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Racconti EroticiRacconti Erotici Etero

Ferite Mortali On Line

By 7 Febbraio 2004Maggio 12th, 2020No Comments

Il 5 di un mese qualunque. Dalla mia posta.

“Ciao Oberon. Desidero ringraziarti per le due lacrime che la lettura del tuo “Visto da te”, mi ha fatto scendere giù. Falco”.

Il 6 di un mese qualunque. Dalla mia posta.

” Ciao, sono S., ti ringrazio. Non credevo di suscitare tali emozioni. Ne sono contento. Volevo solo cercare di vedere la cosa dal punto di vista femminile.

Non so se e quanto ci sono riuscito. Spetta alle donne dirlo. Grazie ancora. Ciao.”

Il 7 di un mese qualunque. Dalla mia posta.

” Ciao, ho letto i tuoi racconti. Mi sono piaciuti molto. Sei una persona romantica.

Mi piace quando c’&egrave l’erotismo dei sentimenti, più che del corpo.

Scrivimi. Ciao a presto. S.”

Inizia così una corrispondenza qualsiasi, tra scrittori qualsiasi, di racconti erotici.

Sono coetanei. Separati. Scontenti e sognatori. Romantici e delusi. Un pò tristi.

Tutto si svolge in pochissimi giorni.

Probabilmente ore.

“…Sai cosa? E’ che ad un certo punto della mia vita, ho capito che i sentimenti sono la cosa che più ci arricchisce. Ed &egrave da deficienti reprimerli o vergognarsi di mostrarli…

A presto, ciao S. (from Venezia)”

“…Anch’io non sono giovanissima, ma sono bambina, e chissà per quanto tempo ancora.

E tu ? M. (from Liguria, confine francese).

Adoro Venezia, specialmente in inverno, quando &egrave piena di nebbia”.

Passano le ore e le loro caselle di posta diventano zeppe dei loro deliri.

Scoppiano dei loro sogni e desideri.

E le menti.

Le menti e le anime. Qualcuno mi ha detto che in rete sono le anime a incontrarsi, e le anime quando si incontrano sono tutte belle.

Non l’ho ancora ringraziato abbastanza per questo. Lo faccio ora.

” …Mi &egrave stato detto che ho un modo femminile di vivere i sentimenti.

Siccome mi &egrave stato detto da una donna, lo prendo come un complimento…’.

“..Te lo farei anch’io lo stesso complimento. Purtroppo siamo sceme. E perdiamo sempre la testa per chi non ci capisce, per quelli che non vivono i sentimenti come li viviamo noi.

Nel nostro masochismo, molto femminile, pensiamo che soffrire sia bello…”

Tutta la loro vita in quelle mail.

Incollati davanti a un video, parlando con il nessuno che dall’altra parte sta aspettando con ansia una risposta, subito, con tutta la frenesia che può avere chi ha appena incontrato sull’autobus lo sconosciuto che ha sempre cercato.

“… E adesso aspettiamo. Senza vederci ne telefonarci…Tutte mi dicono che non avranno un uomo migliore. Ma la cosa non mi interessa più di tanto…Per fortuna non si sa perch&egrave ci si innamora. Io ho imparato che &egrave bello amare anche se non si &egrave ricambiati. E’ uno stadio difficile, nel quale si può essere sereni. Non &egrave bello soffrire. Soffri perch&egrave ami. E amare vuol dire essere vivi. Pochi lo sanno fare…”

“… Sono molto diversa adesso. Ma sono certa che esiste un’isola nell’oceano indiano che mi sta aspettando da qualche vita fa. Prima o poi ci andrò. Spero sarò finalmente felice, e appagata…

“…Ho smesso di scappare. Poi arrivi nell’isola, ti innamori e ricominci da capo…”

E le ore passano, forse i giorni, ma non li contano.

Modem impazziti e linee costantemente occupate.

E il cielo fuori &egrave azzurro, o forse &egrave scuro e sta piovendo.

Passano le stagioni sui loro video e sui loro pensieri arriva l’autunno.

“…Da nove mesi non ho più avuto desiderio di una donna. Preferivo starci assieme a parlare. Adesso non lo so. Ho paura di innamorarmi solo per venirne fuori. E non voglio sfruttare nessuna. Leggendoti hai un erotismo molto sofisticato, raffinato. E’ bello…”

“…Chi sono ? Sono una sopravvissuta, come tanti. Un cane sciolto. Ma mi sento viva anch’io, come te…Sono una potenziale “sfasciafamiglie”….

“… Non ci sono sfasciafamiglie. Solo persone che amano…”

“…ma anche una persona molto determinata, razionale. Amo “sentire”, più che capire. Lo so, non &egrave una cosa originale. Ma &egrave così. Non vorrei, ma a volte mi trovo a scappare, anche soltanto perch&egrave sto ascoltando musica a tutto volume in auto, o perch&egrave guardo un uomo con il desiderio di fermarlo subito, lì, e fare con lui ogni cosa, subito, senza parlare…”

” … Lo dobbiamo fare tutti. Per andare avanti : ma con la coscienza che non c’&egrave il posto ideale. Quello &egrave solo dentro di noi…”

“… Da giovane ho sofferto molto per amore. Poi ho imparato a giocare, e ho giocato.

Da adulta sono di nuovo a pezzi. Perch&egrave non ho ancora trovato quello che vorrei.

Protezione. Qualcuno che mi prenda per mano e si occupi di me…”

” Ciao, volevo solo augurarti una buonissima e superba giornata.

A presto S.”

E le loro vite continuano, esattamente come il giorno prima.

Stesse vicende. Stessi visi. Ma le menti, nel cielo, fuori dalle stanze delle loro case, dalle auto sulle autostrade delle gite domenicali, fuori dai loro letti freddi e pieni di sogni.

“… Cosa penso di te ? Non mi hai ancora dato il tempo… sei una valanga ! Ora devo uscire, scusami. Ma puoi scrivermi se vuoi. Ci sarò di nuovo intorno alle 12.00, credo”.

“…Sei la prima che mi dice “una valanga”. bello. A te ti immagino scura. Bella direi. Occhi grandi. Statura media. Non magra. Senza spigoli. Rotonda ma non grassa. Sbagliato?

A più tardi. Mi fermerò qui fino a tardi.”

” Quasi tutto giusto…non penso di essere bella, attraente sì, abbastanza. E i miei capelli sono castano chiari, che tingo di rosso tiziano tendente all’arancio… E tu ? Io ho meno immaginazione di te. Spererei tu avessi qualche capello bianco, qui e là. Il tuo segno zodiacale potrebbe essere d’acqua. Io sono toro, ascendente gemelli.”

“…1.80 …75 kili.. Castano scuro. Barba molto corta tendente al bianco. Capelli corti con un po’ di grigio sulle tempie. Ma resistono belli scuri…Segno cancro ascendente bilancia. Non me ne intendo…”

Cominciano a camminare sugli specchi, scivolando.

Difficile vedere quel viso che sta aspettando dall’altra parte, attraverso il vetro grigio del video. Impossibile toccare i capelli, accarezzare la barba, segnare la linea del corpo. Impossibile.

E irreale.

Non sono più calmi, ne sereni.

“…Io sono in ufficio tutto oggi e tutto domani!!! Non offenderti, ma secondo me sei di un erotismo unico. Non chiedermi perch&egrave. Non lo so.

Ciao S.”

E invece lo sa. E lo sa anche lei. Per questo si aspettano dietro il video.

Per questo cantano salendo le scale, e raccolgono la borsa della spesa caduta alla signora del piano di sotto.

Per questo sono tutte belle giornate, piene di nebbia bianca e fitta a venezia, e di sole caldo e cielo azzurro a sanremo.

Sono vivi, un pò di più.

E non sanno per chi.

“…Chissà se ci sei…”

” …Ci sono. Baci S.”

E qualche volta non ci sono davvero.

“Ufficio Triste Lei Sparita. S.”

E qualche volta tornano.

“Eccola !”

Non basta più.

“… Senti, hai ICQ ? il mio numero &egrave 49…….”

Fanno il primo grande salto. Non sarà l’ultimo.

” Se preferisci, mandami una mail, non voglio disturbarti, essere invadente”

” Niente paura”

” Baci, a dopo”
” Anche a te… ho la posta aperta, sto leggendo la tua mail…”

” Puoi smettere di cercarmi in qualsiasi momento, anche senza chiarimenti”

” Io non ci penso proprio, e tu ?”
” Io ho sempre paura”

” Vivi le cose per il loro momento, vuoi che smettiamo ?”
” Hai letto il racconto che ho scritto per te ?”
” Sì. Questa mattina alle 7. Non mi aspettavo niente del genere”

” Dimmi liberamente…Ti ho offesa ?”
” Offesa ? Perch&egrave ? perch&egrave mi hai descritto come faremo l’amore quando verrò a venezia da te ?”

” Sai che ti penso durante il giorno ?”
” Pensa quando comincerai a pensarmi di notte…”

” Ti penso già di notte. E tu… quanto sei coinvolta ? E’ vero che hai belle gambe ?”
” Io ti penso sempre. Quanto sono coinvolta ? te lo dirò la prossima volta che farò l’amore con il mio compagno”

” Hai paura di pensarmi quando fai l’amore ?”
” No. Non ne ho paura, ne ho proprio voglia.”

” E come hai pensato che lo facevamo ? cosa dovrebbe cambiare rispetto al racconto ?”

” Come mi piacerebbe ? Io amo la sodomia”

” Perch&egrave ti piace ?”
” Mi sento protetta. E’ un tipo di possesso più intimo, totale. E’ anche una forma di potere. Se non voglio difficilmente riesci a prendermi in quel modo…”

“Non ti piace l’amore lento ? Hai immaginato che ti sodomizzavo ?”
“Mi piace l’amore lento, ma a volte vivo il sesso come conflitto. E a volte mi sento morire quando vengo. Piango come se stessi morendo.”

” Mi accorgo sempre più spesso che dimostrare i propri sentimenti &egrave spesso considerato una debolezza. Soprattutto per gli uomini.”

” Ti senti diverso ? Vorresti sodomizzarmi senza amarmi ?”

” Essere amati e amare &egrave il nostro più grande bisogno… Che cosa pensi di me ?”

” Penso che sei molto dolce, e che hai imparato a tue spese a camuffare la tua dolcezza. Penso che sei molto erotica e sensuale… E tu cosa pensi di me ?”

“Credo che tu mi senta molto. Credo che tu sappia leggermi e scrivermi.”

“Secondo me M. porta della biancheria leggera. Spesso bianca. Le piace sentirsi sexi sotto. Sono in ufficio. Posso chiamarti ?”

“Intendi per telefono ?”

“Sì”.

SONO IN UFFICIO. POSSO CHIAMARTI ?

INTENDI PER TELEFONO ?

SI’.

Secondo grande salto. Terrore. Lui compone il numero, lei risponde.

Le voci. Tremano.

E poi, le parole dette. Non più scritte. Due ore di parole dette.

“Buonanotte. A domani.”

Mattino. Ore 8. Telefono squilla.

“Pronto…”

“Volevo solo sentire la tua voce…a dopo.”

“Ciao. Scusami per questa mattina al telefono. Non lo farò mai più. Hai avuto problemi ?”
“Non importa. In qualche modo me la sono cavata.”

“Ti ho mandato una mail adesso.”

“Stai lavorando ?”

“Come sei vestita ?”
“Sono in mutande.”

“Sei nuda ?”
“Abbastanza.”

“Hai peli ? descrivimi tutto… sei eccitata ?”

“E tu ? allora ti stai accarezzando… ?”

“Com’&egrave la tua clito… adesso… &egrave ingrossata ?”

“Vorresti farlo così ? sei già venuto pensando a me ?”

“Bacio tutto il viso e il collo. Tre ore sulla bocca. Due, tre secoli sul seno. Vorrei sentire un orgasmo da seno. E due, tremila anni sul sesso…Andrebbe bene ? Cosa vorresti ?”

“La luna. Le tue parole sottovoce. Le unghie e la tua cintura di cuoio.”

“Adesso sei bagnata &egrave vero ?”
“Sono bagnata, lo sai.”

“Scollegati subito… che ti chiamo.”

Terzo grande salto. Lui al telefono. Parla sottovoce. Lei ascolta.

“Come devo spogliarti? Dalla maglietta?”
” No… preferisco dai pantaloni.”

” Ti distendo e te li sfilo. Ho davanti il tuo sesso. Ti bacio i piedi. Le caviglie e risalgo lentamente. Il polpaccio e il ginocchio. Hai ragione a dire che hai belle gambe. Su, su, fino alla coscia e all’inguine. Ti guardo il sesso ma non lo tocco. Riparto dall’altra coscia e scendo lentamente. Appoggio labbra e lingua, ti sfrego con la barba. Sono sull’altro piede…”

Lei apre le gambe. Ne solleva una sulla scrivania. La sua mano inizia a giocare, lenta. Nell’umido e bagnato della sua anima. Spalancata.

“Perch&egrave sospiri ?

Ti stai toccando ? Come ti stai toccando ?”

” Non posso parlare…parlami tu…ancora…”

” Ti faccio girare. E risalgo dalla caviglia sottile. Sento la consistenza del polpaccio. Dietro il ginocchio. Lo so che ti piace. Ti bacio e ti lecco tutto lentamente. Dietro la coscia e verso l’interno. Il tuo sedere. Lo bacio e dò dei piccoli morsi. Uno &egrave più forte e ti faccio male. Lo sento. Ti rigiri. Risalgo dalla coscia lungo l’inguine. Ti bacio tutta attorno al pelo. E’ folto. Scuro e morbido. Non depilarti. Sei bella così. Ti apro piano le gambe. Ecco ti vedo. E’ un bel sesso… Hai le labbra turgide che chiudono tutto… Ci appoggio le labbra. E’ solo un bacio come su una bocca. Non uso la lingua. Ritorno verso l’inguine. Soffri, mi dispiace… …Era un gemito ?”

“Ti stai toccando anche tu ? Come ?”

” E tutto fuori, nudo…l’asta nella mia mano…

…Ti prendo un labbro tra le mie e lo succhio piano…”

” Era un gemito ? Sei vicina ? Stai per venire ? Dimmelo ti prego…”

” No. Non ancora…ancora un attimo, continua…”

” Ti parlo,… ancora… sì, per ore, per tutta la notte…”

” Ecco…”

“…Urla ti prego…fammelo sentire…sì…..”

Lei cade indietro, allagata di s&egrave, morta del suo piacere.

Lui sprofonda nella sua dattilo, inondato del suo sperma, caldo.

E non possono sentire il sospiro, lungo, lunghissimo, dell’altro.

Nelle cornette dei loro telefoni i sospiri spariscono, come gli amori impossibili.

Si perdono nei viaggi in treno non fatti, negli aerei non presi, negli appuntamenti non dati.

I sospiri volano in alto.

Vivono così.

Come in sogno.

Ma per davvero.

Dedicato a Oberon, mio amante impossibile.

Lo sconosciuto che ho sempre cercato, e che non potrò trovare.

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