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DLIN, senti la notifica delle email. Subito pensi a tuo marito, sarà l’ennesimo messaggio su qualche super offerta per un nuovo pesce, pianta, areatore ad anfora…”Che palle!” pensi. Apri svogliata la posta, ma sorpresa non è lui. È un messaggio da quel contatto con cui stai chiacchierando sul forum. Ti ha fatto una richiesta strana, ha scritto un racconto e vuole che tu lo legga. Eri incuriosita ed hai accettato. Per fortuna è quasi ora di pausa ed in ufficio sei sola. Inizi a leggerlo, così giusto per curiosità.

Non è scritto male, temevi peggio. Da subito ti intriga, ti prende parecchio. La parte alla scrivania, anzi, ti eccita proprio. Senti un certo calore salire da in mezzo alle gambe. Le stringi un poco, senti che ti stai eccitando, una mano resta sul mouse, l’altra invece scivola tra le cosce. La premi contro il tuo sesso, lasci vagare la mente e la mano su di te mentre continui a leggere. Non hai chiuso l’ufficio, l’idea che qualcuno possa entrare ora (remota possibilità) da un lato ti preoccupa, ma dall’altro ti eccita ancora di più! 

 

Hai letto tutto il racconto e adesso qualcosa in te è scattato. Hai ancora più di mezzora buona di pausa, sai che nessuno arriverà prima dell’orario di apertura. Ti alzi, vai verso la porta dell’agenzia, la vuoi chiudere per garantirti un po’ più di privacy, ma all’ultimo ti stuzzica un’idea, come nel racconto, decidi di lasciarla aperta fantasticando che un cliente possa entrare e spiarti mentre tu sei in bagno. Ti stupisci di te stessa. Non sei mai stata così audace, ma oggi hai proprio voglia e decidi di osare. 

 

Entri in bagno, chiudi a chiave la porta dietro di te. Hai voglia, tanta voglia. Non ti capitava da un po’ e soprattutto mai in ufficio. Senti la figa tutto un bollore, ti senti bagnata, sai che appena infilerai la mano sotto il perizoma ti troverai un lago tra le cosce. Abbassi i pantaloni, fai scivolare le gambe fuori, li appendi alla porta, ti guardi nello specchio. Quello che vedi è un bel corpo tonico, sotto ora indossi solo le scarpe e il peri, sopra una t-shirt leggera, ti piaci molto.

Una mano scende vogliosa dal tuo collo, giù. Attraverso il solco tra i tuoi seni, accarezza il ventre ed arriva in mezzo al cosce. Il perizoma è caldo e umido. Senti il tuo odore spandersi attorno a te. Ti guardi allo specchio, come se quella mano non fosse tua. Immagini sia la mano di uno sconosciuto, lo desideri, quasi ti spaventi di questa tua nuova voglia. Non ti era mai successo. Sollevi l’elastico ed infili la mano dentro il peri. Inizi ad accarezzarti, lenta, due dita sulle tue labbra calde, umide, leggermente divaricate. Fremi, hai voglia inutile negarlo. Ti sfili la maglietta e slacci il reggiseno “Non potevo mettermi più comoda oggi” pensi sorridendo. Ti guardi, una mano tra le cosce che si muove su e giù, il seno esposto, il reggiseno aperto, lo sguardo languido, ti senti davvero un po’ troia; e la cosa ti eccita ancora di più!

Ti togli anche il peri, ti siedi sulla tazza. Chiudi gli occhi, inizi a stuzzicarti un capezzolo, le dita che prima accarezzavano la tua figa ora scostano piano le grandi labbra, inizi a stuzzicarti il clito che è gonfio e teso a trasmetterti tutta la voglia di godere che hai ora dentro. Affondi un dito dentro di te, ti senti fradicia, calda, vogliosa, spingi in avanti i bacino, ne vuoi di più un dito non basta. Affondi anche il secondo dito “Ahhhh” ti scappa dalla gola, ti morsichi il labbro, ma poi non resisti. Stuzzichi il capezzolo, lo tittilli, lo tiri, lo torci sempre al limite con il dolore. Ti inciti da sola “Mhhh si che bello, sono in calore, ho voglia di godere”.

Il respiro si fa più rapido, continui a mugugnare. Il tuo corpo si imperla di piccole gocce di sudore, hai tanta voglia, le dita diventano tre, la tua figa orami cola umori, le dita fanno un rumore liquido ogni volta che ti penetri. Le spingi dentro fino al palmo, ti piace sentirti piena di te. “Mhhhh ci vorrebbe un cazzo ora” sbiascichi tra un ansito e l’altro.

Un attimo di lucidità, senti un rumore, ti fermi un istante, il cuore a mille, l’adrenalina a palla, ma non senti nulla. La tua figa reclama attenzioni riprendi a masturbarti. Ora le dita si muovono rapide in te, il rumore inconfondibile di una figa fradicia che viene sditalinata si spande per tutto il bagno. “Speriamo si senta anche fuori” ti sorprendi di questo tuo pensiero, è la seconda volta di oggi, la tua voglia arretrata si fa sentire. “Cazzo ho proprio bisogno di godere più spesso” il pensiero balena nella tua mente, ma tu scacci tutto, sia dove ti porterebbe e ora non lo vuoi, vuoi perderti nella liquidità di un orgasmo.

Ti stai masturbando con tre dita, ma ancora non ti basta, vuoi qualcosa di più, vuoi la sensazione di essere piene, vuoi qualcosa che ti penetri. TI ricordi che la tua collega aveva portato uno spazzolino elettrico, quando l’hai presa in giro quella volta, ti pareva una cosa stupida. Ti alzi, con due dita continui a sgrillettarti il clito, incroci il tuo sguardo riflesso nello specchio, ti vedi a gambe aperte, una mano che ti da piacere, la voglia dipinta in faccia. Le dita passano da due sul clito a tre che ti penetrano, guardi il piacere colarti lungo una gamba, l’altra mano che si occupa dei seni, che stuzzica i capezzoli. Ti guardi e godi di star godendo mentre ti guardi. Di nuovo si affacciano ella tua mente la fantasia, o il desiderio che no hai il coraggio di confessare neppure a te stessa, che quelle mani siano di qualcun altro. Non una persona in particolare, ma non tue comunque. Resti così almeno cinque minuti a crogiolarti in questi pensieri, guardandoti mentre ti dai piacere. Ti risvegli da questa specie di trans, ti ricordi dello spazzolino.

Apri l’armadietto, lo vedi “Speriamo siano cariche le pile” lo prendi, smonti la testina “Questa magari dopo!!” lo accendi e senti quel proto-dildo vibrarti in mano. Senza accorgertene ti lecchi le labbra, temi sia troppo asciutto così, lo avvicini alla bocca, il sapore di menta è forte. Alzi gli occhi e ti vedi a spampinare un cilindro di plastica, di nuovo pensi che invece sia un cazzo, ti impegni, lo vuoi far godere, vuoi che apprezzi. Quando pensi di averlo insalivato a sufficienza ti rimetti sulla tazza. Controlli di poterti specchiare per bene ad infine mentre hai ancora due dita di te dentro ti penetri con quel oggetto “Ahhhhh mhhh siiiiiiiiiii!” non ti trattieni e dai voce al tuo godimento.

Inizi a penetrarti, alterni lente penetrazioni e rapidi dentrofuori. L’altra mano sale fino alla tua bocca, ti assapori, ti lecchi le dita e ti penetri la bocca come prima hai fatto con la tua figa. Poi lasci scivolare la mano sui tuoi seni, ti dai piacere alternando piccole scariche di dolore a tanto piacere, torci, tiri, titilli.

Ti piace tutto questo, guardarti mentre ti dai piacere, godere in ufficio, la testa ti parte. Inarchi la schiena, ti penetri fino in fondo con lo spazzolino, veloce, lo spingi sul clito, lo lasci vibrare li. Spalanchi la bocca, gli ansiti si fanno sempre più forti “Ahhh si, mhhhhh, siiiii, siiiii” raggiungi il culmine del piacere e godi bocca spalancata “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” il tuo corpo è scosso da tremiti, vibri tutta in armonia con il tuo orgasmo.

Spalanchi gli occhi, respiri a fondo, sei quasi indolenzita della tensione che il tuo corpo ha sopportato. Riprendi fiato, ti guardi, sei accaldata, la tua pelle ha un lieve velo di goccioline di sudore, la tua fica è un lago che cola umore sulla tua mano e sullo spazzolino ancora acceso. Lo togli da dentro di te, lentamente, di da ancora un brivido lungo tutta la schiena. Lo spegni, ti alzi. Apri l’acqua del lavandino, sciacqui il tuo proto-dildo, il contatto con l’acqua fresca ti da una scarica dalla nuca fin in mezzo alle cosce. Lo riponi “Magari la testina la sperimento un’altra volta” pensi. Ti guardi allo specchio, non potrai nascondere che sia accaduto qualcosa, per fortuna questo pomeriggio ci saranno pochi cliente e poche colleghe, ma in fondo non ti preoccupi più di tanto. Prendi un po’ di carta e ti pulisci le cosce meglio che puoi. Cerchi di asciugarti per bene la figa, non puoi andare in giro con i pantaloni zuppi di umori…forse…sorridi a questo pensiero. 

 

Ti rivesti, sei riuscita a ridarti un aspetto normale. Apri la porta del bagno, e ti cade l’occhio per terra. C’è una macchia, come se qualcuno avesse versato qualcosa. Ti accovacci, lo tocchi, è umido; al tatto la consistenza non lascia dubbi, porti il dito al naso, l’odore inconfondibile ti conferma cosa sia: Sborra.

Impallidisci, ti rendi conto che qualcuno ha assistito al tuo spettacolo, ti domandi se ti abbia spiato dal buco della serratura o si sia limitato ad ascoltarti. Scavalchi la sborra e vai in ufficio, la porta è chiusa, non c’è nessuno dentro. Non saprai mai chi fosse il tuo spettatore. Torni indietro, devi pulire il tutto. Prendi della carta, ti chini e pulisci alla belle e meglio la macchia, nella foga di pulire ti sporchi anche un dito con quel tributo al tuo piacere. Getti la carta nella tazza. A meno che non si guardi con attenzione non si nota più nulla e questa sera la signora delle pulizie farà sparire tutto per bene. Ti giri, vuoi lavarti la mano, ti vedi riflessa nello specchio. Quasi qualcuno ti stesse guidando invece di aprire l’acqua porti il dito alle labbra, non stacchi gli occhi dal tuo riflesso e con fare voluttuoso succhi via tutta la sborra di uno sconosciuto dalla tua mano. Ti rendi conto che ti eccita tutto questo, le tua fica richiede nuovamente le tue attenzioni, sei già bagnata e pronta. Guardi l’ora, mancano 5 minuti alla fine della pausa, non puoi fare altro che sciacquarti le mani e tornare alla tua scrivania.

Ti siedi ancora in subbuglio per tutto, la fica che richiede attenzioni e noti una cosa che prima non avevi visto, sulla tua tastiera un foglio di carta. In mezzo una parola sola BELLISSIMO. 

 

Il panico, chiunque abbia lasciato quel messaggio deve essere dell’ufficio, chiunque sia stato sa che eri tu. Temi di tutto, dal perde il lavoro, allo sputtanamento ufficiale al fatto che tuo marito lo scopra che forse sarebbe la cosa più umiliante.

Conti i secondi che ti separano dalla ripresa delle attività lavorative. Iniziano a rientrare le tue colleghe, tutto normale, ti salutano. Una battuta sul fatto che hai di nuovo lavorato in pausa. Anche i tuoi due colleghi non sembrano diversi dal solito. Tutto normale. La tua agitazione non fa che aumentare.

Ti butti sul lavoro, rispondi alle telefonate, accogli i clienti. Parli loro di villaggi vacanze, crociere, ma la tua mente è mille miglia da quell’ufficio. Solo la tua figa ogni tanto ti ricorda cosa è successo prima. Ti ricorda che è stato tutto reale e che, soprattutto, le si aspetta ancora un po’ di attenzioni!

Sono quasi le quattro oramai ti sei rilassata, nessuno si è fatto aventi oppure ha fatto allusioni, forse è stato solo una coincidenza, forse è stato messo alla tua scrivania solo perché il tuo pc era l’unico acceso e chiunque, di certo un estraneo, abbia messo li il biglietto, non ha la più pallida idea di chi tu sia.

Dopo neanche mezzo ara arriva il capo. Di solito entra e fila dritto verso l’acquario, il suo ufficio tutto vetri, senza neanche degnare di uno sguardo nessuno di voi. Oggi, invece, entra, si ferma, scorre tutto l’ufficio. Hai la sensazione però che su di te sia passato almeno due volte con lo sguardo, ma lasci correre, ti dai della paranoica. Come sempre fila dritto in ufficio senza un saluto. 

Dopo due minuti lo senti che ti chiama “Erika, venga nel mio ufficio.” “Certo che un per cortesia mica ti ammazza” pensi. Entri e lui, seduto alla scrivania mentre lavora al pc senza neppure guardarti in faccia, ti dice: “Mi porti i resoconti delle ****** ***** di questo semestre”. “Cazzo, stronzo ma sai quanto lavoro ci va? Non potevi chiederle prima, mica siamo qui per i tuoi porci comodi fannullone del cazzo” pensi, ma invece dici: “Per quando le servono? Sa è quasi l’ora di chiusura e oggi dovrei fare delle commissioni” “Se deve uscire vorrà dire che domani mattina verrà a finire” “Bastardo lo sai che è il mio sabato libero!” ma di nuovo le tue parole sono ben altre “Va bene non si preoccupi, le farà avere il report per questa sera”. 

Torni al tuo posto insultando in tutti i modi possibili lo stronzo, ma ti metti di buona lena e cerchi di concludere il prima possibile. Quando rialzi la testa dal pc il lavoro è finito, ma sono le sei e mezza. Sei ancora infuriata con lo stronzo e la telefonata con tuo marito per dirgli che tardi non ha migliorato le cose.

Stampi il tutto e ti presenti da lui: “Ecco il report” appoggi i fogli sulla scrivania, “Vuole dargli un’occhiata?” ma vorresti aggiungere “Ovvio che no, io voglio andare a casa!!”. “Si certo, ma prima chiuda l’agenzia che oramai è ora di chiusura e non voglio essere interrotto.” Ti risponde senza alzare gli occhi dal cell con cui sta armeggiando. Esegui e quando torni ti spiazza. Ha i gomiti appoggiati sulla scrivania e il mento appoggiato sulle mani. Ti guarda con un mezzo sorriso in faccia. “Vuole che mi sieda e vediamo il report” riesci a dire, ti senti a disagio, ma non sai neppure tu il perché. Lui ti fissa e ti dice: “No, non me ne frega un cazzo. Adesso però vada di la e questa volta non chiuda la porta a chiave”. Lo guardi interdetta, non sai che cosa stia dicendo, di la dove? Che porta, ma se è stato lui a chiedermi di chiudere l’ufficio. E poi conclude “Non come ha fatto oggi in pausa pranzo”.

Sbianchi, panico, gelo, era lui. Adesso cosa posso fare? Non ha nulla contro di me, non può dimostrare nulla!! Se mi forza lo denuncio! Lo può dire in giro, ma sarebbe la mi parola contro la sua, certo se si sapesse in giro non immagino la figura che ci farei, ma comunque. Tutti pensieri che ti sfrecciano in testa, cerchi una giustificazione per rifiutarti, ma solo a parole. La tua fica, rimasta insoddisfatta tutto il pomeriggio, riprende a pulsare. È lei che detta legge ora. Quasi sobbalzi quando senti la tua voce dire “Cosa devo fare?” il suo sorriso sornione è l’ultima cosa che vedi prima di abbassare lo sguardo. “Vai di la. Aspettami.”

Ti senti come in un sogno, come se vedessi tutto da fuori del tuo corpo. Ti giri e  sculettando vai verso il bagno. Lo senti muoversi dietro di te. Va verso l’ingresso, attiva le saracinesche, spegne l’insegna, aspetta che tu sia nell’antibagno e spegne tutte le luci.

Tu entri in bagno e ti fissi allo specchio. Ti tornano in mente tutto ciò che hai fatto, tutte le sensazioni, il godimento provato. Ripensi a quel rumore, c’era davvero qualcuno fuori. Ma la cosa che ti sconvolge non è che ci fosse, ma che ti sei di novo bagnata al solo pensiero che se fossi stata più audace ad avessi lasciato aperto anche quella serratura, invece che accontentarti di uno spazzolino avresti avuto un cazzo.

Sei ancora frastornata da questi pensieri quando lui entra. Si mette dietro di te. “ Mettiamo in chiaro una cosa. Io non sono fesso. Non voglio una denuncia per stupro. Quindi patti chiari. Se vuoi lavorare ancora qui, nessuno saprà mai nulla di oggi, nulla cambierà nella tua vita lavorativa metti le mani sul lavabo. Altrimenti esci di qui. Ma domani mi aspetto le tue dimissioni firmate sulla mia scrivania con effetto immediato.” Sei tentata di uscire subito, ma di nuovo è il tuo corpo che decide per te. Senti la figa un lago, i capezzoli duri e la voglia di scopare che ti annebbia il giudizio. 

Come un automa appoggi le mani al lavabo. Alzi lo sguardo e nel riflesso li fissi negli occhi. “Non prendo la pillola” sono le ultime parole che dici. “Non ti preoccupare non voglio figli” ti risponde secco. Si avvicina a te. Da dietro ti abbraccia, porta subito le mani al tuo seno, da dietro appoggia le mani sulle tue tette, inizia ad accarezzarle da sopra la maglietta, il suo sorriso dimostra l’apprezzamento per il tuo florido seno, le palpeggia, le stringe un po’, ne apprezza le dimensioni e la consistenza, appoggia la bocca al tuo collo. Inizia a giocare con la lingua sul tuo collo, ti bacia, ti solletica, ti lecca. Sale fino al lobo, la combinazione di sensazioni ti da i brividi a cui il tuo corpo prontamente risponde. “Che belle zinne che hai, non vedo l’ora di schiaffarci il cazzo li in mezzo” ti sussurra all’orecchio. I tuoi capezzoli reagiscono all’apprezzamento, tendo il reggiseno, lo senti sogghignare, come se avesse appena catturato una preda. Ti spinge il bacino contro il culo. Apprezzi una corposa erezione far sentire la sua presenza. Ti abbandoni, lasci che guidi lui il gioco, oramai l’eccitazione ha preso il sopravvento, vuoi godere, vuoi che ti scopi per bene. Lentamente infila le mani sotto la tua maglietta, slaccia il reggiseno e libera i seni. Continua a giocarci, poi ti tira su la maglia sopra il seno. Ti gira e ti osserva il seno, come se fosse il suo premio. I tuoi capezzoli svettano turgidi e pronti, quasi beffardi, a sfidarlo, a dirgli leccaci. Si abbassa e si tutta sui tuoi capezzoli. Li succhia, li mordicchia, li stringe tra i denti e li tira, e mentre uno è preda della sua bocca l’altro finisce sotto le sapienti attenzioni della sua mano. Il contatto con quella bocca, la sensazione della sua corta barba sul tuo seno ti mandano in estasi. Inizi ad ansimare di piacere. Lui continua per un po’ a prendersi cura del tuo seno, poi inizia a scendere. Ti bacia il ventre, gioca con l’ombelico, poi infila un dito nei pantaloni e slaccia il bottone, tirare giù la zip e lasciarti in perizoma è un unico fluido gesto.

Ti guarda, il suo sguardo è famelico. Ti appoggia un dito sulla figa da sopra il peri. Lo fa scorrere lungo il solco della tua figa premendo il peri, quella sensazione è una scossa elettrica che dalla base della nuca ti percorre tutta la schiene. Un brivido ti scuote tutta, hai la pelle d’oca su tutto il corpo, istintivamente sporgi il bacino verso di lui, allarghi le cosce e ti offri a lui. Sentendo quanto sei bagnata alzo lo sguardo e ti sfida: “Dillo che hai voglia di cazzo!”, la tua voce trasmette tutta la tua eccitazione e con voce rotta dal desiderio gli rispondi “Ho tanta voglia di sentire il tuo cazzo tutto dentro!”. Scosta il peri e ti penetra con un dito. Apri la bocca e lasci uscire un gemito di piacere “Brava troietta” è la tua ricompensa. Finisce di levarti il peri, si rialza guardandoti negli occhi. Si gode l’espressione di piacere che hai dipinta sul volto mentre con due dita ti penetra la figa che ora è un lago bollente che cola i suoi umori sulla sua mano. Torna a tormentare sapientemente il tuo seno. Ci si dedica con passione, lo lecca con cura. Ti fa impazzire. Passa la barba sui capezzoli provocandoti un brivido ogni volta. La tua mente oramai è in subbuglio, l’unico pensiero razionale che riesci a fare è che stai godendo come un cagna grazie alle attenzioni del tuo capo. Sai che è sbagliato, ma la situazione ti eccita ancora di più. Il respiro si fa corto, i tuoi mugolii di piacere aumentano di intensità e frequenza. Nel mentre le dita nella tua fica da due passano a tre, inizia a stimolarti con il pollice il clito, la sua lingua assedia continuamente prima un seno e poi l’altro. L’eccitazione cresce fino a raggiungere il limite in te, “Mhhh si, fammi godere, non resisto, continua!” gli urli, continui ad ansimare. “Ahhhhhhhh si ancora più dentro!!”, “Mhhhh siiiiiiiiiiiiiiii godooooooooooooooo” un fremito ti fa vibrare tutto il corpo, senti la tua figa contrarsi contro le tre dita che ti riempiono, spingi il seno contro il suo volto, quasi a volerlo soffocare, allarghi le cosce il più possibile per tendere i muscoli della vagina e goderti ogni contrazione amplificata. 

Riapri gli occhi, il fiatone ti fa alzare il seno ad ogni respiro, sei coperta di sudore, lo guardi e lui è li che ti osserva, con un mezzo sorriso di beffa stampato in faccia. “Goduto troietta? Pensi di farlo sentire anche a quelli del decimo piano quanto ti piace farti sbattere?”, non sai come rispondergli infondo l’idea non ti spiace per niente. Sei stata troppo tempo senza le attenzioni di un uomo che ti sapesse far godere quindi al diavolo che sentissero tutti quanto piacere arretrato hai! Ma è nuovamente lui a prendere l’iniziativa. Una mano si appoggia sulla spalla e ti spinge, con delicatezza inaspettata, verso il basso. Sempre guardandoti in faccia ti dice “Tiralo fuori, ma tieni le mani dietro la schiena” il suo sorriso beffardo è quasi una sfida. Ti inginocchi di fronte a lui decisa a sorprenderlo. Lui armeggia con la cintura, poi tu ti avvicini alla sua patta, con i denti sbottoni il bottone dei pantaloni, armeggi con la zip, ma in qualche modo riesci ad aprirla. Tiri giù prima i pantaloni, poi combatti un poco mentre il suo cazzo fa un po’ di resistenza puntandosi nei boxer. Ma alla fine riesci a liberarlo e puoi godertelo svettare duro di fronte ai tuoi occhi.

Non aspetti una sua parola, ti butti su quel glande che svetta a pochi centimetri dal tuo viso. Subito lo prendi in bocca per metà, vuoi qual cazzo, ma in realtà in questo momento qualsiasi cazzo, dentro di te. Vuoi soddisfare quella voglia latente che dita e spazzolini non sono comunque riusciti a far altro che lenire un poco. Vuoi scopare o meglio vuoi farti scopare per bene.

Inizi con foga, vuoi trasmettergli il tuo bisogno di un uomo. Lo succhi facendolo entrare fin a metà dentro la tua bocca come a scoparti da sola con il suo cazzo; poi ti fermi tenendo solo la cappella tra le labbra, la lecchi con cura, giri la lingua attorno a quella cappella gonfia nella tua bocca, lo succhi. Poi lo infili pian piano tutto dentro, vuoi che ti arrivi fino in fondo alla gola. Lui pare apprezzare molto il tuo lavoro di bocca, ti incita con ansiti e frasi”Mhhhh che bel buco caldo e profondo!”, “mmmmm si succhiamelo tutto così” “Certo che di bocca sei davvero brava!! Mi fai impazzire come succhi!”. Ti eccita sia la situazione sia il pompino in se. Poi lui riprende il comando, senti le mani sulla tua nuca, sai cosa sta succedendo e quasi ne gioisci. Ti ferma la testa ed inizia a scoparti la bocca, affonda fino in fondo, quasi ti fa venire i conati da quanto scende in profondità. Poi inizia a muoversi con foga, “Ti scopo la bocca come si scopa la figa di un puttana ora!” ti dice mentre aumenta sempre più la velocità. Quasi ti toglie il respiro, la saliva e i suoi umori iniziano a colarti dalla bocca. Le lacrime ti salgono agli occhi per quanto e come ti sta prendendo, quasi ti si annebbia la vista. Il suono del suo cazzo che scopa la tua bocca è quasi oscene, da film porno e la cosa ti fa eccitare ancora di più. Un mano si sposta da dietro la tua schiena ad artigliare un seno che sobbalza al ritmo dei sui affondi, mentre l’altre scende lungo il tuo ventre fino a trovare una figa che cola umori da quanto sei eccitata. Continua così per un paio di minuti, poi si ferma ben piantato in te, ti guarda “E io che pensavo avessi già goduto abbastanza di oggi!! Hai di nuovo voglia di qualcosa che entri in quella bella figa vero?”. Non riesci a dare altra risposta che muovere la testa per annuire. 

Esce da te, un filo di saliva e umori fanno da catenella tra le tue labbra e il suo glande, lui con una mano tra i tuoi capelli ti fa alzare, ti gira verso lo specchio e ti fa piegare a novanta. “Che bel culo sodo che abbiamo qui” condisce il complimento con un bella pacca a mano aperta sulla natica destra. Ti piace quel contatto quasi violento. “Adesso scopiamo un altro buco, vediamo se anche questo è largo come il primo!” punta il suo cazzo sulle tue grandi labbra e con un unico colpo ti è dentro fino alle palle. “Ahhhhhhhhhhhh” la bocca ti si spalanca, il colpo ti ha contemporaneamente riempito completamente la figa e svuotato i polmoni di tutta l’aria. La bocca spalancata avida di ossigeno si apre e si chiude mentre lui inizia a lavorare di bacino dietro di te. “Mhhh si decisamente meglio questo di buco dove piantarti il cazzo” sono le prime parole di apprezzamento, se tali si possono considerare, che ti rivolge. Sei preda del suo ritmo, fa quello che più gli piace, ti sta sbattendo come mai ti sei lasciata scopare prima. Ti piace, sentire il suo cazzo che inesorabile entra in te fino in fondo e quasi subito esce con la stessa velocità. Ti piace, inarchi la schiena, vuoi sentirlo tutto dentro, non vuoi perderti neppure un briciolo di quella sensazione di pienezza.

Inizi ad ansimare “Mhhh si aprimi fino in fondo!! Ahhh mi stai arando la figa! Non smettere ti prego!!”. Lui ti accontenta ancora per qualche minuto, poi rallenta il ritmo, i colpi diventano più lenti, ti prende per i capelli e ti tira a se, artiglia un seno mentre da dietro continua a scoparti, con lentezza, prende i seni con entrambe le mani, a piene mani li stringe, prima piano, poi sempre con maggior foga, sa dosare bene la forza per lasciarti sempre una sensazione piacevole al limite del dolore. A mano aperta sfrega i palmi contro i tuoi capezzoli ormai duri fino al punto che ti fanno male. Ti piace la sensazione che provi, scariche di puro piacere lungo tutta la schiena che arrivano fino alla figa. Si prende ancora un po’ cura dei tuoi seni, poi ti rimette a novanta sul lavandino. Ora i colpi sono lenti, ma quasi si sfila da te per poi affondare fino alle palle. “Ahhh!!”, “Ahhh!!”, “Ahhh!!”, accompagni ogni affondo con un ansito. Ti piace la sensazione, ti sempre che il suo cazzo arrivi a sbatterti quasi in gola. Non vorresti finisse mai. Ti piace la sensazione di risucchio che ti provoca il cazzo che lentamente esce. Godi come una pazza potresti venire di nuovo. 

Capisci che non ha intenzione di fermarsi li quando la mano destra lentamente scivola da sopra il tuo culo a più in centro. Senti pollice sfiorare l’ano. Come reazione istintiva ti irrigidisci. Sciaf inaspettato esplode il dolore sulla natica sinistra, il bruciore ti toglie il fiato e quasi ti fa perdere l’equilibrio. “Sono io che decido dove infilare cosa, come e quando. Da una che gode a farsi scopare la bocca non accetto repliche per un’inculata!”. “Scusa non me lo aspettavo” è l’unica cosa che riesci a dire tu. Cerchi di rilassarti il più possibile, lui riprende piano a sfiorarti l’ano. Non sei abituata a fare sesso da dietro. Stranamente lui è delicato, spinge senza forzare. Piano piano entra fino alla falange. È dentro e non è così fastidioso come temevi. “Adesso facciamo l’ultima tappa di questo tour! Fai la brava e vedrai con ti farà male”. 

Si ferma, ti guarda nello specchio, sei stravolta. Hai colature su tutto il viso eppure non hai mai goduto così tanto. “Adesso ti conviene metterti a quattro zampe Erika” è la prima volta che ti chiama per nome da quando ha iniziato a farti sua. Esce piano da te, quasi ti viene da urlare un “No”, ma ti trattieni. Ti fa appoggiare a quattro zampe, le gambe ti cedono un po’ dopo tutto questo tempo in tensione, lui ti aiuta sostenendoti, ora è quasi gentile. Una volta che tu sei a terra, la sua mano ti guida ad abbassate il viso, così il tuo culo e la tua fica son ben esposti a lui. Inizia piano ad appoggiarti la cappella sull’ano e spinge con poca forza; poi si ritrae e di colpo ti penetra la figa, oramai larga e zuppa di umori, fino in fondo con un unico colpo secco. “Ahhhhh” non riesci a trattenere un gemito, alzi d’istinto la testa, la sua voce è un sussurro “Stai giù troietta, così godi meglio.”. Riappoggi il viso sul fresco del pavimento ch ti da un minimo di sollievo dal caldo che hai dentro. Lui esce da te, riappoggia il cazzo nel solco delle natiche e spalma i tuoi umori, poi riprova ad entrarti dentro. Senti che pian piano la cappella sta incominciando a scivolarti meglio dentro, ripete la pratica della lubrificazione del cazzo altre tre volte  e tu per altre tre volte trasmetti il tuo apprezzamento con un bel “ahhhh siiiiiii” a pieni polmoni. Alla quarta volta la cappella riesce a scivolare dentro di te, senti il tuo ano che si dilata senza sforzo, senti scivolare dentro di te la punta del suo cazzo, ti senti piena, non ti dispiace come sensazione, ma non la tua pratica preferita. Forzando ancora un po’ il tuo culo riesce ad infilare quasi un terzo del suo cazzo in te.

“Adesso devi scegliere Erika, entro io e ti impali tu?”, rimani spiazzata da questa domanda. Provi a voltare un poco la testa per guardarlo in faccia, non sai cosa rispondere e la sua risatina ti fa capire che era proprio la reazione che si aspettava. “lo immaginavo” ti dice e poi senza preavviso affonda interamente nel tuo culo. “AHHHHHH!” questa volta è un urlo di dolore che ti toglie il fiato. Resta fermo in te, senti le sue palle che si appoggiano sulla tua fica sbrodolante umori. Senti un dolore che ti infuoca dentro, senti il suo cazzo duo che tende il tuo ano, lo senti bruciare, senti la sua cappella che preme e pulsa contro le pareti del tuo ano. Senti come se ti avessero versato del piombo fuso dentro. No decisamente il sesso anale non è il tuo preferito.

Lentamente senti scemare il dolore, lui resta fermo, si sta godendo la sensazione di te intorno al suo cazzo che ti contrai, ogni contrazione è una fitta di piacere per lui. Quando il suo cazzo è oramai solo un leggero fastidio in te senti che inizia lentamente a penetrarti. Piano con calma, esce da te e poi riaffonda, non è violento ora, non ti fa godere particolarmente, ma non è più straziante come dolore, solo un fastidio sordo. Lo senti armeggia, non capisci cosa stia facendo, fino a che lui non si appoggia di più a te e senti una scossa quando qualcosa di freddo si appoggia alla tua figa bollente. Non appena senti il familiare ronzio capisci di cosa si tratta. Il bastardi ha tirato fuori lo spazzolino e ora vuole riempirti da entrambi i buchi!!! Senza cerimonie il proto-dildo è nuovamente in te. Lo schiaccia contro tuo clito turgido e voglioso. La scarica di piacere parte da tuo cervello e come una saetta si propaga lungo la spina dorsale in tutto il tuo corpo “Siiiiiiiiiiiiiiiii godooooooooooooooo!” sono le uniche parole che riesci a pronunciare prima di restare nuovamente senza fiato. La sua mano si muove rapita in te, ti scopa con il vibro come prima faceva con il cazzo. Intanto riprende a penetrarti anche da dietro, la combinazione dei due corpi in te che si muovono è letale per il tuo autocontrollo. Inizi a godere”Ahhh si!! Continua, mi sento sfondare!! Ancora ti voglio dentro, fammi godere! Siiii che bello essere piena ovunque!!! Ancora aprimi ti prego aprimiiiiiii!!!” Sei senza controllo, inarchi la schiena, la bocca aperta per catturare quanta più aria possibile, il seno che sobbalza ad ogni colpo che ricevi, la mano libra di lui si fionda su una tetta, la ghermisce quasi. Sei in preda al piacere, non capisci più nulla, mugugni, lo inciti a scoparti più a fondo, gli urli tutto il tuo piacere. La tua figa è un fiume che straborda, la sua mano oramai è coperta dei tuoi umori, dalla tua figa proviene un rumore liquido che hai sentito solo in un film porno una volta. Sei in preda ai tuoi istinti più perversi, vuoi godere appieno di tutto ciò. Duri però poco, dopo poco infatti senti salire dal centro della tua figa l’orgasmo più intenso che tu possa ricordare. Inizi ad urlare mentre il tuo corpo inizia a tremare “Siiiiiiii!!!” il tuo corpo trema tutto, irrigidisci le cosce, inarchi ancora di più la schiena, la tua figa si contrae quasi a voler mangiare lo spazzolino, il tuo ano si contrae divenendo una seconda pelle del cazzo che ti apre da dietro. Quasi ti sembra di squirtare da quanto è forte l’orgasmo. Raggiungi il culmine, senti che i tuoi umori colano in maniera oscena dalla figa, sei senza fiato. Ti accasci per terra con ancora lui dentro di te. Lascia lo spazzolino acceso ben piantato nella tua figa, anche lui, te ne accorgi solo ora, ha il fiato grosso. Credi anche lui sia venuto finalmente. Si sfila dal tuo ano, ma le senti ancora troppo turgido.

Lo senti che si siede sulla tazza. Ti giri, lo guardi sei stravolta, anche respirare ti da delle fitte al ventre. Con tua sorpresa lo osservi ancora svettante in mezzo alle sua gambe, “Tranquilla adesso facciamo venire pure lui!” ti sorride quasi. Con una mano ti sfili lo spazzolino da dentro, lo spegni e lo metti nel lavandino. Ti rendi conto che a terra c’è un lago dei tuoi umori. L’odore di sesso è forte e pungente in quel bagno ora. “Vieni, inginocchiati qui davanti a me!” ti dice mentre passa un po’ di carta sul suo cazzo. “Adesso finalmente diamo un senso a quelle belle zinne! Sai lo ammetto sono state quelle che alla fine dopo il colloqui ti hanno fatto assumere, l’altra era piatta come un asse da stiro!!” è una stilettata al tuo orgoglio, ma incassi e non dici nulla. Ti tiri a fatica sulle ginocchia, ti avvicini a lui, il suo cazzo è nuovamente all’altezza del suo viso. Vedi che ha ancora il fiatone, ti avvicini, inizi a succhiare quel pezzo di carne che ti ha esplorata ovunque, lo insalivi un po’ e poi lo prendi tra le tette. Inizi una spagnola veloce, con la punta della lingua dai delle brevi leccate alla cappella, lo inciti, senti che sta per venire, ti abbassi per prenderlo in bocca. Una mano sua ti ferma “Continua con la spagnola! Voglio venirti addosso!”. Già sai che non ti puoi tirare indietro, dai gli ultimi colpi, senti il suo cazzo vibrare, inizia a schizzare. Il primo getto bollente di sperma ti arriva in faccia, colpisce quasi l’occhio, gli altri si spargono sul tuo viso, sul collo e sulle tette. Quando ha finito si accascia sulla tazza, il fiato corto e ti guarda “Che bello spettacolo che sei tutta sborrata!” il suo sguardo di soddisfazione è lo stesso di un artista quando osserva li quadro completato “Non pulirti subito, aspetta che io sia uscito, nel mentre riordina questo troiaio che hai fatto in bagno. Poi con la mano spalmati per bene la mia sborra addosso e non ti lavare. Voglio che torni da tuo marito con me addosso! Chiaro?” L’accento sull’ultima parola ti fa capire che non scherza, lo vuole per davvero.

Lui si alza, si sciacqua alla belle e meglio nel lavandino, si da una sistemata, prende i vestiti ed esce dal bagno. Poco dopo senti la porta sul retro che si chiude e sai di essere sola. Cerchi di rialzarti, sei tutta un dolore. Quasi fatichi a stare in piedi, ti guardi allo specchio, sei coperta dalla sborra del tuo capo e la cosa sconvolgente è che il primo pensiero che ti sovviene è “Chissà che sapere ha?”, in cuor tuo già sai che farai quello che ti ha chiesto, non per lui, ma per te. Vuoi provare questa nuova trasgressione! Un dito raccoglie lo schizzo che ti chiude l’occhio, lo porti alla bocca e lo gusti “Non male! Da tenere in conto!”. Ti spalmi alla belle e meglio il resto della sborra sui seni e sul viso cercando di mascherare alla meglio i suoi getti. Ripulisci lo spazzolino. Rivestirti ti costa fatica, ti muovi al rallentatore, sei tutta un dolore. Per terra non sai come mascherare i tuoi umori, decidi di rovesciare dell’acqua in terra e speri che nessuno controlli troppo da vicino. 

Esci dall’ufficio sfatta e distrutta che son le nove, prendi il cellulare e trovi dieci chiamate di tuo marito. Sali in macchina attacchi il bluetooth e lo richiami. Cerchi di arginare da una parte la sua rabbia e dall’altra la sua curiosità, ti inventi la scusa del report e che il tuo capo è uno stronzo. Riesci a convincerlo. Quando arrivi a casa lo trovi sul divano davanti alla partita sereno e pacifico, tranquillizzato dalle tue parole, ti avvicini, lo baci, gli parli un po’. Sei tesa, non sai come reagirà lui, non sai cosa aspettarti, ma lui come sempre ti ascolta un po’ e un po’ segue il pallone. Allora gli dici che vai a farti una doccia che sei esausta, gli ridai un bacio, ma allunghi un po’ il contatto con lui, vuoi che senta l’odore di sborra su di te, ma lui non da segni di interesse. Ti giri verso il televisore, un calcio di rigore per la sua squadra, ti allontani sconsolata, non è andata come immaginavi, entri in bagno e lo senti esultare. 

Ti butti in doccia, lasci che l’acqua lavi via questa giornata, che ti distenda i muscoli. Provi a toccarti tra le gambe, la fica è dolorante e bollente, poi sposti una mano dietro, seggi l’ano con il medio, ti da molto fastidio. Decidi di lasciar perdere, finita la doccia esci, ti asciughi, appoggi l’asciugamano e ti osservi nuda allo specchio. I seni riportano i segni delle sue mani, qualche graffio arrossato, domattina saranno spariti, la tua figa è un punto rosso tra le gambe e il viso mostra tutta la stanchezza che hai addosso. Questa giornata ti ha stremata. Decidi di andare a letto così, nuda, quasi a volere che lui veda in che condizione sei, che un altro uomo è passato su ed in te. In camera ti metti sotto il solo lenzuolo e quasi subito sprofondi in un sonno agitato fatto di corpi nudi e uomini che abusano del tuo corpo.

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