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Racconti Erotici Etero

Felice felice

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Felice Felice >Una frase scritta dietro una foto strappata. Era questa l’immagine che appariva a brandelli nella foto che li ritraeva insieme. Un’immagine felice. L’aveva strappata ed ora si era pentito e tentava di rincollare parte del loro amore. Ma dai frammenti della foto, dai quei piccoli ritagli strappati uscivano colori a brandelli, frammenti di volti e solo ricordi amari. Ricordava tutto di quel momento. Con un gesto delle mani avvicinava le labbra alla sua bocca. Un tenero bacio per suggellare il suo amarla. Lei chiuse gli occhi lasciando che la sua lingua esplorasse la sua bocca delicatamente, succhiasse la sua saliva. L’aveva desiderata cosi’ tanto, dapprima se ne era infatuato solo fisicamente, voleva possederla, poi piano piano aveva cominciato a non poter piu’ fare a meno di starle vicino. Non aveva piu’ bisogno di alleviare la propria solitudine con un nuovo amore, voleva stare solo accanto a lei.

Per un attimo gli sembro’ di sentire di nuovo il calore del sole colpirgli il viso, e vide le sue mani che adagiavano il corpo di Giulia sull’erba. Il primo picnic insieme. Le nuvole leggere, soffici carezze nel cielo azzurro, le colline ricoperte di verde, l’aria frizzante sono state il loro nido. Una brezza primaverile portava l’odore degli alberi in fiore, piccoli petali volavano nell’aria cadendo sull’erba. Assomigliavano a tanti cuori perduti. L’erba odorosa sembrava un mare verde che rifletteva la luce dei fiori multicolori. Papaveri, ginestre e margherite coloravano l’aria.

Tutti i pensieri di lei divennero trasparenti. Poteva leggere il suo amore negli occhi mentre sentiva nelle sue mani la voglia di fare l’amore. La voleva. Poteva quasi leggersi l’anima dentro. L’anima di un uomo che non ha paura della felicita’. La gioia di essere felice, felice anche solo per un momento. Come i bambini sono felici quando scoprono un nuovo gioco della vita e i loro occhi si illuminano, cosi’ Michele aveva il volto illuminato dal desiderio, non aveva paura di perdersi nell’amore.. I corpi erano riscaldati dal sole mentre la brezza sollevava i vestiti che tolti nel fervore dell’amore scivolavano di dosso leggeri. e si sentiva da dentro, sentiva la sua bocca cercare di succhiarle il seno, mentre con la mano scostava le spalline del reggiseno liberandolo e sentiva le mani di Giulia aggrapparsi alla sua schiena. Il suo gesto di tenerlo stretto. Sentiva le sue mani calde sopra il corpo di lei.

Il corpo era li’ con lei ma la mente vagava le strade dei ricordi. Dove va l’amore quando finisce?

Era questa la sua paura. La paura che tutto l’amore potesse finire cosi’ all’improvviso, la paura di ritrovarsi improvvisamente di nuovo solo con se stesso. Il dolore non e’ per chi se ne e’ andato ma per chi non e’ mai arrivato. Come accadeva ora nella foto strappata. Due frammenti di persone divise dalla vita e da un gesto rabbioso. Senza amore. Solo immobile carta. Solo occhi e bocche e paesaggi strappati, lacerati in un sol colpo. Cercava di chiudere gli occhi alla memoria ma il pensiero che un amore potesse finire di nuovo lo faceva sentire come un ape che sceglie un pistillo qualsiasi per nutrirsi volando alla cieca. Provava un estremo bisogno d’amore, come se gli mancasse il ricordo di un oggetto perduto, perche’ batteva cosi’ forte il suo cuore in quel momento accanto a lei? E’ come se ogni amore ci lasciasse dentro un’impronta, l’impronta delle sensazioni mentre il dolore della fine di un amore si trasforma in rammarico. E’ come cercare di racchiudere il sole dentro il palmo della mano, il raggio morirebbe lasciando solo buio. Temeva di lasciare dentro di lei solo un’impronta invisibile, effimera come quella lasciata sulla spiaggia bagnata, svanisce con la prima onda insieme al ricordo di chi l’ha lasciata. E Michele voleva sperare di poter essere felice felice, voleva imprimere dentro Giulia un’impronta incisa nel cuore. Voleva e sperava. Ma la foto strappata rivelata tutt’altro.

Rivelava quello che era stato il volto di Giulia: sorridente con gli occhi socchiusi per il sole che le colpiva il viso, i capelli rossi mossi dal vento, la mano destra che sorreggeva il buffo cappelletto che il vento le stava portando via, la bocca socchiusa in un piccolo grido di sorpresa e la mano sinistra sollevata per salutarlo. Possibile che gia’ allora presagisse la fine del loro amore? No!

Erano solo fantasie di quel momento. Era come se lei dovesse essere qualcosa che gia’ conosceva, provava per lei una sensazione vaga di ritrovamento, come se fosse stata l’unione di tutti i suoi amori. E di nuovo cerco’ di rincollare i brandelli della foto per recuperare ancora, per qualche attimo, la felicita’ di quel giorno.

Di nuovo senti’ le sue risate per l’erba che le pungeva le cosce e la vide strofinarsi il naso con le dita per togliere il polline che le era penetrato dentro. Anche sui capelli si erano incastrati piccoli fiorellini bianchi che Michele le tolse accarezzandole le ciocche. Giulia piego’ il collo per accogliere i suoi baci. E Michele chiuse gli occhi per ricordare. Fu lei ad insegnargli il significato dei gesti, dei sussurri e degli odori. E le sue mani si muovevano nell’aria prese dai fantasmi di un tempo, per accarezzare il collo di Giulia, per passare la lingua dietro le sue orecchie, per sentire il suo odore.

Erano cosi’ abili le mani a togliere i vestiti, ad accarezzare il corpo. Gli sembrava di percepire sotto i polpastrelli delle dita ogni più piccola asperità del corpo di Giulia, le curve dei fianchi, il piccolo neo vicino all’inguine, la cicatrice di una bruciatura, la peluria delle braccia, le rughe d’espressione del viso, i riccioli scomposti, il ventre ondeggiare per respirare’ Si sentiva posseduto da lei come una malattia che non si riesce a contrastare. Piu’ cercava la cura all’amore e piu’ la desiderava. Il corpo, l’amore e la morte erano ora un’unica cosa: lei poteva farlo vivere amandolo o uccidere l’amore. Solo Giulia doveva essere il “tu” della sua vita, la sua vertigine del cuore.

un colpo di vento fece cadere dalla scrivania gli ultimi frammenti di un amore.

Scritto il: 5/6/2001

La passione seduce e spaventa e’ una forza ambivalente il cui conflitto e’ un elemento vitale. In essa si confondono e alternano elementi di padronanza e di tenerezza, desideri di dominio e capacita’ di comprendere l’oggetto d’amore. La passione e’ una specie di malattia che ci pervade senza poterla contrastare. La passione e’ una sorta di itinerario delle fantasie erotiche che vengono esplorate senza inibizioni fino a quando si giunge ad un punto di non ritorno: la noia, di assenza di desiderio e complicita’. (anna Salvo – psicoterapeuta)

Il potere e la signoria sull’altro hanno come prezzo l’ammissione dell’incapacita’ di entrare in relazione, di amare e di odiare “davvero” l’oggetto d’amore. L’immobilizzazione e l’imprigionamento della persona amata finiscono col dimostrare l’assunto piu’ doloroso: la paura degli affetti

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