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Fulvia, la mia vicina trascurata

By 27 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Fulvia

Mi chiamo Marco e sono un pensionato ultrasessantenne ma ancora piuttosto vigoroso e robusto. Sono vedovo da alcuni anni ed i miei figli abitano in una città lontana. Abito in una città di mare in un bel appartamento che avevamo acquistato con la mia defunta moglie.

Tempo fa, l’appartamento vicino al mio venne acquistato da una coppia, lui, Giovanni, circa 35 anni, tipo intellettuale in carriera, occhiali, sempre con il vestito da yuppie, insomma, uno che pensa alla carriera come prima cosa e poi a tutto il resto, sicuramente non uno sportivo. Lei, Fulvia, una ragazza carina, circa 25 anni, non molto alta, bionda, occhi verdi, una terza scarsa di seno, bei fianchi e gambe ben tornite.
Quando iniziarono a fare dei lavori di ristrutturazione, li iniziai a vedere e mi presentai. Facemmo amicizia, più con lei che con il marito. Davo loro consigli sui lavori e li aiutavo a controllare gli operai.
Ogni tanto li invitavo a prendere il caff&egrave da me oppure a stare da me mentre attendevano che gli operai facessero qualche lavoro.
Pian piano iniziai a capire come stavano le cose : lui era figlio di un manager di un’azienda e si sentiva in obbligo di fare carriera in azienda, per cui lavorava anche fino a tarda sera. Si erano conosciuti in una crociera e si erano sposati. Lei studiava, anche se era alquanto fuori corso e per il resto, faceva la casalinga.
Io, allora, iniziai a farle una corte discreta, che lei sembrò accettare volentieri, facendo anche la civettuola con me.
Quando la casa fu pronta, un venerdì sera mi invitarono a cena da loro. Quando mi presentai, verso le otto di sera, trovai che lei si era vestita in modo alquanto sexy, con un abitino leggero, piuttosto corto, con due spalline, una bella scollatura che mostrava il suo seno sodo, sostenuto da un reggiseno a balconcino in pizzo bianco che s’intravvedeva nei suoi movimenti e non nascondeva certo i suoi capezzoli e, con la leggerezza del vestito, s’intravvedeva anche un tanga che le metteva in risalto le chiappe rotonde e sode. Ai piedi dei sandaletti con un leggero tacco.
Il marito non era ancora arrivato, preso com’era dal suo lavoro. Visto che eravamo soli, mi fece accomodare in una poltrona e mi servì un aperitivo. Nel farlo, s’inclinò in modo tale da farmi vedere il suo bel seno. Io, nel prendere il bicchiere, le presi anche la mano e la tenni per qualche secondo fra le mie. Lei non si ritrasse, anzi, e mi sorrise. Poi si sedette in fronte a me sul divano e, nell’incrociare le gambe, mi mostrò porzioni generose delle sue cosce e le mutandine bianca di pizzo che non nascondeva il folto pelo biondo dell’inguine.
A quella visione, a me iniziò a venire duro e dovetti fare qualche manovra affinché il bozzo non fosse troppo evidente. Mentre stavamo sorseggiando l’aperitivo, squillò il telefono e lei si alzò per andare a rispondere, mostrandomi nuovamente i suoi tesori.
Io sentivo solo una parte della telefonata, ma mi sembrò alquanto seccata. Quando ritornò, mi disse che il marito stava per uscire dall’ufficio e che sarebbe arrivato di lì a 20 minuti. Al che mi offrii di aiutarla nel frattempo in cucina e mi alzai, seguendola, appunto, verso il cucinino dell’appartamento.
La raggiunsi e le posi una mano su un fianco, lei non reagì. Allora mi feci più audace e le appoggiai il pacco sul culo. Lei continuò a non reagire. Con la mia mano, allora, mi spinsi fino al lembo del suo corto vestitino e glielo alzai piano piano, spostando poi la mia mano destra verso la sua pancia, mentre con la sinistra andavo verso il suo seno e la infilavo lentamente nello scollo, iniziando a torturarle un capezzolo. Con la destra, poi, iniziai a scendere ed a infilarla nello slippino, mentre con la bocca le baciavo il collo. Lei fu presa da un brivido ma, mentre stavo per toccarle la fighetta, sentimmo una chiave inserirsi nella serratura.
La lasciai e velocemente andai a sedermi sul divano del tinello mentre lei si ricomponeva, ma restando con i capezzoli turgidi, segno della sua eccitazione.
Dopo aver armeggiato un po’ entrò suo marito. Di primo acchito sembrava leggermente brillo. Salutò la moglie, venne a salutare me, poi, dopo essersi levato la giacca, si versò un’abbondante dose di whisky, mentre io riprendevo a sorseggiare il mio aperitivo, con le gambe incrociate per nascondere il bozzo all’inguine. Lui, dopo essersi scolato il primo bicchiere d’un sorso, se ne versò un altro. Se va avanti così, pensai, questo fra un po’ casca ubriaco.
Comunque, ci sedemmo a tavola. Ogni tanto Fulvia si alzava per servire. Nel farlo, si piegava in modo tale da mostrare abbondanti porzioni del suo seno. Ad un certo punto si avvicinò a me dalla parte opposta a dove stava suo marito ed io le infilai prontamente la mano fra le gambe, arrivandole sulla figa e sfiorandogliela. Lei ebbe un piccolo sussulto ma restò ferma a servire come nulla fosse. Al che le scostai leggermente le mutandine e le infilai un dito nella figa. Era bella bagnata !
Nel frattempo, suo marito era passato dal whisky al vino e lo beveva come fosse acqua, ma non aveva sicuramente il fisico adatto. Infatti, mentre prima era brillo, iniziò a farfugliare, ubriaco. Io continuavo a riempirgli il bicchiere.
Comunque, la cena, ottima fra l’altro, finì e ci accomodammo, io su una poltrona lui sul divano, mentre lei iniziava a sparecchiare. Lui continuò a bere, passando alla grappa. Ad un certo punto, cascò profondamente addormentato, iniziando a russare sonoramente.
Allora mi alzai e seguii Fulvia in cucina. La avvicinai da dietro, appoggiandomi contro di lei. Inizia a baciarle il collo mentre le mettevo la mano destra sull’inguine e la sinistra sul seno.
‘No, la prego, non faccia così, c’&egrave mio marito’, disse sottovoce
‘Non preoccuparti, dorme’, le sussurrai, mentre le alzavo il vestito e la baciavo sul collo.
‘Ma si potrebbe svegliare’, fece lei, cercando di tirarselo giù.
‘E’ ubriaco, gli andrà bene se si sveglierà domattina, ma vedrai che mal di testa’, risposi, infilandole la mano nella mutandina.
‘No, no’, continuò lei, ma la sua resistenza si affievoliva.
Riuscii a sfilarle la mutandina nonostante la sua resistenza e portai le mie mani sulle sue spalle, tenendola inchiodata contro il bancone della cucina, con il mio pacco che spingeva contro il suo culetto sodo. Le abbassai le spalline del vestito e lo abbassai fino alla cintura mentre lei cercava di tenere le braccia incrociate sul seno, le slacciai il reggiseno e, aprendole le braccia, e glielo sfilai, iniziando a massaggiarle le tette, e stuzzicarle i capezzoli, che già erano turgidi per conto loro.
La feci quindi piegare in avanti, mentre lei continuava a protestare debolmente, e le alzai il vestito fino alla vita, scoprendole il bellissimo culetto e la fighetta contornata da peli biondi.
Inizia a massaggiargliela piano piano, passandole il dito sul clitoride mentre con l’altra mano mi slacciavo i pantaloni e li abbassavo, assieme alle mutande, liberando il mio cazzo, che non ce la faceva più. Poi, con ul colpo, glielo infilai tutto dentro ed iniziai a pompare.
Lei mugolava piano, tendosi una mano sulla bocca, per non urlare tutto il suo piacere. Ebbe un primo orgasmo. Allora glielo sfilai, la presi per mano e la portai in soggiorno, dove il marito continuava a russare. La feci stendere sul tavole, le gambe spalancate con i piedi appoggiati su due sedie e glielo rimisi tutto dentro fino alle palle.
‘Nooo, Noooo’, continuava a sussurrare lei, ‘lo potremmo svegliare’.
‘Non si sveglia, non preoccuparti’, ribattei, mentre pompavo la sua fighetta con lenti allunghi.
Andammo avanti così per un po’, fino a che lei non resistette più &egrave venne nuovamente, con un urlo.
Il marito s’interruppe e lui fece la faccia spaventata, ma lui solo si girò e continuò a russare.
Infine, al suo terzo orgasmo, venni anch’io dentro di lei, riempiendola di sborra.
Mi ripulii con un lembo del suo vestito, mi rivestii ed andai a casa mia lasciandola lì, a gambe spalancate mentre un filino della mia sborra le colava dalla figa.
A casa mia mi misi a letto nudo come piace a me e dormii benissimo.
Al mattino seguente, venni svegliato verso le 10 del mattino dal campanello. Mi infilai un paio di short ed andai ad aprire.
Era Fulvia, la mia vicina. Indossava una maglietta aderente senza reggiseno ed un paio di pantaloncini corti. Era in lacrime.
La feci entrare e l’abbracciai.
‘Sei un bastardo’, mi fece, fra le lacrime. ‘Ti sei approfittato di me ieri sera’.
‘Non mi sembrava che ti fosse dispiaciuto’, ribattei, sempre tenendola stretta a me.
‘Sei un porco’, continuò.
Abbassai il mio viso verso il suo ed iniziai a baciarla sulle labbra, che sapevano di salato. Inizialmente resistette poi, lentamente aprì le labbra. Le infilai la lingua in bocca e lei intrecciò la sua con la mia. Continuammo a baciarci mentre, pian piano con una mano le alzavo la maglietta e le carezzavo la schiena e con l’altra, che infilai nei sui calzoncini, le artigliavo una chiappetta attirandola verso di me e verso il mio cazzo, che, oramai completamente sveglio ed eretto premeva contro la sua pancia.
Le sfilai i calzoncini e lei li lasciò cadere a terra. Poi le sfilai la maglietta, aiutata da lei che alzò le braccia per agevolarmi e poi, sempre dandomi del porco bastardo, mi abbracciò il collo mentre riprendevamo a baciarci.
La presi per mano, la portai nella mia camera e la feci stendere mentre io, dopo essermi sfilato i calzoncini mi accovacciavo fra le sue gambe aperte, iniziando a leccarle le cosce, la figa, infilandole la lingua fra le piccole labbra, mordicchiandole di tanto in tanto il clitoride, mentre con un dito le massaggiavo il buchino del suo culetto.
Lei era ormai andata e mio venne in bocca. Al che mi alzai un po’ e la baciai sulle labbra, mentre il mio cazzo bussava all’ingresso della sua patatina. Lei con un amano me lo guidò dentro ed io, con un colpo di reni, affondai tutto il lei. Rimasi così per qualche istante godendomi la sua stretta fighetta pulsante. Poi, iniziai ad andare su e giù lentamente.
‘Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhh, sìììììììììììììììììììììììììììììììììììì, &egrave bellissimoooooooooooooooo, ti pregooooooooooooooo, non fermartiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii’, faceva lei in continuazione.
‘Ti piace ?’ Chiesi continuando ad andare lentamente dentro e fuori.
‘E’ stupendo’, rispose, mentre mi serrava la vita con le gambe.
Ed infine proruppe in un grido. Lei era esausta ma io non ero ancora venuto. Allora, sempre con il membro ben piantato il lei e con le sue gambe attorno alla mia vita, ci girammo e lei rimase sopra di me. Iniziai a farla muovere su e giù ancora.
– ‘Ohhhhhhhhhhhhhhh, mi sento piena di te !’ Fece, mentre continuava ad andare su e giù. Andammo avanti così per un po, fino a che venimmo insieme. Rimanemmo così, esausti e sudati, lei stesa su di me fino a che il mio uccello piano piano si sgonfiò.
Allora lei scese e si asciugò con dei fazzolettini. Poi, con il viso disteso e felice, piena del mio seme, si rivestì, mettendo anche un paio di fazzolettini di carta per non macchiare gli shorts, e ritornò nel suo appartamento.
Io, felice e rilassato, aprii la finestra della camera per arieggiare dopo quell’odore di sesso che c’era.
I vicini dovevano avere la finestra aperta anche loro perché li sentii parlare.
‘Dove sei stata ?’ Chiese lui, con un tono seccato.
‘Dal vicino’, rispose lei.
‘A fare ?’
‘A chiedere scusa per il tuo comportamento di ieri sera.’
‘Vestita così ?’
‘Perch&egrave ? Cosa c’&egrave che non va nel mio abbigliamento ?’
‘Sembri nuda !’
‘Ma va, e poi, potrebbe essere mio nonno’.
‘Nonno o non nonno, ho visto come ti guardava, ieri sera’.
‘Cosa puoi aver visto, tu, ubriaco com’eri !’
‘Insomma, sei stata via più di un’ora’.
‘Mi ha offerto un caff&egrave, abbiamo parlato un po’, mica potevo andare e tornare così. E poi tu dormivi ancora’.
‘Oddio, che mal di testa’, fece lui.
‘Ben ti sta, così impari a bere così tanto’.
‘Ohhh, mi gira la testa,’ continuò lui.
‘Sì, sì, vai a vomitare, con tutto l’alcol che hai bevuto !’
Dopo sentii rumori vari, anche i suoi conati.
Riposai ancora un po’ delle fatiche piacevolissime della mattinata, poi mi feci una doccia. Passai il resto del fine settimana a rilassarmi, leggendo qualche buon libro ed ascoltando la mia musica preferita.
Al lunedì mattina, quando stavo per uscire per andare a fare del volontariato, come al solito, si aprì la porta di casa dei vicini ed uscì Fulvia. Indossava un top aderente, senza reggiseno, ed una gonnellina jeans alquanto corta. Come mi vide, diventò rossa come un peperone.
‘Ciao, buongiorno, bella bambolina’, la salutai, sorridendo.
‘Ciao’, mi rispose, in modo timido.
‘Mi dai un bacio ?’ Le sussurrai all’orecchio.
‘Per favore, i vicini potrebbero vedere’, rispose, sempre più rossa.
‘Ma sono tutti andati via, al lavoro’, ribattei. ‘Siamo noi gli unici sfaticati del condominio’.
‘No, sono sicura che la vecchia dell’appartamento lì in fondo al corridoio ci spia dallo spioncino’.
‘Allora chiamiamo l’ascensore e ci baciamo lì’, le dissi, premendo il bottone di chiamata.
‘Verrai a visitarmi ancora ?’, le chiesi, dopo essere entrati in ascensore.
‘Abbiamo sbagliato’, rispose.
‘Ma ti &egrave piaciuto ?’, chiesi, attirandola a me
‘Oh, sì, &egrave stato meraviglioso’, rispose, cercando di spingermi via ma molto debolmente, ‘non ho mai goduto tanto in vita mia’.
‘Ma con tuo marito come va ?’, chiesi, infilandole una mano sotto la gonnellina e tastandole il culetto. Aveva un piccolo tanga.
‘E’ talmente preso dal suo lavoro, dalla sua carriera che arriva sempre tardissimo, &egrave sempre stanco. Ogni volta che gli chiedo di fare l’amore con me, trova qualche scusa oppure viene in pochi secondi e mi lascia sempre con una voglia tremenda, tanto che spesso devo fare da sola’, mi rispose, oramai attaccata a me.
‘Beh, ora sai di avere una soluzione vicina’, le feci io, sfiorandole la fighetta, mentre l’ascensore arrivava al pian terreno, vuoi un passaggio per andare da qualche parte.
‘Oh, non preoccuparti, vado solo a fare la spesa nei negozi qui attorno. Ciao’, fece infine lei, separandosi da me ed aprendo la porta dell’ascensore.
‘Ciao, ci vediamo presto’, le risposi.
Ci lasciammo così ed ognuno andò per la sua strada.
Nel rientrare a casa, verso ora di pranzo, suonai al suo campanello. Venne ad aprirmi, vestita come al mattino. Mi fece entrare e chiusi la porta alle mie spalle. Mi buttò le braccia al collo e ci baciammo a lungo. Le sfilai il top, lasciandola a seno nudo e mi tuffai a succhiare i suoi capezzoli che stavano già diventando turgidi mentre le mie mani si infilavano sotto la gonna e le sfilavo il tanga. Le bottonai la gonna che cadde a terra, lasciandola completamente nuda.
Lei s’inginocchiò davanti a me ed iniziò a sbottonarmi i pantaloni, li lasciò cadere e mi abbassò i boxer, liberando il mio membro e prendendolo in bocca. Non sapeva succhiare ma era avida di cazzo e pronta ad imparare. La lascia fare per un po’ poi la alzai e la portai in soggiorno, la feci sedere sul tavolo e le puntai il mio uccellone all’imbocco della fighetta.
‘Sì, ti prego, mettimelo dentro, lo voglio tutto dentro’, fece, con voce piena di desiderio.
Con un colpo di reni entrai tutto il lei, tenendole le gambe sollevate. Iniziai ad andare dentro poi quasi fuori, poi fino in fondo nuovamente. Lei mugolava e lanciava urletti ogni volta che il mio membro arrivava fino in fondo. Andammo avanti così fino a che ebbe il suo primo orgasmo. Allora la sollevai, lei si prese sul mio collo e con il cazzo ben piantato dentro la sua figa, la portai nella sua camera da letto, dove mi distesi, con lei sopra. Iniziò a cavalcarmi in modo selvaggio e scomposto così, un po’ alla volta iniziai a guidarla ed a farle prendere un buon ritmo fino a che venne. Allora la feci stendere a pancia in giù e le infilai il mio cazzo in figa da dietro, lei ebbe l’ennesimo orgasmo ed infine le venni dentro. Rotolai via da lei.
‘Sei un porco’, fece lei, infine, quando si riprese.
‘E tu la mia porcellina’, ribattei. ‘Ma non mi sembra ti sia dispiaciuto’, aggiunsi.
‘E’ stato bellissimo. E sì, sono la tua porcellina, mi piace un sacco fare all’amore con te’.
Parlammo così per qualche minuto, poi, nuda, e con la sborra che le colava dalla fighetta, andò a preparare il pranzo per entrambi, che mangiammo con appetito sempre nudi. Infine, mi rivestii ed andai nel mio appartamento.
Fulvia

Capitolo 2 ‘ Incinta

Dall’ultima volta passarono un alcuni giorni prima di rivederla.
Poi, dopo circa un paio di settimane, rientrando a casa, incontrai Fulvia che stava aprendo il portone. Era vestita con una corta gonnellina ed una maglietta senza maniche. Come al solito, non indossava reggiseno. Entrammo assieme e, mentre aspettavamo l’ascensore, iniziammo a parlare.
‘Ciao’, feci, ‘ti vedo abbacchiata’.
‘Sono preoccupata, sono in ritardo con le mie cose’, mi rispose.
‘Ma dai, quanti giorni ? Sarà mica così terribile’.
‘Eh, no, guarda che sono sempre regolarissima ed ora il ritardo &egrave di una settimana’, ribatté.
‘Hai fatto delle prove’, le chiesi allora.
‘No, ma quando abbiamo fatto l’amore ero nel mio periodo fertile’, rispose.
‘Allora sarai veramente incinta’, dissi.
‘Ma come faccio a dirlo a mio marito ? &egrave quasi un mese che non facciamo sesso !’
‘Intanto lo hai detto a me, per cui presumo di essere il padre, non &egrave vero ?’ Feci io. ‘E poi, si sa che voi donne riuscite a convincere il vostro uomo di quello che volete.’
‘Ci proverò, comunque oggi ho acquistato il test di gravidanza’, disse infine lei, arrivando al nostro piano.
Iniziò ad aprire la porta del suo appartamento ed io m’infilai dietro a lei, in casa sua. La abbracciai da dietro ed iniziai a baciarle il collo.
‘No, ti prego’, iniziò a dire, ‘dobbiamo parlare’.
‘Dopo’, risposi mentre con le mani le sollevavo la maglietta e le agguantavo le tettine.
‘No, dai, per favore’, disse, mentre le stuzzicavo i capezzoli.
‘Dopo, ora ho troppa voglia di te, &egrave troppo tempo che non facciamo l’amore’, dissi io, sollevandole la gonnellina ed infilando la mia mano dentro le mutandine.
‘Ohhhh, ti prego, noooo mmmmmm’, fece a sua volta mentre strisciava il suo culetto sul mio pacco che cresceva di volume.
‘Mi sei mancata, mi mancavano le tue tettine, la tua fighetta’, le dissi, mentre con le mie mani la spogliavo tutta.
‘Oh, sìììììììì, anche tu mi sei mancato’, rispose, con un sospiro, agevolandomi nello spogliarla.
Le tolsi la maglietta, feci cadere le sue mutandine a terra, le sbottonai la mini e la feci scivolare lungo i fianchi, poi la feci piegare in avanti e la misi 90 sul tavolo del soggiorno, poi, mentre con una mano le carezzavo il clitoride, mettendole un dito in figa, con l’altra mi sbottonai i pantaloni e mi calai i boxer, tirando fuori il mio pisellone in tiro e, sentendola ben bagnata, glielo infilai in figa fino in fondo. Inizia ad andare su e giù lentamente, imponendole il ritmo. Poi la feci girare, le presi le gambe e me le appoggiai alle spalle e le rimisi il cazzo dentro la sua fighetta, andai avanti così fino a farle avere il suo primo orgasmo. La rimisi a pecora, il suo culo mi faceva impazzire. Le affondai l’uccello in figa ed inizia a penetrarle il culetto piano piano con un dito. Lei oramai era partita. Allora le levai il cazzo dalla figa, zuppo dei suoi umori e lo puntai all’apertura del culetto ed iniziai a spingere.
‘Nooooo, ti pregoooo, sono vergine lì’, disse.
‘Farò piano, ti piacerà, vedrai’, risposi, ‘intanto inizia spingere’, aggiunsi.
Spinsi dolcemente, un centimetro alla volta, mentre lei faceva come le avevo detto. Ogni tanto mi fermavo per farla abituare al palo che le stava entrando nel culetto.
Quando, finalmente, fui tutto dentro, stetti fermo per un po.
‘Fa male ora?’, le chiesi.
‘Un pochino’, rispose.
‘Vedrai, ti abituerai. Ti piace ?’
‘E’ una sensazione bellissima’, disse lei.
Allora iniziai ad andare avanti ed indietro, lentamente, fermandomi ogni tanto. Lei iniziò a mugolare, allora accelerai il ritmo poco alla volta. Lei iniziò ad urlare, poi, ancora pochi colpi e venne con un urlo. Io, però, non mi fermai, anzi, accelerai fino a che con un grugnito le venni dentro al culetto mentre lei aveva un altro orgasmo anale. Rimanemmo così per un po, poi lo sfilai, mentre dal suo buchetto dilatato colava un filo di sborra. Mi denudai del tutto ed andammo a farci una doccia. Poi, pranzammo assieme.
Dopo, lei si fece il test di gravidanza che venne positivo.
Come fece, non so, ma riuscì a convincere il marito che l’aveva messa incinta lui.
Io e lei continuammo a vederci quasi ogni giorno ed a scopare sia in figa che in culo, con la pancia che cresceva e le tette che si riempivano di latte.
Lei iniziò a mettere gli abiti premaman, ma sempre senza mutandine sotto. Mi invitarono anche più volte a mangiare a casa loro ed io, ogni volta che potevo, le mettevo le dita in figa, anche in presenza di suo marito, attento a non farmi scorgere. La cosa mi eccitava enormemente. Poi, dovevo appartarmi con lei con qualche scusa e fare una sveltina, tipo in cucina mentre lui era in soggiorno e cose del genere.
Lui, sempre attento alla carriera, alla fine accetto un trasferimento all’estero quando Fulvia era all’ottavo mese, chiedendomi, in sua assenza, di badare a lei ed alla bambina che sarebbe arrivata.
Infine, una mattina mi sentii chiamare. Era Fulvia, cui si erano rotte le acque. Così la accompagnai in ospedale. Non finì di accomodarsi nella sua stanza, con il mio aiuto, che iniziarono le doglie. La portarono in sala parto e, con una specie di equivoco, mi fecero accomodare con lei. La bambina nacque subito dopo e me la misero in braccio.
Che emozione ! Era mia figlia. Rivissi la stessa emozione di quando era nato mio figlio legittimo, tanti anni prima.
Comunque, alla fine chiarimmo e, mentre le infermiere accompagnavano Fulvia e la bambina, cui aveva dato il nome di Cristiana, nella loro camera, io chiamai i genitori di lei ed il marito e me ne andai a casa mia.
Al giorno seguente, tornai a visitarla. Al momento era sola con la bambina e stava allattando, il suo bel seno, pieno di latte, bene in vista.
‘Sai’, mi fece sussurrando, mentre le sfioravo il capezzolo libero, ‘ogni volta che la bimba succhia, sento delle contrazioni alla vagina. Non fosse per i punti che mi hanno dato potrei venire’, aggiunse in un sussurro.
‘Allora, appena potrai, faremo l’amore mentre allatti’, ribattei io.
Le mi sorrise, felice. Restammo a parlare ancora per un po, poi, lei, sentendo i suoi genitori, si coprì, sorridendo. Quando arrivarono, mi presentò come il suo vicino che l’aveva portata in ospedale. Erano entrambi alquanto più giovani di me e lavoravano. Mi ringraziarono, salutai e me ne andai.
Qualche giorno più tardi, arrivò il marito dalla sua missione all’estero, in permesso per la nascita della figlia.
Una sera mi invitò a cena per ringraziarmi dell’assistenza che avevo dato a sua moglie ed a sua figlia. Poi, lei rientrò dall’ospedale con la bambina.
Una sera m’invitarono a cena a casa loro per festeggiare l’arrivo della bimba. Quando suonai al loro campanello, il marito mi aprì la porta e m’invitò ad entrare. Trovai lei seduta sul divano con la bimba in braccio che stava allattando, senza nascondere il seno gonfio di latte. Era praticamente a torso nudo.
‘Buona sera’, salutai, ‘che bello spettacolo, una mamma che allatta un bimba’.
‘Grazie del complimento’, rispose lei, ‘ma si accomodi pure, ancora alcuni minuti e poi la metto a letto’.
‘Non so come ringraziarla ancora per l’aiuto in mia assenza’, disse lui.
‘Ma si figuri’, ribattei, ‘&egrave una semplice cortesia fra vicini. E poi voi siete così simpatici, feci io’.
‘Sa, ora devo ripartire e dovrò stare via per 2 o 3 mesi, non so esattamente quanto. Siccome la trasferta &egrave all’estero, non sono previsti rientri’.
‘Che peccato’, risposi.
‘Si, mi secca lasciarla da sola. Ma del resto, mi hanno lasciato rientrare solo per via della nascita della bambina’, continuò lui,’ e poi, i miei genitori ed i suoi lavorano quindi per loro sarà difficile aiutarla più di tanto’.
‘Non si preoccupi’, ribattei, ‘io sono qui, da solo, senza grossi impegni, posso sempre dare una mano io a sua moglie, se ha bisogno d’aiuto’, dissi.
‘La ringrazio tanto per la sua disponibilità’, rispose lui.
Nel frattempo, Fulvia aveva messo la bimba nella culla ed era ritornata in sala, aggiustandosi il vestito. Era un semplice vestitino corto, con un’allacciatura in vita che chiudeva i due lembi che coprivano seno e gambe. Dalla stoffa leggera si notava che era senza reggiseno ed aveva ancora i capezzoli duri dopo l’allattamento. Anzi, in corrispondenza, il vestito era leggermente bagnato da un po’ di latte uscito dalle tette.
Ci invitò ad accomodarci ed iniziò a servire la cena. Quando venne vicino a me, le infilai la mano sotto il vestito e sentii che era senza mutandine, come sempre quando stava con me. Era bagnata e le infilai un dito nella figa. Ebbe un piccolo sussulto, ma il marito non si accorse di nulla in quanto era leggermente girato e guardava il telegiornale. Durante la cena ebbi più volte la possibilità di toccarle le tette, la figa il culo. Mi venne anche una voglia matta di sciogliere il nodo che chiudeva i lembi del vestito, ma resistetti, almeno per quasi tutta la serata.
Dopo aver cenato, ci sistemammo Fulvia ed io sul divano ed il marito in poltrona, così poteva guardare meglio la tv. Lei ogni tanto si alzava, lasciando scoperte abbondanti porzioni di coscia, le toccai come per sbaglio le gambe, poi, ad un certo punto, come per sbaglio, feci finta di agganciare il laccetto e, nel movimento seguente, lo slacciai e scostai i lembi del vestito, mettendole in mostra una tetta e la fighetta. Lei divenne rossa come un pomodoro e mi lanciò un’occhiataccia.
‘Ops, mi scusi, che imbranato che sono’, feci io.
‘Cara, copriti, dai, altrimenti metti in imbarazzo il nostro ospite’, disse il marito.
‘Ma ‘.’, iniziò a dire lei.
‘Oh, &egrave stata colpa mia, scusate’, dissi io, facendo finta di aiutarla, in realtà ostacolandola.
Lei allora si alzò e, mettendosi in fronte a me, si aprì completamente il vestito come per sistemarlo meglio e si fece vedere completamente nuda, prima di richiuderlo.
Dopo un po, me ne andai. Al mattino seguente lui partì.
Poco dopo la sua partenza, mentre ancora nudo mi preparavo la colazione, sentii suonare alla porta. Era Fulvia, con addosso solo una maglietta nemmeno troppo lunga, che mi chiedeva di andare a casa sua. Mi misi un paio di calzoncini corti e la seguii.
Come entrai in casa, lei mi buttò le braccia al collo ed iniziò a baciarmi.
‘Mi sei mancato, ho bisogno di te’, mi disse, fra un bacio e l’altro.
‘Anche tu’, le risposi, abbracciandola e sollevandole la maglietta.
Mi condusse in camera da letto. La bimba dormiva. Si tolse la maglietta e mi tolse in calzoncini, tuffandosi sul mio membro ed iniziò a succhiarlo con foga. Mi distesi sul letto e lei sopra, sempre succhiandomi il cazzo. La feci posizionare per un bel 69, iniziando poi a leccarle la fighetta e mettendole un dito nel culetto. Era zuppa e, come iniziai a mordicchiarle il clitoride, iniziò a mugolare dal piacere. Io iniziai a scoparla con la lingua in figa e con un dito nel culo, facendola venire in pochi istanti, poi mi distesi e la feci salire sopra di me a cavalcioni, iniziando uno smorzacandela favoloso, mentre le torturavo le tette, che iniziarono a secernere siero. Lanciò un lungo ‘ooooooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhh’ e venne nuovamente. Al che la feci stendere con un cuscino sotto la pancia, mi stesi sopra di lei e le infilai nuovamente in cazzo in figa. Pompai, finché finalmente venimmo assieme. Rimasi così, accasciato sopra di lei. Quando il mio cazzo si afflosciò, lo levai e mi stesi al suo fianco, stanco ma soddisfatto.
‘Quanto mi sei mancata, tesoro’, le dissi.
‘Anche tu, amore, mi sei mancato da morire’, ribatté.
‘Ora abbiamo alcuni mesi tutti per noi’, osservai.
‘Sì amore, sì. Ma dobbiamo stare attenti, perché potrebbe venire mia madre a vedere la bambina e ad aiutarmi per le faccende di casa’.
Continuammo così, a fare piani per il futuro prossimo, fintanto che la bambina non si svegliò.
Allora Fulvia la prese in braccio ed iniziò ad allattarla. Quella scena, lei seduta a gambe incrociate sul letto, nuda, con la bambina in braccio, mi fece arrapare nuovamente. Allora mi sedetti a gambe larghe, l’uccello come un obelisco fra le mie gambe e la feci impalare sul mio cazzo, sempre con la bambina in braccio. Come la piccolina iniziò a succhiare, inizia a sentire attorno al mio membro le contrazioni della vagina di Fulvia.
‘Mi fai impazzire, così’, le dissi.
‘Ohhh, mio dioooo, che meraviglia’, fece lei di rimando.
Era una sensazione meravigliosa, abbracciati, con nostra figlia in mezzo a noi che succhiava e noi a stare così, con l’uccello saldamente infilato nella sua figa.
Quando la bimba smise di succhiare e si addormentò, lei si staccò da me e la mise in culla, poi mi distesi e venne ad impalarsi sul mio pisellone duro. Stemmo fermi per un po, poi iniziammo lentamente a muoverci. Lei venne un numero imprecisato di volte e poi, finalmente, venni anch’io.
Era ormai giunta ora di pranzo. In quello suonò il campanello, era sua madre che veniva a pranzare dalla figlia e dalla nipote, per cui me ne andai di corsa a casa mia.
Capitolo 3 ‘ Le figlie diventano 2

Il tempo passava e la piccola Cristiana cresceva. Iniziarono a crescerle dei bei capelli rossi, mentre gli occhi, blu come tutti i neonati, iniziarono a prendere il loro colore definitivo, ovvero un bel verde.
Ora, bisogna rammentare che io sono bianco di capelli ma in gioventù ero biondo con gli occhi verdi, Fulvia bionda con gli occhi azzurri e suo marito moro con gli occhi scuri.
Noi continuammo a vederci quasi tutte le mattine, facendo l’amore a lungo ed in tutte le posizioni. Lo facevamo anche mentre lei allattava ed in qui momenti il suo piacere era ancora maggiore.
Un giorno mi invitò ‘ufficialmente’, avendo a cena sia i genitori che i suoceri.
Mentre i suoceri avevano un’età simile alla mia ed avevano la puzza sotto il naso, visti gli incarichi di lui, i suoi genitori, invece, erano alquanto più giovani, sulla cinquantina, e abbastanza simpatici.
Quando suonai al campanello, mi aprì Fulvia, indossando un semplice vestitino corto, accollato ma molto aderente, che metteva in risalto le sue forme, leggermente più abbondanti dopo il parto.
Ci salutammo da buoni vicini e mi presentò gli altri.
La cena andò bene, parlammo del più e del meno, serviti sia da lei che da sua madre. Il cibo era buone, il vino pure, e così, leggermente brilli, fummo tutti più cordiali.
Quella sera, venni a sapere che il marito, grazie anche alla lunga trasferta estera, sarebbe tornato di lì a 3 mesi ma con un consistente avanzamento di carriera. Insomma, la trasferta sarebbe durata un paio di mesi più del previsto. Musica per le mie orecchie.
Alla fine, se ne andarono prima i suoceri, poi, dopo averla aiutata a rassettare, anche i genitori di lei se ne andarono.
Rimasi solo con lei. Allora mi alzai dal divano e mi avvicinai a lei. Eravamo entrambi leggermente euforici. La presi fra le braccia ed iniziai a baciarla. Lei prima si schermì, poco, poco alla volta, si sciolse e mi lasciò fare.
Le infilai la lingua fra le labbra, che si schiusero per accoglierla, poi la sua lingua s’intrecciò con la mia. Il bacio fu lungo. Mentre ci baciavamo, iniziai a levarle il vestito. Mi lasciò fare e, quando lo sollevai fino alle ascelle, alzò le braccia se lo fece sfilare, ributtandomi subito le braccia al collo.
Rimase in mutandine e reggiseno. La carezzai lungo la schiena, andando su e giù con le mani dal suo culetto alle spalle e viceversa. Ad un certo punto, le sgancia il reggiseno e lei lo fece cadere a terra. Le abbassai le mutandine, che caddero anche loro a terra, poi, sempre baciandoci, la sollevai e la portai sul letto, adagiandovela delicatamente. Mi spogliai e mi stesi al suo fianco. Ci fronteggiammo stesi e ci riabbracciammo, avvicinandoci.
Nel frattempo, il mio membro, che era stato buono per tutta la serata, si era rizzato per bene ed ora puntava dritto verso la sua fighetta. La feci stendere supina con le gambe larghe ed iniziai a leccargliela, a leccarle e mordicchiarle il clitoride, a metterle un dito nel culetto ed un altro in figa, la massaggiai per bene, mentre lei mugolava di piacere. Inizia a quasi scoparla con la lingua e, con un piccolo urletto sommesso, lei ebbe il primo orgasmo. Allora montai si di lei, le infilai il mio membro nella sua calda figa ed iniziai a scoparla per bene, con lunghi e lenti affondi, sapendo che così la facevo impazzire dal piacere. Venne ancora ed ancora, poi la voltai e la montai da dietro, fino a venir finalmente anch’io, riempiendola per bene del mio sperma.
Quella notte rimasi a dormire nel suo letto. Mi svegliai appena quando dovette allattare, ma dopo aver rimesso la bambina nella sua culla si rimise attaccata a me.
Dormimmo benissimo fino a quando, a mattinata inoltrata, la bimba non reclamò il pasto del mattino.
Lei, allora la prese ed iniziò ad allattarla, mentre io la stuzzicavo, fino a che la feci impalare sul mio cazzo, mentre lei continuava ad allattare.
Quando finì, si alzò, mise la bimba in culla e si lanciò affamata sul mio cazzo a farmi un pompino divino.
Infine si alzò e mi preparò una fantastica colazione, che consumammo nudi in cucina. Poi mi rivestii e ritornai a casa mia.
Andammo avanti così fintanto che, ad un certo punto, quando mancavano circa un paio di settimane al ritorno del marito, Fulvia venne a casa mia con la bambina.
‘Dobbiamo parlare’ iniziò a dire, non appena entrata.
Quella mattina era deliziosa, con un top che le lasciava la schiena coperta ed una gonnellina plissettata a vita bassa ed alquanto corta. Ogni volta che camminava spingendo la carrozzina, le si vedevano le chiappette. Era uno spettacolo.
La feci accomodare in sala e si sedette sul divano di fronte a me, mostrandomi le sue belle gambe e le mutandine di pizzo bianco.
‘Se ti presenti vestita così, invece di parlare facciamo altro’ le risposi.
‘Sono di nuovo incinta’.
‘Non mi pare che sia una cosa brutta, vero?’ feci.
‘Non lo sarebbe se fossimo sposati tu ed io’.
‘Oseresti dire che &egrave mio ?’ feci, scherzando, ben sapendo che negli ultimi mesi ero stato più tempo nel suo letto che a casa mia.
‘Come faccio con mio marito ?’ chiese.
‘Come l’altra volta’ ribattei.
‘E se anche questo viene simile a te, non pensi che s’insospettirà?’
‘E come potrebbe, con una brava mogliettina come te ‘.
‘Non scherzare, io sono seria’
‘Anch’io, anche se sai che mi piace scherzare’.
‘Già con Cristiana ho dovuto inventarmi parenti rossi di capelli’
‘Ma se viene biondo hai la scusa pronta : lo sei anche tu’.
‘La fai facile tu. Ma ci vorrebbe che almeno gli rassomigliasse un po’. Sono tutti a domandarmi se io e te siamo sposati visto che la bambina ti assomiglia.’
‘Dai, tanto voi ragazze ci incantate con le vostre moine e noi ci caschiamo sempre’
‘Stavolta ci sono cascata io, alla tua corte la prima volta!
‘Ma ti &egrave piaciuto, tanto che poi non ti sei mai tirata indietro’.
‘Oh, sì, mi piace tanto, sei così dolce, mi fai godere un sacco e sei sempre gentile con me, ma io sarei sposata.’
‘Certo, e questo rende più piccante la cosa. E poi, a vederti così vestita, mi viene voglia di saltarti addosso e scoparti così su due piedi’
‘Anch’io ho voglia di te. Ma sono un po’ spaventata’
‘Allora vieni qui da me e fatti spogliare’
Si alzò e venne a sedersi sulle mie ginocchia. Le levai il top ed iniziai a stuzzicarle le tette, a mordicchiarle i capezzoli, a carezzarle il petto, la schiena, le gambe, risalendole fino all’inguine, infilandole le dita nelle mutandine.
‘Oh, sei un porco. Mmmmmmmmm, ahhhhh. Ero venuta per parlare e tu mi vuoi violentare’ fece.
‘Alle volte, certi gesti valgono più di mille parole’ ribattei, infilandole un dito nella fighetta bagnata.
‘Ohhhhhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììììììììììììììììììììì, non fermarti, mi fai impazzire’.
Dopo aver controllato che la piccola fosse addormentata, mi alzai con lei in braccio e la depositai sul divano, le sfilai la mutandina e mi tuffai fra le sue gambe, a leccarla tutta. Lei continuava a mugolare.
M’inginocchiai davanti lei dopo essermi abbassato i pantaloni ed i boxer e, dopo averle preso le gambe e messe sulle spalle, le infilzai il mio cazzo duro nella sua fighetta, pompandola per bene, fino a che venimmo entrambi.
Uscii da lei lasciandola sul divano, le gambe spalancate, un filo di sborra che le usciva dalla figa, ansimante, stravolta dal piacere, come al solito dopo i nostri incontri, ed andai a lavarmi.
Mi raggiunse in bagno e si lavò pure lei.
Parlammo ancora per un po’, poi lei ritornò nel suo appartamento.
Come previsto, dopo 2 settimane suo marito ritornò dalla trasferta. Per festeggiare il suo ritorno, lei organizzo una festa, invitando i loro parenti e me, che oramai facevo parte della famiglia.
La serata fu divertente, il marito ci raccontò della sua trasferta, del paese che aveva visto. Mangiammo bene e bevemmo pure. Al solito, il marito esagerò alquanto, anche se alla fine era soltanto un po’ brillo, non ubriaco.
A fine serata, dopo che gli altri se ne furono andati, mentre bevevamo un bicchierino io e suo marito, Fulvia gli si accoccolò sulle gambe e, baciandolo, disse :
‘Amore, vorrei un altro bambino’.
‘Ma cara, sono appena ritornato’, rispose lui.
‘Oh, ti prego, mi lasci sempre sola, almeno con un paio di bambini avrò più da fare’, continuò lei.
‘Ma, cara, c’&egrave il signor Marco qui. Ti pare che sono discorsi da fare davanti a lui?’
‘Oh, caro, &egrave quasi di famiglia, mi ha tanto aiutato quando tu non c’eri’.
‘Potevi rivolgerti ai tuoi o ai miei’, ribatté.
‘Ma lo sai che lavorano tutti. E poi lui &egrave così gentile. Glielo dica lei, signor Marco’.
‘Credo che siano cose da discutere fra marito e moglie’, dissi, alzandomi.
‘Buonanotte’ aggiunsi.
Mi salutarono, lei mi accompagnò alla porta, dove ci demmo un bacio ed io le toccai la fighetta.
Andai a letto e ci misi un po’ per addormentarmi. Ad un certo punto, sentii un rumore. Dopo un po’ realizzai che era il cellulare. Accesi la luce e vidi che Fulvia mi stava chiamando. Risposi :
‘Pronto, dimmi, che succede?’.
‘Aprimi la porta’ sussurrò.
Io, nudo come al solito quando dormo andai ad aprire. La loro porta era socchiusa, si aprì e Fulvia, completamente nuda, sgusciò fuori e s’infilò nel mio appartamento, buttandomi le braccia al collo e dicendo :
‘Scopami !’
‘Cos’&egrave successo ?’ chiesi.
‘Non parlare e scopami, presto, non ne posso più !’ rispose e corse verso la mia camera da letto, buttandosi sul letto e mettendosi a gambe large.
Io mi avvicinai ed iniziai ad accarezzarla.
‘Presto, lo voglio dentro, tutto, subito’ disse lui.
Al che presi il mio membro, che si era rizzato per bene, e lo infilai nella sua figa.
‘Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, sìììììììììììììììììììììììììììì, finalmente’ disse, ‘per favore, dai, spingi’.
Iniziai a pompare fra i suoi mugolii. Andai avanti per un bel po’, finch&egrave venne, poi la feci girare e glielo piantai nel suo bel culetto. Vanne ancora ed io, con un grugnito, mi scaricai in lei, adagiandomi poi al suo fianco.
Una volta che fummo più tranquilli, le chiesi :
‘Ma cosa &egrave successo ?’
‘Come hai visto, ho iniziato a fargli le moine. Dopo averti accompagnato alla porta, ritornai da lui, mi sedetti in grembo e ripresi a coccolarlo, ma lui sbadigliava. Lo convinsi a venire a letto, feci uno spogliarello per eccitarlo. Alla fine, nonostante l’alcol che aveva bevuto, riuscii a farglielo rizzare, mi misi a cavalcioni su di lui e me lo infilai fino in fondo. Avevo appena iniziato a muovermi che si addormentò. Ero fuori di me. Ero rimasta con la voglia e non sapevo come fare, non mi andava di sditalinarmi ed allora ho pensato a te. Ma non volevo suonare il campanello, altrimenti, penso, avrei svegliato tutto il condominio ed allora ti ho telefonato.’
‘Resti da me ?’ chiesi.
‘No, devo tornare, altrimenti chi lo sente quando si sveglia’, rispose, alzandosi.
L’accompagnai alla porta. Un filo di sborra le colava dal culo nudo. Prese telefono e chiavi che aveva lasciato cadere entrando in casa mia e, di soppiatto, s’infilò in casa sua.
Per il resto del week-end non la vidi, dato che giocava a fare la brava mogliettina, anche se apparve alcune volte sul balcone in tenuta non proprio coprente.
Al lunedì, dopo che lui fu andato a lavorare, lei uscì. Al ritorno, venne nel mio appartamento con la bambina nella carrozzina.
Entrando, mi buttò le braccia al collo e ci baciammo ardentemente. Poi, ci spogliammo vicendevolmente, rimanendo nudi ed iniziammo a carezzarci. Il mio uccello, ovviamente, prese vita immediatamente. Lei allora si chinò a baciarlo. Poi si alzò.
‘Devo allattare la bimba’ disse, prendendo la piccolina dal passeggino e portandosela al seno, ‘ sono tutta bagnata al solo pensare al tuo bel pisellone’
‘Vieni qui’ la chiamai, sedendomi sul divano, con il cazzo impennato come un’asta.
‘Eccomi, oooohhhhhhhhhhhhhh, sìììììììììììììììììììììììììììì’, fece lei, mentre, con la bimba attaccata al seno che succhiava, si impalava, la sua figa bagnatissima calda ed accogliente.
Iniziai a sentire le contrazioni della sua vagina attorno al mio cazzo ad ogni succhiata della piccola. Fulvia ben presto iniziò a godere e mugolare. Allattava e contemporaneamente si muoveva lentamente su e giù. Ad un certo punto ebbe un orgasmo ma non si fermò. Poi, quando la piccola finì di succhiare, lei inizio a cullarla per farla addormentare, sempre con il cazzo infilato dentro la sua figa, muovendosi lentamente. Alla fine, la bimba si addormentò ma lei continuò fino ad avere un altro orgasmo. La mise nel passeggino. Mentre stava finendo, piegata in avanti, mi avvicinai da dietro e, in un colpo solo, le infilai il membro eretto in figa da dietro. Iniziai a pomparla con affondi lenti e lunghi, poi, quando sentii che stava per venire nuovamente, accelerai ed iniziai a darci dentro con tutta la mia energia, finch&egrave, alla fine, venimmo assieme,scaricandole dentro tutto il mio sperma, mentre lei urlava tutto il suo piacere. Alla fine, ci lavammo e poi andammo a casa sua, dove mangiammo.
Un po’ alla volta quella divenne la nostra piacevolissima routine. Nel frattempo, Fulvia ebbe la conferma di essere incinta. La pancia cresceva e noi continuavamo a scopare, alla faccia di suo marito, tutto impegnato nella sua carriera.
Non solo, lui, mi trattava con deferenza e mi ringraziava per l’aiuto dato alla moglie quando era in trasferta oppure quando rientrava tardi.
M’invitarono anche spesso a mangiare da loro. Ogni volta, Fulvia, si dava da fare per farmi vedere le sue tette con i capezzoli turgidi e la sua patatina nuda. Inoltre, la eccitava da morire il fatto di mostrarsi nuda a me davanti al marito e di farsi toccare di nascosto con lui presente. Quante volte, ad esempio, le misi un dito nella figa nuda mentre mi dava la schiena e stava piegata per servire suo marito, seduto in fronte a me.
L’accompagnai anche a fare le ecografie di rito e scoprimmo così che avrebbe dovuto nascere un’altra bimba. Anche per quello, fui tanto ringraziato da lui e dai suoi parenti.
Continuammo a scopare praticamente fino a quasi il giorno del parto.
Quel giorno, quando le si ruppero le acque, l’accompagnai in ospedale ed avvertii io il marito ed i parente, salvo poi andarmene al loro arrivo.
Nacque un’altra bimba, con la testa coperta di peluria biondissima. Le venne dato il nome di Silvia.
Il resto in un altro capitolo.
Capitolo 4 ‘ Sono padrino di mia figlia

Dopo il parto della seconda figlia, Elena, il marito rimase a casa in ferie per badare alla prima bimba, ma era un tale imbranato nelle faccende di casa che doveva domandare continuamente aiuto, o alla suocera oppure a me.
Io andavo spesso a visitarla in ospedale ed a vedere la mia seconda figlia, soprattutto quando non c’erano gli altri, e mi beavo del suo seno che allattava.
Al ritorno di Fulvia dall’ospedale, i suoi parenti ripresero i loro impegni e lei rimase sola con le due bambine. Ogni tanto mi chiedeva un aiuto, che le davo volentieri, anche perch&egrave, quando era con me, stava quasi completamente nuda. Era uno spettacolo, le forme più rotonde, non ancora riassorbite dal secondo parto, le tette piene di latte che ogni tanto secernevano qualche goccia. Indossava soltanto delle mutandine a causa delle lesioni provocate dal parto.
Dopo alcuni giorni, visto che due bimbe piccolissime, una di poco più di 13 mesi e l’altra di poche settimane, erano un impegno molto gravoso, la convinsi di mettere la prima in un nido almeno per metà della giornata. Visto che l’azienda dove lavorava il marito aveva un nido aziendale, li convinsi ad utilizzarlo. Così, tutte le mattine, il marito portava la bimba al nido, andando a lavorare, mentre al pomeriggio, visto che lui usciva sempre tardi, Fulvia andava a prenderla.
Quando si riprese bene dal parto, riprendemmo a scopare. Soprattutto, le piaceva un sacco allattare stando impalata sul mio cazzo. Era una cosa che, con le contrazioni della vagina provocate dal succhiare della piccola e con il mio cazzo duro che la riempiva, la faceva andare in estasi e godeva come una pazza. Dopo, scopavamo, alle volte anche per tutta la mattina. I suoi orgasmi erano una cosa grandiosa.
Un po alla volta, iniziò a riprendere le forme iniziali del corpo, tranne che per il seno che, grazie anche al fatto che oramai allattava da più di un anno senza praticamente interruzioni, era cresciuto e si era ammorbidito, dandole un aspetto più pieno e più maturo. Stava spesso senza reggiseno e le tette si muovevano in modo tale che al solo vedergliele, mi veniva duro !
Inoltre, da quando aveva smesso di avere delle perdite, aveva ripreso a girare senza mutandine, per cui, in casa, stava o con una semplice maglietta oppure direttamente nuda, visto anche che era estate.
Quando usciva, poi, aveva ripreso a vestirsi con le sue solite minigonne e le magliettine o top, quasi sempre senza reggiseno, qualche volta pure senza mutandine. Io spesso facevo finta d’incontrala per caso e l’accompagnavo nelle sue passeggiate con la bimba. Al ritorno, poi, scopavamo nuovamente come ricci.
Quando venne il tempo di battezzare la bimba, mi invitarono una sera a cena. Lei indossava un vestitino corto, allacciato dietro al collo, la schiena nuda, la gonna ampia che le arrivava forse 10 cm sotto l’attaccatura del culetto. Era, ovviamente senza reggiseno ed aveva i capezzoli belli ritti per aver allattato poco prima.
Il marito mi fece accomodare ed iniziò subito a preparare degli aperitivi. Come al solito, iniziò a bere troppo mentre io mi accontentai di roba analcolica, come del resto anche Fulvia. Lei, nel frattempo, andava e veniva, sculettando in modo da farlo rizzare anche ai morti. Ogni volta che si chinava, poi, metteva in mostra il suo splendido culetto, coperto soltanto dal filo del perizoma. Ed io non sono sicuramente un morto !
Quando ci accomodammo a tavola, il marito era già discretamente brillo. Fulvia iniziò a servire gli antipasti e, quando si chinò vicino a me, mi fece ammirare la sue grazie. Io, dal canto mio, le infilai, senza essere visto, la mano sotto la gonna e le sfiorai la fica. Era già bella bagnata. Ebbe un leggero sussulto ma fece finta di nulla e proseguì a servire. Infine si sedette.
-‘Sa’ iniziò a dire il marito, un po’ biascicando le parole, ‘avremmo pensato, visto che lei &egrave stato tanto gentile con mia moglie in entrambe le gravidanze, di chiederle di fare da padrino alla piccola Elena’.
-‘Dica di sì, la prego’, aggiunse lei, strizzandomi un occhio senza essere vista dal marito.
-‘Be, devo dire che mi fate un grande onore’, risposi.
-‘La prego, non rifiuti, accetti’, continuò lui.
-‘Ma cosa diranno i parenti ?’ chiesi.
-‘I nostri genitori sanno quanto &egrave stato gentile con noi, come ci abbia aiutato, anche durante le assenze di mio marito’, rispose Fulvia, con un sorriso.’
-‘Sì, certo’, aggiunse lui.
-‘Mah, non lo so, mi confondete’ feci, titubante.
-‘Non può rifiutare, la prego’, fece Fulvia, dando ad intendere anche da chi veniva l’idea.
-‘Dica di sì’ aggiunse lui.
-‘Visto che insistete tanto’, risposi, ‘non posso non accettare, allora’.
Con uno scatto Fulvia si alzò, mi si avvicinò, mi abbracciò e mi diede un bacio sonoro sulla guancia, mentre io rispondevo al suo abbraccio. Anche lui si avvicinò e mi diede la mano, iniziando a scuoterla e mormorando ‘Grazie, grazie’. Mi comunicarono anche che il battesimo sarebbe stato di lì ad un mese.
Alla fine si sedettero e la cena continuò in modo piacevole. Conversammo, anche se la partecipazione del marito scemava man mano che aumentava il suo tasso alcolico, visto che alla fine della cena c’erano alcune bottiglie vuote, anche se io mi ero limitato a pochi bicchieri e Fulvia aveva bevuto solo acqua.
Nel frattempo, fra un andirivieni e l’altro, sempre sculettano, mi accorsi che Fulvia si era levata le mutandine e, quando alla fine si avvicinò per servirmi il dolce, le potei mettere un dito nella figa allagata. Lei rimase ferma per un bel po’, mentre le ravanavo la figa con il mio dito medio. Poi, quando glielo sfilai, emise un respiro e si riscosse. Il marito, oramai decisamente ubriaco, non si accorse di nulla.
Alla fine, ci alzammo, lui con qualche difficoltà, traballando e ridacchiando come un cretino, e ci accomodammo io su una poltrona e loro sul divano, di fronte a me, lei con le gambe semi aperte, a mostrarmi la sua bella figa contornata dal bel pelo biondo. Il cazzo, che era già duro da un po’, ebbe un’ulteriore impennata. Meno male che avevo dei pantaloni larghi e lo potei sistemare senza farmi vedere troppo.
Bevemmo ancora. Lui si scolò un paio di grappini e poi crollò addormentato. Lei si alzò e nel farlo, la sua gonna si alzò per bene, mostrandomi ancora meglio la sua passera. Mentre si voltava e si piegava per prendere i bicchieri, la gonna che si sollevava e mi mostrava i suoi due bei buchetti, mi alzai e mi avvicinai, appoggiando il mio pacco contro il suo culetto. Rimase così per un po’, il marito sotto di lei che russava sommessamente.
Andò in cucina ed io la seguii. Quando fummo davanti al bancone, la feci piegare, mi sbottonai i pantaloni, lasciandoli cadere a terra, le sollevai il vestito e le infilai il mio membro dentro alla sua passera bollente ed allagata. Lei emise un lungo ‘ohhhhhhhhhh’ di piacere, spingendo il culetto verso di me per farlo entrare meglio fino in fondo.
Prima la scopai alla pecorina, poi la feci girare e sedere sul bancone, le gambe ben aperte e sollevate e continuai a pompare, strizzandole le tette nel frattempo. Lei stava godendo come una pazza. Le tette gocciolavano, macchiando il vestito, al che se lo sfilò.
-‘Sìììììììì. Sìììììììììììììììì, odddiiiiioooooooooooo, vengooooooooooooooooo’ iniziò ad urlare.
-‘Daiiiiiii, non ti fermareeeeeeee’, continuava.
Ebbe almeno 2 o 3 orgasmi e poi venni anch’io, scaricando tutta la sborra che avevo accumulato durante la serata, eccitato com’ero. Rimasi ancora un po’ dentro a lei, fino a che il mio uccello riprese le dimensioni normali. Glielo sfilai, lo sperma che colava dalla sua figa.
Lei, s’inginocchiò, nuda, davanti a me e me lo prese in bocca delicatamente per pulirlo per bene. Quando ebbe finito, mi risistemai i pantaloni, la baciai a lungo e me ne andai al mio appartamento. Il marito era ancora lì che russava.
Al mattino seguente, come al solito in questi casi, li sentii discutere.
-‘Ogni volta che invitiamo qualcuno, finisci sempre ubriaco’, diceva lei, ‘sono stufa di fare le figuracce. Se vai avanti così ti pianto e mi porto via le bambine’.
-‘Ma non puoi, con tutta la fatica che sto facendo per fare carriera. Se mi pianti mi rovini, sai come sono in ditta, ci tengono un sacco alle apparenze, soprattutto per i dirigenti’, rispose lui, con fare lamentoso, ‘oddio, che mal di testa’.
-‘Ben ti sta, così impari a bere in quel modo’, ribatt&egrave lei, ‘ora dovrò andare dal vicino a chiedere scusa’.
-‘Va bene, va bene, ma ti prego, prima di andare dammi qualcosa per il mal di testa’.
-‘D’accordo, ora ti do qualcosa, poi rimettiti a letto con una pezzuola sulla fronte. Vedrai che fra un po’ ti passa.’ disse Fulvia.
-‘Ah, e guarda che le bimbe hanno già mangiato e stanno riposando’ aggiunse.
Rientrai dal balcone, da dove avevo sentito tutta la discussione, quando suonò il campanello alla porta. Era Fulvia, vestita con una leggera canotta, lunga fino a metà coscia, senza reggiseno, i capezzoli duri.
La feci entrare e chiusi la porta. Poi l’abbracciai ed iniziai a baciarla sulla faccia, sul collo. Lei ansimava. Le tolsi la canotta e la tenni così, nuda, fra le mie braccia, accarezzandola e baciandola.
Lei iniziò a sospirare ed ansimare, alzando una gamba e mettendola dietro, rimanendo con la figa bionda bene a contatto con il cazzo, trattenuto a stento dentro i calzoncini corti. La presi in braccio e la portai sul mio letto, la stesi, oramai il mio membro era bello duro. Mi accovacciai fra le sue gambe ed iniziai a leccarle la figa, mordicchiarle il clitoride, infilarle la lingua tutta dentro.
-‘Ohhhhhhhhh, sìììììììì mi fai impazzire’ iniziò a dire, mentre le infilavo anche un dito in figa ed uno nel culo.
-‘Continua, per favore, sto godendo’, seguiva a dire, mentre continuavo, fino a farle avere il primo orgasmo.
Al che mi sollevai, portai il mio uccello all’entrata dalla figa mentre lei lo indirizzava per bene e, con un colpo deciso, la infilzai, arrivando fino in fondo. Inizia a pompare lentamente, lei venne una seconda volta. Senza uscire da lei, le feci cambiare posizione, più volte. Lei ebbe almeno altri 3 o 4 orgasmi ed alla fine venni anch’io. Le venni ben dentro la figa e rimasi in lei fino a che il mio cazzo si sgonfiò ed uscì da solo.
Al che, dopo avermi baciato al ungo, lei si ricompose, prese la sua canotta, la indossò e tornò a casa sua, piena del mio seme.
Io mi lavai, mi rimisi i pantaloncini e ritornai sul balcone. Lì, ascoltai il seguito della loro conversazione.
-‘Sei stata via molto’ esordì lui.
-‘Be, ho dovuto chiedere scuse per te, come al solito, del resto, poi il signor Marco mi ha offerto un caff&egrave ed abbiamo parlato del battesimo’, rispose lei. ‘Ma ora come va con la tua testa ?’
-‘Sto ancora da cani’ rispose.
-‘Hai sentito se le bimbe si sono svegliate nel frattempo ?’, chiese lei.
-‘Non lo so, ho dormito’, rispose.
-‘Sei il solito incosciente. Non si può chiederti nulla’, esclamò lei.
-‘Ma sto malissimo’ fece, lamentoso.
-‘Guarda, non so chi me l’ha fatto fare di sposarti. Non sei di nessun aiuto, in casa. Ogni volta devo chiedere ai miei oppure ai vicini se mi serve una mano’.
-‘Ma io devo pensare alla mia carriera’ si scusò lui.
-‘Sai che me ne faccio della tua carriera’esclamò lei, sempre più seccata.
-‘Ma sono i soldi che ci permettono di vivere bene, non devi lavorare’ rispose, sempre più lamentoso.
-‘Guarda che se non fosse per le bambine, andrei subito a lavorare. Altrimenti che me ne faccio della mia laurea’, disse lei, sempre più seccata, ‘E poi, guarda in che casa abitiamo. E’ piccola, va bene appena per due’.
-‘D’accordo, cercheremo qualcosa di meglio, ma dovrò chiedere un prestito ai miei’, si scusò lui.
Andarono avanti così ancora per un po’, fino a che la piccola iniziò a frignare ed allora lei smise. Io ritornai dentro.
Il giorno seguente era domenica. Nella tarda mattinata sentii suonare il campanello ed andai ad aprire. Mi ritrovai il marito di Fulvia. Lo feci accomodare.
-‘Buongiorno, e scusi il disturbo’ esordì lui.
-‘Ma si figuri, non mi da alcun disturbo’ risposi.
-‘Senta, vengo direttamente al punto. Ora che la nostra famiglia &egrave cresciuta, stiamo pensando di cercare una casa più grande. Siccome so che lei ha una certa esperienza, come ho potuto vedere da quanto ci ha aiutato all’inizio con i lavori qui, mi domandavo se ci potesse assistere nella ricerca.’
-‘Ma certo, nessun disturbo, anzi, sarà un piacere, così avrò qualcosa di utile da fare’ risposi a mia volta.
-‘Come saprà, sono dirigente di una grande azienda ed ho pochissimo tempo. Pertanto, siccome della ricerca, almeno all’inizio, se ne occuperà mia moglie, vorrei che lei la accompagnasse e la consigliasse’, continuò lui, ‘Spero non le dispiaccia’.
-Ma no, certamente, sua moglie non mi disturba affatto. Anzi, sarò felicissimo di accompagnarla in giro nella sua ricerca’, dissi. Mi stava praticamente consegnando sua moglie per i prossimi mesi a venire.
Dopo alcuni altri convenevoli, ritornò nel suo appartamento. Al pomeriggio mi chiamarono a casa loro dove iniziammo a fare i piani, mi mostrarono alcune case che volevano vedere per prime dagli annunci sul giornale locale mentre una bimba stava in un box e l’altra nella carrozzina.
Lei era vestita con una maglietta ed un paio di calzoncini cortissimi, quasi delle mutandine. Ad un certo punto, la piccolina iniziò a frignare che voleva la pappa. Allora Fulvia la prese in braccio ma siccome la maglietta che indossava non le permetteva di allattare bene ed allora se la tolse, restando con il seno nudo.
-‘Ma cara, così puoi mettere in imbarazzo il nostro ospite’, le disse il marito.
-‘Oh, no, non si preoccupi, anzi. Vedere una donna che allatta il suo bambino ha un che di poetico’ ribattei prontamente io. E la cosa finì lì.
Quando finì di allattare, però, Fulvia rimase ancora con il seno nudo e si avvicinò al tavolo dove noi stavamo studiando gli annunci.
-‘Volete che vi prepari un caff&egrave ?’ chiese, strusciandosi con il seno sul braccio del marito e facendomi l’occhiolino.
-‘Si, grazie, cara, ma rivestiti un pò’, rispose lui.
-‘Fa caldo, amore, resto ancora un po’ così, se al nostro ospite non dispiace’, disse lui allora.
-‘Non mi spiace certamente, la signora ha un bel seno e di solito in spiaggia si vedono donne ancora più svestite di così’, feci a mia volta.
Si diresse verso la cucina sculettando più del solito. La porta della cucina era alle spalle del marito e, quando stava per entrare, si abbassò i calzoncini per mostrarmi che, al solito, non indossava mutandine. Poi se li rimise e sparì in cucina. Ritornò dopo un po’ con il caff&egrave e si sedette con noi, sempre a seno nudo. Il marito le diede un’occhiataccia ma non disse nulla. Finimmo di vagliare le offerte immobiliari e stilammo un piano di massima delle visite che avremmo fatto la settimana seguente. Dopo di che mi accomiatai da loro.
Siccome ero curioso di quello che si sarebbero detti dopo l’esibizione di lei, andai sul balcone per cercare di sentire. Stavolta lui iniziò ad aggredirla a parole mentre lei minimizzava, facendogli notare che io non avevo reagito in alcun modo tranne che con qualche complimento non impegnativo, anzi avevo minimizzato il tutto.
Il mattino seguente, dopo che il marito se ne fu andato con la bimba grande da lasciare all’asilo, mi presentai alla loro porta. Lei mi aprì la porta avvolta in un telo da bagno. Come entrai, lei lo lasciò cadere e mi gettò le braccia al collo, mi baciò poi, freneticamente, iniziò a spogliarmi. Il mio cazzo aveva già raggiunto la consistenza giusta, la sbattei contro il muro, le alzai una gamba e glielo infilai tutto dentro. Iniziai a sbatterla con forza mentre lei faceva :
-‘Ohhh, sìììììì, daii, ancoraaaaaaaaaaaaa, sìììììììììììììììììì, non ti fermareeeeeeee’.
-‘Si, porcellina, ieri volevo sbatterti davanti a tuo marito’ dissi, mentre acceleravo il ritmo.
-‘Ohhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììììììììììì, ma glielo diremo al cornutoooooo. Ohhhhhhhhh, vengoooooooooooooooooo’ eruppe all’improvviso. Preso dall’eccitazione, venni anch’io.
Ci sdraiammo esausti direttamente sul pavimento, ancora abbracciati. Stemmo per un bel po’ così, poi andammo a farci la doccia. Una volta pronti, prese la bimba, la mise nel passeggino ed uscimmo. Lei, al solito, era vestita Con una specie di prendisole, senza reggiseno, le belle tette che ballonzolavano, il vestito che le arrivava appena sotto il culetto e copriva a malapena un perizomino minuscolo. Quando la vidi così, non fosse stato che ero ancora esausto da prima, le sarei saltato nuovamente addosso e me la sarei scopata lì su due piedi.
Con la mia macchina andammo dalla prima agenzia che avevamo selezionato il giorno precedente. Nel mettere il seggiolino della bimba in macchina, mi mostrò il culetto, che tocai per bene. Poi si sedette a fianco a me e le infilai la mano nella figa. Era difficile guidare con una mano sola mentre con l’altra le tenevo un dito in figa !
Arrivammo come il caso volle all’agenzia ed iniziammo a farci dare le informazioni sulle case che volevamo vedere. Il tizio dell’agenzia non le staccava gli occhi da dosso. Ci demmo appuntamento per il pomeriggio per andare a visitare due villette nella periferia bene della città. Poi salutammo ed andammo nell’agenzia seguente. Lì ci accolse un’impiegata, che iniziò a trattarci come se fossimo marito e moglie, cosa che le lasciammo credere. Anche con lei ci demmo appuntamento per delle altre visite. Poi, ritornammo a casa sua.
-‘Devo dire che alcune delle case sembrano carine’ esordì lei.
-‘Si certo, ma non devono essere troppo piccole. Guarda che voglio una stanza tutta per me per quando vengo a scoparti !’, esclamai, ridendo. Si mise a ridere anche lei.
-‘Comunque, una volta fatta la cernita, bisognerà che mio marito chieda i soldi a suo padre, visto che, pur guadagnando bene, sicuramente non può permettersi al momento queste cifre’, osservò, ritornando seria.
Andammo avanti tutta la settimana a scopare, contattare agenzie e vedere case. Lei sempre vestita molto provocante, che faceva impazzire tutti quelli che incontravamo.
Al sabato, venni contattato dal marito per fare assieme a loro il punto della situazione.
Mi presentai da loro al pomeriggio. Il giorno era caldo ed eravamo tutti vestiti alquanto leggerini, io ed il marito, soltanto dei calzoncini corto, nel mio caso senza i boxer sotto, Fulvia con una maglietta che le copriva il culetto ed una mutandina sotto. Ad un certo punto, mentre parlavamo, Fulvia si alzò per andare a prendere la piccola Elena ed allattarla. Si ripresentò indossando soltanto una mutandina di pizzo, con la bimba in braccio. Il marito le diede un’occhiataccia, ma non disse nulla.
Alla fine, dopo aver deciso che soltanto un paio delle case che avevamo visto potevano passare la selezione, Ci accomodammo su divano e poltrone.
-‘E’ stata una faticaccia, con questo caldo’, esordì Fulvia’ per trovare soltanto due case che potessero andare bene’.
-‘Guardi che conosco gente che ha passato anni, prima di trovare la casa che faceva per loro’, replicai.
-‘be, non ci scoraggiamo così presto, fece il marito, ‘ma ora vi devo annunciare che purtroppo mi obbligano ad andare in trasferta per i prossimi mesi. Ho messo come condizione soltanto di poter essere a casa per il battesimo di mia figlia’.
-‘E come faremo per trovare la casa ?’ chiese lei.
-‘Be, se non &egrave troppo disturbo per il signor Marco, voi andate avanti e mi comunicate quello che avete visto via mail’ le rispose il marito.
-‘Oh, feci per me non &egrave nessun disturbo. Mi diverto. Anzi, sapete, visto che mio figlio abita lontano, mi sembra quasi di aver adottato altri due figlioli’ dissi.
-‘E so poi troviamo quello che va bene, come facciamo ?’ disse Fulvia.
-‘Quando ritorno per il battesimo, dovresti prendere appuntamento con un notaio così da poterti fare una delega a firmare almeno il preliminare, poi, per l’acquisto, ritorno io.’ rispose il marito.
Fulvia, intanto aveva finito di allattare, la piccola si era addormentata e quindi andò a metterla nel suo lettino. Ritornò di lì a poco, sempre con le sole mutandine e prese a preparare la pappa per l’altra bimba, che stava giocando nel suo box.
Fulvia era uno spettacolo, le mutandine che s’infilavano nel culetto ogni volta che si piegava, il seno morbido che oscillava al ritmo dei suoi passi. A me era venuto duro ma lo avevo mascherato incrociando le gambe.
-‘Si &egrave fatta quasi ora di cena’ osservò il marito, alzandosi e preparando dei drink.
-‘Per me, analcolico’ intervenni io. Mi preparò un analcolico e si preparò un abbondante martini.
-‘Caro’, intervenne Fulvia, ‘perch&egrave non vai a prendere qualche pizza, se va bene al signor Marco, così ceniamo in compagnia e facciamo i nuovi piani ?’
-‘D’accordo, vado a vestirmi per andare’, fece, ‘Ma sarebbe il caso che ti vestissi anche tu’.
-‘Ma fa un sacco di caldo e così mi sento comoda’ fece.
Lui raccolse le ordinazioni e se ne andò.
Non appena lui chiuse la porta, Fulvia mi si precipitò addosso, abbassandomi i pantaloncini e prendendo l’uccello in bocca.
-‘Sei affamata’, dissi.
-‘mmmhhhh’ fece lei in risposta, senza mollare il mio cazzo.
Le levai le mutandine e le infilai un dito nella fica ed uno nel culetto. Mugolò ancora. Era un lago.
Allora la presi, la feci alzare e lei si impalò sul mio cazzo duro mentre ero sempre seduto sul divano.
-‘Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, finalmenteeeeeeeeeeee’ fece nel sentirsi riempita, ‘Non ce la facevo più, ero tutta un lago’.
-‘Sììììììììììììììììììììììì, ce l’avevo duro tutto il pomeriggio’ ribattei, mentre lei iniziava il suo su e giù sopra di me mentre il le sprimacciavo le sue morbide tette, le pizzicavo i capezzoli duri.
Andammo avanti per un po’, fino a che venimmo assieme e la riempii del mio sperma. Mentre stavamo recuperando il fiato, il marito suonò il campanello. Fulvia, con la figa che colava, corse in bagno, mentre io mi ripulivo con un fazzoletto e lo rimettevo dentro i pantaloni.
Andai ad aprire, lui entrò chiedendo della moglie, ma gli dissi che era andata al gabinetto. Dopo un po’, lei uscì, ricomposta, sempre con le sole mutandine.
Cenammo, parlammo, lui bevve come al solito, quindi mi ritirai nel mio appartamento.
Il giorno seguente, domenica, lui partì per la sua trasferta e la madre di lei si trasferì in casa loro per dare una mano con le bimbe.
Nei giorni seguenti, la madre di Fulvia accompagnava la bimba più grande al nido e poi andava a lavorare. Rientrava al pomeriggio dopo aver ripreso Cristiana al nido. Per il resto, avevamo tutta la giornata per noi. Passammo quelle due settimane a fare l’amore ed a visitare case. Poi, verso la fine della seconda settimana, finalmente vide una casa che le piacque a prima vista. Era una grande villa, ristrutturata abbastanza recentemente, con salone, sala da pranzo, 5 camere da letto, studio, 4 bagni ed un grande giardino. Costava uno sproposito, almeno per me, ma lei mandò tutta la documentazione al marito via mail. Lui rispose che piaceva tantissimo anche a lui e che avrebbe chiesto a suo padre.
Quando, alcuni giorni dopo, ritornò in città, andarono a vederla assieme ai genitori di entrambi. Tutti ne furono entusiasti, per cui venne data la caparra e si stabilì di firmare il preliminare la settimana seguente, ovvero qualche giorno dopo il battesimo della piccola.
La sera stessa, mi invitarono, assieme ai loro genitori, per ringraziarmi dell’aiuto prestato loro nella ricerca della casa.
Una volta tanto lui non si ubriacò, la serata fu molto piacevole, anche se non riuscii a scopare Fulvia. Cosa che, per disgrazia, non riuscii a fare per tutta la settimana.
Venne infine il giorno del battesimo della piccola Elena. Io mi ero vestito con un abito sportivo in lino, con pantaloni piuttosto ampi ed una camicia a maniche corte, senza cravatta.
Mi recai in chiesa e trovai i vicini con le bimbe. Lei indossava un bell’abito di lino, senza maniche, accollato sul davanti, chiuso con un semplice bottone sul retro del collo e con uno spacco lungo tutta la schiena fino alla cintura, la gonna, lunga per i suoi standard, le arrivava a metà coscia. S’intravvedeva un reggiseno di pizzo bianco, come il vestito, e, in trasparenza, le mutandine, anche di pizzo bianco.
Mi consegnarono in braccio la mia figlioletta e figlioccia e la cerimonia ebbe inizio. Dopo il rito, passammo alle fotografie, genitori, nonni, padrini, amici, insomma, tutti i partecipanti. Finito che fu, ci trasferimmo al ristorante, per uno di quei pranzi che sai quando iniziano ma non quando finiscono. E di quei casi in cui, se uno non si sa regolare, finisce ubriaco fradicio.
Io ero seduto al tavolo, alla destra di Fulvia, la quale aveva la carrozzina con le due bimbe dietro alla sua sedia. Flirtai con lei per tutto il pranzo, le mettevo la mano sulla gamba, nascosto dalla tovaglia. Ad un certo punto, le si alzò per andare al bagno e, al suo ritorno, era senza mutandine, così che potei infilarle le mie dita nella sua bionda fighetta, già bagnata. Diede anche da mangiare a Cristiana e poi, ad una sua richiesta, andai a cercare un posto tranquillo perch&egrave potesse allattare Elena. La accompagnai e lì, tranquillamente, le sbottonai la chiusura, si abbassò il vestito fino in vita e si tolse il reggiseno, iniziando ad allattare. Io ritornai al mio posto. Quando ritornò pure lei, vidi che era anche senza reggiseno, le tette libere sotto il vestito.
Comunque, alla fine, verso sera, il pranzo finì, mangiammo la torta e gli invitati iniziarono ad andarsene. Il marito era sparito ma lei, con il suo sorriso ed i suoi modi gentili, lo fece dimenticare, salutando tutti cortesemente. Gli ultimi ad andarsene furono i genitori di entrambe i ragazzi. Quando vollero salutare il marito, lei con una scusa lo giustificò e loro se ne andarono, anche se un po’ seccati.
Quando rimanemmo soli, andai a cercarlo in giro. Lo trovai in una stalla dietro il ristorante, addormentato, ubriaco fradicio con una bottiglia di grappa vicino. Lo svegliai con una secchiata d’acqua in viso e lo portai alla mia macchina e lo feci sedere, lo legai e poi andai ad aiutare Fulvia.
Sistemammo le bimbe addormentate sui rispettivi seggiolini ed infine partimmo verso casa.
Quando arrivammo, lui si era già riaddormentato. Aiutai Fulvia con le bimbe, poi presi lui e, un po’ sollevandolo, un po’ facendolo camminare appoggiato a me, riuscii a portarlo fino al suo letto, dove iniziò subito a russare.
Lei nel frattempo aveva messo le bimbe nei rispettivi lettini ed infine venne a sedersi vicino a me sul divano. La abbracciai, appoggiandole la testa sul mio petto ed inizia ad accarezzarla sulla testa, la faccia, la schiena, le gambe. Emise un profondo sospiro e si strinse di più a me.
Le sbottonai il vestito, lei si alzò per un attimo, lasciandolo cadere a terra e rimanendo nuda di fronte a me. Poi s’inginocchiò davanti a me ed iniziò a spogliarmi. Quando fui nudo, iniziò a succhiarmi il cazzo fino a farlo diventare bello duro, poi si alzò e mi venne sopra, infilandoselo fino in fondo con un gran sospiro.
-‘ohhhhhhhhhhhhhhh, finalmente’ disse, mentre lo prendeva tutto dentro.
Iniziò a cavalcarmi, prima lentamente, poi sempre più velocemente, fino a venire con un grido. Allora la feci alzare e la feci inginocchiare davanti al divano, mi posizionai alle sue spalle e glielo infilai in figa, iniziando un lento dentro e fuori, fino a farla venire nuovamente, poi la feci stendere sul divano prona e glielo infilai da dietro, steso su di lei, venne ancora ed io venni con lei, vuotandomi per bene dentro la sua bella passera.
Glielo sfilai e mi semi sdraiai sul divano, lei al mio fianco, incollata a me, la sua testa sull’incavo della mia spalla, una gamba sopra le mie, con il culetto e la passerina bene in vista. Il mio uccello, oramai ridotto, era ancora sporco di sperma e la sua passerina era bene impiastricciata e colava un po’.
Mentre eravamo così, ad un tratto, apparse il marito sulla porta, con la faccia stravolta.
-‘Cosa state facendo ?’ biascicò, con il tono da ubriaco.
-‘Abbiamo appena scopato’, rispose Fulvia, ‘e me la sono goduta un sacco’.
-‘Ohh, che male, mi gira tutto’, fece, ‘ma io vi rovino’.
-‘Ma cosa vuoi rovinare tu! ‘ribatt&egrave lei, sempre fra le mie braccia, senza scomporsi, ‘guardati te, piuttosto, sempre ubriaco. Scommetto che non ti tira nemmeno’.
-‘Vedrai, se non vi rovino’, fece.
-‘Ma va la !’, ribattei, ‘me non mi rovini di sicuro. Piuttosto stai attento a quello che fai’.
-‘Domani vado da un avvocato’ disse, mentre gli veniva un conato di vomito.
-‘Tu domani non vai da nessuna parte’ gli dissi, senza scompormi e tenendo sempre sua moglie nuda abbracciata, ‘altrimenti saremo noi a rovinare te. Pensa solo a quello che sghignazzeranno tutti quelli che ti conoscono, sapendo che tua moglie ti tradisce con uno che potrebbe essere suo nonno. Non potrai nemmeno andare per strada. E poi, con uno scandalo simile, che ne sarà della tua carriera, dopo anni che ci lavori, rinunciando anche alla tua vita privata. Ma non vedi che le figlie non sono nemmeno tue. Dove trovi biondi o rossi con occhi verdi o blu da parte tua.’
Sbiancò e, con un altro conato, vomitò sul tappeto della sala.
-‘Vedi, non sei nemmeno in grado di gestirti. Ho dovuto prenderti, ubriaco com’eri e portarti quasi di peso sul letto’ dissi, ‘E meno male per te che fra tua moglie ed io abbiamo nascosto il tutto ai tuoi. Ma non preoccuparti, abbiamo foto e filmati di tutto. Per cui, pensaci bene, prima di fare qualunque cosa’.
-‘E cosa volete da me ?’ fece, lagnoso.
-‘Che tutto continui come ora’, risposi, ‘tu ti fai la tua bella carriera, ti tieni la tua bellissima mogliettina, le belle figlie, ti compri la villona da mostrare e ci lasci in pace. Noi continuiamo a farci gli affari nostri, io continuo a fare l’amore con tua moglie e tu la lasci in pace.’
-‘Ma, e io ?’ chiese, sempre più abbattuto, non si capiva se dalla situazione o dall’ubriachezza.
-‘Tu continui a lavorare, fai carriera, forse magari diventi direttore generale, ma coglione come sei, non credo tu ce la faccia, e ci lasci in pace.’ risposi, ‘Ah, e nella casa nuova, tu e lei avrete due camere diverse. In quella sua, ci dormirò io e farò l’amore con lei ogni volta che vorrò. Hai capito ?’
-‘Vi prego, non mi rovinate’ piagnucolò ancora lui, disfatto.
-‘Non preoccuparti, staremo molto attenti. Anzi, domani faremo un contratto, noi tre, dove specificheremo ben bene tutto. Ma ricorda che quello che ha più da perdere da uno scandalo sei tu. Ed ora vai a dormire e smaltisci la sbornia !’ conclusi.
Una volta che se ne fu andato, noi rimanemmo abbracciati ancora per un bel pezzo.
-‘Certo che l’hai sistemato per bene’ mi sussurrò all’orecchio.
-‘Così impara’, le sussurrai, sghignazzando, ‘a trascurare una ragazza così bella ed appassionata. Ed a comportarsi in qui modi vergognosi’.
-‘Ma pensi che potremo andare avanti così ?’ chiese.
-‘Sicuramente per un bel po’. Quello che ha più da perdere &egrave proprio lui. In fin dei conti, ci facciamo gli affari nostri, ma lo stiamo coprendo anche per bene’ risposi.
Parlammo ancora per un po’, poi presi le mie cose, mi rivestii ed andai a casa mia.

Ma la storia continua.
Capitolo 5 ‘ Si stabiliscono nella villa

Il giorno seguente andai da un amico avvocato e feci preparare un bel contratto matrimoniale dove, nero su bianco, feci mettere che i coniugi erano liberi di avere avventure, che il tutto doveva svolgersi con discrezione, che se lui avesse chiesto il divorzio, avrebbe dovuto lasciarle la casa e mantenere lei ed i suoi figli, ecc..
La sera stessa mi presentai da loro e, con la minaccia di spiattellare tutto e rovinargli la carriera, lo feci firmare, poi firmò anche lei ed io controfirmai come testimone.
-‘Bene, ora che hai firmato il contratto, siamo a posto’ dissi, ‘ora vado a scoparmi tua moglie in santa pace. E stai attento alle bambine’, aggiunsi.
Poi, presi Fulvia, la abbracciai, la baciai e la portai nella loro camera da letto, dove la spogliai del poco che aveva addosso. La stesi sul letto ed iniziai a baciarla, leccarla, succhiarle le tette, mordicchiarle i capezzoli, infilarle un dito in figa, leccargliela, infilarle la lingua dentro la sua bella patata bionda mentre le infilavo un dito nel culo e con l’altra mano le strizzavo i capezzoli.
Lei mugolava dal piacere, si agitava, lanciava piccoli urletti.
Dopo alcuni minuti di questo trattamento, venne con un urlo, al che mi spogliai, mi misi sopra di lei e le puntai la mia cappella sulle labbra della figa e spinsi con decisione, fino a che le mie palle sbatterono contro il suo culetto.
-‘Ohhhhhhhhh, sìììììììììììììììììì, che belloooooooooooooo’ iniziò a dire lei.
-‘Sì, ti riempio tutta, ti metto nuovamente incinta’ feci a mia volta.
-‘Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì, ancoraaaaaaaaaaaaaa, non ti fermareeeeeeeeeee’.
Andammo avanti così, con foga, cambiando posizione. Lei ebbe almeno 3 o 4 orgasmi, Infine, mi sdraiai e lei si impalò sul mio cazzo, che dopo oltre un’ora era ancora duro come il marmo. Infine, venni con un grugnito e mi scaricai dentro di lei.
Lo tenne dentro, per mungerlo meglio con le contrazioni della sua vagina e poi, se lo sfilò, si accovacciò fra le mie gambe e me lo leccò per bene fino a pulirlo tutto. Infine, io mi vestii mentre lei rimase nuda, il mio sperma che le colava dalla figa, e mi accompagnò alla porta, salutandomi con un bacio, il tutto davanti al marito.
Il giorno seguente portai il contratto a registrare e poi mi riposai. Alcuni giorni dopo firmarono il preliminare d’acquisto della villa e poi lui partì nuovamente.
Il giorno dopo la sua partenza, Fulvia mi venne a visitare con le due bimbe nel pomeriggio. Mentre la grande giocava, lei si spogliò ed iniziò ad allattare la piccola. A quella vista, non resistetti e tirai fuori il mio uccello in tiro, mentre lei, con la bimba in braccio, si sedette sopra di me e s’impalò con un gran sospiro. Mentre allattava, si muoveva lentamente e sentivo le contrazioni della sua vagina. Alla fine, quando la piccola si addormentò, la mise nel passeggino e ritornò ad impalarsi sul mio cazzo.
-‘Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhh, quanto mi &egrave mancato’ disse, mentre lo prendeva tutto dentro.
-‘Anche tu mi sei mancata’ le dissi, ‘Ma un po’ di riposo mi ha fatto bene’ scherzai.
-‘Sai, sono nuovamente incinta’ mi disse, mentre iniziava a muoversi lentamente su e giù.
-‘Speriamo stavolta sia un bel maschietto’ risposi, mentre, tenendola per i fianchi, le davo il ritmo.
Andammo avanti così, lentamente e dolcemente ed infine lei ebbe il suo primo orgasmo. Io continuai a muoverla delicatamente su e giù, avanti ed indietro, e lei iniziò ad avere una serie di orgasmi continui, con un continuo
-‘Ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo’
Alla fine, venni anch’io, riempiendola di sborra.
Rimanemmo così, semi accasciati sul divano, esausti e soddisfatti, per un bel po di tempo.
Mentre eravamo lì, iniziammo a parlare.
-‘Sai, abbiamo fatto il preliminare per la villa’ esordì lei, ‘ce la consegnano fra circa un mese’.
-‘Ah, bene, e quando pesate di trasferirvi ?’ chiesi.
-‘intanto dovrei iniziare a cercare dei mobili’ rispose, ‘Mi accompagneresti ?’
-‘Certamente, risposi, ma prima bisogna avere le misure delle stanze’
-‘Mi daranno il contratto firmato la settimana prossima, con tutte le carte. Poi, quando avrò le chiavi, ci andremo assieme’.
-‘In fin dei conti, dobbiamo scegliere il nostro lettone’, dissi, scherzando.
-‘E’ stata una bella idea quella del contratto matrimoniale che hai avuto’.
-‘E’ stato per garantirti e garantire il futuro ai tuoi bambini. E poi, gli lasci anche la libertà di trovarsi un’amante’.
-‘Si, sempre se sarà in grado di trovare qualche donna che lo sopporti’.
-‘Be, aveva sempre trovato te.’
-‘Sì, ma prima non era così preso dalla carriera. Ed all’epoca non beveva tanto. E poi io ero giovanissima quando l’ho conosciuto, avevo 19 anni’.
Poi, suonò un cellulare. Era il suo e rispose. Sua madre la chiamava per invitarla a cena da loro, per cui si ricompose, si lavò, si rivestì ed andò dai suoi.
Dal giorno seguente, anzi dalla sera seguente, iniziai a trascorrere le notti da lei, facendo l’amore tutte le notti. Andavo da lei verso ora di cena, trovandola regolarmente nuda o al massimo con una maglietta leggera, mangiavamo qualcosa e poi ci coricavamo e facevamo l’amore con dolcezza e passione.
Quando le consegnarono le chiavi della villa nuova, andammo prenderne possesso, poi, con piante e misure più verifiche in loco, iniziammo a progettare l’arredamento.
Mediamente una volta al mese il marito ritornava per qualche giorno, ma noi continuammo come se non ci fosse. E questo dava un’enorme soddisfazione a Fulvia. Anzi, a me sembrava che godesse di più se lui era magari nell’altra stanza a sentire le sue urla di piacere.
Comunque, quando il marito finì la sua trasferta ed erano pronti a firmare il contratto definitivo, era pronto anche il progetto dell’arredamento. In pratica, avevamo progettato di arredare la stanza padronale per lei ed un’altra per lui. Poi c’erano le stanze dei bimbi ed una per gli ospiti.
Mentre la casa veniva predisposta per il loro trasloco, si iniziava a vedere la nuova gravidanza. Erano tutti contenti tranne, ovviamente, il marito, che era l’unico, oltre a noi due, a sapere che il figlio era mio.
Appena la casa fu pronta, organizzarono una grande festa dove invitarono tutti i parenti e conoscenti oltre ad alcuni dei capi del marito. La festa si svolse nel giardino ed al pianoterra della villa.
Lei era stupenda in un vestitino corto ma che la fasciava in modo da fare risaltare il seno florido tipico della donna che allatta e la pancia da donna incinta al 4 mese. Era splendida e radiosa, nella sua nuova casa, nella veste di padrona. Per l’occasione, era stata ingaggiata una baby sitter per badare alle bambine e che avrebbe pure dormito con loro.
Il marito, al solito, era cupissimo ed iniziò a bere smodatamente. Per evitare che iniziasse a fare stupidaggini, ad un certo punto, gli mettemmo alle calcagna un suo amico che lo tenesse d’occhio. Poi, quando fu ubriaco, lo mettemmo a dormire nella sua stanza. Io, che ero presente, mi tenni il più defilato possibile, anche se non mancò l’occasione ai genitori di entrambi di ringraziarmi per l’assistenza nella ricerca della casa e la consulenza per l’arredamento.
Alla fine, quando tutti se ne andarono e rimanemmo soli, mi gettò le braccia al collo, mi cinse i fianchi con le sue gambe ed iniziò a baciarmi appassionatamente. Io la appoggiai al muro, le scostai il perizoma, tirai fuori il mio membro e glielo infilai tutto dentro.
-‘Ohhhhhhhhhhh, sìììììììììììììììììììì, era tutta la sera che aspettavo questo momento’, mi sussurrò in un orecchio.
-‘Anch’io non vedevo l’ora di prenderti. Sei stata meravigliosa, ti sei comportata alla grande’, le disse, mentre la sbattevo contro il muro, ‘sei stata perfetta come padrona di casa’.
Aveva all’epoca poco più di 27 anni ma si era comportata da gran signora con gli ospiti, ma ora era ridiventata la mia spudorata amante, appassionata, calda, nonché madre dei miei bambini.
Tenendola così, con il cazzo infilato dentro, la portai su per le scale fino alla camera che ci eravamo arredata per noi, lontano da quella di suo marito.
Era la prima volta che qualcuno dormiva in quella casa perché non aveva voluto trasferirsi fino a che la casa fosse stata perfetta.
Quando arrivammo nella sua stanza, la deposi sul letto, la spogliai, lei spogliò me e riprendemmo a fare l’amore con foga. Lei venne un numero imprecisato di volte ed infine venni anch’io. Poi, ci addormentammo, soddisfatti, nel nuovo lettone, che odorava di sesso.
Al mattino seguente mi svegliai tardi. Lei si era già alzata. Mi feci la doccia e, con il telo da bagno annodato sui fianchi, scesi in cucina. Lei stava lì, con le bimbe, vestita con solo una leggerissima vestaglietta, corta e trasparente. Quando mi avvicinai, mi buttò le braccia al collo e mi baciò appassionatamente. Mi sedetti e lei si mise a cavalcioni, aprendosi la vestaglietta e togliendomi il telo. Il mio uccello si riprese immediatamente e lei se lo infilò dentro la sua bella figa, calda e umida, con un gran sospiro. Stette ferma a goderselo per un bel pezzo e poi, pian piano, iniziò a cavalcarmi mentre io la tenevo per il culetto, mordicchiandole le tette.
-‘Ohhhh, sìììììììììììììììììììììììììììì, mamma mia, che belloooooooooooooooooo’ diceva, in continuazione, fino a che venne una prima volta. Allora si alzò si voltò, dandomi la schiena e s’impalò nuovamente, iniziando subito a muovere il bacino avanti ed indietro, mentre con una mano le torturavo il clitoride. Venne ancora, ma io non ero ancora soddisfatto. La feci alzare e piegare a 90, con le tette appoggiate sul tavolo della cucina, mi misi dietro a lei e la inculai.
Mentre pompavo e lei urlava la sua soddisfazione, entrò il marito, tenendosi la testa, visti i postumi della sbornia della sera prima. Rimase lì, impietrito a guardarci, la bocca spalancata. Andammo avanti senza badare a lui finché venimmo e le scaricai la mia sborra nel culo. Rimanemmo ancora un poco in quella posizione, fino a riprendere fiato.
-‘Ma cosa ..’ iniziò lui.
-‘Fatti gli affari tuoi’, rispose prontamente lei, mentre io le sfilavo il cazzo dal culetto pieno di sborra.
-‘.. siete dei maiali ..’ continuò.
-‘Facciamo sesso come tu non hai mai fatto in vita tua’, rispose Fulvia.
-‘Ma …’ cercò di interloquire il marito.
-‘Mi fa godere, con lui ho raggiunta la piena soddisfazione sessuale, lo abbiamo fatto in tutte le posizioni, roba che tu non riesci nemmeno ad immaginare’.
-‘Ma &egrave vecchio, e ti fai inculare anche’ cercò di ribattere lui.
-‘Si, &egrave vecchio ma con lui ho goduto come una pazza sin dal primo giorno. E ti ricordo i nostri accordi, per cui lascia stare e fatti gli affari tuoi’, rispose lei.
Poi si inginocchiò davanti a me e mi pulì il membro con la bocca. Infine, facemmo colazione, nudi io e lei. Alla fine, andai a farmi un’altra doccia e me ne andai a casa mia. Al pomeriggio sarebbero venuti quelli del catering a sbaraccare e mettere ordine in casa.
Prima di andarmene, lei mi disse di portare gli abiti che avrebbero potuto servirmi, visto che aveva lasciato parte dell’armadio di camera sua appositamente per me.
Capitolo 6 ‘ Mi trasferisco anch’io

Alcuni giorni dopo, preparata una valigia, mi recai a casa di Fulvia e suo marito. Arrivai verso sera, poco prima di cena.
Entrai con le mie chiavi e trovai Fulvia e le bimbe in sala. Lei stava seduta sul divano ed indossava semplicemente una specie di camicia leggera e semi trasparente che le arrivava poco sotto l’inguine, non del tutto abbottonata per cui si vedeva tutto. Le bimbe stavano giocando sul tappeto.
Quando mi vide, si alzò e mi corse incontro, gettandomi le braccia al collo ed appendendosi a me, mettendomi le gambe attorno ai fichi, dandomi così una visione celestiale delle sue grazie.
Il marito uscì dal suo studio e come mi vide, esclamò :
-‘Ma tu cosa ci fai qui ?’
-‘Mi trasferisco’ risposi.
-‘E dove ?’
-‘In camera di Fulvia. Ti ricordo che quella &egrave per me e per lei’.
Nel frattempo, la tenevo con le mani sulle sue belle chiappette sode. Mi sedetti sul divano, sempre tenendola in braccio, le sbottonai la camiciola e lei la lasciò cadere a terra, rimanendo nuda a cavalcioni sopra di me. Il mio membro era duro e mi faceva male, costretto dentro i boxer, per cui le chiesi di liberarlo, cosa che lei fece. Non appena il mio cazzo svettò bello diritto, lei si impalò con un gran sospiro.
-‘Ohhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììììììììììììììì, finalmente’ disse, mentre si riempiva del mio cazzone diritto.
-‘Mi sei mancata, mi &egrave mancata la tua bella patata bionda’ dissi a mia volta, mentre spingevo dentro di lei fino a toccarle l’utero.
-‘mamma miaaa, che bellooooooooooooo, sììììììììììììììììììì, ohhhhhh, ti prego ancoraaaaaaaaa’, continuava lei.
A tutto questo, il marito continuava a guardarci allibito, a bocca aperta. Poi, mugugnando fra sé, si ritirò nel suo studio, chiudendo la porta.
Fulvia continuò a cavalcarmi fino a che venne con un urlo.
Rimase a cavalcioni, nuda, appoggiata al mio petto, ansante. Dopo un po’ si riscosse, ma stava sempre con il cazzo infilato nella figa, visto che io non ero ancora venuto e ce l’avevo duro come al primo minuto.
-‘Devo dar da mangiare alle bambine e preparare la cena, amore’ mi disse, ‘continuiamo dopo, a letto ?’
-‘Va bene, piccola, aspetterò con impazienza’, risposi.
Al che si sfilò, mentre io rimasi lì, il cazzo duro che però riuscii ad infilare nei pantaloni con un certo sforzo. Lei andò, sempre nuda, in cucina. Dopo un po’ tornò con un biberon per la bimba piccola, me la mise in braccio e mi disse di darle il biberon, poi prese l’altra e la mise sul seggiolone ed iniziò a darle da mangiare.
Una volta che finimmo, preparò la cena per noi e per suo marito. Una volta pronta, andò a chiamarlo, sempre nuda, e ci sedemmo in cucina, io su una sedia, il marito in fronte a me, e lei sulle mie ginocchia. Quando finimmo di mangiare, ed il marito si ebbe scolato un paio di bottiglie di vino, mettemmo le bimbe aletto e cene andammo in camera di Fulvia a riprendere dove avevamo interrotto.
Ci coricammo nudi ed iniziammo a carezzarci, toccarci, baciarci. Facemmo un bel 69 poi lei si posizionò con la fighetta sopra di me e si impalò con un sospiro.
Andammo avanti per buona parte della notte, fino a che le venni nel culetto, dopo aver provato un sacco di posizioni.
Dormimmo fino a che le piccole iniziarono a chiedere la colazione, al che Fulvia si alzò e gliela diede.
Rimasi a casa sua alcuni giorni e facemmo l’amore come indemoniati per tutto il tempo. Alla fine, tornai a casa mia. Avevo pure bisogno di un po’ di riposo.
Da quella volta, andavo a casa sua almeno 3 o 4 giorni la settimana, passando le notti da lei, facendo l’amore con lei in continuazione.
Nel frattempo, assunse anche una donna ad ore per fare le faccende di casa, visto che lei era alquanto impegnata.
Dopo qualche settimana, il marito partì per una nuova trasferta ed io mi trasferii a casa sua per tutto il tempo.
Ad un certo punto, sua madre venne in visita quando stavamo scopando in sala. Alla vista dei nostri corpi nudi, emise un urlo, scandalizzata.
-‘Che cazzo state facendo ?’ urlò.
-‘Stiamo scopando, non si vede ?’ rispose, senza scomporsi Fulvia, al momento impalata sul mio cazzo, mentre eravamo sul divano.
-‘Ma, e tuo marito?’ chiese ancora la madre.
-‘Oh, lui &egrave in trasferta’, rispose Fulvia, sempre muovendosi su e giù sopra di me.
-‘Ma la tua famiglia, così la mandi a rotoli’.
-‘Stava già rotolando tanto tempo fa’, rispose Fulvia,’da quando mio marito ha iniziato a pensare alla carriera ed ha smesso di pensare a me. Per un po’ ho studiato, mi sono pure laureata, per fare qualcosa. Poi, per caso, ho conosciuto lui, quando ci siamo trasferiti nella vecchia casa.’
Ebbe un sussulto, emise un ‘Ooooooooohhhhhhhhhhhhhh’ prolungato e venne, accasciandosi su di me. Quando si riprese un poco, continuò il suo racconto, la madre sempre come u sasso davanti a noi.
-‘Una sera invitammo a cena Marco. Mio marito bevve troppo, come aveva iniziato a fare, e si addormentò, ubriaco, sul divano. Marco venne in cucina per aiutarmi. Iniziò a toccarmi come non lo aveva mai fatto nessuno. Io mi eccitai da morire e facemmo l’amore in cucina, praticamente davanti a mio marito addormentato. Poi, il giorno seguente, dopo una discussione con Giovanni, andai da lui a chiedere scusa per il suo comportamento della sera precedente. E non so come accadde, ma facemmo l’amore. Mi fece godere da morire, non avevo mai goduto in quel modo. E rimasi incinta.’
-‘Ma allora ‘.’ cercò di dire sua madre, sedendosi, affranta, su una poltrona.
-‘Si, sono tutti figli di Marco, anche quello che porto in pancia. E Giovanni lo sa. Non ha reagito per salvare la sua carriera, così abbiamo fatto un contratto matrimoniale. Ora ognuno &egrave libero di farsi i cazzi propri. E chi chiede il divorzio perde tutto. Così ora, siamo liberi di fare quello che vogliamo. Ed a Giovanni sta bene così’, finì di dire Fulvia.
-‘Oh, mamma mia, che disastro. Se venisse a saperlo tuo padre ne morirebbe. E poi, come farai con i tuoi suoceri ?’ fece la madre.
-‘Basta non dirglielo. Nel frattempo, i figli sono stati riconosciuti da Giovanni per cui loro sono a posto’ disse Fulvia, ‘ed ora, mamma, per favore, vai da qualche altra parte che vorremmo finire quello che stavamo facendo’.
E riprese a cavalcarmi selvaggiamente, mentre sua madre si allontanava per andare a vedere le nipoti.
Alla fine, venimmo entrambi e rimanemmo così, semi sdraiati sul divano fino a che il mio cazzo si sgonfiò ed usci dalla sua patatina. Quando ci riprendemmo un po’, andammo a farci il bagno nella sua Jacuzzi a due piazze. Infine, ci rivestimmo, io con una maglietta ed un paio di calzoncini e lei con un vestitino corto con abbottonatura davanti, ma semi sbottonato.
Trovammo la madre che giocava con le piccole. Fulvia preparò da mangiare per loro e demmo loro da mangiare.
-‘Non le disturba che le sue figlie abbiano il nome di un altro ?’ mi chiese la madre.
-‘No, se posso vederle quasi ogni giorno, stare con loro vederle crescere’, risposi, ‘e poi, praticamente, abito qui’.
-‘Ma come ha potuto fare questo ?’
-‘Signora, sua figlia &egrave molto bella, molto giovane e molto appassionata. Suo marito la stava quasi ignorando e lei aveva bisogno di un uomo.’ risposi.
-‘Ma lei ha 40 anni più di mia figlia !’ esclamò.
-‘Cosa c’entra ? Se due persone si trovano bene assieme, che problema c’&egrave con l’età ?’, feci, ‘e mi pare che Fulvia sia uno splendore, &egrave più viva ora’
-‘Forse ha ragione’ disse. Poi, dopo qualche altra frase, finimmo di dar da mangiare alle bimbe e lei se ne andò, scuotendo la testa, perplessa.
Ritornò con regolarità per aiutare la figlia con la gravidanza che avanzava ma non parlammo più di quell’argomento. Non solo, Da quel giorno avvertiva sempre prima di venire e pure avvertiva se sarebbe venuta con il marito o con altre persone, per fare in modo che io, eventualmente, mi eclissassi, per non compromettere la figlia.
Comunque, in ospedale per le visite di rito, le ecografie, Fulvia veniva accompagnata da me.
Quando il marito ritornò dalla trasferta, oramai la pancia di Fulvia aveva raggiunto delle belle dimensioni, era oramai all’ottavo mese. Ma noi continuavamo a fare sesso quasi tutti i giorni.
Il marito, dopo meno di un mese, andò all’estero per altri 6 mesi.
Poco dopo la sua partenza, nacque un bel maschietto, che venne chiamato Lorenzo. Giovanni, il marito, rientrò brevemente in permesso dalla sua trasferta per non fare insospettire i suoi datori di lavoro ed i suoi genitori, ma se ne andò dopo una settimana.
Nel frattempo, le bimbe avevano oramai passato i due anni la prima e l’anno di età la seconda ed andavano regolarmente all’asilo nido, portate dalla baby sitter che era stata richiamata durante le fasi finali della gravidanza, mentre io mi occupavo di Fulvia.
Non appena le sue condizioni lo resero possibile, riprendemmo a fare sesso. Fulvia girava per casa sempre nuda o quasi, dormivamo assieme, con la culla del piccolo vicino al suo letto per potersi alzare in caso di necessità.
Aveva iniziato a prendere anticoncezionali perch&egrave, a suo giudizio, tre bambini erano sufficienti per una donna di poco più di 28 anni.
Venne programmato il battesimo del piccolo Lorenzo per quando il marito fosse ritornato da questa sua ultima trasferta.
La festa fu programmata nella villa. Fulvia aveva chiesto al prete di poterlo fare a casa sua ed il prete aveva accettato. Venne anche contattata la ditta di catering per organizzare il pranzo che, se il tempo fosse stato bello, si sarebbe svolto nel giardino.
La giornata era splendida, caldo, sole. Il tutto era stato predisposto sotto dei gran tendoni noleggiati per l’occasione.
Fulvia, poi, era meravigliosa, con un semplice abitino bianco di pizzo sopra una sottoveste bianca di raso, più corta del vestito, che lasciava scoperte le sue belle gambe. Il vestito era piuttosto scollato sul davanti e le lasciava la schiena nuda, ma aveva sopra uno scialle, sempre dello stesso pizzo, avvolto sulle spalle.
Finita la cerimonia, si levò lo scialle e rimase con il solo vestito, sorretto da due minuscole spalline. Le sue tette, gonfie di latte, stavano su ed oscillavano in modo terribilmente sexy, i capezzoli sembravano voler forare il vestito.
La festa andò benissimo, a parte il solito problema di ubriachezza del marito. Per nasconderlo ai capi e colleghi, alla fine, quando era oramai in uno stato quasi da far pietà, io e suo padre lo prendemmo e lo portammo nella sua stanza, a smaltire la sbornia.
Nessuno si accorse di nulla, impegnati com’erano ad ammirare Fulvia.
Quando alla fine gli ospiti se ne furono andati, rimanemmo solo io, lei, i suoi genitori e quelli del marito, i quali mi ringraziarono per l’aiuto prestato a nascondere l’ubriachezza del figlio.
Alla fine, rimanemmo solo io e lei. I bambini erano stati messi a letto dalla baby sitter. Al che ci accomodammo su una poltrona, lei seduta in grembo a me. Iniziai a slacciarle il vestito per sfilarglielo.
-‘E se entra qualcuno ?’ chiese.
-‘Chi potrebbe venire ?’ chiesi a mia volta.
-‘La baby sitter’ disse.
-‘Allora potremmo coinvolgere pure lei, che ne dici ?’ feci io.
-‘Sei il solito porcello’ mi disse, ridendo, mentre alzava le braccia per farsi sfilare il vestito e la sottoveste, rimanendo con una mutandina microscopica di pizzo trasparente.
-‘E’ una bella ragazza, giovane. Non dirmi che non hai mai pensato a fare l’amore con lei ?’ dissi io.
-‘A dire il vero, sì, ci ho pensato più di una volta’, disse, mettendosi a cavalcioni sopra di me, con addosso la mutandina, ed iniziando a togliermi la polo.
-‘E l’hai sondata ?’ chiesi, mentre iniziava a sbottonarmi i calzoni.
-‘Beh, le ho detto che era carina, l’ho sfiorata un paio di volte, una volta le ho dato un bacio sulla bocca’.
-‘E lei come ha reagito ?’ chiesi, mentre sollevavo il bacino per far sì che mi togliesse i pantaloni ed il boxer, liberando così il mio membro, bello duro.
-‘mfmfmf le si sono mfmfmf drizzati mfmfmfm i capezzoli’ mi rispose, mentre iniziava a spompinarmi, inginocchiata davanti a me.
-‘Allora, dopo, quando andrai a vedere i bimbi, vacci nuda’ le feci.
-‘Slurp mfgmf d’accordo slurp’ rispose, fra una succhiata e l’altra.
Continuò a leccarmi e succhiarmi il cazzo fino a che la feci alzare, le sfilai la mutandina e la feci salire a cavalcioni sopra di me.
Le toccai la fighetta bionda. Era già un lago. Le misi prima un dito dentro, poi lei si puntò il mio uccello all’entrata e si abbassò di colpo.
-‘Aaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhh’ fece, ‘che bello. Era tutto il giorno che sognavo questo momento’, esclamò, iniziando ad andare su e giù.
-‘Ohhhh, Ohhhhhhhhhhhhhh, ohhhhhhhh’ iniziò a fare, con un singulto ogni volta che mio membro le arrivava all’utero. Poi, si girò, senza sfilarsi, dandomi la schiena, ed iniziò a muovere il bacino avanti ed indietro, mentre io da dietro le strizzavo le tette e le tormentavo i capezzoli.
Era un mugolare ininterrotto salvo per i cambi di posizione. Si girò nuovamente verso di me, sempre con l’uccello ben piantato dentro la sua fighetta calda. Iniziai a darle il ritmo, lento, e lungo fino a che venne con un urlo e si accasciò su di me. La tenni stretta per un po, poi la sollevai e tenendola su per il culetto mentre mi stava aggrappata al collo, andammo in camera da letto.
Passando davanti alla camera delle bambine vedemmo la porta aperta e ci fermammo un istante. La baby sitter ci guardò con gli occhi spalancati e noi proseguimmo oltre.
La stesi sul lettone e mi puntellai sopra di lei, iniziando ad andare su e giù.
-‘ohhhhhhh, sìììììììììììì, non ti fermareeeeee, ancoraaaaaaa’ urlava in continuazione mentre la stantuffavo. Infine la misi a pecora e la penetrai da dietro, pompando fino a venirle dentro con tutto quello che non avevo potuto scaricarle nei giorni dei preparativi.
-‘Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh’ feci finalmente e mi appoggiai su di lei. Quando il mio cazzo si sfilò dalla sua patatina, mi girai e mi sdraiai al suo fianco.
Quando ci fummo riposati un po’, lei si alzò e, con la sborra che le usciva dalla passera e le colava lungo la gamba, andò nella stanza delle bimbe.
Stette via un bel po’. Al suo ritorno si stese al mio fianco e le chiesi :
-‘Allora ?’
-‘Non sapeva cosa fare o cosa dire’, mi rispose, ‘ma era chiaramente curiosa, dopo aver sentito i nostri urli ed averci visto passare’
-‘E tu che hai fatto?’ feci, curioso, ‘sei stata via parecchio’.
-‘Prima ho guardato i bambini e poi mi sono seduta sul suo letto, le ho chiesto se aveva un fidanzato, se ci aveva fatto l’amore, se aveva ingoiato il suo sperma. Poi, ho raccolto con un dito il tuo che mi colava per la gamba e l’ho leccato. Le ho chiesto se lo voleva assaggiare’, mi raccontò, ‘inizialmente era sconvolta dalle mie parole poi, piano mi ha detto di avere un ragazzo, che ci aveva fatto l’amore ma non aveva mai assaggiato il suo sperma. Le ho fatto leccare il tuo dalla mia mano e mi ha detto che non &egrave male’ aggiunse ridacchiando.
-‘E poi ?’ la incitai.
-‘Poi le ho chiesto se non lo aveva mai fatto con una donna. Mi ha detto di allora le ho chiesto se era curiosa. Ha detto di sì al che le ho proposto di farlo un giorno o l’altro. Poi mi ha chiesto come mai avevo urlato tanto e le ho risposto che tu duri un sacco e mi fai godere tantissimo. Le ho chiesto se anche lei gode tanto come me e mi ha risposto di no, che il suo ragazzo viene subito, non riesce a controllarsi’.
-‘E poi ?’.
-‘L’ho toccata, le ho infilato la mano sotto la camicia da notte, le ho pizzicato i capezzolini, le ho messo un dito nella fighetta. Era tutta bagnata. E alla fine l’ho lasciata così, con la voglia’, finì ridacchiando, ‘vedrai che la coinvolgiamo, se ti fa piacere’.
-‘Ed a te, fa piacere ?’ le chiesi.
-‘Sono curiosa’ mi rispose.
Ci addormentammo così. Al mattino seguente, quando scendemmo per la colazione, mentre io indossavo un paio di calzoncini, Fulvia si era messa una leggerissima vestaglietta, completamente trasparente. Trovammo la baby sitter che stava preparando la colazione. Era una ragazza carina, piccoletta ed un po’ rotondetta, una terza di seno ed un bel culetto. Aveva 21 anni e si chiamava Eva. Quella mattina indossava una leggera camicia da notte a metà coscia con degli spacchi laterali, niente reggiseno e mutandine di cotone bianche.
Fulvia le si avvicinò da dietro e l’abbracciò, baciandola sul collo.
-‘Oh, signora’ fece lei voltandosi.
-‘Chiamami Fulvia, per piacere’, fece Fulvia, mentre la teneva fra le braccia e le posava le labbra sulle sue.
-‘Oh, Fulvia’ fece, rispondendo al bacio. Poi mi vide e s’irrigidì di colpo, ma Fulvia non la lasciò andare. Anzi, la prese per la mano e la portò da me.
Io la attirai verso di me. Il cazzo che mi stava diventando durissimo e spingeva sui pantaloncini.
-‘Ciao, Eva’ le dissi, passandole un braccio attorno alla cintura e dandole un bacio leggero sulla bocca, mentre con l’altro cingevo Fulvia.
-‘B b b buon g g giorno signore’ mi fece, balbettando e cercando di spingersi via da me.
-‘Hai paura, piccola Eva ?’ chiesi, attirandola ancora di più verso di me.
-‘N n no, signore’ rispose.
-‘Allora perch&egrave vuoi scappare ?’ feci, ‘su, rilassati, &egrave solo il buongiorno’.
-‘Va bene, signore, fece, rilassandosi un po’.
-‘Caro, lascia che Eva ed io andiamo a dare la colazione ai bambini. Torniamo subito’ disse Fulvia.
Le lascia andare e così fecero, portando i tre biberon che Eva aveva preparato. Ritornarono dopo un po’, tenendosi a braccetto e chiacchierando fra loro, ridendo. Fulvia mi guardò e mi fece l’occhiolino. Con un gesto poi mi fece capire che le aveva fatto levare le mutandine.
Fulvia si sedette a fianco a me mentre Eva preparava la colazione per noi. La cucina aveva un tavolo d’angolo con una panca che correva tutto attorno.
Quando fu pronta, la portò in tavola e fece per sedersi ma Fulvia si spostò e le disse
-‘Dai, vieni e siediti qui in mezzo a noi, così ci racconti qualcosa di te’.
Le fece così e quindi ci trovammo tutti e tre molto vicini.
Dopo colazione, mi sporsi verso di lei e, appoggiandole una mano sulla gamba vicino all’orlo della camicia, le dissi :
-‘Allora, Eva, cosa mi dici, di te ?’
-‘Ma non saprei, ho 21 anni, ho finito la scuola da un paio d’anni ma non trovo lavoro. Quando la signora, scusi, Fulvia, mi ha chiamato, sono venuta di corsa.’
-‘Ti piacerebbe lavorare fissa da me ?’ chiese a sua volta Fulvia, posandole anche lai la mano sull’altra gamba.
-‘Oh, sì signora, mi piacerebbe molto. I bambini sono così buoni, mi piace stare con loro’, rispose.
-‘Ma se ti assumo fissa, poi dovrai venire a stare qui. Ti crea problemi con la famiglia o con il tuo ragazzo ?’
-‘No signora. Penso che la mia famiglia sarà contenta ed il mio ragazzo non &egrave una cosa seria. Ma poi penso che potrei vederlo nelle giornate di riposo, vero ?’
-‘Si, certo’, fece Fulvia, ‘allora affare fatto ?’
-‘Oh, sì’ fece Eva, tutta contenta, mentre noi, con uno sguardo d’intesa, iniziavamo a salire lungo la coscia, sollevandole la camicia.
-‘Allora, piccola, dammi un bacio’ le fece Fulvia, traendola a sé con un braccio attorno alle spalle.
Si baciarono sulla bocca, prima dolcemente, poi sempre più ardentemente. Nel frattempo, Eva si era voltata verso Fulvia ed io le avevo sollevato la camicia da notte fino al fianco, spingendo poi la mia mano sul suo pancino. L’altra mano di Fulvia, nel frattempo, si era intrufolata fra le gambe di Eva e le stava lavorando la passerina. Eva era rossa e stava iniziando ad avere il respiro ansante.
Poi, mentre Fulvia, dopo essersi aperta la vestaglia, le prendeva una mano e se la portava su un seno, io presi il suo posto e le misi la mia mano sulla fighetta, infilandole un dito dentro. Era un lago.
Quindi, eravamo così : Fulvia abbracciava con un braccio Eva mentre la baciava sulla bocca, infilandole la lingua e con l’altra mano si teneva una mano di Eva sulla tetta, facendosela strizzare piano. Io ero dietro Eva, con un braccio le cingevo la vita mentre con l’altra mano le ravanavo la passerina e con il cazzo le premevo sul culetto. Da impazzire.
Alla fine, Eva ebbe un orgasmo, che la squassò tutta. Rimase lì, stravolta, in mezzo a noi due.
-‘Oh, mamma mia, cosa &egrave successo ?’ fece, sconvolta.
-‘Nulla, piccola, nulla’ disse Fulvia, tenendola abbracciata stretta a sé.
Infine, la lasciammo andare e lei si ritirò nella camera dei bambini, mentre noi andavamo nella nostra camera.
Più tardi, venne fuori, vestita e pronta per ritornare a casa.
Noi eravamo seduti sul divano, io in calzoncini e maglietta e Fulvia con una canotta che le copriva a malapena il culetto e la fighetta, mentre dallo scollo e dalle aperture per le braccia si vedevano benissimo le sue tette.
-‘Allora, signora, io vado a casa’, esordì Eva.
-‘Bene, mi raccomando, ritorna lunedì, così prepariamo le carte per l’assunzione’, rispose Fulvia, ‘poi prepareremo anche la stanza per te. Ovviamente, se resti sola con i bambini, dormirai con loro, altrimenti, avrai la tua stanzetta. Ti va bene ?’
-‘Si signora, ma prima di trasferirmi devo anche parlare con i miei genitori’.
-‘D’accordo, fai pure, ci vediamo lunedì’.
Quando se ne fu andata, le chiesi :
-‘Ti &egrave piaciuto ?’
-‘Oh, sì, &egrave così piccola ed ingenua, credo che noi tre ci divertiremo un sacco’, mi rispose.
Capitolo 7 ‘ La situazione cambia in modo imprevisto

Come d’accordo, quel lunedì la piccola Eva si presentò a casa di Fulvia quando il marito era già uscito.
L’accogliemmo noi due. Poi io presi i documenti ed andai dal commercialista di Fulvia per predisporre l’assunzione della ragazza.
Quando ritornai, verso ora di pranzo, le trovai nella camera dei bambini intente a sorvegliarli ed a chiacchierare fra di loro. Fulvia, al solito, era semi nuda, come piaceva a lei, mentre Eva indossava una leggera maglietta bianca ed una gonnellina a pieghe piuttosto corta. Nessuna delle due indossava mutandine né reggiseno.
Quando mi vide, Fulvia si alzò in piedi e mi corse incontro, baciandomi con passione. Eva, nel frattempo, cercava di nascondere la fighetta, che invece si vedeva benissimo, vista la posizione, seduta sul pavimento con le gambe sotto di sé, in cui stava. Si alzò rossa come un pomodoro.
-‘Sai’, esordì Fulvia, sempre abbracciata a me ‘abbiamo sistemato le sue cose e poi abbiamo parlato tanto, di me e di lei, di cosa ci piace fare. L’ho convinta anche stare senza mutandine quando non ha le sue cose, e le &egrave piaciuto, vedi’ aggiunse scostandosi da me, sollevandole la gonnellina e mostrandomi la passerina, contornata da un ciuffetto di peli castani.
-‘Sono felice che andiate d’accordo’ dissi, ‘E tu, Eva, sei contenta di essere qui con noi ?’
-‘Oh, sì signore, la signora mi ha parlato di come potrò stare, di cosa potrò fare e mi sembra bello stare qui con voi’, rispose.
La lasciammo lì con i bambini ed andammo in cucina, dove Fulvia iniziò a preparare il pranzo.
-‘Vedo che hai fatto degli enormi progressi, porcellina’ le dissi, baciandola su un orecchio.
-‘Hai visto ? E’ dolce ed ingenua, credo che sarà bello coinvolgerla. E’ pronta a fare esperienze nuove. Hai visto come l’ho fatta stare quasi nuda ?’ rispose.
-‘Ma ora io voglio te’ le sussurrai in un orecchio abbracciandola da dietro e prendendole le tette.
-‘Dopo amore, avremo tutto il pomeriggio per noi. Ti farò impazzire, vedrai’ rispose.
Quando il pranzo fu pronto, Fulvia chiamò Eva, che venne a sedersi vicino a lei. Pranzammo, conversammo del più e del meno ed infine ci trasferimmo in sala, io su una poltrona e le ragazze sul divano in fronte a me. Subito, Fulvia attirò Eva a sé ed iniziò a baciarla. Eva rispose ai baci, aprendo inconsciamente le gambe e facendomi ammirare la sua fighetta. Fulvia si voltò verso di lei e le inserì una gamba fra le sue, facendogliele spalancare, mentre metteva in mostra il suo culetto. Avevo così davanti a me una visione di due ragazze giovani e belle che stavano iniziando ad amoreggiare.
Fulvia, nel frattempo, le aveva sollevato la maglietta, mettendo in mostra due belle tettine morbide, i capezzoli turgidi. Eva sollevò le braccia e Fulvia gliela sfilò del tutto ed iniziò a baciargliele, mentre con una mano iniziava a carezzarle la passerina.
A tutto questo, il mio membro aveva preso la consistenza del marmo, per cui mi aprii i pantaloni e lo tirai fuori, iniziando a menarmelo lentamente.
Eva stava semi sdraiata con Fulvia quasi sopra di lei con gli occhi chiusi. Ad un certo punto li aprì e mi vide, con il cazzo in mano ed ebbe un sussulto.
-‘Cosa c’&egrave, piccola ?’ chiese Fulvia, staccando la sua bocca dalla tetta di Eva.
-‘C’&egrave il signor Marco con l’affare in mano’ esclamò.
-‘Chiamalo con il suo nome, amore, si chiama cazzo, membro, uccello, pisello, minchia’ disse, dopo essersi voltata ed avermi visto, ‘aspetta un attimo’, continuò, mentre si levava la canotta e le sfilava la gonnellina.
Eva resistette un po’.
-‘Ma il signor Marco mi vedrà nuda’ disse.
-‘Certo, picccola mia, certo, anzi, caro, perch&egrave non ti spogli e ti unisci a noi’ fece, dopo aver vinto le ultime resistenze di Eva.
Mi spogliai e mi sedetti sul divano a fianco di Eva. Le presi il visino fra le mani ed iniziai a baciarla, infilandole la lingua in bocca, mentre Fulvia scendeva a leccarle la passerina. Prima esitante poi più sciolta, Eva iniziò a rispondere ai miei baci. Sempre baciandola, tolsi le mani dal suo viso ed iniziai a pizzicarle dolcemente i capezzoli. Lei iniziò a mugolare, con me che le strizzavo le tette e Fulvia che le leccava la passerina. Quando iniziò a dare i primi segni di un orgasmo, la lasciai e mi misi dietro a Fulvia, posai il mio glande all’entrata della su figa e, con una spinta, affondai tutto il mio cazzo in lei. Iniziai a stantuffarla ben bene mentre lei leccava la fighetta di Eva. Ad ogni mio affondo, lei affondava la lingua, fino a che, con un urlo, Eva ebbe un orgasmo ed immediatamente dopo lo ebbe Fulvia.
Io levai il mio cazzo ancora ben in tiro dalla fighetta di Fulvia e lei si stese. Presi Eva e la feci mettere con il culetto per aria a leccare la figa di Fulvia e mi posizionai dietro a lei. Iniziai a far scorrere il mio glande all’imbocco della sua fighetta e poi iniziai a spingere piano. Era molto stretta ma talmente bagnata che il mio cazzo entrò con poca fatica. Eva ebbe un sussulto quando il mio cazzo le schiacciò l’utero. Lei nel frattempo stava slinguando la fica di Fulvia che gemeva dal piacere. Poi, poco a la volta, iniziai ad andare avanti ed indietro, prima portandolo fuori quasi del tutto e poi spingendolo in fondo fino all’utero. Io la tenevo per i fianchi e la sbattevo, pompando lentamente ma ininterrottamente. Ebbe un paio di orgasmi ed un altro lo ebbe Fulvia.
Al che mi distesi e dissi a Fulvia di impalarsi sul mio cazzo, cosa che fece, mentre Eva giacque prona al mio fianco, esausta.
Fulvia iniziò a muovere il bacino in modo circolare, facendomi godere da morire, fino a che venimmo assieme. Ma nel frattempo, approfittando del fatto di avere il culetto di Eva vicino, le avevo infilato un dito nel culetto e lo muovevo pian piano dentro e fuori, con lei che mugolava.
Alla fine, stanchi, rimanemmo distesi sul tappeto tutti e tre.
-‘Ti &egrave piaciuto ?’ mi chiese sottovoce Fulvia.
-‘E’ stato bellissimo’, le dissi piano all’orecchio, ‘Eva ha una passerina così stretta che mi sembrava me lo stritolasse all’inizio, ma poi &egrave stato goduria pura.’
-‘Ha una fighetta dolcissima, dovrai leccargliela per bene e vedrai’ disse ancora. Poi, rivolgendosi a Eva, ‘ti &egrave piaciuto, Eva cara ?’
-‘Oh, sì, &egrave stato meraviglioso, non ho mai goduto tanto in vita mia, signora’
-‘Vedrai, piccolina, ti faremo godere ancora di più, specie quando Marco ti sfonderà quel bellissimo culetto che ti ritrovi’
-‘Ma mi farà male ?’ disse, come chiedendo.
-‘No vedrai, lui &egrave dolcissimo e delicato. Non ti ha fatto male, oggi, vero’.
-‘No &egrave stato stupendo, ma non ero più vergine, anche se era qualche mese che non lo facevo. Ma il signore dura sempre tanto ?’
-‘Oh, cara, ancora di più alle volte, oggi &egrave venuto prestissimo perch&egrave era molto eccitato da te’.
-‘Oh, mamma mia, ma allora ‘.’
-‘Vedrai, le prossime volte sarà ancora più bello. Ma ora vai a vedere come stanno i bambini. Ma prima leccami bene e puliscimi la figa, per favore e lecca tutto lo sperma del signore, ti piacerà’.
-‘Sì, certo signora’ disse Eva e si diede subito da fare a lavare la fighetta di Fulvia, leccando ed ingoiando il mio sperma.
Quando ebbe finito si rialzò, prese i suoi vestiti ed andò verso la camera dei bambini.
-‘Eva cara, non rivestirti, rimani nuda’ le gridò dietro Fulvia.
-‘Che programmi hai per lei, amore ?’ le chiesi.
-‘B&egrave, innanzitutto, dovremo aggiornare il suo guardaroba, poi, voglio farla diventare il nostro giocattolo.’ mi rispose.
-‘Uno splendido giocattolo animato’ commentai.
Poi andammo a lavarci. Ci mettemmo nella Jacuzzi e, mentre stavamo lì, Fulvia chiamò Eva, che venne quasi subito, sempre nuda, come Fulvia le aveva ordinato.
-‘Come stavano i bambini ?’
-‘Bene signora, il piccolo Lorenzo dorme ancora, mentre le due bimbe stavano tranquille nelle culle anche se erano sveglie’.
-‘Ok, ora entra in vasca con noi e lavaci, per favore, specialmente le parti intime’ le ordinò Fulvia.
Lei prese una spugna, la insaponò ed iniziò a lavare Fulvia che si era messa in piedi nella vasca, prima le tette, poi la passerina, poi il culetto infine il resto del corpo. Intanto a me era tornato duro. Lei risciacquò la spugna, la insaponò e si dedicò a me, lavandomi il petto, l’uccello, la schiena. Quando mi sciacquai le chiesi di baciarmi il pisello e lei, docilmente, s’inginocchiò davanti a me e lo prese in bocca. Fulvia, a quel punto, iniziò a sditalinarsi, mentre io le sorridevo, poi mise un dito nella passerina di Eva, che iniziò a godere. Aveva la boccuccia piccola e delicata e succhiava in modo inesperto ma voglioso. Iniziai piano a scoparle la bocca mentre Fulvia le faceva un ditalino coi fiocchi. Vennero entrambe, al che la lascia andare e le dissi di mettersi in piedi, che l’avrei lavata. Insaponai la spugna ed iniziai a lavarla delicatamente, carezzandola, prima le tettine, il pancino, la schiena il culetto, poi le feci allargare le gambe per lavarle la passerina, il tutto mentre Fulvia si sditalinava nel guardarci.
Quando finimmo di lavarci, vi vestimmo, Fulvia con una chemise leggera semisbottonata e nuda sotto, io con un paio di calzoncini ed una maglietta ed Eva con una maglietta e dei leggins, anche lei senza intimo su richiesta di Fulvia.
Preparammo la cena mentre Eva badava ai bambini. Infine arrivò il marito di Fulvia e cenammo in quattro.
Alla fine noi andammo a letto nella camera grande, il marito nella sua ed Eva nella sua cameretta, vicino alla cucina.
Inizialmente parlammo per un po’, commentando la giornata ed infine ci addormentammo.
Al mattino seguente, quando ci alzammo, il marito era già andato a lavorare. Fulvia accompagnò le bimbe al nido, io andai in città a fare delle commissioni ed Eva iniziò le pulizie della casa. Passando per casa mia, trovai delle comunicazioni per cui dovetti stare via alcuni giorni, a dormire in città, lasciando le ragazze da sole.
Ritornai il venerdì pomeriggio, anche se avevo chiamato Fulvia ogni giorno.
Quando arrivai, le trovai nella camera dei bambini. Fulvia era nuda che allattava il piccolo, mentre Eva, con addosso soltanto una maglietta che non le copriva neppure il sederino, stava in ginocchio, giocando con le bambine, voltando la schiena alla porta, e facendomi vedere i suoi due bei buchetti.
-‘Ciao, amore’ feci, entrando ed andando a baciare Fulvia, ‘ciao Eva’.
-‘Ciao, caro’ mi rispose Fulvia, mentre Eva si alzava di scatto e si voltava verso di me, cercando di coprirsi la passerina con le mani.
-‘Buona sera, signore’.
-‘Su Eva, vieni a darmi un bacio, e non occorre che tu ti copra, ci siamo già visti, vero?’
-‘Si signore’ rispose, avvicinandosi a me e Fulvia e dandomi un bacio, mentre io le accarezzavo il culetto.
-‘Allora tutto bene ?’ mi chiese Fulvia.
-‘Sì cara, ora dovrei essere a posto per un pò’ risposi.
Andammo avanti a parlare per un po’, preparando la cena. Poi cenammo noi tre. Infine, a tarda sera, Fulvia ricevette una telefonata dal marito. Era stato trasferito all’estero, veniva nominato direttore di una sede estera della compagnia e sarebbe dovuto partire nell’arco di un paio di settimane, per restare all’estero per alcuni anni. Nel frattempo, si sarebbe fermato dai suoi genitori. Quella sera facemmo l’amore in modo tranquillo, noi due da soli.
Il giorno seguente, il marito venne a prendere gran parte delle sue cose. Per Il resto, la giornata passo tranquilla.
Dopo cena, con le ragazze ancora vestite in modo quasi casto, ci sedemmo in sala a guardare la tv.
Fulvia si sedette accanto a me su un lato ed Eva sull’altro., Le tenevo entrambe abbracciate ed ogni tanto davo un bacio ad una o l’altra.
Ogni tanto Eva andava a vedere i bambini, di solito alla pubblicità del film. In una di quelle occasioni, mi voltai verso Fulvia ed iniziai a baciarla appassionatamente, alzandole la maglietta e titillandole i capezzoli. Poi, pian piano, le intrufolai la mano sotto la corta gonna ed iniziai a sfilarle le mutandine che si era messa per l’occasione. Una volta levate le mutandine, mentre con la bocca le succhiavo le tette e le mordicchiavo i capezzoli, le infilai un dito nella passerina, che era già bella allagata.
In quello, ritornò Eva e, senza staccarmi dalle tette di Fulvia, le dissi di spogliarsi nuda, cosa che lei fece senza discutere. Una volta nuda, le feci cenno di spogliarmi, mentre io levavo quanto restava a Fulvia.
Una volta che fummo tutti e tre nudi, dissi ad Eva di Prendermi il cazzo in bocca, mentre io leccavo la fighetta di Fulvia, così, mentre Fulvia stava distesa sul divano, io stavo inginocchiato davanti a lei a leccarle la patatina ed Eva stava sotto di me a succhiarmi il cazzo.
Dopo un po’, proposi alle ragazze di trasferirci sul letto, cosa a cui aderirono immediatamente. Una volta a letto, ci disponemmo a triangoli, mentre io leccavo la fighetta di Fulvia, lei leccava quella di Eva che a sua volta mi succhiava il cazzo. Dopo un po’ cambiammo posizione, ovvero io leccavo la passerina di Eva, lei quella di Fulvia che mi succhiava il cazzo. Una cosa arrapante al massimo. Ad un certo punto, non resistetti più, mi misi dietro a lei e puntai il mio cazzo all’entrata della fighetta di Eva e lo spinsi fino in fondo, tenendole una gamba alzata.
-‘Ohhhhhhhhhhhhh’ fu la sua reazione, ma poi continuò a leccare la passera di Fulvia.
Io iniziai ad andare dentro e fuori, lentamente, con lunghi affondi. Lei, già a buon punto dopo le leccate, iniziò a godere e si dimenticò del tutto di Fulvia, la quale, allora si voltò ed iniziò a succhiarle le tettine. Dopo qualche attimo di questo trattamento, Eva ebbe un primo orgasmo, al che la misi prona e la montai da dietro sempre con colpi lunghi e lenti. Lei venne ancora, al che mi misi supino e feci salire Fulvia sul mio cazzo, cosa che fece immediatamente, impalandosi con un gran sospiro. Eva era stravolta dai primi orgasmi ma la feci mettere a gambe larghe sopra il mio viso, così, mentre Fulvia mi cavalcava con foga, io leccavo la passerina di Eva, mentre le due ragazze si baciavano e si stuzzicavano vicendevolmente le tettine.
Vennero entrambe nuovamente varie volte. Poi, feci mettere Eva a gambe larghe, Fulvia a leccarle la fighetta con il culetto per aria ed io la inculai. Ad ogni colpo mio, lei affondava la lingua nella passerina di Eva, mentre le metteva un dito nel culetto. Eva venne un paio di volte. Alla fine, con un brivido ed un gran sospiro, mentre Fulvia aveva il suo ennesimo orgasmo, mi scaricai nel suo culetto e mi accasciai su di lei, esausto come dopo una maratona.
Rimanemmo così, uno sopra l’altro per qualche minuto, poi, mi sdraiai a fianco delle ragazze.
Alla fine, chiedemmo ad Eva di andare a controllare i bambini e poi di ritornare da noi, che avremmo dormito assieme tutti e tre.
Al mattino seguente, quando mi svegliai, ero solo nel letto. Mi alzai ed andai in cucina. Quando passai davanti alla camera dei bambini, vidi Eva, nuda, che dava loro da mangiare mentre, quando arrivai in cucina, trovai Fulvia, anche lei nuda, a preparare la colazione.
-‘Amore mio, mi state sfiancando’ esclamai, con un sorriso.
-‘Ed abbiamo appena iniziato’, mi rispose Fulvia.
-‘Secondo me, questi giorni che ero via, ci avete dato dentro un sacco’.
-‘Ma no, cosa dico’, fece Fulvia, ‘solo un pochino, qualche ditalino, qualche leccata, null’altro e senz’altro, nulla comparato a stanotte’.
-‘Eh, sì, me la raccontate voi’, risposi, ridendo, ‘A proposito, come sta Eva a protezione ?’
-‘Ne ho parlato con lei, non prende nulla’.
-‘Allora sarà il caso di iniziare,non trovi ? Non vorrei che mi scappasse una sborrata nella sua passerina e ci trovassimo con un altro bimbo’.
-‘Si, mi occuperò io di quello. Invece, a proposito di mio marito, mi ha detto che intende chiedere la separazione’.
-‘Che lo faccia, la casa comunque resta a te. Dobbiamo preoccuparci dell’assegno di mantenimento’.
-‘Mi ha promesso di continuare a pagare tutto, come ora, più un assegno di mantenimento adeguato. Per la casa, invece, come da accordi, resta a me ed i bambini’.
-‘Ci credo se lo vedo. Quando parte ?’
-‘Mi sembra fra un paio di settimane, un mese al massimo’.
-‘Sentirò il mio amico avvocato, per vedere cosa fare al riguardo’.
In quello, arrivò Eva e si sedette vicino a me.
-‘Grazie, signore, &egrave sempre così bello stare con lei e la signora’ disse, dandomi un bacio.
-‘Stai attenta, guarda che Fulvia poi diventa gelosa’ le dissi, sorridendole e ricambiando il suo bacio.
-‘Oh, la signora sa che sia io che lei amiamo soprattutto lei’ mi rispose, seria.
Dopo colazione ci lavammo, ci vestimmo e portammo i bimbi per una passeggiata nei noschi vicino a casa. Mentre io ero vestito in modo normale, le due ragazze imdossavano entrambe delle magliette e delle gonnelline plisettate corte, sena reggiseno e con dei perizomini piccolisssimi i quali, visto che le gonne erano pure cortissime, mostravano spesso il culetto coperto appena da un filino. Fortuna che c’ero solo io a vederle.
Più tardi Eva ritornò a casa dei suoi genitori per una mezza giornata.
-‘Sapete’, fece, al suo ritorno, ‘I miei genitori mi hanno detto che io dovrei sfruttare le mie ore libere per andare a casa da loro. Ma io ho risposto che, oltre che datori di lavoro, siete anche miei amici e che sto bene in vostra compagnia, così che mi piace passare le mie ore libere da voi e che considero questa quasi la mia casa. Si sono un pochino arrabbiati ma poi, hanno lasciato stare quando ho detto che potevano venire a visitarmi. Possono, vero ?’
-‘Ma certo, purch&egrave avvisino prima di venire, vero Fulvia’, risposi, ‘Non vorremmo che arrivassero quando non siamo pronti a riceverli’, aggiunsi con un sorrisetto malizioso.
-‘Grazie, signore’, mi fece a sua volta, sorridendo a sua volta.
La nostra routine divenne circa questa, al mattino uno di noi portava le bambine al nido, Io facevo le mie faccende in città, Eva e Fulvia facevano le faccende di casa, al pomoeriggio ci occupavamo dei bambini e poi, dopo cena, facevamo sesso, a volte in 2 altre in 3, coinvolgendo anche Eva.
I fine settimana, poi, passavamo le giornate nudi, a scopare in tutti i modi possibili. Ogni tanto, mi dovevo servire del viagra o simili per poter rimanere all’altezza delle spettative delle ragazze.
Nel frattempo, l’avvocato del marito di Fulvia aveva depositato la richiesta di separazione che, se fossero stati rispettati tutti gli accordi, avrebbe potuto essere consensuale.
Ma, passati alcuni mesi, a Fulvia giunse la notizia, da parte della ditta del marito che, durante un trasferimento interno al paese dove si era trasferito, mentre andava a visitare una filiale, l’aereo privato su cui viaggiava era caduto, provocando la morte di tutti gli occupanti.
A questo punto, a Fulvia arrivò una bella somma di denaro, fra assicurazioni, liquidazione, stipendi, ecc, nonché una bella pensione, maggiore dell’assegno su cui si stava trattando.
Visti i precedenti, ovviamente Fulvia non fu particolarmente colpita dall’accaduto, ma questo ci metteva in una posizione molto migliore della precedente.
Nel frattempo, comunque, il nostro menage a trois continuava a funzionare benissimo. Fulvia aveva smesso di allattare e le sue tette stavano lentamente ritornando alla dimensione precedente, per cui il suo corpo, ora che aveva quasi 29 anni era quasi perfetto, non si notavano i segni dell’età, mentre Eva, con i suoi 22 anni era un bocciolo di rosa.
Un giorno, dopo essere stato a fare delle commissioni, quando tornai a casa, annunciai :
-‘Ragazze, &egrave arrivata la primavera, dobbiamo festeggiare’
Loro erano in sala, vestite in modo simile, una semplice canotta che copriva loro appena i culetti, le patatine al vento, le tette ben visibili dagli scolli e dalle maniche delle canotte. Erano sedute a terra e stavano giocando con Lorenzo.
Io mi sedetti vicino a loro ed iniziai a baciarle, a carezzarle, stuzzicare i loro capezzoli. Dopo poco erano entrambe bagnate. Mi distesi a terra ed iniziai a leccare alternativamente le loro passerine, così, mentre leccavo una, inserivo il dito all’altra.
Vennero entrambe in poco tempo. Al che mi alzai e mi diressi nella camera da letto, prendendo in braccio Fulvia.
-‘Eva, cara, porta Lorenzo nella sua camera e poi raggiungici’, dissi.
Lei prese Lorenzo in bracci e lo portò nella sua cameretta, mentre noi ci dirigevano nella nostra. Depositai Fulvia sul letto e le levai la canotta, lasciandola nuda. Poi lei spogliò me, che restai nudo a mia volta.
Poco dopo ci raggiunse Eva, cui dicemmo di spogliarsi e stendersi fra di noi, cosa che fece.
Io mi tuffai fra le sue gambe e ripresi a leccarle la patatina, ad infilarle un dito dentro, a metterle un altro dito nel culetto, mentre Fulvia le torturava i capezzoli e la baciava sulla bocca. Andammo avanti così fino a che Eva raggiunse un bell’orgasmo, al che mi dedicai alla fighetta di Fulvia, lasciando Eva a riprendersi. Feci raggiungere l’orgasmo anche Fulvia e quindi mi ridedicai a Eva. Stavolta mi stesi supino, con il cazzo bello ritto e la feci salire su di me, poi lei si puntò il mio uccello all’entrata della passerina e s’impalò con un gran sospiro. Inizia a farla andare su e giù lentamente, mentre muoveva anche il bacino avanti ed indietro.
-‘Ooooooooooooooooooo, sììììììììììììììììììììììììììì, che belloooooooooo’ diceva in continuazione, mentre Fulvia si volgeva verso di me ed iniziava a baciarmi.
Mentre Eva raggiungeva un ulteriore orgasmo, io iniziai a succhiare le tette di Fulvia, mordicchiandole i capezzoli e strizzandole le ghiandole, infilandole un dito nella figa. Eva venne ancora ed ancora, allora la feci scendere e feci impalare Fulvia su di me, che iniziò uno smorzacandela lento, come sapeva che mi piaceva. Lei venne e quasi quasi mi portò a a venire anche a me. Ma io avevo altri piani.
-‘Sfilati, amore’ le dissi, ‘che ora tocca al culetto di Eva’.
-‘Oh, sì, sarà bellissimo vedere come la inculi’ mi rispose, spostandosi.
-‘Eva, cara, vieni e mettiti in ginocchio a gattoni, qui, davanti a me’, le dissi, cosa che fece prontamente, come la brava schiavetta che era diventata, ‘ora tocca al tuo culetto, mia cara’.
-‘Ma non mi farà male ?’, disse anche se era già in posizione.
-‘No, se farai tutto quello che ti dico. Come prima cosa, ora ti metterò della vasellina attorno al buchino, per facilitare la penetrazione, poi, quando mi sentirai all’ingresso, dovrai spingere con il culetto’.
Le infilai il cazzo nella passerina allagata dai suoi umori mentre le mettevo la vasellina sul buchetto e le inserivo piano un dito per spalmarla anche all’interno dello sfintere. Poi levai il mio cazzo dalla fighetta, lo puntai sul buchino ed iniziai a spingere piano piano.
-‘Ora spingi’ le dissi.
Lei iniziò a spingere lentamente mentre la mia cappella iniziava ad entrare.
-‘Sto facendo bene ?’ mi chiese.
-‘Si, piccola, vai bene, ti faccio male ?’
-‘no signore’.
Nel frattempo, Fulvia si era inserita sotto di lei e le leccava la passerina. Io iniziai a spingere in modo deciso ed il mio cazzo entrò per un bel pezzo. Eva ebbe un sussulto.
-‘Ti ho fatto male, piccolina ?’ chiesi.
-‘No signore, solo che &egrave una sensazione strana, mi sento piena’ rispose.
Spinsi di più, fino a che i coglioni sbatterono contro la su passerina. Era strettissima, ina cosa incredibile, calda, meravigliosa. Lei iniziò a mugolare. Io presi ad andare avanti ed indietro lentamente. Fra me che la stantuffavo da dietro e Fulvia che le leccava la passerina, Eva venne più e più volte. Poi, con un colpo affondai deciso, prendendola per i fianchi e mi immobilizzai, scaricandole tutto il mio sperma dentro. Rimasi lì, fino a che il mio membro si afflosciò, al che lo sfilai e mi stesi, esausto. Eva rimase lì, in posizione quattro zampe, il culetto aperto che scolava di sperma e Fulvia che da sotto leccava avidamente.
-‘Eva, amore, mentre Fulvia ti pulisce, per favore, pulisci me’ dissi.
-‘Si signore’ rispose e si mise sopra il mio uccello a leccarlo e ripulirlo per bene.
Alla fine rimanemmo distesi per un po’, tutti e tre abbracciati. La prima a riscuotersi su Fulvia.
-‘Ragazzi,a me con tutto questo esercizio, &egrave venuta fame. Che ne dite se mangiamo qualcosa ?’
-‘D’accordo, io ho bisogno di una cura ricostituente, con voi due’, risposi.
-‘Signora, ora mi alzo e vado a preparare qualcosa da mangiare mentre voi vi lavate’ intervenne Eva.
-‘Brava bambina’ fece Fulvia, alzandosi ed andando in bagno. Eva andò in cucina ed io rimasi lì. Mi addormentai quasi subito, esausto.
Capitolo 8 ‘ Allarghiamo il nostro circolo

Quell’estate facemmo costruire una piscina nel giardino sul retro della casa e, con la privacy che ci dava l’alta siepe che contornava il tutto, ci permise di stare nudi a prendere sole, fare l’amore anche all’aperto. Insomma. Ora mi ritrovavo con una specie di piccolo harem, con i bambini, senza problemi.
In piscina festeggiammo pure i compleanni dei bambini invitando anche i compagni dell’asilo con le relative mamme, suggerendo di portare i propri costumi da bagno. Io fui presentato come il nuovo compagno di Fulvia, dopo che era rimasta vedova. Fulvia indossava un bikini alquanto ridotto, fatto di due triangolini che coprivano poco più dei capezzoli ed una mutandina che dietro aveva aolo un filino, mettendo in mostra il suo culetto. Eva non era da meno.
Fra le mamme presenti, ce n’erano alcune giovani o giovanissime, soprattutto una, che aveva due bambini di 4 e 2 anni, che aveva 24 anni, si chiamava Laura ed era molto carina, alta, mora, capelli lunghi, due belle tettine di una seconda misura, un bellissimo culetto, e che era arrivata con una Mercedes. Quando si spogliò aveva un bikini alquanto ridotto, bianco, che lasciava indovinare un bel ciuffetto di peli neri sotto.
Con Fulvia la adocchiammo subito e ci facemmo l’occhiolino. La porcellina era scatenata. Le si avvicinò e praticamente parlò quasi tutto il tempo con lei. Io non mi mescolai più di tanto, anche se ero in costume pure io, ma principalmente facevo giocare i vari bambini e stavo attento a che non si facessero male. Eva andava dentro e fuori servendo i rinfreschi, i capezzolini ritti sotto il bikini.
Alla fine, le mamme si rivestirono, presero i relativi figli e se ne andarono quasi tutte. Per ultima rimase Laura, a conversare con Fulvia, la quale le si era fatta vicina. Stavano distese fianco a fianco.
Nel frattempo Eva aveva messo via tutto e ripulito.
-‘Eva, se vuoi, puoi fare il bagno in piscina’ le dissi, ‘Così stiamo attenti ai bambini.’
-‘Grazie signore, ne avevo proprio bisogno’ mi rispose, tuffandosi ed avvicinandosi a me.
I bambini stavano giocando nell’erba con vari giochini dei nostri mentre noi li sorvegliavamo a distanza. Il piccolo, di un anno, stava in un box per conto suo, con i suoi ninnoli.
Mentre eravamo lì, Fulvia, con un sospiro, si levò il reggiseno del costume, restando a seno nudo.
-‘Oh, finalmente’ disse, ‘non ne potevo più. Laura, se vuoi, puoi levarlo anche tu’.
-‘Mah, non so, c’&egrave il tuo compagno’ fece, dubbiosa.
-‘Non farti problemi per lui, &egrave abituato a me. A me piace stare senza intimo e spesso sto nuda anche in casa. Anzi, Eva, se vuoi, puoi levarti il costume anche tu, se stai meglio’
Eva non se lo fece ripetere e si levò il bikini, lanciandolo sul bordo della piscina.
-‘Ma come ‘.’ iniziò a dire Laura.
-‘Sai, noi stiamo abbastanza liberi in casa, non siamo bigotti, stiamo come ci piace di più’ intervenne Fulvia.
Alla fine Laura si lasciò convincere e si levò il reggiseno pure lei. Io, nel frattempo, mi ero avvicinato ad Eva e, sott’acqua, avevo iniziato a metterle un dito nella fighetta e poi a scoparla da dietro, ma molto discretamente.
-‘Sai, continuò Laura, quando facciamo il bagno, stiamo in vasca nudi assieme ai bambini’ continuò Fulvia, ‘e tu?’
-Oh, sì, spesso faccio il bagno assieme ai bimbi e stiamo tutti e tre nudi in vasca. Ma a mio marito non piace’, rispose.
-‘Oh, l’unica cosa &egrave che stiamo attenti a non fare l’amore davanti ai bambini’, continuò Fulvia.
-‘Beh, sai’ fece Laura, ‘mio marito &egrave anziano, ha più di 50 anni, non facciamo sesso molto spesso, oramai’.
-‘E ti manca ?’ incalzò Fulvia.
-‘Eh, sì, ogni tanto mi manca’ rispose Laura, chinando la testa, ‘ma anche tuo marito &egrave anziano, Tu come fai ?’
-‘Oh, noi lo facciamo praticamente ogni giorno, qualche volta anche 2 volte al giorno, anche se Marco ha 66 anni’.
-‘Beata te !’ esclamò Laura, ‘ma ho visto che anche hai dato alla baby sitter permesso di spogliarsi.’
-‘Certo, anche a lei piace stare nuda ogni tanto’ le fece, facendo l’occhiolino, ‘qualche volta, noi …’
-‘Davvero ? E tuo marito cosa dice ?’ fece Laura diventando rossa.
-‘Oh, lo facciamo anche a tre’, rispose Fulvia, mettendole una mano sul culetto, ‘anzi, guarda, già che ci sono, mi levo anche la mutandina e faccio un tuffo. Vieni ?’, continuò Fulvia, passando dalle parole ai fatti, e tuffandosi a fianco mio.
Laura si alzò esitante, coprendosi il seno con le mani.
-‘Dai su, vieni, l’acqua &egrave bellissima, tiepida’ disse Fulvia.
Alla fine, Laura si decise e scese per le scalette, sempre coprendosi il seno. Io ed Eva avevamo finito, per cui, Laura non ci vide ma Fulvia capì.
-‘Eva, cara, vai a controllare i bambini, che non si facciano male’ disse.
Eva uscì dalla piscina, nuda com’era e si diresse verso dove stavano i bambini. Fulvia, nel frattempo, si era avvicinata a Laura ed aveva iniziato a carezzarla mentre Laura si scherniva. Io ero uscito a mia volta dalla piscina ma mi ero seduto sul bordo a guardarle.
Una volta che Laura fu entrata, Fulvia le si avvicinò nuotando, poi di colpo s’immerse, mostrando il culetto nel farlo, e, nuotando sott’acqua, si avvicinò a Laura e le abbassò le mutandine del bikini.
Laura rimase interdetta per un attimo, poi si mise a ridere e mentre Fulvia emergeva al suo fianco, prese le mutandine e le lanciò sul bordo della piscina.
Allora Fulvia la abbracciò e le diede un bacio in bocca, cui lei rispose di slancio. Iniziarono a toccarsi, dappertutto, ridendo ed eccitandosi, avevano entrambe i capezzoli duri come pietre, ma anche me stava venendo il cazzo duro a vederle giocare così quasi spudoratamente. Dopo un po’ uscirono dall’acqua e si sdraiarono dov’erano prima, nude e splendide. Rincominciarono a baciarsi, a toccarsi, e stuzzicarsi i capezzoli, a mettersi le dita nelle relative passere.
A quel punto, io, al colmo dell’eccitazione, mi levai i bermuda e lasciai libero il mio cazzo, che però avevo iniziato a menare lentamente. Lo spettacolo era sconvolgente ed eccitante al massimo. Fulvia era scatenata e pure Laura stava iniziando a sciogliersi. Ad un certo punto, Fulvia si mise a succhiarle la fighetta e Laura venne con un ‘Oooooooooooooohhhhhhhhhhh’ prolungato. Fulvia era rimasta insoddisfatta al che mi avvicinai a loro, e, mentre Fulvia stava ancora leccando la passerina di Laura, mi inginocchiai dietro a lei e le infilai il mio uccello in figa fino in a far sbattere le mie palle contro di lei.
Mentre io la scopavo con lunghi e lenti movimenti, lei continuava a leccare la fighetta di Laura. Ad ogni mio affondo, lei entrava con la lingua in quell’antro di piacere. Laura oramai gemeva in continuazione. Eva, al vedere quello che stava succedendo si era fermata e si stava masturbando selvaggiamente.
Laura ebbe un altro orgasmo, mentre anche Fulvia veniva in modo superbo. A quel punto, mi sdraia a fianco di Fulvia e la feci salire su di me a cavalcioni per impalarsi per bene. Iniziò ad andare su e giù ed ebbe alcuni orgasmi fortissimi, aumentati dall’eccitazione di farsi vedere da Laura, la quale, al vederci, aveva iniziato a masturbarsi da sola, anche se era già venuta varie volte. Quando Fulvia fu stanca, scese ed io mi voltai verso Laura, che stava sdraiata ad occhi chiusi e con le gambe larghe a fianco a noi, mi misi fra le sue gambe puntellandomi con le braccia, le appoggiai la cappella all’ingresso della passera e, guidando il cazzo con una mano, con una spinta decisa entrai in lei. Era alquanto stretta ma inondata dei suoi umori.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa ma prima che potesse dire nulla, Fulvia iniziò a baciarla in bocca e lei rispose. Io uscivo quasi del tutto e poi affondavo lentamente. Le presi le gambe e le tenni ben alzate con le braccia mentre pompavo lentamente e con decisione, Laura iniziò ad avere un orgasmo dietro l’altro. A tutto questo, Flavia aveva chiamato Eva e si stavano deliziando in un bel 69.
Ad un certo punto, mi sfilai e feci mettere Laura prona, con qualcosa che le tenesse sollevato il bacino ed entrai nuovamente nella sua figa, pompando fino a scaricare tutta la mia eccitazione dentro a lei. LA sua vagina aveva le contrazioni dagli orgasmi e mi risucchiò ben bene tutto. Quando il mio cazzo si sgonfiò, le estrassi e mi sdraiai, stanco ma soddisfatto. Quel pomeriggio mi ero scopato tre splendide e giovani fanciulle.
Alla fine, mandammo Eva a badare nuovamente ai bambini, dicendole di rivestirli e di portarli dentro.
Noi ci tuffammo in piscina per lavarci e rinfrescarci.
-‘Oddio, cosa ho fatto’ esordì Laura.
-‘Hai goduto ?’ chiese Fulvia.
-‘Oh, sì, non avevo mai provato tanta eccitazione e goduto tanto in vita mia. Mi sembra di aver avuto più orgasmi oggi pomeriggio che in tutto il resto della mia vita’
-‘E non sei contenta ?’
-‘non lo so. E’ la prima volta che tradisco mio marito. Ed ho paura che possa accorgersene’, fece Laura, poi rivolgendosi a me ‘Mi hai riempito, ed ora che succede se resto incinta ?’
-‘Era molto che non lo facevi con tuo marito ?’ chiesi.
-‘Si, oramai lo facciamo una volta al mese, se va bene, come ho già detto a Fulvia’.
-‘E non ti &egrave piaciuto ?’ chiesi.
-‘Sì, mi &egrave piaciuto da morire, ma mi sento in colpa’, rispose.
-‘Non devi, se ti trascura non &egrave colpa tua, tu sei meravigliosa, vero amore ?’ dissi, rivolgendomi poi a Fulvia, che tenevo stretta a me.
-‘Oh, sì, &egrave veramente bella ed appassionata. Laura, mia cara, spero che tu ritorni spesso da noi, così da poter passare dei pomeriggi meravigliosi come quello di oggi’.
Andammo avanti a parlare ancora un poco, poi ci rivestimmo, andammo a prendere i bambini in casa, custoditi da Eva e poi accompagnammo Laura alla sua macchina.
-‘Cara, ti aspettiamo presto’ le disse Fulvia, salutandola.
-‘Spero di poter ritornare, ma non so se mio marito mi lascerà’.
-‘E perch&egrave non dovrebbe ?’ chiesi.
-‘Non lo so. E se sospettasse qualcosa ?’.
-‘Dipende da te, cara. Ma sono sicura che riuscirai a venire ancora’, disse Fulvia
-‘A presto, allora. Vi chiamo quando riuscirò a venire’
E ci accomiatammo così, rientrando in casa abbracciati.
Qualche giorno dopo, Fulvia ricevette una telefonata da Laura. Il risultato fu che invitò lei ed il marito a venire al sabato pomeriggio da noi, a passare il pomeriggio in piscina.
Arrivarono nel pomeriggio con un SUV Mercedes con i due bimbi. Ci accomodammo tutti in giardina ai lati della piscina, ci mettemmo in costume, io nei soliti bermuda, Fulvia con un bel costume intero alquanto sgambato sia davanti che dietro, Eva con uno dei suoi piccoli bikini, i nostri bambini nudi. Laura indossava un bel bikini bianco, ridotto e sgambato, suo marito dei bermuda ed i bambini delle mutandine, che poi, per imitare i nostri, tolsero.
Affidammo i bimbi ad Eva e noi ci sedemmo a fianco della piscina, le ragazze poi si distesero a prendere il sole mentre il marito ed io conversavamo. Lui era il classico arricchito, divorziato, che si era comprato la bella fighetta per fare bella figura in società, ma poi alla fine era un cafone, che pensava solo ai suoi affari, trascurando la famiglia.
Comunque, il pomeriggio fu abbastanza tranquillo, anche se, ad un certo punto, dopo un’oretta che erano da noi, lui iniziò a fremere, fino a che, dopo l’ennesima telefonata, ci annunciò che avrebbe dovuto andarsene per un po’ per problemi di lavoro e che la moglie ed i figli potevano restare fino a che fosse ritornato.
Dopo che se ne fu andato, Laura esordì :
-‘Ecco, vedete, prende e mi pianta, se ne frega di me’.
-‘Ed allora tu puoi ritenerti libera di fare quello che vuoi’ rispose Fulvia.
-‘E che mi considera una sua proprietà, e non vuole che le sue robe vengano toccate’.
-‘Nessun problema, vero amore ?’ disse Fulvia, rivolgendosi anche a me, ‘tu ti sei fatta una nuova amica per via dei bambini e la frequenti, Marco &egrave abbastanza vecchio da tranquillizzarlo, ci sono i bambini presenti, cosa può succedere, vero ?’
-‘Mah, non lo so’, disse infine Laura.
Fulvia si mise a sedere e si levò il costume, poi si sporse verso Laura e le slegò i laccetti del reggiseno e delle mutandine, la fece voltare ed iniziò a baciarla, accarezzarla, succhiarle i capezzoli. Anch’io mi levai il costume e mi stesi a fianco a loro, iniziando ad accarezzarle la schiena, ad appoggiarle il uccello in tiro alle chiappette mentre lei stava voltata verso Fulvia. Fulvia, poi, le alzò una gamba e prese con una mano il membro ed iniziò a sfregarlo contro le grandi labbra di Laura, la quale era già tutto un gemito. Poi, mise la cappella ben puntata e mi tirò contro, così da farmelo infilare dentro alla fighetta di Laura. Iniziai ad andare avanti ed indietro, con Laura che gemeva, mentre Fulvia le stuzzicava le tette, le pizzicava il clitoride, la baciava. Alla fine, Laura ebbe un orgasmo che la squassò tutta e la lasciò tremante. Al che mi sfilai da lei, feci mettere Fulvia a pecorina a leccare la passera di Fulvia. Io mi posizionai dietro a lei ed entrai fino in fondo. Inizia ad andare avanti ed indietro, dando colpi energici, fino a quasi sfondarle l’utero. Fulvia godeva, Laura pure ed erano uno spettacolo. Dopo che Fulvia ebbe un paio di orgasmi, mi stesi e feci impalare Laura su di me, mentre dissi a Fulvia di salirmi a cavalcioni sulla faccia, che l’avrei leccata per ben mentre loro si baciavano e si torturavano le tette.
Vennero entrambe in modo piuttosto rumoroso, mentre io ero ancora lontano. Le feci quindi scambiare di posto, con il cazzo ben piantato nella figa di Laura e con quella di Fulvia sulla mia bocca. Vennero di nuovo entrambe, anzi, Laura di orgasmi ne ebbe almeno due.
Al che feci stendere Fulvia e misi Laura a leccarle la passerina, con il culetto in aria, e glilo infilzai da dietro, iniziando a stantuffarla con energia. Vennero entrambe, ed infine, mi scaricai nella fighetta di Laura, rimanendo lì, fino a che le mie palle si svuotarono del tutto.
Alla fine, rimanemmo, così, stesi sui teli da bagno esausti. Quando guardai l’ora, vidi che erano già passate più di due ore.
-‘Ragazze, sarà meglio che ci laviamo e ci ricomponiamo prima che arrivi il marito di Laura’, dissi, andando a tuffarmi in piscina.
Loro mi raggiunsero e ci rinfrescammo per un po’, poi indossammo i costumi e ci rituffammo. Sarebbe stato alquanto sospetto che noi fossimo stati bagnati ma i costumi asciutti.
Dopo qualche minuto, infatti, il tizio si presentò, di ritorno dai suoi affari.
Iniziammo a parlare e, dopo essersi dichiarato contento che finalmente sua moglie aveva trovato un’amica con cui passare le giornate, iniziò a sproloquiare dei suoi affari, dei soldi che aveva guadagnato e di un sacco di altre stronzate, al che mi venne da pensare che avevo fatto proprio bene a scoparmi sua moglie, soddisfacendola sessualmente come non lo era mai stata prima.
Alla fine, si accomiatarono con lui che incitava sua moglie a venire a frequentarci.
Così, lei iniziò a venire regolarmente da noi con i bambini, che restavano affidati ad Eva, mentre noi ce la spassavamo. Ma per non fare torto a nessuno, invitavamo spesso pure Eva a partecipare ai nostri giochini dopo aver messo i bambini a riposare.
Un paio di settimane dopo, mentre eravamo stesi nudi a recuperare le energie ed Eva era in cucina a preparare un spuntino per il pranzo, Laura esordì, raggiante :
-‘Ragazzi, sapete che sono incinta !’
-‘Ma dai, congratulazioni !’ fece Fulvia saltando su e baciandola con trasporto, ‘sono così felice per te’.
-‘Congratulazioni vivissime’ dissi io, ‘ma tuo marito lo sa ?’ aggiunsi.
-‘Oh, non ancora, volevo dirlo prima al vero papà del bambino’ mi fece baciandomi.
-‘E come farai ?’ chiese Laura.
-‘Ci ho già pensato, non appena sono stata certa del ritardo, mi sono data da fare con lui, che mi ha scopato fra un affare e l’altro, con quella sua aria da grande amatore’.
-‘Ma non era che ti sentivi in colpa ?’ chiese Fulvia.
-‘Beh, sì, dopo la prima volta, effettivamente, mi dispiaceva di averlo tradito, era la prima volta. Ma poi, a pensarci bene, e poi dopo quel giorno che siamo venuti assieme, quel suo modo di comportarsi da cafone, mi ha fatto desiderare di averlo fatto prima. Ben gli sta.’
-‘Ma come &egrave stato che ti sei messa con lui ?’ chiese sempre Fulvia.
-‘Beh, era sposato con una come lui, io gli facevo da segretaria. Avevo 19 anni, appena uscita da scuola, mi sembrava un gran bel tipo.Volevo cambiare, migliorare la mia posizione ed accettai di uscire con lui un paio di volte. La moglie lo scoprì e lo piantò, facendosi dare anche un bell’assegno di mantenimento. Poi, rimasto da solo, mi corteggiò fino a che accettai di andare a letto con lui. Fu una mezza delusione, ma rimasi incinta ed allora mi sposò. Da quella volta, mi porta in giro e mi mostra come un trofeo, visto che ho 25 anni meno di lui. Ma, a proposito, qual’&egrave la vostra differenza di età ?’
-‘Bé, io ho 66 anni e Fulvia 29, per cui il calcolo &egrave presto fatto’ risposi.
-‘No, non ci credo, non puoi averne 66’ esclamò.
-‘Vuoi vedere la carta d’identità ?’ chiesi.
‘E voi come avete iniziato ?’ chiese, infine, mentre Eva usciva dalla cucina portando il pranzo. La facemmo sedere assieme a noi mentre racconta a Laura nostra storia, un pochino riveduta, con anche l’entrata di Eva e la vedovanza di Fulvia.
-‘E così, avete fatto una specie di famiglia allargata. Che bello, quanto mi piacerebbe farne parte’, esclamò Laura.
-‘Oh, ma sei la benvenuta nel nostro clan, cara Laura’, fece Fulvia, ‘vero, ragazzi ?’ chiese a me ed Eva. Noi rispondemmo entusiasti di sì e così fu.
Capitolo 9 ‘ Anche Eva vuole dei figli suoi

La gravidanza di Laura procedeva bene. Al mattino Fulvia o Eva portavano i nostri bambini all’asilo o al nido. Lì incontravano Laura e poi venivano a casa tutte e tre. Restavamo assieme fino all’ora di andare a prendere i bambini.

Eva faceva le faccende di casa, spesso nuda o quasi, alle volte indossando soltanto una maglietta, altre un grembiule. Fulvia e Laura indossavano delle magliette oppure stavano direttamente nude.

Facevano l’amore fra di loro e con me. Quando Eva finiva le faccende, si univa a noi, ed era bellissimo stare così, nudi, fare l’amore dolcemente o guardare le ragazze che si dedicavano al culto di Saffo.

Alle volte, per divertirci, invitavamo pure il marito di Laura a pranzo o a cena nei fine settimana. Era sempre il solito sbruffone, si vantava anche della gravidanza della mogliettina.

In primavera nacque una bella bambina. Fulvia le aveva raccontato di come si godesse ad allattare tenendo un bell’uccellone dentro la passerina e così Laura, ogni volta che doveva allattare quando era da noi, se lo faceva infilare tutto da me, che così sentivo le contrazioni della sua vagina attorno al mio membro. Poi, finivamo per fare l’amore in tre oppure quattro, se Eva aveva finito le faccende di casa.

Non solo, alla fine, per il battesimo della bimba, chiesero a Fulvia di fare da madrina. La festa fu molto bella, i bambini e le ragazze si divertirono. Erano tutte vestite molto leggere e molto sexy e furono guardate da tutti, cosa che mi rese orgoglioso.

All’inizio dell’estate, una sera, mentre i bambini guardavano la TV con Fulvia che era seduta davanti al divano con loro ed io stavo sul divano, Eva, che era abbracciata a me, nuda come al solito, ad un certo punto disse :

-‘Signora, signore, oramai ho 23 anni. Vorrei avere dei bambini’.

-‘Che c’&egrave ?’ chiese Fulvia, ‘non ti trovi bene con noi ?’.

-‘Oh, no, signora, anzi, non sono mai stata meglio. Ed amo i vostri bambini. Ma ne vorrei anche uno o due miei’.

-‘Perch&egrave no, amore ?’chiesi a mia volta a Fulvia, ‘potrebbero stare con i nostri’.

-‘E chi dovrebbe essere il padre ?’ chiese allora Fulvia.

-‘Oh, signora, se lei permette, vorrei che il padre fosse il signor Marco’, disse Eva.

-‘D’accordo, se per te va bene, caro, non ho nulla in contrario’ disse Fulvia.

-‘Va bene, allora, Eva, puoi smettere di prendere la pillola’, dissi.

A quel punto, Eva mi saltò in braccio ed iniziò a baciarmi la faccia, il petto, mormorando, ad ogni bacio un ‘grazie, signore, grazie, signora’. Poi, mi lasciò, si precipitò da Fulvia ed iniziò a baciarla tutta, a carezzarla per farla godere. Era scatenata.

Visto che l’ora era tarda e le ragazze ci stavano dando dentro, io misi a letto i bambini ed andai a letto a mia volta. Dopo pochi istanti, le due porcelline vennero a letto anche loro. Facemmo l’amore in tre, godemmo da matti, loro ebbero almeno una dozzina di orgasmi a testa ed infine venni anch’io nella bionda passerina di Fulvia.

Quella notte dormimmo tutti e tre assieme.

Al mattino seguente, era sabato, ci alzammo soltanto quando i bimbi iniziarono a reclamare la colazione.

Quel giorno sistemai la piscina e decidemmo di invitare Laura per il giorno seguente. Lei accettò molto volentieri l’invito, anche perch&egrave il marito sarebbe partito al mattino seguente per un viaggio d’affari di un paio di settimane all’estero.

Laura arrivò in tarda mattinata con la sua Mercedes con i tre bambini, di 5 e 3 anni e 3 mesi. Noi eravamo già con i costumi a bordo della piscina. Lei si spogliò e rimase nuda, sorridendo provocatoriamente, al che ci denudammo tutti.

I bambini li affidammo ad Eva e noi ci sdraiammo a prendere il sole. Iniziammo a stuzzicarci già spalmandoci la crema solare. Prima io la spalmai a Laura, iniziando dalla schiena, poi il culetto, le gambe. A quel punto, Laura era già tutto un tremore. Poi, quando le infilai il dito unto nel culetto, ancora vergine, emise un sospiro di piacere. Allora le infilai un altro nella passerina e la trovai allagata.

-‘Porcellina, sei già tutta bagnata’ le dissi.

-‘Oh, lo sono da ieri. Quando ho messo giù il telefono dopo la telefonata di Fulvia ero già bagnata, sapendo quello che ci aspettava e quello che avremmo fatto’.

-‘E cosa avremmo fatto ?’ le chiesi.

-‘Oh, le cose che facciamo di solito, l’amore fino a sfinirci’.

-‘E se ti dicessi che oggi faremo qualcos’altro?’.

-‘E cosa ?’ chiese, curiosa.

-‘Oggi ho intenzione di prendermi quel bel culetto che hai’ le dissi.

-‘Ma fa male, e poi non so se mi piacerà’.

-‘Vedrai, &egrave bellissimo, e poi Marco &egrave così dolce, godrai da morire’ intervenne Fulvia.

-‘Oh, sì, &egrave meraviglioso’ intervenne Eva, ‘vedrà, signora, che bello. A me piace tantissimo quando il signore me lo mette nel culetto’.

Nel frattempo, avevo finito di spalmare la crema a Laura ed ero passato a Fulvia. La unsi per bene, toccandola tutta, entrandole in tutti i buchetti. Infine, le due ragazze misero la crema a me. A quel punto, loro erano dei laghi ed io avevo il membro che mi faceva male da tanto era intensione.

Alla fine, mentre Laura finiva di mettermi la crema solare sulle gambe, Fulvia, che non ce la faceva più neppure lei, di impalò su di me.

-‘Ooooooooooooooo, finalmente’ disse, mentre si faceva entrare il mio membro fino in fondo.

-‘Oh, amore, &egrave sempre così meraviglioso sentirti dentro a me, non mi stancherei mai’, continuò, mentre mi cavalcava selvaggiamente.

Laura, a quel punto, si posizionò a cavalcioni sopra la mia faccia ed io iniziai a leccarle la patatina, mordicchiandole il clitoride, scopandola quasi con la lingua, mentre lei e Fulvia si stuzzicavano le tette e si baciavano.

Vennero entrambe, al che le feci cambiare posizione, Fulvia stesa, Laura inginocchiata con il culetto per aria a leccarla. Io mi posizionai dietro a Laura e, mentre le mettevo il mio cazzo nella sua passerina, iniziai a lavorarle il culetto piano piano con un dito.

Infine, le misi un bel po’ di crema sul buchetto, mi sfilai dalla sua fighetta e puntai il mio cazzo sul sul culetto. Lei era immobilizzata, con Fulvia che le tenera la testa contro la sua patatina, a farsi leccare per bene, ed io che spingevo da dietro. Quando la cappella entrò, Laura ebbe un sussulto. Io mi fermai un istante per farla abituare e poi piano piano iniziai a spingere, cercando di non farle troppo male.

Quando fui finalmente tutto dentro, dopo un tempo alquanto lungo, iniziai ad andare su e giù lentamente. Il suo culetto vergine era strettissimo. Vederla da dietro era uno splendore. Pian piano inizia ad accelerare il ritmo. Nel frattempo Fulvia era venuta e le aveva lasciato la testa libera.

-‘Ohhhhhhhh, mamma mia, mi sento piena, che sensazione meravigliosa’ Fece ad un certo punto Laura.

-‘Allora ti piace tanto, vero?’ dissi a mia volta.

-‘Oh, sì, &egrave bellisssimo’ fece lei.

Io continuai a stantuffare, fino a che, avviluppato in quel condotto strettissimo, venni, inondandole il culetto con la mia sborra. Nel frattempo, lei aveva avuto l’ennesimo orgasmo, finito con un urlo.

Giacemmo sui teli a fianco della piscina, esausti per un bel po’, dopodich&egrave ci tuffammo per rinfrescarci.

Nel frattempo, mentre il piccolo di Laura dormiva in una culla all’ombra ed il nostro giocava nel suo box, Eva aveva portato i più grandicelli in acqua e così, mentre le ragazze si misero a giocare in acqua con i bambini, io mi stesi sotto l’ombrellone e mi addormentai. Mi svegliarono per pranzare.

-‘Povero caro, ti stiamo sfruttando’ fece Fulvia, mentre ci accomodavamo a tavola.

-‘Amore, non sono più un ragazzino, devo dosare le mie forze’ risposi, ‘e poi dobbiamo pensare anche ad Eva’.

-‘Va bene, riposati’, fece, ridacchiando.

Eravamo tutti attorno al tavolo del giardino, sotto il gazebo, con i bambini. Eva portò i piatti e poi si sedette con noi.

Dopo mangiato, mentre io mi ritiravo nello studio, Eva portò i bambini nelle camerette dei nostri e li mise a riposare e le ragazze rimasero in giardino a prendere il sole.

Le due settimane di assenza del marito di Laura passarono così. Uno di quei giorni, Laura venne con un’altra ragazza, un po’ più giovane di lei, avrà avuto 20 o 22 anni e ce la presentò come sua sorella Luisa, dicendoci che ora che aveva tre bambini aveva bisogno di un aiuto ed aveva pensato, appunto, di far venire la sorella a stare da lei in assenza del marito. Effettivamente, la ragazza le assomigliava alquanto.

Affidammo tutti i bambini a Eva, che a sua volta aveva un bikini talmente minimo che la lasciava praticamente tutta scoperta e ci sdraiammo a prendere il sole ai bordi della piscina.

Mentre Fulvia e Laura si spogliarono subito, Luisa rimase con il suo bikini. Era alta e magra, mora come sua sorella, due tettine piccole ed un bel culetto sodo. Indossava un bikini nero veramente minimo. Quando le ragazze iniziarono a divertirsi, lei venne a sedersi vicino a me.

-‘Se sapevo che ci sarebbe stato anche lei’, mi disse, ‘mi sarei messa qualcosa di più decente’.

-‘Cosa vorresti dire ? Che sei indecente ?’ chiesi.

-‘Diciamo che mi sarei messa un costume più coprente’ ribatt&egrave.

-‘Ma vedi le altre ragazze, i costumi se li tolgono direttamente. Puoi toglierlo pure tu, se vuoi’.

-‘Mi vergogno. Non sono mai stata nuda davanti ad un uomo, a parte il mio ragazzo’.

-‘Mai fatto il bagno nuda, mai andata in una spiaggia per nudisti ?’

-‘No’.

-‘Ma col tuo ragazzo, almeno, ci stai nuda ?’

-‘B&egrave, non si può mica fare l’amore vestiti’ disse, arrossendo.

Nel frattempo, Fulvia e Laura avevano iniziato a fare i loro giochini, baciandosi e toccandosi tutte vicendevolmente. Nel vedere quelle cose, ovviamente, a me era venuto bello duro e spingeva forte sui bermuda che indossavo.

-‘Non ti eccita vedere tua sorella che fa l’amore con la mia compagna ?’ chiesi, guardandola fisso negli occhi e toccandomi il pacco.

-‘Un poco’ rispose, arrossendo ancora di più.

-‘E tu lo hai mai fatto con qualche altra ragazza ?’ insistei.

-‘Si’ disse, sussurrando ed abbassando gli occhi.

-‘E non ti piacerebbe aggiungerti a loro ?’

-‘Mi vergogno da morire’ disse sottovoce.

-‘Su, fatti coraggio, vedrai che &egrave bello’ dissi io, avvicinandomi a lei ed iniziando a slacciarle i laccetti del bikini, prima sul collo, poi sulla schiena, poi ai fianchi, mentre lei cercava di tenerlo su e difendersi da me, ‘scommetto che sei tutta bagnata’ aggiunsi, ‘Fulvia, Laura’ chiamai, ‘credo che Luisa sia pronta per unirsi a voi’.

Le ragazze si lasciarono per un istante e si avvicinarono a noi.

-‘Che bello’ disse Fulvia, prendendo Luisa per mano mentre Laura le prendeva l’altra mano. La fecero alzare e la portarono con loro, lasciando cadere a terra il bikini che avevo slacciato, così che rimase nuda.

Iniziarono a baciarla, ad accarezzarla, a metterle le loro manine nella patatina, a strizzarle i capezzoli. Finalmente Luisa si lasciò andare e pian piano iniziò a partecipare sempre più attivamente.

Io a quel punto avevo raggiunto il massimo dell’eccitazione al che mi levai i bermuda. Con il cazzo ritto, mi avvicinai a loro ed infilai il mio membro della prima passerina a spuntare. Era quella di Laura, che mi accolse con un gran sospiro, ma senza smettere di leccare la passerina di sua sorella, mentre Fulvia le succhiava i capezzoli.

Le ragazze erano talmente eccitate che Laura venne quasi subito. Allora lo sfilai da lei e lo infilai nella patatina di Fulvia, che mi accolse staccandosi dal gruppo ed abbracciandomi stretto.

-‘Oh, si amore, finalmente, forza, daiiiiiiiii’ fece.

Io la pompavo con colpi lenti e lunghi, mentre lei godeva da matti. Le due sorelline, nel vedere e sentire, si fermarono e si misero a guardarci. Fulvia mugolava ed aveva degli orgasmi ripetuti. Alla fine, quando le non ce la fece più, mi staccai da lei.

Nel frattempo, Laura si era messa in posizione supina e si faceva leccare da Luisa, che stava inginocchiata con il culetto in su ed i buchini meravigliosamente esposti. Mi avvicinai da dietro, la presi e, prima che potesse fare nulla, immobilizzata anche da sua sorella, glielo infilai con un colpo solo nella bagnatissima fichetta. Era un lago, ma era molto stretta. Rimasi fermo per un po’, mentre lei, che inizialmente aveva resistito e cercato di divincolarsi, si abituava alla presenza.

Poi, lentamente, iniziai a fare avanti ed indietro, fermandomi ogni tanto. Luisa iniziò a godere del trattamento ed iniziò a mugolare sempre più forte, fino a che venne con un urlo. Io continuai al mio ritmo, per durare il più possibile. Lui venne ancora almeno due volte e poi si accasciò, stanca.

Mi sfilai da lei e mi stesi supino, il membro ancora bello duro, cisto che non ero ancora venuto. Laura, a quel punto, si mise a cavalcioni su di me ed iniziò ad andare su e giù lentamente. Lo faceva quasi sfilare del tutto e poi si abbassava fino a farmi toccare l’utero. Dopo un po’, lei venne e qusi subito venni anch’io, riempiendola del mio sperma.

Nel frattempo, Luisa borbottava.

-‘Porci, maiali, mi avete stuprato’ diceva.

Fulvia, la baciava, la carezzava per consolarla. Dopo essere venuta, Laura si sfilò da me e si avvicinò a sua sorella, iniziando a baciarla dolcemente. Luisa, un po’ alla volta, si calmò.

-‘Ti &egrave piaciuto oppure no ?’ le chiese infine Laura.

-‘Oh, ho goduto da morire, ma non dovevo farlo. Ora cosa dico al mio ragazzo ?’

-‘Nulla, cara, nulla’ fece Laura, ‘quello che accade qui &egrave un nostro segreto. Stiamo bene, ci divertiamo assieme’.

-‘Ma, e tuo marito ?’ chiese Luisa.

-‘Oh, quello, tanto non si &egrave mai interessato a me, mi vuole solo come un trofeo da esibire. Gli ho pure dato dei figli. E poi, il piccolo, lui non lo sa, ma non &egrave suo’.

-‘Ma tu, Fulvia, non dici nulla ?’

-‘Cosa vuoi che dica. Marco mi soddisfa pienamente, ma mi diverto anche con le ragazze. E così, a lui sta bene e, quando sono stanca, lui può fare sesso con qualche altra. Come hai visto, dura molto a lungo. Io da sola non riuscirei a soddisfarlo, ed allora lo lascio fare con Laura o con Eva. Ed ora pure con te, se a te fa piacere’.

-‘Non lo so, mi &egrave piaciuto da morire, non ho mai goduto così tanto, ma mi sento come se avessi fatto qualcosa di sporco’ disse Luisa

-‘Guarda, ti ho chiamato per aiutarmi, visto che con tre bambini piccoli il lavoro &egrave tanto, ti ho portato qui per vedere se ti piaceva. Ma puoi venire ancora oppure no, come desideri’ fece a sua volta Laura, ‘oppure, se preferisci, puoi stare con Eva, a badare ai bambini’.

-‘Non lo so, ci devo pensare su. Mi &egrave piaciuto ma mi sento in colpa’ disse Luisa.

Dopo questi discorsi, mangiammo uno spuntino servito da Eva, mentre Luisa badava ai bambini e poi io andai a riposare.
Capitolo 10 ‘ Eva rimane incinta

Eva aveva smesso di prendere gli anticoncezionali da alcuni giorni.

Quel pomeriggio, eravamo soli noi tre, Fulvia, Eva ed io con i nostri bambini, mentre eravamo stesi al sole, al bordo della piscina, esordii.

-‘Amore, ora che Eva ha smesso la pillola e visto che desidera dei bambini suoi, se sei d’accordo, cercherò di venire sempre nella sua passerina. Va bene, amore ?’

-‘Sì, certo caro, dobbiamo farla restare incinta’.

-‘Oh, grazie signora, lei &egrave sempre così gentile con me, ed il signore mi fa godere tanto. Ma non vorrei levarle il piacere di sentire i succhi del signore. Basterà soltanto nei giorni in cui sono fertile’ disse Eva.

-‘Non preoccuparti, piccolina, lo sai che il padrone ci fa godere tanto tutte e due’, fece Fulvia, mentre si metteva a cavalcioni sopra di me per iniziare un bel 69. Eva, vedendoci, iniziò a farsi un ditalino.

Per non lasciarla sola, Dissi a Fulvia di mettersi inginocchiata, col il culetto per aria, a leccare la passerina di Eva, che io l’avrei scopata da dietro. Lei, entusiasta, si mise fra le gambe di Eva ed iniziò a lapparla, con il culetto bene in aria. Mi inginocchiai dietro a lei, le appoggiai la mia cappella sulle labbra della passerina e spinsi, fino in fondo. Iniziai ad andare dentro e quasi fuori, con lenti e lunghi affondi. Ogni volta che arrivavo in fondo e le schiacciavo l’utero lei affondava di più la faccia nella passerina di Eva.

Eva iniziò ad avere orgasmi in continuazione e Fulvia non fu da meno, estrassi il mio uccello, ancora ben duro, dalla patatina di Fulvia, la lasciai riposare e mi dedicai a Eva, la quale, ormai in un godimento continuo, quando le penetrai fino in fondo, mi mise le gambe attorno ai fianchi, per farmi entrare di più in lei.

La scopai per un po’ così, poi, sempre piantato in lei, mi rovesciai e me la trascinai sopra. Iniziammo a muoverci lentamente, io spingevo il bacino in su mentre lei si calava e viceversa. Sentivo delle sensazioni bellissime, anche perch&egrave la fighetta di Eva era piuttosto strettina. Alla fine, le venni dentro, scaricandomi tutto in lei, mentre Fulvia, che si era ripresa, aveva iniziato a baciarci alternativamente.

Quando il mio membro si fu sgonfiato ed uscì da solo, Eva si stese al mio fianco, mentre Fulvia mi prese l’uccello, oramai ridotto ai minimi termini, e me lo pulì per bene con la sua linguetta. Una volta finito, io Fulvia rimanemmo stesi, abbracciati, mentre Eva andò a vedere come stavano i bambini.

Più tardi, Fulvia, stando mollemente appoggiata al mio torace, chiamò Laura e la invitò a venire da noi. Lei accettò entusiasta e disse che sarebbe venuta di lì a due giorni.

Quando Laura arrivò con i suoi tre bambini, introdotta da Eva che era andata ad aprile, vidi che c’era anche Luisa.

Fulvia ed io eravamo nudi, mentre Eva, per andare al cancello, si era messa un pareo legato attorno al seno, ma era talmente leggero che non nascondeva nulla.

Ci alzammo per andare a salutare le nuove arrivate, mentre Eva, una volta toltasi il pareo, prese i bimbi e li portò dai nostri.

-‘Ciao Laura, Ciao Luisa, che sorpresa rivederti. Sono felice che tu sia qui’ feci, baciandole, prima una e poi l’altra. Laura mi rispose e poi baciò appassionatamente Fulvia.

-‘Ciao’, fece Luisa, ‘Ho ripensato a quello che &egrave successo giorni fa e sono giunta alla conclusione che, in realtà, non mi avete fatto nulla che io non volessi’.

-‘Sono contento che ti sia piaciuto. Ma vieni, accomodati, mettiti comoda’ dissi a mia volta.

Nel frattempo, Fulvia aveva levato a Laura il prendisole e lei era rimasta nuda, vista che sotto non indossava nulla, e si erano stese su un lettino a limonare come due assatanate.

Luisa pure si tolse il prendisole, ma sotto indossava un minuscolo bikini bianco, che faceva risaltare la sua pelle deliziosamente colorata da una leggera abbronzatura.

-‘Vieni, stenditi qui al mio fianco. Vuoi che ti metta la crema solare ?’ dissi.

-‘Oh, sì, grazie’ fece Luisa, stendendosi prona sul lettino a fianco al mio.

Mi sedetti su un angolo del suo lettino, mi misi una dose abbondante di crema su una mano ed iniziai a stenderla delicatamente, prima sulle braccia, poi sulle spalle, sul collo, ma per farlo bene dovetti slacciare il primo laccetto del reggiseno, Poi continuai a stenderle la crema sulla schiena, slacciandole anche il secondo laccetto del reggiseno. Scesi sull’incavo delle reni e risalii verso le rotonde colline che erano le sue chiappette, ma mi fermai sull’orlo delle mutandine.

Ripresi a stenderle la crema sulle gambe, a partire dai piedi, risalendo fino alle cosce, iniziai a stenderla anche sull’interno delle cosce, che lei allargò un po’ per facilitarmi il compito. Arrivato in cima, le sfiorai la passerina coperta con un dito, ma si vedeva benissimo che la mutandina era zuppa. Senza dire nulla, le slacciai i laccetti sui fianchi e scoprii il culetto, spalmandole la crema sulle chiappette, infine, con il dito unnto, scesi fino al buchino e le infilai il dito, iniziando a muoverlo in modo circolare. Lei mugolò e mi lasciò fare.

Le infilai un altro dito nella passerina ed il suo mugolio si fece più forte. La patatina era un lago e lei stava iniziando a godere.

Mi fermai e la feci voltare, per stendere la crema solare anche sul resto del corpo. Ovviamente, il costume slacciato rimase sul lettino e mi si presentò nuda. Le spalmai la crema sul petto, sulle tette, sull’addome, con lenti movimenti circolari, leggeri, sfiorandole di tanto in tanto i capezzoli. Poi ripresi a spalmargliela dai piedi, su su fino all’inguine. Quando le toccai nuovamente la fighetta emise un gemito. Era completamente allagata. Le inserii un dito dentro, lo mossi per un po’ e lei continuò a gemere. Lo estrassi e lo succhiai per sentire il suo sapore.

-‘Oh, per favore, prendimi, mettimi dentro il tuo cazzone, ti pregoooooo’ iniziò a dire.

-‘Vienimi sopra’ le dissi, stendendomi su di un lettino. Lei mi venne sopra e si impalò, iniziando poi ad andare su e giù e muovendo il bacino avanti ed indietro, mentre io le massaggiavo le tette. Eccitata com’era da quando le avevo spalmato la crema, venne quasi subito, ma non la lasciai fermare ed ebbe almeno un altro paio di orgasmi e si accasciò sul mio petto.

La feci alzare, la presi per mano e la portai dove Fulvia e Laura si stavano deliziano in un eccitante 69. Mentre Luisa si tuffava nel mucchio, io mi avvicinai da dietro a quella che era sopra, che al momento era Laura, mi inginocchiai dietro a lei e, con un colpo deciso, le affondai il mio membro nella sua passerina bollente. Lei ebbe un sussulto ma non smise di leccare la patatina di Fulvia che, invece, iniziò a leccarmi lo scroto delicatamente.

Dopo i primi colpi, però, Laura smise di leccare la fighetta di Fulvia, inarcando invece la schiena per godersi meglio la mia penetrazione. Luisa, allora, si mise fra le gambe di Fulvia ed iniziò a fare un bel lavoro di lingua. Laura, eccitata com’era dalle precedenti pratiche venne, con un urlo, ma io non la lasciai andare, tenendola per i fianchi e continuai a pomparla decisamente. Ebbe un altro orgasmo, al che sfilai la nerchia dalla sua patatina e la puntai sul buco del culetto, iniziando a spingere delicatamente, fino ad entrare tutto. Mi fermai per farla abituare a poi ripresi a pompare. Lei ebbe un altro violento orgasmo. Infine, mi scaricai in quel suo stupendo culetto.

Assieme, ci lasciammo cadere di fianco sul telo, mentre Luisa con una serie di colpi di lingua, faceva avere un bellissimo orgasmo a Fulvia. Rimanemmo per un po’ tutti e quattro sdraiati, a riprendere il fiato, dopodich&egrave, ci tuffammo in piscina per rinfrescarci.

Quando uscimmo dall’acqua, ci sdraiammo sui lettini ed iniziammo a parlare.

-‘Ragazze, siete state bravissime ‘esordii.

-‘Oh, tu mi hai fatto godere da matti’, disse Laura.

-‘Anche a me, non so come fai’ aggiunse Luisa.

-‘Allora l’unica rimasta a bocca asciutta sono io, oggi’ fece Fulvia, divertita.

-‘Ma mi sembra che non siano mancate le attenzioni alla tua passerina’ le dissi.

-‘Ma mi &egrave mancato il pezzo pregiato della collezione, il tuo bell’uccellone’ mi disse lei a sua volta.

-‘Amore, tu lo prendi quasi tutti i giorni, oggi mi sono dedicato alle ospiti’, ribattei, ‘Piuttosto, Luisa, cosa ti ha fatto cambiare idea, dall’altra volta?’

-‘Il fatto che tu sai farmi godere in modo incredibile, mi porti ad un livello di eccitazione che non ho mai provato con nessun’altro uomo. Quando mi hai spalmato la crema, sei stato così delicato ma così eccitante che mi &egrave bastato che tu mi toccassi per avere il primo orgasmo’.

-‘Eh, sì, ci sa fare proprio bene. Mi porta sempre a dei livelli di eccitazione incredibili. E poi dura un sacco. Quando lo facciamo da soli non ho mai meno di 10 o 12 orgasmi’ fece Fulvia.

-E’ vero’ aggiunse Laura, ‘io non vedo l’ora di venire da voi perch&egrave fare sesso con voi due mi fa raggiungere dei piaceri che non avevo mai provato prima di conoscervi’.

-‘Luisa, ma il tuo ragazzo cosa dice ?’ chiesi.

-‘Ragazzo, quale ragazzo ?’ rispose Luisa, ridendo. Poi aggiunge ‘sapete, dopo che avevamo fatto sesso l’altra volta, ho voluto farlo con lui, cercando di dargli tutta me stessa, mi sentivo in colpa, ma lui, semplicemente, ha preso tutto senza darmi nulla. Mi ha scopato con foga, ci ha dato dentro come un treno, ho avuto anche un orgasmo, ma le vette di piacere che avevo avuto quel pomeriggio qui da voi sono rimaste lontanissime.’

-‘Care le mie bambine, alla base di tutto sta il rispetto e l’amore per il genere femminile. La parte più importante sono i preliminari, il portare la propria partner al piacere ed al godimento, eccitandola, il resto viene da s&egrave’.

Quando Laura e Luisa se ne furono andate con i bimbi di Laura, mi stesi a fianco di Fulvia e la abbracciai.

-‘Scusa, ti ho trascurato. La mia resistenza, ovviamente, non &egrave come qualche anno fa, e per oggi, sono veramente out’.

-‘Amore, sei sempre così gentile. E poi si sa, le novità attraggono di più. Mi sono appartata con Laura apposta per farti godere di Luisa. Ora riposati, vado a vedere cosa fare per cena.’

-‘No, resta qui con me, ancora un po’. Fammi sentire il tuo corpicini accanto al mio.’

Rimanemmo abbracciati per un bel po’, baciandoci. Ci riscuotemmo soltanto quando Eva venne a dirci che era ora di cena per i bambini.

Alla fine, quando ci coricammo, decidemmo che saremmo rimasti soli per alcuni giorni. Dopo aver rigovernato, anche Eva si unì a noi e le due ragazze si diedero da fare per coccolarmi. Quindi, mi addormentai mentre le due fanciulle continuavano ad accarezzarmi.

I giorni seguenti li passai a rilassarmi. Le mie due ragazze mi giravano attorno nude, facendomi eccitare da morire, ma non mi richiedevano alcun tipo di prestazione, almeno durante il giorno. Ma poi, alla sera, dopo che avevamo messo i bimbi a letto, ci coricavamo tutti e tre assieme, nudi ed iniziavamo i nostri giochetti.

Fulvia ed Eva iniziavano sempre lesbicando un pochino fra di loro, lasciandomi ad osservarle e facendomi eccitare, poi si avvicinavano a me piano piano ed iniziavano ad accarezzarmi, a leccarmi a succhiarmi il cazzo. Infine, una alla volta si impalavano su di me, usando tutte le posizioni del Kamasutra in cui la donna sta sopra. Ogni volta che una di loro aveva un orgasmo, si sfilava e l’altra mi veniva sopra.

Alla fine, quando mi sentivo venire, le fermavo, facevo stendere Eva prona e la penetravo nella fighetta da dietro, scaricandole il mio sperma tutto dentro.

Andammo avanti così per tutto il mese di luglio. Uscivamo poco, per andare a fare le spese necessarie per la casa e poco più. Quando uscivamo, ovviamente le due porcelline si mettevano sempre in modo molto sexy, con delle magliette o dei top senza reggiseno e con delle gonnelline cortissime con soltanto dei perizomini minuscoli, mostrando spesso i culetti quando si muovevano o si piegavano.

Alla fine del mese, una sera, venendo a letto, Eva arrivò con un grandissimo sorriso.

-‘Signore, signora, sono incinta. Sono così felice, grazie di aver esaudito il mio desiderio’

-‘Sono felice per te, piccola Eva, veramente felice’ dissi io.

-‘Che bello, un altro bambino in arrivo’ fece Fulvia, ‘ora dobbiamo pensare alla tua gravidanza, affinch&egrave vada tutto per il meglio’.

Qualche giorno dopo, suonarono al campanello. Eva andò ad aprire, indossando qualcosa per coprirsi, visto che non aspettavamo nessuno.

Entrarono i suoi genitori come due furie. Io ero seduto sul divano, con una maglietta ed un paio di calzoncini, mentre Fulvia era andata al piano superiore a mettersi qualcosa.

-‘Cos’&egrave sta storia che sei incinta ?’ sbraitò il padre di Eva, ‘e chi &egrave quel porco che ti ha ingravidato’, mentre la prendeva per un braccio ed iniziava a scuoterla.

-‘Ehi, si dia una calmata, signore’ intervenni io, ‘e lasci stare la ragazza’.

-‘Io non mi calmo per niente, e poi sono suo padre, posso fare quello che voglio’ rispose, in malo modo, ‘prima smette di venire a casa, non fa nemmeno i suoi giorni di riposo, poi molla il fidanzato ed ora questa novità che &egrave incinta’.

-‘Se non vuole beccarsi un pugno ed una denuncia, per prima cosa lascia il polso di sua figlia, poi si siede ed ascolta le sue motivazioni. E lei, signora, la smetta di piangere’ dissi, con fare minaccioso, affrontandolo.

-‘Primo, nessuno si approfitta di sua figlia, ha un regolare contratto con una paga, anche piuttosto alta, vitto ed alloggio, oltre ad avere degli orari ben definiti ed i giorni di riposo. Se poi, invece che venire da voi, fa altro, non credo che sia un problema vostro. A quanto mi risulta &egrave maggiorenne. Secondo, Eva può avere una relazione con chi vuole e non sarete voi a decidere per lei’ fece Fulvia, arrivando come una furia e mettendosi fra Eva e suo padre. ‘Ora sedetevi e parliamo come persone civili, se lo siete, altrimenti quella &egrave la porta’.

La madre si aggrappo al braccio del padre, per fermarlo e lo trascinò verso un divano. Fulvia si sedette su un altro divano e fece cenno ad Eva di sedersi a fianco suo. Quando tutti si furono sistemati e non ci fu più pericolo per nessuno, mi sedetti sulla mia poltrona.

-‘Eva, cara, parla tu con i tuoi genitori. Noi siamo qui soltanto per evitare che succeda qualcosa’ fece fulvia, dolcemente.

-‘Grazie, signora’, prese a dire Eva, ‘papà, mamma, vi prego di ascoltare. Quando ho iniziato a lavorare per i miei padroni, avevo tutte le intenzioni, come mi avevi detto tu, papà, di prendere tutti i periodi di riposo e ferie che mi spettavano. Avevo anche intenzione di continuare ad uscire con il mio ex fidanzato. Ma poi, mi sono trovata talmente bene che non mi sembrava neppure un lavoro. I padroni mi hanno fatto sentire come una della famiglia, mi hanno sempre trattato con affetto. E quando fai parte di una famiglia, non te ne vai in giro’.

-‘Ma allora, perch&egrave non ti sei più fatta vedere ?’ fece sua madre.

-‘Vedi, mamma, quando un paio di volte non ho preso le giornate di riposo, papà ha iniziato a rimproverarmi. Ma non le ho prese, semplicemente, perch&egrave stavo bene così, come ho detto, non mi sembra neppure un lavoro, anche se prendo uno stipendio. Ed ho smesso di venire per non sentire i rimproveri di papà’.

-‘Poi, un giorno, li ho sentiti fare l’amore e sono diventata curiosa.’ riprese a dire Eva, dopo aver bevuto un sorso d’acqua, ‘così ho chiesto alla padrona cos’erano quei rumori, se il il signore la soddisfaceva. Mi ha risposto che era un amante straordinario e poi, sorridendo maliziosamente, mi ha chiesto se volevo provarlo anch’io. Ero perplessa, ma ho detto di sì. E lei, senza dire nulla, mi ha preso per una mano e mi ha portata nella loro camera da letto. Il signore mi ha spogliata ed abbiamo fatto l’amore. E’ stato una cosa sublime, non avevo mai provato nulla di simile. E da quella notte dormo con loro, nel loro letto e facciamo l’amore a tre.’

Sua madre e suo padre insorsero, quasi inveendo contro di lei, che era una cosa sporca, e via discorrendo.

-‘Oh, non vi inalberate così’ fece ancora Eva, ‘a me piace, il padrone &egrave un uomo dolce e delicato, mi tratta con tutto il rispetto. Nessuno mi ha mai forzata a fare cose che non volevo. Anzi, mi hanno fatto prendere anticoncezionali affinch&egrave non rimanessi incinta. Poi, un paio di mesi fa, presi la decisione di volere un figlio mio e volli a tutti i costi che il padre fosse il padrone. Ecco. Questo &egrave tutto. Se mi volete bene, dovete accettare questi fatti. Ma io non torno indietro’.

Detto questo, cadde un silenzio pesante. I genitori di Eva si guardarono per lungo tempo, guardarono la figlia. Poi, la madre finalmente si decise.

-‘Tu sei e sarai sempre nostra figlia. Ti vogliamo bene e vista la tua decisione, non possiamo fare altro che accettarla. Aspetteremo con ansia nostro nipotino e ti daremo tutto l’aiuto che vorrai’.

-‘Grazie mamma’ fece Eva, visibilmente sollevata. Era stata tesissima per tutto l’incontro. Poi si alzò e diede un bacio alla madre.

Il padre, ancora sulla sue, ci guardava, diffidente e guardava alternativamente la figlia. Infine, si decise ad accettare l’offerta di pace di Eva.

Dopo quei momenti di tensione, iniziammo a parlare dei piani futuri, nostri e di Eva. Eva disse che, anche se aveva diritto al congedo per maternità, avrebbe continuato ad abitare da noi e che i genitori avrebbero potuto venire in visita quando volevano, purch&egrave avvisassero prima e noi fossimo d’accordo. Fulvia, a questo, non fece obiezioni.

Quando se ne andarono, Eva, tutta felice, si lanciò prima addosso a Fulvia e poi a me, coprendoci di baci e mormorando i suoi ringraziamenti.

Quella notte, poi, si scatenò. Ci subisso, a Fulvia ed a me, delle sue coccole, fece l’amore con Fulvia con trasporto, poi lo fece con me, volle farlo in un sacco di posizioni nuove che aveva trovato in una edizione del Kamasutra on line. Alla fine, Eva volle che io venissi dentro a Fulvia. Poi, restammo esausti a letto e ci addormentammo felici.
Capitolo 11 ‘ L’amica di Luisa

Il nostro m&egravenage continuava in modo splendido. Facevamo l’amore a tre, mentre la pancia di di Eva cresceva prima lentamente, poi, poco alla volta, all’inizio dell’inverno, iniziò ad essere ben evidente.

Nel frattempo, Laura e Luisa venivano in visita almeno una volta la settimana, sia qualche volta al mattino, quando i bimbi erano all’asilo che al pomeriggio, dopo averli ripresi. E quelle volte, mentre Eva badava ai 6 piccolini, ci scatenavamo. Ed era un a cosa piacevolissima, anche se alla fine io ero esausto e qualche volta ci mettevo anche 2 giorni a riprendermi.

Quell’inverno Fulvia ed io decidemmo di passare un paio di settimane in montagna con i bambini per far conoscere loro la neve, mettere gli sci ai piedi alle due bambine, che oramai avrebbero compiuto in primavera rispettivamente 5 e 4 anni, mentre il piccolo Lorenzo ne avrebbe compiuti 3.

A tal fine affittammo un appartamento in una località sciistica, proprio vicino alle piste ed al parco giochi per bambini dove stare comodi noi 6. Saremmo andati verso la fine di febbraio, la stagione migliore, più neve e giornate più lunghe.

Pochi giorni prima di partire, da una delle associazioni con cui collaboravo, però, mi chiamarono per dirmi che dovevamo preparare il bilancio e che la mia presenza sarebbe stata necessaria per un giorno proprio nel periodo che avevamo deciso di passare in montagna. Rimanemmo d’accordo che sarei andato con Fulvia, Eva ed i bambini e che sarei ritornato soltanto un paio di giorni per quell’impegno, per poi ritornare dalla mia famiglia allargata.

All’arrivo a destinazione, dopo un viaggio durato troppo a lungo per dei bambini così piccoli nonostante tutti gli accorgimenti del caso, dalla tv ai giochini a Eva che leggeva favole, ecc., comunque ci sistemammo nell’alloggio affittato. Era un bell’appartamento con 3 stanze, soggiorno cucinino, bagno, ampio terrazzino, proprio davanti alla partenza delle funivie ed al parco giochi per i bambini.

La sera stessa, dopo aver prenotato tutti i servizi del caso, dallo skypass alle lezioni per i bimbi, al posto nel kindergarten per il piccolo, ecc., lasciammo Eva con i bambini, stanchi morti, e Fulvia ed io decidemmo di farci una cenetta intima in un bel ristorantino, noi due da soli, come da molto non riuscivamo a fare. Dopo, rientrati in appartamento, facemmo l’amore in modo dolce e a lungo, addormentandoci alla fine abbracciati.

Al mattino seguente fummo svegliati da Eva, che ci chiamava per prepararci, visto che ci saremmo dvuti presentare alle 9 con tutta la tribù da affidare ai maestri ed intrattenitori, per poi iniziare a prendere le nostre lezioni private. Poi, verso sera, dopo aver cenato e messo a dormire i bambini, esausti, noi tre ci sistemavamo sul divano ed iniziavamo i nostri giochini.

Di solito, iniziavano le ragazze a sbaciucchiarsi, poi, una volta riscaldate, iniziavano a spogliarsi vicendevolmente e, quando erano nude, iniziavano a spogliarmi e leccarmi tutto, massaggiandomi con le loro tette, facendomi leccare le loro patatine, succhiare i loro capezzoli, già belli turgidi per l’eccitazione. Poi, a turno, iniziavano a cavalcarmi. Ogni volta che una di loro raggiungeva un orgasmo, lasciava il posto all’altra e si sedeva vicino a me, facendosi massaggiare la patatine oppure facendosi mettere qualche dito nel culetto.

Era una cosa splendida. Si mettevano ora di faccia a me ed ora di schiena, si infilavano il mio uccello nelle patatine o nei culetti, a scelta. Poi, alla fine, quasi fosse una lotteria, cercavano ognuna di farmi venire dentro a lei con tutte le loro arti del caso, facendomi godere come un matto. Alla fine, avrebbero fatto ul conto di quante volte avevo riempito ognuna e la vincitrice avrebbe avuto diritto ad una scopata extra in esclusiva. Erano proprio delle porche ma la faccenda mi faceva godere ed era eccitante al massimo.

Alla fine, verso la metà della prima settimana, venne il giorno in cui dovetti partire. Lo feci al pomeriggio, per passare il maggior tempo possibile con la famiglia, in modo da arrivare in serata per poter essere al mattino seguente in associazione.

Mi presentai in sede verso le 9 del mattino. Iniziammo a lavorare quando emerse la necessità di andare a prendere delle carte in banca. Mi offersi di farlo io, per andare a prendere un po’ d’aria e telefonai in modo che le preparassero, così da non perdere troppo tempo.

All’uscita dalla banca, saranno state le dieci e mezza del mattino, mi sentii chiare da dietro. Mi voltai e riconobbi Luisa. Era assieme ad un’altra ragazza, di circa la sua stessa età, leggermente più bassina, capelli castani chiari lunghi fino a quasi metà schiena, un bel visino con il nasino all’insù e degli splendidi e luminosi occhi grigi. Il resto non era troppo visibile, infagottate com’erano in piumini ed abiti invernali.

-‘Ciao, Marco’ fece Luisa, quasi timidamente.

-‘Ciao, carissima Luisa’ feci, avvicinandomi per baciarla. Ci demmo un leggero bacio sulla bocca, molto casto.

-‘Mi sei mancato’ fece lei, arrossendo.

-‘Effettivamente, &egrave da un po’ che non ci vediamo’ ammisi, ‘Come mai da queste parti ?’

-‘E’ saltata un’ora all’università ed allora siamo uscite per un caff&egrave’

-‘B&egrave, allora permettete che ve lo offra io. Ma prima presentami la tua splendida amica’.

-‘Oh, sì, scusa, lei &egrave Susy, una mia compagna di corso alla Scuola Interpreti’.

-‘Tanto piacere, io mi chiamo Marco’ le dissi, porgendole la mano che lei afferrò con una presa salda, ‘Venite, andiamo al bar che c’&egrave dietro l’angolo. E’ un posticino tranquillo e non ci metteremo molto’ aggiunsi, prendendole a braccetto entrambe ed avviandomi.

-‘Guarda che abbiamo lezione fra mezz’ora’ fece Susy, dandomi finalmente l’occasione di sentire la sua voce. Era calda con un tono da contralto.

Una volta al bar, ci sedemmo ed iniziammo a conversare amabilmente.

-‘E Laura come sta ?’ chiesi, come prima cosa.

-‘Oh, non lo sapevi ? Quella sua specie di marito stavolta se l’&egrave portata, assieme ai bambini, in un viaggio d’affari nella zona degli emirati, al caldo. Staranno via per un mese, circa’.

-‘B&egrave, Fulvia ed i bambini, assieme ad Eva sono in montagna. Contavamo di rimanere due settimane piena ma mi hanno chiamato per una riunione e sono dovuto venire in città. Ma così, almeno ho avuto l’occasione, anche se fortuita, d’incontrati’.

-‘Sai, Susy, con lui faccio pratica di spagnolo e d’inglese’

-‘Solo di quello ?’ fece Susy, con fare malizioso, al che Luisa arrossì un poco.

-‘Cosa vai a pensare ?’ fece, un pochino seccata, Luisa.

-‘Credi che non ti conosca ? Secondo me. Lui &egrave la causa per la quale hai mollato quello sfigato di Giuseppe. Ti conosco a sufficienza e ti ho visto come l’hai guardato fuori dalla banca e sei corsa per chiamarlo’ fece Susy. Al che Luisa divenne di un bel colore peperone. Mi girai verso di lei e la baciai delicatamente, posandole una mano sul ginocchio.

-‘Sentite, ragazze, perch&egrave non pranziamo assieme e poi passiamo un bel pomeriggio di relax a casa mia?’ chiesi, con fare innocente.

-‘Oh, sì, sarebbe bellissimo’ fece Luisa, immediatamente, come non aspettasse altro.

-‘E tu, Susy, verresti ?’ chiesi con fare innocente, posandole la mano sul ginochio.

-‘Mah, non saprei’ fece lei, titubante.

-‘Ti prego, vieni anche tu, dai, ci divertiremo un sacco’ scattò subito Luisa.

-‘Non lo so, ma alla tua compagna cosa dici ?’ fece, sempre titubante.

-‘Sai che ti dico ? La chiamo subito’ dissi tirando fuori il telefonino e facendo il numero di Fulvia.

-‘Ciao, amore, come va? ‘ iniziai la conversazione con Fulvia.

-‘Ciao, amore mio, mi stai iniziando a mancare’ fece lei e poi passò a raccontarmi cosa avevano fatto la sera prima.

-‘Siete due porcelline, ve la spassate anche senza di me, vero?’

-‘Ma va la, abbiamo dovuto darci da fare perché le nostre micine piangevano la mancanza del loro uccellone’

-‘Sai, ti ho chiamato per dirti che ho incontrato Luisa. Se accetta di venire a casa con me, invece di partire oggi pomeriggio, partirei domattina, se a te non dispiace troppo’

-‘Certo che mi dispiace un pochino, ma guarda che dopo ti tocca recuperare le assenze. Ora passamela, dai, che le voglio parlare’ al che passai il telefonino a Luisa.

-‘Ma che strana coppia che siete’ mi fece Susy, ‘le racconti persino che ti vuoi scopare Luisa’.

-‘Noi siamo una coppia molto aperta, forse Luisa ti ha detto qualcosa di noi, visto che ci conosce oramai da un annetto’.

-‘No. Non mi ha raccontato nulla, ma ho capito che aveva una nuova relazione che la soddisfaceva tanto. E che ci sta male se non vede il suo uomo almeno un paio di volte la settimana’

-‘E non sei curiosa di vedere ?’ le chiesi.

-‘B&egrave, devo dire che tutta sta faccenda m’incuriosisce un sacco’ fece, infine.

Nel frattempo, Luisa stava parlottando con Fulvia. Alla fine mi ripassò il telefonino.

-‘Bene, allora divertiti. Ho sentito che Luisa era proprio giù visto che &egrave un sacco di tempo che non ci si vede’

-‘D’accordo amore, allora oggi la faccio venire a casa e poi riparto domattina. Ma dovremmo chiamarla anche senza Laura, visto che la sorella starà via un mesetto.’

-‘Oh, quello certo. Bene amore ciao, a domani’

-‘A domani, cara, bacioni e non fate troppo le porcelline’ dissi alfine, chiudendo la telefonata.

-‘Bene, ragazze, io devo ritornare alla mia riunione e voi a lezione. Ci si vede più tardi, magari a pranzo?’ feci.

-‘Senti, se hai qualcosa in frigo, magari veniamo a casa tua a pranzare. Cucino io, ti va?’ fece velocemente Luisa.

-‘D’accordo, allora, verso l’una a casa mia’ feci, dopodiché baciai Luisa e salutai Susy.

Loro si diressero verso l’università ed io le seguii per un po’, visto che le nostre strade coincidevano, almeno per un pezzo. Ovviamente, si misero a parlare dell’incontro ed io sentivo qualcosa.

-‘Mamma mia’ sbottò ad un certo punto Luisa, ‘Ho la micina che sta miagolando da quando l’ho visto’.

-‘Ma dai’ fece Susy.

-‘Ti giuro, vedrai, appena arriviamo andiamo in bagno e te la faccio sentire. Tu non hai idea di quanto mi faccia godere quell’uomo’.

-‘Dai, non sarà mica tanto, &egrave vecchio’.

-‘Vedrai, non ce l’ha grossissimo, ma dura un casino ed ha un sacco di esperienza, mani, lingua. E’ incredibile, vedrai. Per me e mia sorella &egrave come una droga’.

A quel punto, ridacchiando voltai per andare all a mia destinazione mentre loro proseguirono.

Finita la riunione, mi diressi a casa e, arrivato, trovai le ragazze che mi aspettavano. Aprii il cancello e posteggiammo tutti in giardino. Poi, aprendo casa, le feci entrare. Non avevo finito di chiudere la porta d’ingresso che Luisa, dopo essersi levata il piumino ed il maglione (era rimasta con dei pantaloni aderentissimi ed una maglietta che le fasciava il seno senza reggiseno) mi gettò le braccia al collo ed iniziò a baciarmi ed a strusciarsi su di me, dopo avermi levato piumino e maglione.

Al che la sollevai mentre lei stringeva le sue gambe attorno ai miei fianchi e la portai in sala, dove la adagiai su uno dei divani. Mi inginocchiai davanti a lei e, mentre lei si levava la maglietta, io le sbottonai i pantaloni, li afferrai per i fianchi e, con un solo movimento glieli abbassai fino alle caviglie assieme alla mutandina, lasciandole la passerina al vento, sulla quale mi tuffai, iniziando a leccarla con foga, mordicchiandole il clitoride, scopandola con la lingua, mentre con le mani le torturavo i capezzoli.

‘Oh, sìììììììììì , finalmente, mi sei mancatooooooo, oh, ti pregooooooooooo, ancoraaaaa’ iniziò a fare Luisa, in modo sconclusionato.

Io le leccavo la fighetta con foga, aiutandomi anche con le dita, che infilavo pure nel culetto. Ad un certo punto eruppe in un grido.

-‘Ohhhhhhhhhhhhhhh, mioooo diooooooooooooooo, vengoooooooooooooo, ahhhhhhhhhhhhhh, sìììììììììììì’ e venne, inondandomi la bocca dei suoi umori.

Una volta fatta godere Luisa mi alzai e mi sedetti a fianco a lei. Susy, di cui mi ero quasi dimenticato nella foga di soddisfare Luisa, era seduta sul divano di fronte. Stava semidistesa a gambe larghe, con gli occhi chiusi. Con una mano si era alzata maglia e reggiseno e si stava torturando una tetta mentre con i pantaloni abbassati stava con una mano dentro la mutandina a toccarsi la fighetta. A quel punto lasciai Luisa e mi misi davanti a Susy, le afferrai la mutandina e la abbassai del tutto, assieme ai pantaloni, fino alle caviglie e, prima che lei potesse reagire in qualche modo, inizia a lapparle la passerina.

Era saporita, oramai zuppa della sua eccitazione, contornata di un bel ciuffo castano come i suoi capelli. Iniziai a leccarle delicatamente prima le grandi labbra, poi, piano, inserii la mia lingua appena più dentro e le leccai le piccole labbra. Volevo andare avanti lentamente in modo da portarla al massimo dell’eccitazione. Lei stava iniziando a mugola e mi prese la testa per premerla contro la su passerina. Io continuai piano piano. Susy oramai era tutto un fremito, non ce la faceva quasi più, fra l’eccitazione di vedere prima me e Luisa ed ora il trattamento che le stavo facendo.

Nel frattempo, avvertii che Luisa si era alzata dal divano silenziosamente e, dopo essersi tolta tutto ed essere rimasta completamente nuda, era andata verso la cucina.

Allora, pian piano, iniziai ad affondare la mia lingua nella passerina di Susy, iniziando anche a mordicchiarle e succhiarle il clitoride. Lei era oramai partita. Fremeva, mugolava, mormorava.

-‘Ohhhh, sììììììììììììììììììììì, mamma miaaaaaaaaaaaa, godooooooooooooooooo, vengoooooooooo’ fece, poi, emettendo i suoi umori in un orgasmo notevole.

A quel punto mi sollevai e mi sedetti al suo fianco, abbracciandola. Lei si lasciò stringere da me, abbandonandosi completamente fra le mie braccia, mentre la baciavo sulla bocca, inserendo la mia lingua fra le sue labbra per farle sentire il dolce gusto dei suoi succhi che tenevo in bocca. Alla fine del bacio, iniziaia toglierle delicatamente i pochi indumenti rimasti, lasciandola nuda. La ripresi fra la mie braccia ed iniziai a coccolarla, carezzarla mentre la tenevo abbracciata delicatamente.

Dopo un po’ che stavamo così, entrò Luisa con addosso soltanto un grembiulino da cucina.

-‘Ehi, ragazzi, potete venire, se ce la fate, il pranzo &egrave pronto’.

-‘Arriviamo’, risposi, ‘Ce la fai, Susy ?’

-‘Oh, mi sento un po’ debole’ fece lei, ‘mi gira ancora la testa e mi sento tremare le gambe’.

-‘Hai visto ?’ disse Luisa, ‘Che ti avevo detto ?’

-‘Oh, mamma mia, hai ragione, &egrave stato incredibile, ma ora mi sento meglio’ rispose Susy.

Luisa aveva preparato qualcosa prendendo roba dal freezer e così mangiammo, io vestito e loro nude. Mangiammo con calma e facemmo una piacevole conversazione.

-‘Allora, Susy, com’&egrave andata ? Ti &egrave piaciuto?’ fece Luisa, ad un certo punto.

-‘Guardate che siete due porcelli, vi siete messi a fare sesso così, lasciandomi a guardarvi e mi sono eccitata da morire solo a vedervi’ rispose lei.

-‘Ma non mi sembra che poi ti sia tirata indietro’.

-‘Oh, mi avete preso di sorpresa’.

-‘Ti &egrave dispiaciuto ? Ti ha dato fastidio ?’ intervenni io.

-‘Oh, no &egrave stato splendido, nessuno mi aveva fatto godere così soltanto leccandomi la passerina’.

-‘Allora sei pronta a continuare l’esperienza? ‘ chiesi.

-‘B&egrave, direi proprio di sì, se l’antipasto &egrave stato questo e Luisa soffre per l’astinenza, sono pronta a provare’ fece Susy, sorridendo ed arrossendo pure un po’ nonostante fosse già nuda.

Alla fine del pasto, condussi le ragazze in camera. Ivi arrivati iniziarono a spogliarmi, dicendo che non era giusto che loro fossero nude ed io ancora con qualcosa addosso. Quando fui nudo anch’io, ci stendemmo e chiesi loro di iniziare a baciarsi e toccarsi. Volevo vederle per un po’.

Loro, ovviamente, non si fecero pregare più di tanto ed iniziarono a carezzarsi e toccarsi vicendevolmente. Ad un certo punto, chiesi loro di mettersi a fare un bel 69. Luisa, che sapeva cosa sarebbe seguito, insist&egrave per stare di sopra. Quando erano ben che impegnate, mi posizionai dietro Luisa con il mio uccello ben in tiro e, con un movimento deciso, glielo infilai fino in fondo nella patatina. Lei emise un gran sospiro ma senza smettere di leccare la passerina di Susy.

A quel punto, io la martellavo per bene sopra la faccia della su amica che, nel frattempo, mentre le stuzzicava il clitoride con una mano, cercava di leccarmi le palle. Luisa, già eccitata dal 69 iniziò ad avere degli orgasmi quasi subito, al che mi sfilai da lei, la feci stendere, feci mettere Susy in ginocchio a leccarle la micetta e mi posizionai dietro a lei, penetrandola con un colpo deciso. La sua patatina era un po’ più aperta di quella di Luisa, ma la sentivo benissimo, allagata com’era.

Causa l’eccitazione di prima, anche lei venne quasi subito. Io continuai a pomparla fino a che ebbe alcuni altri orgasmi e crollò, esausta, sopra la sua amica.

Ma, siccome non ero ancora venuto, mi stesi supino, con il cazzo ancora ben in tiro e feci impalare Luisa su di me. Iniziai a farla muovere lentamente su e giù, mentre le stimolavo il clitoride. Andò avanti per un po’, fino a che venne. Al che la feci scambiare con Susy. Andammo avanti per un pezzo, ogni volta che una di loro aveva un orgasmo, la scendere e facevo impalarsi l’altra. Alla fine venni dentro alla passerina di Susy.

Alla fine eravamo esausti tutti e tre. Oramai si era fatto alquanto tardi e rimanemmo stesi a riposare. Poi, quando ci fummo ripresi, andammo a lavarci. In tre si stava stretti nella Jacuzzi a due piazze, ma comunque fu un bel godimento farmi lavare da qui due bei corpicini tonici e giovani.

Mentre eravamo in vasca, iniziammo iniziammo a parlare.

-‘Wow, ragazzi, sono distrutta’ fece Susy.
-‘Che ti avevo detto ?’ ribatt&egrave Luisa.

-‘Veramente, non ci credevo, inizialmente, quando me lo hai detto. Ho la patatina in fiamme, mi ci voleva proprio questo bagno caldo’.

-‘Sono stanco morto pure io’ feci.

-‘E come mai, che sei stato lì steso a farti cavalcare da noi ?’ fece Susy.

-‘Anche pilotarvi, stare con l’uccello in tiro per quasi 3 ore non &egrave cosa da poco’ feci a mia volta, ‘Almeno spero vi sia piaciuto’.

-‘Oh, &egrave stato splendido. Veramente, ho perso il conto degli orgasmi’ fece Susy, ‘mai goduto tanto in vita mia.’

Alla fine, dopo esserci lavati, ci mettemmo degli accappatoi ed andammo a sederci sui divani del salone, continuando la nostra conversazione.

Io presi il telefono e chiamai Fulvia.

-‘Ciao, amore’ la salutai.

-‘Ciao, come vanno le cose lì ?’

-‘Oh, abbiamo appena finito di scopare noi tre, qui. Le ragazze mi hanno proprio sfruttato’.

-‘B&egrave, vedrai cosa ti aspetta non appena ritorni qui da noi. Ma loro come stanno ?’

-‘Dicono di avere le passere in fiamme’

-‘Sei sempre il solito. Quando vieni ?’

-‘Penso di arrivare domani verso ora di pranzo’

-‘Bene. Allora ti aspettiamo. Anche le nostre micette hanno bisogno di te’

-‘Allora a domani, ciao’ e chiusi la chiamata.

Luisa e Susy vollero rimanere da me ancora ma la serata la passammo semplicemente ad accarezzarci, da tanto eravamo stanchi tutti e tre. Dormimmo comunque assieme tutti e tre sul mio lettone e loro se ne andarono al mattino seguente, subito dopo colazione, mentre io ripartii per la montagna.

Quando arrivai, sia Fulvia che Eva ed i bambini mi accolsero con grandi abbracci, come se fossi stato lontano chissà quanto tempo. Mi raccontarono come avevano sciato, quanto si erano divertiti e così via.

Al pomeriggio andammo a passeggiare, al parco giochi sulla neve e poi ritornammo in appartamento. I bambini, stanchi, andarono a dormire presto. A quel punto, Fulvia ed Eva si scatenarono, iniziarono a saltarmi addosso, mi spogliarono.

-‘he, he, he, adesso paghi’ fece Fulvia, sghignazzando mentre mi levava l’ultimo pezzo, i boxer.

Poi mi presero e mi trascinarono sul letto, dove mi saltarono addosso ed iniziarono a fare di tutto per eccitarmi, cosa che non fu particolarmente difficile, ovviamente.
Capitolo 12 ‘ Luisa sta da noi

Una sera, eravamo ritornati a casa dalla montagna da un paio di giorni, sentii suonare il campanello. Andai ad aprire e trovai Luisa con un trolley. Mentre la salutavo affettuosamente con un bacio di quelli da operazione alle tonsille, arrivò pure Fulvia.

-‘Ciao, benarrivata’ fece, salutandola, mentre noi ci scioglievamo

-‘Ciao, cara’ rispose Luisa, abbracciando e baciando Fulvia.

-‘Ma cos’&egrave questa cosa ?’ chiesi, a questo punto, mentre chiudevo la porta. Ricordo che era pieno inverno.

-‘Sai, visto che Laura &egrave in viaggio e Luisa era sola, ho deciso di farla venire a stare con noi per stare in compagnia’ mi rispose la mia compagna.

-‘Ah, e dove starà ?’ chiesi, con fare ammiccante.

-‘In camera con noi, ovviamente’ rispose Fulvia, ‘visto che Eva potrebbe partorire da un momento all’altro’.

-‘Ah, bene, allora cara Luisa, se vuoi venire con me, così ti aiuto a sistemarti’ le dissi.

L’accompagnai nella nostra camera da letto, portando la valigia. Come arrivammo, Luisa per prima cosa si spogliò nuda ma, prima che potessi saltarle addosso, indossò un cortissimo kimono che le copriva appena il culetto e si diresse al piano di sotto.

Luisa e Fulvia si sedettero vicine sul divano ed iniziarono a parlare fitto, sghignazzando ogni tanto. A Luisa si aprì leggermente il kimono e potei ammirare la sua fighetta nuda, mentre Fulvia indossava un vestitino da casa talmente leggero che non nascondeva praticamente nulla. Aveva i capezzoli deliziosamente turgidi ed a me, con quelle visioni davanti, venne il cazzo duro. Dopo un po’, infastidito da questo loro atteggiamento, chiesi

-‘Di cosa state sghignazzando ?’

-‘Di te, ovviamente’ rispose Fulvia.

-‘Ah, sì, e cosa dite di me ?’

-‘Mi sta raccontando del vostro incontro e di come hai sedotto la sua amica Susy. Lo sai che ha detto che vorrebbe avere una relazione con te ?’

-‘Interessante’ dissi, mentre mi sistemavo il cazzo duro nei calzoni, ‘E tu cosa dici ?’.

-‘Perché no ? Ma intanto tiralo fuori, che lo vedo stretto in quei pantaloni’ rispose lei.

Feci come mi diceva, mi abbassai la lampo dei calzoni ed il mio uccello svettò fuori, bello duro. Come lo videro, le due ragazze iniziarono a toccarsi fighette e tette, mentre io lo scappellavo per bene. Non era passato che qualche istante che entrambe, come spinte da una molla, si avventarono con la bocca sul mio membro ed iniziarono a leccarlo e succhiarlo. Ma a me non piace venire in bocca, preferisco un bel buchetto che sia la fighetta oppure il culetto, non ha grossa importanza, per cui le feci smettere ed ordinai loro di denudarsi, cosa che fecero immediatamente, vista anche la scarsità di indumenti che indossavano. Poi le feci sdraiare sul pavimento a farsi un bel 69 fra di loro. Ed infine, mi posi dietro a quella che stava sopra, in questo caso Fulvia, la penetrai con un colpo deciso nella sua allagatissima fighetta e poi iniziai a pompare con affondi lunghi e decisi. Lei iniziò a mugolare dal godimento e smise di leccare la fighetta di Luisa la quale, a quel punto, cambiò posizione, si mise a gambe larghe davanti a Fulvia e le prese la testa, tenendola poi stretta e la posizionò sulla sua fighetta mora. A quel punto Fulvia riprese a leccare.

Dopo un primo bellissimo orgasmo di Fulvia, feci cambiar loro posizione, con Luisa di sopra e Fulvia di sotto a fronteggiarsi e baciarsi, le passerine quasi a contatto e io da dietro affondavo prima in una e poi nell’altra. Era una cosa sublime, due belle patatine tutte per me. Pompavo con tutte le mie energie fino a che, prima una e poi l’altra, vennero. Mi sfilai per farle cambiare posizione quando, d’un tratto, entrò Eva per annunciare che la cena era pronta ma, vedendo lo spettacolo che stavamo offrendo si fermò sulla soglia, si alzò il vestito (sotto non indossava nulla) ed iniziò a masturbarsi. Io mi sedetti sul divano e la chiamai.

-‘Vieni, Eva, siediti sull’uccello del tuo padrone e godi pure tu’ le dissi.

Non si fece pregare e, dopo essersi tolta il vestito premaman, si sedette nuda sul mio cazzo e se lo infilò in figa dandomi la schiena mentre io le afferravo le tette gonfie e con i capezzoli duri. Era un lago ed iniziò a andare su e giù fino ad avere un orgasmo, pur con quel pancione da nono mese.

Nel frattempo, le altre ragazze si erano riprese ed arano andate a vedere come stava la nostra cena, che rischiava di bruciare. Alla fine, Eva si alzò ed andò pure lei in cucina. Il mio problema era che non ero ancora venuto. Pertanto mi diressi pure io in cucina dove le tre ragazze, nude, stavano finendo di preparare la tavola. Stavo lì a guardarle con il mio cazzone ben eretto quando Fulvia si abbassò per prendere qualcosa da un mobile. Io, svelto, mi posizionai dietro a lei e, con un colpo solo la penetrai. Lei diede un gridolino di sorpresa ma rimase lì, immobile, mentre io, pian piano iniziavo a scoparla a pecorina, sempre più velocemente. Io ero arrivato quasi al limite e quindi, dopo una serie di colpi decisi che la fecero urlare di piacere, con un gran sospiro, mi scaricai nella sua passerina. Infine, stanco, mi sedetti sulla prima sedia che trovai. Fulvia rimase lì ancora per un po’, lo sperma che colava giù dalla passerina. Dopo un po’ si riprese e venne a sedersi sulle mie ginocchia, abbracciandomi e baciandomi con passione. Rimanemmo così mentre le altre due ragazze finivano di apparecchiare ed iniziavano a servire la cena.

Mangiammo così, nudi, io con Fulvia sulle ginocchia che mangiava e mi imboccava dolcemente, mentre conversavamo amabilmente. Finita la cena, ci accomodammo sul divano, Fulvia su un lato e Luisa sull’altro, mentre Eva andava a controllare i bimbi. Quando tornò, si sedette sulle mie ginocchia e così, attorniato da tre splendide ragazze, di cui una incinta al nono mese, passammo la serata facendo i piani per i prossimi giorni. Alla fine, ci ritirammo, Eva nella sua stanza ed io con le altre ragazze in camera da letto.

A letto, a sandwich fra le due ragazze, mentre stavo lì, incerto se cercare di dormire o cosa fare, con gli occhi chiusi, iniziai a sentire delle mani che mi accarezzavano il corpo, soffermandosi sul mio uccello. Rimasi così immobile, gli occhi chiusi, aspettando gli ulteriori sviluppi, mentre il mio cazzo iniziava ad inturgidirsi un po’ alla volta. Una volta che, dopo quelle carezze, fu bello duro, sentii del caldo attorno a lui. Qualcuna delle ragazze lo aveva preso delicatamente in bocca mentre l’altra mi carezzava e baciava il corpo. Questo durò per un bel po’. La mia eccitazione era al massimo. Ad un certo punto, quelle che me lo stava succhiando smise ma prima che potessi dire nulla, sentii che veniva preso in mano e poi lo sentii entrare in una patatina calda. Una delle ragazze si stava impalando su di me. Era una sensazione bellissima, io steso, occhi chiusi e una ragazza che si impalava su di me, iniziando a muoversi molto lentamente e sospirando dal piacere mentre l’altra continuava ad accarezzarmi, baciarmi.

Ad un certo punto non resistetti più, aprii gli occhi, afferrai la ragazza impalata su di me ed iniziai a darle un altro ritmo. Era Luisa, che stava godendo, la bocca spalancata, gli occhi chiusi. Quando venne, fu sostituita da Fulvia mentre lei si riposava. Si dettero il cambio con regolarità. Ogni volta che una veniva, il suo posto veniva preso dall’altra. Io ero venuto prima di cena, per cui stavolta sarei durato molto più del solito. Infatti, le ragazze andarono avanti per più di due ore prima che io venissi dentro a Luisa. Ala fine rimanemmo lì, esausti sul letto. Le ragazze mi ripulirono l’uccello con la bocca e poi andarono a lavarsi. Quando ritornarono, io ero completamente addormentato. Me ne accorsi del loro ritorno al mio risveglio, la mattina dopo. Mi ritrovai steso sul letto con due splendide fanciulle abbracciate a me.

Dopo colazione, che ci facemmo portare a letto da Eva, ci facemmo la doccia separatamente per non cadere nuovamente nelle tentazioni. Io uscii per delle commissioni e rientrai per ora di pranzo. Durante lo stesso, le ragazze mi informarono che avevano invitato Susy, l’amica di Luisa, a passare la notte da noi. Sospettando, anzi, avendo la certezza, che quella sarebbe stata una notte di fuoco, durante il pomeriggio evitai le ragazza che, comunque, continuarono a girare per casa nude o quasi, mettendo a dura prova i miei propositi.

Bene o male, arrivò la sera, e con lei pure Susy. Immediatamente, le tre ragazze si appartarono, lasciandomi da solo nel mio studio. Nel frattempo venne pronta la cena ed Eva ci chiamò a tavola. Quando arrivai in sala da pranzo, vidi le tre grazie. Erano vestite tutte e tre con delle leggerissime tuniche bianche trasparenti che non nascondevano nulla. Come entrai nella stanza, mi si fecero incontro tutte e tre e mi si appiccicarono addosso, iniziando a strusciarsi addosso a me, in una specie di balletto erotico. Ovviamente, con quello spettacolo, a me venne il cazzo duro come il marmo. Poi, pian piano iniziarono a spogliarmi, con una che sbottonava un bottone con la bocca, l’altra che apriva la cinta dei pantaloni, la terza che mi baciava il cazzo sopra i pantaloni. Ci misero un’eternità a spogliarmi ed alla fine rimasi nudo in balia delle tre odalische. A quel punto, mi fecero stendere su una specie di triclinio che non avevo visto entrando ed iniziarono ad imboccarmi, fra una leccata ed una toccata, io ero giunto al massimo dell’eccitazione.

Finito di cenare in quel modo, le tre ripresero a danzare ma toccandosi e carezzandosi fra di loro, fino a rimanere completamente nude, stese sul pavimento, a baciarsi, leccarsi. A quel punto mi fecero un cenno e mi unii a loro. Iniziammo a rotolarci sul pavimento fra toccatine, carezze, leccate, bocche che mi succhiavano l’uccello, la mia lingua che saettava dentro e fuori da tre diverse fighette, capezzoli che mi venivano messi in bocca da succhiare e mordicchiare. Poi, di colpo, mi trovai steso, il cazzo svettante ed una ragazza s’impalò ed iniziò ad agitarsi lentamente, andando su e giù. Mentre una si impalava, le altre si strusciavano addosso a me, facendosi toccare, mettendomi le tette in bocca, toccandosi fra di loro.

Quando la prima venne, fu subito sostituita da un’altra, mentre la prima si faceva succhiare i capezzoli. Andammo avanti così con le ragazze che si davano il turno. Ad un certo punto, però, mi ribellai, mi alzai, misi la prima che agguantai a pecorina e le schiaffai il cazzo dritto in culo. Susy, era quella che avevo agguantato, dette un gridolino ma poi in iniziò a mugolare dal piacere mentre la stantuffavo con energia. Alla fine le venni dentro il culo, inondandolo della mia sborra.

Quando ci riprendemmo, andammo a lavarci. Le ragazze mi lavarono, mi massaggiarono, facendo di tutto per farmi eccitare nuovamente, ma io ero troppo stanco. Alla fine ci coricammo tutti e quattro nel lettone.

Al mattino seguente, mi svegliai sentendo qualcosa di caldo che si avvolgeva attorno al mio uccello che, dopo il riposo della notte, stava pian piano riprendendo consistenza Erano n paio di lingue che lo avvolgevano e lo leccavano poi lo prendevano dentro, a turno, le due bocche. Era una cosa piacevolissima, da godere appieno, con gli occhi chiusi ed in perfetto relax. Poi, mentre il uccello aveva già raggiunto la sua massima durezza, udii dei bisbigli e poi sentii qualcuno che si metteva a cavalcioni si di me e si impalava sul mio obelisco. Io lasciai fare mentre la ragazza si muoveva lentamente sopra di me, il mio membro ben infilato nella sua passerina calda e umida. Poi, un po’ alla volta, iniziarono a darsi il cambio. Io rimanevo sempre immobile, gli occhi chiusi. Poi, un po’ alla volta, iniziai pure io a muovermi sotto quella staffetta di assatanate di sesso, fino a che venni. Allora aprii gli occhi e vidi che avevo riempito della mia sborra la fighetta di Luisa mentre Fulvia e Susy stavano ai miei lati.

-‘Ma vuoi prendere tutto te ?’ chiesi.

-‘Si, voglio rimanere incita da te, voglio un figlio tuo’ mi rispose, ‘E’ da un po’ che ci sto pensando ed ho smesso di prendere la pillola proprio prima che ci incontrassimo’.

-‘E tu, Fulvia, che dici ?’ feci io allora.

-‘Oh, a me sta bene, purché tu non mi faccia mancare la dose quotidiana si sesso’ rispose lei.

-‘E dopo come farai ?’ chiesi allora a Luisa.

-‘Rimarrò a stare con mia sorella ma verrò assieme a lei a mostrarti tuo figlio’ rispose, senza esitazione.

Da quel giorno in poi e per quasi un mese, venni sempre dentro alla fighetta di Luisa, che, alla fine, rimase incinta. La sua amica Susy venne più volte da noi e ci divertimmo tantissimo in quattro. Quando Laura ritornò dal suo viaggio, Luisa ritornò ad abitare da lei.

Durante quel periodo, pure Eva partorì un bel maschietto biondo. Nel frattempo, noi seguivamo la gravidanza di Luisa. Alla fine del periodo, mi ritrovai con 3 figli da Fulvia, 2 da Laura ed 1 a testa da Eva e Luisa. Una bella tribù, non c’&egrave che dire.

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