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Grazie cuginetto

By 21 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano appena le sei di mattina e Lucia era già in tenuta sportiva che attraversava correndo le stradine della sua città. Voleva approfittare della frescura, prima che l’afa invadesse il giorno con la sua prepotenza lasciandoti a sudare anche per il solo fatto di respirare.
Stava attraversando un periodo un po’ pessimista, si era stancata della routine in quella piccola città di provincia. Non vedeva l’ora di andare via, trovare un lavoro e trasferirsi in città da dove tutti, per assurdo, stavano scappando. Non che si vivesse male in quel posto ma era tutto in miniatura. Col tempo finivi per conoscere tutti e, le amicizie rimanevano chiuse in un circolo ristretto di persone che avevano un età più o meno simile. In più la cosa che ultimamente la stava irritando maggiormente era suo cugino, Patrizio. Appena più grande di lei, da quando si era trasferito a casa sua era diventato una specie di idolo locale. Il che aveva finito col soffocare anche i suoi spazi. Soprattutto da quando le sue amiche non facevano altro che parlare di lui, avesse potuto l’avrebbe rispedito a casa dei suoi zii a calci nel culo.
Forse quella era gelosia pensò, lui in tre mesi si era perfettamente ambientato in un posto dove lei non c’era riuscita in dieci anni. Forse quella sbagliata era lei. Comunque lo vedeva come un invasore e, soprattutto non né poteva più di sentire il coro estasiato delle sue amiche che le dicevano quanto fosse ‘carino’. In effetti lo era, non poteva negarlo ma l’accoglienza delle sue amiche le sembrava fin troppo caloroso. La cosa poi era peggiorata dopo il suo presunto flirt con Clara, dopo di allora inspiegabilmente le sue amiche non facevano altro che parlare di lui. Mentre per lei era lo scocciatore che se ne stava seduto fino a tardi in veranda a bere birra ascoltando musica Heavy Metal, oppure lo zozzone che abbandonava i suoi calzini maleodoranti lungo il corridoio. Per completare il quadro era anche diventato molto amico del suo ex-ragazzo Mario, il che le dava il fastidioso sospetto che lui sapesse anche qualcosa della sua vita privata. Insomma lei forse era l’unica in tutta quella pidocchiosa città che lo detestava, questo la faceva sentire ancora più ghettizzata.

Stava affrontando ormai le ultime salite, poi avrebbe girato sulla strada panoramica e sarebbe tornata a casa. La sua corsa aveva perso d’intensità un po’ per il caldo un po’ per la stanchezza. Cercò di allontanare ogni pensiero e di concentrarsi sul ritmo della sua corsa, dentro la sua testa cercò una melodia e l’applicò a quel ritmo. In poco meno di un minuto aveva ritrovato la sua falcata, ora avanzava decisa sulla salita. Attorno a lei si stava risvegliando la città, Simone il giornalaio l’aveva salutata con entusiasmo, lo faceva tutte le mattine. Certo non poteva immaginare che quell’uomo la salutava con così tanto fervore più che altro perché rimaneva incantato per quasi una trentina di secondi, almeno fino a quando la sua figura non spariva, a guardarle il culo fasciato in quei pantaloncini aderenti.
Appena svoltava sulla strada panoramica, dalla quale era possibile ammirare le colline piene di vigne e le splendide montagne, incontrava i primi pendolari che si dirigevano in fretta verso la stazione dei treni. Mentre correva si trovava a salutare questo o quello, infondo in quel posto sembrava davvero di conoscersi tutti. Infine nell’ultimo tratto, prima di andare a casa, di solito incontrava un gruppetto di studenti. Ormai la metà era vicina, dinnanzi a casa sua c’era una figura seduta sugli scalini della casa affianco. Solo avvicinandosi ulteriormente riconobbe la sua amica Elena.
Appena le fu vicina si fermò, aveva il fiatone la saluto con un ciao che sembrava più il verso di un animale. La sua amica la guardava con gli occhi colmi di lacrime, la salutò per poi riabbassare subito lo sguardo e ricominciare a piangere.
Non appena il battito del suo cuore e la respirazione furono normalizzati Lucia si affrettò a chiedere cosa le era capitato. Elena le spiegò brevemente, tra un singhiozzo e l’altro che Patrizio l’aveva lasciata e in più ora si rifiutava di parlare con lei. Lucia la consolò in qualche modo, poi alzandosi in piedi con i pugni serrati le disse che ci avrebbe parlato lui e lo avrebbe mandato fuori a parlare con lei, anche a costo di tirarlo per i capelli.
Entrò in casa come una furia, riusci a dissimulare leggermente salutando sua madre e suo padre che uscivano per andare a lavorare. Poi con passo deciso si diresse nella stanza di suo cugino. Lui era li tranquillo sul letto, con indosso solo i suoi jeans tutti tagliati. Lo vide alzare lo sguardo con fare interrogativo.
‘Ciao cuginetta’ le sorrise aggiungendo ‘Non bussi nemmeno?’
‘Ciao un paio di balle’ esplose subito Lucia ‘Fuori c’è una ragazza che piange per colpa tua e tu te ne stai qui a leggere facendo finta di niente?’ sentiva la rabbia che le montava da ogni angolo del suo corpo. Forse quella poteva essere la volta giusta per dirgli che lo detestava. Patrizio invece non si agito minimamente, si alzo dal letto, raccolse i suoi lunghi capelli neri in una coda e la guardo con l’espressione con cui si guarda un cucciolo che abbaia. Si diresse alla finestra scalzo, guardò fuori. Senza nemmeno indossare le scarpe usci di casa e per un buon quarto d’ora stette a parlare con Elena, Lucia rimase a spiare dalla finestra. Lo guardava, era tranquillo mentre parlava e anche sorridente. Ogni tanto abbracciava Elena e poi le parlava, fino a quando si scambiarono un rapido bacio e lei lo salutò con fare adorante.
Appena rientrato in casa Patrizio la guardò Lucia severamente, le si avvicinò e dalla sua espressione lei era convinta stesse per darle un ceffone.
‘La prossima volta, anche se so che mi detesti, informati prima di parlare. Perché la tua cosiddetta amica non ha tutte le rotelle al posto giusto’.
‘Cosa vuoi dire?’ si affretto a chiedere Lucia.
‘Semplicemente che tra me e lei non c’è niente. Come le ho detto ieri prima che si buttasse tra le mie braccia io al momento non mi lego con nessuno’.
‘Quelli sono fatti tuoi, volevo sapere cosa intendi per cosiddetta amica?’
‘Non ti sei mai chiesta perché, dopo che Mario ti ha lasciata nessuno si è mai fatto avanti con te?’ le rispose lui. Il suo tono aveva perso ogni cattiveria la guardava in modo dolce come fosse provasse dispiacere a dirle quelle cose. Lucia si senti un po’ a disagio, la situazione non solo si era ribaltata ma lui ora con quelle parole le stava aprendo una ferita nuova, che sembrava essere destinata a sanguinare per lungo tempo.
‘Spiegami’ gli chiese furibonda.
‘Dai lascia perdere, vai a farti la doccia che puzzi e, dimentichiamoci di tutto’ mentre pronunciava queste parole si stava dirigendo verso la sua stanza.
Lucia protestò a lungo, ma lui cercò di scusarsi e le disse che aveva parlato per cattiveria e di non dare peso alle parole pronunciate in quel modo. Lei si rintanò sotto la doccia, mentre dalla camera di Patrizio proveniva quella musica che lei trovava molto fastidiosa. Ma il tarlo gettato dalle sue parole non l’aveva abbandonata.

Appena fuori dal bagno, con indosso il suo accappatoio, si riaffacciò nella camera del cugino. Lui le fece un cenno con la testa mentre col telecomando spegneva lo stereo.
‘Oggi sei particolarmente affezionata alla mia camera?’ le disse sorridendo. Non le fu chiaro se era per effetto dell’adrenalina che era scemata oppure per i suoi modi scherzosi, Lucia si trovò a sorridere.
‘Vorrei chiederti due cose se posso’ le chiese Lucia quasi supplichevole.
‘Spara’ rispose lui indossando una maglietta.
‘La prima vorrei sapere come fai ad attirare tutte ‘ste ragazze, la seconda vorrei sapere cosa ho fatto per cui tutti i ragazzi mi evitano’ lo guardava cercando di essere calma e sorridente, anche se in cuor suo aveva paura della seconda risposta.
‘Alla prima non posso rispondere mi sentirei in imbarazzo’ gli disse ridendo di gusto e poi assumendo un tono più serio: ‘Sei sicura di voler sentire la seconda risposta, non voglio che la mia cuginetta mi detesti più del necessario’. Lei non sapeva che dire, ma la curiosità era forte le fece un segno di assenso. Patrizio facendo spallucce iniziò una spiegazione piuttosto semplice, dopo averla lasciata Mario era andato in giro a raccontare che era una terribilmente timida: voleva farlo sempre con la luce spenta; ed un antiquata: solita posizione e niente di extra. ‘In breve e cominciata a girare che sei una che se la tiene stretta, se intendi’ concluse lui la spiegazione. Lei lo guardava con una faccia strana, si sentiva umiliata e derubata della sua intimità.
‘Dai il paesino è piccolo che ti aspettavi e comunque se è vero; è un peccato’
‘Cosa è un peccato?’ gli chiese Lucia.
‘Se sei cosi puritana è un peccato perché per me sei la più carina del paese’ le disse il cugino strizzandole un occhio.
‘Scemo’
‘Ma no è la verità, comunque aspetta’ cosi dicendo si mise a rovistare in un cassetto per estrarne un giornale. ‘Ecco’ esclamò soddisfatto. ‘Vedi questo e quello che si aspetta un uomo oggi, non dico tutto quello che vedi li sopra ma, insomma e per darti un idea’ gli disse lanciandole il giornale. Lei aveva una faccia incredula gli aveva appena passato un giornale porno. Lui sorrideva e le si avvicinò e prendendola dalle spalle la condusse fuori dalla camera. ‘Dai riflettici sopra e lasciami cambiare in pace’ concluse chiudendo la porta.

Lucia rimase tutto il giorno e la sera a pensare a quella faccenda, insomma si aspettava che in un paesino piccolo le voci girassero ma non si aspettava quel genere di cose. Si rese conto anche che aveva mal valutato il cugino, che forse non era lo stronzo totale che si era prefigurata. In tutto quel tempo, più di una volta sfogliò il giornalino porno. Avanti e indietro prima con schifo ma poi con una nota di curiosità. Guardava tutte quelle immagini cercando di capire quanto potessero essere piacevoli o meno. Si stupi di se stessa quando si ritrovò a guardare qualche sito porno su internet.

Il giorno dopo, finita la sua solita corsa mattutina e finita la doccia si ripresentò di nuovo nella camera di suo cugino. Questa volta bussò. ‘Avanti’ si senti rispondere.
‘Ciao’ esordi Lucia
‘Ciao cuginetta, adesso passerai a trovarmi tutte le mattine in accappatoio?’ le rispose lui sempre sorridente.
‘Ieri mi hai fatto rimanere male lo sai?’
‘Lo so e mi spiace, ma ho preferito dirti la verità’ sembrò giustificarsi.
‘Capisco, comunque non mi hai risposto alla prima domanda’ insistette Lucia.
‘Davvero lo vuoi sapere?’
‘Si’
‘Non posso spiegartelo a parole, facciamo così tu ti togli l’accappatoio e io ti svelo il mio segreto’ le dice lui strizzandogli l’occhio.
‘Scemo, adesso mi vuoi sfottere perché sono timida!’ rispose lei seccata.
‘Secondo me sarebbe terapeutico se te lo togliessi, ma giuro che poi ti svelo il mio segreto’.
‘Giura!’
‘Promesso’ disse lui facendosi una croce sulle labbra.
Lucia lasciò scivolare lentamente l’accappatoio, che si adagiò floscio intorno alle sue caviglie. Cercò di non incontrare lo sguardo del cugino si sentiva davvero in imbarazzo. Sentiva le guance che bruciavano da quanto stava arrossendo.
‘Lo sapevo che eri bellissima, sei da togliere il fiato’ commentò lui ammirando il suo corpo. Si alzò dal letto, mettendosi in piedi dinnanzi a lei, erano separati solo dalla piazza del materasso. ‘Ora tocca a me immagino’ disse, slacciando i pantaloni e tirando fuori dalle mutande un cazzo davvero grosso. Lucia lo guardava stupefatta, non sapeva cosa dire. Era li dinnanzi a suo cugino, completamente nuda, e lui aveva quella cosa li tra le mani, che era enorme e, se lo menava impudicamente davanti a lei.
‘Che ne dici ora di uscire e lasciarmi fare una sega in pace’ le disse Patrizio guardandola ancora e insistentemente in tutta la sua nudità. Lei usci dalla camera, si sentiva vagamente sciocca ora. Tutte le sue amiche facevano il filo al suo cuginetto solo perché aveva il cazzo grosso. Si trovò a chiedersi, avendo capito la risposta. Ripensò anche alla nomea che si era fatta e, a quel giornaletto porno che ora era nascosto tra la sua biancheria intima.
Si sentiva come se per tutta la vita si fosse comportata nella maniera più stupida possibile.
Rientro nella stanza, suo cugino era ancora sul letto che si masturbava, ‘Posso aiutarti?’ disse mostrandosi disinvolta. Lui non le rispose le fece un gesto inequivocabile. Si sedette vicino a lui e cominciò a segare quel cazzo. Andava su e giù lentamente, ma ogni volta che i loro sguardi s’incrociavano diventava tutta rossa, forzare la sua natura era davvero più difficile di quanto immaginava. Lui le prese la mano che cingeva il cazzo e l’aiuto a masturbarsi. Dopo un po’ lasciò che la sua mano si muovesse da sola lui mugugno soltanto un ‘Brava!’. Patrizio le afferrò le caviglie e la tirò a se, in modo da farla finire sdraiata. La teneva li con le gambe aperte dinnanzi a lui, le disse ‘Sei davvero bellissima’ e poi si chinò con il volto sulla sua fica.
Lucia esclamò: ‘Ti adoro!’.
In quel momento si era letteralmente lasciata andare e, davvero lo adorava o almeno così credeva in quel esatto momento.
Lui le leccava le labbra della fica: l’adoro.
Lui le mordicchiava il clitoride: l’adoro.
Lui le infilava due dita nella fica mentre continuava a leccarla: l’adoro.
Era cosi totale e sincero l’entusiasmo con cui si stava dando a lui, che l’orgasmo la sorprese e la fece imprecare tanto era forte il piacere che stava provando. Le sue mani cercavano di fermare la testa di lui che continuava ad ondeggiare, tanto era l’impegno con cui la leccava. Lui si tirò su, le teneva le mani sulla parte interna delle cosce. Guardava il suo corpo con avidità mentre la teneva in quella posa oscena. Lei per la prima volta non si sentii in imbarazzo, ma le piacque la brama nei suoi occhi e, l’evidente desiderio che aveva di scoparla. Patrizio inarcò il suo busto, in modo da portare la sua cappella dinnanzi alla sua fica spalancata. La fece scivolare dentro, lentamente. Era grossa davvero, al brivido di piacere si mischiò un leggero dolorino, che esplose lasciandola senza fiato quando lui prese a muoversi per farlo entrare tutto. Lui andava e veniva senza sosta, lei mugugnava e con le mani si reggeva i seni che ballonzolavano ad ogni suo colpo di reni. L’apice del piacere, però lo raggiunse quando lui la fece sedere sul suo cazzo e le disse ‘Scopami tu, fammi vedere quanto sei brava’. Ogni freno era saltato. Faceva leva sulle gambe per poi lasciarsi ricadere su quel cazzo, lo faceva con velocità perché ormai era prossima all’orgasmo. Si ritrovò ad urlare come non aveva mai fatto in vita sua, mentre le sue mani erano dietro la nuca perché voleva che lui l’ammirasse. Finalmente voleva essere guardata e desiderata. E Patrizio l’assecondava con piacere e, con le mani le palpava le natiche le apriva e le stringeva accompagnando i suoi movimenti sussultori. Quando l’orgasmo la lasciò sfinita e si piegò sul petto del cugino, lui fini di sfilarlo dalla sua figa. Lo senti irrigidirsi, e poi si sentii bagnare dal suo sperma, sulle natiche. Rimasero così uno tra le braccia dell’altro senza dire niente.

Il mattino dopo, Lucia rientrava dalla sua corsa mattutina sorridendo. Non vedeva l’ora di finire la doccia per ‘parlare’ col suo adorato cuginetto.

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