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il Boss e la mercedes rossa

By 20 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019One Comment

Era un freddo pomeriggio di febbraio e stavo rientrando a casa da un’altra faticosa giornata di lavoro, mi trovavo come mio solito a percorrere l’autostrada in direzione Napoli per poi uscire a Sarzano in perfetto orario, sperando di non trovare intoppi, come possibili incidenti, che avrebbero poi dato luogo a snervanti e lunghe code in auto, come spesso succedeva la mattina per andare a lavoro…
Erano circa le 17.30, dunque, quando in autostrada all’altezza dell’uscita di Pulmizzano Sud ascoltavo una delle canzoni del momento, quelle che mi fanno perdere la testa e che mi portano ad alzare il volume della mia radio tipo discoteca, ma senza per questo rendermi questo meno vigile alla guida…. all’improvviso, mentre ero in corsia di sorpasso, sento un forte rumore e vedo accostare una berlina scura. Capisco allora di essere stata tamponata!
La mia lucidità mi porta, comunque a mettere la freccia a destra, spostarmi sulla corsia di marcia, ad azionare le quattro frecce per poi farmi scortare dall’auto incriminata nella prima piazzola di sosta ed accostiamo entrambe.
Un po’ intimorita ma molto incazzata scendo dall’auto per constatare il danno arrecatomi, dramma, tutta la fiancata destra posteriore della mia auto era praticamente rovinata, pensare che mio marito l’aveva appena fatta aggiustare tra mille improperi; dall’altra auto viene fuori un uomo sulla sessantina accompagnato da un altro uomo sui trentacinque con un espressione decisamente poco raccomandabile, li primo si avvicina a me e fa “signorina, dove se ne va così di fretta? non sa che &egrave pericoloso guidare a zig zag in autostrada” al che gli rispondo piuttosto incazzata “ah, mi fa anche la ramanzina! mi tampona, mi rovina la macchina e fa anche l’ironico, ha quasi distrutto la mia auto che avevo fatta riprendere da poco!”. Ero infatti fiera della mia Mercedes bordeaux, un modello accorsato, ero una delle poche ad avercela, andava ancora molto bene e mi distinguevo in autostrada per il fatto di avercela solo io…. L’uomo sulla sessantina, ma ancora ben portati, allora mi guarda sornione dicendomi “guardi signorina, visto il suo sguardo irritato ma considerati i suoi occhi affascinati, il suo look sexy e le sue belle gambe, forse potrei fare qualcosa per la sua macchina”, in tutto questo ho infatti mancato di descrivermi, sono alta quasi un metro e settantatré che con i tacchi arrivano facilmente oltre il metro e ottanta, fisico slanciato, non molto seno (una seconda) ma quello che mi dicono colpisce più di me &egrave lo sguardo da gatta ed….il Culo che a dire delle persone, incanta i maschi e a volte anche le Donne, considerate infine che indossavo dei leggings neri similpelle lucidi infilati negli stivali con sopra una maglia che non mi copriva neanche il sedere (ebbene si avevo avuto un appuntamento maschile quel giorno) potrete capire come non passassi inosservata.
L’atteggiamento dell’uomo però continuava ad irritarmi notevolmente e replicai con acidità “guardi qui non c’entrano ne le mia gambe ne i miei occhi, lei smetta di fare il cretino e si limiti ad assumersi le sue responsabilità!” l’uomo che si vedeva non essere abituato ad essere messo in discussione, mi rivolse uno sguardo di fuoco per essere stato messo in imbarazzo, ma immediatamente cambiò espressione assumendo un atteggiamento condiscendente, si girò quindi verso l’uomo che lo accompagnava e fece “Peppe, ma a quest’ora &egrave aperta la nostra officina a Santa Celera?” e l’uomo replicò “certo Don Fabio, per voi l’officina &egrave SEMPRE aperta”, al che rivolgendosi verso di me fa “bella signora, se non le crea ulteriore fastidio potremmo sistemare la macchina immediatamente in quanto si dà il caso che io possegga, tra le mie tante attività, anche alcune carrozzerie e se non le crea problemi potremmo sistemare la macchina subito così le facciamo passare l’arrabbiatura – disse sornione – le donne che si arrabbiano perdono fascino, non &egrave vero Peppe?” ottenendo dall’amico un netto assenso “certo Don Fabio, le belle donne devono stare tranquille, sono come delle belle cavalle, devono essere domate, per essere cavalcate, non va bene che si imbizzarriscono, possono fare danni!”, ovviamente questi commenti cafoni mi infastidirono ancora di più ma l’aura di pericolosità che scaturiva dai due, mi fece tenere a freno la lingua e poi pensandoci bene forse un po di colpa ce l’avevo anche io e visto che si assumevano l’onere della questione non volevo fare altre discussioni; peraltro non volevo farne neanche con mio marito che proprio la settimana precedente aveva speso 3.000 euro per sistemare la macchina e quindi lascia cadere dicendo “va bene possiamo andare, però tenete presente che per le 20.30 devo essere a casa poiché a quell’ora mia sorella mi riporta le bambine”, “nessun problema – disse Don Fabio – per farvi questo servizio un paio d’ore bastano”, un brivido mi scorse lungo la schiena e quelle parole mi riportano in mente qualcosa dettami da qualcuno….ma non ricordavo a cosa si riferisse.
Per sicurezza ci scambiammo reciprocamente i dati e i contatti telefonici per poi metterci successivamente d’accordo sul da farsi, seguii la macchina lungo alcune strade che conosco e dopo qualche decina di minuti arrivammo davanti ad un cancello d’acciaio che dalla berlina, aprirono con un telecomando, io li seguii lungo una rampa che dava ad un garage interrato del palazzo e parcheggiammo le macchine, solo allora mi resi conto che il locale davanti a me non era una carrozzeria in quanto non vi era alcuna macchina parcheggiata ed una certa paura cominciò a prendermi.
La certezza venne quando Peppe scendendo dalla macchina aprì la portiera con una certa violenza, tirandomene fuori quasi fossi una bambola e come vi ho detto non sono proprio piccolina! Don Fabio mi guardò con il suo consueto sorriso a mezza faccia che però ora era sormontato da due occhi neri e cattivi “allora, la mammina voleva fare la gran donna, adesso vediamo quanto lo sei!”, “ora bella mia, spogliati immediatamente e non farmi incazzare che tanto qui a Santa Celera io ho potere di vita e di morte, vediamo questa mammina vestita da troia se lo &egrave veramente!” io ero paonazza, con un misto tra rabbia per la mia ingenuità, paura per quel che mi sarebbe accaduto ed una strana vergogna perché effettivamente ero vestita da troia in particolare oltre ai leggings in similpelle di cui vi ho parlato, come intimo indossavo delle calze autoreggenti ed un perizoma che metteva in mostra il mio culo che a detta di tutti e senza falsa modestia, posso confermare essere una calamita per gli occhi dei maschi.
Come provai a ribellarmi e a scappare immediatamente venni presa per i capelli da Peppe il quale mi sibilò in un orecchio “dove scappi zoccola, questo palazzo &egrave tutto di Don Fabio e i garage qui sotto sono insonorizzati per evitare che qualcuno non si faccia i cazzi suoi, ora fai quello che ti ordina Don Fabio e stasera tornerai sana e salva dalle bambine, magari un po più spanata ed arrossata, ma ci tornerai e ora muoviti troia, spogliati!” al che compresi di non avere scampo e cominciai a spogliarmi fino a restare in autoreggenti ed intimo suscitando la volgare approvazione di Don Fabio “hai visto Peppe, te l’avevo detto che questa signorina altezzosa era una granda troia, guarda come si &egrave preparata, dovevi andare a prendere il cazzo oggi eh! Ora seguimi in quel locale di fronte che di cazzo oggi ne prenderai a metri” entrati nel locale e rimasi esterrefatta dall’armamentario di strumenti sadomaso che faceva quasi paura, fruste, plug anali di ogni dimensione, bavagli, mascherine, pinzette per capezzoli e cose decisamente più spaventose mi fecero capire che sarebbe stato un lungo pomeriggio…..
“Peppe oggi sono magnanimo cominciatela a scopare tu, ma non permetterti di toccarle il culo, perché a questa troia il culo glielo rompo io stasera e vedrai come abbasserà la cresta in futuro!” al che Peppe cominciò a spogliarsi mostrando un fisico tipico da uomo di strada, robusto, possente e pieno di cicatrici e tatuaggi e dopo essersi abbassato le mutande mi guarda e fa “allora mammina figona ti muovi a venirmi a succhiare il cazzo! O devo prenderti a cinghiate?” ovviamente capita la situazione mi fiondai sul suo cazzo, decisamente non lavato da qualche giorno, che sapeva anche un po di piscio e cominciai a succhiare; il cazzo prendeva sempre più consistenza nella mia bocca e Peppe che ci prendeva gusto, cominciò a spingermelo sempre più a fondo facendomi scendere le lacrime, ad un certo punto stavo soffocando quando allontanai la testa ricevendone in cambio un sonoro schiaffone in pieno viso “chi ti ha detto di lasciare il cazzo troia? succhia, lo devi ingoiare tutto!” al che capita la situazione mi impegnai ancor di più arrivando a sbavare come una cagna su quel cazzo e quando sembrava che non finisse più Peppe fece “ora voglio scoparti, fammi vedere quella bellissima figa depilata” e senza attendere ulteriormente mi strappò il perizoma facendomi lanciare un urlo di dolore ma indifferente a tutto mi schiaffò dentro il cazzo già aspettavo il dolore della penetrazione ma stranamente invece di essere asciutta per la violenza e l’umiliazione che stavo subendo sotto ero……un lago!
Ovviamente Peppe non mancò di sottolinearlo “Don Fabio avevate ragione, dovreste vedere quanto &egrave bagnata qua sotto sta troia, pare una fontana” al che Don Fabio che era rimasto a guardare, disse a Peppe “mettitela a smorza candela che con le gambe che ha sarà uno spettacolo” così cambiammo posizione solo che Don Fabio non aveva fatto questa scelta a caso e come mi girai e ripresi il cazzo di Peppe in figa, cominciò a frustarmi da dietro provocandomi un iniziale dolore forte che stranamente in pochissimo tempo provocò ulteriore piacere, con il bruciore delle frustate sulla schiena e sul culo che si aggiungeva al piacere del cazzo di Peppe che mi riempiva, cercai di resistere e non mugolare per non apparire la troia che ero, ma ad un certo punto cominciai a gemere come una cagna, al che Don Fabio senza dire nulla si cominciò a spogliare mostrando un fisico appesantito ma ancora muscoloso ed una volta tolto il pantalone vidi un cazzo che già da sotto le mutande sembrava di dimensioni notevolissime, ne ebbi conferma una volta tolte le mutande, erano almeno 25 cm!
Ero terrorizzata al pensiero che me lo volesse mettere in culo anche se per ora si accontentava di farselo succhiare, così mentre sotto Peppe mi pompava io pompavo con la bocca Don Fabio ed il suo grande cazzo, mi sentivo una vera sgualdrina perché invece di soffrire e disperarmi stavo godendo come l’ultima delle troie.
Ad un certo punto Don Fabio mi toglie il cazzo dalla bocca e si allontana facendo un gesto a Peppe che capito il segnale mi abbranca e mi abbassa portando il mio busto a diretto contatto con il suo ed &egrave così che sento il sibilo di una canna (l’avevo vista tra le fruste e mi sembrava la meno dolorosa, che errore!) che colpisce la mia schiena provocandomi un dolore fortissimo e il bastardo, ignorando le mia urla, mi da altre nove scudisciate, nel frattempo io sudata e sfatta resto come una bambola nelle mani di Peppe che continua forsennatamente a riempirmi di cazzo ed offese, al che Don Fabio senza dire nulla si riporta dietro di me e fa “devo dire la verità, mammina, questo culo che tieni &egrave meraviglioso, imperiale &egrave nu’ gioiello! e solo io che sono il boss ho il diritto di incularti” al che dopo avermelo baciato sputò sul buchetto e cominciò a spingere come un forsennato, il dolore era lacerante, avevo già sperimentato il sesso anale ma ovviamente mai con calibri simili, ma non volevo dargli soddisfazione, sudavo e soffrivo ma quando sembrava impossibile superare l’anello dello sfintere anale, come una scarica elettrica mi arrivò al cervello, MI AVEVA ROTTO IL CULO, facendomi urlare “ahhhhh ahhhhh aaaaaahhhhh”!
Il dolore era tremendo, a stento alleviato dal cazzo di Peppe in figa; stavo sperimentando la mia prima doppia penetrazione e piano piano cominciai a notare che anche questa volta il dolore cominciava a diventare piacere…..e che piacere! Cominciai a mugolare ed urlare frasi ormai senza alcun ritegno “si spaccatemi porci, luridi maiali, mi state sfondando figa e culo ma almeno sto godendo, voglio vedere chi resisterà di più tra voi e me, ma dovrete sfondarmi come una vacca per vincere” i due non se lo fecero ripetere due volte e continuarono a tempestarmi di colpi di cazzo fino a portarmi quasi allo svenimento e alla fine Peppe cedette e mi venne in figa urlando “ti riempio troia, ti ingravido vacca!!!!”, l’idiota non sapeva che avevo la spirale!
Tutto questo mentre Don Fabio sembrava non volerne sapere di arrivare nel mio culo ormai martirizzato e di fuoco, sia per la penetrazione che per le frustate ricevute, alla fine comunque, mentre sembrava non finire mai e dopo mezz’ora di inculata selvaggia in cui mi aveva anche tirato i capelli come una cavalla da monta e quasi soffocata con le mani, Don Fabio se ne venne con un urlo disumano sborrandomi ovviamente nel culo e facendomi un vero clistere di sperma!
Io ero sdraiata senza forze sudata e completamente sfatta quando Don Fabio mi dice “guarda troia che non &egrave finita, ora butta fuori dal culo la sborra che ti ho sparato dentro e leccala!” e così mi costrinse a fare, facendomi vergognare ancora di più, perché questa nuova umiliazione mi stava facendo nuovamente bagnare…
Dopo avere leccato la sborra di Don Fabio, il boss, si girò verso Peppe e fece “vai a prendere quello che sai…” io a questo punto cominciai ad impaurirmi davvero, con tutte le cose che si sentono in giro, ma Don Fabio guardandomi capì e disse “che hai capito mammina, non ti devi preoccupare, nell’incidente avevi veramente ragione tu e comunque come potrei mai fare del male ad una figa maiala come te!” così quando arrivò Peppe con una cassetta d’acciaio l’aprì e ne tirò fuori una mazzetta da 50 euro e passandomela disse “con questa la macchina l’aggiusta signorina” quindi si girò e se ne andò come se nulla fosse, Peppe mi accompagnò all’uscita ed io mi trovai di nuovo con la mia macchina incidentata a Santa Celera con 5.000 euro in tasca, i buchi molto più larghi e arrossati ma con uno strano sorriso sulle labbra e la macchina ancora da aggiustare, ma questo lo racconteremo nella prossima puntata!

Rientrai al mio paese abbastanza tardi quella sera, ovviamente dolorante sia sulla schiena che nei miei buchi, non abituati a trattamenti di questo genere, ero stata abusata ed umiliata ma anziché esserne offesa, stranamente una parte di me era orgogliosa di come avevo eccitato quegli uomini, infatti nonostante tutto, dopo aver preparato la cena e messo a letto le mie bambine, andai a fare la mia agognata doccia ma mentre l’acqua mi scorreva addosso mi venivano in mente immagini della monta cui ero stata sottoposta, in particolare le immagini di me inculata e frustata da Don Fabio e subito dopo l’immagine di me che leccavo la sborra, mi diedero una eccitazione tale che mi costrinse a masturbarmi furiosamente, strizzando i miei capezzoli ed infilandomi lo shampoo nella figa, arrivando a farmi avere due orgasmi violentissimi.
Il giorno dopo, volendo evitare nuove discussioni con mio marito, mi diressi subito da Vittorio, il carrozziere che poco tempo fa aveva risistemato la Mercedes che gelosamente custodisco. Dopo aver parcheggiato il mio “bolide” entro in officina e ad accogliermi &egrave un giovanissimo ragazzo dagli occhi timidi che mi fa accomodare in ufficio, il giovane che poi scoprirò chiamarsi Pasqualino, non riusciva a guardarmi in faccia ma in compenso come mi giravo non toglieva gli occhi dal mio culo, inguainato nei leggings in similpelle neri lucidi che avevo infilato negli stivali alti e che fanno impazzire gli uomini mettendo in mostra…..tutto!
In ufficio attesi Vittorio, un ragazzo sulla quarantina, esile ma di bell’aspetto con degli occhi chiari e intensi fu così che dopo qualche minuto la porta si apre e me lo trovo davanti che mi guarda ed esclama ” Oh, la bella Signora della Mercedes! Come mai da queste parti?” Allora gli spiego il motivo della mia presenza lo e lo esorto a dare un’occhiata alla mia macchina.
Fuori era scuro, il danno si intravedeva, ma l’occhio esperto di lui fu subito in grado di stimarlo…..insieme alle mie gambe! infatti ho mancato di dirvi che già normalmente Vittorio ogni volta che vado in officina mi fissa gambe e culo ma con quei leggings lucidi addosso non poteva fare a meno di sbavare bramoso sulle gambe ed ovviamente sul mio culo!
Tornati in ufficio mi lancia la solita occhiata maliziosa e mi chiede il libretto di circolazione dell’auto, se ne fa una copia e poi mi dice di ripassare l’indomani per il rilascio del preventivo dicendo “dottor&egrave non vi preoccupate che vi accontentiamo!”.
Il preventivo a me serviva, del resto non volevo far sapere nulla a mio marito dell’incidente, altrimenti avrei rischiato venissero fuori anche le altre cose di Santa Celera, così, la sera dopo, ritorno in carrozzeria e se possibile questa volta mi presento ancora più tirata, con indosso un vestitino attillato e molto corto che lascia scoperta buona parte delle mie lunghissime gambe, inguainate in delle calze autoreggenti velate scure di quelle con la riga dietro che fanno tanto troia di classe, il tutto abbinato con degli stivaletti neri, questo look di solito lo riservo al venerdì, giorno in cui rientra mio marito da Roma, dopo una settimana di duro lavoro e lui &egrave ben contento di approfittarne….
A questo punto Vittorio come mi vede strabuzza gli occhi e vedo che comincia ad ingoiare la saliva, io, consapevole dell’effetto che gli sto facendo, lo guardo con i miei occhi da ammaliatrice e gli chiedo sommariamente a quanto ammonta la cifra del lavoro, lui recuperando un po di self control e staccando gli occhi dalle mie gambe, replica che il tutto, escluso IVA, &egrave sui 6.000 euro!, mi avessero gettato un secchio di acqua gelata addosso sarei rimasta meno ghiacciata “come seimila euro?!” faccio un po stizzita, “ma l’altra volta per un danno maggiore da mio marito hai preso 3.000 euro!” a questo punto noto una luce cattiva spuntare nello sguardo di Vittorio che replica “ma dottor&egrave, la macchina ha subito molti danni non lo sapevate? e certamente non vorrete fare arrabbiare quel buon uomo di vostro marito che ve l’ha aggiustata pochi giorni fa…., comunque tenete presente che per mettere a posto la macchina ci vogliono tre giorni di lavoro ed oggi &egrave giovedì, solo lavorando tutta la notte posso prepararla per domani, così non faremo arrabbiare il dottore…..ma questo vi costerà un piccolo extra” il tono di voce che aveva assunto cominciava a darmi sui nervi, non sembrava più il solito ragazzo tranquillo e timido ma emergeva una certa arroganza nella voce, “comunque ‘ completò ‘ mi ha detto il proprietario che meritereste una attenzione particolare signora Gabriella” al che io stupita risposi “come il proprietario?, ma questa officina non &egrave tua?” e lui guardandomi ormai senza più riguardo mi diede una risposta che mi fece gelare il sangue “no bella signora, non lo sapete che questa officina &egrave di don Fabio di Santa Celera e lui vi ha ben referenziata….” disse sorridendo “comunque se vi dimostrate amichevole con me e con il ragazzo che mi aiuta vi faccio un ottimo sconto e con 4.000 euro vi aggiusto la macchina per domani, ma voi ve li dovete guadagnare i 2.000 euro, dottoressa Gabriella, mica pensate che vi basta venire qui vestita come una troia e farmi tirare il cazzo per risparmiare quella cifra, dovete guadagnarvelo il nostro aiuto….”
Con aria sorniona ora Vittorio mi guarda in maniera sfacciata le gambe che nel frattempo io avevo accavallato senza alcuna malizia visto che ero seduta di fronte a poco più di una quarantina di centimetri dalla sua scrivania e mi dice “Complimenti, ora allargale e fammi vedere sotto come sei combinata, già ho notato che ti sei messa le autoreggenti per farmi arrapare, zoccola!” io impietrita dinanzi al cambiamento di Vittorio resto imbambolata ma invece di alzarmi ed andarmene comincio ad aprire le gambe mostrando il pizzo delle autoreggenti ed il bel perizoma rosso che avevo indossato, “adesso sali sulla scrivania e farai un bello strip tease per me e per Pasqualino, dottor&egrave pure Pasqualino ha diritto a divertirsi, pure lui dovrà farvi…..la macchina” e scoppia in una risatina, a quel punto invece di andarmene offesa mi sento stranamente e nuovamente bagnata tra le gambe, quindi salgo sulla scrivania e sulle note di una musichetta sexy che Vittorio mette dal cellulare comincio a spogliarmi fino a rimanere in stivaletti, autoreggenti e perizoma, avverto il potere misto ad eccitazione attraversarmi nel vedere le espressioni incantate di Vittorio e Pasqualino che mi osservano con la bocca aperta….brividi!
Finito lo strip mi fanno scendere ed io mi eccito ancora di più a sentire quattro mani che mi toccano su tutto il corpo, indugiando ovviamente sul mio culo che viene palpato impastato e schiaffeggiato a più riprese e mentre &egrave così, Vittorio mi prende per i capelli e mi piega sul suo cazzo che intanto ha tirato fuori, un bel cazzo non c’&egrave che dire ma nulla a che vedere con le nerchie che avevo preso due giorni prima! comunque, mentre comincio a succhiarglielo sento Pasqualino che si posiziona dietro al mio culo e con una lingua lunga e rasposa comincia a leccarmi dal clitoride fino al mio ano, procurandomi una sensazione fortissima che non posso esprimere perché si sa che non si parla a bocca piena ed io sono una ragazza educata!
Pasqualino &egrave instancabile e mi lecca con quel suo sguardo timido e dolce, infatti non riesce neanche a guardarmi in faccia quando mi giro ad osservarlo, ma a questo punto Vittorio mi stacca da lui mi gira, mi mette a pecora e senza tanti preamboli mi inforca la figa, peraltro già ampiamente bagnata sia dal trattamento di Pasqualino che dall’eccitazione complessiva.
Per ricambiare il piacere abbranco il cazzo di Pasqualino, lungo e sottile e comincio a fargli un pompino con i fiocchi, facendomelo entrare fino in gola, fin quando non mi lacrimano gli occhi (Peppe mi aveva istruito bene!) e lo salivo come una cagna, fra me e me sorrido in quanto anche durante il pompino, se lo guardo, imbarazzato sposta lo sguardo, nel frattempo dietro di me Vittorio ansima come un cane e mi si rivolge con i peggiori epiteti “godi cagna, ti piace il cazzo che ti sto dando, prima aggiustiamo a te e poi la macchina” dice ridendo e dandomi una sonora pacca sul culo, al che, sempre scopandomi, mi stacca dal suo operaio, prendendomi per i capelli e tirandomi il collo all’indietro, facendomi inarcare e sentire una vera cagna. Dopo circa mezzora di monta selvaggia esce da me mi prende per i capelli e segandosi mi sborra in faccia urlando “dottor&egrave questo &egrave per voi !!!!!” riempiendomi il viso e sporcandomi tutti i capelli.
Dopo aver goduto Vittorio si gira verso Pasqualino e gli fa “ora tocca a te Pasquà, fai un bel servizio alla dottoressa Gabriella!” Pasquale timido come al solito si sdraia e mi fa salire a smorza candela dicendomi a bassa voce ” voglio scoparvi vedendo le vostre gambe se non vi dispiace” e da parte mia mi sembra il minimo accontentarlo, nel mentre me lo sto scopando lo vedo tirare il mio busto sul suo con il braccio sinistro e con quello destro cercare qualcosa per terra quando all’improvviso mi accorgo che il porco con la mano libera ha agguantato uno di quei grossi cacciaviti con il manico nero e mi sta forzando il culo con il manico facendomi vedere le stelle “e perché era dolce!!!” penso tra me e me mentre mi sfonda il culo con il manico! ma comunque, persa nel mio piacere, comincio ad urlare “dai porci fottetemi, fatemi vedere se siete uomini davvero o solo mezzi uomini!! dai maiali schifosi!” al che Vittorio che intanto aveva recuperato, si mette dietro di me toglie il cacciavite e me lo mette nel culo facendomi provare la seconda doppia penetrazione della mia vita.
La cosa andò avanti per oltre un ora e mezzo e i due maiali mi scoparono in ogni buco; alla fine Pasqualino volle venirmi in bocca obbligandomi ad ingoiare (hai capito il timidino…) mentre Vittorio non ne voleva proprio sapere di godere (del resto aveva già sborrato due volte quella sera), a questo punto io ero stremata, erano oltre due ore e mezza che mi montavano senza sosta e quindi per farlo arrivare ebbi un’idea che al massimo mi avrebbe fatto beccare un schiaffo, quindi dopo averlo girato a pancia in su, comincio a leccargli il cazzo, le palle ed infine il buco del culo e vedendo che sembrava gradire la cosa, dopo averglielo lubrificato, faccio passare una mano in mezzo alle gambe e mentre lo pompino gli infilo un dito nel culo, bastano pochi minuti ed il porco se ne viene come una fontana, facendomi fare il pieno di sperma.
Finita la scopata Vittorio e Pasqualino mi guardano quasi intimiditi da quel che era successo e mi fanno “dottoressa Gabriella stanotte e domani notte lavoreremo invece di dormire, ma ne &egrave valsa la pena! – e comunque, dottoressa, domani andate al lavoro con l’altra macchina, la Jaguar del dottore che &egrave proprio una bella macchina, tenuta bene…”.”Grazie” rispondo io, completamente distrutta dalla quantità di cazzo presa, e aggiungo “In effetti dubito che sia il contrario visto che la prende molto poco dato che sta via quasi tutta la settimana”, “Peccato” fa lui e aggiunge “…&egrave come avere una bella moglie senza godersela!” e scoppia in una sonora risata, dandomi una forte pacca sul culo ed accompagnandomi alla porta; mentre sta salutandomi si avvicina e mi sussurra in un orecchio “mi hanno detto di dire alla bella mammina che la cosa non &egrave finita qua e che Don Fabio &egrave rimasto moooolto colpito da voi e prima o poi vorrà rivedervi per fare finalmente qualcosa di davvero FORTE, del resto dottor&egrave, mica potete fare inquietare a Don Fabio, a quello non conviene fargli prendere collera….” e mi lascia fuori nel buio con una angoscia mista ad eccitazione nel pensare a cosa avrà in mente quel porco….
Erano passati ormai 20 giorni dall’incidente e dalla riparazione della Mercedes ma spesso mi tornavano in mente quelle stesse immagini, quegli uomini che mi sbavavano addosso e mi penetravano in ogni buco, le loro mani che mi toccavano dappertutto, gli “abusi”, le parolacce e perché no, le frustate…..mi capitava spesso e soprattutto mentre guidavo al rientro dal lavoro non potevo fare a meno di pensarci, tutti quei cazzi in tiro per me, tutta quella eccitazione e quell’odore di sesso; sesso sfrenato, violento, liberatorio e senza remore ne limiti, sentirmi desiderata ed essere il centro di tutto quell’arrapamento era una corrente elettrica che mi attraversava.
Il problema &egrave che guidavo e non volevo distrarmi ed allora per scacciare quei pensieri turpi, relativi alla visione dei cazzi di quegli uomini, di scatto alzo a palla il volume della radio della mia auto, ma un forte rumore esplode dalle casse dello stereo, proprio nelle zona in cui pochi giorni prima, Don Fabio e Peppe mi erano venuti addosso con la loro berlina…con conseguente carico di ricordi offuscarmi la mente…ma ora basta!! devo smettere di ripensarci…mi focalizzo allora sul problema delle casse dello stereo e decido di passare da Salvatore, il mio vecchio amico elettrauto, non appena rientrata al mio paese.
Conosco Salvatore da quando non avevo nemmeno diciott’anni, era più grande di me di una decina d’anni e frequentavamo una piccola cerchia di amici e quando uscivamo, vuoi per un motivo vuoi per un altro, io e Roberta, la mia più cara amica, finivamo sempre in macchina sua e quando il sabato sera ci organizzavamo per andare a ballare nessun altro poteva portarmi in macchina…spesso mi faceva guidare la sua uno rossa della fiat senza nemmeno avere la patente…che figata, quando su strade extraurbane mi diceva “dai, passa alla quinta….non avere paura! Spingi il pedale a tavoletta”….mi faceva provare il brivido della velocità…non solo a me, ma anche a quei malcapitati degli amici che erano con noi!
Piacevo molto a Salvatore ed in verità abbiamo avuto anche un incontro più hot, una sera infatti, tornando dalla disco a Stanatore io ero un po più su di giri del solito (avevo bevuto qualche shottino di troppo!) cosicché, dopo avere accompagnato la mia amica Roberta, ci trovammo sotto da me e su mia iniziativa limonammo di brutto io, per non apparire una ragazzina ai suoi occhi, dopo pochi minuti, mi fiondai sul suo cazzo facendogli un pompino con i fiocchi, ma quando si arrivò al momento di fare sesso mi guardò negli occhi e mi disse “no, piccirella stasera tu stai ubriaca e quando ti farò il servizio dovrai essere lucida del tutto!” e mi lasciò andare a casa con molta vergogna ed un lago in mezzo alle gambe.
Quel momento non arrivò mai perché poco dopo mi fidanzai con quello che sarebbe diventato il mio futuro marito, lui tentò un ultimo approccio in un bar del centro, il bar Tiffany, dove provò a baciarmi ma io ancora offesa dal suo “rifiuto” di fare sesso, risposi al bacio con una delle mie risposte corrosive dicendogli “non toccarmi, chi ti bacia a te? ora sono lucida non ubriaca..” e facendolo rimanere di sasso.
Comunque a Salvatore continuo a piacere ancora adesso e me lo dimostra ogni volta che vado da lui per qualsiasi tipo di problema relativo alla mia Mercedes, tutte le volte che mi vede, con un sorriso intrigante mi dice “aggia passat’ o’ guaio cu sta guagliona!!!”…e anche questa volta non si era smentito!…”Allora, di cosa ha bisogno stavolta la mia piccirella?” gli spiegai l’accaduto e lui mi disse di passare alle 19.00 che mi avrebbe sistemato tutto.
Salvatore non &egrave quello che si definisce un bell’uomo in senso classico, ha il fascino della canaglia, perennemente con la sigaretta in bocca, i capelli pieni di gel all’indietro e quasi sempre dal pomeriggio sorseggia una birra, devo dire che neanche lui a me era rimasto indifferente, quella serata interrotta era rimasta un cruccio nella mia mente, cosicché, complici i pensieri che dal mattino mi frullavano nella mente, mi presentai all’appuntamento in officina alle 19.45 con lui che stava quasi per chiudere e mi fa “piccir&egrave e io ti ho aspettato tre quarti d’ora, me ne stavo andando!” ma nel mentre mi vede scendere dall’auto si zittisce, infatti in quell’ora e mezzo mi ero andata a cambiare vestendomi in maniera molto più sexy del solito, mi ero messa dei leggings bordeaux in similpelle che fasciavano alla perfezione il mio culo e le mie lunghe gambe, con sopra un giubbotto modello bomber con il pellicciotto che “casualmente” si stringeva in vita lasciando in bella mostra il mio sedere!
A questa vista Salvatore mi guarda con occhi pieni di desiderio e fa “piccir&egrave ti trovo decisamente cambiata…” ed io facendo finta di nulla, con fare civettuolo rispondo “in che senso Sal? nell’attesa che tu ti liberassi mi sono andata a fare i capelli, mi fa piacere che lo noti”…
Salvatore a questo punto mi sorride e mi fa “piccir&egrave tu mi vuoi fare passare un guaio, meglio che cominciamo a sistemare la macchina!” quindi senza dire nulla alza la Mercedes sul ponte e sdraiandosi sul carrellino si infila sotto la macchina, a questo punto vengo presa da una voglia irrefrenabile, &egrave come se tornassi ragazzina e volessi concludere quella serata, quindi senza dire nulla mi abbasso i leggings e senza farmi sentire da salvatore mi metto in piedi su di lui ancora sotto la macchina, con una gamba da un lato ed una dall’altro del carrello, praticamente ero seduta su di lui! dopodiché lo chiamo “scusa Sal esci un secondo che devo farti vedere una cosa!” come il carrello scorre sotto la macchina ovviamente lui si trova davanti la mia figa completamente depilata ed io, da gran Troia, non gli do neanche il tempo di rendersi conto che mi siedo sulla sua faccia e per fortuna che non stava fumando come al solito, penso io subito dopo!!!
Gli occhi di Salvatore, davanti allo spettacolo che gli si presenta davanti, sono un misto tra stupore ed eccitazione ma la sorpresa dura un attimo, infatti senza tentennamenti, mi abbranca per i fianchi e mi schiaccia ancor di più sulla sua faccia cominciando una slinguata alle parti intime degna di quella ricevuta da Pasqualino, solo che Salvatore &egrave decisamente più esperto ed in pochissimo tempo la mia eccitazione raggiunge livelli altissimi.
Sotto ero diventata un vero lago ma a questo punto, dopo una decina di minuti di slinguamento di figa e culo, Salvatore si alza e come in trance mi guarda e fa “piccir&egrave stavolta non te ne vai sana da qua dentro!” e a questo punto mi prende per il collo e mi sbatte sul suo bancone degli attrezzi, poi si apre una birra e comincia a bere, si abbassa i calzoni da lavoro sporchi e unti, mi abbassa del tutto il leggings e mi strappa con violenza il perizoma, senza scomporsi mi gira la testa e mi versa in bocca la birra e fa “bevi ora, adesso pure se ti ubriachi non me ne fotte proprio, da qua non te ne faccio andare, stai tranquilla!” e comincia a fottermi e beve, beve e mi fotte….mi versa sul pube la birra e inizia a leccarla dovunque la fa scorre sul culo e sulle gambe, la lecca quando si infila in mezzo alle mie natiche e ne fa colare una parte sul mio ano, penetrandolo lentamente con il dito medio; ad un certo punto mi guarda e mi dice “lecca il collo della bottiglia”….e me la infila in bocca. La ritira e con lucidità la guarda, se la gira tra le mani e mi dice “adesso piccir&egrave sai cosa ci facciamo con questa bottiglia?”….purtroppo io capisco al volo le fantasie perverse di chi mi scopa e come avevo previsto me la infila nella figa, prima delicatamente e poi senza scrupoli, così simulando il movimento del suo membro, continua a stantuffarmela con sempre maggiore vigore facendomi mugolare come una cagna.
A questo punto mi ritoglie il collo della bottiglia e ricomincia a scoparmi con colpi lunghi e lenti facendomi sentire davvero piena e facendomi assaggiare il suo desiderio di me, al che guardandomi mentre mi riempie fa “lo senti quanto ti desideravo? Lo senti questo cazzo come ti riempie? Erano venti anni che aspettava e stasera non finirà presto!” quindi continuando a penetrarmi mi rimette in bocca il collo della bottiglia, ricoperta dei miei umori e me lo fa leccare di nuovo, salvo poi infilarmela nel culo senza che io potessi ribellarmi (cosa che comunque non avrei mai fatto!), accelerando sempre più sia nella scopata che con la bottiglia la quale violenta sempre più il mio povero buchetto posteriore, forzandomelo fino a farlo sanguinare un po.
Cosicché eccomi di nuovo in una doppia, con un cazzo nella figa ed una bottiglia nel culo, chiavata in una officina come la peggiore delle baldracche e la cosa più assurda era che il pensiero invece di farmi vergognare, mi faceva eccitare ancora di più, era come se venire scopata come una bestia mi facesse sentire viva e desiderata, non più solo mamma e moglie ma FEMMINA che eccita ed &egrave desiderata!
La scopata con Salvatore andò avanti per quasi un ora, in tutte le posizioni possibili, ovviamente volle sodomizzarmi “piccir&egrave ‘ disse ‘ sto culo so vent’anni che lo sogno, manco l’apparizione della buonanima di mio padre mi farebbe fermare” e mi inculò in maniera dura ma sensuale, mentre con la mano io mi toccavo il clitoride e sbrodolavo peggio di una fontana, alla fine, quando ormai era prossimo ad arrivare, se ne uscì dal culo mi prese per i capelli e venendomi in faccia urlò “Gabriellì &egrave una vita che aspettavo di innaffiare il tuo bel visino, guardando i tuoi bellissimi occhi da zoccola!!!!” e mi schizzò non so quanta sborra sul viso.
A questo punto ci guardammo entrambi abbastanza imbarazzati ma vidi una luce strana affacciarsi nei suoi occhi, come una oscurità, la tensione era palpabile tra noi due nonostante l’amplesso appena consumato, tentai di rivestirmi ma lui mi bloccò mi prese il collo e con uno sguardo incendiario riprense la bottiglia e la ruppe sul bancone, io ormai ero terrorizzata, ma lui sorrise, me la mostrò rotta e mi disse “adesso ti farò provare ciò che ho provato io in tutti questi anni solo vedendoti”. Così con forza mi apre le gambe e mi provocò un graffio con il vetro rotto, non molto profondo, nell’interno coscia sinistra che mi prese subito a sanguinare, a questo punto io lo spintono via urlandogli “Stronzo, ma che cazzo mi hai fatto??!?”…e lui con una mano mi tapò la bocca e poi iniziò a leccare il sangue che sgorga via dalla ferita che mi aveva procurato e mi disse “adesso sai cosa ho provato io in tutto questo tempo…..sei una ferita, indelebile!!!” e mi lascia li, a gambe aperte con un rivolo di sangue, lui a questo punto ancora nudo finì il lavoro senza dire più nulla.
Alla fine di tutto comunque, prima di andar via, Salvatore mi prese bloccandomi con delicatezza il polso e mi sussurrò all’orecchio “finalmente ci sono riuscito!…&egrave da quel bacio rifiutato al Tiffany Caf&egrave che ti volevo, ti ho sempre voluta e tu non mi hai mai calcolato….ora posso dire di essere stato ienamente soddisfatto!!!!” al che io scappai via da questa enorme oscurità nella notte. Le 7.30 del mattino, “cazzo &egrave tardi!….anche questa mattina farò tardi a lavoro!!! Uffff…”….le solite parole dette prima di scendere e mettersi in auto…ormai &egrave un classico, un’abitudine quotidiana!! Sono in macchina, piove e fa freddo, molto freddo, peggio degli altri giorni….per strada, date le basse temperature, inizia a nevicare…strano, perché &egrave raro accada a Napoli….
Eccomi in autostrada ad assistere ad uno spettacolo quasi singolare nel suo genere….la strada tutta imbiancata e le auto che camminano a passo d’uomo con le quattro frecce….ma ecco che sento la mia auto tirare sul davanti….”Porca miseria, ho forato una gomma!!! Di nuovo quella!!!”..e pensare che pochi mesi prima mi era già successo….sempre alla stessa poi!!!! “….e meno male che mio marito mi tiene l’auto sempre sotto controllo!!!”
Arrivata nella prima piazzola di sosta, scendo dall’auto e come scendo sento una strombazzata di clacson da un camionista che poi mi fa l’occhiolino, del resto non passavo di certo inosservata, con i leggings di similpelle neri (li avevo indossati apposta per fare arrapare un mio collega che ne va matto, ma questa &egrave un’altra storia) ed il giubbino corto che lasciava scoperto il mio famoso sedere, il camionista, da porco, tira fuori la lingua ma ad un certo punto vedo il camion entrare dritto dritto nell’auto che gli era davanti in fila, una berlina scura!!!
Ne scendono incazzati due uomini e mi sembra di conoscerli, Nooooo, penso tra me e me, li conosco eccome!!! Peppe e don Fabio….”ma &egrave una persecuzione!!!” .
“Ma che cazzo fai???” urla don Fabio rivolgendosi al camionista e girandosi di lato mi lancia un’occhiata distratta…sembra non avermi riconosciuta, quando poi si gira di nuovo e mi osserva meglio e aggiunge “….e dovevo saperlo che c’entravi ancora tu, sta zoccola!!!!”, “A quanto pare le nostre strade si incrociano di nuovo…..” aggiunge sorridendo beffardo.
In tutto questo il camionista scende dal camion baldanzoso, &egrave un omone grande e grosso, sarà quasi un metro e novanta, pancia abbondante ma anche spalle e sguardo di chi &egrave abituato ad incutere timore ed incurante del fatto di avere torto marcio fa “che cazzo andate trovando, mi avete tagliato voi la strada” dice con fare minaccioso tenendo una spranga in mano “tenete qualcosa da dire? Vi devo spaccare il culo a tutti e due, sti mezz’uomini” al che in neanche una frazione di secondo Peppe tira fuori una pistola, la mette in bocca al camionista e gli fa “omm’e merda tu lo sai con chi stai parlando, munnezza! Questo &egrave Don Fabio di Santa Celera e se non vuoi morire in trenta secondi chiedigli immediatamente perdono” al che vedo l’omone perdere tutta la sua baldanza, sbiancare in faccia e buttarsi in ginocchio “perdonatemi Don Fabio, io non sapevo, non volevo mancarvi di rispetto…scusatemi, tengo moglie e figli a casa vi imploro non mi uccidete” al che Don Fabio lo guarda con malcelato disprezzo e fa “mi dispiace, ma nessuno può rivolgersi a me in questo modo, perderei di rispetto se facessi passare impunita la cosa, devi morire!” poi pensandoci un attimo aggiunge “questo, a meno che avvengano due cose, primo che che tu tenga o una moglie o una figlia bona e quindi che tu, insieme ad una di loro, che sceglierò io ovviamente, vi mettiate tutta la giornata a mia disposizione e secondo che questa grande zoccola che ti ha distratto, si metta volontariamente, anche lei, per tutta la giornata a mia completa disposizione!” poi si gira, mi guarda e dice “allora mammina bella che vogliamo fare, ci vogliamo portare sulla coscienza questo cesso o ci vogliamo divertire?” al che comincio a tremare, io non so cosa fare, o almeno se la mia testa non lo sa, le parti intime sembrano mandarmi segnali molto chiari, essendo la mia figa fradicia al solo pensiero della cura cui verrò sottoposta, peraltro nel dare la risposta tacito anche la mia coscienza, dicendomi che lo faccio solo per salvare una vita e quindi rispondo “Don Fabio lasciatelo stare, non voglio portarmi una vita sulla coscienza, io accetto!”
Don Fabio si gira verso l’uomo rimasto in ginocchio e fa “hai visto la mammina si &egrave offerta per te, tu invece cosa mi offri ne cesso?”, l’uomo non sa cosa rispondere e farfuglia “vi prego Don Fabio non fatemi fare questa cosa, come glielo dico una cosa di questa, poi già questa &egrave un grande pezzo di bella femmina” dice indicando me “nun v’abbasta?” aggiunge implorante, al che Don Fabio si fa dare la pistola da Peppe e lo colpisce in fronte con il calcio della pistola facendogli un taglio e fa “ne uomo di merda e tu vorresti ripagare un affronto con una cosa che non ti appartiene! a me mi devi rispettare, ora muoviti e fammi vedere una foto di tua moglie o di tua figlia e prega che siano bone, altrimenti ti sparo in testa!” l’uomo ormai vinto gli fa vedere le foto prese dal camion, Don Fabio fa “a tua moglie te la puoi continuare a chiavare tu, &egrave nu cesso, mentre tua figlia pare molto più interessante, quanti anni tiene che io non vado con le criature” ed il camionista replica “ne tiene 20 Don fabio, ma vi prego, lasciatela stare” e Don Fabio come se non lo avesse proprio parlato replicò “mo ti metti nella macchina con Peppe e vi fate trovare tu e tua figlia a questo indirizzo tra mezz’ora e non fare cazzate che mi sono segnato il numero di targa che se non ti presenti, il guaio non lo passerai solo tu….” dice lasciando la frase in sospeso “io invece me ne andrò in Mercedes..” fa ridendo e guardandomi.
Dopo un percorso durato una trentina di minuti in cui Don Fabio rimase sostanzialmente in silenzio, arrivammo dinanzi ad un cancello che ben conoscevo, fu aperto e scendemmo la rampa di accesso ai garage che io conoscevo bene, dove ad aspettarci trovammo la macchina nera ed in piedi davanti c’erano Peppe, il camionista che poi scoprii chiamarsi Lorenzo ed una ragazza sottile, dalla carnagione chiara e dai capelli biondi, ovviamente la figlia di Lorenzo che teneva la testa bassa mortificato mentre la ragazza sembrava intimorita dalla situazione.
Don Fabio guardò la figlia del camionista e le disse “Come ti chiami puttana?” e lei tenendo lo sguardo basso gli rispose “mi chiamo Roberta, don Fabio e farò qualunque cosa per mio padre, ma vi prego, lasciatelo vivere”
Don Fabio si rivolse verso di me e disse “ora Vediamo quando sei zoccola mammina, stavolta facciamo sul serio” nel contempo si girò verso la figlia del camionista e le disse “tu, puttana, cominciati a spogliare e sappi che di tutto quello che ti succederà questa sera dovrai ringraziare quell’uomo di merda di tuo padre” la figlia del camionista cominciò quindi a spogliarsi rapidamente, impaurita dal tono deciso di don Fabio.
Notai subito che aveva un bel corpo, sottile e ben proporzionato, certo non sessualmente esplosivo come il mio, ma intrigante e mano a mano che si spogliava mostrava anche un intimo abbastanza provocante, con un perizoma sportivo e un reggiseno a balconcino; don Fabio ad un certo punto si voltò verso di me e fece “e tu cosa fai zoccola, resti vestita? Spogliati immediatamente!”, consapevole delle conseguenze che avrebbe avuto un eventuale disubbidienza cominciai a spogliarmi immediatamente, cosicché rimanemmo entrambe nude dinanzi ai tre uomini e se Lorenzo cercava di non guardare la figlia ma era fortemente attratto da me, non riuscendo a staccarmi gli occhi di dosso, gli altri due, con sguardi da lupo, ci osservavano senza ritegno, facendoci venire i brividi.
Don Fabio a questo punto si rivolse a Peppe “chiama pure Francesco e Pasquale e digli che c’&egrave da divertirsi quest’oggi” non appena sentì queste parole, Peppe prese il cellulare e chiamò dicendo “Pasquale, Francesco, scendete che oggi ci sta carne fresca!” scoppiando in una risata volgare, nel mentre arrivarono i due uomini di don Fabio, due soggetti veramente poco rassicuranti, con due pance prominenti e le braccia tutte tatuate, cui don Fabio immediatamente disse “spogliatevi che c’&egrave chi succhia il cazzo!” Pasquale e Francesco si denudarono rapidamente, mostrando il primo un uccello lungo e sottile ed il secondo un cazzo che sembrava una lattina di coca-cola, corto ma davvero molto largo.
“ora – disse Don Peppe rivolgendosi a me e Roberta – cominciate a succhiarmi l’uccello e non solo…” tirando fuori il suo famoso cazzo asinino e quindi io e Roberta ci avvicinammo con un certo imbarazzo al suo arnese che peraltro io conoscevo abbastanza bene, ma mentre io cominciai a succhiarglielo immediatamente, Roberta era leggermente perplessa ed intimidita, la cosa fece abbastanza arrabbiare don Fabio che le mollò immediatamente una sberla in pieno viso, anche abbastanza forte, “cosa aspetti stronza? Ti ho detto di succhiare il cazzo insieme a quest’altra zoccola di mammina disse” al che Roberta, capita la situazione, si fiondò sull’uccello di Don Fabio, cominciando a leccarlo insieme alle palle.
Le nostre lingue si incrociarono varie volte sull’uccello e quindi, guardandoci negli occhi, ci dedicammo ognuna ad una parte del suo cazzo, io gli succhiavo le palle e gli leccavo la zona perianale fino all’ano e lei gli leccava e succhiava la cappella, ogni tanto nel leccargli l’asta le nostre lingue si incrociavano e stranamente, pur non avendo mai avuto tendenze lesbiche, la cosa non mi infastidiva, anzi mi eccitava molto; dopo buoni 10 minuti di trattamento l’uccello del boss aveva raggiunto dimensioni notevoli, al che lui disse “ora dedicatevi miei amici che li dovete fare arrapare pure a loro” così Roberta si dedicò ad imboccare le fave di Pasquale e Francesco, mentre io succhiavo l’uccello di Peppe e di Lorenzo, alternando succhiate e slinguate sui loro cazzi, come al solito Peppe mi faceva quasi soffocare sul suo uccello facendomi scendere le lacrime e salivare come una cagna, ma la cosa ormai mi eccitava ed i loro mugolii di approvazione e piacere mi gratificavano, la cosa infatti mi rendeva orgogliosa, ero diventata davvero un’ottima pompinara!
A questo punto don Fabio disse “prima di fottervi, Voglio vedere quanto siete puttane, ora mammina, mettiti quel giocattolino lì – e fece segno verso una cassa nell’angolo – dopodiché ti scoperai questa troietta, anzi, te la inculerai”, girai gli occhi e vidi appoggiato sulla cassa un fallo a due teste di plastica, con una imbracatura composta da cinghie di cuoio, una parte del fallo andava inserita nella mia vagina mentre l’altra, dopo avere legato le cinghie dietro al sedere, diventava un vero e proprio cazzo con cui fottersi Roberta.
Indossai con difficoltà lo strapon (ho scoperto dopo che si chiamava così), in quanto, pur essendo come al solito bagnatissima, la parte che doveva entrare nella vagina era abbastanza grossa, don Fabio mi guardò e mi disse “mammina bella, ora Ti inculi questa sgualdrinella davanti al padre, ma tieni presente che più piano te la inculi e più forte io ti frusto da dietro, quindi non avere nessuna pietà perché se tu avrai pietà di lei, io non ne avrò di te” al che abbassò il busto di una terrorizzata Roberta e dopo aver sputato sul suo buco del culo mi disse “forza mammina mettiglielo nel culo!”.
All’inizio ero mossa da una certa compassione (avevo capito che non era molto abituata al sesso anale) e quando Roberta piangente mi disse “ti prego, ti prego fai piano, l’ho preso pochissime volte dietro” decisi che non avrei forzato con eccessiva violenza la ragazza e così cominciai a penetrarla con dolcezza in maniera tale che lo sfintere si abituasse alla presenza del grosso fallo di plastica, nonostante questo comunque, come violai l’anello rettale, Roberta comincio a urlare come se la stessero squartando “aaaaahhhh aaaaahhhh aaaahhhhhhhh mi stai facendo male, mi stai spaccando!!!!” Ma io ero troppo impaurita dalla possibilità di venire frustata (buona si, ma fessa no) e quindi anche se con delicatezza continuavo ad inculare l’altra ragazza, ma ad un certo punto don Fabio si spazientì e mi sussurrò nell’orecchio “ora o ti inculi questa sgualdrina forte o altrimenti ti strappo la pelle a frustate!” e cominciò a frustarmi con una piattina di cuoio decisamente dolorosa.
Dopo questo trattamento capii che non era il caso di avere troppa pietà (peraltro inculare e dominare Roberta mi stava facendo eccitare molto) così cominciai a penetrarla in maniera più vigorosa e profonda, la povera ragazza ormai urlava senza più alcun ritegno “Gabriella, ti prego, fai piano, mi stai sfondando il culo, ti imploro !!!” nel mentre quel maiale di don Fabio si guardava la scena, gustandosela appieno, vedendo una bellissima donna che ne inculava un’altra e per completare il quadro in maniera ancora più viziosa, si girò verso Lorenzo e per umiliarlo ancora di più gli disse “maiale, cesso, uomo di merda, lo vedo che ti si sta drizzando il cazzo a vedere quella granda zoccola di tua figlia inculata da una donna, tira fuori l’uccello e fattelo succhiare da quella sgualdrinella”.
Dinanzi a questa richiesta Lorenzo implorò don Fabio “Vi prego don Fabio, non fatemi fare questa cosa, non con mia figlia” ma don Fabio non volle sentire ragioni “ti ho detto di fare come dico altrimenti, Peppe, mettigli una pallottola in testa” a questo punto pieno di vergogna Lorenzo si abbassa i pantaloni e ne uscì, con grande stupore di Roberta, un cazzo di tutto rispetto completamente in tiro, “ma papà ‘ disse la ragazza ‘ e che cazzo ti arrapi su di me, ma allora tiene ragione Don Fabio”.
“Te l’avevo detto che eri un uomo di merda – disse ridendo don Fabio – che si arrapa su sua figlia inculata, strunz, ora mettigli il cazzo in bocca fino a quando non le scendono le lacrime!” E così fu e la povera Roberta finì presa in mezzo tra me che ormai la inculavo in maniera feroce, più per il piacere di sottometterla che per la paura di essere frustata da Don Fabio ed il padre che ormai perso ogni freno inibitorio, le piazzava il cazzo fino in gola, la cosa andò avanti ancora per circa 10 minuti quando don Fabio prese la frusta e me la diede dicendo “ora frusta questa sgualdrina”, la mia eccitazione era ormai arrivata a mille ed i miei umori colavano lungo le gambe, cosa mai successa prima, l’idea di dominare quella ragazza mi stava facendo eccitare a livelli impensabili, fu così che con la frusta in mano cominciai a colpirla senza alcuna pietà, ma mentre era così don Fabio senza dire nulla e con una semplice sputata sul buco del mio c*** me lo infilo dentro senza pietà, facendomi cacciare uno strillo.
“Zitta troia questo culo me lo sto sognando dall’altra volta, ora prenditi il cazzo, frusta questa sgualdrina e inculala senza pietà” disse Don Fabio “tu – disse a Peppe – mettiti sotto e Scopati questa vacca” disse facendo segno a Roberta che nel frattempo mugugnava frasi senza senso, avendo la bocca piena del cazzo del padre, allora Peppe, dopo averla infilata disse “Don fabio, comunque anche questa sgualdrinella deve essere una granda troia, perché con il trattamento che sta ricevendo cola come una fontana e dopo queste parole la sentimmo mugolare come una vera vacca.
Ad un certo Punto vuoi per la scena che gli si presentava davanti, vuoi per il lavoro di bocca che la figlia gli stava facendo (la ragazza non era certo inesperta nell’attività orale!) Lorenzo arrivò come una fontana e da vero porco fece ingoiare tutto alla figlia; Io nel frattempo stavo ricevendo da quel porco di don Fabio una inculata di quelle feroci che vista la presenza del fallo artificiale nella mia vagina, mi procurava l’ennesima doppia penetrazione!
A questo punto don Fabio mi tiro via dalla ormai distrutta Roberta e mi disse sussurrandomi in un orecchio “mammina, sei stata proprio cattiva, le hai veramente spaccato il culo a quella sgualdrinella” infatti la scena che mi si parava davanti era al tempo stesso devastante ed eccitante, in quanto il buco del culo di Roberta era completamente slabbrato, tumefatto ed anche un po’ sanguinante ed ero stata io a farle quel servizio! nel contempo dalla bocca le colava un rivolo di sperma ed era rannicchiata per terra in posizione fetale; dopo questa visione, Don fabio mi prese per la coda che nel frattempo avevo fatto ai capelli e mi portò all’interno del box, qui, senza tanti preamboli, mi portò vicino ad una gogna, dove mi fece mettere testa e polsi, bloccandoli, nel frattempo disse “Pasquale e Francesco venite pure voi che vi dovete divertire”.
“Francesco e Pasquale voi scopatevi la sgualdrinella come volete” la ragazza era distrutta ed invocò inutilmente pietà ma gli uomini di don Fabio la alzarono come una bambola di pezza e cominciarono a scoparsela per per oltre un ora in tutte le posizioni sia in figa che in culo concludendo con una doppia penetrazione ed obbligandola a bere anche il loro sperma, dopodiché Don Fabio disse al padre “ti sei arrapato maiale!ora inculati tua figlia!” e Lorenzo sempre eccitatissimo non se lo fece ripetere due volte e presa la figlia che protestava cominciò a farle il culo dicendole “Mi dispiace piccir&egrave ma tieni un culo spettacolare”
Nel frattempo io ero bloccata dalla gogna ed ero oggetto delle attenzioni perverse di don Fabio che stranamente non aveva calcolato minimamente Roberta e dopo aver preso una frusta cominciò a darmi dei violenti colpi sul sedere che diventava così sempre più violaceo, ad un certo punto non sentii più Don Fabio che si era allontanato e lo vidi rientrare dopo qualche secondo trascinando per i capelli la povera la Roberta, la ragazza era completamente imbrattata dello sperma di Pasquale e Francesco che erano venuti almeno due volte per uno addosso a lei e don Fabio la trascinò vicino a me e disse “ora ti inculo, mammina, e tu ‘ disse rivolgendosi a Roberta – le leccherei la figa, poi quando le toglierò il cazzo dal culo me lo dovrai succhiare e pulire tutto con la lingua”.
La fortuna fu che io ero talmente bagnata dal trattamento ricevuto che nonostante don Fabio non si fosse neanche preoccupato di bagnare il mio ano, tale era l’allagamento della mia passerina che riuscì a entrare nonostante le notevoli dimensioni del suo uccello, da sotto Roberta mi leccava la patata provocandomi ripetuti orgasmi e la cosa mi faceva molto strano, considerando il fatto che non avevo mai avuto rapporti lesbici, ma devo riconoscere che la lingua di una donna &egrave molto più capace di leccare rispetto a un uomo!
L’inculata andò avanti per oltre mezz’ora, con Roberta che un po’ leccava la mia fica e un po’ succhiava il cazzo di don Fabio quando usciva dal mio culo, nel frattempo Peppe si era posizionato dietro Roberta e la scopava selvaggiamente tirandole i capelli, io ormai in piena trance orgasmica cominciai a perdere la testa e ad urlare alla ragazza “vacca schifosa, hai succhiato il cazzo a tuo padre, ora leccamela altrimenti dopo ti tolgo la pelle a frustate”.
Ad un certo punto dopo oltre mezz’ora che Peppe si scopava Roberta, l’uomo venne urlando come al solito “ora ti ingravido puttana” e le spruzzo penso almeno mezzo litro di sperma in corpo, Don Fabio nel frattempo resistette altri 10 minuti e poi mi venne nel sedere, facendomi un vero e proprio clistere di non so quanto sperma, ma conoscendo la perversione del boss, non poteva mancare la sua consueta porcata finale, così che ripresa Roberta per i capelli la fece sdraiare per terra e mi costrinse a sedermi su di lei ed a sforzarmi di buttare fuori dal sedere tutto lo sperma che mi aveva spruzzato dentro ed indirizzarlo…..nella bocca di Roberta che fu ampiamente istruita su come comportarsi dallo stesso boss che infatti le disse “se ti permetti di farne cadere anche solo una goccia, di giuro che te ne do talmente tante che te ne ricordi finché campi!” Al che la poverina, capita l’antifona, si attacco al mio sedere leccandolo come una forsennata fin quando non riuscì a fare uscire lo sperma che Lei bevve avidamente dinanzi al padre.
“Va bene – disse quindi don Fabio – vi siete comportati bene, ora andatevene, tu mammina però aspetta un minuto e vieni con me”, don Fabio mi portò quindi in una stanza blindata, piena di gioielli di tutte le marche e fatture e mi disse “Scegli quello che ti piace, te lo sei guadagnato” Ma io guardandolo con aria di sfida gli dissi gelida “don Fabio, &egrave vero che sono una troia, ma non sono una puttana!” e così mi girai e me ne andai, alle mie spalle sentii la risata di Don Fabio che mormorò “hai capito la mammina, tiene le palle!”

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