Skip to main content
Racconti Erotici EteroTrio

E poi dicono che non sono equilibrata…

By 9 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

E poi dicono che non sono equilibrata… tzè!

Già, stasera sono stata equilibratissima, mi sono divisa nel modo più giusto: hanno avuto entrambi tutto di me.

Sì, perché è da un po’ che si lamentavano, ognuno per conto suo, separatamente, che non mi concedevo completamente.

“Ma insomma… non è mica facile avere tutto il tempo necessario per entrambi!” così ho detto. L’ho detto all’uno come all’altra. In tempi diversi, ovviamente. L’idea l’ha avuta lei…

“Sono disposta a dividerti con lui pur di averti.”

“Mi dividi già con lui… siamo a settimane alterne, nel caso non te ne fossi accorta.”

“No, intendevo in contemporanea. Tu, io e lui…”

“Stai dicendo… quello che penso??? Tu e lui?!?!?”

“Si”

“Ma a te gli uomini non piacciono…”

“Ma mi piaci tu. Mi piaci. E a te gli uomini piacciono. A te piace lui. E se per avere te, per averti completamente e intensamente e illimitatamente devo accettare anche lui… beh, lo farò. Alle mie condizioni, ma lo farò.”

Mi ha stupita il suo discorso. Lei è lesbica. Convinta fin nel midollo. Fin da ragazzina. Consapevole fin da quando sua cugina per fare i confronti normali in adolescenza le ha mostrato orgogliosa il primo accenno di seno. E lei si è vergognata da morire dalla voglia che le è venuta di allungare una mano ad accogliere quell’acerba rotondità.

E si è presa una bella cotta per me.

Già… è bello essere il centro delle sue attenzioni. Anche se ancora non mi ci sono abituata. In me l’attrazione per le donne in realtà non c’è. Ma mi piace lei. Mi piace tanto. Anzi. A dire il vero molto di più che tanto. Ho anch’io una bella cotta. E’ come se, non so, mi sono innamorata dell’essere, non della persona fisica. E’ difficile da spiegare. E’ come se non avesse sesso in realtà.

Ma non sto dicendo che non provo attrazione fisica, tutt’altro: quando la vedo ho voglia di esplorarla dappertutto!

E lo stesso vale per lui, solo che non ne ero affatto consapevole. E’ come se il mio corpo avesse bisogno dei loro due corpi. In modo diverso magari, ma di entrambi.

E così… beh, ho cercato di essere equilibrata e accontentare tutti…

Abbiamo faticosamente scelto un giorno, una notte che potesse andare bene a tutti e tre. Abbiamo deciso che il nostro incontro sarebbe stato in campo neutrale, quindi a casa mia, dato che io sono ciò che accomuna loro due. Abbiamo preso accordi su cosa è lecito e cosa non è lecito. Siamo stati razionali… Ci siamo incontrati al bar per chiarire cosa si può e cosa non si può. Ascoltandoci pazienti.

Lei è stata categorica: “Se lui mi tocca, salta tutto, me ne vado!” e me l’aspettavo…

“Vorrei poterti toccare quando vi baciate… anzi… a dire il vero vorrei essere dentro di te quando tu lecchi lei…” mi ha detto lui un po’ arrossendo. Uomini… l’idea di possedermi mentre io mi dedico a lei, già solo l’idea lo eccita incredibilmente. E lei di rimando “No, se tu dai colpi a lei, come fa lei a concentrarsi su di me?!? Non voglio sentire colpi!”  E poi lui “Si, perché credi che non sappia come vi scopate a vicenda??? Di sicuro colpi ne ricevi…”

Sono andati avanti così, per un po’… espliciti. Sotto voce. Palleggiandosi. Recriminando. Pretendendo. Patteggiando. Io in mezzo ad arrossire praticamente a ogni frase. In una situazione paradossale in cui le mie pratiche sessuali venivano snocciolate lì sul tavolo. E per fortuna che eravamo in un tavolo appartato e discosto dagli altri! E dire che siamo stati razionali!

In qualche modo sono arrivati a una conclusione. Sì, sono, loro, perché io alla fine non è che avessi proprio tanta voce in capitolo… Il mio compito era essere oggetto dei loro desideri, soggetto dei loro piaceri e soddisfazione delle loro bramosie.

E in più dovevo fare un po’ di spesa perché magari avremmo potuto avere fame nel cuore della notte ma di sicuro ne avremmo avuta il mattino dopo.

 

Ok, tutto predisposto… la casa era linda, le lenzuola cambiate, le candele accese… io pulita, profumata, depilata, liscisssssssima come non mai. E con il cuore a mille.

Si, emozionatissima. Eccitata. Agitata. Euforica.

Allo stesso tempo non sapevo cosa aspettarmi e sapevo benissimo a cosa andavo incontro.

Quello che non sapevo era quando, come, quanto. Inezie, insomma.

E come vestirmi. Sì, perché sapendo come si sarebbe sviluppata la serata qualsiasi indumento sarebbe in ogni caso stato di troppo prima o dopo. Così… beh, oddio, non volevo scadere in un cliché d’altri tempi e mettermi solo una vestaglia, non volevo risultare banale e farmi trovare in reggiseno e mutandine in pizzo. Avrei voluto sdrammatizzare la situazione mettendomi i bigodini e una maschera di bellezza sul viso, ma forse non avrebbero apprezzato lo scherzo. Così ho optato per una collana con pendente. Intorno alla vita. E nient’altro.

Quando ho aperto la porta con quella mise sono rimasti senza fiato. Letteralmente.

Anche perché ho completamente spalancato la porta mettendomi al centro e loro erano affiancati, evidentemente dopo essersi spintonati per chi doveva stare più avanti. Già, entrambi volevano essere il primo a vedermi e abbracciarmi e baciarmi. Ma alla vista di me si sono pietrificati.

“Chiudi la porta!” lui, più pratico, strilla spingendo lei dentro il soggiorno e strappandomi la porta dalle mani. Inavvertitamente ha spinto lei tra le mie braccia. Così il primo round è vinto.

Scoppio a ridere mentre mi guardano, soddisfatta della reazione. Non se lo aspettavano.

Piroetto e mi mostro. “Allora? Era quello che desideravate?”

I sorrisi si allargano e le mani vanno a spogliare i corpi. Una mano ad allentare la cravatta fino a sfilarla. Una mano a slacciare il gancio del sandaletto. La camicia che si sbottona. La lampo del vestito che scende. Mucchietti di vestiti sul pavimento. Slip che scivolano via.

Belli. Profumati. Abbronzati. I loro corpi davanti a me.

Li guardo. Sorrido. Mi giro e mi dirigo verso la camera.

 

Leave a Reply