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Il controllore

By 2 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Susy era sul frecciarossa da Milano diretto a Roma, dove l’attendeva un importante colloquio di lavoro. Era stanca e col respiro affannato, la sua giornata non era stata delle migliori, aveva fatto tutto di fretta ed era riuscita a salire sul treno appena in tempo.
Non riusciva a scrollarsi di dosso quella strana sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma cosa? Lasciò perdere, “sarà l’agiazione per il colloquio” pensò.
La carrozza non era affollata, c’era un gruppo di ragazzi, una coppia di anziani, una famiglia dai tratti nordici e due o tre uomini d’affari, riconoscibili dall’abbigliamento.
Il gruppo di ragazzi la guardava, e la cosa la metteva un po’ a disagio, come al solito. Era solita attirare gli sguardi, d’altronde era una bella ragazza di 27 anni con un fisico che non poteva passare inosservato: alta circa un metro e settanta, fisico atletico ma dalle forme sinuose, sedere sodo e un bel seno prosperoso. I suoi capelli color mogano erano lunghi, mossi, e le incorniciavano la figura rendendola ancora più attraente.
Quel giorno indossava un vestitino viola leggero col top a fascia, di quelli che vanno indossati senza reggiseno, e la gonna dal tessuto morbido.
L’attendevano ben 5 ore di viaggio, così tirò fuori l’iPod e si perse nella sua musica.

All’improvviso vide il controllore entrare nella carrozza. Un brivido le corse lungo la schiena e pensò “cazzo, il codice del biglietto!”. Ecco cosa aveva dimenticato, il foglio della prenotazione col codice del biglietto. Mentre verificava i biglietti degli altri passeggeri, lei cercava nella sua borsa, invano. Si arrese e si mise ad aspettare pazientemente il suo arrivo, iniziò ad osservarlo: il cartellino al petto riportava il nome “Raffaele”;
l”uomo era sulla quarantina, alto, moro e con le spalle larghe. Aveva l’aria un po’ imbronciata, si mostrava apparentemente gentile ma era un po’ brusco nei modi.
Lui si avvicinò e lei senti subito i suoi occhi addosso, la squadrò da testa a piedi con un po’ di malizia.
– Buongiorno signorina, biglietto prego
– Buongiorno, ho un problema. Ero di fretta e ho dimenticato il foglio della prenotazione a casa, ma le assicuro che il biglietto l’ho fatto. Ho un colloquio di lavoro a Roma e ho la testa tra le nuvole.
– Davvero? Beh, mi spiace ma devo considerarla sprovvista di biglietto.
– Ma ci dev’essere un modo per dimostrare la cosa.
– No non c’è!
L’uomo si guardò intorno, poi si avvicinò a lei e disse a voce bassa
– Ho capito che tipo è lei e qual è il suo gioco. Sale sul treno senza biglietto, sbatte un po’ le ciglia, mette la mercanzia in mostra e spera ci sia qualche bel funzionario che chiuda un occhio in cambio di…
Susy divenne rossa d’imbarazzo e di rabbia.
– Ma come si permette?! Sono una ragazza perbene e non farei mai queste cose, come osa insinuarlo?
– Dite tutte così, poi sotto sotto…
– Io la denuncio!
A queste parole l’uomo si irrigidì un attimo, poi disse
– Va bene, allora la farò scendere alla prossima stazione, spero non avesse da fare nulla da fare a Roma. Ops, aspetti, non aveva detto di avere un colloquio di lavoro? Che peccato.
Susy rimase impietrita, non aveva tempo per prendere un altro treno, doveva rimanere si quel freccia a tutti i costi, ne andava della sua carriera.
-… la prego, non può farmi questo.
– Oh certo che posso dolcezza, visto che mi denuncerà voglio renderle pan per focaccia!
– Ritiro ciò che ho detto, lasciamo perdere, mi faccia la multa che vuole ma mi lasci scendere a Roma, non farò alcuna denuncia. Va bene?
– Eh no, non se la caverà così. Ora finisco il giro, poi la farò chiamare dall’interfono,Come si chiama?
– Susy F.
– L’aspetterò in testa al treno.
Lui le sorrise maliziosamente e si allontano verso gli altri passeggeri per poi scomparire nella carrozza successiva.

Erano ormai passati 40 minuti e Susy iniziava a spazientirsi, voleva chiudere la faccenda e rilassarsi per il resto del viaggio, in vista del colloquio. Ad un certo punto si sentì una voce all’interfono
– Comunicazione di servizio: la signorina Susy F. è pregata di recarsi in testa al treno.
Finalmente.
Susy si alzò dal suo posto e si avviò a passo spedito. Arrivò nello scompartimento adiacente la cabina di guida e lì trovò Raffaele, il funzionario.
– Bene signorina, alla fine ho trovato un modo per risolvere la cosa, come dire, in maniera vantaggiosa per entrambe le parti.
– Va bene, mi faccia la multa ma la prego di lasciarmi continuare il viaggio.
– No, niente multa signorina, e potrà scendere dove vuole. Tuttavia… deve fare qualcosa per me.
Inizia a slacciarsi i pantaloni
– Ma cosa fa?!
– Beh? Che c’è? Non vuole arrivare in tempo per il colloquio? Su, si sbrighi, si inginocchi e lo prenda in bocca.
– Le ho detto che non sono quel tipo di ragazza!
– Oh, ma lo diventerà se vuole fare il suo colloquio. Sa, la crisi, di questi tempi è difficile trovare un lavoro.Non vorrà lasciarsi sfuggire la possibilità di essere assunta? Forza e coraggio signorina…
Intanto lui aveva finito di slacciare i pantaloni e aveva tirato fuori un cazzo di dimensioni considerevoli, già in tiro, che aspettava di ricevere le sue cure.
Susy non sapeva cosa fare, non poteva rinunciare al colloquio e questo la metteva in condizione di dover cedere al ricatto di quel depravato. Così iniziò a fissare il cazzo che di lì a poco avrebbe dovuto prendere in bocca.
Il controllore, Raffaele, intuì che la ragazza aveva ormai deciso di cedere e così disse
– Bene, vedo che iniziamo a capirci. Aspetti, prima di inginocchiarsi a succhiare deve mettere in mostra queste.
E così dicendo afferrò la fascia del suo vestito e lo tirò giù con uno strattone, scoprendo le sue belle tette. Susy non disse una parola, ormai era nelle mani di Lui. Rimase attonita ancora per qualche secondo, lì, con le tette al vento mentre fissava quel cazzo svettante. Poi si inginocchiò, lo prese con la mano destra, chiuse gli occhi e lo infilò in bocca.
-Ahhh… brava…
Il suo cazzo era grosso, non riusciva a prenderlo tutto; iniziò a muovere la testa su e giù ma era rigida, impacciata, si vedeva che lo faceva sforzandosi.
– Aaah così non va bene, faccio io.
Lui le prese la testa con entrambe le mani e iniziò a scoparle la bocca con forza. Gli affondi le facevano arrivare il cazzo in gola, e si sentiva soffocare ogni volta che glielo piantava dentro fino alle palle. Non riusciva a respirare, sentiva il suo turgido membro occupare tutta la bocca e proseguire in profondità. Quando Susy stava per raggiungere il limite lui lo estraeva e poi riprendeva a muoverlo, concedendole di respirare.
Si stava facendo usare come una di quelle bambole di gomma gonfiabili, un oggetto il cui unico scopo è di soddisfare gli istinti animaleschi di lui. Aveva paura che arrivasse qualcuno e la vedesse, così i suoi occhi erano fissi sulla porta dello scompartimento.
“Cosa c’è, hai paura che qualcuno veda quanto sei troia? Devi guardarmi mentre te lo sbatto in bocca, voglio vedere i tuoi occhi mentre il tuo viso è all’altezza delle mie palle.”
Quelle parole le facevano rabbia, ma allo stesso tempo una vampata di calore la percosse da testa a piedi.
La saliva colava copiosamente dalla sua bocca, scivolava sul suo seno disegnando rivoli umidi.
Mentre lui continuava a scoparle la bocca, a strizzarle le tette e a prendersi gioco di lei, il treno continuava la sua corsa. Ad un certo punto iniziò a rallentare, erano in prossimità di una stazione. Allora il controllore ebbe un’idea.
– Vieni con me, qui, vicino al lunotto
La fece alzare e la spinse verso il lunotto, schiacciandola col suo corpo. Le aveva prontamente penetrata col suo cazzo, trovandola umida e iniziando a ridere di lei.
– Lo vedi che sei una puttana? Hai la figa fradicia…
Iniziò a stantuffarle il cazzo nella figa, spingendola contro il vetro e facendo in modo che le sue tette fossero in bella mostra.
– Ti prego, così ci vedranno.
– E che ti vedano, così quando tornerai al tuo posto ti riconosceranno!
Quel pensiero la fece fremere, si stava eccitando sempre più e non riusciva a crederci… Quest’uomo stava abusando di lei, l’aveva ricattata, derisa, e umiliata, ma lei godeva…
Il treno si fermò e le persone si accalcavano e passavano sotto il lunotto per raggiungere una delle porte, posizionata a poco da lì. La maggior parte delle persone passò senza notare nulla, ma alcuni la videro; i passanti, coloro che aspettavano sulla banchina, alcuni la indicarono e lei, rossa di vergogna, cercò di voltarsi, di chiudere gli occhi, o di abbassare la testa, ma lui glielo impedì.
– Non girarti, guarda quello, ti sta indicando, ha capito che sei una puttana e sa che ti stai facendo scopare in un luogo pubblico! Guardalo, sono sicuro che si starà eccitando anche quel vecchietto lì seduto che fa finta di nulla ma che ogni tanto guarda da questa parte. Fagli vedere come ti diverti.
Così dicendo le prese una tetta e iniziò a strizzargliela come per volerla mungere. Aumentò il ritmo e lei non poteva non provare piacere da questo trattamento, dall’eccitazione di essere vista da sconosciuti, mista a vergogna e imbarazzo.
Il suo viso mostrava eccitazione e piacere, forse anche per questo nessuno pensò di intervenire e tutti coloro che si accorsero della cosa continuarono a godersi lo spettacolo. Probabilmente pensavano di aver beccato una coppia esibizionista che ci stava dando dentro alla grande.
– Che brava troietta, vedi che ti sei sciolta? Allora ti piace farti scopare e guardare dagli sconosciuti eh?
Lei rimase in silenzio, ma nella sua testa penso che, si, le piaceva!
Il treno ripartì e lei tirò un piccolo sospiro di sollievo, ma quelle immagini l’avrebbero eccitata per molte, molte notti a venire.

Ormai era esausta, completamente nuda, le sue mutandine e il vestitino buttati a terra, in un angolo dello scompartimento. Raffaele aveva iniziato a scoparle anche il culo, facendole allargare a dismisura il piccolo buchino e provocandole inizialmente un grande dolore… e poi un immenso piacere.
– Non eri mai stata inculata vero? MMhhhh che bello essere il primo, te lo allargo per bene, non ti preoccupare.
Le afferrava le natiche, con forza, la penetrava con ritmo serrato. Le tirava i capelli facendola sentire una vacca da monta, o la schiaffeggiava come si fa con una cavalla, per farla andare più veloce.
Appoggiando il suo torace alla schiena di lei, iniziò a rallentare il ritmo ma le mise due dita in figa e iniziò a penetrarla. A questo punto Susy era eccitatissima, non resisteva più, stava per venire. Improvvisamente sentì lui dire.
– Sto venendo… si, voglio venirti nel culo! Voglio riempirti, così che ti coli il mio sperma tra le cosce mentre ti godi il resto del viaggio.
A quelle parole non resistette, immaginò in un lampo la scena di lei che cammina tra i vagoni mentre lo sperma le cola tra le cosce, e venne.. Venne ansimando e contorcendosi.
Poco dopo lui, sentendo gli ansimi di Susy, disse quasi urlando
– Vengo, siii, prendilo tutto puttanella!!!
Lei sentì il cazzo pulsare e i fiotti di sperma pompati nel suo culo. Così vennero entrambi, quasi simultaneamente, e per un po’ rimasero ad ansimare, godendo degli ultimi istanti di quella strana ma intensa scopata.

– Puoi rivestirti, ma queste le tengo io.
Disse mentre sventolava le sue mutandine.
-Vai ora, goditi il viaggio e in bocca al lupo per il colloquio.
Lei andò via senza dire una parola, alla fine lui aveva avuto ragione su di lei, era una puttana e le era piaciuto. Era una puttana, ma lei non lo sapeva… fino ad oggi.

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