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É tornata mia sorella – Flashback 2

È tornata mia sorella

Flashback 2

Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, scrivete a william.kasanova@hotmail.com. Il mio profilo Telegram è @williamkasanova

«Cosa cazzo è questo?»
Patrizia sollevò lo sguardo dalla Playstation Vita che aveva in mano, puntandolo invece sul volo del mio Samsung che finiva sul suo copriletto e rimbalzava un paio di volte. Alzò le sopracciglia, guardandomi. «Il tuo telefono?»
Allungai le braccia verso il Samsung, incapace di smettere di urlare, sebbene non strillassi più come prima. «E che cosa ci fa quello sul mio telefono?»
La mia gemella prese l’apparecchio e lo girò, guardando il monitor. Sorrise. Me lo mostrò.
Era aperta una chat in Whatsapp con un contatto che non conoscevo. C’era un unico messaggio.

Ricci M.
Ciao troietta 💖
Mi sembra strano kiamarti così, ma adoro già quel nomignolo 😄
Non vedo l’ora di averti di nuovo nuda contro il mio corpo… Voglio leccarti di nuovo la tua dolce figa!!! E goderci di nuovo il tuo dolce sederino… Ecco la foto che mi avevi chiesto: fanne buon uso 😉
Un bacio (non dico dove 😈 ma sappiamo bene tutti e 2 dove)

Sotto, compariva la foto di un cazzo in erezione, scattata dall’alto, un lungo cazzo dritto e con la cappella completamente esposta. L’inguine era depilato. Feci fatica a distogliere lo sguardo.
[Quello sì che è un gran bel cazzo… Immagina ad averlo che entra nella tua fica, dalla punta alla radice, lentamente ma inesorabile… Senti come inizia a pruderti e a bagnarsi!]
Deglutii, scuotendo la testa. Feci violenza contro me stessa per smettere di fissarlo. Patrizia mia aiutò ruotando il cellulare verso di sé.
Sorrise di nuovo, come se quella foto sconcia potesse riportarle alla memoria qualche ricordo piacevole. Molto piacevole. Fui certa che passò un dito sull’immagine di quel pene, come a coccolarlo. «Che dolce… mi ha davvero mandato la foto. E in tiro, tra l’altro!» Mosse i pollici sullo schermo, premendo pulsanti che non potevo vedere, ma avrei scommesso che se lo stava spedendo sul suo, di telefono.
«Di che diavolo stai parlando?»
«Non te l’ho mai detto? Faccio la collezione delle foto dei cazzi che mi fotto». Mi ridiede il telefono, sullo schermo compariva ancora la notifica che la fotografia era stata condivisa correttamente, probabilmente col cloud di Patrizia.
Nella mia mente comparve la schermata di una cartella di immagini, decine e decine di miniature di cazzi di ogni misura e colore, tutti con sotto il nome dell’uomo che ci era attaccato e le date in cui erano entrati nel corpo di mia sorella. La cosa mi nauseò.
Mi assicurai di non avere un dito sopra la foto del cazzo. «Chi… chi è, questo?»
L’allegria di Patrizia calò di qualche punto. Prese la sua console e la appoggiò sul comodino, accanto ad un paio di cartucce di giochi. Si passò un dito sotto il naso. Parve cercare di non avere un contatto visivo con me. «Prometti che non ti metti a gridare? L’ho fatto per te, te lo dico subito».
Mi morsi la lingua per non urlare subito, strinsi le labbra per qualche secondo. «Va bene,» concessi. «Ma in che modo farmi mandare la foto di un cazzo sul mio telefono dovrebbe…»
«È la foto del cazzo di Manuele…»
«E chi è questo Manu…» Sentii il cuore fermarsi nel mio petto. Poi ogni mio muscolo gonfiarsi, e il bisogno fisico di uccidere Patrizia. «Lurida troia…» sibilai, i miei occhi che sembravano uscire dalle orbite.
«Hai promesso che-»
Solo non sapere come colpire Patrizia perché soffrisse il più possibile prima di perdere la vita mi trattenne dal metterle le mani addosso. «Ti sei scopata Manuele! Puttana! Il mio Manuele!»
«Ehi, tu ti sei scopata Manuele, cretina!» Rise pure, la troia…
«Ma che cazzo stai dicendo? Eri tu quelle che si è ritrovata il suo cazzo nella figa!
[E non solo nella figa, ricordi il messaggio?]
Come potevo essere…»
Il capirlo mi colpì con la violenza di una bastonata, togliendomi ogni parola.
Patrizia sogghignò. «Vedo che hai capito: allora non sei così stupida come temevo. Me lo sono scopato io, ma lui pensa che sei stata tu».
Oh, cazzo… Certo, siamo identiche, la gente fa fatica a riconoscerci se non sono anni che ci frequentano, e Manuel ci conosce solo di vista. Probabilmente, non sapeva nemmeno come si chiama la gemella che non l’ha scopato. O crede non avere scopato…
«Ho finto di aver dimenticato il telefono a casa, e gli ho dato il tuo numero per contattarmi, così che chiamasse te,» spiegò. «Sì, non mi sarei aspettata mandasse la foto del suo cazzo come primo messaggio, ma adesso almeno sai com’è fatto in mezzo alle gambe». Mi fece l’occhiolino. «Te l’ho testato e posso garantirti che vale la pena».
Un’altra ondata di furia mi scaldò il corpo. «Certo, e con questa scusa tu te lo sei scopato! Che razza di sorella sei…»
Patrizia emise un gemito di sconforto. «Meglio che me lo scopi io, o meglio che lui pensi che sei stata tu, piuttosto che qualche altra troia, che poi te lo soffia via sotto il naso».
Sì, lo so…
[Ma sei troppo codarda per paura che ti dicesse di no. Lei, in dieci minuti è passata, da “Ciao, no, non sono Patrizia, sono mia sorella” al trovarselo dietro, che le sborrava nel buco del culo… In quello che Manuele crede sia il tuo, di buco del culo.]
Un senso di sconforto scese sul mio cuore e parve annebbiare la mia vista. «Lui adesso pensa che sono una troia…» sussurrai, la gola che mi si stringeva quasi quanto il mio cuore.
«Ah… che palla che sei, Ale. Preferiresti stare con uno che ti tratta come una troia quando state scopando, o uno che ti tratta come una dea sacra che deve restare immacolata come la neve? Il secondo è deprimente, sia fuori che dentro il letto, ma il primo…» Patrizia annuì soddisfatta. «E te ne sei scelto proprio uno mica male, lasciamelo dire. Davvero ben dotato, e lo sa usare bene, quel cazzone!»
Non seppi se gioire o essere sconcertata: un senso di profondo disagio si mescolò ad uno non meno intenso di eccitazione. Mi trovai a stringere le cosce.
La mia gemella troia fece un occhiolino. «Vuoi sapere come scopa?»
[Certo che sì!]
«No!» urlai con la voce tonante di un pulcino che pigola.
Patrizia parve incapace di contenersi. «È insaziabile, il ragazzo, quando si tratta di sesso. Avessi visto come mi ha scopata, le sue mani sulle mie tette che le strizzavano, il suo cazzo che sprofondava nella mia figa con una foga che… mi ha riempita la figa, usciva sborra a fiotti quando me l’ha tirato fuori.» Scosse la testa, mordendosi il labbro inferiore. «Poi, mi ha girata sulla schiena, mi ha fatta mettere a pecora e…» Un sospiro uscì dalle sue narici, il suo viso si imporporò. Le sue cosce scivolarono una sull’altra. «Mi ha presa per le anche e inculata. Dentro tutto, sentivo la sua cappella farsi strada nel mio intestino, le sue palle sbattere contro le mie chiappe… Non riuscivo a smettere di ansimare… Poi mi ha messo una mano sulla testa, me l’ha spinta nel cuscino. Non ho potuto trattenermi, mi sono messa ad urlare che ero la sua troia, di sfondarmi il culo…»
Sgranai gli occhi al pensiero che mia sorella avesse fatto qualcosa di simile.
[No, l’hai fatto tu, o per lo meno è quello che crede il tuo amore segreto…]
E tutte le volte che mi vedrà non potrà fare a meno di pensare a me mentre godevo urlando di essere la sua puttana, il suo pene infilato nel mio ano…
[E vorrà che lo farai ancora. Vuoi farlo?]
No! Assolutamente no!
[Sicura? Da come stai arrossendo e da come stai bagnando le tue mutandine sarei di tutt’altro avviso…]
Dalla gola di mia sorella sfuggì un roco gemito di piacere. «Mi è venuto dentro… “Chi è la mia troia, Alessia? Chi è la mia troia?” mi diceva, e nel frattempo mi sbatteva con forza. “Io… io sono la tua troia!” gli rispondevo, tra un gemito e l’altro… mi mancava il fiato, stavo impazzendo da piacere! Oh!» Si lasciò cadere sul letto. «E come lecca la figa… porcaputtana, come lecca la figa! Quella lingua… quella lingua è posseduta dal demonio!» Una mano finì sul suo inguine e si sfregò con forza in mezzo alle gambe. Di fronte a me!
Mi ritrovai a fissare la mia copia perfetta che si masturbava pensando a quando il ragazzo di cui ero innamorata se l’era scopata… mi eccitai. E mi infuriai.
Non seppi se picchiare a sangue Patrizia, o aiutarla a raggiungere un orgasmo.
[Meglio ancora: scopati la figa che il tuo amato si è scopato a sua volta. In fondo, sei sempre stata attratta dalla tua gemella. Uno psicologo direbbe che è qualche malattia, che hai qualche cazzo di problema con vostra madre, o vostro padre, o qualche cazzo di cosa del genere, ma sappiamo entrambi che vuoi solo scoprire com’è scopare te stessa, ma tanto a noi che ce ne frega? Fottila, scopri com’è fottere tua sorella – te stessa – come lei ha fottuto Manuele!]
Patrizia venne scossa da un fremito di piacere, la sua schiena si arcuò. Strinse i denti, a malapena la sentii parlare. «Vai da lui, Ale… Corri da lui a farti fottere! Fallo per te!» Forse provò ad aggiungere qualcosa, ma un grido che eruppe dal suo petto le impedì di dire qualsiasi cosa.
Feci un passo indietro, incapace di decidere cosa fare… Scopare mia sorella, picchiarla, correre da Manuele e
[farti fottere con violenza essere chiamata “troia” diventare la schiava sessuale di un superdotato godere godere godere come una cagna in calore te lo meriti troia te lo meriti in bocca in figa in culo coperta dalla sua sborra]
soddisfare il mio sogno erotico, o piangere.
Mi voltai, corsi fuori dalla stanza di Tiziana e sbattei la porta.
Scelsi la soluzione più semplice.
Mi inginocchiai in corridoio, portai le mani agli occhi e piansi. Piansi sconfitta e singhiozzai, con i miei singhiozzi che si insinuavano tra i vuoti lasciati dai gemiti di piacere che provenivano dalla camera di mia sorella.
Non avrei mai rivolto la parola a Manuele, l’avrei bloccato sui social. Quella foto
[Salvala, scema, salvala e usala, perché sei una fallita come tua madre e solo guardando quella foto potrai fingere di scopare con Manuele]
l’avrei cancellata, dal telefono e dalla cartella di backup in Google Foto.
E non avrei mai rivolto la parola nemmeno a quella troia di Patrizia. Mai più. Poteva crepare!

Continua…

Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, scrivete a william.kasanova@hotmail.com. Il mio profilo Telegram è @williamkasanova

2 Comments

  • Rebis Rebis ha detto:

    W-O-W! Non scherzavi quando dicevi che questa sarebbe stata più hot. E devo dire che di carne al fuoco ne hai messa davvero parecchia!
    Sono decisamente curioso di vedere come continuerà, e ho qualche ipotesi…

    • Due gemelle come protagoniste scatenano le mie più turpi fantasie. Se il giorno che stavo per cominciare la stesura del racconto non me ne fossero passate due davanti al supermercato, la storia avrebbe parlato di due amiche e la trama avrebbe perso molte cose interessanti.

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