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I CAMBIAMENTI DELLA VITA. L’INIZIO.

By 26 Settembre 2016Aprile 22nd, 2020No Comments

Mi chiamo Carlo, ho quasi 54 anni ed otto mesi fa la mia vita &egrave stata sconvolta da un avvenimento inatteso, mia moglie Anna &egrave stata coinvolta in un incidente stradale ed &egrave deceduta. Noi eravamo sposati da ventisei anni, con due figli che ormai sono indipendenti. Il maschio lavora in Lussemburgo e la ragazza ha appena iniziato a lavorare a Parigi, presso una multinazionale prestigiosa.
Questa tragedia mi ha quindi provato fortemente, mi sono trovato solo, con tutti i progetti futuri azzerati e con una sensazione di precarietà mai provata prima. Ho preso un socio nel mio studio professionale ed abbiamo concordato che entro cinque anni lui mi subentrerà ed io sarò ufficialmente fuori dall’ambito lavorativo. Da subito il mio apporto &egrave diventato part-time ed io ho riorganizzato la mia vita. Tutte le mattine ho preso l’abitudine di recarmi in un supermercato vicino a casa dove faccio acquisti come fosse un mercatino rionale, per le necessità del giorno. In breve ho iniziato a conoscere ed a famigliarizzare con il personale, come fossero i negozianti del quartiere della mia infanzia.
Dopo qualche mese &egrave anche subentrato un problema inerente la mia sessualità. Con mia moglie l’attività sessuale non era certo frenetica ma era costante, due, tre volte a settimana. Senza molte variazioni e con poca originalità ma con un affetto di fondo molto intenso che ci ha sempre consentito un appagamento reciproco. Ora come potevo sfogare i miei desideri? In breve ho scoperto di avere un problema psicologico, se vado con una donna a pagamento non mi si rizza. Non mi sento desiderato, la cosa non mi intriga quindi non riesco ad eccitarmi. Dopo un paio di tentativi ho dovuto prendere atto della cosa, confermatami da un amico medico. D’altronde ero decisamente fuori allenamento per il corteggiamento, oltre a sentirmi superato vista la mia età ormai non più giovanissima. Mi sono quindi accontentato della masturbazione, non soddisfacente ma unica soluzione che mi consentiva di sfogarmi con le mie fantasie e i miei desideri.
Due mesi fa le cose sono cambiate in maniera imprevedibile. Era lunedì ed io stavo andando a fare il mio solito giro al super, ero sorpreso vedendo il parcheggio semivuoto. Sono entrato ed ho compreso il perché, era stato indetto uno sciopero del personale, per non chiudere tutto il negozio il direttore aveva spostato tutto il personale degli uffici nei servizi di front office ma il servizio era egualmente ridotto. Ho fatto il mio giro, anche la clientela era ridotta, e mi sono avviato alle casse. In una ho individuato Sara, la responsabile delle casse con cui avevo scambiato qualche battuta.
‘Ciao Sara, ti hanno rimessa al lavoro?’ ho detto scherzando. Lei era piuttosto seccata:
‘Si, per non farci chiudere ci hanno precettati tutti sul front office. E così sono tornata in cassa, per fortuna ci sono pochi clienti.’
‘Clienti affezionati come me.’ Ho ribattuto sorridendo.
Anche lei ha sorriso: ‘Certo, cosa hai comprato oggi? Pane e latte?’ abbiamo scherzato sulle mia capacità culinarie e poi lei ha bofonchiato: ‘E non ci pagano neanche degli extra, per premio mi danno il mercoledì libero. Cosa me ne faccio di mercoledì libero?’
Ho reagito d’istinto, senza pensare: ‘Perché non vieni con me fino al mare. Devo andare a verificare la casa in Liguria e non volevo andare da solo.’ Ero arrossito nel dirlo.
Lei mi ha fissato in modo strano, sorpresa della mia offerta: ‘Grazie, sei gentile ma ho tanto da fare a casa.’
‘Senti, domani ci vediamo e mi dai una risposta definitiva. Mi faresti un piacere, così non viaggio da solo. Pensaci’
Ci salutiamo con un suo sorriso. La notte ho dormito poco, ero agitato, convinto di non essermela giocata bene, certo del suo rifiuto. Il martedì alle nove ero al super, lei era tornata al suo posto nella cassa centrale, mi ha salutato e mi ha fatto cenno che ci saremmo visti dopo, per un caff&egrave. Un buon segno?
Ho comprato un po’ di sushi e sono uscito, lei mi ha raggiunto al bar.
‘Ciao, in merito alla tua idea di andare al mare, domani. L’idea mi alletta ma tu hai ben chiaro che sono una donna sposata, con un figlio di nove anni e nessun grillo per la testa? Non vorrei ti facessi strane idee.’ Mi dice senza tanti preamboli.
‘Io ho cinquantaquattro anni, sono solo come un cane e vorrei unicamente fare un viaggio in compagnia, nulla di più. Te lo assicuro.’ Rispondo con tono sincero. Bene, mercoledì alle otto e trenta alla fermata della metro di Piazza M. ci troviamo. Lei per le diciassette deve essere a casa, il figlio rientra da scuola.
La notte la trascorro agitatissimo, ha accettato ma ha messo dei paletti. Avrò qualche possibilità o no? Mi masturbo pensando a lei. Al mattino successivo sono ad attenderla all’uscita della metro. Arriva, indossa dei jeans molto aderenti, scarpe da ginnastica ed un giubbino chiaro, Rispetto al solito &egrave leggermente più truccata e curata ed i capelli castano chiari sono sciolti. La saluto con un bacio sulla guancia e partiamo. ‘Che bella macchina hai.’ Mi dice colpita dagli interni lussuosi.
Dopo venti minuti ci fermiamo in un autogrill famoso per la qualità dei panini. Io non ho ancora fatto colazione, lei dimostra un appetito sano, ordina un panino al crudo con una birra piccola: ‘A metà mattina faccio sempre merenda’ mi spiega. Sotto il giubbino indossa una maglietta aderente che valorizza un seno importante, una terza o una quarta, ed una pancia piatta. Il viso &egrave regolare, con belle labbra e begli occhi. Il naso &egrave leggermente aquilino, l’espressione &egrave intelligente.
Durante il viaggio racconto la mia vita e lei mi racconta la sua, ha trentatre anni, a venti ha conosciuto il marito e dopo poco si sono sposati. Nove anni fa &egrave nato Luca, il figlio. Da quattordici anni lavora nel supermercato, prima aveva poca voglia di studiare ed ha lavorato per parecchio tempo in un negozio di abbigliamento. Si rammarica di essere alta solo un metro e sessantacinque ed &egrave molto orgogliosa della sua forma fisica.
Arriviamo a Spotorno, dove possiedo una casetta, prima delle dieci. Entriamo e la accompagno a visitarla, il punto forte &egrave il terrazzo del primo piano che ha una splendida vista. Siamo a metà Maggio, la giornata &egrave tersa ed il sole caldo. Manifesta gioia ed entusiasmo. Le chiedo se vuol prendere il sole e lei vorrebbe farlo, ma non ha il costume. La accompagno in camera di Alice, mia figlia, e le faccio vedere i costumi che lei ha lasciato in un cassetto. Lei sceglie un due pezzi verde ed oro. Io esco dalla camera e la attendo in terrazza predisponendo un lettino con asciugamano per lei ed una poltrona all’ombra per me. Quando arriva mi viene un colpo. Alice &egrave più minuta ed ha una seconda di seno, il costume fatica a contenere le forme di Sara che sono esaltate da quei pochi centimetri di stoffa. Ha indossato della ciabatte con tacco e sembra molto più alta ed ha raccolto i capelli in una coda di cavallo. Con malizia compie una piroetta su di sé e mi chiede cosa ne penso.
‘Sei bellissima.’ Riesco a dire mentre arrossisco ed ho un inizio di erezione.
‘Allora la corsa che faccio ogni mattina non &egrave tempo buttato’ mi risponde mentre si stende prona sul lettino. Ha due glutei meravigliosi, il costume scompare nel solco delle natiche. Le gambe sono tornite e senza cellulite. Nel complessa &egrave una bella donna, ed &egrave consapevole di esserlo. Dopo mezz’ora mi allontano con una scusa e la lascio sola. La spia da dietro una finestra e vedo che si toglie il reggiseno e si posiziona supina. Il seno &egrave meraviglioso, capezzoli scuri, areole grosse e mammelle sode. Il triangolino delle mutandine &egrave risucchiato dentro di lei aderendo perfettamente alla vagina. Sono tentato di masturbarmi ma mi trattengo, potrei avere di meglio. Scatto comunque una foto ricordo. Faccio alcune telefonate per trovare un ristorante aperto in settimana fuori stagione, quindi torno in terrazza, lei si copre con le mani, pigramente e manifesta una felicità infantile quando la informo che per mezzogiorno possiamo andare a mangiare il pesce in un locale sulla spiaggia.
Dopo che si &egrave docciata e rivestita ci avviamo, mi chiede a che ora dobbiamo partire perché lei sia a casa per l’arrivo del figlio. Concordiamo che alle quindici, quindici e trenta dobbiamo ripartire.
Andiamo a pranzo, siamo solo due coppie. Prendiamo antipasto di pesce e risotto allo scoglio con un Prosecco di accompagnamento. Le riempio generosamente il bicchiere.
‘Tu vuoi farmi ubriacare per approfittarti di me. Ma io reggo il vino meglio di te.’ Mi dice scherzando.
Dopo il caff&egrave ed un limoncello usciamo dal locale, tenendoci per mano, arriviamo alla macchina e torniamo a casa.
‘Devo fare pipì!’ dichiara appena entrata in casa. ‘Anche io!’ rispondo. ‘Allora facciamola insieme!’ mi propone guardandomi con occhi maliziosi che brillano. Io resto senza fiato, mi prende per mano ed entriamo nel bagno del primo piano. Mi bacia, le nostre lingue si intrecciano. Sento che mi slaccia la cintura ed apre i bottoni dei pantaloni. Li abbassiamo insieme ai boxer, sono eccitato, &egrave molto tempo che non bacio una donna.
‘Ora fai quello che ti dico, voglio premiarti per la tua generosità.’ Mentre dice queste cose vedo una luce strana nei suoi occhi, non capisco se dovuta al vino o ad altro. Mi prende la gamba destra e mi porta ad appoggiarla sulla tazza del water, quindi lei scende tra le mie gambe ed inizia a baciare e leccare lo scroto per poi salire lungo l’asta ed imboccare la cappella. La lecca provocandomi dei fremiti, non resisterò a lungo, la visione di questa donna intenta a leccarmi aumenta la mia eccitazione in modo incontenibile. Lei lo capisce e si estrae il pene dalla bocca, con la mano destra lo masturba lentamente mentre con la bocca scende lungo l’asta, lungo lo scroto, arriva al perineo che lubrifica con la saliva. E’ una cosa che non ho mai provato prima. Mi lubrifica lo sfintere con la lingua ed avvicina una falange che gira in tondo intorno al mio culetto, quindi entra dentro di me, lentamente. Spalanco gli occhi &egrave una sensazione nuova, incredibile. Mi stà VIOLANDO IL CULO, fino ad oggi non mi era mai successo. Chiudo gli occhi travolto da sensazioni nuove. Il dito di Sara si muove dentro di me velocemente, poi sento la sua bocca che risale lungo l’uccello e riprende a spompinarmi. Provo un calore, un senso di umido magnifico, sono sull’orlo dell’orgasmo che finalmente esplode. Forte. L’effetto combinato della sua bocca e del suo dito che mi massaggia la prostata &egrave amplificato dalla rigidità che il mio corpo assume per non farmi cadere. Mentre apro gli occhi urlo il mio piacere e vedo Sara intenta ad ingoiare tutto il mio seme. E’ una visione magnifica. Terminato l’orgasmo mi siedo sul water, riprendendo fiato. Sara &egrave in ginocchio di fronte a me, le prendo la testa tra le mani e la bacio, sento il saporo del mio seme dentro la sua bocca ma sono così coinvolto che la cosa non mi disturba. Ci baciamo lungamente, quando riapro gli occhi lei &egrave nuda. Mi complimento con lei per la sua bellezza e le lecco il seno.
‘Non abbiamo tempo per i giochini, tra poco dobbiamo partire per Torino. Scopami ora.’ Mi intima lei mentre si infilza sul mio uccello che si &egrave incredibilmente di nuovo indurito.
‘Forza vecchietto, fammi vedere se ce la fai ancora, fottimi, fottimi.’ Mi incita Sara mentre si alza e si abbassa sulla mia asta. E’ calda, umida e mi stringe l’uccello con la vagina. Il contatto &egrave molto forte, eccitante, chiudo gli occhi mentre scendo a succhiarle un capezzolo, duro e lungo. Sono nuovamente sul punto di godere, lei accelera il ritmo ed inizia ad ansimare. Raggiungiamo l’orgasmo insieme, lei torna a baciarmi profondamente con trasporto.
Dopo alcuni istanti si solleva, mi bacia dolcemente e si infila in doccia. Alle quindici, puntualissimi siamo in vettura ed alle sedici e trenta, in anticipo, &egrave a casa.
Dopo cena sono a letto e ripenso alla giornata, alle sensazioni provate. Durante il ritorno non abbiamo parlato del futuro, la rivedrò o sarà stata un’avventura unica?
Mentre sono concentrato su questi pensieri suona il mio telefono, rispondo.
‘Ciao, sono Sara. Volevo solo informarti che &egrave tutto andata bene. Mio figlio mi ha detto che mi vedeva ‘rossa’ forse intendeva abbronzata ma ho risposto che era per il lavoro, ero stanca. Mio marito non ha visto nulla.’
‘Sara, dove sei?’ le chiedo
‘A casa, chiusa nel cesso. A ripensare ad oggi.’ &egrave la risposta.
‘Anche io ti pensavo. E’ stato magnifico’ le dico, trattenendomi dal chiederle di rivederci. Voglio capire cosa pensa lei.
‘Anche per me. Se ti dicessi che mi sto masturbando ripensando ad oggi ti farebbe piacere?’ mi provoca lei.
‘Molto piacere, ma vorrei essere li, accanto a te.’ Rispondo.
‘Ascolta, venerdì ho l’orario spezzato. Dalle nove all’una e dalle quattro alle otto. Di solito &egrave una rottura tremenda ma ora potrebbe essere una fortuna. Cosa ne pensi?’
‘Possiamo pranzare insieme, a casa mia. Io abito di fronte al super praticamente. Ti farebbe piacere?’ le chiedo.
‘A casa tua? Mi sembra pericoloso per la mia virtù’ mi canzona lei.
‘Non temere, difenderò la tua virtù a costo della mia stessa vita’ rispondo ridendo.
‘Ora sono molto più tranquilla.’ Risponde ridendo. ‘Ora devo andare, ci vediamo venerdì alle tredici sempre in piazza M. Buona notte.’
‘Notte amore mio, a presto’ la saluto. Sono eccitato, ho una amante. Bella, giovane e decisamente porca.
Venerdì mattina, mentre la attendo sono molto eccitato. Sara &egrave decisamente una bella donna, con una bella famiglia e probabilmente corteggiata da metà dei maschi eterosessuali che lavorano con lei. Per quale motivo ha scelto me? Sono un uomo ormai maturo, piacevole ma sicuramente non un George Clooney. Il mio timore &egrave che dietro vi siano motivazioni economiche o che oggi si renda conto della cazzata commessa e mi scarichi. Dopo aver provato nuovamente il piacere sessuale il ritorno alla masturbazione mi risulterebbe insopportabile. A casa ho preparato un pranzo freddo leggero con salmone, insalata e stuzzichini accompagnato da una bottiglia di Traminer. La vedo salire dalla stazione, sorride e mi viene incontro. Indossa i soliti jeans scoloriti super aderenti con delle scarpe sportive, basse ed un giubbino impermeabile, sta piovigginando e copre i capelli con un cappello.
La faccio accomodare in auto: ‘Dai, andiamo che il tempo passa in fretta!’ mi sollecita. Io parto, lei appoggia la mano sinistra sulla mia, la tira a se e la bacia. Quindi apre il giubbotto e me la appoggia sul seno. Sento i capezzoli attraverso la stoffa, duri e gonfi.
La mia casa &egrave all’ultimo piano di un palazzo con garage nell’interrato, entro e parcheggio l’auto quindi possiamo prendere l’ascensore per salire al piano. La faccio entrare e rimane colpita, l’appartamento occupa metà dell’ultimo piano, &egrave composto da tre camere da letto, tre bagni, un piccolo studio, una cucina dove &egrave possibile mangiare ed un salone di oltre trenta metri con delle vetrate ed un balcone che dominano il vicino parco. In lontananza si vedono le Alpi.
‘Che bello!! Ma allora sei ricco!’ commenta Sara sorridendo.
‘Ho lavorato molto e ho comprato questo appartamento tanti anni fa, nel momento giusto. Ora &egrave troppo grande per me solo ma era stato pensato per una famiglia di quattro persone dove erano sempre presenti fidanzati, amici e colleghi dei figli’ rispondo.
Sul tavolo &egrave predisposto il pranzo freddo che ho preparato, ci serviamo chiacchierando del più e del meno. Si instaura un bel feeling tra noi, l’atmosfera &egrave rilassata. Sappiamo che finiremo a letto, ma senza ansia.
‘Devo fare pipì! Con una casa così grande avrai dieci bagni immagino.’ Mi dice ridacchiando.
‘Ne ho tre, se vuoi ti porto in quello della mia camera.’
‘Andiamo’ risponde semplicemente porgendomi la mano.
La accompagno ed entro con lei che si abbassa subito pantaloni e mutandine, sedendosi sul water. Io mi muovo verso la porta ma lei mi ferma: ‘Non sarai mica imbarazzato nel vedermi pisciare’
‘Se non imbarazza te, a me fa solo piacere.’ Le rispondo. Vedo il getto dell’urina colpire lo smalto. Lei si toglie le scarpe ed in tal modo sfila del tutto i pantaloni e le mutande, quindi divarica le cosce mostrandomi la vagina da cui continua ad urinare. Sotto la maglietta i capezzoli sembrano voler strappare il tessuto.
Mi avvicino a lei e le sollevo la maglia, sotto indossa un reggiseno a balconcino che lascia scoperti i capezzoli, allacciato sul davanti. Lo sgancio liberando i seni che inizio a massaggiare con la mano destra mentre con la sinistra scendo lungo il suo corpo fino ai peli del pube.
‘Che pelle morbida, sembra seta.’ Mi complimento, &egrave molto bella, un fisico tonico. Sento le labbra della figa umide di urina, le introduco un dito dentro e sento l’umido della sua eccitazione. La bacio, &egrave un bacio magnifico, coinvolgente, passionale. Le nostre lingue si inseguono, si intrecciano. Mi eccito, ormai il mio dito medio della mano sinistra &egrave tutto dentro di lei, avvolto nel caldo ed umido della sua intimità. Si alza e ci dirigiamo verso la mia camera da letto dove la faccio sdraiare, le apro le gambe ed inizio a baciare e leccare la figa. E’ piuttosto pelosa e parecchi peli mi finiscono in bocca, quindi mi devo interrompere per sputarli. Continuo a muovere un dito dentro di lei mentre avvicino l’altra mano al suo ano, le massaggio lo sfintere, scendo a leccarlo.
‘Entrami dentro il culo’ mi incita con voce arrochita dall’eccitazione ‘mettimi un dito in culo!’ eseguo prontamente inserendo prima l’indice ed affiancandolo poi con il medio. Anche nella figa ora le dita sono due, intanto continuo a leccare la clitoride. Continuo per dei lunghi minuti, poi sento una sua mano posarsi sulla mia testa e spingermi verso di lei.
‘Si, non fermarti, continua così che vengo. Fottimi figa e culo, fottimi tutta. Sono tutta tua, fammi tua, fottimi, fottimi.’ Mi incita. Il fatto che usi un linguaggio così esplicito mi eccita ulteriormente. La sento fremere sotto la mia lingua: ‘SIIIII” così, così, mi fai godere’. Lei manifesta il suo piacere in modo molto esplicito e rumoroso, muovendo la testa e gridando. Dopo alcuni istanti si appoggia sui gomiti e dice: ‘Ora vienimi dentro, voglio sentire il tuo cazzo dentro di me. Vieni’.
Io mi inginocchio tra le sue gambe ed appoggio il glande tra le grandi labbra, Sara &egrave calda e fradicia di umori. Il mio uccello pare risucchiato dentro di lei tanta &egrave la facilità con cui entra, lei mugola di piacere e mi incita: ‘Ora scopami, scopami forte, riempimi di sborra, voglio sentirti venire. SCOPAMI!!!!’ io accelero il ritmo del mio movimento, non riesco a controllarmi a lungo e vengo dentro di lei. Ogni spruzzo &egrave un brivido di piacere che mi arriva fino al cervello. Lei asseconda i miei movimenti e sembra volere sentire ogni getto mentre continua a gemere chiedendomi di riempirla.
Mi sdraio di fianco a lei, estraendo il pene. Appagato. Riprendiamo fiato, lancio uno sguardo all’orologio solo le due ed un quarto, &egrave mezz’ora che scopiamo. Mi sembrava fosse trascorse delle ore, sono in uno stato di soddisfazione incredibile.
‘Ora ti faccio un lavoretto che ti piacerà’ con questa frase, dopo alcuni minuti Sara si solleva su un gomito e mi guarda. Ha di nuovo quello sguardo luminoso che avevo colto a Spotorno. Si raccoglie i capelli con un elastico e scende verso il mio pube. Inizia a leccarmi tutto l’uccello, partendo dalle palle e salendo fino alla cappella. Alterna leccate e succhiate. Mi guarda negli occhi con una espressione che posso definire in un solo modo: DA PORCA. Si dedica con passione a questo lavoro per alcuni minuti, il mio uccello riprende parte della consistenza, pur non indurendosi totalmente.
‘Sai cosa ho fatto? Ti ho fatto il bidet con la mia bocca, ho bevuto tutti i nostri umori. Lo trovo molto eccitante, non ti pare?’ mi informa accoccolandosi di fianco a me.
‘Sei un’amante splendida. Non ho mai provato sensazioni così forti come quelle che mi fai provare tu. Sei bravissima!’
‘Ho avuto un buon maestro.’ Si schermisce lei.
E qui io commetto un errore pazzesco: ‘Tuo marito?’ chiedo. Evidentemente il mio cervello &egrave ancora sotto l’effetto dell’orgasmo di poco prima.
Lei infatti scoppia in una risata sonora. ‘No, povero Antonio. Lui &egrave un buon marito, un buon padre ma come amante non ‘. Non ha coraggio diciamo, d’altronde anche tu con tua moglie non &egrave che facessi le scintille se mi dici che non hai mai provato quello che provi con me. O mi conti delle gran balle?’
Arrossisco; ‘No, effettivamente avevamo un rapporto che definirei abitudinario. Niente a che vedere con quello che provo con te.’ Ammetto francamente. ‘Far l’amore con te &egrave come essere travolti da un mare in tempesta, con mia moglie era come galleggiare su un lago in bonaccia.’ Spiego. Ma sono incuriosito:
‘Ora però, girati e raccontami chi &egrave stato il tuo maestro, mi hai incuriosito’ le chiedo facendola posizionare di fianco a me, prona.

Sara &egrave distesa al mio fianco, io le accarezzo le gambe, la schiena, i glutei. Lei &egrave consapevole della sua bellezza che in questa posizione &egrave enfatizzata. Inizia a raccontarmi il suo passato, non senza un certo ritegno.
‘Ma non &egrave niente di particolare, ti avevo detto che non avevo voglia di studiare. Dopo aver finalmente avuto la licenza di terza media ho iniziato a cercare lavoro. Trovavo solo lavoretti nei bar o nei negozi. Nel frattempo ero cresciuta, ero alta e formata come ora, insomma dicevano che fossi la ragazza più bella del mio paese. Ero molto corteggiata ed ogni tanto avevo qualche storiella. Si iniziava a spettegolare su di me. Finalmente, un giorno d’estate, mi avvicina al bar Carmela. Era una mia cugina di terzo grado che si era trasferita a Torino. Era carina, vestita all’ultima moda, stivali e minigonna con una camicia bellissima. Sapevo che a Torino lavorava in un negozio d’abbigliamento maschile, mi si avvicina, mi saluta e mi spiega che nel negozio dove lavora lei il titolare cerca una nuova commessa. Lui si vanta di avere le commesse più belle di Torino, ed infatti molti ragazzi comprano da lui per quel motivo. Io potrei essere interessata a lavorare con lei? Oltretutto essendo a Torino potrei trasferirmi con lei in città, questo per i miei genitori sarebbe una tranquillità e per me l’occasione di godere di più libertà. Carmela mi aveva letto dentro come in un libro. Ma c’erano due problemi, dovevo piacere al padrone del negozio ed i miei dovevano accettare il mio trasferimento.’ Mentre mi raccontava la sua storia io mi ero posizionato con un cuscino sotto al fianco, e le carezzavo le gambe, i glutei ed il corpo. La sua pelle era morbida e calda. Mi piaceva moltissimo, mi piaceva la naturalezza con cui stava nuda a ricevere le mie carezze, mi piaceva il fatto che fosse certa della sua bellezza, che non la nascondesse. Intanto continuava a raccontare: ‘Carmela mi ha accompagnato al colloquio con il sig. Piero, il padrone dei negozi. Aveva una catena di tre negozi, uno gestito da lui e la moglie, uno gestito dal figlio ed uno dove Carmela era la factotum, la capa. Lei viveva in un appartamento sopra al negozio dove avrei potuto sistemarmi anche io. Il colloquio &egrave stato molto rapido, il sig. Pietro ha specificato che Carmela garantiva per me e mi ha detto che avrei potuto iniziare da lunedì. Stipendio un milione di lire, e l’uso gratuito dell’appartamento. Mio padre guadagnava un milione e mezzo con venticinque anni di anzianità in fabbrica. Mi sembrava un sogno. Mio padre e mia madre non hanno fatto difficoltà ad accettare che mi trasferissi a Torino, Carmela gli ha fatto capire che ormai nel paese mi stavo creando una nomea non molto positiva, era meglio cambiare aria. Purtroppo era vero, nei paesi la gente spettegola e non si fa gli affari propri. Ed anche i ragazzini si vantavano di cose anche solo immaginate per fare bella figura. Subito quando sono arrivata Carmela mi ha insegnato ad abbigliarmi come richiesto dal mio lavoro, con minigonne e stivaloni alti, con magliette striminzite o camicette super scollate. I clienti ci provavano ma non era un problema, con Carmela ho imparato a tenerli al loro posto quando volevo e ad essere più loquace quando lo desideravo io. Il sig. Piero veniva quasi tutti i giorni in pausa pranzo a ritirare l’incasso, mangiava con noi nell’appartamento e scopava con Carmela. A volte veniva dopo cena. Dopo una settimana, una notte, Carmela mi &egrave venuta a trovare nel letto, si &egrave sdraiata con me e mi ha interrogato. Voleva sapere se ero vergine e cosa facevo con i ragazzi, poi mi ha masturbato e poi io ho masturbato lei. La cosa si &egrave ripetuta anche la notte successiva, mi stava preparando per il sig. Piero. Infatti mi ha detto che Piero era attratto da me, che voleva far l’amore con me. Che era un amante esperto che mi avrebbe insegnato molto ma che non avrei mai dovuto contraddirlo. Se non me la sentivo potevo andarmene anche subito. Io non volevo tornare al paese, mi piaceva il lavoro, mi piaceva la vita da sola indipendente. In fondo Piero era un uomo affascinante, ho detto che non mi sarei tirata indietro.’
Io le avevo allargato le gambe e le stavo baciando l’interno delle gambe salendo verso il culetto. Lei ha continuato a raccontare, dietro mia incitazione: ‘Il sig. Piero si &egrave rivelato un vero porco. Non gli bastava far l’amore, voleva che fossi la sua troia, che non gli rifiutassi nulla, che soddisfacessi le sue fantasie. E ne aveva tante.’ Si era ammutolita, io ero arrivato a leccarle il perineo, mi sono spinto verso il clito ed ho sentito le grandi labbra aprirsi al mio tocco, già umide all’interno. Ha emesso un piccolo mugolio di piacere ed io le ho detto di fare degli esempi, di raccontarmi i dettagli: ‘Ad esempio dopo l’amore dovevamo sempre fargli il bidet noi ragazze, con la lingua. Ovviamente dovevamo ingoiare il suo seme quando lo spompinavamo. E poi, essendo in due, gli piaceva che una lo spompinasse mentre l’altra gli leccava il culo e gli massaggiava la prostata infilandogli uno o due dita nel culo. Queste erano le regole normali, poi aveva dei desideri speciali. Ad esempio una volta mi ha fatto vestire da scolaretta delle elementari con il grembiule rosa e mi ha fatto recitare la parte della ragazzina. Ohhhh, mettimi un dito dentro, fammi sentire il tuo tocco.’ Era eccitata, la faccio girare e appoggiare con la schiena alla testiera del letto, quindi le allargo le gambe facendole flettere, in questo modo la vagina a mia disposizione, ed inoltre posso leccare e baciare il suo seno. Con due dite le massaggio la clitoride e poi entro nella vulva alternando massaggi a penetrazioni.
‘E com’era come amante il sig. Piero” le chiedo
‘Anche tu mi sembri un bel porco, ti eccita il racconto delle mie maialate da giovane vero? Comunque tieni presente che aveva quasi settant’anni. Per l’età era ancora arzillo. Sicuramente era affascinante. Quando chiedeva una cosa ”’ anche se la chiedeva per favore era evidente che non potevi non farlo. Tu me lo hai ricordato quando mi hai chiesto di venire con te al mare. Sapevo che era sbagliato ma non sono riuscita a dirti di no.’ Incredibile, a me sembrava di averglielo chiesto in modo incerto invece per lei avevo usato un modo sicuro ed affascinante. E’ proprio vero che a seconda di come si guardano, le cose possono avere significati differenti.
‘Vuoi che ti mostri qualche giochetto che gli piaceva?’ mi chiede con il suo sguardo invitante. Da porca.
‘No tesoro, ora sono curioso di entrare in questo bel culetto. Girati amore’ Lei esegue prontamente, abbassa la testa tra le braccia porgendo in alto il culo. Le prendo le mani e le porto ad allargare le natiche aprendo leggermente lo sfintere.
‘Che spettacolo che sei Sara!! Sei bellissima!!’ le dico con sincerità. ‘Posso fare una foto?’
Lei esita, poi scuote le spalle:’ Fai quello che vuoi’. Io la fotografo in quella posizione, evidenziando lo sfintere e le labbra della vagina, gonfie. I peli le arrivano fino a contornare lo sfintere. Appoggio la mia cappella e lei si raccomanda: ‘Aspetta, usa un lubrificante. Sono oltre dodici anni che non lo uso!’ Vado a prendere dell’olio per il corpo in bagno e torno, lei non si &egrave spostata. Magnifica.
‘Ma davvero &egrave tanto tempo che non lo fai?’
‘Da quando il sig. Pietro mi ha licenziata ho iniziato a lavorare al super. Mi ha trovato lui il lavoro. Da allora lo avrò preso in culo una o due volte, dopo poco ho conosciuto Antonio ed ho capito che era la persona con cui sistemarmi. Una volta mi ha chiesto di provare il ‘secondo canale’ gli ho risposto ‘in futuro’ e da allora non me lo ha più chiesto’
Io le avevo lubrificato abbondantemente con l’olio lo sfintere, l’olio era colato anche sulla vagina ed ora lei si stava masturbando muovendo freneticamente le dita della mano sul clitoride.
‘Allora sono orgoglioso di essere il nuovo padrone esclusivo del tuo culo, amore mio’ mentre dicevo questo ho spinto per entrare dentro di lei. Dopo una resistenza iniziale sono entrato senza ulteriori sforzi, piazzandomi dentro di lei fino alla radice. Ho scattato diverse foto della penetrazione. Io avevo avuto pochissimi rapporti anali fino a quel momento, mia moglie non lo gradiva e la sua resistenza lo rendeva poco interessante anche per me. Ma ora la cosa era completamente diversa; scivolavo dentro lei agevolmente e lei ad ogni colpo manifestava il suo piacere con frasi sconnesse e sospiri, avevo le mani appoggiate sui suoi fianchi e la facevo muovere in modo coordinato con i miei colpi. Intanto continuava a masturbarsi e questo accresceva il suo godimento. Dopo pochi minuti ho sentito salire l’orgasmo, anche lei ha percepito l’ingrossarsi del mio palo ed ha iniziato ad incitarmi ad alta voce: ‘Dai forza, sborrami dentro, fammi il clistere con la tua sborra. Riempimi di sperma, forza, forza’ al che io ho iniziato a godere dentro di lei. Ad ogni fiotto che emettevo lei ansimava di piacere. Non ho fatto fiumi di sperma ma due o tre getti sono riuscito a spremerli. Dopo alcuni secondi di pausa lei si &egrave sollevata sulle braccia ed io ho estratto il pene. Ho fotografato lo sfintere aperto e da cui usciva un rivolo di sperma. Una, due, cinque foto ricordo di lei in questa posizione eccitantissima, con i seni penduli. Quindi ci siamo sdraiati di fianco.
‘Anche dopo i rapporti anali facevi tu il bidet al sig. Piero?’ le chiedo, lei mi fissa e si abbassa verso il pene che inizia a leccare e succhiare con la consueta abilità pulendolo alla perfezione.
‘Il sig. Piero ti sarebbe piaciuto. Anche lui voleva vedere la nostra partecipazione ai rapporti. Ho visto anche con Antonio che se manifesto il mio piacere voi uomini godete di più e più in fretta. Naturalmente non posso generalizzare, ma direi che anche per te &egrave lo stesso. Ora devo andare, sono già le tre e mezza e rischio di entrare in ritardo.’ Mi dice mentre si alza dal letto. La accompagno in bagno, devo scaricare la vescica. Mentre io piscio lei si lava, quindi indossa reggiseno e mutande.
‘Amore dovresti depilarti. Un lavoro ben fatto, altrimenti mi mangio un chilo di peli ogni volta che ci vediamo’ le dico. Studio la sua reazione. Mi fissa e fa cenno di sì con la testa.
‘Quando ci vediamo di nuovo?’ la incalzo
‘Sabato lavoro ma Domenica sono di riposo. Lunedì ho mezza giornata. Martedì ho l’orario normale, nove-diciotto con un’ora di pausa pranzo. Potrei farmi mettere per mercoledì l’orario dimezzato, nove-tredici così possiamo pranzare insieme’ mi spiega mentre termina di vestirsi.
‘Magnifico e, ascolta ancora una cosa, quando ci vediamo non mettere i pantaloni, metti una gonna. Sei più femminile. Per la biancheria ti regalo io qualcosa di carino, lo scegliamo insieme mercoledì. Và bene?’
‘Si, certamente. Immagino che saranno capi provocanti. Ricordati che poi torno a casa, non posso vestirmi da troia.’ Cerca di ribattere.
‘Hai detto che farai quello che ti chiedo. Ora cominci a cambiare idea? Troveremo una soluzione, tranquilla non voglio complicarti la vita. Credimi’ e così dicendo la bacio con passione stringendole le chiappe con le mie mani. La riporto alla metro e torno a casa. Voglio riammirare le foto che le ho scattato, magari le guardo su computer e sullo schermo TV così sono più grandi.

La storia tra me e Sara si era ormai consolidata. Ci vedevamo una o due volte alla settimana. Quando i suoi turni ce lo consentivano senza che sorgessero problemi in famiglia. Lei si era rivelata accondiscendente a tutte le mie richieste. Si era depilata completamente, aveva smesso di indossare i suoi amati jeans quando dovevamo incontrarci sostituendoli con gonne (anche da me comprate) non volgari ma che ne valorizzano le gambe. Aveva sostituito le scarpe da ginnastica con scarpe più femminili ed avevamo raggiungo un compromesso sulla biancheria intima. Lei temeva che utilizzando biancheria sexy il marito potesse insospettirsi allora avevamo concordato che lei, prima di incontrarmi, si sarebbe semplicemente tolta la biancheria, presentandosi a me senza di essa. Poteva uscire di casa senza o, più agevolmente, togliersela nel bagno del super o dove volesse lei. Quando ci trovavamo al mattino la toglieva nel bagno della stazione della metro. Avevo continuato a riprendere i nostri rapporti, anche con l’ausilio di una telecamera digitale. Il rivedere i nostri amplessi mi piaceva ma, soprattutto, mi piaceva notare come si impegnava per eccitarmi sempre di più.
Mi piaceva tantissimo, era bella oltre ad essere un’amante esperta ed eccitante. Avevo scoperto altri aspetti della sua giovinezza molto intriganti. Carmela, oltre a procurarle il lavoro dal sig. Piero la aveva introdotta in un altro ambiente che lei frequentava per arrotondare le entrate. Organizzava incontri con uomini e ragazzi facoltosi che pagavano per godersele insieme. Sara con la sua giovane età aveva un’attrattiva notevole che si era elevata all’ennesimo livello mano a mano che acquisiva capacità erotiche. Una troia esperta che sembrava una bambina aveva un successo incredibile. Carmela girava parte dell’incasso a Sara che in poco più di due anni aveva messo da parte una bella cifra. Una ventina di milioni di lire che le erano serviti al momento del matrimonio. Il suo stipendio veniva trattenuto dai genitori che ben poco la hanno aiutata in seguito. In pratica faceva la escort quando ancora le escort non esistevano. Riguardo alla nostra relazione io le facevo dei regali, abbigliamento, un telefonino nuovo ed anche una vetturetta in modo da non essere più così scomoda nel tragitto casa ‘ lavoro. Al marito aveva raccontato che era un’occasione, una vettura venduta da un collega di lavoro. Io ero felice dell’andamento del rapporto, lei invece, in memoria del suo passato, bramava a qualcosa di diverso. Un giorno di inizio Agosto eravamo stesi sul letto dopo un rapporto anale particolarmente soddisfacente. Lei aveva già provveduto a suggermi l’uccello con la consueta capacità e mi ha iniziato a raccontare: ‘Sai Carlo. Ieri ho visto una mia collega che piangeva disperata nello spogliatoio. E’ una ragazza giovanissima, ha vent’anni ed &egrave sposata da due. Lavora da noi con un contratto a termine, l’avrai vista alla salumeria. Si chiama Carmen.’
Mi concentro ed individuo la ragazza, piccolina, minuta, capelli neri ed occhi scuri. Seno piccolo, molto riservata, abbiamo scambiato solo un paio di saluti e basta.
‘Mi sono avvicinata e per consolarla la ho invitata a prendere un caff&egrave. Così abbiamo parlato e mi ha confidato che ha problemi con il marito. Io temevo la picchiasse invece &egrave il contrario. E’ un patito dei videopoker, si mangia tutti i soldi su quelli e torna a casa ubriaco senza degnarla di uno sguardo. Lei era molto abbattuta. Ma &egrave una ragazza carina, mi ricorda me alla sua età’ continua Sara.
‘Ma se tu sei alta un metro e settanta con una quarta e lei &egrave un metro e sessanta scarso con una seconda, tu castana chiara lei nera, tu sei sveglia ed intraprendente lei mi sembra una tontolina, da come me la descrivi. Che cazzo ti ricorda te. Dimmi la verità dai” le rispondo ridendo
‘Va be’, mi fa pena ha bisogno di aiuto e mi fa pena. D’accordo? Mi spiace lasciarla in balia di un cretino, vedrai che prima o poi la mena o la vende a qualcuno per pagarsi i debiti’
‘Tu guardi troppi film!’ concludo ridendo. Per me il discorso &egrave chiuso, che si arrangi. ‘Oltretutto io parto domani per il mare e rientro tra quindici giorni’ aggiungo a sugellare il discorso.
‘I ricchi sono sempre ricchi. Beato te io resto qui.’ Risponde Sara.
‘Niente vacanze?’ chiedo io sorpreso. Le vacanze le spettano, mi stupisce che lavori ad Agosto.
‘Solo un paio di giorni sotto ferragosto. Per il resto le fa Antonio. Io ne avrò bisogno in inverno, forse’ mi risponde senza ulteriori dettagli.
Dopo quindici giorni sono di ritorno, &egrave lunedì mattina e sono carico come una molla. Da oltre due settimane non scopo e da alcuni giorni Sara mi invia certe sue foto che mi fanno drizzare anche i capelli in testa tanto sono esplicite ed eccitanti. Le ho scritto se possiamo vederci oggi ed attendo risposta. Squilla il telefono, &egrave lei: ‘Ciao Amore!! Mi sei mancata!! Riusciamo a vederci oggi?’ Le chiedo.
‘Ciao porcellone. Passate bene le vacanze? Ti sei fatto tante seghe visto che io non c’ero?’ mi deride lei.
‘No, mi sono conservato tutto per te. E’ per questo che voglio vederti.’ Le rispondo stando al gioco.
‘Sai che non ti posso dire mai di no, ma ho solo la pausa di un’ora. Se vuoi ci vediamo alle tredici ma alle quattordici riattacco.’
‘Ti aspetto’ le rispondo, sono eccitato come un adolescente.
Alle tredici e cinque suona il citofono, la faccio entrare e la accolgo sulla porta. La giornata &egrave molto calda e lei &egrave abbigliata da spiaggia: gonna bianca, corta a metà coscia, canottiera aderente, con una farfalla di strass, da cui si evince chiaramente che il reggiseno non c’&egrave, sandali di corda con la zeppa che la alzano di almeno quindici centimetri. Capelli raccolti in uno chignon. E’ supersexy. Entrando sfugge il mio bacio e si dirige verso il divano, si siede e allarga le cosce mostrandomi che non indossa intimo, come sempre.
‘Allora, il sig. Carlo gradisce?’ mi chiede con tono scherzoso.
‘Altroch&egrave, ma tuo marito ti lascia uscire vestita così? Non ha paura che ti violentino?’
‘Lui esce prima di me e poi’.non &egrave che accetti tanto commenti sul mio abbigliamento ultimamente. Lui si preoccupi di portare a casa più soldi e poi potrà parlare. Invece tu, come sono andate le vacanze? Hai cuccato qualche turista?’ mi dice mentre con un dito di allarga le labbra della figa. E’ uno spettacolo ipnotizzante. Mi incanto a guardarla.
‘No, niente turiste’ biascico.
‘Allora chissà quante seghe ti sei fatto, oltre due settimane senza scopare e con il mio buongiorno che ti ricordava cosa ti perdevi!!’ mentre dice questo le sue dita scivolano dentro di lei. Ho la salivazione azzerata e l’uccello duro come marmo. Mi avvicino a lei: ‘Sono oltre sette giorni che non mi sego per conservarmi per te. Ora ha una voglia che scoppio. Le tue foto da porca mi hanno fatto ancora più caricare.’ Lei allunga la mano libera per abbassarmi i calzoncini che indosso: ‘Allora chissà quanta bella roba hai pronta per la tua troia:’ mi dice mentre infila l’uccello tra le labbra. Che meraviglia, si concentra sulla cappella e dopo due minuti sono già pronto all’orgasmo. Dato che abbiamo poco tempo e forse non riesco a farne due la interrompo: ‘Aspetta dopo mi lecchi ora voglio scoparti.’ Le dico. Scendo a leccare la figa, lei si dimena e mi spinge verso di sé. Mi sono calmato, mi alzo, le appoggio il glande sulla vagina e spingo. Entro in un paradiso caldo e umido. Entrambi sospiriamo di piacere. Lei mi fa uscire, vuole che mi sieda sul divano, si impala lei sul mio uccello ed inizia a cavalcarmi. Io mi sporgo a leccare i capezzoli che sono stati estratti dalla canottiera abbassando le spalline.
‘Ti sono mancata vero, porcone? Anche io avevo voglia di una bella galoppata. Sapessi quanti complimenti mi hanno fatto per il mio abbigliamento, secondo me diversi miei colleghi si sono segati pensando a me. Ed anche io mi sono conservata per tu, non ho fatto godere nessuno di queste belle cosine che tu lecchi tanto volentieri. Ti puoi goderti il premio completo. Sono tutta a tua disposizione, voglio sentirti godere maiale.’ Cazzo quanto parla, penso, probabilmente &egrave incazzata perché sono andato via mentre lei &egrave rimasta qui nel caldo afoso.
‘Ma la tua maialina ti ha pensato tanto in questi giorni. Ha lavorato per te. E tu ora devi fare una cosa per me. Una cosa semplice, facile, facile’ mi dice mentre rallenta il ritmo della cavalcata.
‘CAZZO’ sbotto ‘ME LO DIRAI DOPO!! ORA FINISCI DI SCOPARMI, DAI.’ Io mi muovo incontro a lei, accelerando il ritmo fino a quando scoppio in un orgasmo che mi scuote tutto. Emetto quattro, cinque getti di seme dentro di lei. L’astinenza a cui non sono più abituato, mi ha veramente provato. Lei si accascia sul mio petto ansimando, il piacere &egrave stato intenso anche per lei. Quando solleva il bacino si avverte un rumore come di tappo di bottiglia e dalla vagina cola sulla mia pancia una buona quantità di sperma misto ai suoi umori. Ridiamo per il rumore e lo spettacolo inatteso.
‘Mi hai proprio riempita.’ Dice. ‘Beh, ora vai a berlo, non vorrai che vada sprecato’ la invito.
Vedo di nuovo nei suoi occhi quella luce lussuriosa che ho imparato a conoscere in questi mesi, appare quando sta per fare qualcosa che la fa sentire porca. Si abbassa sulla mia pancia e aspira il liquido succhiando rumorosamente, quindi lecca quello che rimane spingendosi fino al mio cazzo che riprende vigore. Con mia grande sorpresa, non sono più un ragazzino eppure il cazzo si indurisce.
‘Guarda come si indurisce il cazzo al maialino. Ti piace quando mi bevo tutta la tua crema, vero?’ mentre parla mi masturba lentamente.
‘Ti stavo dicendo prima che devi farmi un piacere, ti avevo parlato di quella mia collega, Carmen, devi corteggiarla. E’ tanto infelice ed vorrei vedere se con te riesce a consolarsi. Il marito &egrave un buono a nulla, ubriacone e che si mangia tutti i soldi con il video poker. Lei &egrave tanto dolce ma &egrave insicura, ha bisogno di riacquistare fiducia in se stessa. Niente di meglio di un bel corteggiatore e tu sei perfetto per la bisogna’
‘Senti non ne ho voglia, non mi piace, &egrave piatta’ cerco di ribattere mentre la mia eccitazione aumenta sotto il lavoro della sua mano a cui affianca dei giochetti con la bocca.
‘Carlo, amore mio. In questi giorni da sola sono stata molto concupita ma mi sono conservata per te. Quasi esclusivamente. Non farmi pentire della mia fedeltà’ mi sta ricattando? Non capisco sono in balia della sua bocca. ‘Visto che ti piace ti racconto l’unico piccolo strappo che ho fatto. Il direttore un giorno mi ha invitata a prendere un aperitivo insieme, a lui non potevo dire di no. E dopo l’aperitivo gli ho fatto una sega, come quella che sto’ facendo a te, &egrave stato entusiasta del risultato. E pensa che non ho voluto bere il suo seme. Era la prima uscita e mi sembrava non opportuno. Da allora &egrave molto gentile, mi ha detto che se voglio delle ferie o cambiare dei turni devo parlarne con lui che provvede subito.’ Dopo questo racconto si infila in bocca il mio uccello e mi porta a godere in pochi istanti. Beve tutto, inghiottendo in maniera appariscente anche se devo aver avuto ben poco da eruttare dopo l’orgasmo di poco prima.
Accetto le sue richieste, decidiamo che andrò a parlare con Carmen e magari la aspetterò dopo il lavoro, lei arriva in bici ed &egrave previsto un acquazzone. Potrei offrirle un passaggio. La troia ha programmato tutto. Sara deve tornare al lavoro, si alza e si sistema gonnellina e canottiera. Non abbiamo pranzato, in cucina ho preparato dei sandwich che lei apprezza molto rifocillandosi rapidamente-
‘Come eri vestita, quando il direttore &egrave stato così colpito?’ le chiedo.
‘Come oggi, amore.’ Mi risponde con il suo sguardo da maiala.
Sono sbalordito: ‘Senza mutande?’ chiedo incredulo.
‘Ma no, sciocchino, le mutande le ho tolte sull’ascensore. Sono nella borsa ora le metto per tornare in ufficio. Ma ero senza reggiseno, il direttore mi ha massaggiato le tette per tutto il tempo in cui siamo stati appartati. Le sono molto piaciute.’ Conclude. Quindi si dirige alla porta. Se anche non arriva in tempo il direttore la perdonerà.
Sono andato a fare la spesa ed ho salutato, tra gli altri, anche Carmen. E’ minuta ma ha un bel viso, sembra più giovane dei suoi vent’anni. Pazzesco.
Alle cinque, casualmente, sono vicino al parcheggio delle bici e quando scoppia un temporale le offro un passaggio. Carichiamo la bici in macchina e la porto a casa. In macchina parliamo di parecchie cose: lei si &egrave sposata da due anni, dopo un fidanzamento brevissimo. La madre (lei &egrave orfana di papà) le ha dato un’educazione molto severa e religiosa e non tollerava frequentazioni maschili quindi Ivan (il marito) per potersela spupazzare ha deciso di sposarla. Cretino lui e cretina lei. Il matrimonio &egrave un disastro, lui sarebbe muratore ma non lavora, inoltre beve e gioca. Forse va anche a donne. Lei lo disprezza ma cerca un lavoro per mandare avanti la famiglia, non contempla l’idea di separarsi. La madre ne morirebbe. Ora &egrave preoccupata della possibilità che non le confermino il contratto. E lo credo, non mi sembra questa grande aquila. Magari Sara può mettere una parola buona con il direttore. Comunque io la incoraggio e la lodo. Tra l’altro ha delle belle gambe, magre ed affusolate ora che le vedo spuntare dai calzoncini che indossa con una camicia e delle scarpe da ginnastica bianche. Tutte cose da pochi spicci. La lascio a casa sua, in un quartiere popolare, e ritorno a casa mia. Quando Sara mi chiamerà saprò cosa riferirle.
Alle undici, mentre riguardo delle foto delle mie scopate con Sara, mi squilla il telefono, &egrave lei: ‘Ciao amore, missione compiuta’ rispondo scherzando.
‘So tutto, dopo un minuto che la hai lasciata mi ha chiamato per raccontarmi quanto sei gentile e come sei educato e quanto sei colto. Se avessi potuto toccarla avrai trovato la figa fradicia tanto era eccitata.’
‘Esagerata’
‘Carlo tu hai un fascino dato dalla cultura e dal modo di fare di cui non ti rendi conto. E’ innato. E noi donne lo cogliamo, sono pochi gli uomini così e quasi nessun giovane &egrave così. Quelli colti sono presuntuosi ed egoisti, quelli ignoranti”sono ignoranti. Credimi’
‘Va be’, grazie. Ma tuo marito e tuo figlio sono tornati?’
‘Anche loro oggi, hanno finito il campeggio. Si torna al tran tran normale. Devo andare ora, magari Antonio ha delle fantasie erotiche. Sto scherzando, lo sai che quelle le soddisfo solo a te, se proprio insiste facciamo una scopatina veloce, lui sopra ed io sotto.’
‘E noi quando ci vediamo?’ domando, le foto mi hanno risvegliato certi desideri.
‘Mercoledì ho due ore di pausa pranzo. Ci vediamo al solito posto. Ah, domani passa a salutare Carmen, non trascurarla.’

Per alcuni giorni ho continuato a seguire i desideri di Sara, mi coltivavo Carmen salutandola, prendendo un caff&egrave con lei, offrendole un passaggio.
Intanto sfogavo la mia libido con Sara, mi sfuggiva il motivo che le aveva procurato tanto interesse per quella ragazzina ma accontentarla non mi costava nulla. In un momento di orgasmo mi ha detto che avrebbe fatto in modo che io fossi per Carmen quello che il sig. Piero era stato per lei. A me interessava relativamente, non ho la fissazione per le giovanissime e fisicamente preferivo Sara, più voluttuosa ed eccitante.
Un giorno Sara mi dice che la nostra Carmen non ha mai frequentato locali come discoteche e simili, che era curiosa e lei ha studiato questo inciucio: lei sarebbe andata a prenderla dicendo ad Ivan che era per una serata di addio al nubilato di una collega mentre l’avrebbe portata in centro dove io avrei potuto incontrarla liberamente. Il primo passo doveva essere mio, un invito per un aperitivo poi l’avrei portata al ”’. Un locale dove oltre all’aperitivo dalle ventitre inizia la discoteca. Molto trendy tra gli universitari ma con avventori anche della mia età.
Dopo una risposta negativa iniziale (non posso, sono sposata, mio marito non mi farebbe mai uscire) Carmen accettò ben volentieri l’idea di Sara.
Così un caldo mercoledì sono passato a prendere Carmen in un bar del centro. Era vestita con un gonnellino a fiori, lungo fino al ginocchio, sandali con un tacco di tre centimetri e camicia bianca. Uno strazio. All’ingresso i buttafuori erano sorpresi, un vecchietto come me con una che sembrava uscita da un raduno di comunione e liberazione del 1970. Ma ci hanno fatto entrare, non eravamo sicuramente pericolosi.
Abbiamo preso posto in un divanetto ed ho preso due aperitivi poi ci siamo serviti al buffet, per Carmen erano tutte cose nuove. Era colpita dall’abbigliamento della maggior parte delle ragazze, microgonne, top minuscoli, abiti stretch con tacchi altissimi. Molte erano belle, alcune no. Molte erano giovani, anche più di lei. Mi ha fatto un pistolotto di dieci minuti spiegandomi che in questo modo si ‘sminuivano’, che i ragazzi non le avrebbero rispettate ma le avrebbero sempre considerate ragazze facili, leggere. Solo avventure. Dopo averla lasciata parlare ed aver assentito a lungo le ho chiesto:’Mi sembra che si stiamo divertendo, nessuno le ha obbligate a venire in questo locale, lo fanno per divertirsi. E si vestono così per attirare i ragazzi, poi dipende dalla loro decisione valutare se fermarsi o meno e a quale punto’ &egrave ammutolita mentre io sono andato a prendere un secondo drink. La barista (tatuata su tutte le braccia) mi ha chiesto cosa volevo: ‘Una pina colada, ma forte ed uno dark and stormy, per piacere.’ ‘Amore non ho la birra al ginger ti faccio un moscow mule se vuoi.’ ‘Ok.’ Per pagare allungo due biglietti da venti ,invece di uno e chiedo:’Bella, c’&egrave del movimento in qualche punto del locale?’ Lei infila un biglietto nel solco tra i seni e mi dice: ‘Prova al cesso del giardino, qualcosa trovi. Poi fammi sapere’ e serve un altro cliente.
Torno al tavolo. Dopo alcuni minuti Carmen mi manifesta la necessità di utilizzare i servizi. ‘Ti accompagno, &egrave meglio’ e la piloto verso i bagni del giardino. Sono occultati dietro dei cespugli, vi sono i simboli di uomo e donna ma la porta &egrave comune. Non c’&egrave coda, strano, entriamo e un ragazzo sta scopando con una ragazza appoggiata sul lavandino, lui &egrave in piedi e lei si &egrave sollevata l’abito. Carmen &egrave choccata, la porto avanti, dal primo bagno fuoriescono due piedi femminili, evidentemente la ragazza &egrave in ginocchio e dai rumori sembra intenta a spompinare un ragazzo, il secondo bagno sembra libero la spingo dentro ed attendo fuori. La coppia sul lavandino ha concluso, lei non mi sembra molto soddisfatta, mentre la ragazza del pompino &egrave ancora impegnata. Mentre ci avviamo all’uscita Carmen vuole lavarsi le mani e dobbiamo avvicinarsi alla coppia di scopatori. ‘Nonno, cosa ti sei portato dietro. Una figlia di Maria?’ scherza il ragazzo, &egrave giovane, avrà vent’anni. Chiudo gli occhi, stringo la mascella inspiro e prego nella mia mente: ‘Stai zitto o devo spaccarti il naso. Non dire altro.’ Quando riapro gli occhi lui cambia espressione e si scusa, dice che stava scherzando, non voleva offendere. Ok, usciamo dal bagno.
‘Ma come hai fatto?’ mi chiede Carmen
‘A far cosa’
‘A spaventare quel bullo’ insiste.
‘Non ho spaventato nessuno, ha capito da solo di aver esagerato’ chiudo la discussione e la riaccompagno al divanetto, vado a prendere ancora da bere.
La tatuata mi serve: ‘Allora? Piaciuti i cessi?’ chiede
‘Sono serviti per quello che volevo. Un altro moscow mule ed una pina colada. Forte mi raccomando.’
‘Se vuoi ti dico chi può darti qualcosa di più forte.’
‘No, grazie, anzi invece del moscow mule a me dai un the freddo, non vorrei perdere la patente.’ Sorrido e pago, due da venti invece di uno, come prima.
Il secondo biglietto sparisce tra i seni di lei. ‘Ora capisco perché sono così grossi’ scherzo.
‘Ti piacerebbe fare un giro?’
‘Vorrei essere quel biglietto da venti, sarebbe una bella serata.’ Scherzo. Devo andare da Carmen.
A mezzanotte usciamo, Carmen ha anche ballato, piuttosto allegra, ride per un nonnulla. La sostengo e lei si abbraccia a me. In macchina ci baciamo. Poi si ritrae: ‘NO; sono sposata, scusami ma non posso e non devo. Perdonami. Mi piacerebbe”.. si mi piacerebbe.’ Ci baciamo di nuovo, bacia bene, ha la bocca piccola e la lingua dura. Poggio una mano sulla coscia e salgo fino alle mutande, lei non si oppone ma non collabora, sento che &egrave umida. Ora &egrave un problema, se sposto la macchina temo ci ripensi, se continuo potrebbe arrivare una pattuglia di vigili o polizia, siamo parcheggiati lungo un viale del parco. Devo fare le due cose insieme, la faccio salire a cavalcioni sopra di me e mentre lei mi bacia il collo e le orecchie avvio la macchina e lentamente mi dirigo verso la prima traversa, &egrave una strada chiusa, arriva al fondo e mi blocco. Riprendo possesso della sua bocca, estraggo il cazzo dai pantaloni, le sposto le mutande ed entro in lei. Urla ed ha uno sguardo sorpreso, non si aspettava una cosa così rapida, la faccio saltare sopra di me, lei fa ben attenzione a non farmi uscire dal suo corpo. Arriviamo all’orgasmo insieme. Lei nasconde la faccia nell’incavo delle mie spalle e continua a baciarmi collo e spalle. A lungo. Quando il mio cazzo si &egrave ammosciato la faccio spostare e le porgo un fazzoletto per pulirsi. Mi pulisco anche io. E’ l’una e mezza, avvio la vettura e la porto a casa. Parla pochissimo durante il tragitto, arrivati sotto casa scende di corsa e scappa dentro il portone. Adesso devo raccontare tutto a Sara.
La mattina dopo Carmen mi telefona, mi dice che deve scusarsi, che quanto successo la sera prima era colpa dell’alcool, che non si rende conto di come sia potuto capitare eccetera eccetera. Insomma, non dobbiamo più vederci. Sara crede che entro una settimana cambierà idea. Io ne dubito.
Infatti trascorre una settimana, poi due settimane, un mese, due mesi e manca poco alla scadenza del terzo mese. Nel frattempo io ho rinnovato la mia casa, applicando in camera da letto un maxi specchio a soffitto, uno specchio a parete, delle telecamere nascoste ed uno schermo da parete. Ho anche rimodernato il bagno della stanza mettendo anche qui due telecamere, una delle quali posizionata in modo da riprendere la vagina di una donna che si sieda sul water. Un water a pavimento, in acciaio, tutt’altro che comodo ma che obbliga ad assumere una posizione accovacciata che mi intriga molto. Ho anche avuto una storia con Samanta, ma questa la racconterò in un’altra occasione. Con Sara il rapporto procede con una regolarità quasi monotona. Ci vediamo una o due volte a settimana. Quando vuole lei praticamente perché ora i suoi turni sono più flessibili. Ritengo che questo sia merito della frequentazione con il direttore che credo continui. D’altronde il fondamento del nostro rapporto non &egrave la fedeltà.
Invece manifesta segni d’insofferenza verso la famiglia, marito e figli, che vede come un impedimento alla sua vita. Non pensavo quindi più a Carmen quando ricevo una telefonata di Sara, alle dieci di mattina. E’ un orario insolito per lei, a quell’ora &egrave al lavoro: ‘Ciao, credo che dovrai pagarmi quella scommessa che abbiamo fatto tre mesi fa!’ esordisce con tono soddisfatto. Io non mi ricordo assolutamente la cosa: ‘Ciao amore, quale scommessa. Non ricordo.’
‘Quella scema di Carmen, ti avevo detto che sarebbe tornata con la coda tra le gambe, ricordi. Ora &egrave il momento. Oggi &egrave arrivata al lavoro con un occhio nero. Cercava di coprirlo con degli occhiali da sole senza successo. Mi ha confessato che da alcuni giorni Ivan &egrave diventato più violento. Piangeva disperata, non sapeva cosa fare. Le ho offerto il mio aiuto e poi le ho suggerito di parlarne con te. Ti eri rivelato un uomo così sicuro di te, forse potevi suggerirgli una soluzione. Non voleva, si vergogna a richiamare dopo che ti ha scaricato. Pensa che in questi mesi mi ha confessato che Ivan &egrave anche affetto da eiaculazione precoce ma lei non se ne era mai accorta prima di aver fatto l’amore con te. In pratica non aveva mai goduto prima di scopare con te.’ Conclude ridendo felice. Una felicità totale, che mi sorprende. Cosa vuole Sara da questa povera sfortunata? Lo scoprirò a breve, prevedo perché Carmen si &egrave convinta e mi chiamerà in pausa pranzo se non mi vede prima al super. Sara mi consiglia di non andare a fare la spesa oggi, per attendere la chiamata poi di fissare un appuntamento e di incontrarla. Sarei disposto ad offrirle rifugio a casa mia per qualche giorno? Lei vuole scappare dal marito, ha paura.
La richiesta mi sorprende, un’ospite in casa non la prevedevo. Un ospite di che tipo? Una amante o una fuggitiva a cui offro un letto? A queste perplessità Sara si innervosisce, comprendo che per lei &egrave importante che Carmen esca di casa ed entri sotto il suo controllo, il resto si vedrà giorno per giorno. Mi limito a confermare che vedrò Carmen, per il resto mi tengo sul vago. All’una mi chiama Carmen ed il suo tono disperato mi induce ad incontrarla subito. E’ in pessime condizioni, mi dice che oltre all’occhio ha segni sul corpo, Ivan la ha presa a calci, sembrava impazzito. Lei ha avuto paura. La accompagno subito a casa, mentre il marito &egrave fuori la aiuto a riempire una valigia con le sue quattro carabattole e la porto a casa mia. In via provvisoria.
La sistemo nello studio che funge da camera per gli ospiti in caso d’emergenza. Poi avviso Sara che &egrave euforica per la piega presa dagli eventi:
‘Magnifico, mi raccomando stasera scopatela per bene, una bella ripassata la farà rilassare. Anzi falle anche il culo, mi ha detto che lei ‘quelle cose contro natura non le ha mai fatte’, &egrave ora di farle cambiare opinione in merito. Apriglielo per ben quel culetto!’ mi incita . Io sono piuttosto scettico, la ragazza mi fa pena.
Per tutta la sera il suo telefono squilla continuamente e riceve messaggi via via sempre più folli da parte del marito, che arriva a minacciarla di morte. Le tolgo il telefono e lo spengo, deve cercare di passare avanti. Domani non può andare a lavorare, rischia un agguato da Ivan. Purtroppo &egrave già successo, andremo dal medico per avere dei giorni di mutua e poi vedremo.
E faremo denuncia contro Ivan per stalking. Tutte queste cose le decido io, lei &egrave incapace di pensare. O &egrave cretina o &egrave sotto choc. Dopo cena siamo accoccolati sul divano, lei si sta riprendendo, notando le foto dei miei figli mi chiede dove sono, che età hanno, se sono sposati. Tutte cose che le avevo già detto in quell’uscita serale. Quando scopre che Giulia ha due anni più di lei &egrave sorpresa. Le dico che lei sarà la mia terza bimba. Sorride felice a questa battuta cretina. Ci baciamo, per molto tempo. Quindi, quando &egrave rilassata la spoglio, su fianco destro e schiena ha dei grossi lividi, per fortuna non le ha provocato danni più gravi. Le chiedo di spogliarmi e lei esegue in modo incerto, mi chiede di spegnere la luce ma le rispondo che &egrave bella e voglio vederla, non deve nascondersi. La invito a prendere il mio cazzo in bocca, lei &egrave incerta lo bacia e lo infila dentro ma non &egrave capace, non usa la lingua. La cosa comunque mi eccita, mi abbasso a leccarla, la vagina &egrave curata, con poco pelo. Meno male. Dopo pochi secondi &egrave completamente fradicia, sembra avere già un orgasmo tanto si dimena e ansima.
La guardo, &egrave tutta rossa in volto: ‘Ivan non mi ha mai leccata, al massimo mi toccava ma senza delicatezza, mi faceva solo male.’ Mi dice quasi a scusarsi. Mi infilo tra le sue gambe con il glande inizio a penetrarla, lei guarda il cazzo entrare in lei, affascinata. Quando sono entrato fino in fondo sospira e dice. ‘Magnifico, sei entrato in modo splendido’ inizio a muovermi. Dopo alcuni colpi esco e le chiedo di girarsi, di inginocchiarsi sul tappeto, mi guarda terrorizzata:’Non vorrai entrarmi nel sedere. Non lo ho mai fatto ed ho timore del dolore che proverei.’ La tranquillizzo, voglio solo scoparla alla pecorina. Questi termini crudi la fanno arrossire ma mi asseconda. Ha un bel culetto e delle bellissime gambe, il suo pezzo forte insieme al volto da ragazzina, la penetro da dietro. Lei appoggia il volto sul divano e mi offre le terga, mentre la penetro le massaggio il sedere, mi sputo sulle dita ed eseguo un movimento concentrico tutto intorno allo sfintere, quando la sento ansimare, ormai vicina all’orgasmo, le infilo prima un dito e poi due nel culo eseguendo un movimento rotatorio alternato al classico su e giù. I suoi ansiti aumentano di ritmo, ha emesso sue piccoli lamenti quando le ho penetrato lo sfintere ma molto deboli. Quando il respiro accelera le chiedo: ‘Ti piace?’ voglio capire la sua mentalità, come pensa.
‘Si’ risponde in un soffio. Allora insisto alzando leggermente il tono: ‘Non ho capito, cosa hai detto.’ Ripete si in un sussurro. Non mollo e con tono fermo insisto ancora: ‘Non ti sento, ti piace o no?!’ intanto rallento il mio ritmo per non sborrare.
‘Si, mi piace’ dice con un tono finalmente percepibile da orecchio umano. E’ il momento di insistere: ‘E allora dimmelo amore mio. Fammi felice, dimmi che ti piace scopare con me.’
Dopo un attimo risponde:’Si, mi piace. Molto’
‘Cosa ti piace? Dillo, forza dillo.!’ insisto
‘Mi piace far l’amore con te. Mi piace molto, non ho mai provato un piacere simile’ &egrave una buona partenza ma voglio scardinare le sue remore.
‘E le mie dita nel culo? Le senti?’
‘SI! Le sento!’ risponde a voce più alta, la situazione la eccita evidentemente.
‘Ti fanno male?’ incalzo
‘No, non mi fanno male’ acconsente.
‘Pensa che hai due dita dentro e non sono più grandi del mio cazzo. Quindi neanche il cazzo ti farebbe male, &egrave tutta una questione di testa.’ Le spiego.
Le scendono le lacrime: ‘Ti prego, non incularmi, non me la sento. Ti prego’ dice sull’orlo dei singhiozzi.
Concludo la mia galoppata lasciandomi andare ad un orgasmo nella sua figa, lei ha ancora dei tremiti di piacere ma si capisce che la situazione la ha turbata profondamente. La prendo per mano e la conduco in camera da letto, la mia camera. Fa cenno di voler andare in bagno ma le dico che avrà tempo dopo. La abbraccio, in silenzio.
In camera ho fatto installare, tra le altre cose, un’illuminazione soffusa che permette alle telecamere di riprendere ed a me di avere una illuminazione non fastidiosa ma efficace.
‘Scusami, ma sono stata educata che il rapporto sessuale non deve avere per fine il piacere ma dev’essere finalizzato al concepimento, alla coppia. Ora sono in una situazione strana. Fuori di casa, ti devo riconoscenza, inoltre tu sei un uomo affascinante. Ma mi stai chiedendo molto, ho bisogno di tempo per capire cosa fare, cosa succederà. In questi tre mesi trascorsi dal nostro precedente incontro ho sognato di essere la tua compagna, opponevo te ad Ivan e tu lo superavi in tutti gli ambiti, cento volte avrei voluto chiamarti. Lo confesso. Ma ora, ti prego, dammi tempo’ si apre descrivendo il suo stato d’animo.
‘Ma certo, bimba, rispetteremo i tuoi tempi. A patto che tu ti renda conto che, per costruire un rapporto, una coppia, devi assecondare il tuo compagno. E non tutti gli uomini hanno le medesime richieste. Io sono più maturo, più adulto, ho desideri più sofisticati di un ragazzino, tu vuoi soddisfarli? ‘ le chiedo con tono dolce, mentre le massaggio il seno.
‘Ci proverò con tutta me stessa, ci riuscirò, vedrai’ risponde sollevata di aver guadagnato tempo. Volevo farmi fare un pompino, volevo farle bere la mia sborra ma comprendo che devo darle tempo. Lei si rilassa al mio fianco e si addormenta, nuda. La giornata &egrave stata impegnativa.

Durante la notte mi sveglio, sento Carmen che mi bacia il petto, e mi accarezza i testicoli. ‘Ciao, sei sveglia?’ la saluto.
‘Si, non riesco a dormire pensando che non ti ho soddisfatto. Ho dei rimorsi, dimmi cosa vuoi che faccia?’ Cazzo, non mi sarei mai aspettato un risultato così rapido. Le prendo il volto tra le mani e lo sollevo:’ Oh bimba, sei così dolce’ le dico baciandola. Ci baciamo a lungo, poi le chiedo se &egrave disposta a succhiarmi.
Lei fa un cenno affermativo con la testa ma aggiunge: ‘Non sono molto brava, tu dimmi se sbaglio qualcosa, cosa devo fare!’.
Oh bimba non temere, ti insegnerò tutto. Inizio dicendole di accendere la luce, voglio godermi lo spettacolo e farlo riprendere, quindi sollevo il lenzuolo e le mostro il mio uccello, già indurito a metà. Lei si abbassa a baciare la punta, la faccio posizionare in maniera da avere il suo culo e la fichetta a portata di mano e mentre le spiego cosa fare la penetro con le dita, quando sono umide dei suoi umori le porto fino al culetto e penetro anche quello. In quel preciso momento lei riesce ad infilarsi il mio cazzo in bocca fino alla base, mi complimento con lei che si rialza per prendere fiato mentre ruoto il dito che le ho infilato fino in fondo nel sedere, lei mi fissa e poi ritorna a succhiarmi con passione. Rispetto a solo poche ore prima sta già cambiando. E’ più disinvolta e brama i miei complimenti e la mia guida. La sollevo e le spiego l’importanza dell’ingoio. Dell’accettazione, anzi della brama, di ricevere il seme del proprio amante. Ha gli occhi spenti, la mascella dolorante, il culo ora pieno di due dita che non le danno tregua. Riesce solo a fare un cenno affermativo, riprende in bocca la cappella e, aiutandosi con la mano, conclude il lavoro. Non la faccio staccare dall’uccello fino a quando non ha leccato fino all’ultima goccia del mio sperma. La bacio, con suo grande stupore. Sento il gusto del mio seme mischiato con la sua saliva. Le faccio molti complimenti, &egrave stata brava. Il sonno ci prende.
Alle otto io sto facendo colazione mentre lei dorme ancora, mi chiama Sara, &egrave sotto casa. La faccio salire, mi chiede della serata, le spiego gli avvenimenti, mi chiede dettagli ed insiste sul fatto che dovevo incularla, non aspettare. Poi afferma che avvisa lei al lavoro dell’assenza di Carmen e mi comunica che ci vedremo più tardi.
Accompagno Carmen dal medico, che le assegna sette giorni di mutua, e dai poliziotti dove lei sporge denuncia contro il marito. Le chiedono la diagnosi del medico e fanno delle foto alle ecchimosi. Alle quattordici mi chiama Sara, mi informa che Ivan ha cercato la moglie sul posto di lavoro, ma &egrave stato allontanato dalla sicurezza. Le spiego dove siamo e lei riferisce gli avvenimenti a Carmen che a sua svolta racconta questi sviluppi ad un poliziotto che verbalizza tutto. Finalmente nel tardo pomeriggio riusciamo a rientrare a casa.
Alle venti si presenta Sara, ha un sorriso euforico che sostituisce con un’espressione grave appena vede Carmen: ‘Amore ti chiamo tua madre. Ivan &egrave stato da lei, te la passo.’
In breve, il ragazzo &egrave andato dalla suocera, ha dato in escandescenze parlando di ‘un vecchio porco come amante’. Sara ha fatto arrivare alle orecchie di Ivan la voce che Carmen era ospite di un signore maturo. Il ragazzo ha addirittura aggredito la suocera, per fortuna un vicino ha chiesto l’intervento della polizia che ha arrestato Ivan. A quel punto la madre, anziché incoraggiare e consolare la figlia, le ha chiesto dove si trovava, chi la ospitava e perché. Questo ha provocato in Carmen uno scoppio d’ira in cui ha accusato la madre di averle rovinato la vita con le sue fissazioni religiose. In breve lei e la madre si sono dette vicendevolmente che non si vedranno mai più. Chiuso il telefono Carmen &egrave scoppiata in un pianto dirotto, ora &egrave sola, totalmente sola. Ha ringraziato me e Sara ed io, che ho incominciato a capire il gioco di Sara, ho specificato che deve ringraziare solo Sara. E’ tutto merito suo. Lei non ha colto il sarcasmo nella mia frase.
Sara ha condotto Carmen in camera mia per consolarla al riparo di sguardi indiscreti. E sotto l’occhio delle telecamere. Volendo potevo vedere su un monitor gli avvenimenti nella camera da letto ma provavo una certa nausea per il comportamento di Sara. Ad un certo punto lei &egrave uscita dalla camera, ha chiamato il marito e lo ha informato che avrebbe tardato perché stava consolando quella collega di cui le aveva raccontato, dopo aver riattaccato mi ha baciato e mi ha detto: ‘Tieniti pronto, tra breve ti chiederò di venire in camera. Vedrai che spettacolo ti sto preparando. Prendi una delle pillole che ti ha dato il tuo amico medico, ti servirà’ e così dicendo mi ha strizzato l’occhio. Non le avevo mai raccontato delle mie pillole, come cazzo faceva a saperlo? Quella donna ne sa una più del diavolo
Mentre sono seduto, in attesa che mi chiami penso: ‘Ma cosa vorrà Sara da Carmen? Quale scopo la ha portata ad entrare in questa storia? Ed io che ruolo avrò?’ voglio evitare grane, questo &egrave sicuro. La mia vita &egrave serena e non voglio complicarla.
‘CARLOOO AMORE VIENI’ mi sento chiamare ad alta voce, chiudo la vestaglia ed entro i camera. Lo spettacolo che mi si offre &egrave superbo. Le due donne sono impegnate in un sessantanove, nude. Sara &egrave sotto e lecca la figa di Carmen mentre le penetra il culetto con un dito, mi sposto e vedo che Carmen a sua volta lecca, o meglio lappa con la lingua allargata, il clitoride di Sara. Le due intimità sono lucide di umori, le ragazze sono eccitate.
Sara mi fa cenno di salire sul letto: ‘Vieni qui Carlo. La nostra Carmen vuole ringraziarti del sostegno che le hai dato. Vuole farti un regalo. Vero Carmen?’
Carmen interrompe il lavorio di lingua per parlarmi: ‘Si, &egrave vero. Sarei felice se tu fossi il primo uomo ad entrare nel mio culo.’
Sara interviene: ‘Ti ho spiegato ragazza mia che devi essere più chiara, Carlo adora la chiarezza. Su, forza ce la puoi fare, dai’ la incita.
Carmen arrossisce: ‘Carlo per favore inculami’.
Sara ha preso la situazione sotto il suo controllo, mi posiziono dietro Carmen e lei mi lecca l’uccello per portarlo alla piena erezione, quindi lubrifica lo sfintere e la mia cappella con l’olio per il corpo che teniamo vicino al letto, quindi appoggia la cappella sullo sfintere e dice: ‘Tu Carlo spingi e tu Carmen spingi a tua volta, come se dovessi fare la cacca. Così lo sfintere si allarga.’ Lei accompagna con la mano il mio uccello che entra dentro Carmen quindi mi fermo quando sento i coglioni sbattere sulle sue chiappe. Sono interamente dentro di lei che ha fatto due o tre gridolini, ma nulla di preoccupante. Sara mi guida inizio a muovermi dentro lei, dopo alcuni colpi mi porta ad uscire completamente, sostituisce il mio uccello con due o tre dita e Carmen ora grida, ma non cerca di sottrarsi, quindi rientro in lei. Il movimento si ripete diverse volte fino a quando non appare evidente che lo sfintere si richiude più lentamente. Io scatto alcune foto del buco aperto con il mio telefono. Sara si sposta da sotto e si avvicina all’orecchio di Carmen, lo lecca, provocandogli dei brividi evidenti e le parla. Le suggerisce cosa dire. Così Carmen, che fino ad ora &egrave stata silenziosa, inizia a parlarmi: ‘Carlo, sono stato colpita quando mi hai detto che sono più giovane di tua figlia, e poi mi hai chiamata bimba. Vuoi essere il mio paparino? Vuoi incularti la tua bimba? Dai paparino, inculami, fotti la tua bimba.’ Dice queste cose per eccitarmi, e raggiunge il suo scopo, accelero il ritmo e le riempio il culo di sperma.
Sara mi fa staccare da lei, mi fa appoggiare alla testiera del letto e poi guida Carmen a leccarmi l’uccello, si lecca tutti i miei umori, poi scende fino ai coglioni ed al mio sfintere. Sento la sua lingua calda che me lo insaliva abbondantemente Sara continua a darle suggerimenti e consigli parlandole all’orecchio. In breve ritorno alla piena erezione, Carmen su istruzione di Sara si stacca e si impala su di me. Inizia quindi a muoversi cavalcandomi con movimenti sussultori e rotatori. Sento poi la vagina contrarsi intorno al mio pene. Che meraviglia, infine si sdraia su di me, mi lecca il collo, le labbra e le orecchie. Quindi mi sussurra: ‘Mio padre &egrave morto che ero piccola, ho sempre avuto bisogno di una figura paterna. Ora ti ho trovato paparino. Dimmi sono brava? Ti scopo bene?’
Riesco a rispondere solo ‘Sii’ perché sento una lingua che mi lecca lo sfintere, &egrave Sara. Quando introduce un dito a massaggiare la prostata scoppia in un orgasmo devastante. Salto sul letto, ansimo e godo. Quanto godo. Mi accascio sul cuscino e vedo Carmen che mi pulisce l’uccello mentre Sara lecca lei. E la porta a squirtare. Per la prima volta in vita sua Carmen squirta. Quindi Sara ci saluta. Io e Carmen ci abbracciamo e cadiamo in un sonno ristoratore.
I giorni seguenti sono indelebili nella mia mente. Sara ha un controllo totale su Carmen e la trasforma in una macchina del sesso. Già al mattino successivo mi sveglio con Carmen che mi lecca i piedi e sale lungo le gambe, io sono ancora intontito: ‘Sara mi ha ordinato di farti venir voglia di scopare.’ Mi dice con semplicità Carmen per spiegare la sua attività mattutina. Quando sono completamente sveglio ed eccitato si sdraia sul bordo del letto, solleva le gambe e mi dice: ‘Sara dice che così puoi sbattermi in tutti e due i buchi? Vuoi provare paparino. Dai che la tua bimba ha tanta voglia di cazzo’
Ovviamente non posso esimermi dall’accontentarla, ma non sono ancora eccitato, quindi mi sfilo i calzoni del pigiama e mostro il mio cazzo ancora semi indurito, lei mi fa cenno di avvicinarmi ed inizia a lavoralo di bocca per farlo indurire totalmente. Visto che sembra tardare a reagire scende fino a leccarmi il buco del culo, infilando anche la lingua dentro. A quel punto sono eccitato, la riposizione a gambe sollevate ed inizio a scoparla alternando i due buchi. Le sostengo le gambe sollevate in modo tale che abbia le mani libere, e subito inizia ad accarezzarsi il clitoride ed a massaggiarmi i testicoli. Ad ogni affondo lei mugola di piacere e mi incita a riempirla.
‘Dove vuoi che ti riempa, piccola zoccola che non sei altro?’ le chiedo
‘Dove vuoi tu, riempimi la figa o il culo, sono entrambi tuoi paparino. La tua bimba vuole ricevere la tua sborra.’ In breve arrivo all’orgasmo che esaurisco dentro la vagina. Estraggo quindi l’uccello e salgo sul letto offrendoglielo, lei subito lo sugge e lo netta completamente. Dopo pochi minuti, mentre siamo sul letto intenti a riprendere le forze, suona il telefono, &egrave Sara: ‘Ciao porco, come &egrave andato il risveglio?’ mi chiede subito.
‘Bene’ rispondo, ‘Carmen mi ha offerto una scopata mattutina.’
‘Ascoltami bene, ora raccontami tutti con i termini più volgari che conosci, facendo in modo che lei senta. Poi falla vestire da troia e falle fare tutto quello che ti viene in mente. Io arrivo per le tredici, sono riuscita ad avere tre ore di pausa e voglio proseguire con l’addestramento di Carmen. Poi ti spiego cosa ho in mente, ora assecondami. Non penso sia un grande sforzo vero?’ mi spiega al telefono
‘La troietta non &egrave proprio il mio tipo, ha belle gambe ma &egrave piccola e ha poche tette. Per fortuna sta imparando ad usare la bocca, in quello &egrave migliorata parecchio, un altro pregio &egrave la giovinezza può essere una vera porca continuando così, inoltre mi sembra di fare un incesto tanto &egrave giovane. E si impegna, stamattina mi ha offerto una penetrazione dei due buchi niente male. Può migliorare con i tuoi insegnamenti ma &egrave sulla buona strada. Ora te la passo.’
Non sento cosa lei le dica ma lo immagino, dopo la telefonata Carmen mi dice: ‘Grazie di aver lodato i miei miglioramenti, posso fare qualcosa per soddisfarti ulteriormente?’ e così dicendo si mette alla, pecorina con il culo in aria. Ma non ce la posso fare, devo conservarmi per il dopo. Mi limito a farle indossare un baby doll di mia figlia trasparente, dei collant con il buco sul cavallo che avevo preso per Samanta e delle scarpe con un tacco dodici. Nel corso della mattinata non abbiamo necessità di uscire di casa ed io tutte le volte che la incrocio le tocco le intimità, culo, figa e tette. Lei non si scompone, anzi ricambia carezzandomi il pacco. Per le tredici lei &egrave pronta, truccata più del solito ed ansiosa di incontrare la sua mentore, Sara. Lei arriva con una borsa da ginnastica, ci saluta baciando entrambi in modo lussurioso. Sono sorpreso che baci in quel modo la ragazza ma evidentemente la loro amicizia si &egrave trasformata. Dal modo di parlare e di muoversi delle due donne comprendo che Sara ha assunto un ruolo dominante mentre Carmen sembra lieta di avere qualcuno che la guidi. Ho preparato uno spuntino che consumiamo in cucina parlando del più e del meno. Ivan non si &egrave più palesato e questo tranquillizza Carmen che si rabbuia quando il discorso tocca l’argomento ‘madre’.
‘Ora che ci siamo rifocillati non siete curiosi di scoprire cosa contiene la mia borsa? Venite con me, sarete entrambi intrigati dal regalo che vi ho portato’ ci informa Sara che prende la borsa e ci porta tutti verso la mia camera da letto, in questo modo tutti gli avvenimenti saranno ripresi dalle telecamere. Rovescia il borsone sul letto ed escono diversi sex toys; riconosco un plug anale di dimensioni non eccessive, una peretta per praticare il clistere, le palline vibranti, un vibratore ‘rabbit’ che agisce anche sul clitoride, un fallo vibrante di dimensioni notevoli, uno strap on sempre con un fallo non enorme, all’incirca delle dimensioni del mio cazzo, un attrezzo formato da sei palline di dimensioni crescenti e con un anello ad una estremità ed infine un attrezzo che sembra un tiralatte per neo mamme ma doppio, per entrambe le mammelle. Carmen &egrave incuriosita e preoccupata, capisce che gli oggetti sono per lei, probabilmente non li conosce e si domanda perché sono li.
‘Belli vero? Li ho comprati su internet investendo una bella cifra, sono il meglio dei sex toys moderni ed ognuno di questi &egrave finalizzato all’apprendimento ed al miglioramento della nostra Carmen. Vero amore che ormai hai capito che una ragazzina ignorante come te ha la possibilità di dare una svolta alla propria vita solo scommettendo su se stessa. Vero che lo hai compreso? Sei sola, senza titolo di studio, senza esperienza, senza famiglia. Siamo i tuoi soli sostegni, &egrave ora che tu prenda in mano la tua vita. Giusto?’ Carmen ha fatto segni di assenso durante tutto il discorso tenuto da Sara. Io non comprendo bene come questi giocattoli possano accrescere la sua autostima ma faccio segno di sì con la testa. ‘E’ giusto’ rincaro, contenendo a stento una risata.
‘Vieni qui, tesoro’ Sara invita Carmen a sedersi sul bordo del letto e, come una piazzista o un istruttore passa a descrivere i vari prodotti: ‘Bene, questo &egrave uno sviluppatore del seno. Carlo ha giustamente fatto notare che tu hai un seno piccolo, poco attraente. In realtà questo articolo non lo può far crescere, per quello occorre la chirurgia che &egrave molto costosa. Ma io, dopo la gravidanza e l’allattamento mi sono trovata con i capezzoli e le areole ingrossate. Ritengo che l’uso di questo attrezzo ti porterà lo stesso beneficio. Con un bel capezzolo puntuto puoi sempre attirare un uomo! Sei d’accordo Carlo?’ io faccio segno di si, sono affascinato dalla capacità di Sara di irretire Carmen. Che comunque &egrave una minus habens che accetta tutto quello che le viene propinato.
‘Ora ti mostro il funzionamento’ dice Sara abbassando le spalline del baby doll che indossa Carmen, quindi appoggia le coppe trasparenti una per seno e mi chiede di azionare la pompetta. Con quella si crea una depressione dentro le coppe che tira il capezzolo. Il seno si allunga innaturalmente, il capezzolo sporge enormemente. Io continuo a pompare, senza badare al fatto che Carmen si lamenta ed ha gli occhi pieni di lacrime, quando il capezzolo arriva a toccare il tetto delle coppe Sara mi dice di smettere e aspetta cinque secondi poi preme una valvolina che consente l’accesso dell’aria e consente ai seni di tornare alla posizione normale. Tolte le coppe si vedono due segno rossi tondi dove l’attrezzo faceva tenuta ermetica. Inoltre l’areola &egrave diventata rosso scuro ed il capezzolo sporge di almeno due centimetri. Mi viene voglia di succhiarlo. ‘Molto bene, vedi che abbiamo già qualche piccolo miglioramento. Devi ripetere l’applicazione una diecina di volte al giorno, a distanza di mezz’ora ad esempio. In capo ad alcuni giorni i risultati si dovrebbero stabilizzare. Tu Carlo sei disponibile ad aiutare la nostra Carmen?’ mi chiede Sara con un sorriso in cui scorgo una punta di sadismo.
‘Se me lo chiede lei. Dev’essere lei a chiederlo, mi sembra ovvio.’ Rispondo con tono dolce fissando Carmen che &egrave seduta sul letto con quei segni rossi e quei capezzoli svettanti. ‘Io posso solo dire che ora viene voglia di leccarli quei seni, sono molto eccitanti’ aggiungo. A questa frase Carmen abbassa lo sguardo e mi dice: ‘Ti sarei molto grata se mi aiutassi, da sola dubito di poterli usare correttamente.’
‘Perfetto’ interviene Sara ‘da ora e per alcuni giorni proveremo questo attrezzo, vedrai che i risultati ti entusiasmeranno!’ non capisco se la frase &egrave rivolta a me o a Carmen che comunque annuisce.
‘Ora passiamo al resto, amore mio tutti questi oggetti sono pensati per il tuo piacere. Questo &egrave il mio preferito. Il ‘coniglietto’ vedi che carino, queste orecchiette vanno a stimolare la tua clitoride mentre il fusto entra in te andando a toccare tutti i punti al tuo interno. Ha ben trenta tipi di vibrazione separati o contemporanei Ed ha questa protuberanza pensata per stimolare il punto G. Dubito che un uomo possa competere con il piacere che ti darà, ma molti adorano vederti giocare con questo attrezzo. Vieni proviamolo insieme.’ Con queste parole la fa coricare sul letto, quindi le apre le cosce ed inizia a posizionale il coniglietto sul clitoride. La fa posizionare in modo tale che io e la telecamera abbiamo una visuale completa. Carmen arrossisce nell’essere così esposta ma Sara non le dà tregua: ‘Amore ma come ti stai bagnando, guarda Carlo ha le labbra della figa già umide, chissà dentro. Dev’essere un lago. Ora ti infilo il corpo’ così dicendo Sara introduce il fusto del vibratore dentro di lei ed aziona un movimento. La ragazza manifesta il suo gradimento emettendo ansiti e mugolii.
‘Brava, amore. Ma lasciati andare io e Carlo vogliamo sentirti godere. Vero Carlo?’ mi chiede Sara.
‘Certo, inoltre pensavo che &egrave passato già del tempo dall’applicazione dell’ingranditore del seno. Forse dobbiamo applicarlo di nuovo. Se Carmen &egrave d’accordo ovviamente.’ propongo con una punta di perfidia.
‘Hai ragione, bella idea. Ma certo che Carmen &egrave d’accordo, vero che sei d’accordo?’ mentre dice queste cose Sara accende un altro tasto che strappa un urlo di piacere a Carmen. Ora potremmo proporgli qualsiasi cosa e sarebbe d’accordo. Prendo l’attrezzo e lo posiziono sui seni, prendo le mani di Carmen e le posiziono in modo che tengano ferme le coppe, quindi inizio a pompare, molto lentamente. Si sente il rumore della vibrazione del rabbit e quello della pompa che aspira l’aria. Il primo frenetico ed il secondo lento ma inesorabile. Pian piano i capezzoli riprendono ad allungarsi, l’areola riceve più sangue, come fosse un maxi succhiotto. Carmen esplode in un orgasmo travolgente, salta sul letto, si dimena, grida: ‘GOOODO, STO GODENDO, GODO, GODO, GODO’ &egrave come un mantra che scende di tono mentre i suoi contorsionismi si placano. Sara spegne il rabbit senza estrarlo ed io smetto di pompare. Dopo dieci secondi inizio a far entrare l’aria. I capezzoli svettano di almeno due centimetri e le areole sono scure, eccitanti sulla sua carnagione olivastra.
Sara mi guarda: ‘Purtroppo devo rientrare in ufficio, ma domani ho fatto in modo da avere mezza giornata libera e continueremo il nostro corso. Stasera devo tornare a casa di corsa. Ciao amore, ti lascio in buone mani.’ La accompagno alla porta: ‘Carmen può stare qui ancora questa settimana ma la prossima, sabato, arriva mia figlia. Per allora dev’essere fuori.’ Le spiego.
‘Vedi che ci sto lavorando, per ora non puoi lamentarti hai una schiava a tua disposizione gratis. Quasi gratis visto che la mantieni. Anzi puoi comprarle qualche altro indumento da troia come quelle calze con il buco e quel baby doll. Anche un paio di abiti, corti e aderenti.’
‘Ma cosa vuoi fare?’ le chiedo, incuriosito.
‘Sono stufa di una vita di merda. Da ragazza avevo soldi e libertà ora non ho niente. Voglio riconquistare almeno i soldi, e Carmen mi aiuterà, come io aiutai Carmela.’ Spiega. Non capisco perfettamente ma forse vuole sfruttare la sua amica. Mi sembra un piano troppo rischioso, ma preferisco tacere. Mi bacia e mi sussurra: ‘Ora hai tutto il pomeriggio, scopala, inculala, falle quello che vuoi. E’ la tua troia personale, se ti nega qualcosa ricordale che ci deve tutto, anche la vita. Domani arrivo per le tredici e finiamo di usare i giocattoli, vedrai che film ne ricaverai per la tua collezione.’ E su queste parole prende l’ascensore. Io torno da Carmen, che si sta riprendendo: ‘Brava, sei stata molto eccitante, ora perché non mi dimostri quanto hai voglia di berti il mio seme? Forza, fammi vedere.’ Le dico avvicinandomi al letto. Lei mi attira vicino a se ed inizia a succhiarmi il cazzo con maestria e passione.
Il giorno seguente mi reco con lei in un negozio di cinesi che conosco, oltre ad abiti e mille altre cose ha biancheria sexy. Le compro dei completi perizoma e reggiseno con i capezzoli scoperti, una decina di collant con il buco e due abiti molto sexy, uno blu e bianco e uno fantasia. Entrambi con il gonnellino corto ed il corpetto aderente che valorizza i suoi punti forti: la proporzione tra busto e gambe che sono lunghe e belle, il sedere pronunciato e la pancia piatta. Aggiungo due paia di scarpe con tacco e plateau che la fanno apparire più alta. Ho continuato con le applicazioni del ‘gonfia capezzoli’ sia ieri pomeriggio che stamane appena svegli. Forse &egrave suggestione ma mi sembra che capezzoli ed areole siano già ingrossati ed inturgiditi, Rientrati a casa le applica un’altra seduta con l’ingranditore, poi preparo uno spuntino per l’arrivo di Sara che &egrave puntuale alle tredici e quindici. Sara arriva piuttosto innervosita, mi informa che ha problemi con il marito che la trova diversa, strana e le sta addosso sospettando un amante. E’ molto contenta degli acquisti compiuti e fa notare a Carmen che mi dovrà rimborsare della spesa. Carmen mostra all’amica come le stanno tutti gli indumenti, ha un sorriso felice da bimba. Sara le dice di tenere addosso un completo perizoma e reggiseno nero e le scarpe nere. Nell’insieme &egrave arrapante. Chiede se abbiamo proseguito le applicazioni dell’ingranditore e anche lei nota un ingrandimento di capezzoli ed areole. Ci fermiamo per mangiare, io sono taciturno e penso alla seduta con gli altri giocattoli. La cosa mi intriga molto. Carmen &egrave allegra e chiacchierona, secondo me ha dimenticato il programma del pomeriggio oppure ne &egrave felice.
‘Molto bene, ora che abbiamo terminato di mangiare, e come al solito bene per merito di Carlo, andiamo a riprendere la nostra seduta di formazione per Carmen. Vieni amore.’ Le porge la mano e la guida nella mia camera, i giocattoli sono su una poltrona e li sposta sul letto.
‘Ora dedichiamoci agli attrezzi riservati all’uso anale, di questi tre sono riservati a questo piacere: il plug, le palline anali ed il clistere. Quest’ultimo &egrave il più importante &egrave buona norma eseguire un bel clistere prima di un rapporto anale, non solo ma &egrave una pratica che &egrave molto erotica. Tu hai mai assistito ad un clistere Carlo?’
Ammetto che &egrave la prima volta. Sara conduce Carmen nel mio bagno, io le segue. Carmen sembra spaventata. Sara prepara nel bidet dell’acqua calda con alcune gomme di sapone neutro, quindi stende a terra un grosso asciugamani e fa accomodare Carmen su di esso. Le fa portare le ginocchia al petto.
‘Vedi, in questo modo il foro &egrave raggiungibile comodamente ed &egrave in parte dilatato, senti Carlo senti con la tua mano’ mi incita Sara, io le introduco un dito, lubrificato con il sapone dentro. Ne approfitto per entrare tutto dentro.
‘Aspetta porcellino, tra poco sarà tutta pulita e pronta all’uso. Abbi pazienza’ mi richiama scherzando la donna. Sara riempie la peretta d’acqua e detersivo, tiepidi. Ne conterrà mezzo litro. Quindi introduce la cannula, lubrificata con olio per il corno nel sedere di Carmen che si irrigidisce. Inizia lentamente a premere la parte tonda per svuotarla dentro l’amica. Carmen ha un’espressione tra il sofferente ed il sorpreso. Quando la ha spremuta tutta estrae la cannula. ‘Per oggi può bastare. Ora senti l’impulso a svuotarti, cerca di resistere per qualche istante, vieni’ e così dicendo le fa distendere le gambe e la fa alzare.
‘Oddio, mi scappa, mi sta scappando, mi cago addosso.’ Esordisce Carmen appena in piedi.
‘Resisti, resisti ancora un poco hai male?’ le chiede Sara che, a scanso di sorprese la conduce dentro il box doccia. E’ un box grande, un metro e mezzo per settantacinque. Carmen ha gli occhi chiusi &egrave un’espressione dolorante, sta cercando di contenersi.
‘Ho male alla pancia’ si lamenta. ‘Ora lo facciamo passare, Carlo vai a prendere lo sviluppatore’ sorride maligna Sara. Io corro in camera, non vorrei che Carmen non riuscisse a contenersi, arrivo in bagno applichiamo le coppe ed inizio a pompare rapidamente. In breve i capezzoli si tendono. Carmen inizia a gridare quindi si avverte un peto terrificante e l’acqua esce dal suo intestino insieme a tutto il contenuto dello stesso. Carmen si accovaccia cercando di non mostrarsi mentre erutta tutta la sporcizia. Io continuo a pompare, in trance. Dopo un minuto Carmen urla: ‘Mi strappate il seno, basta, vi prego.’ Senza volerlo ho esagerato. Sara le assesta una sberla: ‘Zitta troia, comportati bene. Chiedi per piacere’ Carmen scoppia a piangere e si inginocchia tra i liquami, affranta. Io allento lo sviluppatore mentre Sara gli assesta un altro manrovescio e la investe gridando: ‘STUPIDA TROIA, NON RIESCI NEANCHE A CONTROLLARE LA TUA MERDA. GUARDA CHE DISASTRO HAI FATTO. ORA LAVATI E LAVA LA DOCCIA ALLA PEFEZIONE, IL SIG. CARLO NON PUO’ VIVERE IN UN PORCILE. SMETTI DI PIANGERE E METTITI AL LAVORO. CHIAMAMI QUANDO HAI FINITO CHE VERIFICO CHE SIA TUTTO PULITO ALLA PERFEZIONE. CRETINA’ cazzo che girata. La doccia &egrave effettivamente impiastrata di liquami e si &egrave sbrinciata addosso, sulle gambe, lo spettacolo &egrave penoso. Io apro la finestra del bagno e porgo a Carmen i prodotti per pulire, intanto sgancio lo sviluppatore, lei sta ancora piangendo piano quando esco. Sara &egrave in salotto.
‘Quella cretina deve imparare ad ubbidirmi.’ Mi dice Sara, ancora alterata. Le offro un cognac e poi aspetto per capire quali siano i suoi progetti. Apre la borsa e si prepara uno spinello, &egrave la prima volta che la vedo fumare erba, dev’essere proprio nervosa.
‘Voglio dare una svolta alla mia vita, Carmen dev’essere per me quello che io sono stato per Carmela anni fa. Il passaporto per la libertà ed il benessere. Carmela dopo che mi hanno mandato via si &egrave aperta un negozio per conto suo e da allora fa la signora, senza nessuno che la comandi.’
‘Ma come pensi di fare?’ le chiedo mentre sento l’acqua della doccia scorrere.
‘Ti chiedo un aiuto, tu vuoi che la prossima settimana lei vada via di casa. Ed io la porto via. Prendo una settimana di ferie ed andiamo a Milano, ho affittato un bilocale in un residence e mi sono informata per della pubblicità su dei siti d’incontri. Inoltre dobbiamo fare delle foto sexy, salvo ce le faccia tu. Per pubblicità. Puoi aiutarmi imprestandomi 2.500 euro?’ mi chiede, e decisamente ansiosa, accavalla e scavalla le gambe.
‘Ma tu porti le mutande?’ le chiedo perfidamente, lei sbianca e non risponde.
‘Vuoi il mio aiuto ma non &egrave che mi accontenti poi tanto. Appena mi distraggo ti dimentichi i patti,’ lei &egrave cinerea. Stà per sbottare, lo intuisco. La blocco.
‘Ascolta, capisco che sei molto nervosa, ma quante possibilità ci sono che questa tua idea pazzesca abbia successo?’
‘E’ sicura, ora ti mostro, hai un computer?’ apre un sito specializzato ‘Guarda quante escort ci sono, e che tariffe. Una coma Carmen, giovane e disponibile a tutto vale migliaia di euro!’ si accalora.
‘E tu cosa fai, la protettrice, la tenutaria del bordello?’ ribatto.
‘No, io la aiuto ma solo con i clienti di classe, quelli danarosi che vogliono la coppia. Una coppia può guadagnare cinquecento euro all’ora. D’altronde già ai tempi di Carmela ci davano un milione a testa a serata!’ sono scettico, il lavoro della Escort presenta dei rischi. Ma perché dovrei scoraggiarla? Ed inoltre mi tolgo Carmen di casa mentre dovrebbe arrivare Alice. ‘Ok, quando dovreste partire?’ Sara mi salta addosso baciandomi.
‘Grazie, se non ci fossi tu”
‘Allora sfilati quelle cazzo di mutande, non perdere tempo.’
Lei solleva la gonna, fino a mostrarmi il perizoma leopardato che indossa. Lo abbassa alle caviglie e lo scalcia via. Quindi si avvicina a me, mi prende la mano e la porta sulla vagina. Appena appoggio il dito alle grandi labbra queste si aprono ed arrivo a sentire la sua eccitazione.
‘Partiamo lunedì e torniamo lunedì prossimo, tu potresti accompagnarci?’ chiede mentre il mio dito si muove dentro di lei.
‘Non esagerare, vi accompagno in stazione. Posso venire a prendervi lunedì perché devo andare a Malpensa con Alice, al mattino. Poi allungo fino a Milano e vi carico.’
‘Magnifico ””” hai voglia di scoparmi?’ mi chiede. In quel momento Carmen si affaccia sulla porta della camera da letto e dice: ‘Signori, se volete venire a vedere. Ho lavato tutto’. Io e Sara ci avviamo verso il bagno, effettivamente la doccia splende e tutto il bagno profuma di buono, Sara si abbassa a verificare anche nel bordo della doccia e poi afferma soddisfatta: ‘Hai fatto un buon lavoro, un lavoro di recupero ma un buon lavoro. Ora riproviamo con il clistere.’ Intervengo io: ‘Ne sei sicura, non vorrei ripetere’.’ Ma Carmen dice: ‘Assolutamente sig. Carlo, voglio riprovare, vedrà che andrà tutto bene.’ A quel punto non dico altro, voglio proprio vedere come si evolve la cosa.
Carmen mette un asciugamano per terra, e si mette in posizione con le ginocchia al petto. Sara ha preparato l’acqua e sapone e riempie la pera, quindi lubrifica la cannula e la infila nel culo di Carmen. Lentamente svuota tuta la peretta. Carmen afferma che va tutto bene, la aiuto ad alzarsi. Si massaggia la pancia e compie due o tre passi.
‘Brava’ le dice Sara, ‘ora vuoi svuotarti?’
‘Posso farlo da sola, senza spettatori?’ chiede Carmen timorosa della risposta.
‘Per me puoi fare come vuoi, dipende dal nostro signore e padrone. Cosa vuoi tu Carlo?’
Con un sorriso serafico rispondo: ‘Io gradirei presenziare.’ Carmen sbianca mentre Sara sorride lieta che la stia assecondando.
Nel bagno ho fatto mettere un bagno a pavimento, con una telecamera che inquadra fra le gambe delle ospiti che si accovacciano sopra. Carmen si accovaccia e si sostiene al maniglione a muro. Dapprima emette alcuni peti rumorosi con poca acqua poi inizia ad uscire l’acqua dal sedere, senza ulteriori rumori particolari. Carmen si rasserena, Sara si solleva per osservare e sentenzia: ‘L’acqua &egrave quasi pulita, il clistere &egrave andato molto bene. Brava.’ Carmen intanto conclude di liberarsi e si lava sul bidet. Sollevata di aver superato questa prova.
Tornati in camera da letto Sara mostra il plug e le palline anali: ‘Questi vanno infilati nell’ano. Il plug oltre a provocare una sensazione di riempimento che aumenta il piacere serve per allenare il culo alla penetrazione. Le palline sono un giocattolo, ma possono essere indossate sotto gli abiti e puoi portarle in giro per casa o all’esterno. Provocano un’eccitazione molto piacevole cosa vuoi provare per primo?’
Intervengo io: ‘Facciamo così, a Carmen facciamo indossare il plug e tu infili le palline. Voglio che anche tu sia partecipe’. Sara accetta, deve fare buon viso a cattivo gioco. Ora ho io il gioco in mano. E così le faccio posizionare entrambe sul bordo del letto, a gambe sollevate, e le faccio introdurre i due giochi dentro di loro. Che spettacolo. Sara &egrave una vera porca, le infila tutte e poi gioca tirandole e facendo aprire lo sfintere per farle uscire, una per volta. Carmen &egrave meno disinvolta e non posso non farglielo notare. La prendo per il collo e la faccio mettere con il viso sul culo di Sara ad osservare il dentro e fuori delle palline, quindi le ordino di leccare il clitoride dell’amica che in breve, così stimolata, arriva all’orgasmo. A quel punto faccio sistemare Carmen alla pecorina e le entro nella vagina. Che trovo già calda e ricettiva, la situazione la ha evidentemente turbata. Scoparla con il plug aumenta il piacere di entrambi. Godo venendole dentro la figa. Mi appoggio alla testiera e mi faccio ripulire da Carmen mentre ordino a Sara di leccare la figa dell’amica, leccando il mio seme. Sara esegue con la solita abilità.
Mi riprendo alcuni istanti e poi chiedo: ‘Ed ora cosa manca?’ e mi alzo a guardare i giocattoli rimasti inutilizzati. Prendo le palline vibranti e mi avvicino a Carmen. ‘Queste le conosci?’ le chiedo. Muove la testa in segno di diniego. Le allargo le gambe e le infilo nella figa. Ora ha il plug dietro e le palline davanti. ‘Ora sei bella piena, vai in cucina e portaci da bere. Non a piedi nudi, con le scarpe con il tacco cretina’. Camminare su quei tacchi con quegli oggetti dentro di lei non &egrave agevole, ed inoltre sicuramente le provoca sensazioni forti.
Quando siamo soli dico a Sara: ‘E quando torna gli attacchiamo gli sviluppatori delle tette. Mi piace vedere come gli tira i capezzoli quel coso.’
‘Sei un gran maiale’ mi risponde Sara ridendo.
Carmen rientra ancheggiando sui tacchi. Tiene in mano una bottiglia di acqua e dei bicchieri impilati uno nell’altro. Oscilla ampiamente. Io scoppio a ridere: ‘E il vassoio?’
‘Non posso tenere il vassoio con questi cosi dentro, non riesco a tenere le cose in bilico. Ad ogni passo le palline si muovono e mi toccano dentro, a volte ho dei brividi fortissimi. Ed il plug dietro, mi sento così piena nel sedere, non riesco a non pensarci’ Carmen ci descrive le sensazioni che i due giocattoli le provocano. Io e Sara ridiamo, la facciamo sdraiare tra di noi, sul letto e iniziamo a giocare con i due oggetti sfilandoli e re-infilandoli dentro di lei. Lei &egrave tutto un susseguirsi di tremiti e brividi.
‘E’ ora che usi lo strap on’ dico a Sara indicandole uno degli oggetti ancora non utilizzati, si alza, finisce di spogliarsi e si infila lo strap on. Ha un cazzo nero, lucido e bitorzoluto che svetta prepotente. E’ più o meno grande come il mio.
‘Ma &egrave di quelli che entrano anche dentro di te?’ chiedo a Sara. ‘No, &egrave solo esterno, gli altri li ho provati ma li trovo scomodi’ &egrave la risposta. Posizioniamo Carmen alla pecorina e Sara le entra nella figa da dietro, lentamente, provocandole sospiri di piacere. Inizia a muoversi dentro di lei con un ritmo crescente, quindi si appoggia sulla sua schiena massaggiandola con le tette. Un grande spettacolo; io mi posiziono davanti a Sara porgendole il mio uccello da succhiare lei lo inizia a leccare e poi lo infila in bocca, arriva fino alla radice. E’ decisamente più capace rispetto alle prime volte, &egrave molto migliorata. Continuiamo per alcuni minuti poi decido di cambiare: ‘Lo strap on non mi sembra così eccitante, cambiamo posizione. Sara suggerisci tu qualcosa. Qualcosa che mi soddisfi. Dai.’ La incito.
Sara parla nell’orecchio a Carmen, mi fanno alzare in piedi e Carmen, che &egrave sempre sul letto, inizia un pompino. Sara &egrave dietro di me, mi massaggia con il suo corpo. Mi solleva una gamba facendomela poggiare su uno sgabello, quindi si accovaccia tra le mie gambe ed inizia a leccare i coglioni e lo sfintere. Infila la lingua nel mio culo e me lo bagna abbondantemente, non posso fare a meno di complimentarmi con lei. La mia eccitazione raggiunge il culmine quando mi penetra con un dito, lo gira dentro di me, cerca di accarezzare la prostata, lo muove dentro e fuori. Sara aumento la profondità del pompino, l’uccello &egrave bagnato della sua saliva. In breve sento lo sperma salire dai coglioni ed eruttare nella bocca di Sara che lo accoglie. Quando ho finito di sborrare mi siedo sul letto, stanco. Sara mi mostra la bocca piena del mio sperma e si scambia un bacio con Carmen. Dopo di che mi mostrano entrambe la bocca ora vuota. Hanno ingoiato tutto. Che coppia.
La settimana prosegue con questi pomeriggi frenetici. Carmen &egrave sempre più disponibile e partecipe, i capezzoli ora sono perennemente induriti e le areole dei seni sono grosse e scure. Pur essendo piccolo &egrave un seno provocante. Il resto del suo corpo &egrave gradevole, io preferisco Sara con i grossi seni, le labbra turgide, il culo sporgente. Ma Carmen ha il pregio delle giovinezza. Un pomeriggio le due donne sono andate alle terme. Ho regalato loro ingresso e due massaggi. La motivazione per questa uscita mi ha molto colpito, Sara mi ha detto: ‘Carmen ha sempre vissuto nella merda. E’ per questo che non si ribella, non si rende conto che esiste altro. Voglio mostrarle cosa vuol dire vivere nel benessere, nel lusso. Io ho provato ai tempi di Carmela ed &egrave per questo che ora sono insofferente’. Direi che l’uscita didattica ha portato i frutti attesi. Alle diciotto Carmen &egrave rientrata, tutta allegra, di una allegria infantile: ‘Che bello paparino, quelle terme sono magnifiche. E che bello il massaggio, mi ha sciolto tutti i nodi. La massaggiatrice mi ha fatto i complimenti, mi ha detto che ho un fisico molto tonico, con poca cellulite, mi ha chiesto se pratico tanto sport’ ha concluso ridendo. Si era tolta il cappotto ed era rimasta con uno dei vestiti che le ho comprato io, un abitino blu e bianco, molto sciancrato e con una gonna piuttosto corta. Valorizza le gambe ed il fisico snello. Mi dava la schiena poi si &egrave abbassata a novanta gradi dicendo: ‘Oh, mi &egrave caduta una moneta. Ora la raccolgo’. Con la mano ha sollevato il gonnellino mostrando che non indossava le mutande. ‘Cazzo, che bel panorama!!’ ho esclamato. Lei si &egrave girata simulando sorpresa e stupore: ‘Oh, papino, mi sono scordata delle mutandine! Che birbantella che sono! E’ una grossa mancanza? Devo farmi perdonare?’ mi ha detto mentre si avvicinava a me con sguardo lussurioso. Sono stato al gioco. ‘Dipende, bambina mia, se &egrave una semplice dimenticanza non &egrave grave. Se &egrave causato dal fatto che ti sei scopata un addetto della Spa, magari un nero superdotato invece &egrave più grave’.
Lei si &egrave messa a ridere mentre ormai era a portata delle mie mani: ‘I neri non mi piacciono. La loro pelle puzza’. Con la mano sono risalito sull’interno della coscia arrivando fino alla fighetta.
‘Se conosci l’odore della loro pelle allora ci sei stata insieme. Maialina’.
‘No, li sentivo in pullman, si strusciavano, mi si attaccavano addosso con la scusa della calca. Ohhhh’ Stavo masturbandola.
‘Sei molto bagnata, dentro. Potrebbe essere eccitazione o una bella razione di sborra. Nel dubbio cerca di meritarti il mio perdono’
‘Ora vedrai papino, come sono brava a farmi perdonare. Resterai soddisfatto!’ con quelle parole mi ha estratto il cazzo dai pantaloni della tuta che indossavo e si &egrave impalata sopra. Cavalcandomi fino all’orgasmo con intensità e passione.
Arriva finalmente il lunedì della partenza per Milano, la tensione di Sara era palpabile. Io le avevo consegnato 2.500 euro per pagare il residence e le prime spese. Lei aveva fatto fare delle foto di lei e di Carmen da sole ed insieme e le aveva pubblicate su dei siti d’incontri. Aveva già ricevuto delle chiamate al cellulare comprato per l’occasione. Ma quando aveva parlato di cifre la clientela si era molto raffreddata. Forse doveva ridurre le pretese. Il sabato Sara lavorava al pomeriggio quindi sarebbe arrivata in tarda mattinata. Io mi ero appena svegliato, alla sera avevo inculato Carmen mentre aveva il vibratore coniglietto infilato ed acceso, aveva goduto in modo selvaggio ed anche io mi ero divertito molto. Inoltre a metà notte lei mi aveva svegliato dicendo che voleva spompinare il ‘suo paparino’ e mi aveva portato ad un altro orgasmo, accresciuto dal massaggio prostatico che oramai era un suo marchio di fabbrica. Alle dieci Sara &egrave arrivata, era vestita con una gonna di lana e stivali, tolto il piumino &egrave apparso il maglioncino bordeaux che le mette in mostra il seno, aderente e con scollatura quadrata. Mi ha baciato, era allegra: ‘Abbiamo già i primi appuntamenti per lunedì pomeriggio. Alle diciotto ed alle diciannove. Vogliono tutti e due averci in coppia. Speriamo sia di buon auspicio’ io le faccio segno di sollevare la gonna. Lei mi guarda ed esegue, si &egrave ricordata di togliere le mutande, bene. La tocco, &egrave asciutta evidentemente &egrave calata nel nuovo ruolo di donna d’affari.
‘Aspetta, Carmen &egrave a letto? Ho programmato un regalo per te. Hai già pisciato questa mattina?’ mi chiede.
‘No, anzi dovrei proprio andare, mi sono svegliato alla tua chiamata. Stavo recuperando, Carmen mi ha spompato questa notte’
‘Molto bene, ho notato che &egrave molto migliorata. Più disinvolta e intraprendente. Più porca. Ora vedrai cosa abbiamo organizzato, in un certo senso &egrave la prova finale di Carmen, la prova di laurea. Sarai entusiasta!!’ conclude Sara. La trovo sovra eccitata, secondo me si &egrave di nuovo fumata qualcosa.
Entra in camera da letto accendendo la luce. Si sfila il maglione scoprendo il busto, nudo. Cazzo quanto mi piace. Si sdraia su Carmen massaggiandole il viso con le tette, svegliandola. Carmen cerca di prendere in bocca i capezzoli e di succhiarli.
‘Che bel risveglio! Ciao amore, ciao papino. Vieni qui a baciarmi papino’ così dicendo Carmen mi chiama vicino a lei. Sara la bacia sul collo e le sussurra qualcosa, le lecca il padiglione auricolare provocandole dei forti brividi. Io intanto tocco le due donne a piene mani. Dopo alcuni secondi Carmen riprende a parlare: ‘Papino andiamo a fare pipì? Ho un’idea che ti piacerà, vieni.’ E così dicendo Carmen scende dal letto e mi prende per mano. Sara ci segue.
Entriamo in bagno, Carmen si accovaccia di fronte a me e mi toglie i calzoni del pigiama e le mutande. Apre le porte della doccia ed entriamo insieme. Carmen mi fissa con occhi lucidi mentre Sara mi dice: ‘Vedrai Carlo, questo &egrave un servizietto speciale. Una cosa che ho imparato dal sig. Piero. Il massimo della maialaggine.’
Carmen si inginocchia di fronte a me, nuda, a pochi centimetri dal mio uccello. ‘Piscia papino, piscia nella bocca della tua bimba’ mi dice aprendo la bocca. Io sono sorpreso, mi concentro mentre sento Sara incoraggiarmi: ‘Forza Carlo, piscia nella bocca della troia. Riempila di piscio, non fermarti.’ Inizio a orinare, Sara allunga la mano e mi dirige lei il getto verso la bocca spalancata di Carmen. Ovviamente non ingoia ma il getto le centra la bocca e cola sul suo corpo, sui seni, sulla pancia e sul pube. Non mi ero reso conto di quanta urina dovessi fare. Non finisco più. Sento i seni di Sara premermi sulla schiena mentre continua a tenermi l’uccello in mano ed inizia a leccarmi il collo. Quando termino di urinare Sara mi fa uscire dalla doccia e mi pulisce le ultime goccia con la sua bocca. Intanto Carmen apre l’acqua e si lava, vedo che infila la mano in mezzo alle cosce e si masturba. Sembra che l’esperienza l’abbia eccitata, se finge merita l’Oscar.
La settimana successiva, mentre le ragazze sono a Milano, trascorre tranquilla, ogni tanto mi chiama Sara super eccitata, mi dice che si sono fatte già degli amici. Al venerdì sera arriva Giulia, mia figlia, e trascorriamo il fine settimana insieme. Al lunedì la accompagno all’aeroporto di Malpensa e poi mi dirigo verso Milano. Arrivo sotto casa delle ragazze alle tredici, non rispondono al telefono, mi rassegno ad aspettare. Mi richiamano loro circa un’ora dopo. Stavano lavorando. Mi fanno salire, l’appartamento &egrave carino, con due camere da letto ed un soggiorno con angolo cottura. Arredato modernamente. Sara mi accoglie con un bacio mentre Carmen mi salta in braccio gridando ‘PAPINOOO’, sembrano eccitate. Vedo che le valigie sono pronte e loro sono vestite, Sara indossa un vestito con le braccia scoperte di lana, di colore nero. Aderente e corto, molto corto. Si intravede il buco centrale dei collant. Carmen indossa un abito color prugna, con scollo a cuore che valorizza il seno. Anch’esso non molto lungo. Mentre sono li arriva il padrone di casa per ritirare le chiavi. Avrà ottant’anni.
Le ragazza gli fanno mille moine, lui &egrave imbarazzato. Noto che Sara gli accarezza la patta dei pantaloni e lui arrossisce, balbetta. Usciamo con le due che gli promettono che torneranno presto e lo baciano.
‘Dopo il papino ho trovato il nonno. E’ un amore!!’ mi spiega Carmen prendendomi sotto braccio. Una volta saliti in macchina, Sara davanti e Carmen dietro, la prima apre la sua borsa e ne estrae un mazzetto di banconote.
‘Queste sono per t&egrave. Cinquemila euro per compensarti dei prestiti, dell’ospitalità e della pazienza. Altrettanti sono di Carmen ed io ne ho presi diecimila per pagare anche le spese di comunicazione. E’ stato un successo, un notaio &egrave venuto a trovarci da martedì tutti i giorni tranne la domenica. Quando sei arrivato eravamo con lui, alcuni hanno detto che verranno a Torino, pur di non perderci’. Carmen sorride e chiude gli occhi, stanca. Mentre Sara &egrave sovreccitata e non tace per tutto il viaggio.
Il giorno dopo Carmen ha trovato un appartamento e se ne &egrave andata, iniziando la sua nuova vita. Sara dopo due settimane ha lasciato il lavoro al super e non mi ha più chiamato. Non le servivo più, la nostra storia non aveva futuro, ma sicuramente l’avevo aiutata molto a cambiare le sua vita puntando a raggiungere i risultati che si &egrave posta. Un giorno ho visto una foto di Carmen su una rivista di gossip, era in una discoteca con un giocatore di serie A, di colore. Mi sono informato e mi hanno detto che solitamente al lunedì i giocatori andavano in quel locale.
Ci sono andato anche io, alle undici non c’era, alla mezza stavo per uscire quando ho visto entrare una comitiva di parecchie persone. Tra loro ho riconosciuto due calciatori e Sara e Carmen. Carmen era abbarbicata al giocatore di colore con cui era stata ripresa mentre Sara parlava ora con uno ora con l’altro. Soprattutto con gli uomini meno giovani che erano con loro, uomini decisamente volgari di aspetto. La ho vista mettere qualcosa sul dorso della mano e poi aspirarlo, non un bell’atteggiamento. Carmen mi ha notato ed &egrave corsa verso di me: ‘PAPINOOOO!’ ha gridato. ‘Che bello vederti ti ho pensato tanto. Vuoi conoscere ”’..?’
‘No, non sono un tifoso, grazie. Come stai? E Sara come va?’
‘Io sto benissimo, vivo con lui e sono una vera signora. Sara lavora ancora in casa, ha una clientela affezionata ma inizia ad essere stufa. Vorrebbe trovare anche lei qualcuno che la mantenga’:
Mi ricordo di una cosa che mi ha detto tanto tempo fa: ‘Ma non dicevi che la pelle dei neri puzza?’ chiedo con tono ironico a bassissima voce.
‘Lui &egrave un nero ricco. Puzza di buono!’ mi risponde ridendo di gusto. ‘Senti volevo chiederti un’opinione, se sono qui invece che nella cella frigo di un super lo devo a te e a Sara. Con le vostre lezioni ho imparato come far girare la testa ad un uomo. Figurati ad un ragazzo come lui, lo tengo per i coglioni. Ma intorno a lui ci sono avvocati, procuratori, amici. Inoltre potrebbe cambiare squadra e città. Se avessi un figlio da lui sarebbe una bella tranquillità. Cosa ne dici?’
Mi viene un brivido, altro che tonta come l’avevo reputata io: ‘Lo deve riconoscere altrimenti devi fare il test del DNA e se lui &egrave fuori Italia potresti aver problemi. Ma se lo riconosce &egrave come un vitalizio per te e per il bimbo. Quanto guadagna lui?’
‘Ora guadagna un milione e mezzo ma ci sono anche gli sponsor e altre cose. Non lo sa bene neanche lui quanto guadagna’ risponde sempre ridendo. Ci salutiamo e le confermo di avere ancora il vecchio numero di cellulare, se le dovesse servire.
Ieri ho letto un’intervista dove annunciava al mondo la sua felicità per essere in dolce attesa di una figlia dal calciatore, probabilmente la ha concepita la sera stessa del nostro incontro in disco.

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