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Godere della vita. Elena, la mia migliore amica.

By 31 Gennaio 2023Dicembre 26th, 2023No Comments

Camminavo lento, rilassato, i miei passi uno dopo l’altro conoscevano la strada, la percorrevo almeno due o tre volte alla settimana. La vita in paese mi piaceva nonostante fossi più un tipo da campagna, o di più, da montagna. Camminavo lento e mi godevo ogni vetrina, ogni angolo che si apriva alla mia vista. Scrutavo e ragionavo su chi vi potesse abitare o lavorare, come fosse la sua vita, con chi vivesse e con chi facesse l’amore…se con un uomo o una donna e quali gusti sessuali avesse.
Lavoravo come programmatore e gestivo delle attività online, avevo la fortuna di gestire il mio tempo un pò come volevo, cercando di godere in tutto, nel lavoro come nel tempo libero. Ed è quello che facevo…osservavo e godevo, immaginavo e sognavo…nel mio lavoro come nel tempo libero, come durante una passeggiata…ogni attimo vissuto a pieno.
Camminavo lento, senza fretta, tra i negozi del piccolo corso, trattorie e bottegucce, osservavo le commesse, le loro forme, le loro bocche…. poco lontano il mare emanava il suo odore. Arrivai al porticciolo…mi soffermai a guardare alcune barche di pescatori, uomini con la barba, ben tenuta, e fisici atletici anche se visibilmente goderecci del cibo. Immaginai la loro vita in mare aperto, come gestivano le trasferte senza donne, mi chiedevo se avessero mai goduto tra di loro, se nelle calde notti, in attesa di riempire le reti, si fossero mai spinti oltre quel limite che sicuramente avevano oltrepassato almeno una volta nei loro pensieri, ognuno nella sua intimità mentre in preda all’astinenza avevano cercato il modo di dare sfogo all’energia sessuale accumulata. Chissà? Mi incamminai, questa volta aumentando il passo, ero quasi giunto al traguardo, ormai all’imbrunire, ero arrivato al Nautilus. No non si trattava di una imbarcazione piena di pescatori eccitati…ma di un locale..e non uno di quelli per pescatori, al contrario era un club in cui facevano poco da mangiare perchè li andavi per nutrire la tua voglia di emozioni..musica, ottima roba de bere e buona compagnia, chiacchiere e discorsi profondi stimolati dall’alcool. Un posto che oggi verrebbe definito un pò pettinato. Al Nautilus ero passato perchè vi lavorava Elena.
La mia donna? No non penso fosse solo mia, era la mia migliore amica…di sesso…l’unica migliore amica di sesso che avessi mai desiderato ed in realtà..che avessi mai avuto. Entrando salutai Paolo, il titolare, che vedendomi mi indicò il bancone ed infatti la trovai Elena, inginocchiata, con la testa bassa, intenta a mettere bottiglie di liquori vari nel frigo.
“Posso avere una tequila?” le dissi, mascherando leggermente la voce.
“Non serviamo a quest’ora” rispose con una voce che io reputavo splendida..un pò roca, ma gentile, suadente..eccitante.
“Apriamo alle 22.00”. “Aspetterò” dissi.
Elena si sollevò, convinta di avere davanti il solito tipo “divertente”, quindi alzò la testa e guardandomi negli occhi disse: -“Lo so che ne saresti capace…magari seduto a quel tavolo…continuando a guardarmi il culo ed immaginando chissà quali porcate fare”…me lo disse con un’espressione a metà tra il rimprovero, forse per essermi presentato lì senza preavviso e per metà di felicità…sempre per essermi presentato lì senza preavviso.
Era bellissima Elena. Capelli castani che le arrivavano poco più giù delle spalle, labbra carnose quanto basta, naso appuntito e sottile e due occhi marroni come il caffè. Aveva un fisico che amo dire giusto…terza di seno tra due spalle lisce e vellutate, fianchi stretti ed un culetto a mandolino che sapeva racchiudere in un paio di jeans a vita bassa, quando lavorava, ma che valorizzava al massimo con vestitini e pantaloni attillati di ogni tipo nel tempo libero…sapeva di avere il più bel culetto del mondo e le piaceva mostrarlo.
La guardai dalla testa ai piedi facendole capire che si, sarei rimasto per tre ore a guardarla anche sorseggiando un bicchiere di acqua…magari frizzante…per solleticare la lingua e prepararla per assaggiarla appena mi fosse stata a tiro.
“Abbiamo bisogno di vederci” le dissi con voce bassa e sicura e lei annuendo e cercando di trattenere un sorriso mi rispose “Si, è per questo che tu ora te ne andrai e mi aspetterai a casa tua…porterò una bottiglia di bollicine..tu procura qualcosa da stuzzicare…anzi stuzzicante”.
La fissai negli occhi per qualche secondo e poi mi girai e mi incamminai verso casa. Uscendo salutai Paolo che nel frattempo era intento a sistemare i tavoli.
Abitavo a circa un quarto d’ora dal Nautilus. Avevo una casetta quasi in riva al mare, diciamo sul lungomare. Vi abitavo da solo, chiaramente, l’avevo scelta mentre passavo per caso in quel paese, della riviera ligure, un piccolo paese vicino a tanti altri piccoli paesi…che la sera si animavano di persone in cerca di festa, turisti in estate, ragazzi del week end negli altri periodi. Avevo visto quella casa non messa proprio bene, con il cartello in vendita. L’avevo pagata poco…l’avevo ristrutturata in buona parte da solo, con l’aiuto di un paio di muratori ed un elettricista del posto. Era venuta proprio bene. Al piano superiore avevo una terrazza che avevo chiuso in parte con una veranda vetrata e da li godevo della splendida vista del mare. In quell’angolo di paradiso soggiornavo e lavoravo.
Nel tragitto per casa mi fermai da un amico pescatore e gli chiesi se avesse qualche pescato che meritasse di essere gustato crudo…mi diede dei frutti di mare ed un pò di gamberi che si sarebbero sposati a meraviglia con le bollicine.
Feci una doccia e poi mi sedetti in terrazzo…in settembre il clima era ideale…mi scolai un paio di birrette, in bermuda e camicia aperta. Godetti il paesaggio e ciò che passava che meritava di essere contemplato, barche, nuvole con la forma di delfini o uccelli, donne in bicicletta, uomini che correvano a torso nudo. I soliti pensieri mi invasero..ogni immagine veniva rielaborata sotto forma di sensazioni…da un’immagine passavo ad immaginare sapori, calore, frasi eccitanti…tutto diventava erotico…perchè era l’erotismo la mia malattia. Godere ad ogni costo.
Perso nei pensieri assecondai il passare del tempo…poi la mia attenzione fu catturata dalla frenata di un’auto…era la Smart di Elena. La ragazza aprì il cancello e parcheggiò l’auto nel cortile, sotto al portico, tra le aiuole di Bouganvillea…poi chiuse il portone ed entrò avviandosi alle scale che portavano al primo piano. Le avevo dato le chiavi di casa già da alcuni mesi…quasi un anno credo. Ed eccola salire, la bella trentenne, vestitino fresco, colorato, corto, molto corto, lo sapeva che desideravo vedere le sue gambe lunghe e dritte, intravedere il suo culetto. Il vestito era chiuso davanti e le fasciava il seno mettendolo in evidenza…aperto dietro le spalle. Guardandola ebbi un stretta al basso ventre..gli addominali per un attimo si serrarono..per l’eccitazione.
Camminava verso di me ondeggiando leggermente ed impugnando la bottiglia di Prosecco…che doveva essere davvero fresca vista la condensa che si stava formando sul vetro. Si sedette sulla sedia accanto alla mia e guardando il panorama disse con voce calma e rilassata…forse un pò stanca…-“Spero che saprai toccare i tasti giusti stasera, ho bisogno di godere molto e di perdermi”. Sempre senza guardarla le risposi. -“Devi concederti completamente allora…”. Si girò verso di me e incrociando il mio sguardo mi fulminò: “E’ quello che farò…ma stai attento”
Passai davanti a lei, mi inginocchia ai suoi piedi e guardandola negli occhi, lentamente presi il suo piede destro, le sfilai la bella scarpa con il tacco alto…le accarezzai il piede, lo portai verso le miei labbra e lo baciai…feci lo stesso con l’altro e poi li massaggiai entrambi per qualche secondo…poi li lasciai cadere ed alzandomi mi avvicinai al suo orecchio e le dissi: “Rilassati…arrivo tra qualche minuto”
Meno di dieci minuti ed ero già di ritorno con un piatto colmo di frutti di mare pronti per essere gustati. Aprii la bottiglia e le versai un ricco calice di vino…glielo porsi insieme ad un riccio di mare spalmato su un pò di pane. Mi guardò, assaporò il riccio e poi fece un sorso e mandò giù tutto, mi guardò con uno sguardo un pò sorpreso. “Mmmhhhh davvero un inizio di serata niente male” disse e poi aggiunse…”Se pensi che anche io ti imboccherò e ti bacerò i piedi…beh allora…sappi che ti sbagli”.
Le sorrisi, abbassai lo sguardo…”E’ per questo che sei la mia migliore amica..sei diretta…sfrontata, ma senza scadere nella cattiveria…riesci a mandarmi affanculo e farmelo piacere…mi ecciti e quando fai questi sguardi mi inciti. No non voglio che mi imbocchi, piuttosto sarò io a farlo, anche quando avremo finito queste delizie”.
Nella realtà non mangiammo tutto, perchè dopo un altro paio di bicchieri mi guardò e mi disse. “Stasera voglio la tua lingua dentro di me e devi farmi desiderare ed esplodere”. Non me lo feci ripetere, le presi la mano, la feci alzare e poi la incamminai verso il divano. “Togliti il vestito e sdraiati sulla chaise longue”.
Così fece, bellissima, lasciò cadere il vestito e poi si sfilò il perizoma…nuda e solo con una collanina al collo…sdraiata…con i capezzoli turgidi e un triangolino di peli. Tolsi la camicia e mi avvicinai a lei…”Apri le gambe Elena” e lei le spalanco mostrando le sue labbra, tirò le ginocchia verso di se ed appoggiò un mano sul suo ventre e con l’altra si tocco i seni…”Cosa stai aspettando? Hai intenzione di guardarmi ancora per molto? Ho voglia e non ho intenzione di aspettare ancora” e così dicendo avvicinò la sua mano al suo fiorellino per iniziare a toccarsi. Mi abbassai e le bloccai la mano..la portai al suo seno a lato dell’altra e le dissi “Gioca con i tuoi capezzoli…qui sotto ci penso io”. Iniziai a leccargli l’interno coscia, arrivai fino in prossimità della sua fica, le giravo attorno…costeggiando lo spacco. Elena mugolava e cercava di spostare il suo bacino in modo da fare incontrare la mia lingua con il suo clitoride…io la bloccavo, alzavo la testa e la guardavo negli occhi…la sua bocca umida..si mordeva le labbra..il suo sguardo basso, succube. “Sono io che decido..rassegnati..soffri…usa le tue mani per darti piacere altrove”. “Stronzo” disse con voce flebile…impungnò le sue tette, strinse i capezzoli, si mise due dita in bocca leccandole e passandosele poi sulle labbra. Riscesi con la testa verso il suo monte di venere e passai la lingua nel suo cespuglietto…poi di nuovo nell’interno cosce e finalmente detti un colpetto di lingua umida alle grandi labbra. Elena emanò un urletto quindi alzò un pò la testa per cercare di vedere cosa facesse la mia lingua…con gli occhi mi implorò..fu allora che guardandola affondai la lingua nella sua carne…movimenti veloci e lenti, superficiali e profondi. La sua fichetta si ricopri di umori, affondai la faccia, mi spalmavo sulle sue labbra…aprii la bocca e cinsi con le labbra quanto più potevo la sua fica, quindi cominciai a succhiarla, la leccavo a piena lingua.
Strofinavo la faccia contro di lei…le succhiavo il clitoride.
Cominciai a penetrarla con la lingua. Presi le sue gambe e le strinsi forte con le mani le caviglie e portai le sue ginocchia verso il suo seno…l’avevo spalancata. La mia faccia aderente si strofinava, leccava, succhiava. “Non fermarti, non fermarti. Mi stai uccidendo di piacere”..allungò una mano sulla mia testa e comincio a premerla contro la sua vagina…iniziò a roteare il bacino. Non respiravo più sia per la pressione che per gli umori che mi avevano riempito. Andò avanti per alcuni minuti poi ansimando disse.. “Vengo..vengo…porco…vengo…mi hai fatto esplodere” e non solo letteralmente ma anche praticamente visto che ebbe uno squirt davvero copioso.
“Bevi Mirko, bevi tutto” mi disse. Avevo la faccia ed il petto bagnato..ed i capelli anche”.
Mi alzai e mi diressi verso il tavolo dove avevamo cenato, versai un calice di prosecco e cominciai a sorseggiarlo..Il vino esaltava gli umori di Elena…andai verso di lei, le rovesciai un pò di prosecco sul seno e poi le porsi il calice. Bevve avidamente poi stravolta mi disse…”E’ per questo che sei il mio migliore amico di sesso”. Le leccai e succhiai i capezzoli ripulendola dal prosecco, poi mi rialzai e la guardai dall’alto in basso…godendomi la vista del suo corpo.
Si alzò repentinamente dalla chaise longue e si mise a sedere sul divano…allungo la mano verso i miei pantaloni, mi afferrò per la cinta e mi porto verso di lei…slacciò velocemente la cinta ed abbassò i bermuda facendomeli sfilare insieme ai boxer…poi prese con entrambe le mani i miei fianchi e mi spinse verso di lei…seduta con la faccia davanti al mio cazzo. Le staccai le mani e la fermai quindi le detti uno strattone e la spinsi verso la spalliera del divano. “Ho detto che sarò io ad imboccarti!”. Guardandomi con lo sguardo sottomesso restò appoggiata al divano…in attesa. Mi avvicinai a lei con il mio membro un po’ penzoloni, non completamente duro ma già in erezione.
Arrivai a pochi centimetri dalle sue labbra e le dissi: “Leccalo come un gelato..Elena”.
Elena impugnò il cazzo alla base, lo scappellò e con la lingua comincio a leccarlo, dolcemente. Leccava il glande, roteava la lingua attorno, percorreva tutta l’asta avanti e dietro. Stuzzicava il frenulo con leccatine dapprima delicate, poi aumentando la pressione…ed io la pressione la sentivo salire..dal cazzo alla testa.
“Prendilo in bocca..Elena”. Mi piaceva chiamarla per nome durante i giochi sessuali…aumentava il grado di intimità. Lei apri la bocca, mi mise le mani sul culo e mi tiro verso di lei ingoiandomi il pene per buona parte. Non ero un amante della gola profonda..non mi piaceva vederla avere dei conati di vomito…piuttosto adoravo vederla scorrere avanti e dietro sul cazzo con le labbra serrate. Ed era quello che stava facendo…in maniera impeccabile. Elena sapeva succhiarmelo…forte…con intensità, lo aveva insalivato e lubrificato per bene…andava su e giù che era una bellezza, si vedevano le sue guance ritrarsi quando me lo succhiava e gonfiarsi quando il glande era tutto in bocca…ci sapeva fare..era una sua dote e le piaceva. Aveva preso l’iniziativa, una mano si era intrufolata tra le mie chiappe e con l’indice si stava insinuando nel mio ano…l’altra mano mi aveva preso letteralmente per le palle e le stava sapientemente e delicatamente massaggiando. La bava le usciva dai lati della bocca ed il suo sguardo fisso con il mio ad ogni pompata mi faceva morire..era emozionante vederla eccitata mentre me lo succhiava…la sua espressione da regina del porno..naturale e porca. “Vienimi in bocca ed in faccia Mirko…ti voglio”.
Mi fermai, le presi la testa tra le mani..”Decido io quando nutrirti…non è così che verrò”, quindi la sollevai e la presi per mano e le intimai di andare in camera da letto. Elena camminava davanti a me ed io gustavo ogni suo passo la vista del suo culetto e delle sue gambe che si muovevano, il suo viso per un attimo si girò all’indietro verso di me…come per capire cosa le volessi fare.
Entrammo in camera e chiusi la porta. “Elena sul letto, a pecora”…e pecora fu. Salì in maniera atletica e si dispose con le gambe leggermente aperte e la schiena un pò inarcata. “Va bene così?”…”Si direi di si…il tuo culo è perfetto, apri le chiappe!”, Elena si abbassò ancora di più mettendo la testa sul cuscino, inarcandosi ed aprendosi le chiappe con le mani. A quella vista avevo un cazzo durissimo…ma non era ancora il momento…mi tuffai con la faccia nel solco delle natiche e comincia a leccarle il buchetto. Lei cominciò ad ansimare, le piaceva farsi leccare l’ano. “Si, Si..mi piace…lo sai che mi piace”. Cominciai a penetrarla con la lingua…lei ogni tanto portava un dito verso l’ano e lo insinuava all’interno, si allargava il buchetto poi usciva e tornava a spalancarsi il culo aprendolo in due con le mani. Io sputavo e leccavo e la penetravo.
Elena sapeva cosa doveva fare, si buttò sul letto a pancia sotto, divaricò le gambe e portò le braccia in alto abbracciando il cuscino.
Puntai il glande sul suo buchetto e comincia a spingere…dopo poco entrò la cappella nel suo buco, quindi la ricacciai, misi un bel po’ di lubrificante sulla punta e lungo tutta l’asta e mi adagiai su di lei. Il mio viso vicino al suo, il petto sulla sua schiena..cercai di non schiacciarla..non doveva soffrire anzi doveva godersi ogni secondo. Ripuntai il glande contro la sua rosetta e premetti..entrò subito, grazie al precedente approccio ed al lubrificante, quindi continuai, centimetro dopo centimetro…ed Elena ad ogni avanzamento mugolava e diceva il mio nome e sospirava. Non glielo misi tutto…Mi fermai tre o quattro centimetri prima di toccare con il bacino contro le sue chiappe. Restai un po’ così..facevo piccoli movimenti e nel frattempo le parlavo all’orecchio “Elena sei stupenda, sei bellissima”..”Mi eccito al solo pensarti, ogni giorno…in questi momenti non desidero altro”. Usci leggermente dal suo culo e poi lo piantai lento ma senza fermarmi fino in fondo. Elena mugolò e per un attimo si lamentò..l’avevo riempita tutta, poi con voce da dominatrice, mise termine alle mie parole di prima… “Sta zitto…ricordati che non sono la tua donna…scopami”. E fu quello che feci, su e giù in tutta la lunghezza, come un’iniezione di carne. La sentivo gemere e forse anche un po’ piangere…il piacere che le provocava il mio membro nel culo era immenso. “Vorrei sapere cosa provi, cosa senti quando lo prendi dietro”. “Mirko…non parlare…chiavami il culo”. A quell’esortazione mi alzai e la misi a pecora..tirai la chiappe verso di me e comincia con ritmo incalzante a sbatterla. Io spingevo in avanti e lei lanciava il culo verso di me…ingoiava il mio pezzo di carne. Ansimava, emetteva gridolini..”Inculami…mi stai inculando Mirko…Mirko continua non fermarti…sfondami” ed io incitato la sbattevo..il rumore delle sue chiappe contro di me dettava il ritmo. Ogni tanto sentivo la sua mano toccarsi e cercare di afferrare le mie palle…che sbattevano contro la sua fica. Si alzò portando la schiena contro il mio petto, si impalò tutta e resto ferma per qualche secondo…io avvicinai la mia faccia contro la sua e guancia a guancia le sussurrai “Mi fai morire, ho continuamente voglia di te”…per un attimo le labbra si sfiorarono ma Elena si destò subito e mezza intontita dal piacere sussurrò “Noo…non ti azzardare” e poi si ributtò in avanti, a pecora e mi detto il colpo di grazia. Lo fece sfilare dall’ano fino alla punta e poi si ributtò con il culo indietro inghiottendolo fino alle palle, lo fece per una decina di volte..stringeva l’ano attorno alla mia mazza, me lo strizzava…era incredibile come riuscisse a comandare i suoi muscoli…lo fece ancora un po’ e quando esclamò “Vienimi nel culo porco, fammi venire col culo…Mirkooo”. Non potei resistere a quel richiamo e le scaricai l’impossibile nelle viscere. Elena fece altrettanto sulle lenzuola..i suoi umori scorrevano sulle mie palle e tra le mie gambe. Entrambi all’orgasmo, tremava Elena, stringeva le lenzuola con una mano e con l’altra si era aggrappata ad una mia coscia…quasi mi conficcava le dita nella carne. Poi come svuotati ci buttammo in avanti, esausti, io ancora dentro di lei…su di lei, sudati, umidi, sazi e sereni. Guardai le sue spalle ed il suo viso..i suoi bellissimi capelli che la incorniciavano…uscii da lei…con il cazzo ancora abbastanza in tiro e mi tirai su appoggiandomi alla spalliera del letto. Lei adagiata nel letto, con il viso all’altezza del mio cazzo…mi guardava…sembrava aspettasse spiegazioni.
La guardai ancora una volta negli occhi e le dissi “Dimmelo, me lo devi dire”.
“Cosa? Che cos’è che vuoi sapere?” ribattè Elena incuorisita.
“Cosa senti quando è dentro di te?…nel culo intendo?”
“E’ l’apoteosi dell’intimità, è dolore ma è soprattutto piacere…viscerale…mi fai sentire aperta…completamente in balia…senza controllo…sei nella parte più intima di me” e poi continuò “Non ti montare la testa..ti do il culo, non il mio cuore…prima mi stavi facendo incazzare sembrava che mi stessi per baciare, e tu lo sai che non dobbiamo baciarci, è la barriera che dovrà sempre restare tra noi…tu mi hai dato l’impressione di volere oltrepassare il limite…e poi tutte queste domande…troppo intime…non ti starai innamorando…stupido…anzi stronzo” incalzò lei con fare di rimprovero.
La guardai negli occhi…mi avvicinai al suo viso…molto vicino al suo viso, tanto che Elena mi guardò con severità…quindi le dissi “Elena…Elena…tu sei la mia migliore amica del sesso. Tu mi hai accompagnato in tante avventure erotiche, porno…insieme scopiamo divinamente…anzi di più…come dici tu…ci chiaviamo. Ho voglia di provare di più, voglio sentirlo anche io il piacere più intimo”…
“Ok…non c’era bisogno di tante smancerie…se lo vuoi provare anche tu allora comprerò uno strapon e qualche dildo, magari anche uno nero, e capirai anche tu cosa significa prenderlo nel culo”.
Le sorrisi…”No Elena io voglio essere inculato come te…e con te…ma non da te…magari da un nero quello si”.
Restammo in silenzio per qualche minuto…poi Elena esclamo “Sei un porco Mirko…ma mi sto eccitando all’idea…credo che ci aspetti una nuova avventura amico mio”….quindi si alzò con l’aria di chi dovesse prendere il treno a momenti e si incamminò in bagno a fare una doccia. Io la seguii ed appoggiandomi alla porta la guardai lavarsi, quando usci le porsi l’accappatoio e le dissi “Tu dormi nel letto…io sul divano…non sei la mia donna è vero, ma non ti lascio andare a casa da sola a quest’ora di notte”. Elena mi guardò e mi abbozzò un sorriso…poi asciungandosi i capelli si ricompose nel solito suo fare sarcastico ed un po’ scostante. “Va bene se hai paura dei mostri dormirò qui…cocco”.
Finì così quella serata…ci addormentammo in attesa di una nuova avventura…..
Continua.

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