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Fecondare mia suocera

By 21 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono già due anni che io ed Morgana siamo sposati e di figli nemmeno l’ombra. Non &egrave che non li vogliamo &egrave che, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a metterne in cantiere nemmeno uno. Voglio dire che in due anni mia moglie &egrave rimasta incinta per ben tre volte, ma la gravidanza si &egrave sempre spontaneamente interrotta al primo mese. &egrave come se il suo utero non accettasse di ospitare l’ovulo da me fecondato. Lo rifiuta. Lo espelle. Abbiamo consultato diversi luminari ma nessuno ha saputo spiegarci il motivo delle interruzioni. Ci siamo sottoposti a infinite prove d’esami. Niente. I miei ormoni sono sani cosi come sono sani quelli di mia moglie. Per Morgana il non poter avere figli sta diventando un grosso problema esistenziale. Basta un niente per farla andare in escandescenze. Devo fare qualcosa per farla uscire da quello stato di frustrazione. Una domenica mattina siamo ancora a letto quando sua madre viene a portarci il caff&egrave. Mia suocera, divorziata da quando la figlia aveva due anni, vive con noi. Si siede sul letto e comincia a parlare con la figlia delle cose da fare in mattinata. Non l’ascolto. Una pazza idea sta prendendo corpo nella mia mente. Il mio sguardo &egrave puntato sulla pancia di Vivianne che, avendo la vestaglia aperta sul davanti, &egrave completamente scoperta. Mia suocera si accorge che la sto guardando e subito raccoglie i lembi della vestaglia e li chiude. Si alza e si avvia verso l’uscita. Prima però dice alla figlia di alzarsi perché vuole essere accompagnata in città. Sono io a risponderle.
‘Mamma (la chiamo mamma dal giorno immediatamente dopo il matrimonio con sua figlia) Morgana questa mattina resta a tenermi compagnia. Devo parlarle. Se volete potete uscire da sola.’
Vivianne mi guarda con una strana luce negli occhi. Poi distoglie lo sguardo ed esce dalla stanza. Siamo soli.
Scendo dal letto e vado a chiudere la porta dopodiché ritorno a letto. Abbraccio mia moglie e l’attiro a me.
‘Morgana hai mai sentito parlare di utero in affitto?’
Mia moglie solleva il viso e mi guarda.
‘Da quando ho scoperto che il mio utero si rifiuta di procreare mi sono lanciata ad esplorare il web per cercare di capire cosa c’&egrave che non va in me. E’ stato cosi che mi sono imbattuta in siti che parlano di fecondazione assistita o di uteri in affitto. Perché me lo chiedi?’
‘Noi due sappiamo benissimo che siamo sani. Non riusciamo ad avere un figlio solo perché il tuo corpo si rifiuta di procreare. Ho pensato che potremmo ricorrere alla maternità surrogata. Facciamo prelevare un tuo ovulo che faremo fecondare con i miei spermatozoi e lo faremo impiantare nell’utero di una donna disposta a far nascere il bambino. Cosa ne pensi?’
Attimi di silenzio.
‘Ho pensato molto a questa possibilità. La cosa che mi spaventa &egrave quella di chiedere ad una donna che non conosco se &egrave disponibile ad ospitare nel suo ventre il nostro bambino fino alla nascita.’
‘E se questa donna la conosci e che ti vuole anche un monte di bene glielo chiederesti?’
‘Certamente. A chi hai pensato?’
‘In un primo momento ho pensato a mia madre, ma ci ho subito rinunciato perché sono sicuro che non accetterebbe mai di ospitare un tuo ovulo fecondato dal mio sperma. Poi stamattina ho visto la donna che lo farebbe senza porre ostacoli. Morgana sto parlando di Vivianne, tua madre.’
‘Mia madre? Ti rendi conto di quello che proponi? Dovremmo chiedere a mia madre se vuole prestarci il suo utero per il tempo necessario a far nascere un bambino? E dici che lo farebbe?’
‘Sono sicuro. Lei vuole diventare nonna ed il fatto che tu non riesci a portare a termine una gravidanza la fa imbestialire. Ti vuole bene e non accetta che il frutto del suo ventre non riesce a diventare mamma. Si, se glielo chiedi accetterà.’
Morgana si stringe a me e per circa un’ora non parla. Di colpo si libera dal mio abbraccio e si mette a sedere sul letto.
‘Mi hai convinta. Chi meglio di mia madre potrebbe soddisfare il nostro bisogno di avere un figlio. Glielo chiederò a condizione che tu sia presente. Vieni andiamo a cercarla.’
Mi prende per mano e mi trascina giù dal letto; indossiamo una vestaglia ed usciamo dalla camera. Ci dirigiamo in cucina dove di certo possiamo trovarla. Infatti &egrave li indaffarata a pulire la verdura per l’insalata.
‘Mamma, per favore, siediti ti dobbiamo parlare. Anzi no, ti dobbiamo fare una domanda.’
Vivianne prende posto vicino al tavolo e nel farlo la vestaglia le si apre all’altezza delle tette che non coperte dal reggiseno si mostrano in tutta la loro bellezza. Non si accorge di avere le tette fuori e la figlia non glielo fa notare.
‘Cosa volete chiedermi?’
‘Mamma cosa pensi delle donne che danno il proprio utero in affitto a coppie che non possono o che non riescono ad avere figli?’
Vivianne non sembra sorpresa della domanda.
‘Niente in contrario se la donna che &egrave propensa a prestare il suo utero &egrave sana fisicamente e biologicamente. Sai, anch’io in questi ultimi tempi ho pensato a questa possibilità. Io voglio un nipote e solo voi due potete accontentarmi. Quindi se proprio il tuo ventre non riesce a portare a termine una gravidanza non ti resta altro da fare che cercare una donna che metta a disposizione il suo utero. Questo avrà un costo. Ma non preoccupatevi mi farò carico io di tutto. Piuttosto avete già un’idea su che tipo di donna deve essere l’ospitante?’
‘Mamma, Jmmy ha in mente una donna che io considero adatta a ospitare nel suo utero il mio ovulo fecondato da spermatozoi di mio marito. &egrave una bella donna, &egrave ancora giovane, fisicamente sana e da quando ne so lo &egrave anche biologicamente.’
‘Mi sembra di capire che la conoscete. Di chi si tratta? La conosco?’
&egrave il mio turno.
‘Nessuno la conosce meglio di te. Vivianne la donna di cui parliamo sei tu. Vuoi darci il tuo utero in prestito?’
Il volto di mia suocera diventa cadaverico. Con un balzo si alza dalla sedia. Il movimento fa ballare le sue meravigliose tette che, tra l’altro, non ho mai smesso di guardare. Veloce abbandona la cucina e sparisce. Guardo mia moglie.
‘Abbiamo fatto una gaffe. Non ce lo perdonerà mai. Dovevamo aspettarcelo. Come abbiamo potuto chiedere a mia madre di mettere a disposizione il suo utero?’
‘Dai non drammatizzare. Dovevamo tentare.’
Non immaginavamo nemmeno lontanamente che la nostra richiesta avrebbe avuto uno sviluppo. Per circa una settimana non abbiamo più occasione di parlare con mia suocera, ne di vederla. Una sera siamo nel salone a guardare la TV quando una folata di vento ci fa guardare in direzione della porta. E’ lei, mia suocera. Piomba come un uragano al centro del salone. Si pianta davanti allo schermo della TV. La guardo. &egrave bellissima. Non nascondo una certa eccitazione. Indossa un abito nero che mette in risalto la sua bianca pelle che la rende ancora più bella. Sul davanti due triangoli di stoffa si dipartono dal giro di vite che salendo coprono le favolose mammelle lasciando scoperto l’ombelico ed il solco che divide le tette l’una dall’altra e poi continuano a salire andando ad unirsi dietro al bianco e lungo collo. La parte inferiore si allunga fino alle ginocchia con uno spacco laterale che mette in evidenza una stupenda e lunga gamba inguainata in una calza nera a rete tenuta su da un reggicalze anch’esso nero, si intravede una bretella dello stesso. Mia moglie &egrave la prima a riprendersi.
‘Mamma, finalmente. Dove sei stata? Sono stata in ansia.’
‘Mi sono presa una settimana di vacanza. Avevo bisogno di riflettere sulla vostra richiesta. Dovevo valutare i pro ed i contro. Stasera sono stata in una discoteca frequentata da donne ed uomini della mia età. Ho ballato molto e nel farlo pensavo alla vostra proposta.’
‘Sei giunta ad una conclusione? Qual &egrave la tua risposta?’
‘Morgana, bambina, come sai sono sulla soglia dei quasi 40 anni. Non sono vecchia ma non sono nemmeno giovane. Da quando sei nata non un uomo ha più dormito nel mio letto. Sapessi quante volte ho desiderato abbracciare un uomo. So che gli uomini mi trascinerebbero nei loro letti e mi possiederebbero come fossi una bestia. Ne vuoi una prova? Guarda fra le gambe di tuo marito e vedrai che dico il vero. Il tuo Jmmy &egrave innamorato di sua suocera. Lo &egrave sempre stato.’
Morgana mi molla un ceffone.
‘Porco. Desideri scoparti mia madre?’
‘Non lo mortificare. Non &egrave sua la colpa. Sono io a provocare negli uomini istinti animaleschi. A volte maledico il mio corpo. Fammi continuare. Ho detto che sono ancora giovane ed aggiungo che sono ancora in grado di procreare. Il mio desiderio &egrave quello di avere un figlio mio. Ora so che questo sogno posso realizzarlo.’
‘Come pensi di farlo?’
‘Oh questa &egrave bella. L’unico modo che conosco per fare bambini e quello di farsi ingravidare.’
‘Per farlo ci vuole un uomo ed hai appena detto che, al momento, non c’&egrave.’
‘Uno ci sarebbe. &egrave tuo marito.’
Morgana spalanca i suoi bei occhioni.
‘Vuoi che mio marito ti ingravidi? Vuoi accoppiarti con Jmmy e farci un figlio? Mamma sai cosa stai chiedendo?’
‘&egrave la condizione che pongo per prestarvi il mio utero. Tuo marito mi chiava e mi ingravida, dopo farò crescere nel mio ventre il vostro bambino. Ripeto: prima nasce il mio bambino e poi nascerà il vostro. Se siete d’accordo mi farete sapere.’
Esce dalla stanza. Il silenzio &egrave padrone. Mia moglie mi guarda con occhi carichi d’ira.
‘&egrave vero quello che ha detto mia madre? La vuoi scopare? Che l’hai sempre desiderata? Devo credere che mi hai sposata per arrivare a lei?’
‘Sì, &egrave vero, la desidero. Tua madre &egrave una donna che non ha uguali. &egrave la donna che tutti gli uomini sognano di avere nel proprio letto. Per una donna come tua madre si fanno pazzie impossibili al solo pensarle. Questo non mi impedisce di amarti. Io amo te cosi come amo lei. Non ti ho mai tradita. Più volte ho avuto occasione di palesarle il mio desiderio ma mai l’ho fatto.’
‘Nemmeno quando mi hai proposto di chiederle di farci prestare il suo utero?’
‘Mai ho pensato di approfittare. Sono stato sincero.’
‘Ti credo. Come la mettiamo? L’hai sentita? Vuole la precedenza. Vuole che tu la metta incinta e solo dopo che avrà partorito il figlio suo ospiterà il mio ovulo nel suo ventre. Il che significa che nostro figlio, se tutto va bene, nascerà fra tre o quattro anni.’
‘So cosa farei se fossi il solo a decidere, ma siamo in due e trattandosi di tua madre spetta a te prendere la decisione.’
Morgana non ci mette molto. Un bacio sulle mie labbra e poi un sorriso.
‘In fin dei conti preferisco che sia tu a giacere con lei piuttosto che vedere un estraneo gironzolare per casa. Va da lei. Chiavala e torna da me quando sei sicuro di averla ingravidata. Fai attenzione. &egrave da quando sono nata che un cazzo non visita la sua caverna. Fra le gambe ha una tigre affamata.’
Mi lancio su mia moglie e le infilo la lingua in bocca. Mai avrei creduto che mi desse il suo consenso a chiavarmi sua madre. Un ultimo bacio e via verso l’eden. Arrivo alla camera di Vivianne &egrave chiusa. Abbasso la maniglia e la porta si apre. Mia suocera &egrave in piedi vicino alla finestra balcone e sta guardando verso l’esterno. Ha la schiena completamente scoperta.
‘Ti sto aspettando. Sapevo che saresti venuto. Entra e chiudi la porta a chiave.’
Eseguo l’ordine come un automa.
‘Vienimi vicino e abbracciami.’
Mi precipito. Le cingo la vita con le mie braccia e la stringo a me. Lei abbandona la testa sulla mia spalla e con le braccia stringe le mie che la tengono stretta.
‘Più forte. Mettici più forza. Fammi sentire quanto mi desideri.’
La guardo. Ha gli occhi che le luccicano e le labbra sono dischiuse. &egrave un invito. Avvicino la mia bocca alla sua e le infilo la lingua in bocca. La sua lingua viene incontro alla mia e insieme si avviluppano; danzano il ballo dell’amore. Intanto le mie mani si sono aperte la strada fra il suo vestito ed il suo corpo; raggiungo le tette. Sono talmente grandi che le mie mani non riescono a contenerle. Gliele strizzo.
‘Sì, così, strizzale di più, fammi male. Dio, come mi piace sentire le tue mani strizzare le mie mammelle. Quanto ho sognato questo momento. So che anche a te piacciono. In questi due anni non hai fatto altro che sbirciare nelle mie scollature. Ho sentito i tuoi occhi spogliarmi. Ho sentito le tue labbra baciarmi le zizze. &egrave giunto il momento. Vuoi far diventare reale il tuo sogno?’
‘Mi chiedi se voglio succhiarti le zizze? Non vedo l’ora di farlo.’
‘Prima spogliami.’
Non ha molto da essere tolto. Quando il vestito scivola sul pavimento ai miei occhi si manifesta il nudo corpo di una donna che dire bella le fa torto. Ha quasi il doppio della mia età ma sembra una ragazza mia coetanea. La natura si &egrave divertita ad impastare ed a modellare quel fantastico corpo. &egrave una meraviglia. Si pianta al centro della stanza ed allarga leggermente le gambe. Non ha le mutandine. Un folto ciuffo di peli neri fa capolino fra le sue gambe. Vederla vestita unicamente di un paio di calze nere a rete tenute su da un reggicalze pur esso nero scatena la mia fantasia. Il mio cazzo cresce nei miei slip.
‘Sono di tuo gradimento?’
‘E me lo chiedi. Mi ritengo l’uomo più fortunato del mondo perché sto ammirando il corpo della donna più bella che esista al mondo.’
Vivianne ride, si avvicina e comincia a spogliarmi e nel farlo mi spinge verso il letto.
‘Sai che fra poco possiederai il corpo che tanto ti piace, sai che diventerò la tua scrofa. Sai che voglio che tu mi metta incinta non una ma più volte. Finché sarò in grado di farlo voglio fare quanti più bambini mi sarà possibile fare e tu sei l’uomo che renderà possibile il mio desiderio di diventare madre di una nutrita schiera di bambini.’
Si avvicina, mi mette le mani sul petto e mi da una spinta che mi fa cadere sul letto, in un baleno mi &egrave sopra; Si siede sulla mia pancia. Senza distogliere lo sguardo dal mio china il busto in avanti e le sue poderose zizze ciondolano sul mio viso. Un capezzolo mi sta sfiorando le labbra. sento la sua voce invitarmi.
‘Su, apri la bocca. E’ giunto il momento; succhiami le tette. Sono anni che aspetti questo momento e sono anni che desidero che tu lo faccia.’
Non mi sembra vero. Sto certamente vivendo un sogno. No, non sto sognando. Quelle che pendono davanti ai miei occhi sono realmente le mammelle di mia suocera e me le sta offrendo. Sollevo la testa quel tanto che basta per agganciare con le mie labbra il grosso capezzolo e trascinarlo nella mia bocca. Le mie labbra hanno anche circondato la sua grossa e scura aureola. Con la lingua schiaccio il capezzolo contro il palato e comincio a succhiare. E’ una cosa che ho sempre saputo fare e trattandosi delle poderose zizze di mia suocera i miei ricordi non mi tradiscono. Con voracità passo da una tetta altra. Vivianne lancia continui miagolii. Una sua mano prende a sbottonarmi la camicia. La lascia scorrere sul mio torace. Le sue dita giocano con i miei capezzoli; continua a scendere; mi slaccia la cinghia dei pantaloni e fa scorrere la zip. La sua mano si posa sugli slip che coprono il mio indurito cazzo. Lo accarezza. Lentamente le sue dita si infilano negli slip. Incontrano il cazzo e lo circondano.
‘Hai un paletto bello grosso ed &egrave pure lungo, ti aiuto a sfilarti i pantaloni. Voglio vedere se il tuo cazzo risponde alle mie aspettative.’
Sfilo i pantaloni ed anche gli slip. Il mio inquilino, al contatto con l’aria fredda, ha un guizzo e balza in avanti. &egrave puntato verso il soffitto; sembra un missile pronto ad essere lanciato. Gli manca solo il bersaglio. Ci pensa mia suocera a fornirmi il bersaglio necessario al bisogno. Si stende sul letto, tira su le gambe ed allarga le cosce. Una folta foresta di peli nasconde la sua vagina. Stende le braccia verso di me.
‘Sei fatto come ti ho immaginato. Anche il tuo coso &egrave come l’ho sognato. &egrave da quando sei venuto a casa mia la prima volta che ti desidero. Sono circa tre anni che ho aspettato questo giorno. &egrave troppo il tempo che ho atteso. Vieni; entra in me e chiavami. Possiedimi come un toro possiede la sua vacca. Riempi il mio ventre del tuo liquido seminale. Fecondami.’
Mi catapulto fra le sue bianche cosce; con una mano artiglio il mio muscolo di dura carne e ne indirizzo la punta fra le sue grandi labbra. Il grosso glande avanza verso l’interno. Vivianne solleva il bacino e viene incontro al mio cazzo che varcata la soglia delle grandi labbra scivola verso il profondo dell’oscuro orifizio vaginale.
Mentre la penetro mia suocera lancia continui miagolii di piacere.
‘Stantuffa questo tuo pistone nel ventre di tua suocera. Sono anni che un cazzo non ara la mia vagina. Ho dimenticato cosa significa farsi chiavare da uno stallone bello e forte. Fammi galoppare fino a sfinirmi.’
Non so come ma metterò tutto il mio impegno per soddisfare la sua voglia di piacere. Devo riuscire a farle dimenticare il periodo di astinenza. Non voglio deluderla. Lentamente comincio a pompare il mio cazzo nella sua orrida vagina. Lei apprezza il mio modo di chiavarla.
‘Si, continua così. Dai, fammi impazzire. Dio come sei bravo. Mi piace molto il modo in cui mi stai chiavando. Dimmi, amore, chi &egrave la tua maestra. Chi ti ha insegnato a chiavare in questo modo?’
Senza smettere di pomparle il cazzo nella pancia le rispondo:
‘Non ho avuto una maestra. Io non ho avuto altre donne. Tua figlia &egrave stata la prima. Abbiamo imparato insieme. Questo non mi ha impedito di fantasticare. Ho immaginato come sarebbe stato bello chiavarti e possederti. Ed ora eccomi qui, con il mio corpo fermo fra le tue cosce e con il cazzo piantato dentro al tuo ventre provando e cercando di darti il massimo del piacere. ‘
Mi circonda il torace con le braccia e mi attira a se. Le sue lunghe gambe vanno ad incrociarsi sulla mia schiena. Due bianche cosce stringono i miei fianchi. Avvicino le labbra alle sue e le infilo la lingua in bocca; lei se ne impossessa e la succhia con avidità. In tutto questo tempo il dentro fuori del mio cazzo nella sua vagina non ha avuto un attimo di tregua. Il mio pene affonda nell’agognata vulva di mia suocera come un piolo affonda nella terra. Ad ogni colpo Vivianne emette lunghi ululati che mi eccitano e mi incoraggiano a continuare nell’azione intrapresa. Mai avrei pensato di riuscire a chiavare mia suocera. La sento irrigidirsi.
‘Sì; Sìììììììì, così. Oh dio sto venendo. Non credevo fosse possibile. Non smettere.’
Non ne ho la benché minima intenzione. Al contrario aumento l’andatura del dentro fuori. Il mio ariete affonda nel suo corpo con più vigore. I colpi che le fiondo nel ventre sono violenti. Le sue urla di piacere si intensificano. Un ruggito mi dice che il suo piacere &egrave giunto al culmine. Sta godendo. Un attimo dopo anche il mio vulcano va in eruzione.
‘Vivianne, non riesco a trattenermi. Vengo.’
‘Si vieni pure. Non darti pensiero. Scarica il tuo piacere nella mia pancia. Riempi la mia vagina del tuo liquido seminale.’
Bordate di denso e copioso sperma si riversano nella sua vagina andando ad infrangersi contro il suo utero. Il mio sperma si unisce alle sue secrezioni vaginali dando così vita ad un lago che le colma la figa fino all’orlo. Il mio corpo non più in tensione si abbandona sul suo. Lei mi bacia il viso.
‘Grazie. Non credevo riuscissi a farmi godere. Dai, tiralo fuori e lasciami andare in bagno.’
Mi sollevo e le sfilo il cazzo dalla vagina; mi metto al suo fianco. Lei si alza e si dirige verso il bagno, entra e chiude la porta dietro di se. Resto solo a rimuginare su quanto &egrave accaduto. Ho chiavato mia suocera e lei &egrave cosciente di essersi accoppiata con suo genero. Da oggi la vita in questa casa non sarà più la stessa. Sono perplesso. Quale futuro mi aspetta? La relazione appena iniziata con mia suocera inciderà sul mio matrimonio con sua figlia? Domande che non hanno risposte. Dopo circa un’ora esce dal bagno; &egrave avvolta in un accappatoio rosa. Si avvicina; si china e mi bacia sulle labbra.
‘Tocca a te. Quando avrai finito raggiungimi. Da questa sera sarà anche la tua camera. Dormiremo nello stesso letto. Sarai il mio amante e niente ti strapperà dalle mie braccia. Ti permetterò di raggiungere tua moglie solo quando sarò certa che mi hai impregnata.’

Continua

P. S.: questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Due mesi trascorrono da quella prima volta. Io e mia suocera ci sollazziamo senza un attimo di sosta. Le riverso nel ventre una quantità enorme di sperma senza sprecarne nemmeno una goccia. Un pomeriggio Vivianne si reca in città. Sono disteso sul divano con la testa appoggiata sulle sue cosce di mia moglie. Morgana mi accarezza, le sue dita si intrufolano nei miei capelli. La sua voce mi arriva all’orecchio.
‘Ti decidi a metterla incinta. La mia passera desidera che il tuo uccellino venga a trovarla nel suo nido.’
‘Amore non &egrave colpa mia. Sto facendo il possibile per impregnare tua madre. Non passa giorno che non le riempio il ventre del mio sperma.’
‘Dimmi, a letto &egrave brava? Ti piace chiavarla?’
‘Morgana, &egrave come avevi detto. Tua madre fra le gambe ha una pucchiacca che &egrave la bocca di una tigre affamata. Quando le metto il cazzo dentro ho la sensazione che voglia fagocitarlo.’
‘Sono contenta. Almeno un risultato l’abbiamo ottenuto. Mia madre sta scaricando anni di astinenza. &egrave diventata meno nervosa. Sembra sia ringiovanita.’
Noto nel tono della sua voce un po’ di risentimento.
‘Non &egrave che sei gelosa?’
‘Si sono gelosa, ma non come puoi credere. Ti invidio.’
‘Hai invidia del fatto che vado a letto con tua madre? perché?’
‘Perché vorrei essere al tuo posto.’
Perché non sono sorpreso da quella dichiarazione?
‘Tu vuoi fare sesso con Vivianne? Desideri scoparti tua madre? Perché non glielo dici che la vuoi possedere?’
‘Ho paura.’
‘E di che? Certamente non ti ammazza. Al massimo la scioccheresti. In compenso ti toglieresti un peso dallo stomaco. Devi liberarti di questo desiderio. Quando torna ti lascio sola con lei e gli dirai che vuoi amarla.’
Non ha il tempo di rispondermi. Una folata di aria fresca ci fa voltare la testa verso l’ingresso del salone. Vivianne &egrave piombata in casa senza che ce ne accorgessimo. Viene a sedersi sul divano. I suoi occhi sprizzano felicità.
‘Miei adorabili bambini. &egrave accaduta una cosa meravigliosa. Grazie a voi due sarò di nuovo madre. Sono incinta. Tuo marito mi ha ingravidata.’
Morgana balza a sedere. La guarda incredula.
‘Stai parlando seriamente? Nel tuo ventre sta crescendo un figlio di mio marito? &egrave riuscito ad impregnarti?’
‘Sì. Avrò un figlio; spero non ti dispiaccia?’
‘Dispiacermi? E perché? Far nascere un bambino &egrave la cosa più bella che potesse capitare in questa casa.’
Mi precipito ad abbracciare mia suocera; la stringo e la copro di baci. Morgana si unisce alle mie effusioni e da un bacio alla madre sulle labbra. Vivianne la guarda e coglie negli occhi della figlia un luccichio che &egrave una richiesta. La cosa non mi sfugge.
‘Dobbiamo festeggiare l’evento. Andiamo in camera tua. Il letto &egrave abbastanza grande da poter ospitare noi tre.’
Mia suocera e mia moglie mi guardano senza capire.
‘Il figlio che sta crescendo nel ventre di Vivianne non &egrave solo mio. Io ci ho messo il seme, ma &egrave il frutto di un intesa raggiunta fra noi tre. Quindi &egrave giusto che siamo in tre a festeggiare.’
Morgana capisce il mio gioco. Ha intuito che sto preparando il terreno per farla incontrare sessualmente con la madre.’
‘Sono d’accordo. Mamma, il figlio che porti in grembo &egrave anche mio. Non dimenticare che il cazzo che ti ha inseminata appartiene a mio marito. Per ben due mesi circa ti ha chiavato per soddisfare il tuo desiderio di avere un figlio. In questo tempo che lui scaricava nel tuo ventre il suo seme la mia lupacchiotta ululava alla luna vanamente il suo desiderio. Anch’io ho dato il mio contributo affinché questo bambino venga al mondo quindi &egrave giusto che anch’io partecipi alla festa.’
Prima che la madre si riprenda, Morgana si alza, prende la mano della madre, la costringe ad alzarsi e sempre tenendole la mano ben stretta la guida verso l’uscita dal salone. Vivianne con gli occhi puntati su di me, si lascia trascinare. Le seguo. Giungiamo in camera. Mi piazzo dietro mia suocera e le cingo la vita con le braccia. La stringo. Morgana le &egrave difronte. Chino la testa sul suo bianco collo e le do un bacio dietro l’orecchio. Vivianne ha un fremito. Finalmente riesce a parlare.
‘Che intenzioni avete? Cosa volete fare?’
&egrave Morgana a risponderle.
‘Mamma vogliamo solo festeggiare la tua gravidanza. Rilassati non abbiamo cattive intenzioni.’
‘Non me la contate giusta. Per festeggiare non &egrave necessario venire in camera da letto; bastava restare nel salone.’
&egrave il mio turno di intervenire. La stringo di più e le premo il mio indurito cazzo contro il suo culo.
‘Vivianne hai mai pensato di avere una bella donna come figlia? Non hai mai desiderato di vederla nuda? E tu, Morgana, hai mai visto tua madre nuda? No? Avvicinati ed aiutami a spogliarla. ‘
Mia suocera tenta di liberarsi dalla mia stretta.
‘Sapevo che c’era qualcosa che non quadrava. Ho capito quali sono le vostre intenzioni. Figlia mia ti prego non farlo. Sono tua madre, non puoi farmi questo.’
‘Mamma, sono due mesi che fantastico di vederti montare da mio marito. Spesso sono stata tentata di spiarvi. Non l’ho fatto, ma la voglia di vedere mio marito sbatterti nel ventre il suo cazzo mi &egrave rimasta. Oggi voglio vederti mentre il mio Jmmy ti chiava.’
‘Sei una bugiarda. Le tue intenzioni non sono solo queste. Tu non vuoi solo vedermi chiavare da tuo marito, ma vuoi partecipare attivamente al gioco. Ancora una volta ti imploro ritorna in te.’
Intanto Morgana si &egrave liberata dei suoi vestiti ed &egrave completamente nuda. Io ho approfittato del loro battibecco per aprire la camicetta di mia suocera. Le grosse mammelle sono libere e si offrono alla vista della figlia che le guarda affascinata. Porto le mani sotto le tette e le sollevo.
‘Guarda come sono belle le zizze di tua madre, vieni a baciarle, stanno aspettando la tua bocca.’
‘Morgana non farlo, sono tua madre.’
Mia moglie si avvicina, il suo splendido corpo e quasi giunto a contatto con quello della madre. Mia suocera tenta di divincolarsi dal mio abbraccio. Non ci riesce. La figlia le da un bacio sulle labbra e poi china la testa andando incontro alle favolose poppe della madre, le bacia, vedo la sua lingua fare capolino dalle sue labbra e comincia a vorticare sulle zizze di Vivianne. Le lecca e con la punta della lingua le titilla i capezzoli che rispondono alle sollecitazioni dei colpi della lingua di Morgana indurendosi. Vivianne cerca di sottrarsi a quella che lei considera una violenza.
‘Figlia mia, cosa stai facendo? non ti rendi conto dello sbaglio che tu e tuo marito state commettendo. Mi state violentando. Vi prego tornate in voi. Ragionate.’
Morgana non ha nessuna intenzione di fermarsi. La sua bocca si sposta da una zizza all’altra. Vedo i grossi capezzoli sparire, a turno, nella sua bocca.
‘Mamma &egrave da quando mi sono venute le prime mestruazioni che ho desiderato succhiarti le mammelle. Io ti amo. Lasciati andare. Vedrai che ti piacerà.’
L’azione di Morgana incomincia a dare i suoi frutti. La tensione incomincia ad abbandonare il corpo di mia suocera. Si lascia andare. Vedo le sue mani poggiarsi sul capo della figlia.
‘Davvero mi hai desiderata? Poverina. Quanto devi aver sofferto.’
Gira la testa verso di me e mi guarda con occhi pieni di fuoco.
‘Tu, brutto ruffiano, hai sempre saputo dei desideri che mia figlia nutriva nei miei confronti e solo oggi ti sei deciso a favorirla. Puoi lasciarmi. Non scapperò. Mia figlia deve realizzare il suo sogno ed io l’accontenterò.’
La libero dalla stretta delle mie braccia. Lei allontana la figlia dello spazio necessario per liberarsi dei vestiti e delle mutandine; prende la figlia per mano e si dirige verso il letto.
‘Vieni. Sul letto saremo più comode. Hai detto che mi ami. Dimostramelo. Sarò tua fino a sfinirmi. Sono pronta a soddisfare le tue voglie.’
Intanto vado a sedermi sulla poltrona. Madre e figlia hanno raggiunto il letto. Vivianne &egrave distesa di schiena e Morgana le &egrave sopra. Le loro bocche sono unite in un lungo bacio. Vedo le loro lingue duellare. Le loro mani non stanno ferme. Le dita di Vivianne giocano con i capezzoli della figlia mentre le dita di Morgana strizzano i grossi capezzoli della madre. Entrambe mugolano. Di colpo Morgana abbandona la bocca della madre e comincia a baciarle il corpo. La lingua guizza sul corpo di Vivianne strappandole forti nitriti. Raggiunge le mammelle e le lecca facendo vibrare la sua lingua sulle lisce rotondità dei bianchi globi materni. Vedo le labbra di Morgana circondare un capezzolo e succhiarlo. I nitriti di Vivianne aumentano di intensità. La sua testa prende a dondolare sul cuscino. Un grido &egrave l’annuncio di un raggiunto orgasmo. Mia moglie abbandona le mammelle e veloce si porta fra le cosce della madre che le ha allargate pronta ad accogliere la testa della figlia la quale tira fuori la lingua &egrave lecca la fica della madre nettandola degli umori che le stanno uscendo dalla vagina. Con un veloce movimento Morgana si mette a cavalcioni del corpo di sua madre posizionandole il bacino sul viso e offrendole la sua figa grondante umori. Vivianne tira fuori la lingua e lappa gli umori della figlia. Le due danno inizio ad un fantastico 69. La stanza si riempie di miagolii e di nitriti. Le due donne mi stanno offrendo uno spettacolo favoloso. Non ho mai visto due donne amarsi cosi intensamente. L’effetto si fa sentire. Il mio cazzo si &egrave indurito e preme negli slip. Mi libero dei vestiti ed anche degli slip. Il cazzo svetta verso il soffitto. Il glande &egrave libero dal cappuccio. Mi risiedo e lo accarezzo. Dopo un po’ la durezza comincia a farmi male. C’&egrave un solo modo per alleviare il dolore. Mi alzo e salgo sul letto mi posiziono dietro mia moglie e con la mano accompagno il mio cazzo all’entrata della figa di Morgana. Nel farlo il cazzo incontra la lingua di Vivianne che per niente infastidita passa a leccare anche il mio cazzo che avanza verso l’interno del ventre di mia moglie che non smette di leccare la figa della madre nemmeno quando le stantuffo il cazzo nella pancia. Pochi minuti e i nitriti delle due giumente ed i miei grugniti riempiono la stanza. Il piacere si &egrave impossessato dei nostri corpi. Insieme esplodiamo. Mia suocera scarica nella bocca della figlia il suo orgasmo; io scarico nel ventre di Morgana le mie bordate di sperma che unendosi agli umori di mia moglie formano un lago che rompendo gli argini e superando l’ostacolo formato dal mio cazzo si riversa nella bocca di mia suocera che li ingoia emettendo piacevoli suoni di degustazione. Da quel giorno ha inizio il menage a tre. Mia suocera si trasferisce nella nostra camera che diventa un luogo dove gli istinti animaleschi di ognuno di noi esplodono. La più assatanata di sesso &egrave mia moglie che non perde occasione di giacere, di volta in volta, o con me o con la madre o con me e la madre insieme. Il tempo passa inesorabile. Dopo un mese una notizia sconvolge la quiete casalinga. Morgana &egrave incinta. Un’ennesima gravidanza che non giungerà a compimento. Iniziano nuovamente le corse dai medici i quali non trovano niente di cambiato rispetto alle precedenti gravidanze. Tutto si ripete come un copione. Io e Vivianne restiamo in attesa. Passano i mesi. La gravidanza di mia suocera &egrave ben evidenziata. La dimostrazione sta nel grosso pancione che si &egrave gonfiato fino a diventare grosso come la prua di un dirigibile e che non le impedisce di ricevere la sua razione di cazzo nel ventre. Sono le chiavate più esilaranti. Ho sempre desiderato chiavare una donna pregna e mia suocera ha realizzato il mio sogno. Mia moglie, tenuto conto del problema, non azzardo a chiavarla e nemmeno la madre giace con la figlia. Per evitare tentazioni Vivianne ritorna nella sua camera dove la raggiungo almeno tre volte per settimana e le sbatto il cazzo nel ventre con somma soddisfazione di entrambi. Intanto i mesi passano e la gravidanza di mia moglie va avanti. Il terzo mese viene superato e il temuto aborto non da segni. Anche il quarto e quinto mese vengono superati. Mia suocera ritorna a dormire insieme alla figlia. Solo io vengo tenuto fuori. La gravidanza di Vivianne giunge al nono mese. &egrave diventata enorme. Ha due mammelle talmente grosse e gonfie da sembrare zizze di vacca per non parlare del pancione. Giunge il giorno del parto. Di corsa in ospedale e nel pomeriggio Vivianne partorisce. Nasce una bel maschietto. Resto con lei fino a tardi. Poi torno a casa e do la notizia a mia moglie. Non le ho telefonato prima perché ho avuto paura per il suo stato. &egrave tante la gioia di Morgana che mi copre di baci.
‘Dai festeggiamo come facemmo il giorno che mamma ci diede la notizia.’
‘Amore non possiamo. Il tuo stato non te lo permette.’
‘Sono all’ottavo mese. Tutto quello che può accadere &egrave partorire prima. Non hai forse chiavato mia madre anche ieri sera ed era il giorno prima che partorisse. Dai spogliati e stenditi sarò io a cavalcarti. Non avere paura. So cosa faccio.’
Mi lascio convincere; mi spoglio e mi stendo sul letto. Morgana si toglie le mutande e mi cavalca. Artiglia il mio cazzo e lo guida fra le grandi labbra della sua vagina. Con movimenti lenti rotea il bacino facendo in modo che il mio cazzo si addentri nel suo gonfio ventre.
‘Finalmente. Sono otto mesi che desidero il tuo cazzo. Non muoverti, stai fermo; lascia che sia io a condurre il gioco. Voglio godermi questo momento il più a lungo possibile.’
Con abili movimenti si sfila il vestito e si slaccia il reggiseno. Il pancione si &egrave appoggiato sul mio ventre. &egrave enorme. Si vedono le vene. Anche le mammelle sono grosse e gonfie di latte. Le areole si sono allargate e sono diventate di colore marrone; i capezzoli sono di un rosso scuro. Dio! Quanto &egrave bella. Mai avrei immaginato che una donna incinta fosse cosi bella e arrapante.
‘Ehi! Sveglia. Dal modo di guardarmi sembra che tu non abbia mai visto una donna incinta? Eppure sei stato insieme ad una donna gravida fino ad un giorno prima che partorisse.’
‘Se ti riferisci a Vivianne ti dico che per quanto bella e desiderabile tua madre ci perde al tuo confronto.’
‘Dici davvero. Sono più desiderabile di mia madre. Però ti e piaciuta chiavarla e ingravidarla. Stamane ti ha dato un figlio.’
Allungo le mani e le accarezzo il pancione.
‘Presto anche tu partorirai ed un altro figlio si aggiungerà a quello partorito da tua madre.’
‘Stai mettendo su una bella nidiata e ti sei assicurato anche un piccolo harem.’
Durante il nostro interloquire Morgana non aveva mai smesso di roteare il suo bacino e mai aveva smesso di alternare la rotazione con piccoli e veloci saltelli sul mio cazzo. Ad ogni salto vedo le sue mammelle sobbalzare. Le guardo con occhi pieni di cupidigia. Mia moglie se ne accorge.
‘Ti piace vederle dondolare? Vuoi succhiarle? Dai, approfittane; vieni a bere il mio latte.’
Non mi faccio pregare ulteriormente. Sollevo la testa e vado incontro a quelle poderose gonfie zizze. Un capezzolo si schiaccia contro le mie labbra che prontamente dischiudo e lo accolgo nella mia bocca. serro le labbra su quella meraviglia e succhio. Un minuto dopo avverto un liquido tiepido e dolciastro colarmi in bocca. E’ il suo latte. Morgana mi sta allattando. Dopo cinque minuti mi afferra per i capelli e sposta la mia testa sull’altra mammella. Riprendo a succhiare. Altro latte mi riempie la bocca. Intanto mia moglie ha raggiunto una sequela di orgasmi a breve distanza tra loro. Quando l’ultimo orgasmo la invade il corpo trova il mio sperma pronto ad attendere il suo. Dopo che la sua vagina si &egrave riempita si solleva sfilando il cazzo dalla sua vagina e si lascia andare distesa sul letto. Un mese dopo partorisce. Nasce Marion. La casa diventa un inferno. Due bambini che hanno monopolizzato tre adulti. Tocca a me fargli le pulizie. A loro due allattarli. Vederle con il seno scoperto e con i bambini attaccati alle loro mammelle mi provocano cattivi pensieri. Invidio i miei due figli. Le produttrici di latte se ne accorgono e mi invitano a coadiuvare i piccoli nel piacevole compito di svuotamento del latte dalle loro zizze. Cosa che faccio con piacevole gradimento e che continua fino allo svezzamento per poi riprendere con le future nascite. Eh, sì. Vivianne, mia suocera, si fa ingravidare altre due volte partorendo due bellissime bambine. Poi va in menopausa. Morgana, mia moglie, invece, dopo quella prima gravidanza andata a felice compimento diventa una fattrice. Da lei ho altri quattro figli ed oggi &egrave di nuovo incinta. Mi auguro che voglia fermarsi.
Fine

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