimante.
-Dimmi che non ho fatto una cazzata.- Dissi quando fui tornato in me abbastanza da rendermi conto di ciò che avevo fatto.
Sentii Kirsten ridere mentre le sue mani mi accarezzavano la schiena.
-Non rimarrò incinta, se &egrave quello che vuoi dire. Però una cazzata l’hai fatta.-
Mi sollevai sui gomiti guardandola negli occhi.
-Ovvero?-
Kirsten alzò la testa baciandomi sulle labbra.
-Adesso che mi hai fatto provare come scopi non ti libererai più di me.- Capitolo 2

Sembrava che Kirsten avesse tutta intenzione di mantenere la sua promessa di rendermi difficile liberarmi di lei. D’altra parte io non avevo nessuna intenzione di farlo.
In breve tempo diventammo una coppia affiatata da tutti i punti di vista. Più imparavamo a conoscerci, più scoprivamo di avere passioni in comune. Kirsten era simpatica, autoironica ed estremamente intelligente. Tuttavia ciò che mi aveva sorpreso maggiormente, una sorpresa piacevole, era stata la sua esuberanza sessuale. Si fermava a dormire a casa mia due o tre volte a settimana, ed ogni volta che la mattina dopo non doveva essere presto in università facevamo sesso fino a tarda notte. Ben presto aveva preso l’abitudine di muoversi nuda per casa, con il risultato che spesso interrompevamo le nostre attività per abbandonarci alla passione. Dopo il nostro primo incontro l’avevo fotografata altre volte: le piaceva mostrarsi nuda davanti al mio obiettivo, facendosi fotografare in pose erotiche o mentre si masturbava. Quando le avevo proposto di utilizzare il cavalletto e l’autoscatto per fotografarci mentre facevamo sesso aveva accettato con entusiasmo. Ogni volta che scopavamo davanti alla macchina fotografica si scatenava più del solito, come se l’occhio dell’obiettivo avesse su di lei un effetto afrodisiaco.
Tuttavia quello non era l’unico indizio del suo esibizionismo: ogni volta che uscivamo assieme la sera, da soli o in compagnia, il suo abbigliamento era tale da calamitare lo sguardo di tutti gli uomini che incontrava. Quando glielo facevo notare rispondeva chiedendomi se non ero contento di essere così invidiato. In effetti vederla al centro dell’attenzione di altri uomini mi eccitava, tanto più che quando tornavamo a casa dopo quelle serate la trovavo particolarmente su di giri.

Impiegai appena un paio di mesi per capire quanto il suo ‘e il mio, per certi versi- esibizionismo avrebbero condizionato le future evoluzioni del nostro rapporto. Fino a quel momento era stato solo un gioco per fare crescere la temperatura della nostra passione, ma la nostra prima vacanza assieme cambiò tutto.
Avevamo deciso di prenderci una pausa dal lavoro e dall’università sfruttando il ponte del 2 giugno per andare a passare qualche giorno al mare. Cercando su internet avevo trovato un appartamento in Costa Azzurra, in un piccolo paesino su una scogliera. Secondo le recensioni, vicino al paese si trovavano diverse spiagge che non potevano essere raggiunte in macchina, ma solo dal mare o tramite una passeggiata di qualche decina di minuti.
Prenotammo un piccolo appartamento per tre notti, in modo da avere due giorni pieni da dedicare alle gite e al relax. Arrivammo nel piccolo paesino alle sei di sera, appena in tempo per darci una lavata e farci suggerire dalla padrona di casa un ristorante dove fare cena. Naturalmente Kirsten sfoggiò un abbigliamento estremamente provocante: una gonna lunga fino al ginocchio con uno spacco laterale estremamente audace ed una camicetta bianca quasi trasparente. Per tutta la durata della cena gli occhi del giovane cameriere e del proprietario del piccolo ristorante non si staccarono dal suo corpo. Quando rientrammo in stanza Kirsten era completamente su di giri: scopammo in piedi accanto alla porta senza nemmeno spogliarci, quindi ci buttammo a letto addormentandoci immediatamente.

La mattina dopo ci alzammo di buon’ora, intenzionati a sfruttare la giornata di sole per visitare una delle spiagge di cui parlavano le guide. Dopo una rapida colazione ci incamminammo lungo uno dei sentieri segnalati, raggiungendo in meno di un’ora una piccolissima spiaggia semi nascosta da un boschetto di pini marittimi. La mattinata trascorse senza particolari emozioni: Kirsten aveva subito optato per abbandonare il pezzo sopra del costume rimanendo in topless, e dopo un bagno ci eravamo stesi a leggere e a mangiare i panini comprati in paese.
Dopo una siesta di un paio d’ore proposi a Kirsten di scattarle delle foto. Il luogo in cui ci trovavamo era il set ideale per un servizio fotografico che mettesse in risalto la sua bellezza. Naturalmente accettò con gioia. Come al solito le prime foto erano sensuali ma innocenti, ma ben presto Kirsten abbandonò completamente il costume e le sue pose si fecero più audaci. Sapevo bene che il suo intento era quello di eccitarmi e di fare l’amore con me sulla spiaggia, e non avevo intenzione di tirarmi indietro. Improvvisamente però la mia attenzione fu attratta da un rumore nel boschetto che si trovava a pochi metri da noi. Continuai a scattare le foto come se niente fosse, concentrando la mia attenzione sulla zona da cui avevo sentito provenire il rumore. Dopo qualche minuto mi accorsi che non eravamo soli: nascosti tra le piante ci stavano osservando due ragazzi piuttosto giovani, sicuramente non ancora ventenni.
Mi avvicinai a Kirsten cercando di sembrare naturale: probabilmente non erano un pericolo, ma non era il caso di fare capire che mi ero accorto della loro presenza.
-Amore, non ti voltare, credo proprio che abbiamo compagnia.-
Il suo sguardo si fece attento e pensieroso.
-Davvero?-
-Sì. Due ragazzini, nel boschetto dietro di noi. Credo che ci abbiano visti e abbiano deciso di guardare lo spettacolo. Forse &egrave il caso che ce ne andiamo.-
Kirsten chiuse gli occhi per un attimo, riflettendo.
-Pensi che siano pericolosi?-
-Non credo. Avranno diciotto anni, forse diciannove’ sembrano dei ragazzini del posto. Probabilmente non gli sembra vero di trovarsi davanti una donna così bella.-
-Allora non pensi che sia crudele privarli del loro spettacolo? Potremmo lasciare che vedano qualcosa che non scorderanno facilmente. Lascia fare a me.-
Prima che potessi rispondere Kirsten si inginocchiò di fronte a me, armeggiando con il laccio del costume. Rimasi per un istante immobile fissando l’espressione dei suoi occhi, un’espressione che testimoniava eccitazione e desiderio. Le mie remore e i miei dubbi svanirono nel momento stesso in cui la sua bocca avvolse il mio cazzo. Kirsten stava dedicando a quel pompino tutta la sua passione, sicuramente eccitata dai quattro occhi che ci stavano guardando. L’idea dei due ragazzini che ci spiavano, probabilmente masturbandosi, cominciava a fare effetto pure a me. Decisi di stare al gioco, senza però perdere d’occhio il bosco. Ruotai leggermente in modo da fornire ai nostri spettatori inconsapevoli una visuale diretta del lavoro di bocca che Kirsten mi stava tributando, quindi cominciai a scattare fotografie. Ogni tanto con la coda dell’occhio spostavo lo sguardo verso i ragazzi, per controllare le loro azioni.
-Che cosa stanno facendo?- Chiese Kirsten interrompendo per un attimo il pompino
-Si stanno segando. Credo che non abbiano mai visto un pompino come questo.-
-Allora sdraiati, &egrave il momento che vedano qualcosa di più.-
Mi resi conto che la mia ragazza era completamente su di giri, ma io ero nella stessa situazione. Posai la fotocamera facendo attenzione che non venisse a contatto con la sabbia e mi stesi sulla sabbia a pancia in su. Kirsten si posizionò in piedi con i piedi larghi accanto ai miei fianchi, quindi si lasciò scendere impalandosi sul mio cazzo. Anche senza preliminari la sua figa era perfettamente pronta ad accogliermi. Kirsten cominciò a danzare sul mio cazzo premendosi le mie mani sui seni. Da quella posizione aveva una visuale perfetta del boschetto, mentre io non ero in grado di vedere ciò che stava succedendo.
Quello di cui mi rendevo conto era che Kirsten stava facendo di tutto per rendere la nostra scopata scenografica. La consapevolezza mi spaventava e mi eccitava allo stesso tempo: mi chiesi cosa sarebbe successo se i ragazzi avessero deciso che volevano qualcosa di più. Sembravano giovani e deboli, ma sarei stato in grado di difendere Kirsten se avessero provato ad abusare di lei? Per un attimo la mia mente fu attraversata dall’immagine di quelle quattro mani che si posavano sul suo corpo accarezzandola e palpeggiandola. Rendendomi conto che l’idea mi eccitava scacciai immediatamente l’immagine dalla mia mente, tornando a concentrarmi su Kirsten. Il suo volto era fisso sul bosco, come se fosse più interessata a ciò che facevano i ragazzini che a quello che stavo facendo io. I suoi gemiti erano sempre più forti, come se non le importasse nulla di essere udita. Improvvisamente la vidi sorridere e annuire, come in risposta a qualcuno.
Sforzandomi di guardare all’indietro vidi che i due ragazzini erano usciti dal boschetto e si stavano avvicinando. La mia prima impressione non era sbagliata: l’assenza di barba e di rughe sul loro volto dimostrava che dovevano avere al massimo diciassette o diciotto anni. Si muovevano timidamente, le mani davanti al pube a cercare di coprire i cazzi eretti.
-Amore, che cazzo stai facendo?-
-Voglio che ci vedano da vicino. Sono dei ragazzini, non cercheranno di fare niente di più. Fidati di me.- Alzando lo sguardo verso i ragazzi li apostrofò in francese. ‘Arretez-vous là bas.-
Con una certa sorpresa mi resi conto che i ragazzini obbedivano.
-Adesso scopami amore mio.- Mi disse chinandosi a baciarmi ‘Fai vedere a questi ragazzi come mi sai far godere, regaliamogli la sega più eccitante della loro vita.-
Non avevo mai sentito Kirsten così tanto eccitata. La sua figa era un vero e proprio lago, il mio cazzo era completamente bagnato dai suoi umori. La situazione però cominciava a eccitare anche me. Le espressioni dei due ragazzini che sbavavano guardandomi scopare la mia ragazza erano da film. Potevo solo immaginare i loro pensieri mentre si segavano guardando me e Kirsten: sicuramente non avevano mai visto nuda dal vivo una ragazza come lei. Improvvisamente decisi di offrire loro uno spettacolo ancora più indimenticabile.
-Fermati amore, voglio fare una cosa.-
Kirsten mi rivolse uno sguardo interrogativo, ma si sfilò da me.
-Cosa vuoi fare?-
-Mettiti a pecorina, due ragazzi così educati meritano di vedere qualcosa di più.-
Nei suoi occhi comparve un lampo di eccitazione: sicuramente aveva compreso ciò che avevo intenzione di fare e l’idea aveva scatenato la sua libido. Si posizionò a quattro zampe sulla sabbia inarcando la schiena in modo da offrire ai ragazzi una visione completa del suo culo.
Facendo cenno ai ragazzini di restare dov’erano mi inginocchiai alle spalle di Kirsten, allargandole le mani con le natiche mettendo in mostra il suo ano. Mi chinai in avanti sfiorando con la lingua il forellino, lubrificandolo e preparandolo per la penetrazione. I gemiti della mia ragazza sottolineavano il suo piacere ad uso e consumo dei due piccoli guardoni. Quando Kirsten fu sufficientemente lubrificata mi rialzai e puntai la mia cappella contro il suo sfintere. Prima di quel giorno avevamo fatto sesso anale solo una manciata di volte: Kirsten lo aveva già fatto prima di stare con me, ma solitamente preferivo il sesso tradizionale. Ma non quel giorno. Affondai nel suo retto lentamente ma con decisione, fermandomi solo quando sentii il mio pube contro le sue natiche. Cominciai a muovermi rapidamente, inculandola quasi con violenza. Non l’avevo mai scopata in quel modo, ma dai gemiti e dalle reazioni del suo corpo il suo piacere era evidente. Mi resi conto che fino a quel momento avevo conosciuto solo una minima parte del suo modo di vivere il sesso. La presi per le spalle spingendo sempre più a fondo, eccitato dal suo sguardo fisso sui cazzi dei due ragazzi. Nel momento in cui il primo dei due giovani iniziò a schizzare il suo sperma sulla sabbia la sentii venire. Un orgasmo prepotente e violento, che la fece urlare tutto il suo piacere. La mia resistenza durò solo pochi secondi, quindi iniziai a scaricarmi nel suo intestino mentre anche il secondo ragazzo sborrava sulla sabbia a pochi centimetri da noi.
Rimasi dentro di lei accarezzandola finch&egrave i ragazzini non si furono allontanati scomparendo nel bosco. Avevo appena scoperto un lato della mia personalità e di quella di Kirsten che mi eccitava e mi spaventava al tempo stesso. Mi chiedevo se ciò che era appena successo sarebbe rimasto un singolo episodio o se avrebbe portato evoluzioni nel nostro rapporto. Qualcosa mi faceva immaginare che l’ipotesi più corretta fosse la seconda, ma non sapevo se il mio fosse un timore o una speranza.

Soltanto all’ora di cena io e Kirsten affrontammo l’argomento.
-Non abbiamo parlato di quello che &egrave successo oggi.- Le dissi quando il cameriere si fu allontanato dopo avere preso le ordinazioni. I suoi occhi profondi si abbassarono per un attimo prima di fissarsi nei miei.
-Pensi che abbia esagerato? Non volevo farti ingelosire, ma quando hai detto che quei due ragazzini ci stavano guardando’-
-Non mi sono ingelosito.- Le dissi cercando di tranquillizzarla ‘Non tanto, almeno. Ma quello che abbiamo fatto era pericoloso. Pensa se quei ragazzi avessero avuto cattive intenzioni.-
-Forse &egrave stato proprio quello ad eccitarmi. Non sapere come avrebbero reagito, come si sarebbero comportati. Pensi che io abbia qualcosa che non va?-
-No, per certi versi ti capisco’ anche io ero eccitato.-
-Me ne sono accorta.- Rispose sorridendo ‘Non mi avevi mai inculata così, sei stato fantastico. A cosa hai pensato quando hai visto i ragazzi avvicinarsi?-
La guardai in silenzio per alcuni secondi prima di rispondere.
-Ho pensato a cosa avrebbe potuto succedere. Avrebbero potuto cercare di palpeggiarti, magari anche abusare di te. Costringerti a fare sesso con loro.-
-Ed &egrave stato questo che ti ha eccitato, vero?-
Mi bloccai fissandola negli occhi.
-Quando usciamo assieme ti piace che mi vesta provocante per farmi guardare gli altri uomini, lo hai ammesso. Ti piace anche immaginare le loro mani su di me, e magari non solo le mani?-
Mentre parlava il suo piede si appoggiò al mio pube. L’erezione che sentì tra le mie gambe rendeva inutile qualunque tipo di risposta.
-Penserai che sono un porco.-
-E allora lo sono anche io. Anch’io ho questo tipo di fantasie, anche io ti immagino con altre donne. Ma se sono solo fantasie non c’&egrave niente di male, giusto?-
-Giusto.- Le presi la mano portandomela alle labbra. Il suo ragionamento aveva senso, ma qualcosa mi diceva che per lei quelle erano qualcosa di più di una semplice fantasia. Mi chiesi come avrebbe reagito se quei ragazzi avessero allungato veramente le mani: ero sicuro che avrebbe cercato di impedirglielo? Non ero sicuro della risposta. E, ancora peggio, non sapevo se io avrei cercato di impedirglielo. Il mattino successivo Kirsten si alzò comportandosi come se la discussione non fosse mai avvenuta. Dopo cena eravamo tornati in stanza ed avevamo ancora una volta fatto l’amore, addormentandoci poi abbracciati. Il mio sonno tuttavia era stato frammentato e pieno di sogni in cui Kirsten era oggetto delle attenzioni di sconosciuti.
Mentre facevamo colazione ascoltavo a malapena le parole della mia ragazza, troppo impegnato a ripensare alle immagini che avevano popolato il mio sonno.
-Stefano, mi stai ascoltando?-
La voce di Kirsten mi riscosse dai miei pensieri. Mi accorsi che mi stava guardando con aria divertita, come se stesse osservando una scena buffa.
-Sono cinque minuti che ti parlo, ma &egrave evidente che hai la testa da un’altra parte’ spero tu non stia pensando di tradirmi con la nostra padrona di casa.-
-Scusami…- Impiegai un paio di secondi prima di capire che mi stava prendendo in giro. La donna che ci aveva affittato la stanza era una simpatica vecchina di quasi ottant’anni che il giorno prima aveva passato mezz’ora a fare complimenti a Kirsten per il bel fidanzato che si era trovata. ‘Molto spiritosa, ma ti conviene fare attenzione. A molti uomini piace l’esperienza.-
-Io ero convinta che preferissi la freschezza, ma se mi dici così cercherò di convincerti che anche una ragazza giovane come me può essere esperta.-
Chiusi gli occhi scuotendo il capo.
-Che cosa mi stavi dicendo? Ero un po’ sovrappensiero.-
-Me ne sono accorta. Ti stavo chiedendo dove pensi di portarmi oggi. Esploriamo un’altra spiaggia?-
-Io pensavo di tornare in quella di ieri, se ti va.-
Kirsten mi fissò come chiedendosi se fossi impazzito.
-La spiaggia di ieri? Ma’-
-Era un bel posto, tranquillo e riparato. Direi che non ha senso cercarne un’altra.-
-E se troviamo di nuovo quei ragazzi?-
-Non credo che torneranno. Penseranno che ne cercheremo un’altra per avere più intimità. E se invece dovessero esserci non siamo obbligati a fare nulla, vero?-
Kirsten annuì, ma nei suoi occhi potevo leggere l’eccitazione per il pensiero.

Mentre camminavamo verso la spiaggia mi domandai svariate volte come avrei reagito se veramente i ragazzi del giorno precedente si fossero presentati. Non era così improbabile: alla loro età e al loro posto sarei sicuramente tornato alla spiaggia per capire se fosse possibile ripetere l’esperienza.
La mia ipotesi trovò conferma dopo un’ora dal nostro arrivo alla spiaggia. Eravamo in acqua a fare il bagno quando scorgemmo due figure emergere dal bosco. Anche se eravamo lontani dalla spiaggia riconoscemmo subito i due ragazzi del giorno prima. Questa volta non cercavano di nascondersi: erano arrivati alla spiaggia con tanto di telo per la sabbia e panini, con l’intenzione di fermarsi per tutta la giornata.
Quando si accorsero della nostra presenza ci rivolsero dei grandi saluti con le mani, quindi si sedettero sulla spiaggia in attesa. Kirsten nuotò verso di me, guardandomi con aria preoccupata.
-Amore, che cosa facciamo?-
-Andiamo a presentarci. Sembrano innocui, e in fondo la spiaggia &egrave di tutti.-
In meno di un minuto arrivammo nuovamente a riva. Mentre uscivamo dall’acqua vidi i due ragazzi strabuzzare gli occhi vedendo le tette nude di Kirsten. Osservandoli attentamente notai che si somigliavano, come se fossero fratelli o cugini. Erano entrambi mori, con gli occhi dello stesso colore. Nessuno dei due doveva avere vent’anni, ma uno dei due sembrava leggermente più maturo. Era il più magro dei due, ed il suo corpo coperto solo da uno slip rosso era asciutto e definito. Il secondo mostrava un po’ di ciccia e sembrava anche il più intimidito dalla nostra presenza. Avevano tenuto gli zaini sulle spalle, come se aspettassero il nostro permesso per restare con noi.
-Ciao ragazzi.- Dissi uscendo dall’acqua mentre Kirsten si teneva più indietro ‘Se volete stare qui non c’&egrave problema. La spiaggia &egrave abbastanza grande per tutti e quattro.-
I due ragazzi si guardarono, poi il più vecchio fece un passo avanti.
-Ce ne andiamo subito, c’&egrave un’altra spiaggia a cinque minuti da qui.- Si fermò un attimo guardandosi i piedi, come cercando le parole giuste ‘Volevamo scusarci per avervi disturbato ieri. Non siamo dei guardoni, ma quando abbiamo visto la tua fidanzata non abbiamo resistito: &egrave la ragazza più bella che abbiamo mai incontrato, davvero.-
Il ragazzo si sfilò lo zaino prendendo un contenitore con una torta. ‘Vi abbiamo portato questa per farci perdonare.-
Presi la torta meccanicamente, senza sapere cosa rispondere. Guardai Kirsten che nel frattempo mi si era affiancata: mi rivolse un sorriso alzando le spalle, anche lei sbalordita per il comportamento dei due giovani.
-Siete stati molto gentili, non dovevate disturbarvi.-
Sentendo la sua voce i due ragazzi abbassarono lo sguardo, intimiditi.
-Nessun disturbo.- Il più vecchio fece due passi indietro, sempre tenendo gli occhi bassi ‘Vi auguro buona permanenza, e scusateci ancora.-
Io e Kirsten ci voltammo a guardarci, decisamente perplessi per il comportamento dei ragazzi.
-Mi fanno tenerezza.- Commentò la mia ragazza ‘Li lasciamo andare via così?-
-E’ chiaro che ti stavano mangiando con gli occhi e che sarebbero rimasti volentieri. Che cosa pensi di fare?-
-Potremmo lasciare che guardino mentre mi fai un po’ di foto, anche nuda. In fondo ieri ci hanno visto scopare.-
Non ero sicuro che ci saremmo limitati a quello. Conoscevo bene lo stato di eccitazione in cui si trovava Kirsten dopo che posava davanti alla macchina fotografica, ero sicuro che non si sarebbe accontentata di qualche fotografia. Ma in fondo i due ragazzi ci avevano già visto scopare il giorno prima, e avevano appena dimostrato di essere tutt’altro che pericolosi.
Le rivolsi un segno di assenso e mi portai le dita alle labbra, richiamando l’attenzione dei due ragazzini con un fischio.
-Ascoltate.- Dissi raggiungendoli di corsa ‘Visto che siete stati così gentili ho una proposta. Io sono un fotografo e sto lavorando ad un servizio con la mia ragazza. Se vi fa piacere potete assistere, che ne dite?-
I due ragazzi si guardarono sbalorditi, poi guardarono me.
-Davvero non diamo fastidio?- Chiese il più grande.
-Per niente. E’ il minimo che possiamo fare per ringraziarvi. Dai, venite a sedervi con noi!-

Tornando indietro mi accorsi che Kirsten aveva i capezzoli eretti, segno inequivocabile della sua eccitazione. Sicuramente si stava chiedendo che cosa avessi in mente, ma in quel momento non lo sapevo nemmeno io. Lasciammo che i due ragazzi appoggiassero i teli accanto ai nostri, quindi ci stendemmo accanto a loro cercando di metterli a loro agio.
Come avevo immaginato erano fratelli. Il più grande si chiamava Yannick, il secondo Jean-Paul. Avevano diciannove e diciotto anni, ed erano ospiti a casa della nonna che abitava poco lontano. Yannick aveva appena concluso il primo anno di università a Parigi, mentre il fratello minore non aveva ancora scelto la facoltà che avrebbe frequentato l’anno successivo.
A poco a poco riuscimmo a convincerli a sciogliersi: Yannick ammise di avere avuto un paio di storie a Parigi, mentre il fratello confessò di essere particolarmente intimidito dalle ragazze. Mentre parlavamo notavo che i loro sguardi cadevano spesso sul corpo di Kirsten, che sfoggiava con indifferenza il suo topless.
Mentre parlavo con i due ragazzini francesi, nella mia testa si stava facendo strada un’idea pazza ed eccitante. Non sapevo come avrebbe reagito Kirsten, ma avevo motivo di pensare che avrebbe apprezzato la mia idea. Non mi restava che provare a metterla in atto.
Mi alzai in piedi dicendo che era ora di cominciare a lavorare. Aiutai Kirsten ad alzarsi e dissi ai due ragazzi che potevano avvicinarsi quanto volevano, purch&egrave restassero dietro di me per non impallare l’immagine. I due fratelli annuirono frettolosamente giurando che non avrebbero disturbato in nessun modo.

Mentre scattavo le fotografie sentivo il cuore battere a mille. Kirsten stava dando il meglio di sé, scegliendo le pose più sensuali e provocanti per eccitare me e i ragazzi. Si era sicuramente resa conto dell’erezione che tendeva i miei boxer, così come io mi ero reso conto di quella dei due ragazzi. Nonostante cercassero goffamente di nasconderla, era chiaro che i loro cazzi stavano esplodendo. Mi avvicinai di un passo a Kirsten scattandole un’ultima foto: si era posizionata a quattro zampe sul bagnasciuga, con la schiena inarcata ed un dito tra le natiche.
-Bene, abbiamo finito.- Dissi infilando la macchina fotografica nella sua custodia.
Mi avvicinai a Kirsten aiutandola ad alzarsi in piedi. La baciai abbracciandola e portando una mano tra le sue gambe: come immaginavo la sua figa era completamente bagnata.
-Ti stai divertendo amore mio?- Le chiesi accarezzandole un seno.
-Moltissimo. Se non ci fossero loro ti chiederei di scoparmi fino a farmi urlare.-
Sorrisi inarcando un sopracciglio.
-E la loro presenza ti mette in imbarazzo? Pensavo di lasciarli vedere qualcos’altro.-
Kirsten rispose stringendosi a me strusciandosi contro la mia erezione.
-Sei un porco, lo sai?-
Invece di rispondere mi spostai alle sue spalle abbracciandola e spingendola verso i due francesi.
-Ragazzi, siete stati molto educati.- Dissi fermandomi a un paio di passi da loro e accarezzando i seni di Kirsten. ‘A me e Kirsten &egrave venuta una gran voglia di fare sesso. Se volete potete guardare da vicino e toccarvi, ma dovete fare i bravi e stare al vostro posto. Pensate di poterlo fare?-
I due ragazzi annuirono frettolosamente, giurando che sarebbero stati fermi senza disturbare.
Sorridendo feci voltare Kirsten e le appoggiai le mani sulle spalle. La mia ragazza scivolò in ginocchio abbassandomi i boxer. Il mio cazzo svettò davanti al suo volto, duro come il marmo. Guardandomi negli occhi lo prese in bocca iniziando un pompino lento e profondo, accarezzandomi i testicoli e le natiche con le mani. Mi rivolsi verso i due ragazzi, facendo un cenno d’assenso per incoraggiarli a toccarsi. Uno dopo l’altro si abbassarono il costume iniziando ad accarezzarsi il cazzo.
In quella posizione Kirsten non era in grado di vederli, quindi mi spostai leggermente facendola ruotare di novanta gradi. Quando vide i due francesi masturbarsi mi fissò negli occhi, facendo scivolare completamente il cazzo nella sua gola. Era una situazione surreale ma eccitante: mi stavo godendo un pompino della mia ragazza mentre due giovani si segavano a meno di due metri di distanza. Rendendomi conto che Kirsten aveva portato una mano tra le gambe e si stava masturbando freneticamente decisi di cambiare leggermente il mio piano.
Mi sfilai dalla sua bocca e mi inginocchiai di fronte a lei, sussurrandole all’orecchio di stendersi sulla sabbia. Mentre obbediva docilmente feci cenno ai due ragazzi di avvicinarsi.
-Se volete potete accarezzarla mentre le lecco la figa. Potete toccarla dove volete, a meno che lei non vi dica di smetterla. D’accordo?-
-Certo.- Yannick e il fratello erano completamente paonazzi. Guardai Kirsten negli occhi: il suo sguardo esprimeva amore e adorazione. Sicuramente non si aspettava che permettessi ad altri uomini di toccarla, ma era altrettanto evidente che la sorpresa era stata gradita. Allargò le braccia e le gambe sorridendo ai due ragazzi in segno di incoraggiamento.
Yannick e Jean Paul indugiarono per qualche secondo, quindi si inginocchiarono uno alla sua destra ed uno alla sua sinistra.
Mi stesi tra le sue gambe accostando le labbra al suo sesso, guardando con la coda dell’occhio ciò che stava succedendo. Dopo un attimo di esitazione Yannick allungò una mano verso le tette di Kirsten, mentre con l’altra si masturbava freneticamente. Il sospiro di piacere della mia ragazza convinse Jean Paul a fare lo stesso. Cominciai a leccarla guardando quelle due mani che si muovevano sulle sue tette, accarezzavano i capezzoli e il ventre scendendo a sfiorarle il clitoride. I gemiti di Kirsten annunciarono l’orgasmo dopo pochi secondi. La sentii contrarsi e inarcare la schiena mentre la mia bocca veniva invasa da una quantità senza precedenti di secrezioni. Nel momento stesso in cui la vide venire, Jean Paul perse il controllo. Incapace di trattenersi chiuse gli occhi e cominciò a eiaculare, schizzando una mezza dozzina di volte sulla pancia e sulle tette di Kirsten. Non avevo previsto che le venissero addosso, ma la scena mi stava procurando un’erezione quasi dolorosa. Chiusi gli occhi concentrandomi sulla sua figa, accostando un dito alle sue natiche e spingendolo nell’ano.
-Mettiti qui, presto.-
La voce di Kirsten era roca per il piacere e l’eccitazione. Spalancai gli occhi vedendo Yannick mettersi a cavalcioni della mia ragazza, le ginocchia larghe e il culo appoggiato alla sua pancia. Dalla posizione delle braccia di Kirsten e dal movimento del pube del ragazzo compresi che gli stava facendo una spagnola. Non potevo vedere il cazzo del giovane scorrere tra le sue tette, ma potevo immaginare la scena. Una scena che mi scatenava sentimenti contrastanti, un misto di soddisfazione e gelosia. Sfilai il dito dal culo di Kirsten, quindi unii indice e medio e li spinsi a fondo nel suo retto muovendoli con forza. Dopo pochi secondi sentii Jannick ansimare e lo vidi muoversi in maniera convulsa: compresi che stava sborrando anche lui addosso a Kirsten, addosso alla mia Kirsten che stava godendo come una matta.
Quando Yannick rotolò su un fianco abbandonandosi sulla sabbia con espressione sognante fissai Kirsten. Il suo volto era imbrattato da tre schizzi di sperma bianco e denso: uno era finito su un sopracciglio e le aveva praticamente chiuso l’occhio sinistro, il secondo scendeva da una tempia fino alla guancia mentre il terzo partiva dalla narice destra arrivando al mento e attraversando la bocca. Sembrava una pornostar che aveva appena finito di girare una scena, ma non l’avevo mai trovata così eccitante. Mi resi conto che parte della sborrata di Yannick doveva esserle finita in bocca, sicuramente aveva assaggiato il gusto di quel ragazzino.
Preso da una frenesia incontrollabile mi sollevai sulle braccia e mi spostai sopra il suo corpo. La penetrai di colpo, senza delicatezza, bloccando con la mia bocca il suo urlo di piacere e dolore. Mentre le nostre lingue si avvinghiavano potevo sentire il gusto del seme di Yannick: era la prima volta che sentivo il gusto dello sperma, ma non mi importava. Sentendo le sue gambe unirsi dietro la mia schiena iniziai a muovermi freneticamente. Non durò molto: dopo meno di un minuto iniziai ad eiaculare dentro di lei, un orgasmo alimentato dalle contrazioni vaginali del suo orgasmo che sembravano succhiarmi via ogni singola goccia di sborra dal corpo.
Continuammo a baciarci finch&egrave non sentimmo il mio cazzo perdere consistenza, completamente incuranti dei due ragazzi accanto a noi.

-Vado a lavarmi.-
Kirsten si alzò senza guardarmi. Il frutto delle nostre tre sborrate era sparso sul suo volto, sui seni e cominciava a colarle dalle cosce. Mi rendevo conto che altri due maschi le avevano sborrato addosso, ma la trovavo bella come non mai. Mi alzai a mia volta seguendola nell’acqua e abbracciandola da dietro.
-Grazie.- Disse appoggiandosi al mio corpo ‘E’ stato’-
-Anche per me.- Risposi interrompendola ‘Spero che adesso non ti peserà tornare alla normalità.-
Kirsten si voltò guardandomi e sfiorando le mie labbra con le sue.
-Le trasgressioni sono belle se avvengono ogni tanto. Se diventano la norma perdono tutto il loro fascino’ mi hai fatto provare un’esperienza straordinaria oggi, spero che sia piaciuto anche a te.-
-Ammetto che vedere le loro mani su di te, guardarli mentre ti sborravano addosso, mi ha fatto impazzire dal piacere. Ad un certo punto ho pensato che glielo avresti preso in bocca, ci ho quasi sperato. Ti dispiace?-
-No. Ti confesso che avrei voluto farlo, ma poi mi sono trattenuta perché non volevo ferirti.-
Ci abbandonammo ad un lungo bacio, ma dento di me ripensavo alle sue parole. Aveva detto che le trasgressioni possono avvenire ogni tanto, quindi sperava che succedesse di nuovo. Ma se fosse successo di nuovo si sarebbe accontentata di farsi accarezzare o avrebbe voluto qualcosa di più? Aveva detto che avrebbe voluto prendere in bocca il cazzo di Yannick: se si fosse presentata una situazione simile si sarebbe trattenuta? E io come avrei reagito se non lo avesse fatto? Per qualche settimana i miei timori apparvero infondati. Non avevamo più parlato degli avvenimenti del weekend in Costa Azzurra, e Kirsten continuava ad essere la ragazza fedele e affettuosa che era sempre stata. Naturalmente non aveva modificato il modo di vestirsi in pubblico o nella nostra intimità: man mano che aumentava la temperatura le sue gonne si facevano sempre più corte e le sue scollature più profonde, ma non aveva più manifestato il desiderio di coinvolgere altre persone nei nostri giochi.
Avevo iniziato a portarla con me ai matrimoni a cui lavoravo come fotografo. Lo scompiglio che portava la sua presenza tra gli invitati era eccitante, ma in quelle occasioni eravamo entrambi troppo occupati con il lavoro per lasciarci andare ad effusioni che avrebbero potuto avere spettatori. Quella di fare sesso davanti a qualcun altro continuava ad essere una delle fantasie che condividevamo. Spesso, quando facevamo sesso, Kirsten mi chiedeva di posizionarci davanti alla finestra nella speranza che qualcuno dalle abitazioni vicine ci osservasse. Nonostante lasciassi sempre che fosse lei a proporlo, la situazione mi eccitava profondamente.

Questa volta fu il caso a metterci nuovamente alla prova. Era una domenica pomeriggio di fine giugno. Eravamo usciti a metà mattina per visitare qualche mostra e fare un giro per negozi. Dopo avere mangiato un piatto freddo in un bar del centro ci eravamo inoltrati verso il quartiere di San Salvario, quando all’improvviso si scatenò un violento temporale.
Ci eravamo portati un ombrello, ma la forza della pioggia era tale che ci ritrovammo in pochi secondi completamente bagnati. Purtroppo l’unico bar presente in quell’isolato era chiuso, quindi ci riparammo temporaneamente sotto un balcone.
-Sei mai stato in uno di quelli?-
Guardando nella direzione indicata da Kirsten notai l’insegna di un cinema pornografico. Le vetrine erano scure in modo da garantire la privacy di chi era fermo alle casse, l’unico spiraglio mostrava una locandina raffigurante una mora nuda di fianco ad un uomo di colore.
-No, mai. Da quando esiste internet credo che non ci vada più nessuno. Anzi, sono stupito che ne esistano ancora.-
-Potremmo ripararci lì.- Kirsten tacque per un attimo ‘Non abbiamo mai guardato un film porno assieme.-
Mi voltai a fissarla: il suo volto aveva un’espressione che conoscevo bene, l’espressione eccitata che aveva quando le era venuta qualche idea.
-Va bene. Ma se c’&egrave gente non facciamo nulla. Non voglio che diventi pericoloso.-
-Non lo voglio nemmeno io.-
Correndo sotto la pioggia raggiungemmo l’ingresso del cinema, infilandoci nella porta aperta. La donna di mezza età alla cassa ci rivolse un’occhiata distratta, quindi continuò a leggere il suo libro.
-Due biglietti.- Le chiesi avvicinandomi.
-Se volete solo ripararvi dalla pioggia non avete bisogno di pagare’ state pure qui finch&egrave non smette.-
-No, vogliamo entrare a vedere il film.-
La donna alzò lo sguardo stupita, guardando Kirsten. La minigonna arrivava appena a metà coscia, mentre la camicetta bagnata aderiva completamente al petto mostrando la forma del seno privo di sostegno.
-Come volete. Fanno dodici euro.-
Pagai per i due ingressi e feci cenno a Kirsten di raggiungermi. Una scalinata scendeva verso la platea, mentre un grosso tendone separava l’ingresso del cinema dalla galleria.
Condussi Kirsten verso la galleria, immaginando che avremmo trovato meno gente. Nel momento in cui entrammo nella sala, le nostre narici vennero aggredite da un forte odore di fumo e di sudore umano. Evidentemente in quel posto la legge che proibisce il fumo nei locali pubblici non veniva fatta rispettare. Come immaginavo la sala era quasi completamente vuota. Si intravedevano solamente due teste nelle prime file, due uomini dai capelli grigi che non si accorsero del nostro arrivo. Sullo schermo una bionda con le tette rifatte stava spompinando un uomo di mezza età con i capelli grigi, mentre un secondo uomo le leccava la figa da dietro.
Kirsten mi seguì lungo le file senza staccare per un attimo lo sguardo dallo schermo. Era evidente che la scena le risultasse eccitante: quanto era successo poche settimane prima dimostrava quanto le piacesse trovarsi al centro delle attenzioni di così tanti uomini.
Mentre ci sedevamo in penultima fila mi chiesi quanto fosse forte quel suo desiderio: speravo che rimanesse una semplice curiosità, magari una fantasia da realizzare una volta nella vita, altrimenti sarebbe stato difficile tenerla legata a me.
-Ti piace?- La sua voce era poco più di un sospiro. Sentii la sua mano appoggiarsi sul mio cazzo, che reagì immediatamente. Mi voltai sorridendo.
-E’ interessante, ma ci conviene prendercela comoda se vogliamo aspettare che spiova.-
Kirsten mi prese una mano appoggiandosela su una coscia.
-Non ho nessuna fretta.-
Mi voltai a baciarla, risalendo lungo la coscia nuda fino a raggiungere il perizoma. Infilai un dito sotto il tessuto sottile trovando le grandi labbra già pronte ad accoglierlo.
-Sei già eccitata.-
-E’ un po’ di tempo che non facciamo qualcosa di trasgressivo.-
-Allora slacciati la camicetta.- I due anziani nelle prime file erano troppo concentrati sul film per accorgersi di noi. Anche se si fossero voltati erano troppo anziani per essere un pericolo, quindi eravamo nella situazione ideale per lasciarci andare. Quando ebbe slacciato tutti i bottoni della camicetta infilai una mano sotto il tessuto, massaggiandole il seno e accarezzando un capezzolo. Kirsten si abbandonò con la testa contro lo schienale, gli occhi fissi sullo schermo mentre la sua mano cercava di aprirmi i pantaloni. Mi chinai a baciarle un seno, giocando con la lingua sul capezzolo mentre le mie dita giocavano con l’altro seno.
Un movimento dall’altra parte della sala attirò la mia attenzione. Alzando lo sguardo vidi entrare un uomo di mezza età dall’aspetto mediorientale. Indossava un abito elegante e aveva l’aria curata e distinta, forse anche lui si era rifugiato nel cinema per evitare la pioggia e aveva deciso di cogliere l’occasione per farsi una sega. Quando l’uomo si accorse della nostra presenza mi rivolse un sorriso, quindi si avvicinò. Con disappunto lo vidi entrare nella nostra fila, sedendosi a cinque poltrone da noi.
Rialzandomi incrociai lo sguardo interrogativo di Kirsten, che non si era accorta di nulla. Accostai la bocca al suo orecchio parlando sotto voce.
-Abbiamo compagnia.-
La mia ragazza si voltò a guardare nella direzione che le avevo indicato, quindi si voltò verso di me.
-Che cosa vuole quel rompicoglioni?-
-Non lo so. Copriti, magari se ne va.-
Kirsten emise un sospiro, quindi chiuse due bottoni della camicetta tornando a concentrarsi sul film. In quel momento la donna era impegnata in una doppia penetrazione e dimostrava il suo piacere con urla che risuonavano in tutta la sala. Dopo un paio di minuti sentii la mano di Kirsten posarsi di nuovo sui miei pantaloni aprendo la cerniera.
-Che cosa fai?- Le chiesi fissando l’uomo poco lontano da noi.
-Se vuole farsi una sega guardandoci che faccia pure! Ho voglia di prendertelo in bocca.-
Chiusi gli occhi mentre si abbassava e la sua bocca avvolgeva il mio cazzo. Rimase per diversi secondi immobile, muovendo solo la lingua sulla cappella e accarezzandomi i testicoli. Allungai una mano verso il suo petto, infilandola sotto la camicetta e strizzando un seno. Mentre mi domandavo se fosse realmente infastidita dalla presenza dell’uomo accanto a noi o se in realtà la sua presenza la eccitasse, sentii un movimento provenire dalla nostra destra.
Aprendo gli occhi notai l’uomo in piedi accanto a noi. Un gonfiore inequivocabile tra le gambe testimoniava quanto stesse apprezzando lo spettacolo che Kirsten gli stava riservando. Senza dire un parola prese posto sulla poltrona accanto a lei, guardandomi come per chiedermi il permesso. Sentendo la poltrona muoversi Kirsten alzò la testa: notando la sua presenza i suoi occhi si spalancarono, ma immediatamente tornò a concentrarsi sul mio cazzo succhiandolo rumorosamente. Lo sguardo che aveva rivolto all’uomo era uno sguardo eccitato, non preoccupato. Probabilmente aveva desiderato che si avvicinasse fin dal momento in cui era entrato, ed ora aspettava che io decidessi cosa fare.
Prendendo la sua testa tra le mani la invitai delicatamente ad alzarsi, baciandola a fondo. Portai una mano tra le sue gambe facendole aprire le cosce, quindi scostai i lembi della camicetta per esporre le sue tette nude all’uomo. Interruppi il bacio solo per rivolgere un leggero cenno di assenso all’uomo.
L’uomo non aspettava altro. Una mano si appoggiò delicatamente sulla coscia della mia ragazza, risalendo lentamente dal ginocchio verso l’inguine. Kirsten reagì abbandonandosi sulla poltrona, completamente in balia delle nostre mani e delle nostre bocche. Quando l’uomo si chinò sfiorandole un capezzolo con la lingua, la mano di Kirsten si chiuse sul mio cazzo. L’erezione era quasi dolorosa: un altro uomo, uno sconosciuto di almeno vent’anni più vecchio di lei, le stava leccando le tette e stava per toccarle la figa. Abbassai lo sguardo verso il pube della mia ragazza. L’uomo aveva raggiunto il perizoma e le stava accarezzando il sesso al di sopra del tessuto, muovendosi con una lentezza esasperante per godersi l’attimo. Kirsten cercò la mia bocca: il suo volto era paonazzo e respirava con affanno, mentre la sua mano si muoveva freneticamente sul mio cazzo. Finalmente il dito dell’uomo si infilò scostò il bordo del perizoma e si infilò nel sesso di Kirsten. Immediatamente la vidi inarcarsi e muovere il pube in preda all’orgasmo. Sentivo la testa girare: la mia ragazza era appena venuta grazie al tocco delle dita di un altro uomo. Ancora una volta ero combattuto tra gelosia ed eccitazione. Sapevo che c’era qualcosa di sbagliato in quello che stava succedendo, ma non potevo fare a meno di pensare che ciò che stavo vedendo mi piaceva.
Ancora una volta il tendone si aprì. Io e lo sconosciuto ci bloccammo guardando verso l’ingresso, da cui erano entrati tre ragazzini chiassosi.
-C’&egrave un posto più tranquillo?- Chiesi all’uomo. Ero disposto a fare partecipare quello sconosciuto distinto e discreto, ma quei tre giovani potevano essere pericolosi.
-Seguitemi.- Rispose l’uomo annuendo.
Aiutai Kirsten a ricomporsi al meglio, quindi ci alzammo e raggiungemmo l’uomo che ci attendeva all’altezza delle scale. Seguimmo il mediorientale in cima alla galleria, girando attorno a quella che sembrava la parete. Ci ritrovammo in una piccola nicchia semicircolare di tre metri di diametro, grande abbastanza da potersi muovere senza essere visti. Da quella posizione si poteva anche vedere lo schermo: probabilmente gli uomini o le donne che frequentavano il cinema usavano quel nascondiglio per avere rapporti sessuali lontano da sguardi indiscreti. Non appena Kirsten raggiunse la nicchia la attirai a me stingendola per le natiche. La baciai con passione, quindi la feci voltare e le sollevai la gonna esponendo il suo sesso allo sconosciuto. Kirsten appoggiò la nuca sulla mia spalla, in attesa. Scivolando verso il basso le sfilai il perizoma, quindi risalii slacciando i due bottoni della camicia.
-Vuoi toccarla?- Chiesi all’uomo sollevandole le tette, come offrendogliele. Per un attimo mi chiesi se ero impazzito: stavo offrendo la mia fidanzata a quell’uomo, come un sacrificio a una divinità lussuriosa. I miei dubbi svanirono nel momento in cui l’uomo fece un passo in avanti e allungò le mani sul corpo di Kirsten, accarezzandola partendo dai seni fino a scendere verso il sesso. La mano di lei si chiuse sul mio cazzo mentre l’uomo si accovacciava ai suoi piedi baciandole il sesso.
-Posso scoparla?-
La domanda mi colse impreparato. Indugiai per un attimo, immaginando Kirsten penetrata dallo sconosciuto. Una parte di me desiderava che succedesse, ma ero convinto che avrebbe voluto dire perderla. Ma se Kirsten avesse voluto farlo? Se glielo avessi impedito avrebbe potuto cercare senza di me la trasgressione che desiderava, in un modo o nell’altro avrei rischiato di perderla per sempre.
-No!- La sua risposta improvvisa mi rassicurò. Kirsten si voltò prendendomi il volto tra le mani e baciandomi ‘Voglio scopare solo con te, amore mio.-
Mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo e fissai l’uomo.
-Hai sentito cosa ha risposto. Però puoi guardarci e farti una sega.-
-Almeno voglio un pompino.- L’uomo aprì i pantaloni mettendo in mostra un cazzo sopra la media, leggermente storto verso destra. Alla vista di quel cazzo Kirsten ebbe un sussulto e mi fissò negli occhi. Compresi subito che desiderava farlo, che voleva succhiare il cazzo di quell’uomo mentre la scopavo. Mi chiesi cosa sarebbe successo se glielo avessi proibito: avrebbe accettato il mio rifiuto o sarebbe scoppiato un litigio? Davanti agli occhi mi tornò il ricordo del suo volto imbrattato dallo sperma del ragazzino francese, dell’eccitazione che avevo provato in quel momento. Mi resi conto che lo volevo almeno quanto lei.
-Se lei &egrave d’accordo a me va bene.-
Kirsten mi rivolse un sorriso malizioso, quindi si accovacciò ed iniziò a sbottonarmi i pantaloni. Prese in bocca il mio cazzo durissimo succhiandolo per qualche secondo prima di alzarsi e chinarsi in avanti dandomi le spalle. La presi per i fianchi penetrandola di colpo. Il suo gemito di piacere si confuse con quelli dell’attrice. Alzai lo sguardo verso l’uomo, annuendo per incoraggiarlo ad avvicinarsi. Non sapevo da dove provenisse né come si chiamava, ma questo rendeva il tutto ancora più eccitante. Quando lo vidi infilare il suo grosso cazzo nella bocca di Kirsten rischiai di venire. Mi resi conto che avevamo appena abbattuto un altro muro. Non era più semplice esibizionismo, non era come in Costa Azzurra: stava mettendo tutta il suo impegno per fare sborrare un altro uomo con la sua bocca.
Accelerai il ritmo, consapevole che non sarei resistito a lungo. L’uomo le appoggiò una mano sulla nuca dandole il ritmo penetrandola a fondo. Il suo cazzo affondava completamente, probabilmente arrivava fino in gola. Per un attimo immaginai di toccare quella cappella, di inginocchiarmi e guardare mentre le sborrava in bocca, magari aiutandolo con le mie mani. Il pensiero mi fece perdere il controllo: con un ultima spinta piantai il cazzo in fondo al suo sesso lasciandomi andare. L’orgasmo mi sembrò durare un secolo, sentivo lo sperma risalire dai testicoli in maniera quasi dolorosa. Quando riaprii gli occhi vidi che l’uomo aveva preso la testa di Kirsten tra le mani e la stava scopando in bocca. Incrociai il suo sguardo eccitato e mi resi conto che stava per venire. Rimasi a guardare mentre sborrava nella bocca della mia fidanzata, il cazzo completamente affondato dentro di lei tenendola ferma per non farle perdere nemmeno uno schizzo del suo seme. Quando finalmente si sfilò Kirsten iniziò a tossire, lasciando cadere a terra lo sperma che non era riuscita a ingoiare.
La guardai riprendere fiato a fatica, quindi la aiutai ad alzarsi e la attirai a me per baciarla.
Kirsten cercò di resistere per un istante, probabilmente per non farmi sentire il sapore dell’uomo che le era venuto in bocca, poi si abbandonò. Mentre ci baciavamo mi resi conto che qualcosa era appena cambiato. L’eccitazione che avevo provato guardandola spompinare un altro uomo, il desiderio soffocato a fatica che lo sconosciuto si spingesse oltre, il modo in cui avevo guardato quel cazzo. Dovevo trovare il modo di fermare la deriva che stava prendendo il nostro rapporto prima di perderne il controllo. Mentre tornavamo a casa Kirsten sembrò particolarmente concentrata sui suoi pensieri. Inizialmente provai a fare conversazione, ma ottenni solamente risposte a monosillabi. Alla fine rinunciai, dopotutto anche io avevo bisogno di pensare. Le ultime settimane stavano portando alla luce desideri e fantasie che non avevo mai conosciuto prima di incontrare Kirsten. Ormai era inutile negare che mi piaceva coinvolgere altre persone nei nostri giochi, forse persino osservare senza partecipare. Mi chiedevo se stessi diventando un guardone e come avrei reagito vedendola scopare con un altro uomo. Un conto era qualche carezza o un pompino, un altro conto un rapporto completo. Un’altra cosa che mi dava da pensare era il modo in cui avevo reagito davanti al cazzo dello sconosciuto del cinema. Ero costretto ad ammettere di esserne stato attratto, ma non capivo cosa volesse dire. Non stavo diventando omosessuale: non ero mai stato attratto da uomini, e guardando la figura sinuosa di Kirsten non poteva fare a meno di desiderarla. Ma in qualche modo il corpo maschile mi incuriosiva, e questa reazione mi spaventava.
Una volta a casa lasciai la doccia a Kirsten, lavandomi mentre lei si asciugava. Quando uscii anche io dalla doccia la trovai stesa sul divano con gli occhi chiusi, completamente nuda come suo solito.
-Tutto a posto?- Le chiesi avvicinandomi.
Kirsten aprì gli occhi e mi rivolse un sorriso stentato.
-Credo che dovremmo parlare.-
Improvvisamente sentii un colpo al cuore. Probabilmente i miei dubbi stavano diventando realtà: quanto era successo quel pomeriggio l’aveva convinta che non potevo più darle ciò che voleva.
-Vuoi lasciarmi?-
-Non ci penso nemmeno!- La sua espressione stupita mi tranquillizzò per un attimo. ‘Però &egrave meglio che parliamo di quello che sta succedendo, in modo che nessuno di noi sia insoddisfatto o ferisca l’altro.-
-Mi sembra giusto.- Risposi sedendomi sul divano. ‘Chi comincia?-
-Io. Ti devo ringraziare per il modo in cui ti sei comportato oggi. Sei sicuro che la cosa non ti abbia ferito?-
Rimasi in silenzio per qualche secondo prima di parlare.
-Sì e no. Mi sono sentito terribilmente geloso, ma al tempo stesso non sono mai stato così tanto eccitato. Confesso che mi eccita vederti mentre altri uomini ti toccano, e anche mentre gli fai un pompino come oggi.-
-E se mi scopassero? Se oggi non mi fossi rifiutata come avresti reagito?-
-Credo di non essere pronto. Un pompino &egrave una cosa, ma non che morirei dalla gelosia se scopassi con qualcun altro.-
-Allora quello rimarrà un tabù, almeno per il momento.-
Non sapevo se essere sollevato o meno per quelle parole. Da un lato la mancata insistenza di Kirsten mi rassicurava, dall’alto aveva implicitamente fatto capire che prima o poi quel desiderio sarebbe emerso. E probabilmente avremmo dovuto affrontare nuovamente il discorso.
-Anche io mi sono eccitata molto a fare quelle cose davanti a te, con te. Ti amo tantissimo e sono felice che condividiamo questi nostri desideri, ma devono essere nostri. Questo vuol dire che anche tu devi essere protagonista.-
-Che cosa vuoi dire?-
-Per esempio che anche io ho fantasticato su di te e altre donne. Non sarei gelosa se coinvolgessimo un’altra donna nei nostri giochi, anzi.-
-E vorresti solo guardare o anche partecipare?-
-Naturalmente vorrei partecipare.- Il mio sguardo sorpreso la fece sorridere ‘Ti scandalizza sapere che sono attratta anche dalle donne?-
-No. Anzi, &egrave piuttosto eccitante.-
-E anche per me &egrave eccitante sapere che ti attraggono gli altri uomini. Mi sono accorta di come guardavi il cazzo di quel signore al cinema.-
La guardai con la bocca spalancata, senza sapere come rispondere.
-Non fare quella faccia, amore. Sono cresciuta lontano dall’Italia, e negli altri Paesi gli uomini sono molto meno ipocriti su queste cose. Non sei l’unico uomo che si sente attratto anche da persone del suo stesso sesso. Ti assicuro che siete tanti, e a molte donne la cosa non dispiace affatto.-
-Per me &egrave una cosa nuova.- Spiegai riprendendomi dalla sorpresa ‘Non mi era mai successo.-
-Però ho ragione, vero? Dimmi, cosa hai pensato vedendo quel cazzo?-
-Avrei voluto provare a prenderlo in bocca anche io.- Confessai senza pensare.
-E a me sarebbe piaciuto succhiarlo assieme a te. O farti un pompino mentre tu lo facevi a lui. Ti eccita l’idea?-
Scossi la testa sorridendo e aprendo l’accappatoio, mostrandole il mio cazzo eretto.
-Puoi giudicare tu stessa.-
Kirsten sorrise a sua volta, quindi si alzò e mi raggiunse sedendosi sulle mie gambe. Due dita raggiunsero il mio cazzo dirigendolo verso il suo sesso.
-Qualunque cosa ci stia succedendo voglio scoprirla con te amore mio.-
Bloccai le sue parole baciandola e rovesciandola sul divano. Dopo pochi secondi i suoi gemiti cancellarono ogni pensiero sugli avvenimenti del pomeriggio.

Le settimane successive furono particolarmente impegnative per entrambi. Io ero stato ingaggiato per diversi matrimoni, mentre Kirsten entrò nella sessione di esami per il dottorato. Per quasi un mese le nostre serate assieme videro me impegnato nella fase di post produzione delle fotografie e lei nello studio per i suoi esami o nella correzione di quelli a cui aveva presenziato come assistente. Nonostante ci vedessimo quasi tutte le sere, eravamo entrambi troppo impegnati nelle rispettive attività lavorative per affrontare nuovamente l’argomento delle nostre trasgressioni sessuali. Quando finalmente andavamo a letto facevamo l’amore rapidamente e ci addormentavamo, troppo stanchi per fare conversazione.
Il giorno dell’ultimo esame prima della pausa estiva andai a prenderla all’uscita dell’università. Era il pomeriggio del 24 luglio, avevamo appena due giorni per riposarci e preparare i bagagli prima di partire per le agognate vacanze. Avevo programmato un pomeriggio e una serata all’insegna del relax: nel bagagliaio della macchina avevo tutto il necessario per passare il resto della giornata alle terme che si trovavano in centro città, dove avevo prenotato un massaggio per due persone e un trattamento per Kirsten.
Mi ero occupato io della preparazione della sua borsa: il bikini era composto da un reggiseno che faceva risaltare le sue tette e da un perizoma con una sgambatura al limite dell’oscenità. Sapevo bene che quel tipo di costume avrebbe attirato gli sguardi di tutti gli uomini del centro benessere, ma dopo un mese in cui avevamo vissuto il sesso di fretta volevo che il tempo trascorso alle terme fosse un unico, lunghissimo, preliminare.
Nel momento stesso in cui la vidi uscire dallo spogliatoio mi resi conto di non essermi sbagliato. Kirsten spalancò l’accappatoio facendo una giravolta per mostrarmi il suo corpo, quindi mi abbracciò e mi baciò sulle labbra.
-E’ un regalo stupendo, amore. Immagino che a casa dovrò ringraziarti a dovere.- Il suo sguardo si fece improvvisamente malizioso mentre con una mano mi sfiorava il cazzo ‘E forse potrei trovare il modo di ringraziarti già qui, se trovassimo un posticino tranquillo.-
L’effetto combinato della sua promessa e del suo look sensuale mi procurarono subito una vistosa erezione. Riuscii a fatica a farla scemare nel tragitto dagli spogliatoi all’area massaggi: se fossi entrato con il costume gonfio come un palloncino avrei senza dubbio suscitato i commenti degli addetti o delle addette. La situazione non migliorò quando ad accoglierci nell’area deputata ai massaggi trovammo due uomini.
In particolare quello destinato a Kirsten era un vero e proprio gigante di un metro e novanta, con braccia e torace muscolosi come quelli di un culturista. Guardando le sue mani grosse posarsi sul corpo semi nudo della mia ragazza non riuscii a fare a meno di far viaggiare la mia fantasia. Il comportamento dell’uomo fu un esempio di professionalità, per tutto il tempo del massaggio il mio cazzo rimase duro come il marmo.
Quando Kirsten si alzò dal lettino notai che il massaggio aveva avuto un effetto tutt’altro che rilassante. I suoi capezzoli premevano contro il tessuto del bikini come se dovessero bucarlo e i suoi occhi erano lucidi.
-Ti &egrave piaciuto il massaggio, amore?- Le chiesi uscendo dallo stanzino.
Kirsten mi rivolse un sorriso luminoso.
-Non &egrave piaciuto solo a me. Ho visto che ce l’avevi duro quando ti sei alzato, scommetto che fantasticavi su quelle grosse mani. Lo immaginavi mentre mi metteva le sue dita nella figa?-
-Ammetto di averci pensato. Chissà se tra le gambe &egrave grosso come il resto del corpo.-
-Oh, su questo posso risponderti!- Rispose Kirsten ridendo ‘Mentre mi massaggiava mi sono strusciata un paio di volte, e ti posso assicurare che quel tizio &egrave grosso dappertutto.-
La guardai sbalordito per la sua sfrontatezza. Lo sguardo innocente con cui mi rispose sembrava quello di una bambina scoperta a rubare le caramelle.
-Pensavo che ti sarebbe interessato saperlo.-
La abbracciai portandola con me verso una delle piscine esterne. Nonostante fossero ormai le otto di sera il cielo era ancora luminoso, ma le vasche cominciavano a svuotarsi. Ci eravamo appena immersi in una delle piscine d’acqua calda quando una voce maschile chiamò la mia ragazza.
-Kirsten! Allora avevo visto bene’ che ci fai qui? Pensavo fossi ancora in sessione esami.-
Voltandoci ci trovammo davanti un uomo di circa quarantacinque anni, in piedi di fianco alla vasca. L’accappatoio bianco metteva in risalto l’abbronzatura e non nascondeva del tutto il fisico tonico ed allenato. I capelli rasati conferivano un’aria di maturità al viso attraente e giovanile, arricchito da un paio di occhi nerissimi e intelligenti.
-Giorgio!- Kirsten sembrava in imbarazzo ‘Ho finito oggi. Il mio ragazzo mi ha fatto un regalo.-
Lo sguardo dell’uomo si posò su di me per alcuni secondi.
-Sei una ragazza fortunata allora. Non ci presenti?-
-Certo. Stefano, lui &egrave Giorgio Dalmasso. Giorgio, ti presento Stefano.-
Mi alzai dalla vasca per stringere la mano dell’uomo. Sapevo che era uno dei professori del dipartimento in cui lavorava Kirsten. Nonostante la giovane età era già ordinario da diversi anni. Era ricco di famiglia e tra i suoi amici poteva vantare diversi politici di primo piano e imprenditori. Kirsten aveva raccontato che aveva provato ad entrare in politica, ma che la sua candidatura era stata bloccata per non meglio precisati scandali sessuali. Ciò di cui Kirsten non mi aveva mai parlato era il suo aspetto da playboy. Quando le avevo chiesto se ci avesse mai provato con lei Kirsten aveva risposto con una risata dicendo che era successo una volta, ma cominciavo a dubitare che mi avesse detto la verità.
-E’ un piacere conoscerti, Stefano.- La sua stretta era forte e sincera ‘Mi sono sempre chiesto chi fosse il fortunato ad avere conquistato la ragazza più bella del dipartimento. Kirsten ha molti ammiratori in facoltà, ora che ti ho incontrato dirò a tutti di lasciar perdere.-
-E’ un piacere anche per me. Perché non ti unisci a noi?-
-Non vi disturbo?-
-Per niente.- Risposi sorridendo ‘Mi interessa conoscere le persone con cui lavora Kirsten.-
Giorgio guardò per qualche istante Kirsten, quindi annuì.
-Allora accetto con piacere. Vado a bere una tisana e sono da voi.-
Non appena l’uomo si fu allontanato mi avvicinai a Kirsten.
-Non mi avevi detto che era così figo. Sei sicura che ci abbia provato solo una volta?-
-E’ così. E’ troppo orgoglioso per insistere con qualcuno. Anche perché gli basta schioccare le dita per avere compagnia femminile’ o maschile.-
La guardai spalancando gli occhi.
-Vuoi dire che’-
-E’ bisessuale, sì. Devo essere gelosa?-
-A giudicare dai suoi sguardi penso che sia più interessato a te che a me. Spero che la mia presenza non gli faccia venire voglia di sedurti.-

I miei timori non sembravano del tutto infondati. Giorgio ci raggiunse dopo pochi minuti, immergendosi con noi nella vasca. Quando rimase in costume mise in mostra un fisico invidiabile per un uomo della sua età, ma ciò che attirò la nostra attenzione fu il gonfiore sotto il costume. Mentre eravamo nella vasca a chiacchierare mi ritrovai più di una volta a fantasticare su come dovesse essere il suo cazzo. Il suo atteggiamento nei confronti di Kirsten era più che amichevole. Mentre le parlava non perdeva occasione di sfiorarle il viso ed i capelli, ed ero sicuro che sotto la superficie dell’acqua le sue gambe facessero lo stesso. Kirsten stava al gioco, ritraendosi ogni tanto ma senza scoraggiarlo. Nonostante questo, trovavo Giorgio Dalmasso decisamente simpatico. Era una persona piacevole e intelligente, molto diverso dall’accademico borioso e pieno di sé che mi aveva descritto Kirsten.
Rimanemmo nella vasca a chiacchierare per più di venti minuti, quindi ci spostammo verso il bagno turco. Nell’ambiente saturo di vapore erano già presenti due coppie che occupavano ognuna una parete, quindi ci trovammo costretti a stringerci sulla panca in pietra dell’unica parete rimasta libera. Mi appoggiai alla parete chiudendo gli occhi e respirando lentamente, ma la mia mente continuava a fantasticare sull’uomo seduto tra me e Kirsten.
Dopo un paio di minuti le due coppie che erano entrate prima di noi si alzarono e salutarono, uscendo dal bagno bagno turco. Aprii a malapena gli occhi per guardarli, quindi tornai a chiuderli rallentando il pensiero. Mi trovavo in una sensazione di pace totale, avrei quasi potuto addormentarmi. Il contatto di una mano che si appoggiava tra le mie gambe mi fece sussultare. Non poteva essere un errore: la mano si era appoggiata deliberatamente sul mio costume e lo stava tastando. Con il cuore che batteva a mille mi sforzai di tenere gli occhi chiusi: quella mano non era di Kirsten, era una mano maschile. Che cosa aveva intenzione di fare Giorgio?
Il mio cazzo aveva già trovato la risposta alla domanda: in pochi secondi le dita dell’uomo si trovarono a stringere la mia erezione, accarezzandola sopra il tessuto del costume. Continuai a restare immobile, lasciando che le dita scostassero il bordo del costume e si infilassero all’interno. Indice e medio accarezzarono tutta la mia asta, sfiorarono il glande e il prepuzio come cercando di studiare la forma del mio cazzo. Non volevo aprire gli occhi per paura di rovinare tutto: era la prima volta che venivo toccato da un uomo e stava succedendo davanti a Kirsten. Mi domandai se la mia ragazza si fosse accorta di qualcosa e come avrebbe reagito se avesse visto ciò che Giorgio stava facendo. Aveva detto che le sarebbe piaciuto vedermi fare sesso con un’altra donna, ma non aveva parlato di rapporti omosessuali. Allontanai la parola: mica era un rapporto omosessuale, era solo un gioco’ un gioco estremamente eccitante.
Allungai la mano verso le gambe di Giorgio cercando il contatto con il suo costume: volevo toccare il suo cazzo, verificare se era veramente grosso come sembrava. Le mie mani però non incontrarono il tessuto del costume: i miei polpastrelli si appoggiarono sulla pelle liscia e delicata del polso di Kirsten.
Aprii immediatamente gli occhi voltandomi a guardare. La mano della mia ragazza era chiusa sul cazzo di Giorgio, che a sua volta aveva una mano tra le sue gambe. Incrociai lo sguardo stupito di Kirsten, che mi fissò timidamente.
-A quanto pare avete avuto la stessa idea.- Disse l’uomo sorridendo ‘Che ne dite se ci spostiamo in un luogo più comodo?-
Rimasi per qualche secondo immobile. Mi rendevo conto che sarebbe stato ipocrita rifiutare a quel punto: avevo cercato di toccare il cazzo di Giorgio, ed il mio si stava godendo una magnifica sega. Abbassai gli occhi sul suo cazzo notando la grossa cappella spuntare tra le dita di Kirsten.
-Va bene. Ma non assicuro nulla.-
-Naturalmente.- Rispose l’uomo alzandosi e rimettendosi a posto il costume ‘Possiamo anche solo farci qualche carezza.-
-Dove pensi di andare?- Chiese Kirsten ‘E’ difficile trovare un posto riservato.-
-Fidatevi di me. Mio fratello &egrave uno degli azionisti della società, qui dentro conosco tutti.-
Uscendo dal bagno turco Giorgio si fermò a parlare con un inserviente. Mentre era impegnato nella conversazione Kirsten si avvicinò parlandomi nell’orecchio.
-Va tutto bene?-
-Certo.- Risposi sorridendo ‘Sei sicura che ti vada? Non sono’-
-Non sei omosessuale, lo so. Però mi eccita molto l’idea di vederti con Giorgio. E spero che non ti offenderai se parteciperò al divertimento.-
La fissai per un istante, quindi scoppiai a ridere.
-Naturalmente no, ma non esagerare.-
-Sei tu che mi hai portata qui, amore. Se volevi farmi una bella sorpresa ci sei riuscito.-

L’inserviente si allontanò con Giorgio, che tornò dopo cinque minuti.
-Adesso abbiamo un posto tranquillo tutto per noi.- Disse l’uomo facendoci l’occhiolino.
Ci condusse lungo i corridoi del centro termale fino ad una stanza quasi completamente occupata da una grande vasca scavata nel pavimento, in grado di accogliere almeno una dozzina di persone. La stanza era quasi buia, e le luci a led incassate nel soffitto cambiavano colore a intervalli irregolari fornendo un’atmosfera magica. L’inserviente ci fece entrare e chiuse la porta alle nostre spalle.
-Potete stare tranquilli, non ci disturberà nessuno nemmeno se dovessimo andare oltre l’orario di chiusura.-
Giorgio appese l’accappatoio ad un gancio accanto alla porta, quindi si abbassò il costume calciandolo via. Rimasi immobile a fissare il suo cazzo barzotto ondeggiare tra le gambe: non era lunghissimo, ma era di almeno un dito più largo del mio e della maggior parte dei membri maschili che mi era capitato di vedere facendo la doccia in palestra o dopo le partite di calcetto. La sua cappella violacea lasciata scoperta dalla pelle sembrava un grosso fungo.
Giorgio scese le scalette rimanendo in piedi al centro della vasca. Il suo cazzo sfiorava la superficie dell’acqua, che arrivava a metà delle cosce.
-Non vi spogliate? Credo che a questo punto i costumi ci sarebbero solo d’impiccio.-
Kirsten portò le mani dietro la schiena slacciando uno dopo l’altro il reggiseno ed il perizoma, quindi si voltò a guardarmi. Prendendo un respiro profondo mi sfilai il costume, restando anche io completamente nudo.
-Non saprei dire chi di voi due sia più eccitante.- Commentò Giorgio invitandoci ad entrare nella vasca con un gesto della mano. ‘Stefano, sei piuttosto teso: c’&egrave qualche problema?-
Mentre cercavo le parole per rispondere venni anticipato da Kirsten.
-E’ la prima volta che &egrave in una situazione di questo tipo con un uomo, credo abbia paura del mio giudizio.- Si voltò verso di me prendendomi per la mano ‘Vieni, amore.-
Mi condusse al centro della vasca, proprio accanto a Giorgio, quindi mi prese la testa tra le mani baciandomi. Istintivamente la attirai a me prendendola per le natiche e accarezzandole il culo perfetto, mentre i capezzoli sfregavano contro il mio torace. Una mano di Giorgio si appoggiò sulla mia schiena, proprio sopra le natiche. Mi bloccai per un attimo fissando Kirsten, senza sapere come comportarmi.
-Baciami, amore’ va tutto bene.-
Affondai la lingua nella sua bocca senza badare a Giorgio.-
L’uomo continuò ad accarezzare contemporaneamente me e Kirsten, facendo scivolare le sue mani sulle nostre schiene e poi tra i nostri corpi. Le dita avvolsero il mio cazzo durissimo stringendolo prima di passare ai testicoli gonfi. Abbassando lo sguardo vidi le dita dell’altra mano stringere un capezzolo di Kirsten. La mia ragazza si staccò dal bacio e mi fissò per qualche istante, quindi si accostò a Giorgio. Restai immobile a fissare le loro lingue che si cercavano, la mano di lei muoversi sul suo pube mentre lui le palpava le tette. Lentamente unii le mani alle loro: la schiena di Giorgio era muscolosa e virile, completamente diversa da quella di Kirsten. Abbassai le mani accarezzandogli le natiche sode, rimandando all’infinito l’appuntamento con il suo cazzo.
Kirsten allontanò il volto da quello dell’uomo, fissandomi. I suoi occhi erano lucidi e le guance rosse per l’eccitazione.
-Adesso tocca a voi.-
Appoggiò le mani sulle nostre nuche, spingendoci uno verso l’altro. Chiusi gli occhi cercando di non pensare che stavo per baciare un uomo davanti alla mia ragazza. Il contatto tra le nostre labbra fu elettrizzante. Socchiusi la bocca cercando il contatto con la sua lingua. Era una sensazione strana, diversa da quando baciavo una donna eppure così simile. Portai la mano in avanti chiudendola sul suo cazzo: alzai ed abbassai la pelle muovendomi lentamente mentre lui faceva lo stesso e la lingua di Kirsten mi stuzzicava un orecchio.
Quando mi staccai dall’uomo la vidi sorridere.
-Hai visto?- Mi disse accarezzandomi il volto ‘Non &egrave stato difficile.-
La attirai nuovamente a me baciandola. Con la coda dell’occhio vidi Giorgio inginocchiarsi ai nostri piedi e sentii le sue mani che ci accarezzavano le cosce, quindi una sensazione di calore e umidità avvolse il mio cazzo. Chiusi gli occhi appoggiandomi a Kirsten, rendendomi conto che Giorgio mi stava facendo un pompino. Kirsten era brava come una professionista, ma Giorgio non aveva nulla da invidiarle. Succhiava in una maniera completamente diversa da ogni donna, mi stava succhiando il cazzo come avrei fatto io se avessi potuto farlo da solo. Durò solo per un paio di minuti prima che la sensazione di calore mi abbandonasse. Abbassai gli occhi alla ricerca dei suoi, ma il suo volto si era già spostato tra le cosce di Kirsten. Guardai affascinato la sua lingua guizzare sul clitoride della mia ragazza, sfiorare le labbra e penetrarle il sesso. Se avesse continuato così l’avrebbe fatta godere in un paio di minuti, ma Giorgio si fermò e si alzò baciandoci.
-Ti lascerei continuare per tutta la sera.- Commentò Kirsten inginocchiandosi a sua volta ‘Ma adesso tocca a me.-
Portò le mani suoi nostri cazzi masturbandoli davanti al suo volto, quindi prese in bocca quello di Giorgio. Per la seconda volta da quando ci eravamo messi assieme stava facendo un pompino ad un altro uomo, ma questa volta non provavo gelosia. Lasciai che Giorgio mi attirasse a sé e mi baciasse, mentre la bocca di Kirsten si spostava da un cazzo all’altro. Ci succhiava lentamente, cercando di tenere alta la tensione senza farci venire. La lasciai continuare per qualche minuto, quindi la bloccai e la presi per un braccio facendola alzare in piedi.
Senza dire nulla mi inginocchiai, guardandola negli occhi in cerca di un cenno di approvazione. Kirsten mi rispose con un sorriso, quindi avvicinò le labbra a quelle di Giorgio. Era ciò che aspettavo. Chiusi gli occhi e aprii le labbra avvolgendo il cazzo dell’uomo. Era una sensazione strana, ma tutto sommato piacevole. Feci scorrere la mia lingua sul glande e sull’asta, muovendomi su e giù per capire quanto riuscissi a prenderne in bocca. Lo lasciai per un attimo concentrandomi sul sesso di Kirsten: la sua figa si aprì accogliendo le mie due dita, segno che era più che pronta ad essere scopata.
Come leggendomi nel pensiero Giorgio mi fermò invitandomi ad alzarmi.
-Fatemi vedere come scopate.-

Steso sul bordo della vasca guardavo le tette di Kirsten ballare davanti al mio volto. I suoi fianchi si muovevano come quelli di una danzatrice del ventre mentre si muoveva su e giù sul mio cazzo. Alzai lo sguardo verso il volto di Giorgio, contratto per il piacere che la bocca di Kirsten gli stava regalando. L’uomo sorrise e appoggiò una mano sul volto di Kirsten, invitandola a fermarsi. Uscendo dalla bocca della mia ragazza si inginocchiò accanto a me, accostando la cappella gonfia al mio volto. Senza pensarci per un secondo dischiusi le labbra, lasciando che mi penetrasse. Chiusi gli occhi concentrandomi solo sui segnali che mi mandava il mio corpo: Kirsten si stava impalando sul mio cazzo mentre Giorgio mi scopava la bocca. Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei stato felice di succhiare il cazzo di un altro uomo non gli avrei mai creduto, ma ero pentito di non averlo fatto prima. Sentivo che se fossi andato avanti così non sarei durato a lungo, ma volevo che anche Kirsten provasse il suo piacere.
A fatica riuscii a fermare i miei due amanti e a divincolarmi. Entrambi mi guardarono dubbiosi mentre mi alzavo in piedi con il cazzo in tiro, chiedendosi che cosa avessi intenzione di fare. Il volto di Kirsten era paonazzo: era già venuta una volta, ma sapevo che desiderava qualcosa di più. Mi voltai verso Giorgio attingendo a tutto il mio coraggio, consapevole che quello che stavo per abbattere era un muro difficile da ricostruire.
-Vuoi fare cambio?- Chiesi di un fiato, quindi mi girai verso Kirsten ‘Naturalmente se a te fa piacere. Devo ringraziarti per quello che hai fatto oggi e per averlo respinto quando ci ha provato.-
Kirsten mi fissò per qualche secondo con la bocca spalancata, quindi si alzò gettandomi le braccia al collo.
-Ti amo, Stefano. Certo che mi farebbe piacere, ma lo faccio solo se ne sei convinto. Mi hai già regalato una serata indimenticabile, non mi devi nulla.-
-Sono convinto.- Risposi guardandola negli occhi. ‘Se lo fai con lui e davanti a me non &egrave un problema.-
Kirsten mi baciò sulle labbra, quindi si voltò verso Giorgio. Il suo sguardo si spostò verso il cazzo del professore. Immaginando quella grossa cappella che si faceva strada nella figa di Kirsten il mio cazzo ebbe un sussulto.
-Se a te va bene va bene anche a me.- Rispose Giorgio accarezzandosi il cazzo ‘Kirsten &egrave un sogno, ma ormai tu sei un amico’ e non mi scopo le fidanzate degli amici se loro non sono d’accordo.-
-Allora &egrave deciso.- Commentai sorridendo.

L’immagine mi provocava sentimenti contrastanti. Kirsten era carponi sul bordo della vasca, mentre Giorgio la scopava da dietro. I gemiti di piacere e l’espressione del suo volto non potevano mentire: Kirsten si stava godendo quella scopata come se fosse l’ultima della sua vita. L’avevo già vista venire una volta e si stava avviando rapidamente verso la seconda. Era un peccato non avere dietro di me la macchina fotografica: in quel momento Kirsten era ancora più bella ed eccitante del solito, sarebbero state foto memorabili. In quel momento mi resi conto di avere già deciso che non sarebbe stato un episodio unico. Giorgio era un amante esperto e corretto, in grado di regalare piacere ad entrambi.
Mi avvicinai alla coppia inginocchiandomi davanti a Kirsten. Quando vide il mio cazzo la sua bocca si aprì in un sorriso, quindi spalancò le labbra lasciandolo entrare. Lasciai che mi succhiasse per una decina di secondi, quindi mi sfilai e porsi il mio cazzo a Giorgio. Continuai a passare da una bocca all’altra finch&egrave non sentii Kirsten urlare per l’ennesimo orgasmo, quindi feci cenno a Giorgio di fermarsi.
Stendemmo Kirsten sul bordo della vasca e ci inginocchiammo al suo fianco. Presi in mano il cazzo di Giorgio masturbandolo freneticamente mentre lui faceva lo stesso con me. Uno dopo l’altro venimmo sul corpo di Kirsten, imbrattandole il petto e il volto con una decina di schizzi bianchi e caldi. Le nostre quattro mani spalmarono la sborra sul suo corpo giovane e attraente, le nostre dita si infilarono nella sua bocca calda imboccandola con il nostro seme, le nostre lingue cercarono la sua assaggiando i nostri sapori mischiati.
Finalmente rientrammo nella vasca, lasciando che l’acqua lavasse via il sudore e lo sperma dai nostri corpi. Mentre Kirsten riposava con la testa abbandonata sulla mia spalla mi chiesi come avremmo gestito il rapporto al ritorno dalle vacanze. L’idea di fotografarla mentre scopava con Giorgio era ancora forte nella mia testa. Mi chiesi come avrebbe reagito la proposta. Cosa avrei fatto se mi avesse dato del pervertito, o se avesse preferito quell’uomo molto più maturo di me’ E avevo paura di quella mia evoluzione: l’attrazione per Giorgio, il piacere che avevo provato mentre lui la scopava, il modo in cui pensavo al suo cazzo.
Le vacanze cadevano proprio nel momento giusto: avevamo più di un mese per chiarirci le idee e capire come si sarebbe evoluto il nostro rapporto. Capitolo 6

Due giorni dopo l’episodio delle terme partimmo per il nostro lungo mese di vacanza. Per la prima settimana di vacanza eravamo stati invitati a casa di un mio amico d’infanzia, nel nord della Sardegna. Avrebbe dovuto essere una settimana di relax assieme ad un’altra coppia, ma non appena arrivammo all’aeroporto compresi che sarebbe stato qualcosa di diverso.
Il mio amico Fabrizio ci aspettava all’uscita dell’aeroporto di Olbia, ma il mio sguardo venne attratto dalla ragazza che ci attendeva con lui. Non vedevo la sua fidanzata da un paio d’anni, ma la ricordavo come una ragazza castana di origine mediterranea della nostra età piuttosto anonima. La ragazza in piedi accanto a lui era completamente diversa: portava i capelli neri tagliati cortissimi e completamente rasati sopra l’orecchio, una pettinatura che Silvia non avrebbe mai scelto. Un brillante al naso rifletteva i raggi solari, mentre un paio di occhialoni da sole anni sessanta nascondeva buona parte dei lineamenti. La sua carnagione era rosea come quella di un bambino, e una canottiera nera rivelava un petto piuttosto importante. I jeans cortissimi mostravano le gambe non particolarmente lunghe ma ben fatte.
Solo quando ci trovammo a un paio di metri di distanza la riconobbi.
-Ciao Fabri!- Salutai il mio amico abbracciandolo, quindi mi rivolsi alla ragazza che mi fissava sorridendo da dietro gli occhiali ‘E questa deve essere la piccola Paola’ tuo fratello non mi ha detto che ci saresti stata anche tu.-
La presenza di Paola mi turbava. Quando io e Fabrizio frequentavamo il liceo, Paola era stata per anni perdutamente innamorata di me. Dato che aveva cinque anni meno di me e di suo fratello l’avevo sempre respinta con garbo, ma la sua era diventata una vera e propria ossessione. Una notte in cui mi ero fermato a dormire a casa di Fabrizio era entrata nuda in camera mia, rischiando di provocare un casino se i suoi genitori lo avessero scoperto.
-Ormai non sono più piccola, Ste.- Rispose lei avvicinandosi e baciandomi ‘Ho ventiquattro anni, e da cinque anni non vivo più a casa. Perché non ci presenti la tua ragazza?-
-Certo.- Mi voltai verso Kirsten e completai le presentazioni.
-Piacere di conoscerti, Kirsten.- Disse Paola mentre le stringeva la mano. ‘Per anni ho fatto il filo al tuo ragazzo, ma mi ha sempre considerata troppo piccola. Sono felice che finalmente abbia trovato qualcuno che lo metta in riga.-
Dallo sguardo che si scambiarono le due ragazze compresi subito che tra loro non ci sarebbe stata simpatia. Mi rivolsi verso Fabrizio cercando di cambiare discorso.
-Fabri, come mai non c’&egrave Silvia?-
-Ci siamo lasciati la settimana scorsa. Paola &egrave venuta con due suoi amici perché non vi sentiste in imbarazzo a stare soli con me.-
-Sarà una settimana molto divertente.- Ribadì Paola sorridendo a Kirsten ‘Mi sono portata dietro il mio coinquilino ed il mio insegnante di capoeira. Fabri vi ha detto che ho frequentato l’università a Lisbona e che vivo lì?-

Gli amici di Paola erano due tipi particolari. Il suo maestro di capoeira si chiamava Fernando: un mulatto brasiliano di quarant’anni con una marea di treccine nere che gli arrivavano fino alle spalle. Era una vera propria montagna. Superava abbondantemente il metro e ottanta, e sembrava che il suo corpo non contenesse un grammo di grasso. Lisandro era un ragazzo portoghese di trentun anni, che viveva con Paola e frequentava assieme a lei la scuola di capoeira. Nonostante entrambi lo negassero, ero convinto che per Paola fosse qualcosa di più di un coinquilino.
Dopo le presentazioni di rito, i nostri ospiti ci dissero di prenderci tutto il tempo necessario per disfare le valigie e lavarci mentre loro preparavano il pranzo. Aspettai che Kirsten entrasse in camera, quindi chiusi la porta.
-Mi dispiace per questo contrattempo.- Le dissi scuotendo la testa ‘Doveva essere una settimana di relax in quattro, e invece ci troviamo con Paola e i suoi amici.-
-I suoi amici non sono un problema.- Rispose Kirsten sedendosi sul letto ‘Il problema &egrave lei e come ti guarda, come se fossi una cosa sua. Cosa c’&egrave stato tra di voi?-
-Nulla. Sono anni che non la vedo. E’ stata innamorata di me per qualche anno, ma era ancora un’adolescente e non l’ho calcolata.-
-Ed ora che &egrave adulta spera di rifarsi. Scommetto che farà di tutto per farci litigare e portarti a letto.-
La guardai sorridendo.
-La conosco, non farebbe mai una cosa del genere. Dobbiamo solo fare in modo che capisca che amo te.-
-Spero che sia come dici tu, ma non mi piace’ si comporta come se gli uomini dovessero pendere dalle sue labbra. Secondo me si scopa entrambi i suoi amici.-

Sul momento liquidai le sue parole come una normale antipatia dovuta a una prima impressione negativa: anche da piccola Paola aveva sempre avuto un carattere difficile, ma era una brava ragazza. Tuttavia già dal pomeriggio mi resi conto che forse ero stato ottimista e che avrei dovuto penare per evitare che le ragazze si scontrassero.
Fabrizio ci aveva condotto ad una spiaggia isolata a pochi minuti di cammino da casa sua. Era una spiaggia completamente vuota, raggiungibile passando attraverso una sorta di sentiero tra gli scogli. Non appena i teli furono a terra, Paola iniziò a spogliarsi. Dopo avere tolto jeans e canottiera slacciò anche il reggiseno del costume, gettandolo sulla sabbia con aria teatrale. Le sue tette erano appena più piccole di quelle di Kirsten, ma erano più sode e rotonde. Mio malgrado non riuscii a fare a meno di fissare i due piercing ad anello che foravano i capezzoli e riflettevano la luce del sole.
-Ti piacciono?- Mi chiese guardando Kirsten con la coda dell’occhio ‘Li ho fatti due anni fa. Rendono i capezzoli molto più sensibili, e ne ho anche uno al clitoride.-
Accorgendomi dello sguardo della mia ragazza balbettai una risposta disinteressata, ma non fui abbastanza convincente. Kirsten si alzò in piedi e si posizionò di fronte ai due amici di Paola, spogliandosi completamente.
-Spero non vi dispiaccia se prendo il sole nuda.- Disse stendendosi a pancia in giù e tenendo il culo alto verso di loro per qualche secondo di troppo. Mi morsi le labbra, rendendomi conto che stava subendo la competizione con Paola: mi aveva detto più di una volta che le sarebbe piaciuto farsi un piercing ai capezzoli, ma che aveva sempre avuto troppa paura.
Il suo pessimo umore subì un ulteriore attacco pochi minuti dopo: Fernando e Lisandro stavano giocando con la palla da beach volley poco lontano, mentre Fabrizio e Kirsten sembravano assopiti. Io facevo finta di leggere un libro mentre cercavo una soluzione per alleggerire la tensione tra le due ragazze, quando improvvisamente mi trovai Paola davanti.
-Ste, mi metti la crema?-
Il mio sguardo si spostò verso Kirsten. Stava facendo finta di dormire, ma non c’erano dubbi che fosse sveglia e vigile.
-Perché non chiedi a Fabri? Servono a questo i fratelli, no?-
Il mio tentativo di salvarmi da una situazione pericolosa naufragò miseramente: Paola mi lanciò il flacone della crema solare e si sedette al mio fianco.
-Fabri sta dormendo’ Ma tu che problemi ti fai? Ti ho chiesto di spalmarmi la crema solare, non di scoparmi. Mica Kirsten sarà gelosa per così poco’-
In quel momento avrei voluto strozzarla, ma presi il flacone e le feci segno di stendersi a pancia in giù. Il respiro di Kirsten era rapido e profondo, segno che era decisamente incazzata. Ma dopotutto aveva ragione Paola: dovevo solo spalmarle la crema solare, avevo lasciato che Kirsten facesse ben altro. Lasciai cadere la crema sulla sua schiena e cominciai a spalmarla. Subito Paola cominciò a sospirare e a farmi complimenti per le mie mani. Non capivo più se stesse cercando di eccitare me o di provocare Kirsten, probabilmente entrambe le risposte erano esatte.
-Finito.- Le dissi quando la crema fu completamente assorbita.
Voltandomi mi resi conto che Kirsten si era messa a sedere e stava guardando il mare con aria assorta. Prima che potessi dire qualcosa si alzò in piedi e si avviò verso i due amici di Paola.
-Visto che se n’&egrave andata perché non mi spalmi un altro po’ di crema?-
Meccanicamente lasciai cadere alcune gocce, continuando a guardare verso Kirsten. La mia ragazza stava parlando con Fernando, che non staccava gli occhi dal suo corpo nudo. Dopo alcuni secondi i due si avviarono verso di noi assieme, mentre Lisandro seguiva poco lontano.
Kirsten si abbassò a prendere il suo flacone di crema solare e lo porse al brasiliano.
-Grazie.- Gli disse stendendosi prona sul telo. ‘Purtroppo Ste &egrave troppo impegnato, altrimenti avrei chiesto a lui.-
Per più di un quarto d’ora osservai le mani del brasiliano muoversi sul suo corpo. La situazione peggiorò quando Paola si voltò mettendosi supina e sfilandosi il perizoma, chiedendomi di spalmarle la crema anche davanti. Obbedii frettolosamente cercando di tenere le mani lontane dai seni e dal suo sesso completamente depilato, ma quando mi voltai notai che Kirsten aveva risposto alla sfida. Si era messa anche lei supina e si stava facendo massaggiare da Fernando, ma teneva la gambe spalancate lasciando a Lisandro una visione completa della sua figa.
-Ragazzi, perché non andiamo a fare un bagno?- Proposi guardando i due amici di Paola, visibilmente eccitati come me ‘Con questo caldo abbiamo bisogno di un bel bagno.-
I due ragazzi guardarono per qualche istante i corpi nudi delle due ragazze, ma alla fine annuirono e mi seguirono. Il pomeriggio trascorse senza ulteriori scontri tra le due ragazze: quando ci raggiunsero entrando in acqua completamente nude riuscii a portare Kirsten a nuotare con me, in modo che non ci fossero occasioni di tensione.
-Non sei geloso, vero?- Mi chiese lei mentre ci baciavamo poco distante da riva ‘Lo sto facendo solo per farle capire come deve comportarsi.-
-Secondo me siete partite con il piede sbagliato, dovreste parlarvi. Anche perché se continui a provocare così Fernando e Lisandro non so cosa potrebbero farti.-
Kirsten mi sorrise con aria innocente.
-Cercherò di fare la brava. Anche se devo dire che le mani di Fernando mi hanno fatto proprio un bel massaggio. Piuttosto, hai capito come mai Fabrizio si &egrave lasciato con la ragazza?-
-No. Ho provato a parlargli prima ma ha rimandato. Ti andrebbe di provare anche tu? Forse con una ragazza si confiderà più facilmente.-
-Ci proverò. Mi sembra un bravo ragazzo, e i tuoi amici sono anche miei amici. A parte Paola, naturalmente.-

All’ora di cena Fabrizio ci portò ad ristorante poco lontano. Ancora una volta Kirsten e Paola avevano dato sfogo alla loro rivalità scegliendo un abbigliamento che lasciava ben poco all’immaginazione. Il risultato fu che per tutta la cena si trovarono oggetto degli sguardi non solo di noi quattro, ma di tutti gli uomini e le donne del locale. I primi non facevano altro che guardare verso le loro cosce o verso le ampie scollature, le seconde le fissavano con disapprovazione e commentavano con epiteti poco piacevoli.
Verso le undici rientrammo a casa, piuttosto brilli dopo i due litri di Vermentino gelato con cui avevamo accompagnato la cena a base di pesce.
Fernando entrò per un attimo nella sua stanza, uscendone con una bustina di plastica contenente una sostanza marrone.
-Vi va una canna sul terrazzo prima di andare a dormire?- Propose con tono allegro.
Fabrizio scosse il capo.
-Io vado a dormire.-
Per tutta la sera lo avevo visto di cattivo umore. Decisi che il giorno successivo avrei cercato di farlo parlare della sua rottura con la fidanzata, in fondo tra noi non c’erano segreti.
-Buona idea!- Rispose Kirsten con entusiasmo, stupendomi. Nei tre mesi in cui ci eravamo frequentati non l’avevo mai vista fumare né sigarette né canne. Anche io non ero un fumatore abituale, ma un tiro ogni tanto non mi dispiaceva.
-Per me va bene.- Risposi abbracciando la mia ragazza.
Anche Paola e Lisandro risposero con entusiasmo. Salimmo in terrazzo dividendoci tra i due divanetti posti uno di fronte all’altro. Io e Kirsten ci sedemmo sul primo, mentre Paola prese posto sull’altro tra i due ragazzi. Fernando preparò due canne con la rapidità di chi compie un’azione abituale, quindi ne accese una e me la passò.
-Qui in Italia non arriva roba così buona, fidati.-
Dopo avere dato un paio di tiri ero d’accordo con la sua affermazione. La passai a Kirsten mentre sentivo la testa farsi leggera. Di fronte a me Paola si stava strusciando contro i due ragazzi, prendendo ogni tanto un tiro di canna direttamente dalle mani dell’uno o dell’altro.
-Buona.- Disse Kirsten passandomela e baciandomi. Il fumo e l’alcol dovevano averla eccitata, perché mi bacio a lungo succhiandomi la lingua come se fosse un pompino. Quando si staccò dal bacio avevo il cazzo duro come il marmo: non vedevo l’ora di tornare in camera per spogliarla e fare l’amore. Il nostro sguardo fu attratto da ciò che stava succedendo sull’altro divanetto. Paola aveva allargato le gambe e le aveva appoggiate su quelle dei due uomini accanto a lei. Dopo ogni tiro baciava quello che gliel’aveva passata, e le mani dei due ragazzi stavano esplorando tutto il suo corpo.
-Visto che se li scopa entrambi?- Mi sussurrò Kirsten leccandomi il lobo dell’orecchio.
Mentre cercavo una risposta appropriata vidi Paola voltarsi verso Fernando ed armeggiare con i suoi pantaloni.
-Ho voglia di farti un pompino.- Disse guardando Kirsten negli occhi. Dai bermuda del brasiliano uscì un cazzo dritto e lungo, che subito scomparì tra le sue labbra. Mi voltai verso la mia ragazza: il suo sguardo era fisso su quell’asta scura e lunga, proporzionata al fisico muscoloso di Fernando.
-Andiamo in camera?- Le chiesi prendendola per il braccio.
-Aspetta.-
Senza smettere di guardare Paola mi prese la canna e diede un tiro. La sua mano si appoggiò sul mio cazzo, accarezzandolo senza guardarmi. Con un sospiro mi voltai anche io a guardare la scena eccitante che si stava svolgendo davanti a noi. Paola era una pompinara esperta: succhiava in maniera estremamente scenografica e, a giudicare dall’espressione di Fernando, anche piacevole. L’alcol e il fumo dovevano avere fiaccato la resistenza dell’uomo, perché dopo meno di cinque minuti lo vidi inarcarsi e chiudere gli occhi. Paola mantenne il cazzo in bocca per tutta la durata dell’orgasmo, quindi si sollevò fissando me e Kirsten.
-Canna e pompino, il miglior preliminare del mondo.- Si alzò in piedi prendendo Lisandro per mano ‘Vieni in camera?-
Rimasi immobile fissando sbalordito Paola allontanarsi con il suo coinquilino. La piccola e ingenua sorella del mio amico si era trasformata in una vera e propria troietta. Ancora una volta mi domandai a chi fosse rivolto lo spettacolo a cui avevo appena assistito: stava cercando di sedurmi o voleva far vedere a Kirsten che era in grado di gestire facilmente due uomini? Forse entrambe le cose.
-Andiamo in camera anche noi.- Mi disse Kirsten alzandosi ‘Sempre che tu non preferisca lei.-
Guardando la sua espressione scocciata mi resi conto che si era accorta del modo in cui avevo fissato Paola. Mi alzai baciandola sulle labbra.
-Voglio solo te.- Le sussurrai mentre la accompagnavo verso la nostra stanza. Passando accanto al divano il suo sguardo indugiò a lungo sul cazzo di Fernando, ancora parzialmente eretto dopo il pompino.
-Vado in bagno.- Mi disse fermandosi sulla soglia della camera ‘Non ti addormentare.-
Mi stesi sul letto aspettando il suo ritorno. Dopo un paio di minuti sentii dei gemiti familiari provenire dalla stanza accanto, la stanza in cui dormiva Paola. Chiudendo gli occhi la mia immaginazione fantasticò su ciò che stava succedendo nell’altra stanza. Paola era diventata una ragazza estremamente eccitante, e sembrava ancora attratta da me. In un’altra situazione avrei proposto a Kirsten di realizzare la sua fantasia di vedermi fare sesso con un’altra donna, ma purtroppo l’antipatia tra le due ragazze lo rendeva impossibile.
-Di là si stanno divertendo alla grande.-
Aprii gli occhi trovandomi davanti Kirsten, completamente nuda. Era entrata in stanza senza farsi sentire e si era spogliata. Fissai il suo corpo nudo illuminato solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra.
-Se vieni qui ci divertiamo anche noi.-
-Speravo me lo chiedessi.-
Salì sul letto a quattro zampe fermandosi con la testa all’altezza del mio pube.
-Togliti la maglietta.-
Mentre mi sfilavo la t-shirt mi abbassò pantaloni e mutande. Alzai le natiche per aiutarla a sfilarle, quindi rimasi in attesa. Fissandomi negli occhi mi prese il cazzo in bocca. Le sue labbra e la sua lingua si muovevano lentamente su tutta l’asta e sul glande, bagnandolo completamente con la saliva. Dopo averlo inumidito completamente risalì sopra di me impalandosi a smorzacandela. Nonostante l’assenza di preliminari il mio cazzo affondò in lei come una lama rovente nel burro. La presi per i fianchi aiutandola a muoversi, cercando di trattenermi per non venire subito. Kirsten sembrava indemoniata: le sue urla e i suoi gemiti erano più forti del solito, come se fosse in competizione con Paola.
-Mettimelo dietro.- Mi disse fermandosi e prendendomi la testa tra le mani. Il suo corpo era ricoperto da una patina di sudore, i suoi capelli scomposti davanti alla fronte per l’orgasmo appena provato. Fece uscire il cazzo dal suo ventre stendendosi supina sul letto. Mi avvicinai con cautela, lubrificando due dita con le sue secrezioni vaginali e avvicinandole all’ano. Era passato più di un mese dall’ultima volta che avevamo fatto sesso anale: il mese di luglio era stato così intenso che, una volta conclusa la giornata di studio o lavoro, avevamo le forze solo per una sveltina. Le mie dita dilatarono lo sfintere facilmente, incontrando meno resistenza del solito.
-Così Ste’- Disse chiudendo gli occhi e abbandonando le braccia dietro la testa ‘Inculami, fammelo sentire tutto.-
Scivolai in lei lentamente, facendole sentire ogni singolo centimetro della penetrazione. Aprì gli occhi solo per un istante facendomi un cenno di assenso, quindi li richiuse. Cominciai a muovermi dentro di lei, aumentando il ritmo man mano che i suoi gemiti aumentavano di volume sovrastando quelli che provenivano dall’altra stanza. I suoi muscoli rettali si contraevano e rilassavano come se volessero strizzare il mio cazzo che si muoveva dentro il suo corpo. Chiusi gli occhi anche io, immaginando per un attimo di avere Paola davanti a me. L’immagine mi fece perdere il controllo. Incapace di trattenermi affondai con forza dentro di lei eiaculando nel suo retto, mentre il suo corpo veniva scosso dall’orgasmo. Mi accasciai su di lei baciandola sulle labbra, stremato e sudato per la lunga cavalcata.
Mentre mi addormentavo mi domandai se anche lei pensava a qualcun altro mentre la inculavo.
La mattina dopo fui svegliato dalla luce del sole che filtrava nella stanza. La sera precedente non avevamo abbassato le tapparelle, e quando il sole era stato abbastanza alto da superare l’albero di fronte alla finestra mi aveva svegliato. Mi voltai su un fianco cercando Kirsten, ma nel letto accanto a me non c’era.
La sveglia segnava le otto e mezza, forse si era già alzata per fare colazione. Mi alzai a fatica indossando un paio di boxer ed una maglietta, quindi mi avviai verso la cucina. Entrando nel salone mi bloccai di sasso: Kirsten e Paola erano sedute una di fronte all’altra, intente a chiacchierare come due vecchie amiche.
-Il tuo fidanzato si &egrave svegliato.- Disse Paola notando la mia presenza ‘E credo che abbia paura di assistere a un litigio.-
Kirsten si alzò dalla poltrona guardandomi con un sorriso. Indossava solo una t-shirt ed un perizoma, uno spettacolo incredibilmente sexy.
-Sto sognando, vero?- Chiesi raggiungendola e baciandola sulle labbra.
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
-No.- Rispose Kirsten facendomi sedere sulla poltrona e prendendo posto sulle mie gambe ‘La notte ha portato consiglio. Quando mi sono alzata Paola era già in piedi, e abbiamo approfittato per conoscerci.-
-Abbiamo capito che abbiamo più cose in comune del previsto.- Confermò Paola sorridendo.

Aspettammo che si alzassero anche gli altri ragazzi per la colazione, quindi verso le dieci ci avviammo verso la spiaggia del giorno precedente. Questa volta Kirsten e Paola si limitarono a mettersi in topless, spalmandosi a vicenda la crema solare. Kirsten rivolse alla sorella di Fabrizio svariate domande sui suoi piercing, domande a cui Paola rispose con entusiasmo.
Dopo esserci spalmati la crema solare ci buttammo in acqua per un bagno. L’idea iniziale era di giocare a pallavolo, ma ben presto il gioco lasciò spazio a scherzi e schizzi. Per tutta la durata del bagno mi ritrovai oggetto dell’attenzione di Paola, che non perdeva occasione per mettermi le tette in faccia o per sfiorare in maniera solo apparentemente casuale il mio pacco con le mani o con il corpo. Inizialmente cercai di allontanarla per non far terminare anzitempo l’amicizia che sembrava essere nata tra le due ragazze del gruppo, ma quando mi accorsi che Kirsten non se la prendeva immaginai che le due ragazze avessero trovato una qualche forma di accordo. Kirsten a sua volta era oggetto delle attenzioni di Fabrizio e Fernando, che continuavano a tormentarla schizzandole l’acqua in faccia o buttandola sott’acqua. In più di un’occasione notai i due stringerle i seni mentre facevano la lotta o tenerla stretta da dietro un po’ troppo a lungo, ma l’atmosfera goliardica della mattinata mi convinse a non badarci più di tanto.
Dopo il bagno accompagnai Fabrizio a casa per prendere i panini per il pranzo e due ombrelloni per ripararci dal sole. Mangiammo seduti in cerchio sulla spiaggia, quindi ci stendemmo a riposare. Io, Paola e Fabrizio avevamo la carnagione chiara, quindi ci stendemmo all’ombra. Kirsten invece si stese poco lontano, in mezzo a Fernando e Lisandro.
La pace e il silenzio del luogo era rotto solo dal rumore delle onde, tanto che dopo pochi minuti scivolai in una sorta di dormiveglia. Fui risvegliato di colpo dalla mano di Paola che sbatteva contro il mio ginocchio. Stavo per chiederle che cosa volesse, ma con un dito davanti alle labbra mi fece cenno di fare silenzio. Accanto a lei Fabrizio respirava con il sonno pesante di chi &egrave addormentato, mentre dall’altra parte non arrivava nessun rumore.
Mi voltai su un fianco avvicinandomi al suo volto.
-Cosa c’&egrave?- Chiesi con un tono di voce appena percettibile.
-Ti faccio vedere una cosa. Dimmi quando vedi.-
Spostò la mano verso l’asta dell’ombrellone, a cui era attaccato uno specchio largo una decina di centimetri e lungo la metà. Mentre muoveva lo specchio mi chiedevo che cosa volesse fare, poi improvvisamente compresi. Le dissi ‘ferma’ muovendo solo le labbra, fissando attentamente l’immagine riflessa. Lo specchio leggermente convesso mi permetteva di vedere bene Kirsten e i due uomini di fianco a lei. La mia ragazza era stesa supina con gli occhi chiusi, apparentemente addormentata. Fernando era nella stessa posizione: anche lui era completamente immobile ad eccezione della mano sinistra posata sulla coscia di Kirsten. Le dita si muovevano lentamente in senso rotatorio, risalendo a poco a poco verso il bordo del perizoma. Dall’altro lato Lisandro era steso su un fianco, gli occhi aperti per notare eventuali movimenti da parte nostra. Con una mano stava accarezzando il braccio sinistro di Kirsten, muovendosi verso l’ascella.
-Vuoi interromperli?- Mi chiese Paola muovendo solo le labbra.
La fissai negli occhi per alcuni secondi, quindi mossi le labbra pronunciando un ‘no’. Una parte di me avrebbe voluto alzarsi e fermare tutto, ma un’altra parte voleva vedere fin dove si sarebbero spinti i due uomini. E, soprattutto, fin dove li avrebbe lasciati spingersi Kirsten.
Il sorriso di Paola mi rivelò che aveva capito, e che era d’accordo con me.
-Stai con Lisandro?- Le chiesi sempre senza emettere alcun suono.
-E’ una storia lunga. Prima o poi ti spiegherò.-
Annuii impercettibilmente tornando a concentrarmi su ciò che stava accadendo alle mie spalle. La mano di Fernando era arrivata quasi al bordo del perizoma senza che Kirsten reagisse in alcun modo. Quando un dito cercò di infilarsi sotto il bordo la vidi sussultare e alzare la testa per guardare nella mia direzione. Rimasi immobile respirando regolarmente, cercando di convincerla che stavo dormendo. Dopo pochi secondi la vidi voltarsi verso Lisandro, che scosse la testa chiudendo gli occhi.
Kirsten fissò davanti a sé per qualche istante, come indecisa, quindi appoggiò nuovamente la testa alla sabbia e chiuse gli occhi, allargando leggermente le gambe. I due uomini interpretarono il suo gesto come un incoraggiamento. La mano di Lisandro si spostò dal braccio fino a raggiungere il seno. Le sue dita lo soppesarono per qualche istante prima di sfiorare il capezzolo e stringerlo con forza. Kirsten inarcò la schiena e si morse le labbra per non gemere.
Nel frattempo le dita di Fernando avevano spostato il tessuto del perizoma e stavano accarezzando le grandi labbra, lucide per gli umori vaginali.
Spostai lo sguardo verso Paola, che mi fissava sorridendo. Muovendosi lentamente avvicinò una mano al mio petto, accarezzandomi delicatamente i pettorali e scendendo verso l’addome. Tornai a concentrarmi sulla scena alle mie spalle, deglutendo a fatica. Fernando si era abbassato il costume liberando il cazzo eretto. La sera precedente non avevo avuto modo di vederlo bene, ma la prima impressione non era sbagliata: doveva essere lungo ventuno o ventidue centimetri, e sembrava largo quasi quanto tre dita. Il brasiliano prese con la mano il polso di Kirsten, guidando la mano sul suo cazzo. Quando le dita si chiusero attorno all’asta notai un’espressione di stupore sul volto della mia fidanzata.
Subito Fernando chiuse la mano su quella di lei guidando i movimenti di quella sega, mentre ormai la stava penetrando con due dita. Dopo pochi secondi Lisandro fece lo stesso prendendole l’altra mano e guidandola sul suo cazzo, meno lungo ma comunque piuttosto largo. Quando Kirsten ebbe preso il ritmo spostò il volto verso il suo petto leccandole un capezzolo.
Il mio cazzo ormai era duro come la pietra, e Paola se ne era accorta. La sua mano sfiorò la patta gonfia, quindi slegò il nodo che stringeva i boxer e appoggiò le dita sul bordo.
-Posso?- Mi chiese con aria incerta. La situazione avrebbe dovuto farmi ridere, ma evidentemente aveva ancora paura di un rifiuto. Non aveva senso rifiutare: Kirsten stava facendo lo stesso con due uomini, non c’era motivo di rifiutare Paola. Il problema era che in quella posizione non potevo masturbarla senza che si notasse il movimento.
-E tu?-
Il sorriso con cui rispose scuotendo la testa era disarmante.
-Un’altra volta.-
-Grazie.-
Subito la sua mano si infilò nei boxer chiudendosi attorno al mio cazzo. Le sue dita esplorarono l’asta, il glande ed i testicoli come per imparare a conoscerlo. Notando il suo sguardo teso le sorrisi in segno di incoraggiamento. Mi chiesi se fosse ancora innamorata di me dopo tutti questi anni: era stato un amore adolescenziale, ma a volte gli innamoramenti di quel tipo durano a dispetto degli anni. Senza dubbio non era più una ragazzina, ma una giovane donna sensuale e avvezza al sesso.
Tornai a concentrarmi su Kirsten, che stava arrivando al punto di non ritorno. Respirava con la bocca spalancata e aveva il volto paonazzo, completamente contratto nel tentativo di non emettere suoni. Dopo pochi secondi la vidi mordersi il labbro inferiore e muovere a scatti il pube. Le sue mani strinsero con forza i cazzi dei due uomini che stava masturbando, portando Lisandro oltre il limite. Avvicinando il pube al suo corpo iniziò ad eiaculare: contai quattro lunghi schizzi stamparsi sull’addome e riempirle l’ombelico.
Guardai per un attimo Paola, che accelerò il ritmo della sua sega. Guardai il cazzo di Fernando cominciare a contrarsi ed eruttare sette lunghissimi getti che salirono in verticale per spalmarsi sul suo petto e su quello di Kirsten, che portò le mani al corpo spalmandosi addosso lo sperma come una crema idratante.
I miei schizzi partirono pochi secondi dopo: uno dopo l’altro si stamparono sulla sabbia tra me e Paola, che continuò a muovere la mano fin quando non ebbe estratto ogni goccia.
Mi ricompose appena in tempo. Aveva appena allontanato le mani dai miei boxer quando Fernando si alzò correndo verso la spiaggia per lavarsi, seguito a poca distanza da Lisandro. Attesi un paio di minuti, quindi mi voltai verso Kirsten.
-Buongiorno amore, facciamo un bagno?-

Al ritorno dal bagno si era svegliato anche Fabrizio. Per tutto il tempo trascorso in acqua Kirsten era stata silenziosa e pensierosa, come se non sapesse come comportarsi nei miei confronti. Naturalmente non poteva sapere che io avevo visto ciò che era successo, e probabilmente si stava chiedendo come avrei reagito.
Me lo ero chiesto a lungo anche io. Era stato uno spettacolo eccitante, ma avevo paura che la cosa sfuggisse dal nostro controllo, dal mio controllo. Un conto era coinvolgere altre persone nei nostri giochi, un altro fare delle cose all’insaputa dell’altro. Speravo che Kirsten si decidesse a confidarmi tutto, altrimenti sarebbe stato difficile affrontare il discorso.
Nel momento in cui ci vide arrivare Fabrizio si alzò in piedi.
-Kirsten, ti andrebbe di fare adesso quella chiacchierata? Se ti va possiamo fare una passeggiata, camminano nell’acqua bassa possiamo raggiungere un’altra spiaggia.-
Kirsten mi guardò per un attimo, quindi annuì.
-Scusa, Ste. Per il momento preferisco parlarne con una persona che non mi conosce da più di vent’anni.-
-Non c’&egrave problema.- Gli risposi sorridendo ‘Mi parlerai se e quando sarai pronto.-
Li guardai allontanarsi lungo la spiaggia, quindi mi voltai verso Paola.
-Devo ancora ringraziarti.-
-Sai bene che ti farei ben altro.- Rispose alzando le spalle. ‘E’ una ragazza in gamba, mi piace. Ma sei sicuro di riuscire a gestirla?-
Non avevo bisogno di chiederle che cosa volesse dire: aveva visto ciò che avevo appena visto io, e una ragazza intelligente come lei aveva tratto le sue conclusioni.
-Lo spero.-
Mi guardò con l’aria di chi voleva dire qualcosa, quindi scosse la testa.
-Forse uno di questi giorni ti racconterò qualcosa di più di me. Potrebbe aiutarti.-
-E cosa dovrei fare per convincerti?-
Paola mi sorrise con aria maliziosa.
-Qualcosa di estremamente piacevole per entrambi, te lo assicuro.-

Kirsten e Fabrizio tornarono dopo oltre un’ora, quando avevamo già iniziato a prepararci per tornare a casa. Durante la preparazione della cena e la cena stessa Kirsten mantenne il suo solito atteggiamento allegro e socievole con tutti, ma avevo l’impressione che facesse di tutto per evitare di rimanere sola con me.
Immaginavo che stesse cercando le parole per confessarmi ciò che aveva fatto. Speravo che ne avesse parlato con Fabrizio: lui sicuramente le avrebbe suggerito di dirmi tutto, era forse il mio migliore amico e mi conosceva quanto nessun altro. Dopo la cena ci spostammo tutti in terrazza a giocare a carte bevendo mirto e fumando qualche canna. Quando passai il braccio attorno alle sue spalle Kirsten si appoggiò a me, ma il suo sguardo era assente.
Dopo una mezza dozzina di partite Fabrizio si alzò guardandomi.
-Stefano, ti va di fare un giro?-
Mi voltai verso Kirsten, che mi rivolse un sorriso forzato.
-Vai pure, qui andiamo avanti a giocare.-
Il suo comportamento aveva qualcosa di strano, ma non potevo dire di no al mio amico. Mi alzai e lo raggiunsi, seguendolo fuori di casa.
-Facciamo due passi.- Mi disse incamminandosi lungo la strada.
Camminammo in silenzio per più di cinque minuti, quindi mi decisi a rompere il silenzio.
-Allora, di cosa vuoi parlarmi?-
-Del motivo per cui io e Silvia non stiamo più assieme.-
-Lo immaginavo. Dimmi tutto.-
-Non &egrave molto facile. Sei la seconda persona a cui lo dico, &egrave una cosa che mi trascino da un po’. Se non fosse stato per Kirsten forse non avrei avuto il coraggio di parlartene.-
-E’ una ragazza straordinaria.-
-Me ne sono accorto.- Per un attimo ebbi l’impressione che volesse dire qualcosa di più ‘Con Silvia ci siamo lasciati da un paio di settimane, ma la verità &egrave che da più di tre mesi frequentavo un’altra persona.-
-Ti sei fatto un’altra ragazza mentre stavi con lei?- Ero stupito. Fabrizio era sempre stato più che onesto, non mi sarei mai aspettato che tradisse la sua ragazza.
-Ho detto che frequentavo un’altra persona, non un’altra ragazza.-
Mi voltai verso il mio amico, che continuò a guardare di fronte a sé evitando di incrociare il mio sguardo.
-Un uomo?-
-Sì.-
-Sei omosessuale?-
-Non credo’ Anzi, sicuramente no. Mi piacciono gli uomini, ma mi piacciono anche le donne. Però negli ultimi mesi sono stato molto confuso. Da quando ho iniziato a frequentare l’altra persona non ho più fatto sesso con Silvia, credevo non mi piacessero più le donne.-
-E come fai a sapere che ti piacciono?-
Fabrizio scosse la testa e si fermò per un attimo.
-Diciamo che lo so.-
Era chiaro che c’era qualcosa che ancora non voleva dirmi. Mi fermai un attimo a riflettere su quanto mi aveva appena detto. Anche io avevo avuto per qualche istante gli stessi dubbi, ma li avevo risolti confidandomi con Kirsten.
-Quindi sei bisessuale.-
-Immagino che la definizione sia quella. A sentirlo dire così non sembra terribile, vero?-
-Per nulla.- Mi bloccai per un attimo, incerto se continuare. ‘Mi sa che lo sono anche io.-
Questa volta fu il suo turno di rimanere sorpreso.
-Davvero? E Kirsten lo sa?-
-Sì.-
-Ecco perché mi ha detto che avresti capito. Come l’ha presa?-
-Piuttosto bene. In realtà &egrave successo solo una volta, con lei presente. E ho solo fatto sesso orale con l’altro uomo.-
-Ti &egrave piaciuto?-
-Più di quanto immaginassi. Lo rifarei sicuramente. Tu hai fatto anche altro?-
-Se parli del sesso anale la risposta &egrave sì. Sia da attivo che da passivo.-
-E’ com’&egrave?-
-Chi non lo ha mai provato ne parla come una cosa dolorosa, ma credo sia più piacevole per noi che per le donne. Dopo che l’ho fatto ho avuto orgasmi clamorosi. Quindi se vuoi provare te lo consiglio vivamente.-
Restammo per qualche secondo in silenzio continuando a camminare. Eravamo usciti da quasi venti minuti. Era il momento di tornare indietro se volevo parlare con Kirsten prima che si addormentasse.
-Torniamo indietro?- Chiesi fermandomi.
-Ok. Ora che mi hai fatto il terzo grado posso chiederti io una cosa?-
-Spara.-
-Hai detto che hai fatto sesso orale con un altro uomo davanti a Kirsten. Come l’ha presa?-
Indugiai solo per un momento prima di rispondere. Fabrizio si era confidato con me, era il momento di fare lo stesso.
-E’ stata lei a incoraggiarmi. E ha pure partecipato. Alla fine ha scopato con l’altro uomo.-
Fabrizio rispose con un fischio.
-Oggi mi ha detto vagamente che avete coinvolto altre persone, ma non pensavo a questo livello. E tu come hai reagito? Come ti sei sentito a vederla scopare con un altro?-
-Devo essere sincero?-
-Certo.-
-Non mi sono mai eccitato tanto. Credo di avere la stoffa del cuckold: non hai idea di quanto mi piaccia vederla con un cazzo in bocca, o quanto mi sia eccitato mentre quel tipo la prendeva da dietro. Se potessi la guarderei scopare con altri uomini tutti i giorni, ma’-
-Ma hai paura di non bastarle, vero? Hai paura che alla lunga si innamori di qualcun altro.-
-Esattamente. E allo stesso tempo ho paura che limitandola si senta infelice e se ne vada. Mi sembra una sensazione senza uscita.-
-Secondo me dovete parlarne. Quando abbiamo parlato mi aveva parlato del vostro rapporto. Non &egrave scesa nei dettagli, ma ha detto che ha paura che tu non capisca le sue… esigenze, i suoi desideri. In realtà sentendovi parlare credo proprio che i vostri desideri siano molto più simili di quanto pensiate. Però dovete parlarvi, e farlo presto.-
Lo guardai annuendo, quindi continuai a camminare in silenzio. Dopo cinque minuti Fabrizio mi fermò toccandomi per un braccio.
-Ascolta, Ste’ C’&egrave un’altra cosa che ti devo dire, anche se ti incazzerai.-
-Che cosa?-
-Prima, quando parlavo con Kirsten, le ho detto che fino a ieri ero convinto di essere diventato omosessuale, ma che oggi mentre giocavamo in acqua mi sono eccitato. Scusa, ma non posso negare che sia una vera bomba’ e oggi sembrava fare di tutto per provocarci.-
-Lo so. Tutto qui?-
-No. Kirsten si &egrave messa a ridere e ha detto che mi &egrave venuto duro guardandola forse non sono gay, ma bisessuale, e che avrei dovuto fare qualcosa per togliermi il dubbio.-
Continuai a guardarlo facendogli cenno di continuare, temendo ciò che sarebbe arrivato dopo.
-Le ho chiesto cosa volesse dire. Mi ha detto ‘Potrei farti un pompino. Se non ti si ammoscia mentre te lo succhio vuol dire che ti piacciono ancora le donne.’-
-E tu?-
-Le ho detto che non potevo farlo, che eravamo troppo amici. Ma lei ha detto che lo aveva già fatto e tu non te l’eri presa, e che sicuramente non ti sarebbe dispiaciuto se l’avesse fatto per farmi togliere i dubbi.-
Per poco non scoppiai a ridere. Effettivamente quello di Kirsten sembrava un ragionamento ineccepibile, probabilmente se me lo avesse chiesto prima di farlo le avrei detto di sì. Quello che mi spaventava però era proprio che non me ne avesse parlato.
-Hai detto di sì, immagino.-
-Sa essere molto convincente. Era praticamente nuda davanti a me, e vedevo l’occasione per capire se effettivamente ero gay o no. Quando si &egrave inginocchiata davanti a me e mi ha abbassato i boxer non ci ho capito più un cazzo.-
-Ti &egrave piaciuto?-
-Il migliore pompino della mia vita.- Si interruppe per un secondo ‘Scusa, stavo parlando della tua ragazza. Se vuoi tirarmi un pugno fallo, sono stato una merda.-
Guardando la sua espressione contrita e afflitta non riuscii a trattenere una risata. Era fermo con gli occhi chiusi, aspettando veramente che lo picchiassi. Gli appoggiai una mano sulla spalla, cercando di riordinare le idee.
-Sai quali sono le uniche due cose a cui riesco a pensare?-
-Quali sono?-
-Che avrei voluto vederla mentre ti faceva quel pompino, e che una parte di me avrebbe voluto che si facesse scopare. Però mi preoccupa che non me l’abbia detto.-
-Voleva dirtelo stasera. Mi ha chiesto di non dirti niente prima che te ne parlasse lei, ma non potevo nascondertelo.-
-Non ti preoccupare. Adesso torniamo a casa, spero proprio che riuscirò a chiarirmi con Kirsten.-
-Certo che siamo una bella coppia di amici’ a me piace il cazzo, a te farti mettere le corna.-
Ci incamminammo verso la casa continuando a scherzare, ma continuavo ad essere preoccupato. Parlare con Fabrizio mi era stato utile: mi rendevo conto che mi piaceva veramente vedere Kirsten con altri uomini, ma se avesse cominciato a nascondermi le cose il nostro rapporto non aveva un futuro.
Arrivando a casa trovammo il salone vuoto. Mi voltai verso Fabrizio, ma lui alzò le spalle.
-Forse sul terrazzo?-
-Vado a vedere.-
Sul terrazzo però non c’era nessuno. Rientrando in casa mi accorsi che Fabrizio era affacciato alle scale che salivano al piano di sopra.
-Nessuno sul terrazzo.-
-Sediamoci qui ed aspettiamoli, saranno andati anche loro a fare una passeggiata.-
Il mio amico aveva un’espressione strana, sembrava volesse nascondermi qualcosa.
-Provo a vedere in camera.-
Fabrizio mi seguì in silenzio. Mentre salivamo le scale sentimmo gemiti di piacere provenire dal piano superiore.
-Deve essere mia sorella che si sta divertendo con i suoi amanti.-
Mentre annuivo distrattamente nella mia mente si stava facendo strada un’idea. Mi accostai alla porta della mia stanza, trovandola vuota. Dalla stanza di fianco i gemiti di Paola erano sempre più forti. Oltrepassai la stanza di Paola dirigendomi verso quella di Fernando, in fondo al corridoio. Fabrizio mi fermò prendendomi per un braccio.
-Ascolta, meglio se aspettiamo sotto.-
Il suo sguardo preoccupato mi convinse che non mi ero sbagliato. Avvicinai la mano tremante alla maniglia, quindi aprii di scatto la porta. Fernando era steso sul letto, nudo. Kirsten era sopra di lui a smorza candela, completamente nuda. Dalla mia posizione potevo vedere chiaramente il cazzo muoversi nella sua figa mentre le mani dell’uomo erano chiuse sulle sue tette. La mia ragazza aveva la testa rivolta verso il soffitto e la bocca spalancata. Le sue urla non lasciavano dubbi sul piacere che stava provando con un altro uomo.
Era avvenuto ciò che avevo temuto nelle ultime settimane, ma nonostante tutto non riuscivo a non trovarla eccitante. Il mio cazzo premeva contro i jeans in maniera quasi dolorosa, come se volesse esplodere. Fernando e Kirsten erano troppo presi dal loro amplesso per accorgersi della mia presenza. Sentii Fabrizio appoggiarmi una mano sulla spalla e avvicinarsi al mio orecchio.
-Andiamo giù, &egrave meglio.-
Scossi la testa senza rispondere. Non riuscivo a staccare gli occhi da quella scena. Non riuscivo a non guardare Kirsten che mi tradiva. Mi resi conto che dovevano essere quasi alla fine. I movimenti iniziarono a farsi più convulsi, i gemiti di Kirsten salirono di intensità. Fu lei la prima a venire, piantando le unghie nel petto dell’uomo che dopo pochi secondi iniziò a sborrarle dentro. Mi sembrava di percepire la sua sborra che ad ogni affondo riempiva sempre di più il ventre della mia ragazza. Dopo un tempo che mi sembrò infinito Kirsten si sfilò e rotolò sul fianco, abbandonandosi sul materasso. Lo sperma che colava dalle sue cosce era il simbolo del suo tradimento, ma era un’immagine incredibilmente eccitante. Se avessi avuto una macchina fotografica avrei sicuramente fatto un primo piano della sua figa e del liquido bianco e denso che stava scivolando fuori lentamente.
Solo in quel momento Kirsten si accorse della mia presenza. Guardò prima Fernando poi me, mentre gli occhi spalancati si facevano lucidi.
-Amore, io’ lasciami spiegare.-
Mi voltai senza rispondere, uscendo dalla stanza.
-Ste, non fare cazzate. Ricorda quello che ci siamo detti prima.-
Ignorando le parole del mio amico scesi al piano inferiore e mi infilai in bagno, chiudendo la porta a chiave. Mi appoggiai con la schiena al muro e chiusi gli occhi. Sentivo la testa pesante e continuavo a vedere davanti agli occhi le immagini di Kirsten che cavalcava il brasiliano.
-Fanculo.-
Aprii i pantaloni e tirai fuori il cazzo, durissimo. Iniziai a segarmi freneticamente pensando a quell’immagine, al suo corpo sudato e alla sborra che usciva dalla sua figa. Fu sufficiente meno di un minuto prima che il mio cazzo spargesse svariati schizzi nella vasca da bagno. Continuai a segarmi fin quando non lo sentii ammosciarsi, quindi lo ripulii alla svelta e lo infilai nelle mutande. Mi lavai rapidamente il volto e aprii la porta del bagno, trovandomi davanti Kirsten.
Teneva lo sguardo basso e si copriva il corpo nudo con le braccia. Dietro di lei vidi Fabrizio che le teneva una mano sulla spalla con aria protettiva.
-Che cosa volete?- Chiesi rabbiosamente.
-Prima di fare il coglione, perché non ascolti quello che ha da dire? Io ho lasciato Silvia per una cazzata, evita di fare lo stesso. Tu ami lei e lei ama te, quindi parlatevi.-
La situazione era surreale. Sembrava che Fabrizio fosse più incazzato di me, nonostante tra noi ci fosse la mia ragazza con la figa grondante della sborra di un altro uomo.
-Va bene, anche se non vedo che cosa possa cambiare.-

Entrai in camera e mi sedetti sul letto, mentre Kirsten restava in piedi davanti a me con le braccia incrociate. Nonostante la rabbia non potevo che ammirare il suo corpo magnifico.
-Allora? Fabrizio dice che mi ami, ma faccio fatica a crederlo dopo quello che ho visto oggi.-
-Certo che ti amo.- Kirsten alzò lo sguardo fissandomi negli occhi ‘Quello che ho fatto con Fernando non ha nulla a che fare con l’amore.-
-Con cosa ha a che fare?-
-Sesso. Esattamente come quando hai lasciato che scopassi con Giorgio.-
-E allora perché non mi hai detto nulla? Perché lo hai fatto di nascosto? Perché non mi hai raccontato che oggi ti sei fatta fare un ditalino da Fernando e Lisandro e li hai segati?-
Kirsten si morse il labbro.
-Quindi lo sai’ Quello non era preventivato: hanno iniziato a toccarmi e non sono riuscita a dirgli di smettere. Ero troppo eccitata e mi stava piacendo troppo’ poi quando &egrave finito mi sono vergognata e ho avuto paura che non avessi capito. Stavo cercando il coraggio di dirtelo.-
-E stasera?-
-Quando Paola e Lisandro sono andati in stanza a scopare Fernando ci ha provato. Non voglio dirti cazzate: l’ho incoraggiato, avevo ancora in testa il suo cazzo, volevo provarlo. Ho sperato che rimanessi fuori qualche minuto in più, poi ti avrei raccontato tutto.-
-Non ti capisco. Come pensi che avrei reagito? E’ evidente che non ti basto più, che non hai più bisogno di me.-
-Certo che ho bisogno di te!- Kirsten si avvicinò inginocchiandosi davanti al letto ‘Ho bisogno di te come persona, del modo in cui mi guardi e della complicità che c’&egrave tra di noi. Ma proprio questa complicità mi ha fatto scoprire una sessualità che non conoscevo. Non &egrave così anche per te?-
In un certo senso era così anche per me. Non potevo negare di essermi eccitato guardandola scopare con Fernando, la sega che mi ero appena fatto lo dimostrava. Quello che non sopportavo era la possibilità di perderla.
-Cosa intendi?-
-Ho bisogno di scopare con altre persone. Mi piace come lo fai tu, ma voglio provare altre cose, voglio realizzare le mie fantasie senza rinunciare a te. Pensavo ti eccitasse quello che abbiamo fatto con Giorgio.-
-Mi eccita, ma lì eravamo d’accordo. Ero presente.-
-Quindi se ti avessi chiesto di scopare con Fernando davanti a te mi avresti detto di sì?-
Esitai per qualche secondo prima di rispondere.
-Credo di sì. Quando ti ho vista mi sono eccitato da matti. Prima in bagno mi sono fatto una sega perché non riuscivo a pensare ad altro.-
-Ma noi non siamo sempre assieme. Se mi capitasse un’occasione quando tu non ci sei dovrei rinunciare?-
-Se ti chiedessi di rinunciare lo faresti?-
Kirsten scosse il capo.
-Non posso garantirtelo.-
-Lo immaginavo. Come possiamo stare assieme se non so quando e con chi scopi?-
-Ti racconterei tutto amore mio. Ora che so che ti eccita non ti nasconderei nulla.-
-Ti ecciterebbe, vero? Raccontarmi con chi hai scopato mentre non c’ero.-
Il suo sorriso mi confermò che avevo indovinato. Mi resi conto che condividevamo la stessa mente perversa: l’idea di sentirla raccontare con chi aveva scopato in mia assenza mi faceva impazzire.
-Sì. E credo che ecciterebbe anche te.-
-Immagino sia così. Però se verrò a scoprire che mi hai nascosto qualcosa non mi vedrai mai più.-
Kirsten non poteva sapere che la stavo mettendo subito alla prova. Non sapeva che Fabrizio mi aveva raccontato del pompino che gli aveva fatto: se me ne avesse parlato avrei creduto alla sua buona fede, altrimenti’ non volevo pensarci.
-D’accordo.- Si interruppe per un secondo mordendosi il labbro ‘Allora devo raccontarti un’altra cosa che &egrave successa oggi.-
-Che cosa?-
-Ho fatto un pompino a Fabrizio. Mi ha detto che pensava di essere omosessuale, ma mentre giocavamo in acqua ho sentito la sua erezione’ &egrave stata la prima cosa che mi &egrave venuta in mente.-
La guardai scuotendo la testa.
-Gli hai succhiato il cazzo?-
-Per aiutarlo a risolvere i suoi dubbi.-
-E immagino che non ti sia piaciuto.-
Kirsten sorrise, rendendosi conto che il mio cazzo stava tornando in tiro.
-Certo che mi &egrave piaciuto. Il tuo amico ha un gran bel cazzo, scommetto che piacerebbe anche a te. Se vuoi ti faccio vedere come ho fatto.-
Mentre le sue mani mi aprivano i pantaloni e le sue labbra avvolgevano il mio cazzo, chiusi gli occhi sospirando per il sollievo. Sembrava che le cose fossero andate a posto, almeno per il momento. -Buongiorno amore.-
Aprii gli occhi trovandomi davanti il volto sorridente di Kirsten. Era una delle poche donne ad avere la fortuna di essere stupenda anche appena sveglia. Le sue labbra sfiorarono le mie e la mano si posò distrattamente sul mio cazzo eretto.
-Non si stanca proprio mai?-
-Sembra di no.- Risposi sorridendo.
La sera prima avevamo dato fondo alle nostre energie. Il momento di crisi sembrava avere aperto tra noi una nuova intimità e una nuova confidenza. Mi rendevo conto che il nostro rapporto era tutt’altro che normale: praticamente le avevo dato campo libero con altri uomini a patto che mi raccontasse tutto. Mentre scopavamo ci eravamo raccontati le nostre fantasie più perverse, sia quelle che includevano l’altro che quelle che non lo includevano.
-Peccato che sia già tardi, lo avrei volentieri aiutato a calmarsi.-
Mi girai su un fianco guardandola chinarsi a prendere il costume da un cassetto. Piegata a novanta gradi mi regalava una visione perfetta del suo sesso e del suo culo. La sera prima avevo avuto modo di godere di entrambi. Era stato strano entrare nella sua figa lubrificata dalla sborra di un altro uomo, ma quando me lo aveva sussurrato all’orecchio ero quasi impazzito.

Arrivando in sala da pranzo mi scontrai quasi con Paola, che stava portando la teiera in tavola.
-Stefano!- Il suo sguardo si posò prima su di me, quindi su Kirsten. La sua bocca si aprì come per dire qualcosa, ma prima che potesse parlare fu presa per un braccio dalla mia ragazza.
-Ti aiuto io.-
Per tutta la mattina le due ragazze formarono un gruppetto a parte, lasciando noi uomini a chiacchierare tra di noi. Ogni tanto si voltavano a guardare me o gli altri ragazzi e poi tornavano a confabulare tra loro. A metà mattinata chiamarono Fernando a fare il bagno con loro, chiacchierando a lungo lontano da noi. Nonostante Kirsten mi avesse assicurato più di una volta che l’attrazione nei suoi confronti era esclusivamente sessuale, l’idea di una rivalità con quel mulatto fisicato e con il suo cazzo mi spaventava.
All’ora di pranzo Fernando propose a Fabrizio e Lisandro di andare in macchina in una spiaggia a una mezz’ora di auto di distanza, dove c’era una scuola di windsurf gestita da ragazzi brasiliani che conosceva. I due ragazzi accettarono subito, mentre Kirsten disse che noi due saremmo restati a casa.
-Rimarrò qui anche io.- Disse Paola a sorpresa ‘Sono un po’ stanca di prendere il sole’ scusatemi ragazzi, ma ieri devo essermi presa un colpo di calore.-
Mentre tornavamo a casa mi domandai che cosa avessero in mente le due ragazze. Era chiaro che avevano organizzato tutto per rimanere da sole il pomeriggio, quello che non capivo era se i loro piani prevedevano la mia presenza.
Dopo avere chiuso il cancello da cui era uscita la macchina di Fabrizio rientrai in salone, dove trovai Paola seduta sul divano con un bicchiere di Spritz in mano.
-Quello &egrave per te.- Mi disse indicandomi un secondo bicchiere appoggiato al tavolino.
-Kirsten?-
-Si sta facendo una doccia. Credo che voglia darci un po’ di tempo per parlare.-
-Che cosa avete in mente?-
-Io niente.- Mi rispose accavallando una gamba e portando il bicchiere alle labbra ‘Lei non so. Mi ha raccontato quello che &egrave successo ieri.-
La raggiunsi sul divano bevendo un sorso del mio Spritz.
-Perché pensi che lo abbia fatto?-
-Perché io le ho parlato del mio rapporto con Fernando e Lisandro e della mia vita in Portogallo. Ha anche capito un’altra cosa che ti riguarda, ma di questo parleremo dopo.-
-Non devo fare nulla per convincerti a parlare?-
Paola mi sorrise appoggiando per un attimo il bicchiere tra i seni. Quando lo portò nuovamente alle labbra una goccia si staccò dal vetro scivolando nell’incavo tra le mammelle in maniera sensuale.
-Sono sicura che se ti mettessi d’impegno riusciresti a convincermi, ma sarebbe sbagliato chiederti di farlo. Meglio che ti racconti tutto e basta, poi trarrai tu le tue conclusioni.-
-Ti ascolto.-
Paola mi guardò per qualche secondo, quindi svuotò il bicchiere in un solo sorso.
-Adesso viene la parte difficile. Questa cosa non l’ho raccontata a nessuno qui in Italia, nemmeno a mio fratello. Non so come reagirebbe se lo scoprisse.-
La fissai in silenzio, invitandola a continuare.
-Bene. Prima di tutto sappi che non te lo sto raccontando perché voglio essere salvata o cazzate del genere: mi piace la mia vita e non la voglio cambiare, ma ho bisogno di raccontarti tutto.-
-D’accordo.-
-Come sai mi sono trasferita a Lisbona appena ho finito il liceo, per frequentare l’università. L’impatto con la novità &egrave stato devastante: fino a diciannove anni avevo vissuto in casa, e sai quanto siano oppressivi i miei genitori. Lì invece vivevo da sola con un’altra ragazza: non avevo nessuno che mi dicesse a che ora tornare a casa, cosa mangiare, con chi scopare’ nessuno che mi dicesse di studiare.-
-A volte avere troppa libertà &egrave peggio che averne troppo poca.-
-Hai perfettamente ragione, ma cinque anni fa non lo sapevo. Ho sfruttato nel modo peggiore la mia libertà. Passavo da una festa all’altra, spesso ubriaca o fumata. In quelle condizioni non badavo nemmeno troppo a chi la davo, l’importante era scopare. Anche quando ero in Italia mi &egrave sempre piaciuto, ma lì avevo la libertà di farlo quando volevo e con chi volevo. E’ un miracolo se non sono rimasta incinta e non mi sono presa qualche malattia. Nei primi sei mesi ho dato solo un esame, praticamente non andavo più a lezione.-
Guardandola non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo. Il suo aspetto era quello di una ragazza in salute, il suo fisico perfetto. Gli unici segni di trasgressione erano i piercing e i due tatuaggi, ma appariva come una ragazza che conduceva una vita sana e sportiva.
-Ho conosciuto Fernando appena in tempo, credo. Avevo iniziato da poche settimane ad usare qualcosa di più forte dell’alcol o di una canna per sballarmi. Quella roba costa tanto e i soldi finivano in fretta, quindi avevo cominciato a scopare con chi poteva fornirmela. Fernando mi ha trascinata a forza fuori da quell’ambiente: mi ha portata a vivere a casa sua e mi ha aiutata a ripulirmi.-
-Senza chiederti nulla in cambio?-
-Ste, non essere stupido. Lo hai visto sia vestito che nudo, ti assicuro che uno come lui non ha problemi a scopare con una donna diversa ogni sera. Ho scoperto solo successivamente che quando restava a casa a badare a me stava rinunciando a qualcosa di più di una scopata in giro. Comunque sì, quando mi ospitava ci ho scopato un sacco di volte.-
La guardai inarcando un sopracciglio, ma evitai di interromperla nuovamente.
-Quando sono tornata in forma mi ha portato con lui a due o tre feste, molto diverse da quelle che frequentavo prima. Era pieno di gente ricca o famosa: calciatori, politici, industriali, donne dello spettacolo. Una sera ha invitato a casa due di loro, due uomini sulla quarantina. A metà serata se n’&egrave andato lasciandomi sola con loro. Mi hanno chiesto se volessi seguirli in un posto e ho accettato. Mi hanno portata nell’hotel più lussuoso della città e mi hanno scopata entrambi, prima assieme e poi uno alla volta. Per tutto il tempo mi hanno trattata con rispetto e gentilezza, almeno finch&egrave non ho detto che mi piace il sesso rude.-
Risposi al suo sorriso malizioso scuotendo il capo. Mentre parlava si era avvicinata: ormai le nostre gambe si toccavano e abbassando gli occhi avevo una visuale perfetta dei suoi seni trattenuti dal minuscolo bikini.
-E poi?-
-Il giorno dopo Fernando mi ha chiesto come fosse andata. L’ho ringraziato per la serata e gli ho detto che i suoi amici erano stati fantastici. Mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto ripetere serate come quella. Quando gli ho detto che mi sarebbe piaciuto molto mi ha detto che uomini come i suoi amici pagavano migliaia di euro per una serata così, e che se avessi voluto avrei potuto divertirmi ed arricchirmi.-
-Ti ha proposto di fare la puttana?-
Le parole mi erano uscite istintivamente. Dallo sguardo di Paola mi resi conto di averla ferita, ma subito la sua espressione tornò serena.
-Presumo che la definizione corretta sia quella, ma in quattro anni non mi sono mai sentita una puttana. Non nel senso dispregiativo del termine. L’agenzia per cui lavoro &egrave seria e lavora solo con una clientela selezionata e assolutamente esclusiva. I clienti prima di scegliere una ragazza sanno esattamente cosa &egrave disposta a fare, e sanno di non poter chiedere null’altro. In una serata di lavoro posso guadagnare quello che un operaio guadagna in due mesi. Ho ripreso l’università, vado tutti i giorni in palestra e il mio conto in banca continua a salire.-
Non riuscivo a capire come riuscisse a parlare di quell’argomento con una tale naturalezza. Stavo per chiederle se fosse matta, ma mi resi conto di non essere nelle condizioni di farle nessuna morale. Avevo fatto scopare la mia fidanzata con uno sconosciuto, non ero molto migliore di lei.
-Fernando &egrave il tuo’-
-Pappone?- Paola scoppiò a ridere ‘No, Fernando &egrave un mio collega. Non hai idea di quante donne paghino un sacco di soldi per farsi scopare da lui. Anche Lisandro lavora con noi, sia con uomini che con donne.-
-Da come ne parli sembra tutto rose e fiori. E’ veramente così? Non sei costretta in alcun modo?-
-No, non &egrave tutto rose e fiori, ma sto bene. Non sono costretta, e quando deciderò di smettere mi spetterà una buona cifra per assicurarsi il mio silenzio. E poi mi piace veramente: se sono così popolare &egrave perché mi piace veramente quello che faccio, nel novanta per cento degli incontri godo davvero, anche più di un volta. Il rovescio della medaglia &egrave che devo mentire ai miei genitori, a mio fratello, ai miei amici d’infanzia. Non posso andare a casa e dire ‘Avete presente quel calciatore? Due settimane fa era a Lisbona per una partita e abbiamo scopato per tutta la notte’. E non posso nemmeno permettermi una relazione vera.-
-Una puttana non può innamorarsi.- Dissi a bassa voce.
Paola sorrise, quindi prese la mia mano portandosela sul fianco.
-Oppure potrebbe innamorarsi di qualcuno lontano e irraggiungibile, così non sarebbe un problema.-
La fissai domandandomi se stesse dicendo la verità o se fosse un’altra delle sue provocazioni. Il suo sorriso malizioso e irriverente poteva voler dire entrambe le cose: probabilmente si stava prendendo gioco di me, ricordarmi l’imbarazzo che provavo quando era un’adolescente e mi dichiarava il suo amore.
-Per esempio qualcuno che mi ha rifiutata quando ero un’adolescente goffa e inesperta. Qualcuno che dopo dieci anni &egrave sempre la stessa persona, qualcuno a cui posso raccontare che faccio la puttana sapendo che non mi giudicherà. Qualcuno che sia in grado di farmi sentire per qualche giorno Paola, prima che torni a essere Megan la escort di lusso.-
Mentre parlava era salita a cavalcioni sulle mie gambe, le ginocchia larghe sul divano. Il suo volto era a pochissimi centimetri dal mio, le labbra socchiuse e gli occhi imploranti. Il suo pube si muoveva lentamente sul mio costume, ormai teso per l’erezione.
Portai le mani sulla sua schiena perfetta. La pelle era liscia delicata, appena increspata dal sale dell’acqua marina. La sentii fremere mentre le mie dita percorrevano la spina dorsale e la attiravo a me. Le labbra erano morbide e delicate. La sua lingua aveva il retrogusto fresco dello Spritz. Sciolsi alla cieca il laccio del reggiseno, portando le mani all’altezza dei seni.
Le sue tette erano spettacolari: rotonde al punto giusto, tenute su dalla muscolatura allenata quotidianamente. Sfiorai con le dita i capezzoli, giocando con i due piercing a forma di anello finch&egrave non sentii un gemito di dolore. Spostai la testa verso il basso baciando la pelle morbida del collo e scendendo a leccare i capezzoli. Sentire il gusto del metallo mentre la mia lingua sfiorava quei bottoncini era una sensazione strana ma piacevole, e le reazioni del suo corpo confermavano che non aveva mentito quando aveva detto che i piercing rendevano i suoi capezzoli più sensibili.
Paola mi portò una mano tra i capelli tirandomi indietro la testa.
-Scusa se sono sfacciata, ma se vuoi ringraziarmi per la sega di ieri questo &egrave il momento perfetto.-
Ci guardammo per un istante, quindi scoppiammo a ridere.
-Sei molto sfacciata, ma penso che tu abbia ragione.-
La rovesciai sul divano e presi i bordi del perizoma tra le dita, sfilandoli e gettandoli sul tavolino. L’avevo già vista nuda quando l’avevo massaggiata, ma avevo cercato di non guardare troppo il suo corpo per non eccitarmi. Adesso invece potevo ammirarlo quanto volevo. Avvicinai il volto al suo pube guardando il piccolo tatuaggio a forma di rosa nell’interno coscia. Sfiorai con le dita il monte di Venere completamente depilato ed il piccolo piercing che forava il cappuccio del clitoride.
-Non ne hai mai visto uno?-
Il suo sorriso dolcissimo contrastava con la sua posizione, a gambe spalancate di fronte a me. Non mi era difficile capire come mai fosse così popolare: gli uomini con cui andava a letto dovevano avere l’impressione di scopare la figlia del vicino, o la compagna di banco a cui morivano dietro a scuola.
-Non dal vivo. E’ doloroso?-
-Appena fatto sì, e non ho potuto scopare per un mese. Ma dopo capisci subito quanto ne valga la pena.-
Invece di rispondere mi abbassai tra le sue cosce. Tirai fuori la lingua sfiorando le sue grandi labbra e avvicinandomi il clitoride. Il sapore del sale lasciò presto il posto a quello delle sue secrezioni, meno dense e più abbondanti di quelle di Kirsten. Quando la lingua sfiorò il clitoride la sentii inarcarsi e trattenere il fiato. Continuai a giocare muovendo l’anellino con la lingua, sentendola ansimare ad ogni tocco. Unii indice e medio accostandoli alla vulva ed entrando senza difficoltà. I suoi gemiti non erano rumorosi quanto quelli di Kirsten, ma l’espressione del suo volto mentre la penetravo con due dita valeva più di qualunque urlo.
Sfilai le dita dalla vulva e le alzai leggermente il pube. Ripresi a leccare le grandi labbra, scendendo lentamente fino all’ano. Giocai per qualche secondo con la lingua sullo sfintere, quindi accostai il medio al buchetto posteriore. Immaginavo che non avrebbe opposto resistenza: se veramente faceva quel lavoro e aveva fatto sesso di gruppo, sicuramente doveva essere abituata al sesso anale. Il mio dito entrò senza che lei si lamentasse, ma i suoi muscoli erano più stretti del previsto.
-Vedo che vi siete messi a vostro agio.-
Alzando lo sguardo vidi Kirsten in piedi sulla soglia del salone, l’accappatoio aperto a mostrare il sesso nudo e parte dei seni. Compresi che era esattamente ciò che voleva che accadesse: ci aveva lasciati soli per dare la possibilità a Paola di raccontarmi tutto, sapendo che non avrei resistito alla tentazione. Mi ero comportato come lei, eppure non me lo stava rinfacciando.
-Vuoi unirti a noi?-
La voce di Paola era eccitata. Mi resi conto che tra le due ragazze doveva esserci una forte attrazione fisica. Non avevo mai visto Kirsten con una donna, ma mi aveva fatto capire chiaramente di avere avuto rapporti omosessuali.
-No, abbiamo tutto il pomeriggio per noi, questo giro &egrave solo vostro.- Rispose Kirsten sfilandosi l’accappatoio e sedendosi sulla poltrona di fronte a noi, con una gamba appoggiata al bracciolo. ‘Vi dispiace se resto qui a guardare? Lo spettacolo &egrave piuttosto eccitante.-
Mi domandai se Paola le avesse parlato dei sentimenti che provava nei miei confronti. Sicuramente Kirsten doveva averlo capito, ma non sembrava preoccupata. La guardai chinando il capo per ringraziarla del regalo, ricevendo in risposta un sorriso radioso.
Tornai ad occuparmi di Paola. Estrassi il medio e lo unii all’indice, quindi forzai lo sfintere con le due dita. Il muscolo oppose una certa resistenza, ma le dita entrarono senza che Paola si lamentasse. Cominciai a muovere le dita leccando il clitoride. Ero in debito con Paola di un orgasmo e volevo mettermi in pari al più presto. Dopo pochi secondi le sentii gemere e contorcersi, quindi un abbondante fiotto di secrezioni colpì il mio mento. Continuai a leccarla e a masturbarla prolungando l’orgasmo il più a lungo possibile, quindi estrassi le dita e salii a baciarle le labbra.
-Pari.- Sussurrò ansimando. Portò una mano sul mio petto giocando ad attorcigliare i peli del mio torace, quindi scese verso il costume. La aiutai a sfilarmelo e ad appoggiarsi allo schienale del divano, quindi entrai in lei. Paola mi accolse con un gemito, quindi chiuse le gambe dietro le mie natiche come per impedirmi di scappare. Non avevo nessuna intenzione di uscire da lei: la sua figa era calda e accogliente, le secrezioni del precedente orgasmo facevano scivolare il mio cazzo come un pistone nel cilindro. La attirai a me, baciandola mentre mi muovevo dentro di lei. Apparentemente era abbandonata tra le mie braccia lasciando che fossi io a comandare il gioco, ma i suoi muscoli vaginali non smisero di lavorare nemmeno per un secondo. Era come se due mani continuassero a stimolarmi il cazzo mentre mi muovevo dentro di lei. Mi domandai quanti cazzi avesse preso per raggiungere quel livello di controllo del suo corpo, sicuramente non pochi. Kirsten nel frattempo ci osservava attentamente accarezzandosi tra le gambe con una mano.
-Io ci sono di nuovo.- Mi sussurrò Paola stringendomi le spalle con le mani.
Avevo male agli addominali per lo sforzo di trattenermi, quindi le sue parole mi erano particolarmente gradite. Rilassai l’addome e accelerai i miei colpi, raggiungendo l’orgasmo in pochi secondi. Affondai completamente in lei guardando l’espressione del suo volto mentre eiaculavo nel suo ventre. Il petto di Paola si alzava ed abbassava seguendo il ritmo frenetico del suo respiro. Stava cercando di riprendere fiato, con gli occhi chiusi e la testa abbandonata contro lo schienale del divano.
-E’ così ogni volta?- Le chiesi senza sfilarmi da lei. Mi piaceva rimanere dentro la donna con cui avevo appena fatto l’amore, lasciare il cazzo affondato in lei mentre perdeva consistenza.
-Quasi.- Le sue labbra disegnarono un sorriso.
Alzai la testa guardando Kirsten che si avvicinava ancheggiando. I suoi fianchi e le sue tette si muovevano invitanti, ma per qualche minuto sarei stato fuori uso. La mia fidanzata si chinò in avanti sfiorando le mie labbra con le sue.
-Mettiti tranquillo a recuperare le forze.- Mi disse inginocchiandosi al mio fianco -Il pomeriggio &egrave lungo ed abbiamo appena iniziato, penso io a lei mentre ti riprendi.-
Le sue parole scatenarono la mia immaginazione. Se avevo capito il senso delle sue parole stavo per vedere realizzate due delle mie fantasie erotiche più forti. Avevo sempre sognato di vedere due donne fare sesso tra loro e di fare sesso con due donne. Forse stavo per realizzare i miei sogni, e non con due donne qualsiasi. Kirsten era la donna che amavo, e per Paola provavo sentimenti quasi altrettanto forti. Oltretutto erano due delle donne più belle ed eccitanti che avessi mai conosciuto, ed erano lì per me.
Mi sfilai dal ventre di Paola alzandomi a fatica. Subito Kirsten portò una mano sotto la vulva della mora per impedire al mio seme di colare sul divano.
-Posso?- Senza aspettare la risposta di Paola inserì un dito nella sua figa, muovendolo per fare uscire tutto lo sperma. Quando ritenne il lavoro concluso si inginocchiò sul divano accanto a lei, con la mano piena di sperma tra i loro due volti.
Le due ragazze si guardarono per qualche secondo, quindi Paola aprì la bocca e iniziò a leccare la mano che Kirsten le porgeva. Subito Kirsten iniziò a fare lo stesso, muovendo la mano per permettere alle due lingue di consentire di raggiungere ogni goccia del mio seme. Quando la mano fu completamente ripulita le due ragazze si unirono in un bacio delicato e sensuale, scambiandosi lo sperma che ognuna aveva leccato.
-Ragazze, se volete farmi venire un infarto siete sulla strada giusta.-
Le due giovani si voltarono a guardarmi ridendo.
-Non ti abbiamo ancora fatto vedere nulla.- Rispose Paola sfiorando un seno di Kirsten -Giusto, Kirsten?-
-Giustissimo. Credo proprio che io e te ci divertiremo molto questa settimana.-
Mi abbandonai sulla poltrona con un gemito. Se Kirsten aveva intenzione di farmi impazzire per farsi perdonare di quanto successo il giorno prima, non poteva scegliere modo migliore. Le due ragazze tornarono a baciarsi. Si baciarono a lungo, senza fretta. Le labbra si cercavano delicatamente per poi lasciare il posto alle lingue, mentre le mani esploravano pazientemente centimetro dopo centimetro i rispettivi corpi. Se il nostro amplesso era stato frenetico e impaziente il loro bacio era un lunghissimo preliminare.
Non so quanti minuti fossero passati quando Paola si tirò indietro e scivolò fino a stendersi sul divano.
-Vieni sopra di me.-
Kirsten si voltò a guardarmi sorridendo, quindi salì sul divano posizionandosi con le gambe larghe sul volto di Paola, il viso rivolto verso i suoi piedi. Paola appoggiò le mani sulle sue cosce invitandola a scendere. Non potevo vedere il sesso della mia fidanzata, ma l’espressione del suo volto mi rivelò il momento esatto in cui Paola iniziò a leccarle la figa.
Mi spostai più vicino in modo da vedere ogni particolare di ciò che stava succedendo. Le mani di Paola si mossero dalle cosce ai fianchi, quindi sui glutei allargando le natiche. Vidi la sua lingua raggiungere lo sfintere di Kirsten e leccarlo a lungo prima di tornare verso la vulva.
Kirsten inizialmente rimase passiva, la schiena diritta e gli occhi chiusi godendosi il contatto di quella lingua delicata. Paola doveva avere una discreta esperienza con le donne, forse non aveva solo uomini tra i suoi clienti. O forse alcuni dei suoi clienti amavano vedere Paola giocare con le loro mogli. Quando la lingua di Paola tornò a solleticarle lo sfintere, Kirsten si chinò in avanti. Le sue labbra sfiorarono la vulva di Paola, la sua lingua cercò il clitoride giocando con il piercing come avevo fatto io qualche minuto prima.
In pochi minuti il mio cazzo era dritto come un fuso. Lo spettacolo di quelle lingue che giocavano sui rispettivi sessi, delle mani che si muovevano sui corpi come per suonare uno strumento, dei gemiti che si combinavano salendo di intensità, era uno spettacolo che mi lasciava senza fiato. I due corpi furono scossi dai fremiti dell’orgasmo a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro. La prima fu Kirsten, che non era ancora venuta e si era scaldata guardandoci scopare. Paola la seguì pochi secondi dopo: non pensavo che una donna potesse provare tre orgasmi in così poco tempo, ma quelle due ragazze sembravano nate per il sesso.
Le guardai accarezzarsi per un paio di minuti, aspettando che si riprendessero prima di avvicinarmi e appoggiare le mie mani sui loro corpi.
-Che ne dite di fare una pausa? Il mio cazzo &egrave più che pronto, ma dopo questo spettacolo ho la gola secca.-
Dai loro volti nascosti arrivò il suo di due risate cristalline.
-Stefano, se fai così mi fai fare brutta figura con Paola.- Commentò Kirsten prendendomi in giro.
-Meno male che questa sera tornano gli altri. Se lui non ce la fa abbiamo chi può sostituirlo.-
Le parole di Paola scatenarono una nuova risata, che interruppi con uno schiaffo sul culo di Kirsten.
-Brave, brave, prendetemi in giro’ Meritereste che vi lasciassi qui da sole fino a stasera.-
L’idea di vederle alle prese con gli altri tre ragazzi mi stava solleticando. Cominciavo a immaginare che prima della fine della settimana io e Kirsten avremmo abbattuto diversi altri muri. Mi allontanai dal divano dirigendomi in cucina, ignorando i loro inviti a tornare indietro.

Ero in cucina da un paio di minuti quando sentii le loro risate avvicinarsi. Le due ragazze entrarono nella stanza a braccetto, guardandomi sorridendo.
-Se avessi saputo che vi sareste coalizzate vi avrei lasciate litigare.- Sbottai incrociando le braccia.
-Mi sembrava che ti fosse piaciuto quello che hai visto prima.- Disse Paola raggiungendomi e appoggiandosi a me. Kirsten la imitò, sfiorandomi il cazzo con una mano.
-A lui &egrave piaciuto sicuramente.-
Le cinsi con le braccia stringendole a me, quindi le baciai una dopo l’altra. A poco a poco i baci si fecero più sensuali. I loro corpi nudi che sfregavano contro il mio erano più eccitanti che mai.
Dopo un ultimo bacio Paola scivolò in ginocchio, prendendo il cazzo in mano.
-Prima non ho avuto tempo di assaggiarlo come si deve. Rimediamo.-
Se avessi dovuto assegnare il titolo di regina del pompino, Paola sarebbe stata sicuramente la candidata principale. Sapeva perfettamente come muovere la lingua per solleticare tutti i punti più sensibili in maniera sempre diversa, succhiando o leccando senza mai darmi tempo di abituarmi. Kirsten continuò a baciarmi per un paio di minuti, quindi si inginocchiò a sua volta ai miei piedi. Paola sorrise e lasciò uscire il cazzo dalle labbra, avvicinandolo alla bocca di Kirsten. Le loro due lingue iniziarono a giocare sulla mia cappella e sull’asta contemporaneamente. Era una sensazione paradisiaca, se non fossi stato reduce da un orgasmo sarei sicuramente venuto in pochi secondi. Paola continuò per un po’ il doppio pompino, quindi indirizzò il cazzo tra le labbra di Kirsten e mi fece fare un passo in avanti.
Mentre mi chiedevo che cosa volesse fare sentii le sue dita allargarmi le natiche e la lingua sfiorarmi lo sfintere.
-Sono morto e sono in paradiso, vero?-
Non avevo mai provato il rimming, ma la sensazione di una lingua che giocava con il mio ano mentre un’altra mi regalava un pompino sontuoso era irripetibile. Le due ragazze si alzarono e mi presero per mano conducendomi nuovamente in sala. Come un burattino nelle loro mani mi adagiai supino sul tappeto, in attesa di una loro mossa. Paola si inginocchiò sulla mia faccia, il volto verso i miei piedi. Non avevo bisogno che mi dicesse cosa fare: la attirai a me e cominciai a far scorrere la mia lingua dalla vulva all’ano, giocando con le mie dita sul suo sfintere. Dopo pochi secondi sentii una leggera pressione sulla mia cappella, seguita dalla familiare sensazione del sesso di Kirsten.
Leccavo la figa di Paola praticamente senza sosta. Ogni tanto la mora si chinava in avanti e prendeva in bocca il cazzo che Kirsten lasciava libero, per poi tornare a infilarlo nella vulva della mia ragazza. Entrambe le ragazze erano venute ancora una volta, quindi Paola aveva fatto sollevare Kirsten e aveva indirizzato il mio sesso verso il suo ano.
-Ragazze, non ce la faccio più.- Dissi abbandonando per un attimo il sesso di Paola.
Le mia parole ebbero subito effetto. Sentii il mio cazzo uscire dal culo di Kirsten, ma subito la bocca di Paola lo avvolse. Gemetti per il piacere mentre la sua bocca si muoveva freneticamente sull’asta succhiando come un aspirapolvere. Ma il colpo di grazia arrivò quando la lingua di Kirsten si unì alla sua. Le due bocche si avvilupparono alla mia cappella lasciando alle lingue il compito di portarmi oltre il limite. Una mano si mosse sulla mia asta mentre un’altra mi massaggiava i testicoli. Non avevo speranze di resistere per più di qualche secondo: il mio seme si riversò sulle loro lingue e sui loro palati come un fiume in piena, pompato dalla mano che continuò a segarmi fin quando non le implorai di fermarmi.
Capitolo 10

La settimana di vacanza a casa di Fabrizio stava volgendo al termine. Il pomeriggio di sesso tra me, Kirsten e Paola sembrava avere momentaneamente spento l’incendio. I tre ragazzi erano arrivati solo a tarda notte, dicendo che avevano conosciuto tre turiste americane e avevano ritenuto necessario mostrare loro l’ospitalità latina.
Dal giorno successivo le tre americane si erano aggregate a noi, facendo coppia fissa con Fernando, Lisandro e Fabrizio. La loro presenza aveva contribuito a moderare sensibilmente i comportamenti di Kirsten e Paola, che in spiaggia si fermavano al topless e avevano rinunciato alle loro consuete provocazioni nei confronti degli altri tre ragazzi. La situazione che si era creata era stata indubbiamente a mio favore: se di giorno andavamo tutti assieme in qualche spiaggia tanto meravigliosa quanto affollata scelta dalle americane, la sera le tre turiste si chiudevano in stanza con Fabrizio e i due amici di Paola. Questo voleva dire che per tre sere avevo avuto le due ragazze tutte per me. Dopo i dissidi del primissimo giorno la loro amicizia si era a poco a poco consolidata. Sembrava che i sentimenti che condividevano nei miei confronti favorissero il loro rapporto piuttosto che minarlo.
Avevo fatto l’amore con entrambe, da sole o separatamente, ma non avevo dimenticato ciò che mi aveva detto Kirsten. Avevo intenzione di farle un altro regalo prima della fine di quella prima settimana di vacanza, e l’occasione giusta arrivò l’ultima sera. Le tre americane erano ripartite dalla Sardegna il venerdì a pranzo, mentre noi avevamo in programma di andarcene il giorno dopo.
Il pomeriggio ci recammo alla solita spiaggia discutendo su come impiegare la serata. Qualcuno proponeva di andare a ballare in discoteca, altri avrebbero preferito cercare qualche festa di paese dove mangiare e bere.
-Perché non ce la facciamo noi a casa la festa?- Proposi infine. ‘In questi giorni siamo stati sempre in giro, possiamo stare un po’ tranquilli e andare a dormire a un’ora umana’ così io e Kirsten domani non siamo troppo stanchi.-
Kirsten mi guardò con aria interrogativa, ma le feci cenno di fidarsi di me. Paola invece si avvicinò a parlarmi nell’orecchio.
-Scommetto che hai qualcosa in mente, sbaglio?-
-Non sbagli.- Le risposi sorridendo ‘Per stasera cerca di metterti in tiro e spiega a Kirsten di fare lo stesso, penserò a tutto io. Voglio che indossiate i vestiti più sensuali che avete in borsa.-
-Tranquillo.- Rispose Paola con un sorriso malizioso ‘Farete meglio a mettervi pantaloni larghi, vi verrà duro solo a vederci.-
-E’ esattamente quello che voglio.-

Con qualche difficoltà riuscimmo a convincere i tre ragazzi. L’idea di restare a casa non li entusiasmava, ma la prospettiva di discutere con due ragazze determinate a imporre la propria volontà era ancora meno attraente.
Per cena ordinai telefonicamente sei pizze in una pizzeria da asporto poco lontana. Volevo che la serata fosse tutta dedicata al divertimento, senza necessità di perdere tempo a riordinare e lavare i piatti. Alle nove avevamo già finito di mangiare. Sul tavolo, oltre i cartoni delle pizze, erano disposte quasi una decina di bottiglie di Ichnusa.
Paola e Kirsten si alzarono dicendo che andavano a lavarsi e farsi belle per la serata, suscitando i commenti ironici dei ragazzi.
-Scommetto che torneranno in pigiama.- Commentò Fabrizio scuotendo la testa ‘La degna conclusione di questa serata. Mi chiedo perché non siamo andati a ballare.-
-Andiamo in sala a farci qualche mano di poker mentre le aspettiamo?- Proposi alzandomi in piedi ‘Credo proprio che ci metteranno un po’ di tempo.-
Fernando mi seguì allargando le braccia.
-Ma sì’ Poker, birra e una canna: la tipica serata tra maschi.-
-Non ti piace l’idea? Pensavo che le americane vi avessero stancati.-
Fernando scoppiò a ridere tirandomi una pacca sulla spalla.
-Ste, quelle tre erano veramente assatanate, ma ci vuole ben altro per stancarmi!-
Mentre Lisandro annuiva pensai a ciò che mi aveva detto Paola. Se effettivamente quei due erano dei professionisti del sesso, probabilmente non si stavano vantando. L’idea di averne conferma quella sera era elettrizzante. Ripensando alla scena di Kirsten impalata a smorza candela sul brasiliano provai un fremito di eccitazione.
Avvicinammo due divani e due poltrone in modo da sederci uno ad ogni lato del tavolino. Mentre giocavo le prime mani tenevo a portata di mano il telefonino, pronto ad avvisare Paola e Kirsten che potevano presentarsi. Man mano che il tempo passava le fiches cambiavano di mano e l’aria cominciava ad essere satura per il fumo delle canne.
-Chissà cosa stanno facendo mia sorella e Kirsten.- Commentò Fabrizio mescolando le carte.
-Per me possono anche rimanere di là.- Rispose Lisandro soffiando il fumo verso il soffitto ‘Ci stiamo divertendo alla grande, ci rovinerebbero solo la serata.-
Era il momento giusto per mettere in atto il mio piano. Presi il cellulare e inviai un messaggio a Paola, dicendole che eravamo pronti. Appoggiai il telefono sul tavolino con il cuore che batteva a mille. Non vedevo l’ora di scoprire come avevano deciso di vestirsi, e soprattutto di scoprire cosa sarebbe successo dopo.
-Ragazzi, vi dispiace se ci uniamo alla partita?-
Ci voltammo verso la porta d’ingresso della sala, restando di sasso. Paola aveva colto perfettamente nel segno, non avrei saputo dire chi fosse più provocante tra lei e Kirsten. La mora indossava un vestitino rosa giro passera, praticamente trasparente, con una scollatura posteriore che arrivava fino al fondoschiena. Un paio di calze a rete dello stesso colore fasciavano le sue gambe e finivano in un paio di scarpe aperte con tacco altissimo. Kirsten non sfigurava: il top era una retina a maglie larghe che lasciava vedere perfettamente il suo busto, coperto solo dal pezzo superiore di un costume. Una minigonna in jeans cortissima e due scarpe con tacco dodici completavano l’abbigliamento. L’unico trucco che aveva addosso era un rossetto rosso acceso che evidenziava le sue labbra carnose. Avevano l’aspetto di due prostitute pronte per una serata di fuoco.
-Oh cazzo’- Fabrizio non sapeva dove guardare. Mi resi conto che cercava di distogliere lo sguardo dalla sorellastra, ma il corpo di Paola era uno spettacolo. ‘Avete deciso di uscire?-
-Veramente Stefano mi ha detto che ci sarebbe stata una festa.- Rispose Paola ‘Quindi ci siamo organizzate.-
Sei occhi maschili si voltarono verso di me.
-B&egrave, non volevamo una serata divertente?- Risposi ridendo ‘Ragazze, volete giocare con noi?-
-A me il poker non piace.- Rispose Paola reggendomi il gioco. ‘A te, Kirsten?-
-Per nulla. Però possiamo farvi compagnia.-
La mia ragazza doveva avere capito le mie intenzioni. Appoggiai le carte al tavolo ed allargai le braccia.
-A questo punto possiamo cambiare un po’ le regole in modo che sia divertente per tutti’ che cosa ne dite?-
Fernando mi guardò sospettoso.
-Cosa intendi?-
-Si gioca con quaranta carte: dall’asso al sette, più fante donna e re. Mano secca, al massimo un cambio. Chi non ha niente in mano deve togliersi un indumento a scelta.-
-E quello che vince?- Chiese Fabrizio sporgendosi in avanti.
-Il migliore ne toglie uno a una di loro due, a sua scelta.-
Tre sguardi famelici si fissarono sulle ragazze, che si guardarono sorridendo. Fabrizio mi guardò incredulo scuotendo il capo.
-Figurati se’-
-Io ci sto.- La voce di Paola gli bloccò la frase a metà ‘Tu, Kirs?-
-Certo che ci sto, ma mi sa che i ragazzi non se la sentono.-
Il tono strafottente di Kirsten convinse immediatamente Fernando e Lisandro. Solo Fabrizio era ancora indeciso.
-Ragazzi, Paola &egrave mia sorella’-
-Non fare il bigotto, Fabri.- Gli rispose Paola avvicinandosi al tavolo ‘Per prima cosa siamo fratellastri. E poi mi hai già vista nuda l’altro giorno, se proprio non vuoi sfiorarmi nemmeno per togliermi le scarpe spoglia Kirsten.-
-Va bene, va bene.- Rispose Fabrizio, quindi si avvicinò al mio orecchio ‘Ma mi sa che questo gioco finirà per degenerare.-

Le due ragazze presero posto sui braccioli del divano: Kirsten tra me e Fabrizio, Paola tra Fernando e Lisandro. Mescolai il mazzo di carte e cominciai a distribuirle. Il silenzio nella sansa testimoniava la tensione e l’eccitazione per la piega che stava prendendo la serata.
Alzai le carte che mi ero consegnato e trattenni a fatica un sorriso. Due Jack, due re e un cinque: come inizio non era decisamente male. Il giro andava in senso orario: prima Fabrizio, che cambiò una carta, quindi Fernando e Lisandro che cambiarono anche loro. Tentai anche io la sorte cambiando il 5, ma pescai un asso che non cambiava la situazione.
-Cominciamo bene.- Sbuffò Fabrizio posando sul tavolo le sue carte: asso, quattro e cinque di quadri, sette di picche e donna di fiori.
Paola lo guardò ridacchiando. ‘Sembra che mio fratello dovrà spogliarsi’ c’&egrave qualcun altro?-
-Io.- Anche Fernando non aveva nulla in mano, mentre Lisandro mostrò una coppia di donne.
Una dopo l’altra posai sul tavolo le mie carte.
-Direi che ho vinto. Prima gli uomini, intanto scelgo chi delle due spogliare.-
Fabrizio si alzò in piedi sfilandosi la t-shirt che indossava. Fernando invece ruotò su sé stesso guardandoci tutti, quindi gettò via i sandali.
-Chi scegli?- Mi chiese sedendosi.
-Paola.-
La sorella di Fabrizio si alzò in piedi con un sorriso e fece una piroetta che sollevò il vestito mostrando il culo e il perizoma.
-Sono a tua disposizione.- Il suo sguardo lo avrebbe fatto rizzare a un santo. Aspettai qualche secondo prima di indicare le scarpe.
Paola mi guardò inarcando un sopracciglio, quindi alzò un piede appoggiandolo sul divano. Presi il piede tra le mani accarezzandolo a lungo prima di sfilare la scarpa, quindi mi soffermai ancora per qualche secondo sul polpaccio risalendo verso la coscia. Quando abbandonai la sua gamba aveva le guance arrossate. Ripetei la stessa operazione con l’altra gamba e indicai le carte a Fabrizio.
-Tocca a te.-

La seconda mano fu decisamente meno fortunata della precedente, quindi il cambio era praticamente obbligatorio. La nuova carta era un tre di cuori, che faceva coppia con il tre di fiori che avevo in mano in precedenza. Una coppia di tre era sufficiente per non dovermi togliere alcun indumento, ma probabilmente non bastava per vincere. La vittoria questa volta fu di Fernando con una coppia di donne, mentre Fabrizio e Lisandro rimasero senza punti in mano. Fabrizio questa volta si tolse le scarpe, mentre Lisandro abbandonò le ciabatte.
A quel punto ci voltammo tutti verso Fernando, che indicò Kirsten.
Guardai la mia ragazza alzarsi sorridente e avvicinarsi a Fernando ancheggiando.
-Cosa scegli?-
Fernando le prese la mano e la attirò sul divano.
-Quella inutile retina.-
Kirsten salì sul divano mettendosi a cavalcioni dell’uomo e alzò le braccia. Fernando le appoggiò le mani sui fianchi e risalì lentamente, indugiando particolarmente sui seni. Quando le ebbe sfilato il top lo gettò a terra e baciò Kirsten sulle labbra, lasciandola andare.

Era arrivato il turno di Fernando di dare le carte. Questa volta nemmeno il cambio riuscì a salvarmi. Lisandro fu il primo a posare le carte, rivelando una coppia di Jack. Dopo le mie cinque carte spaiate fu il turno di Fabrizio, che con soddisfazione posò una coppia di assi.
-Questa volta mi sa che vinco io.-
Effettivamente la coppia di quattro di Fernando era appena sufficiente a permettere al brasiliano di non togliersi altri indumenti. Mi alzai con nonchalance e gettai lontano le scarpe, quindi guardai il mio amico.
-Chi scegli?-
-Scusa Kirsten, ma non mi sembra il caso di spogliare mia sorella. Voglio le tue scarpe.-
Kirsten si alzò con gli occhi lucidi per l’eccitazione e si avvicinò alla poltrona di Fabrizio appoggiando il piede sul bordo. Il movimento fece risalire la minigonna quanto bastava per mostrare che Kirsten non indossava biancheria intima.
-Non me le togli?- Chiese guardando Fabrizio che era arrossito di colpo. Con la coda dell’occhio notai il cazzo del mio amico premere contro il tessuto dei pantaloni. Tolse le scarpe cercando di non prolungare eccessivamente il corpo con il contatto di Kirsten e di non guardare la figa che praticamente la mia ragazza gli stava mostrando a pochi centimetri, quindi fece cenno a Lisandro di dare le carte.

Il gesto di Kirsten aveva contribuito ad alzare ancora di più la temperatura. Immaginavo fosse il frutto di un suggerimento di Paola, che sicuramente sapeva l’effetto che avrebbe avuto quella scena su noi uomini. Lisandro mescolò rapidamente il mazzo e diede le carte. Avevo in mano una coppia di sette, che rimase tale dopo il cambio. Immaginavo che non sarebbe stata sufficiente per vincere, ma superava la coppia di tre di Fabrizio e quella di Cinque in mano a Fernando. Lisandro, che ancora una volta era rimasto a secco, slacciò la camicia.
Non avevo dubbi su chi scegliere.
-Kirsten ha già perso due indumenti, Paola uno. Sono per la par condicio, quindi scelgo lei.-
Paola rivolse un sorriso verso Kirsten mentre si alzava e si posizionava di fronte a me.
-Il tuo ragazzo sta diventando fastidioso, lo sai?- Mi guardò con le mani sui fianchi ‘Che cosa mi vuoi togliere?-
-Sono per la par condicio, ho detto.- Lasciai passare qualche secondo prima di continuare ‘E lei &egrave senza perizoma.-
Il sorriso di Paola si trasformò in una risata.
-E come vuoi togliermelo?-
-Girati e piegati in avanti.-
Paola si voltò senza fiatare. Si chinò in avanti appoggiando le mani sul tavolino e tenendo le gambe strette. In quel modo Fernando aveva una visione completa delle sue tette. Portai le mani ai suoi fianchi e sollevai leggermente il vestito mostrando il perizoma. Prendendolo per i fianchi lo abbassai lentamente, espirando con la bocca a pochissimi centimetri dalla sua vulva. Sentivo chiaramente l’odore della sua eccitazione: le piaceva mostrarsi e pregustava ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Quando il perizoma fu all’altezza delle caviglie le diedi uno schiaffo su una natica.
-Tocca a me dare le carte?-

Ormai era chiaro che non c’erano regole. Presi le carte ed iniziai a mescolare.
-Perché non inseriamo un’altra variante?-
Alzai la testa guardando Paola.
-Non &egrave giusto che siate sempre voi a scegliere.- Continuò lei ‘Da adesso la ragazza che non viene scelta dal vincitore potrà scegliere l’indumento da togliere a chi perde, e sarà lei stessa a toglierlo.-
Nessuno si oppose a quella variante che aggiungeva pepe alla situazione. La situazione di noi uomini era la seguente. Io indossavo ancora la polo e un paio di bermuda. Fabrizio i jeans e gli slip, Fernando camicia e bermuda mentre Lisandro indossava solo i boxer.
Cambiammo tutti una carta e gettammo la nostra mano sul tavolo. La coppia di re di Lisandro batteva quella di Jack di Fabrizio. Il portoghese indicò Kirsten, quindi toccava a Paola spogliarci.
-Procediamo in contemporanea?- Propose Lisandro mentre Kirsten si avvicinava.
-L’idea mi piace.- Rispose Paola ‘Voi due, alzatevi e mettetevi uno di fianco all’altro con le braccia lungo i fianchi.-
Obbedii all’ordine mettendomi in modo da vedere Lisandro. Kirsten era salita sulla poltrona e si era messa a cavalcioni su di lui, porgendogli il petto. Lisandro attirò il volto verso il suo baciandola profondamente mentre armeggiava con il laccio del reggiseno. Abbassai lo sguardo verso Paola, che si era inginocchiata ai nostri piedi e stava armeggiando con i bermuda. In pochi secondi i due indumenti caddero a terra mostrandole i nostri cazzi eretti. Le mani di Paola si chiusero sulle nostre aste iniziando a muoversi in una lenta sega.
-Quanto tempo ho?- Chiese guardandomi negli occhi.
-Facciamo un minuto?-
Alzai lo sguardo verso Kirsten. Lisandro le aveva tolto il reggiseno e aveva la testa affondata tra le sue tette. Il bacino di Kirsten si muoveva sul pube di Lisandro, che sicuramente le stava facendo sentire il suo cazzo attraverso i boxer.
Quando Fabrizio annunciò la fine del minuto tutti tornammo ai nostri posti, aspettando eccitati la mano successiva.

Toccava proprio a Fabrizio mescolare. Uno dopo l’altro gettammo le carte sul tavolo: per Fernando una coppia di due, per Lisandro una coppia di tre, per me nulla mentre Fabrizio aveva una doppia coppia di sei e sette.
-Chi scegli?- Chiese Lisandro, dispiaciuto per non avere vinto.
-Kirsten.- Fabrizio fece una pausa -Se non tolgo nessun indumento posso fare altro?-
Paola rispose prontamente
-Per me va bene.-
-Anche per me.-
Le due donne avevano dato la loro approvazione, quindi anche questa variante era stata accettata. Dallo sguardo di Paola immaginavo che anche lei avrebbe approfittato della nuova regola. Come immaginavo venne ad accucciarsi tra le mie gambe e fece scivolare il mio cazzo tra le sue labbra.
Fabrizio aiutò Kirsten ad alzarsi e stendersi sul tavolino, con le gambe aperte piegate verso la pancia. Si inginocchiò ai suoi piedi e affondò il volto tra le sue cosce leccandole il sesso.
-Avete un minuto e mezzo.-Disse Lisandro -Tengo io il tempo.-
Mentre mi godevo il pompino di Paola, Fernando si avvicinò a Kirsten. Seduto sul bordo del divano si sporse in avanti palpandole i seni, quindi avvicinò il cazzo al suo volto sfregandoglielo sulle guance. Kirsten rimase immobile per un attimo, come indecisa sul da farsi, quindi aprì la bocca ed iniziò a succhiarlo. Nel vederla in mezzo a due uomini, uno intento a leccarle la figa e l’altro a farsi succhiare il cazzo, non riuscivo a fare a meno di trovarla stupenda.
-E stop!- La voce di Lisandro ci bloccò. -Non vorrete divertirvi solo voi… Fernando, tocca a te dare le carte.-

Questa volta la vittoria andò a Lisandro, che scelse Paola. Io invece fui l’unico a non ottenere nemmeno un punto, quindi toccava a Kirsten scegliere la punizione per me. Kirsten si avvicino sorridendo e mi sfilò la polo, quindi accostò la bocca al mio orecchio.
-Stai fermo lì, amore.-
Si voltò verso il centro della stanza sedendosi sulle mie gambe e facendo cenno a Fernando e Fabrizio di avvicinarsi. Lasciò che i ragazzi si fermassero in piedi davanti a lei, quindi slacciò i pantaloni del mio amico liberando il membro. La guardai sbalordito ed estasiato prendere in bocca il cazzo di Fabrizio masturbando Fernando. Quel tradimento non mi provocava gelosia, non faceva altro che far crescere il desiderio che provavo nei suoi confronti.
Lisandro nel frattempo aveva sfilato il vestito di Paola, che era rimasta completamente nuda ad eccezione delle calze autoreggenti. Il portoghese si inginocchiò e affondò la lingua nel suo sesso. Per oltre due minuti guardai Kirsten succhiare alternativamente i due cazzi e Lisandro leccare la figa di Paola, quindi fermai tutto.

Mescolai un ultima volta il mazzo, consapevole che probabilmente sarebbe stata l’ultima. Le mani delle ragazze e dei giocatori erano intente ad accarezzare i corpi di chiunque avessero vicino. La mano fu più rapida delle precedenti, visto che nessuno decise di cambiare carte. Il vincitore fu Fernando, mentre Lisandro e Fabrizio non avevano nemmeno una coppia.
-Paola, ti dispiace venire qui?- Disse Fabrizio alzandosi in piedi.
Paola si alzò docilmente raggiungendo l’uomo, che la fece posizionare in piedi davanti al divano, chinata in avanti con le mani appoggiate al bracciolo. Era chiaro per tutti che non aveva intenzione di toglierle le calze autoreggenti. L’azione dell’uomo avrebbe dato il via ad una nuova fase del gioco, molto più divertente ed eccitante della precedente.
-Fai piano.- Disse Paola sentendo la grossa cappella del brasiliano appoggiarsi al suo sesso.
Fernando spinse con decisione, affondando completamente dentro di lei e cominciando a scoparla lentamente.
Kirsten si alzò in piedi guardando Lisandro e Fabrizio.
-Voi due avete perso, vero? Spogliatevi e sedetevi sul divano uno vicino all’altro.-
I due uomini obbedirono prontamente: erano gli ultimi ad indossare ancora i boxer o i bermuda, ma in pochi secondi si trovarono anche loro completamente nudi. Kirsten si inginocchiò in mezzo a loro accarezzandoli come per controllarne l’erezione, quindi si alzò e salì sul divano mettendosi a cavalcioni sopra Fabrizio. Il mio amico mi guardò mentre il suo cazzo scompariva nel ventre della mia ragazza, ma in quel momento le avrei permesso qualunque cosa. Quando si chinò di lato per succhiare il cazzo di Fernando mentre veniva scopata da Fabrizio non riuscì più a stare fermo.
-Vabb&egrave, ho perso…- Dissi alzandomi e posizionandomi di fronte a Paola -Ma non posso essere l’unico che non si diverte.

Il gioco era ormai degenerato completamente. Fernando mi aveva offerto un cambio, ed era seduto sulla poltrona con gli occhi chiusi godendosi il pompino che Paola gli stava riservando mentre la scopavo da dietro. Il mio sguardo però era fisso su Kirsten. Era appoggiata con il petto sul tavolino e le natiche in alto, intenta a spompinare Fabrizio. Alle sue spalle Lisandro le stava leccando il buco del culo masturbandola con due dita.
Quando si risollevò sapevo bene cosa stava per succedere. Vidi il cazzo lungo e sottile appoggiarsi allo sfintere, dilatandolo a poco a poco. Per la prima volta Kirsten si stava facendo inculare da un altro uomo, e lo stava facendo senza opporre la minima resistenza. Dal modo in cui spingeva indietro le natiche bramava quella penetrazione contro natura.
Estrassi il cazzo dal ventre di Paola e lo appoggiai al suo foro superiore. Sapevo bene quanto la sorella di Fabrizio amasse quel tipo di penetrazione. Scivolai facilmente nel suo culo stretto ma accogliente, stantuffando con decisione.

Paola e Kirsten si stesero a terra, baciandosi ed accarezzandosi davanti ai nostri sguardi eccitati. Tra le loro cosce e le loro natiche si poteva vedere il frutto del nostro piacere. Eravamo già venuti tutti una volta, mentre loro non meno di tre a testa. L’orgia stava arrivando alla sua conclusione: ci posizionammo in ginocchio attorno a loro masturbandoci con decisione.
Il primo a venire fu Fabrizio, che diresse il suo sperma verso il petto di Kirsten. Tre schizzi densi si stamparono sui suoi seni, arrivando fino a quelli di Paola. Le due ragazze smisero di baciarci e si voltarono, pronte ad accogliere la doccia di seme che avevamo riservato loro. Uno dopo l’altro venimmo indirizzando il nostro sperma sulle loro tette sode, ricoprendole come di una patina per poi accasciarci sui divani.

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