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Questi fatti sono realmente accaduti 6 anni fa.
Solo una volta ho fatto un accenno con un amico dell’esperienza che avevo vissuto ma dopo poche parole ho capito che dovevo tenermi tutto per me.
All’epoca avevo 23 anni, sono un ragazzo alto e ‘ben messo’, anche li. Si insomma il mio pene ha dimensioni molto generose. A quel tempo devo ammettere che mi masturbavo praticamente tutti i giorni e le mie fantasie erotiche non avevano limiti. Ma la preferita era sempre mia zia, con lei mi facevo delle seghe bellissime. A volte mi veniva duro solo a pensarla.

Mia zia abitava a pochi isolati da casa mia e quindi ci vedevamo spesso.
Una donna di 45 anni, soda con delle tette non grandi ma dei capezzoli che riuscivi sempre a vedere attraverso la sua vestaglia. Non e’ sposata, sembra perfino non abbia grande interesse per il sesso.
A volte mi sono vergognato perché si accorgeva che la guardavo e cercava di coprirsi.

Tutto e’ successo una estate, mi ha detto se volevo andare in montagna con lei per una settimana, avrei dovuto aiutarla a sistemare la casa. Non che ne avessi tanta voglia.
Anche se era nelle mie fantasie erotiche preferite, per me erano sempre e solo fantasie non avrei mai lontanamente pensato a sfiorarla.
Mentre parlavamo ho capito che avrei dovuto dormire nel letto matrimoniale della sua camera perché l’altro letto non aveva il materasso. Il pensiero di dormire sotto lo stesso lenzuolo mi faceva impazzire, accettai di buon grado di andare in montagna ad aiutarla.

Partimmo un sabato mattino con la sua macchina stracarica di cose di ogni genere che doveva portare, la casa era chiusa quasi da un anno. La casa era abbastanza isolata, vicino a un paesino, erano due piccole stanze e una cucina.
Il primo giorno facciamo un po di pulizie, la sera mangiamo e andiamo a dormire presto. La televisione non c’era. Per primo entro nella stanza, mi tolgo i vestiti e mi metto nel letto. Lei entra, si sposta leggermente dietro al letto per cambiarsi, in modo che non la vedessi.
Ovviamente giro leggermente la testa e qualche cosa vedo: delle belle cosce, si infila la vestaglia e entra nel letto. ‘Brrr che freddo’ esclama, ‘già, già’ dico io. Mi strofina un po una mano sulla schiena, come per scaldarmi e mi da la buonanotte. Inutile dire che il mio pene era diventato come il marmo.
Dopo qualche minuto mi viene l’illuminazione!!! Dovevamo passare una settimana, lei, di cazzi non credo che ne avesse tanti e quindi non ero solo io a avere voglia.
Dovevo riuscire a eccitarla in modo che si lasciasse andare e allora approfittarne per riempirla di sperma.

Fargli vivere una scena di un film porno sarebbe stato certamente arrapante per lei e anche se non avesse provato nessuna attrazione nei mie confronti sarebbe stato un primo passo.
Era nel letto girata, mi dava le spalle, non credo che dormisse ancora; era passato troppo poco tempo da quando avevamo spento la luce.
Inizio molto piano a toccarmi e a andare su e giù con la mano. Dovevo fare piano, volevo che mi sentisse ma doveva essere un atto molto velato. Mi stavo facendo una sega ma l’unica cosa che volevo che lei sentisse era la coperta che si muoveva. Ero eccitato che gli sarei saltato addosso.
Mi sono sborrato addosso e ho riempito il pigiama. L’ho tolto e sono rimasto in canottiera. Lei in questo tempo non ha fatto nessun movimento, come se stesse dormendo. Dopo 20/30 minuti che avevo finito la sento che si gira a pancia in su.
Mi sembra di capire che avesse portato una mano sulla figa, ma penso anche che essendo eccitatissimo stessi fantasticando su di un fatto impossibile. No. Sento dei movimenti, sono quasi sicuro che si sta facendo da sola. Panico! che faccio? Aspetto 3/4 minuti e continuo a sentire dei piccoli movimenti.
Devo aspettare, solo se ho pazienza riesco (forse) a farmela prima della fine della settimana.
Il mio intento è quello di eccitarla il più possibile nei prossimi giorni. Se si sta facendo un ditalino devo bloccarla! Mi alzo dal letto e vado in bagno. Appena torno mi chiede ‘dove sei andato?’, ‘in bagno’ rispondo. Dopo mezz’ora dormiva.
Questa sera sono riuscito nel mio intento.

Il secondo giorno proseguiamo in casa con i lavori. Il mio pensiero è sempre fisso alla sera quando andiamo a dormire, riuscire a eccitarla e non permettergli di sfogarsi. Anche la seconda sera andiamo a letto, spegniamo la luce, ma mia zia vuole chiacchierare.
‘Senza televisione la sera…’ dice, ‘e si ormai siamo abituati cosi’, parliamo un po poi mi dice che è stanca e vuole dormire. Aspetto un po’ e poi ricomincio la scenetta della sera precedente. Questa volta azzardo, gli faccio sentire il braccio che si muove e quando mi esce il fiume qualche gemito mi e’ scappato. Da lei nessun movimento.
Dopo un po mi metto a dormire anche io. Il giorno seguente mia zia non trattiene qualche battuta, mentre stavamo imbiancando l’ingresso dice, non so se rivolta a me o se tra se e se, ‘questa notte sembrava ci fosse il terremoto’.
Poi più tardi ‘ti sei addormentato subito ieri sera?’ e io ‘no zia, sono stato sveglio un po’. A quel punto una sua battuta mi fa capire che eravamo al momento buono. Mi dice ‘anche io non riuscivo a dormire, sono stata sveglia molto dopo che abbiamo finito di chiacchierare’. Tra me e me ho tradotto il discorso: ‘ti ho sentito mentre ti facevi una sega’.
In quel momento ho capito che questa sarebbe stata la sera buona, dovevo prendere coraggio.
La voglia di riempirla di sperma era tantissima. Troppa. Dovevo stare attento a non fare errori.
Quella sera dovevo cercare di farmela ma allo stesso tempo, se lei mi avesse rifiutato dovevo avere ‘una via di fuga’. Dovevo dirle che aveva capito male le mie intenzioni.

Viene la sera, vado a letto. Lei arriva e a differenza delle altre sere non si mette dietro per cambiarsi ma a fianco del letto, non potevo non vederla.
Questa sera la camicia da notte è molto corta, copre per pochi centimetri il suo pelo. Mentre si cambiava mi sono sistemato in modo che vedesse bene il rigonfiamento delle coperte sul mio cazzo che stava scoppiando. L’occhio lo butta!
Si mette nel letto mi da la buonanotte e mi dice che è stanchissima e vuole subito dormire. Dopo pochi istanti ho l’impressione che stesse veramente dormendo.
Moooolto sconsolato inizio a segarmi senza preoccuparmi di farmi o non farmi sentire.
A un tratto sento la sua mano che si muove, la mette vicino al mio braccio. Il cuore inizia a battere all’impazzata. Continuo con la sega. La sua mano scivola vicino al mio pene.
Ero nel panico, non sapevo cosa fare, non sapevo se stava dormendo o se volesse toccarmi. Prende lei il comando, lo afferra e inizia a segare in un modo sublime. ‘Siiii, ziaaaa, ziaaaa, siiiii’, stavo impazzendo. Allungo una mano gli tocco il pube, inizio a muovere un dito sul clitoride.

Inizio a sentirla godere ‘Siiii…. Siiii… Daiiii premi più forte…. Bravoooo…’ Si voltò verso di me e prese a baciarmi sulla bocca. ‘Daiiiii non ti fermare… Ti piace la sega della tua zietta?’

Aveva un clitoride grandissimo.
Mi butto sopra di lei, le allargo le gambe e lo butto dentro, faceva urli che non avevo mai immaginato, neanche durante le mie seghe più belle. “Siiiiiiii, sbattimi, sbattimi, mmmmmmm, voglio che mi riempi di sborra, dimmi che sono la zia più troia’ Sentivo i suoi capezzoli battermi sul petto. Aveva il viso rosso fuoco. Avrei potuto fagli qualsiasi cosa, non capiva più nulla.
Il tutto non duro’ molto, ero troppo eccitato. Gli riempii la figa di sborra tanto che la sentivo colare fuori mentre gli sbattevo il cazzo dentro, vedendomi cosi’ eccitato anche lei ha avuto un orgasmo assurdo.

Un brutto capitolo di questa storia sarebbe avvenuto qualche mese dopo. L’ho violentata.

Non parlammo più di quello che era accaduto tra di noi.

Passarono i mesi, ci si trovava in famiglia ma da parte sua non ricevevo quel colpo d’occhio che mi sarei aspettato. In qui giorni che la incontravo non potevo fare a meno, la sera sul letto, di masturbarmi. Immaginavo lei inginocchiata tra le mie gambe che faceva lentamente scivolare la sua mano sul mio pene mentre mi fissava negli occhi come a cercare la conferma del suo lavoro sublime. Poi immaginavo di sollevarvi e spingerla sul letto, senza bisogno di una guida il mio pene entrava dentro al suo ventre come volesse provocarle dolore. Mi alzavo e le ricadevo sopra con violenza, i nostri corpi si scontravano emettendo schiocchi fortissimi. Improvvisamente mi fermavo dentro di lei, il pene durissimo pulsava e sentivo lo sperma che uscendo come un fiume in piena la riempiva, lo sentivo lubrificare il pene fino a colare fuori.

Ma queste erano solamente fantasie. Non avevo il coraggio di prendere l’iniziativa e pensavo che questo valesse anche per lei. Un giorno, mentre mi stavo toccando in bagno decisi di andarla a trovare. L’eccitazione di quel momento mi avrebbe dato il coraggio di chiederle di stare ancora con me.

Mi presentai a casa sua, mi fece accomodare sul divano. Lei si sedette al mio fianco, indossava un vestitino giallo e nero che le arrivava appena sopra alle ginocchia. Non poteva non notare che sotto ai miei pantaloni un pene era pronto a farle passare qualche momento di spensieratezza. Ero eccitatissimo, avevo paura di sborrare ancora prima di abbassare la cerniera.

“Zia… Senti…” non sapevo cosa dire.

“Mi rendo conto che tra noi è successo quello che non doveva accadere” disse mia zia con voce tranquilla “ma ora tu non devi più pensarci e una cosa come quella non deve più succedere! Io sono tua zia! Ti rendi conto?”

Mi girai verso di lei, allungai una mano sul suo ginocchio.

“No, non puoi farlo! Non voglio! Non voglio che succeda mai più”

Sembrava terrorizzata da me, questo mi eccitava ancora di più di quanto non lo fossi già. Aprii i pantaloni e li abbassai insieme alle mutande. Con un balzo gli fui sopra.

“No. No. Non ti permettere” Urlava, non voleva.

Mentre la tenevo ferma con il peso del mio corpo, con una mano gli spostai le mutandine e in un istante il pene la stava trapassando.

“Noooo….. Non puoiiii….” Urlava, sembrava quasi che piangesse ma questo non faceva altro che aumentare la mia eccitazione.

Non dovetti sollevarmi molte volte prima di sentire il fiume che riempiva la sua vagina. Restai sdraiato sopra di lei. Mia zia era immobile, non parlava, non si lamentava più.

Mi alzai lentamente mentre lei era rimasta come inanimata stesa sul divano con gli occhi semichiusi.

Presi il giubbotto, mi girai un ultima volta a guardarla. Era sempre nella posizione in cui l’avevo lasciata con la gonna alzata sopra il pube, le mutandine spostate che lasciavano vedere la peluria coperta della mia rugiada bianca.

 

“Scusa zia”

 

nik

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