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Racconti Erotici EteroTrio

Erasmus a Madrid

By 22 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Madrid, la città in cui ho scelto di andare in Erasmus. Mi chiamo Andrea. Ho preso in affitto una casa ma non so con chi vivrò. Arrivo il primo giorno e mi ritrovo in una casa modesta, ho una stanza singola e condivido le aree comuni con altre sei persone, di cui cinque sono ragazze, che sarà mai pensavo. All’inizio per visitare la città non ero mai a casa e parlavo poco con le altre.

Una sera torno tardi a casa dopo un giorno in giro e vado in cucina a prendere un po’ di latte. Mi ritrovo seduta in cucina Vicky, una ragazza di Barcellona che &egrave qui a Madrid per studiare in ‘pigiama’.
Ora ovviamente ognuno ha il suo concetto di pigiama. Il suo era di avere un pantaloncino cortissimo, quasi inguinale e una magliettina larga probabilmente senza reggiseno. Vicky &egrave una bellissima ragazza, alta, bionda, fisico asciutto, seno non esageratamente grande, ma che sta su. Cominciamo a parlare del più del meno, lei mi fa varie domande e cominciamo a conoscerci meglio. Io ogni tanto, pur non volendo, do qualche sguardo nella scollatura, ma la prospettiva non mi regala nulla. Non so se lei se ne sia accorta. In ogni caso non mi sembrava il caso di essere audace e provarci così all’improvviso con una con cui dovrò condividere la casa per un anno. Per cui decisi di salutarla e andai in camera.

La nostra casa &egrave un po’ particolare, abbiamo un solo bagno più una doccia messa fuori alla veranda in cucina. Il mattino seguente stavo facendo colazione in cucina, quando all’improvviso arriva Vicky con tanto di asciugamano direzione doccia. Con la scusa di affacciarmi alla finestra mi metto in veranda. Il vetro che separa la doccia dalla veranda non &egrave questa gran cosa ma comunque non mi permette di vederla. Torno a sedermi in cucina per non dare nell’occhio. Sotto la doccia sento che canticchia, sarà allegra! Fatto sta che avere quel bel pezzo di femmina sotto la doccia nuda a pochi metri da me, mi aveva fatto eccitare.

Dopo dieci minuti abbondanti sento in getto d’acqua fermarsi, e la porta della doccia aprirsi. Sento dei piccoli rumori dopodiché la vedo uscire in asciugamano. L’asciugamano &egrave posta quasi chirurgicamente. Dall’alto verso il basso copre giusto il necessario. Si vedono parte dei suoi gonfi seni e in basso &egrave appena coperta. Vede che sto facendo colazione con della nutella e mi chiede se può unirsi a me, chiaramente le dico di sì. Con mia grande sorpresa però, Vicky si siede a tavola con l’asciugamano senza prima andarsi a cambiare: questo renderà la colazione un po’ più difficile. Mentre le preparo un pan carr&egrave con la nutella lei si alza per prendere del latte e dandomi le spalle, mi rendo conto che l’asciugamano non riesce a corprire bene il suo culetto, davvero rotondo e sodo che non posso fare a meno di guardare come un ebete.

Mentre siamo seduti e parliamo, lei ogni tanto si aggiusta l’asciugamano che dava segni di cedimento come se fosse una cosa normalissima davanti a uno sconosciuto che conosci da appena tre giorni. Ci mettiamo a parlare di musica e scopriamo essere fan dello stesso gruppo, altra cosa in comune. Seppur parlavamo di musica la mia testa era altrove, sperando che l’asciugamano non riuscisse ad adempiere al suo compito, cadendo. Nulla di tutto questo.

Dopo un po’ lei disse che si sarebbe andata a vestire così si congedò da me. Finita la colazione, sistemo la cucina e mi avvio verso il bagno, ma passando dalla camera di Vicky, la vedo che si sta truccando, in reggiseno! La scena &egrave molto eccitante, resto a guardarla per un po’, ma lei non se ne rende conto, così vado in bagno dove non posso far altro che calmare i miei bollenti spiriti.

La sera finalmente socializzo anche con le altre persone della casa e ci mettiamo a parlare di qualsiasi cosa. Io sono seduto vicino a Vicky. La sua maglietta larga da casa, data la mia posizione privilegiata stavolta mi permette di avere saltuarie visioni delle sue tette. Avendole viste in reggiseno più o meno già le conoscevo, ma mi mancava la forma dei suoi perfetti capezzoli. La maggior parte dei coinquilini sono spagnoli, quindi dopo tante chiacchiere si passa a bere. E per spagnoli ‘bere’ con amici equivale a giochi con l’alcool. Con il computer troviamo uno di quei giochi che suggerisce le azioni da fare ad ogni turno. Dopo un po’ &egrave il mio turno e la mia compagnia &egrave proprio Vicky. Il computer ‘tira fuori dal cilindro’ un giochino magistrale: i due partecipanti devono mettersi l’uno attaccato all’altro, mentre un terzo versa della Vodka dalla bottiglia dall’alto. Vicky già mezza ubriaca si alzò subito e aspettò me. Io un po’ timido, ma comunque ormai risoluto dalla situazione, mi alzo e mi attacco a lei, tra gli ‘ooooh’ degli altri. Incliniamo leggermente le teste per accogliere la vodka e le nostre bocche sono quasi a contatto. Vicky addirittura caccia la lingua per ricevere più vodka e così facendo mi lecca il labbro.

Pensavo la situazione degenerasse facilmente, ma non fu così. Finito il gioco gli spagnoli si congedarono, ma rimase Vicky in cucina.

‘Ti va di vedere una serie nella mia camera?’

Come potevo rifiutare il suo invito! Mi precipitai in camera sua e mi misi sul letto. Lei si sedette a fianco a me, dovevo trovare l’occasione giusta per rompere il ghiaccio e saltarle addosso. Nella serie all’improvviso c’era una scena di nudo di una ragazza e Vicky mi fa:

‘Come mi piacerebbe avere il seno dell’attrice’

‘Ma stai scherzando?! Guarda che ce l’hai uguale!’

Vicky mi guardò incredula dicendomi:

‘Ma se non l’hai mai visto!’

Lì per lì non sapevo cosa risponderle e non so come me ne uscii con:

‘Beh allora fammelo vedere ora’

Vicky si alzò dal letto, e andò a chiudere la porta della stanza, dopodiché si sfilò la maglietta come se fosse la cosa più normale del mondo. Erano proprio come le avevo intraviste prima! Belle alte e sode, seppur non enormi. Al che le faccio notare che sono perfettamente uguali, lei un po’ si convince e torna a sedersi dicendo:

‘Vabbe ormai me le hai viste, mi scoccio di rivestirmi’.

La serie aveva ormai perso ogni mia attenzione, il mio braccio era a contatto diretto col suo seno nudo e per lei sembrava normalissimo. Io ero eccitatissimo. Vicky dopo un po’ mi chiede di chiudere la finestra, ma non potrei alzarmi date le mie condizioni. Lo faccio lo stesso e Vicky scoppia a ridere.

‘Che c’&egrave da ridere? Non &egrave normale che mi sono eccitato?’

‘Si ovvio che lo &egrave. Ciò che non capisco &egrave che aspetti a saltarmi addosso!’

Al sentire queste parole non ci ho visto più, ho messo il pc sul comodino e mi sono gettato su di lei affondando la mia testa sul suo seno e baciandolo con avidità, la troia già ansimava. Mentre gliele leccavo, lei allungò la mano per tastarmelo e cominciò a masturbarmi. Avendo capito che non cercava altro che un bel cazzo che potesse riempirla, mi alzo dal letto, mi tolgo pantaloncini e mutande e glielo ficco direttamente in bocca, cominciando a scoparla in bocca. Vicky non dava nessun segno di fastidio, anzi sembrava adorare il tutto.

Mentre lei faceva dei versi da ‘pompino’ all’improvviso sento la chiave che si muove e la porta della stanza che si apre. Era il nostro coinquilino spagnolo David e Vicky e le dice:

‘Oh David entra pure’

Non sapevo cosa fare ma continuavo a pomparle la bocca, mentre David le leccava la figa. Vicky sembrava esastasiata dal piacere, così dopo dieci minuti decisi di scoparla. Mi diedi il cambio con David e ora era lui a offrirle il cazzo in bocca, mentre io la riempivo davanti. Mentre me la sbattevo le davo degli schiaffetti sul seno e lei sembrò adorare questa mia iniziativa. Dopo un po’ David non resistette e le venne in bocca, lei senza battere ciglio ingoiò. David uscì come se niente fosse e chiuse la porta. Vicky mi chiese di non venirle dentro. Uscì dopo un po’, lei si inginocchiò ai piedi del letto e cominciò a farmi una spagnola. Non resistetti più e le venni in faccia in maniera copiosa.

‘Per oggi può bastare, ma mi dovrai riempire meglio in futuro!’

jeggy82@yahoo.it

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