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Estate 2018, caldo e finalmente periodo di riposo dopo gli esami di maturità. Passavo i pomeriggi, solo in casa, tra una partita di Wibledon e una tappa del Tour de France, ma soprattutto masturbandomi. Fin da quando ho avuto i primi impulsi sessuali mi sono sempre masturbato, che fossi single o fidanzato non cambiava la situazione. Ho sempre amato passare intere ore facendolo, non mi sono mai accontentato di una sega di dieci minuti, anzi più lunga era più mi soddisfava.
In quel pomeriggio ero come sempre nudo sul mio letto con il pc aperto davanti a me. Stavo girando in cerca di qualcosa di eccitante su cui fantasticare quando mi ritrovai in una di quelle chat a sfondo sessuale. Non che pensavo di riuscire a trovare chissà cosa però nella vita non si sa mai. Dopo una decina di “ciao, come va?” stavo per spegnere quando un certo Francesco mi scrisse: “Ciao, ti va una gara di cazzi con un altro? Chi perde diventa la troietta degli altri due e dovrà obbedire ai loro ordini”. Le mie esperienze all’epoca sul mondo BDSM erano circa zero, però perch&egrave no?
Accettai, ci scambiammo i contatti skype e aprimmo una video-chiamata a tre. Il terzo ragazzo si chiamava Marco, diciotenne del sud, fu il primo ad accendere la propria cam e con una certa sicurezza. Effettivamente tra le gambe si trovava un vero palo, non del tutto eretto ancora, ma sicuramente oltre i 20 cm. Nonostante non mi sentissi bsx devo dire che ammiravo quel palo che si ritrovava.
Di sicuro lui non sarebbe stata la troietta, ce la giocavamo io e Francesco con Marco che avrebbe fatto da giudice. Ci mostrammo entrambi, la lunghezza dei nostri attrezzi si equivaleva, millimetro in più millimetro in meno, ma io potevo giocarmi una carta in più. Non avrò un cazzo particolarmente lungo ma &egrave indubbiamente largo, condito da due palle sempre belle piene e grosse. Il giudizio di Marco fu immediato: “Francesco sei tu la nostra troia” e nonostante qualche reticenza iniziale il gioco iniziò.
Marco dimostrò una certa spigliatezza e abitudine immediata. Il primo messaggio fu molto chiaro: “Francesco tu da ora sarai chiamato solo troia e dovrai rivolgerti a noi come padroni”,
“Sì padrone” fu la risposta di Francesco, alla lettura di questa frase Marco cambiò atteggiamento e sguardo, divenne autoritario e deciso e il suo cazzo diventò di marmo.
Con il primo ordine obbligò Francesco a levarsi i pochi vestiti rimasti e a mettersi a terra in ginocchio in segno di rispetto nei nostri confronti. Successivamente decise di marchiarlo gli fece prendere una penna e scriversi sul petto “Cagna di Marco e Andrea”. Devo dire che Marco aveva decisamente preso in mano la situazione, dettava ordini come fosse il solo padrone mentre Francesco continuava ad obbedire.
Esplicate le prime “formalità” come le chiamava Marco iniziarono i giochi più seri.
Francesco fu costretto a mettersi le calze in bocca e iniziare a segarsi usando i suoi boxer, tutto ciò rimanendo in ginocchio a gambe leggermente divaricate. Mentre la cagna si segava il padrone cominciò ad insultarlo dicendogli che con il cazzettino che aveva l’unica sua speranza era quella di adorare un vero Padrone, inizando a leccargli i piedi e il cazzo. Questi continui insulti avevano effetto sulla cagna alla quale iniziò a colare il cazzo.
Marco decise allora di fermarlo, gli fece pulire il cazzo con il boxer per poi farglieli mettere in bocca, in modo tale che sentisse il sapore di cazzo, sapore che doveva imparare ad amare.
Con il cazzo duro e la bocca piena dei suoi sapori fu obbligato a mettersi mollette varie su capezzoli e palle per poi iniziare a saltellare e a strapparsele via.
L’intera situazione stava eccitando Marco in maniera incontrollata, il suo cazzo ormai era di diamante e pulsava, la voglia di sborrare era alle stelle, infatti obbligò Francesco a sdraiarsi a terra, alzare le ginocchia per portarsi il cazzo davanti alla bocca e segarsi alla massima velocità.
Doveva sborrare quando glielo ordinava Marco e così avvenne, i due sborrarono assieme e fu come se Francesco si bevesse lo sperma di Marco da vera cagna.
E io? Io ero davvero preso dalla situazione, il mio cazzo colava tanto da avermi bagnato tutta la mano, ero preso da quel padrone che dettava ordini dall’alto del suo fisico asciutto, senza un pelo, a dimostrare molto meno dei suoi 18 anni, i miei interventi erano stati davvero pochi e per la prima volta mi stavo godendo una sega guardando un altro ragazzo.
Dopo aver sborrato i due dovettero andare spegnendo le loro cam e solo allora mi accorsi di un messaggio privato da parte di Marco: “Noto che ti stai eccitando non poco, io e te in futuro ci divertiremo molto mi sa….” e leggendo quella frase mi sborrai in pancia con sette genti davvero potenti che mi arrivarono fino al collo. Erano passati ormai tre giorni da quella sega fatta in chat con Francesco e Marco e da allora non avevo più avuto loro notizie e non li avevo più visti collegati. I miei bisogni fisici erano ormai impellenti e mi stavo aggirando, annoiandomi, tra i vari siti porno, quando decisi di provare ad entrare in sito di videochat. La vergogna e la pudicità non sono due delle mie caratteristiche distintive, per cui decisi di accendare la cam e iniziare a segarmi dando la possibiltà a chiunque di vedermi. In breve arrivarono diversi messaggi dai personaggi più disparati. C’erano il ragazzo omosessuale, il signore attempato, l’etero che però amava il mio cazzo, cosa discretamente comune ma che proprio non capisco, e decine di ragazze super eccitate ma che casualmente in quel momento erano senza cam, microfono o qualsivoglia dispositivo utile. Quali di questi personaggi attiravano la mia attenzione? Nessuno, infatti ormai avevo perso ogni speranza e stavo per chiudere quando in un angolino una notifica mi segnalò l’ingresso di Marco.
Non so perch&egrave ma la cosa mi eccitò immediatamente, forse per i ricordi di qualche giorno prima, ma per qualche motivo decisi di non scrivergli immediatamente. Dopo pochi minuti fu però lui a prendere l’iniziativa e una notifica mi segnalò un suo messaggio:
“Ciao come stai?”
“Tutto bene grazie, tu?”
Dopo i soliti convenevoli di rito se ne uscì con un “Peccato che non ci sia Francesco collegato, avrei proprio voglia di sborrare”.
Se lui aveva voglia di sborrare io ero già pronto a farlo in quel momento, per cui confermai che dispiaceva anche a me. Lui prese la palla al balzo e mi chiese di segarci assieme in cam. Io non mi definisco un bisex, i ragazzi non mi sono mai interessati e una sega in cam men che meno, però con lui c’era qualcosa di diverso, mi interessava, mi piaceva il suo cazzo e avevo voglia di vederlo.
Accettai quindi l’invito e accendemmo le nostre cam. Appena si aprì l’immagine vidi lui in piedi e nudo. Il suo fisico asciutto e privo di peli svettava, aveva il cazzo in mano già discretamente duro e il complesso mi faceva eccitare.
Io invece ero seduto, con il cazzo in mano, nudo e con la cappella già leggermente umida.
Come suo solito Marco prese l’iniziativa e incominciò a scrivermi che gli piacevano molto i miei coglioni grossi. Andammo avanti qualche minuto a scriverci raccontandoci le nostre esperienze e gusti. Scoprii che pure lui non si definiva bisex, non aveva mai avuto incontri reali con altri ragazzi, ma diverse volte si era segato in cam con qualche maschio. Aveva diversi maschi nel suo elenco Skype e li divideva in due gruppi in base a quello che voleva fare al momento. Da una parte vi erano quelli buoni solo per una sega veloce, anzi lui disse “Per svuotarmi i coglioni”, mentre dall’altra parte quelli con cui voleva divertirsi. Manco a dirlo io facevo parte del gruppo divertimento, non ero una sega veloce.
Dopo un po’ di chiacchiere se ne uscì con una frase diretta: “Peccato non avere una troietta con cui giocare adesso”,
“Già”, risposi io, “ma puoi sempre fare tu la mia di troia”
“Semmai tu la mia ribatt&egrave immediatamente”, in quel momento nella mia testa passarono mille pensieri, il mio cazzo divenne di marmo e la risposta immediata e spontanea fu “Perch&egrave no?”.
“Lo sapevo che eri una troietta pure te”, ribatt&egrave Marco, “Ma se vuoi giocare a modo mio dovrai sottostare totalmente alle mie regole e ti prometto che godrai come una fontana”.
Le regole del gioco erano decisamente semplici:
– Lui era il Padrone e così andava chiamato;
– Al Padrone si da sempre del Lei, ogni sbaglio sarebbe stato punito;
– Non avevo la possibilità di dire di no, altrimenti il gioco sarebbe finito.
La mia risposta fu un semplice “Accetto Padrone”, e, come notato la volta precedente, in quel momento il cazzo del Padrone divenne di marmo e il suo sguardo cambiò assieme al suo tono.
“Bene cagna diamo inizio al gioco”… “Troia cosa ci fai con il cazzo duro? Sei qui per far godere me cagna, non per il tuo piacere, vedi di fartelo calare subito”. Una parola, come posso far calare la mia erezione mentre lo vedo in piedi che si sega, inoltre tutta quella situazione mi eccitava davvero come una troia.
“Mi scusi Padrone ma sono troppo eccitata per farcela”.
“Uff primo ordine e già mi cadi, almeno copriti con le mutande”. E così feci, misi su le mutande anche se effettivamente coprivano ben poco. La mia erezione era al massimo e si intravedeva un bel salsicciotto rinchiuso, anche se la cappella leggermente usciva. “Bene troia, da ora inizia il tuo test, ricorda che ogni sbaglio sarà punito e al primo no il gioco finisce”.
“Va bene,Padrone”.
“Bene per prima cosa una cagna va analizzata, inizia a girare su te stessa e a mostrare il corpo”. Mi alzai in piede, mi inquadrai con la cam e inizia a fare come mi era stato ordinato, come se fossi in esposizione mentre il Padrone valutava la marcanzia che aveva scelto. Lui mi fissava e continuava a segarsi, la sua erezione non scendeva di un millimetro. Una volta soddisfatto di quello che vedeva mi fece aprire la bocca e simulargli un pompino. Avevo davvero voglia di prendere quel cazzo nella mia bocca da cagna, leccarlo dalle palle alla cappella e infine ingoiarlo completamente. Avevo voglia di essere scopato in bocca, usato come il suo personale sborratoio. E il Padrone si accorse dei miei pensieri e infatti immediatamente mi disse: “Lo so cagna che stai sognando di avere il mio cazzo nella tua gola, di prenderlo fino alle palle, chissà che magari si realizzi il tuo sogno. Ora però basta, dimostra che sei una cagna vera. Inizia a gattonare per casa”. Mi misi a quattro zampe e inizia a muovermi come un vero cane, abbaiavo e leccavo a terra quando mi veniva ordinato, ero in suo potere e la cosa mi eccitava sempre di più tanto che tra le mutande si poteva intravedere una chiazza umida.
“Ora aumentiamo il tiro troia, vai a prendere delle mollette”. Il primo ordine fu di metterne due su ogni capezzolo. Infastidivano ma allo stesso tempo era piacevole. Mi &egrave sempre piaciuta la stimolazione ai capezzoli, pertanto rispettare quell’ordine fu facile. Con quattro mollette attaccate ripresi a gattonare e, quando il Padrone voleva, mi fermavo davanti alla cam a bocca aperta per prendere il suo cazzo fino in gola.
“Sei una cagna molto obbediente, brava”
“Grazie”, appena risposi mi accorsi subito dell’errore, non avevo aggiunto la parola Padrone.
“Appena ti faccio un complimento sbagli troia, ora devo punirti per rimetterti in riga. Spogliati veloce e spera di avere il cazzo molle”. Mi tolsi le mutande e fortunatamente il mio cazzo, seppure mezzo eretto, non era tanto duro da stare su.
“Siediti a terra e spalanca le gambe, prendi otto mollette che iniziamo a punirti”. Le otto mollette mi furono applicate tutti sui testicoli, il dolore era elevato ma era solo l’inizio. Ora inizia a saltare sul posto. Ad ogni salto però le mollette andavano a tirare, sia sui capezzoli sia sui testicoli, aumentando il dolore e la punizione.
“Fa male vero cagna? Pensa che siamo solo all’inizio” L’ordine successivo fu quello di strapparmi letteralmente le mollette dai capezzoli, non aprirle ma strapparle. Il dolore fu davvero alto e ogni volta un urlo usciva dalla mia bocca.
“Brava troia, mi piace sentirti urlare per me. Ora riprendi a fare la cagna che gattona” E muoveri con otto mollette sui testicoli non era facile, anzi era proprio doloroso.
“Brutta cagna guarda cosa stai combinando” Abbassai lo sguardo per capire e il mio cazzo stava letteralmente colando per terra. Anche se non era duro continuava a perdere liquido.
“Guarda anche tu ti bagni come una vera troietta, ma non devi sporcare casa, lecca tutto per pulire” E così feci, poggiai la lingua a terra e inizia a leccare i miei liquidi sotto lo sguardo del mio Padrone.
“Vuoi sborrare cagna?”
“Si Padrone magari”
“Bene ma alle mie condizioni”, mi fece mettere a gambe aperte con la cam nel mezzo, il cazzo mi divenne subito duro, e fui obbligato a scappellarmi. In quel modo continuavo davvero a colare come se avessi avuto una fighetta bagnata. Dopo di ch&egrave potei segarmi sempre senza togliere le mollette. Ogni movimento dava piacare ma allo stesso tempo dolore. Dopo qualche minuto il Padrone disse che potevo venire ma che avevo solo dieci secondo per farlo sennò sarei rimasto così. Iniziò a contare e dopo solo tre secondi venni con parecchi getti potenti che mi arrivarono fino al collo.
“Cagna resta così sporca, mettiti a 90 e apri la bocca indirizzandola verso la cam”. Mi misi in quella posizione, il Padrone avvicinò il cazzo alla cam, come per mettermelo in bocca e iniziò a segarsi. Dopo qualche minuto venne anche lui con diversi fiotti urlando: “Bevilo tutto cagna”.
Una volta finito di sborrare mi fece i complimenti dicendo che avevo passato il test e che ora ero la sua troia.
Avevo passato un’ora ai suoi piedi, io che mai avevo toccato un cazzo o ci avevo pensato, e in quell’ora mi ero eccitato da paura capendo cosa mi piaceva davvero. La prima esperienza da schiavo per un ragazzo mi aveva davvero colpito. L’eccitazione in me era salita alle stelle e nei giorni successivi più e più volte mi segai ripensando a quella esperienza. Essere comandato, dover eseguire gli ordini alla lettera mi piaceva da morire. Inoltre sapevo di aver superato solo un test e che le volte successive sarebbero state molto più intense.Passarono alcune settimane e finalmente io e il Padrone Marco riuscimmo a ritrovarci.
“Allora troia pronta per essere usata per il mio piacere?”
“Certo Padrone, sono a sua disposizione”.
Tempo di far partire la videochiamata e lui era già nudo con il suo splendido cazzo duro in mano, cazzo che ogni volta attirava la mia attenzione e mi faceva perdere in mille pensieri impuri.
“Bene cagna ora spogliati, guai a te se sarai duro”, purtroppo essere duro per me in quella condizione era inevitabile, essere chiamato cagna, essere insultato, sentirmi a lui inferiore andava a toccare diversi miei lati nascosti, e il risultato di tutto ciò non poteva essere che avere il cazzo già duro e bagnato.
“Troia ti avevo detto di non essere duro, le cagnette in calore vanno punite”. Il primo ordine fu quello di prendere le mie mutande passarle per bene sulla mia cappella già bagnata, finch&egrave la macchia non fosse ben visibile e poi mettermele in bocca. La bocca tappata era obbligatoria perch&egrave voleva sentirmi mugolare di piacere. Il secondo ordine serviva a farmi smettere di continuare a colare, presi un laccio e lagai ben stretti i coglioni alla mia asta, in questo modo la mia erazione sparì, le palle si gonfiarono ancora di più ed in tutto ciò il mio cazzettino quasi spariva. Come contraltare, dall’altra parte dello scherma, vi era lui che metteva in mostra tutta la sua virilità, decisamente oltre alla media. In quel momento non potevo essere che il suo schiavo.
“Bene ora inizia la punizione vera e propria, prendi una scarpa”, il giochetto era molto semplice e altrettando doloroso. Dovetti togliere i lacci della scarpa, usandoli come una corda, ad un capo ci avrei legato la scarpa, l’altro capo lo avrei stretto sulle mie parti intime in modo tale da far dondolare la scarpa nel vuoto. In quel momento il cazzo tirava verso il basso ma il dolore quasi non si sentiva, il problema nacque con i passi successivi.
Inizialmente dovetti camminare per la stanza facendo dondolare la scarpa, il dondolio però iniziava a tirare il cazzo a destro e a sinistra, provocando i primi dolori. Successivamente dovetti iniziare a saltare sul posto, in questo modo la scarpa riscendeva in ritardo strattonando verso il basso le parti intime. Il dolore aumentava ma il piacere era ancora dominante. L’ultimo passo fu il più doloroso. Prendere la scarpa, alzarla fino al petto e lasciarla cadere. La prima volta fu devastante, ricadendo la scarpe prese velocità e mi sentii letteralmente strappare via il cazzo. Il dolore mi fece iniziare ad urlare, ma, causa mutande in bocca, l’unico effetto sonoro fu un lungo mugolio.
“Brava, troia ora dovrai rifarlo dieci volte”
Ripresi a farlo ma al terzo lancio mi ritrovai in ginocchio, piegato in due dal dolore, impossibilitato a riprendere l’operazione.
“La prego Padrone, basta mi perdoni”
“Cagna devi essere punita, ma dato che sono buono ti do la possibilità di cambiare punizione, dovrai accettarla a scatola chiusa, se non la porterai a termine addio”.
Sicuramente non volevo perdere il mio Padrone, le seghe fatte con lui erano fantastiche e insostituibili, allo stesso tempo il cazzo mi si stava letteralmente staccando.
“Accetto il cambio Padrone”
“Bene troia ora prendi le mollette e un cucchiaio di legno”.
In breve tempo mi ritrovai con mollette sui capezzoli, sui testicoli, sulla lingua e sulle labbra. Le ultime mi costringevano a restare a bocca leggermente aperta impedendomi di deglutire. In questo modo la saliva mi colava dalla bocca, come una vera puttanella che perde saliva durante un pompino.
“Ora cagna con il cucchiaio ti togli le mollette”, inizia a colpire quelle sui capezzoli che una per volta saltarono via. Togliendosi però tiravano i capezzoli provocandomi forti dolori. Il problema più grande si ebbe quando dovetti togliermi allo stesso modo quelle sui testicoli. Il dolore era insopportabile ma continuai per non perdere il Padrone. Una volta finito, e con quasi le lacrime agli occhi, potei slegarmi il cazzo il quale diventò immediatamente di marmo e iniziò nuovamente a colare. Ovviamente dovrei raccogliere e ingoiare tutti i miei umori immaginando che fossero quelli del mio Padrone. Egli inoltre non era felice che nonostante tutto continuassi a colare come una puttanella e decise di terminare la punizione in un modo deicsamente forte: mi fece sedere a gambe aperte e dovetti colpirmi dieci volte con il mestolo sui coglioni. Il dolore era fortissimo e dovetti più volte fermarmi ma riusci a portare a termine la punizione.
Successivamente mi fece mettere a novanta e mi sculacciai dieci volte per ogni chiappa.
“Sai troia vederti a novanta mi fa venire voglia di spaccarti il culo, che ne dici?”
“Lei &egrave il Padrone”
“Brava, risposta esatta, e il tuo Padrone ha voglia di sborrare mentre ti sfondi per lui”. “Cagna mettiti a novanta e mostrami per bene il tuo culetto”. Mi inginocchiai a terra, con il culo fronte alla cam e gli mostrai il mio buchetto che era ancora vergine.
“Mmmmmm bella stretta mi sa tanto che ora ti sfondo, inizia a leccarti un dito e a spompinarlo come se fosse il mio cazzo”, mi girai verso la cam, e iniziai a spompinare il mio dito immaginando di avere in bocca il bel cazzo del mio Padrone che svettava tra le sue mani.
“Bene ora inizia ad aprirti il buco che poi ci divertiamo”. Rimisi il culo in cam e inizia a far entrare il mio dito, all’inizio vi fu un po’ di resistenza e fastidio ma ben presto il buchetto si aprì. Velocemente passai da un dito solo a due e inizia a roteare. Sentivo il culo aprirsi sempre di più, naturalmente la cosa mi eccitava come una vera puttanella ed eccitava pure il mio Padrone, si vedeva dall’erezione possente che aveva.
“Inizia a muovere le dita come se ti scopassi”. Smisi quindi di roteare e iniziai un lento dentro e fuori. Ad ogni colpo godevo letteralmente e il mio cazzo, seppure molle, colava liquidi.
“Troia prendi olio per ungere e un oggetto x sfondarti il culo”. Come oggetto scelsi una sedia, le mie sedie infatti hanno i piedini che assomigliano davvero ad un plug anale per cui niente di meglio per sfondarsi il culo. Unsi per bene il mio buchetto e il piedino, poggiai la sedia a terra e mettendomi a novanta avevo il mio plug pronto a sfondare il culo. Inizia a spingere contro il bacino, inizialmente avevo una forte resistenza ma piano piano iniziò a cedere e il plug ad entrarmi dentro. Sentivo del freddo legno rompermi il culo, il mio buco si stava letteralmente dilatando. Dopo pochi minuti avevo il piede completamente dentro il culo.
“Come ci si sente con il culo pieno?”
“Da Dio Padrone, anche se vorrei il suo di cazzo ora”
“Allora inizia a muoverti e a scoparti il mio cazzo”, come ordinatomi iniziai il movimento, un lento dentro e fuori, pochi minuti e li movimento prese maggiore velocità, avevo voglia di sfondarmi il culo immaginando fosse il mio Padrone a farlo.
“Sei proprio una cagna naturale, continua a sfondarti che tra poco ti riempio di sborra”, continuai ancora per qualche minuto, come ordinatomi, nonostante mi sentissi letteralmente sfondato.
“Mostrami il buco ora cagna”, il mio piccolo buchetto vergine era diventata una galleria, letteralmente sfondato, e vedermi così non faceva altro che aumentare la mia eccitazione.
“Ora voglio che ti impali sul mio cazzo per poi sborrare”, cambiai posizione alla sedia, mi accovacciai e ricominciai a scoparmi forte, in questa posizione sentivo ancora di più, sempre più aperto e sempre più sfondato.
“Brava cagna, inculati e segati”, immediatamente il mio cazzo divenne di marmo, ero letteralmente fradicio e quasi al limite.
“Posso sborrare Padrone?”
“Solo se ti vieni in bocca quando te lo dico”
“Certo Padrone”, mi misi a terra con il cazzo davanti alla bocca, il Padrone iniziò a segarmi più velocemente e un secondo prima di venire mi urlò: “Sborra troia”, venimmo assieme, mi stava letteralmente sborrando in bocca e ne volevo sempre di più.
“Ingoia” e senza farmi ripetere due volte l’ordine ingoia immediatamente la mia sborra.
“Brava puttanella, a presto per una nuova sborrata”. Ero la troia del mio padrone ormai da qualche mese, devo dire che ero diventato anche discretamente bravo, e il mio padrone sembrava soddisfatto del mio impegno. Una sera mentre chattavamo mi sorprese dicendomi:
“Troia sono stufo di vederti giocare con oggetti vari, voglio che ti compri un bel dildo a forma di cazzo”
“Va bene padrone” risposi,
“Ah per fartelo acquistare più velocemente non potrai toccarti il cazzo fino a quando non ti sarai sfondata con il dildo”.
Per fortuna al giorno d’oggi esiste internet con is uoi acquisti immediati, iniziai a cercare in vari siti finch&egrave non ne trovai uno bello rosa di dimensioni non esagerate, ma che faceva la sua figura. I giorni di attesa per la consegna sembravano non passare mai. Da una parte avevo voglia di provare ad incularmi con un dildo e non con i soliti oggetti, dall’altra ero in astinenza ormai da giorni e avevo bisogno di svuotarmi.
Finalmente il fatidico momento arrivò, iniziammo la nostra videochiamata e come al solito il padrone si mostro nudo, con il suo cazzo già bello in tiro e grosso come sempre.
“Bene Troia oggi niente giochetti o riscaldamenti ti voglio sfondare subito. Spogliati stenditi a terra e metti il culo ben in vista in cam” Obbedii immediatamente perch&egrave la mia voglia era alle stelle, una volta messo in posizione attendei il suo ordine finch&egrave non mi disse: “Bene ora sfondati e niente storie”.
Iniziai a spingere il dildo dentro di me, il mio culo era già allenato infatti non oppose troppa resistenza, un paio di spinte ed entrò tutto, da quel momento iniziai a scoparmi aumentando il ritmo, nel mentre guardavo il mio padrone segarsi ed immaginavo di avere il suo cazzo piantato nel mio culo, quel pensiero mi fece scattare qualcosa in testa ed aumentando ancora il ritmo mi sborrai addosso senza neanche toccarmi.
“Ahahahahah ma guarda questa puttana come gode senza manco segarsi, ti piace il cazzo in culo vero? Ma non penserai che sia finita così vero? Io sono ancora bello duro.”
In realtà non avevo nessuna voglia di finirla li, la mia voglia di cazzo era ancora alle stelle.
“Ora voglio vedere come una puttana salta sul cazzo”.
E come sempre obbedii, misi il dildo a terra e inizia a cavalcarlo come la migliore delle troie, cavalcavo mi aprivo e intanto guardavo il mio padrone segarsi sempre più forte, lo spettacolo doveva eccitarlo parecchio, ed onestamente eccitava anche me, il mio cazzo era tornato duro e come al solito colava senza pietà.
“Cagna sto per godere”
Sapevo cosa volevano dire quelle parole, mi sdraiai a terra, ginocchia rialzate e cazzo a due centimetri dalla bocca, il tutto senza mai togliermi il dildo dal culo.
“Ora troia bevi tutto”, quattro-cinque schizzi partirono dal maestoso cazzo del mio padrone e contemporaneamente mi schizzai in gola immaginando di ingoiare la sua sborra.
“Brava troia, sei sempre perfetta per una bella sega”.

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