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Il diario di Elle 1 puntata

By 25 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Mentre stavo riordinando la cantina dello suocero mi accorsi di una vecchia scatola, coperta di polvere, abbandonata dietro il bancale delle bottiglie. Incuriosito l’estrassi e l’aprii: dentro c’era un piccolo libricino a forma di diario. Mi accorsi che la calligrafia ricordava molto quella di mia moglie. Lo sfogliai: era proprio un diario.
Guardai qualche data: erano gli anni 60, quando mia moglie era appena diventata maggiorenne. L’occasione era ghiotta per curiosare nel suo passato, perché era sempre stata molto reticente a parlare di quel periodo. Chiusi la porta della cantina per evitare visite non gradite e mi misi comodo, iniziando dalle prime pagine.

Caro diario,

voglio parlarti delle mie prime esperienze sessuali.Ora che non sono più una ragazzina, a detta di tutti,  sono più sviluppata delle mie amiche.Finora non ci avevo fatto caso, ma mi sono capitati alcuni episodi che mi hanno fatto riflettere.
Devi sapere che fra le mie amiche ce n’è una, Alberta, che ha due cugini che abitano in montagna.
Lei ha circa la mia età mentre loro sono un poco più vecchi.
Spesso vengono a trovarla a Bologna e vanno insieme nei campi qui vicino.
Ho notato l’ultima volta che quando sono ritornati, Alberta era rossa in viso e con i vestiti sgualciti.
Pensavo avessero fatto dei giochi rudi, e poiché anch’io sono un po’ un maschiaccio, ero curiosa di sapere di che cosa si trattasse.
Così quando i suoi cugini sono ripartiti, le ho chiesto che cosa avessero fatto. Lei mi ha guardato ridendo ed è diventata rossa.
– Non sono cose per te! Sono cose da grandi, quelle che facciamo con i miei cugini –
Io sono diventata ancora più curiosa e l’ho presa per un braccio storcendolo. Lei ha gridato dal dolore.
Allora le ho promesso che le avrei fatto ancora più male se non mi avesse raccontato tutto.
– Va bene – ha detto asciugandosi gli occhi col grembiule – ma mi raccomando! non lo dire a nessuno! –
Ho giurato e allora mi ha raccontato che con i suoi cugini si erano nascosti in mezzo al granoturco e poi lei si era tirata giù le mutandine, facendo vedere la sua passerina e il sedere.
I ragazzi, eccitati, l’avevano toccata, vogliosi, fra le gambe e le avevano fatto provare piacere palpandola nella fessura.
Il più grande poi, aveva preso fuori il suo pisello e glielo aveva messo contro la passerina, spingendo.
Lei aveva sentito male e si voleva rifiutare, ma lui le aveva dato dei soldi poi aveva preso fuori una scatolina di crema e si era unto la testa del pisello, mettendoglielo dentro.
Aveva cominciato a muoversi e alla fine lei aveva sentito una sostanza appiccicosa colare fuori del buco. L’altro aveva guardato, poi glielo aveva messo dentro anche lui, con lo stesso risultato.
A lei piaceva sentirselo mettere dentro e ci stava volentieri anche perché le davano dei soldi.
Il più grande, una volta finito, le aveva aperto le gambe, e con la lingua l’aveva leccata facendole provare un grande piacere.
Sono rimasta scandalizzata da questi racconti ma nello stesso tempo ero curiosa di vedere se erano veri.
Lei me lo ha giurato, poi mi ha detto che se volevo, la prossima volta che i suoi cugini sarebbero tornati a Bologna potevo andare a vedere.
Ho detto che ci avrei pensato.

Caro diario.

Ho delle grandi novità. Dunque la mia amica Alberta ha preso gli orecchioni alla sua età e non può uscire da casa per quaranta giorni.
Non avendoli avuti seppure io ed essendo pericoloso averli più avanti, mia madre ha pensato bene di mandarmi a farle compagnia per vedere cosa succede.
Ieri sono andata a trovarla in casa ed era sola. Aveva un poco di febbre perciò doveva stare a letto.
Quando sono entrata aveva la camicia da notte.
L’ho accompagnata in camera e mi sono messa sul letto con lei.
Ho visto che era rossa in viso e sudata ma ho pensato che fosse effetto della febbre.
Mentre ero lì , ha cominciato a stuzzicarmi e così abbiamo lottato un poco. Nella confusione le si è aperta la camicia da notte e ho visto i suoi seni che cominciano a sbocciare.
Ad un tratto lei mi ha bloccato le mani sul letto e mi è venuta sopra, poi senza dirmi niente mi ha baciato sulle labbra.
Ci sono rimasta male. Ho sputato e ho detto – Che cosa fai? Ma che schifo! –
Lei si è messa a ridere.
– Scommetto che non hai mai baciato nessuno! – mi ha detto.
In effetti è vero, ma ci sono rimasta male.
– Dai lasciami fare che ti insegno –
Volevo darle un pugno ma mi sono accorta che mi aveva fatto piacere quel contatto.
Mi ha baciato di nuovo e questa volta ho sentito un brivido alla schiena.
– Allora ti piace? – mi ha detto.
Sono stata zitta e ha continuato.
– Lo sai che hai delle belle tettine? Sono molto più sviluppate delle mie. I ragazzi farebbero follie per toccarle. Dimmi la verità, ci hai mai pensato?-
Sono rimasta sbalordita.
In effetti sono contenta che dall’anno scorso mi siano cresciute ma non pensavo fossero così appariscenti.
Poi Alberta è tornata sotto le coperte.
– Vieni sotto che mi scaldi, ho freddo! –
Mi sono tolta le scarpe e sono andata sotto le coperte vestita, ma dietro le insistenze d’Alberta, mi sono tolta la gonna e la camicetta.
Appena le sono andata vicino, si è tolta la camicia da notte, poi la maglietta e le mutande rimanendo nuda.
– Dai! svestiti anche tu! fammi vedere le tue tettine! –
Mi vergognavo un poco ma lei mi ha preso la maglia e me l’ha tolta.
– Non coprirti con le mani – ha detto rossa in viso – fammele vedere! sono veramente belle! –
Così dicendo, mi ha allargato le braccia, ha messo la sua bocca sui miei capezzoli e ha cominciato a leccarli.
Stavo per protestare, ma ho sentito un piacere insolito con queste carezze.
Mi ha preso una mano e l’ha messa fra le sue cosce.
– Toccami! – ha mormorato – mettimi una mano dentro alla passerina –
Imbarazzata non mi sono mossa e allora lei, col viso rosso mi ha messo una mano sotto le mutandine, ha sentito la mia peluria e ha infilato un dito nella fessura.
Ha cominciato a toccarmi quella specie di grilletto che abbiamo ed io, presa dal piacere, ho allargato le gambe.
Allora ha buttato via le coperte, ha scostato il lembo delle mutandine mettendo a nudo la mia passerina e ha cominciato a leccarmi.
Ho sentito un grande piacere e ho inarcato la pancia.
Mi ha tolto le mutandine e mi ha lasciato completamente nuda.
Poi ha detto che avevo già anche i peli e che la mia passerina era già da donna.
Ha continuato a leccarmi mentre mi muovevo tutta presa dal piacere.
Ad un tratto si è girata e mi ha messo il suo sesso sul mio viso.
– Ti prego, ne ho una voglia tremenda! dai leccami! –
Ero un poco schifata della cosa, ma quando ho sentito che la sua lingua mi faceva provare un piacere incredibile, mi è venuto voglia di farglielo provare anche a lei.
Così ho messo la lingua nella sua apertura, e trovato il bottoncino ho cominciato a succhiarlo.
Mi piaceva da matti leccarlo e sentirmi leccare. Siamo andati avanti così finché ho sentito che il piacere era massimo e mi sono tutta bagnata nelle cosce. Intanto anche Alberta stava dimenandosi e sospirava, poi dal suo bottoncino è uscito dell’umore che mi ha bagnato la faccia.
Mi sono pulita col lenzuolo mentre lei, si era messo un dito dentro la fessura e si muoveva ad occhi chiusi. Ha cominciato a tremare e alla fine è rimasta distesa sul letto senza forze.
La stavo guardando e rimiravo le sue tettine ancora piccole a confronto delle mie. Mi è venuto il desiderio di prenderle in bocca e così le ho leccate sui capezzoli.
Alberta ha aperto gli occhi e sorridendo mi ha messo una mano nella fessura e con un dito è penetrata dentro al buchetto movendolo avanti e indietro.
– Ti faccio un ditalino – ha detto rossa in viso – lasciami fare! –
 Mi sono vergognata ma ho aperto le gambe perché mi piaceva. Lei ha continuato col dito a muoverlo avanti e indietro ed io dopo un poco ho sentito che non ce la facevo più e sono caduta di fianco a lei senza forze.
Alberta mi ha detto.
– Ora sai come si fa per provare piacere, quando sei sola a letto, fattelo con le dita e sentirai! –
In quel momento sono entrati dalla porta. Ci siamo vestite in fretta prima che sua madre ci vedesse. Mi ha fatto promettere di tornare a trovarla. Ci penserò….

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