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Racconti Erotici Etero

Dopo una dura giornata di lavoro

By 15 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ore 18.00, un giorno come tanti. Abbandono l’ufficio, mi dirigo verso casa. La giornata è stata sfiancante, tanto lavoro, un giorno come tanti, appunto…
No, non è vero, non è un giorno come tanti, è particolare, è speciale, perché a casa ci sei tu ad aspettarmi.
Non succede molto spesso, i nostri impegni in diverse città ci tengono fisicamente lontani la maggior parte del tempo. Ma tu hai deciso che almeno per una settimana i tuoi impegni possono aspettare, o almeno muoversi con te, e sei venuta da me.
Io non posso esimermi dai miei doveri, ma ora gli obblighi sono finiti, per tutta la serata ci sarà solo il piacere di stare insieme! Ah, se solo fossi un po’ più pimpante… lo stress di oggi mi ha proprio spossato; forse dopo tutto davvero non si tratta di un giorno come tanti.
Arrivo a casa, apro la porta, ti vedo: come è inusuale poterti osservare alla mia scrivania, intenta a studiare un qualcosa che so già non capirei mai anche se me lo spiegassi 100 volte!
Inusuale, strano, ma bellissimo: un frammento della nostra possibile vita insieme, che sono sicuro sarà. Torna la sensazione che si tratti di un giorno come tanti.
Mi guardi, mi sorridi raggiante, ti alzi e vieni ad abbracciarmi, poi a baciarmi: che buono il sapore delle tue labbra, così delicato, ne sono ghiotto. Mentirei se ti dicessi che oggi ho lavorato a pieno ritmo: mi sono sorpreso più volte a pensare a te, al tuo sapore… una tentazione troppo forte sapere di averti a casa, con la voglia di te che sale.
E tuttavia il lavoro svolto mi ha davvero logorato! Te ne accorgi, ti stacchi un attimo da me, mi lasci il tempo di rifiatare un attimo e di mettermi a mio agio, nel frattempo mi aspetti sul lettone, hai acceso la tv: mi sa che per oggi anche tu hai finito, del resto anche le brave studentesse hanno bisogno di qualche pausa, non si deve esagerare.
Ti raggiungo, mi sdraio e devo ammettere che la sensazione è gratificante, tu ti accoccoli subito a me, guardiamo entrambi lo schermo ma senza prestare attenzione a cosa vi accade dentro. Passano pochi secondi, infatti, e ti proponi come mia personale massaggiatrice: che c’è di meglio per rilassare i muscoli dopo una giornata stressante?
Acconsento apparentemente di buon grado, gongolando interiormente per la tua premura, sono contento di stare accanto a una persona che ha tanta cura di me.
Mi fai girare a pancia in giù e mi fai togliere la maglietta, così puoi dedicarti alla mia ampia schiena e io posso godermi il trattamento in totale relax.
Ci metti poco a strapparmi le prime manifestazioni di goduria, hai delle mani fantastiche, o forse è solo il fatto che le usi con amore, in ogni caso sto traendo vero giovamento, ci vorrebbe tutti i giorni. Vai avanti un bel po’, viaggiando su e giù su tutta la superficie della mia schiena, dalle spalle fino ai reni… poi mi chiedi di rigirarmi.
Inizi ad accarezzarmi il petto, poi scendi, arrivi al mio stomaco un po’ prominente.
Risali. Noto una luce diversa nei tuoi occhi. Ti sei stancata di massaggiarmi? Non capisco subito.
Poni il tuo volto davanti al mio, ti appiccichi a me, mi baci. Sì, mi sa che non ti va più di massaggiarmi.
Il bacio inizia a coinvolgerci, non è più casto come all’inizio: le lingue escono dai loro rifugi e iniziano a cercarsi. Probabilmente te l’ho già detto, ma io mi stupisco ogni volta che succede: è incredibile come ti basti baciarmi per provocarmi certe reazioni… sì, insomma, per eccitarmi!
Sei incollata a me e probabilmente te ne sei già accorta. Oppure no? Sento che inizi a muovere il bacino, forse stai cercando di capire meglio cosa mi provochi… mmm no, mi sa invece che stai solo ultimando coi tuoi fianchi quello che la tua bocca ha iniziato, tanto per essere sicura di ottenere lo scopo. Ti guardo ancora, ancora quella luce e un’espressione da furbetta: comincio a pensare che non ti eri stancata di massaggiarmi, volevi solo passare ad un altro tipo di “massaggio”.
Beh, ancora pochi istanti di questo passionale bacio unito al tuo scivolare su di me e il mio soldatino è subito sullr17;attenti, ma costretto dai calzoni… Non per molto a dire il vero: ti stacchi dalle mie labbra, ricominci ad andare verso il basso, la tua lingua compie un lungo percorso sul mio addome, fino a scontrarsi col tessuto dei pantaloni. Un rapido gesto e me li sfili, il bozzo formato dalle mutande è più grande che mai. Lo guardi per un attimo, lo sfiori anche da sopra, ne saggi la consistenza, poi passi all’azione. Liberi il “guerriero” dalla sua prigionia, come sei premurosa in questo gesto: ti preoccupi per lui! O forse più che altro sei una porcellina che attendeva da tanto il momento di avere un incontro a tu per tu ravvicinato? Se te lo chiedessi ora negheresti tutto, diresti che lo fai per me… salvo poi confessare tutto poco dopo, presa dall’estasi.
Questo tuo comportamento è una delle cose che amo di te: così dolce, affettuosa e pudica nella vita di tutti i giorni, sei in grado di trasformarti e lasciarti andare nei momenti hot, svelandomi tutta la tua insita sensualità e la voglia di sentirti femmina, la mia femmina.
E questo è proprio uno di quei momenti di transizione, in cui la tua voglia sale… la ragazza pudica si limita a guardare il mio membro teso allo spasimo, la porca che è in lei decide di imboccarlo senza indugi.
Non lo fai troppo spesso, io stesso ti ho detto che in questo modo faccio un po’ fatica a provare piacere, soprattutto quando è da un po’ che sono eccitato e divento iper-sensibile. Quindi preferiamo altre pratiche, e in genere il sesso orale è un piacevole ma veloce aperitivo di piatti ben più consistenti. Forse, però, l’hai presa come una sfida, o semplicemente, come mi hai anche detto, ti piace la sensazione di potere nei miei confronti che deriva dal poter decidere le mie sorti tra le tue fauci… il tuo su e giù sulla mia asta è cadenzato e ininterrotto, ogni tanto mi guardi negli occhi, per capire se mi sta piacendo: mi fa impazzire quando lo fai… vederti usare la tua boccuccia sul mio sesso è la visione più erotica a cui riesco a pensare, e il tuo sguardo mi fa capire che mi ami, che ti piace, che desideri con tutta te stessa che mi piaccia… e a me piace, altroché se mi piace!
Anzi, effettivamente mi sta piacendo un po’ troppo… per fortuna ti fermi, ti stacchi un attimo da me, ti soffermi ad osservare il mio membro che pulsa, con sguardo trasognato. Mi fai sentire un vero maschio, così, il mio ego si gonfia, e non solo quello! E’ incredibile come riesci a guardare il mio normalissimo pisello, traspare dai tuoi occhi il desiderio di avere quel premio, come se fosse il più magnifico dei cazzi, e l’orgoglio di sapere che è tuo e tuo è anche il merito per averlo fatto diventare così.
Mi sorridi, sembri soddisfatta, abbassi lo sguardo e io lo seguo, accorgendomi che tu sei ancora tutta vestita… Non mi lasci il tempo di agire e mi precedi: ti sfili la maglietta. Mentre la porti sopra la testa, da sotto il tessuto spuntano i tuoi seni; non sono stupito, eri in casa da sola, il reggiseno era solo di intralcio; sono meravigliato, sono le tue tette a provocarmi questa meraviglia: nonostante le conosca bene, non posso esimermi dall’ammirarle ogni volta che le vedo… Sulle due perfette montagnole di carne spuntano svettanti i tuoi capezzoli erti, duri e drittissimi, segno che la situazione ha eccitato anche te.
Che voglia che avrei di prenderteli in bocca, succhiandoteli e tirandoteli dolcemente… so che piace anche a te, ma stavolta non me lo permetti; ti sollevi invece, proprio mentre la mia bocca si avvicina al tuo capezzolo sinistro, e ti sfili i pantaloni: curioso noto che indossi un piccolo perizoma rigato, sai benissimo che mi piace tanto il modo in cui incornicia il tuo sederino, dividendolo in due parti, e che impazzisco a causa della ridottissima quantità di stoffa di cui è fatto.
Talmente poca, che la tua micetta deborda facilmente: ti basta spostare leggermente di lato il tessuto, per essere subito disponibile e completamente esposta. Ed è proprio in queste condizioni che ti accingi a montarmi sopra… Vuoi cavalcarmi? Dalle intenzioni sembra di sì, ti muovi e la tua fichetta incrocia più volte il mio bastone, lasciando ogni volta una scia di umori bagnati, un dolce supplizio che lascia presagire paradisi anelati.
Cerco di spingere alla ricerca dellr17;ingresso del tuo antro, voglio entrare in te, ma sei sfuggente… Quando riesco finalmente, la punta è in te, tu mi guardi dritto negli occhi e mi fai un cenno di diniego con la testa… non capisco…
“non così…”, il mio sguardo ti chiede “e come?”, la tua risposta è “lascia fare a me”.
Scorri verso il basso, il mio uccello risale lungo il tuo corpo, dall’ombelico, poi nel valico tra i tuoi seni, e infine di nuovo alla tua bocca da dove tutto era cominciato.
Ora capisco le tue intenzioni, vuoi vincere la tua sfida, vuoi che il piacere stavolta sia solo mio, riservandoti l’orgoglio di far godere il tuo uomo, un atto di amore totale nei miei confronti, ma con un piccolo sentimento godurioso anche per te, nel sapermi in tuo potere.
Sento la tua lingua scorrere sulla mia asta, bagnandola, chiudo gli occhi per un attimo, abbandonandomi al piacere… prima di farlo totalmente, però, voglio una conferma, ti dico: “amore, non so se resisterò tanto così”, la tua risposta non ammette repliche: “non voglio che resisti”.
Sono queste tue parole che mi liberano, sento lr17;orgasmo montare in me, partendo da lontano. E’ raro che io goda in questo modo, ma stavolta già so che durerò poco… anche perché nel frattempo la tua lingua continua a farmi tremare di piacere, lavora sulla punta del mio membro, picchiettandolo, mentre la tua mano tiene ferma la base e la sega a ritmo crescente.
Il mio respiro diventa affannato, e dopo pochi secondi ti avviso: “amore, sto per venire, mi stai facendo sborrareeee!”. A quelle parole, la tua bocca si stringe intorno alla mia cappella, mentre la mano continua a un ritmo forsennato, fino a quando esplodo e sento fluire nella tua bocca il mio sperma, non troppo a dire il vero: la posizione non aiuta ed evidentemente la giornata è stata proprio stancante.
A dispetto di questo, però, il piacere è stato pazzesco, indescrivibile, e mi lascia distrutto.
Il mio dolce amore mi ha donato tanto piacere grazie alle sue doti amatorie, la mia piccola porca ha rinunciato al suo orgasmo per farmi un magnifico pompino, gratificando inoltre la mia maialaggine e il mio ego maschile ingoiando i miei succhi, a testimoniare il fatto che lei è mia…
Decisamente non è un giorno come tanti.
Ora però ho tanta voglia di ricambiare… presto, molto presto… ti bacio.

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