Skip to main content
OrgiaRacconti Erotici EteroTrio

Il dopo concerto

By 19 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Nella piazza della mia città c’era un open air e quella sera si esibiva in concerto un noto cantante. Per l’occasione erano arrivati in città parecchi turisti, anche dall’estero.
Vado al concerto da solo, &egrave estate e parecchi amici sono fuori città. Arrivo in piazza una mezz’ora prima dell’inizio previsto, c’&egrave già molta gente, ma riesco ad avvicinarmi abbastanza al palco. Vicino a me ci sono 3 ragazze carine, sono timido per natura perciò non prendo nessuna iniziativa, però le ‘studio’ per bene.
La prima &egrave alta circa 1.55-1.60, di corporatura normale, capelli biondo scuri, fino sotto le spalle, il seno abbondante e un bel sederino. &egrave piuttosto espansiva e parla italiano. La seconda &egrave alta circa 1.70, capelli castani chiari corti, di fisico piuttosto esile. L’ho sentita pronunciare qualche frase in italiano, ma parlava prevalentemente tedesco (che per fortuna parlo anch’io). La terza &egrave alta circa 1.75-1.80, capelli castani fino a metà schiena, di corporatura normale, probabilmente una terza di seno e un bel culo. Era molto riservata, parlava poco e solo tedesco. Petra &egrave quella che preferisco, forse anche per il carattere riservato, un po’ simile al mio.
Le ragazze si accorsero ben presto che i miei sguardi erano solo per loro, confabularono qualcosa tra loro in tedesco e fecero una breve risata.
Poi iniziò il concerto, non pensai più granché a loro, se non durante le brevi pause.
Alla fine del concerto quando la gente cominciava a sfollare, la ragazza che parlava italiano, con tono un po’ beffardo mi disse: ‘Hai guardato più il cantante o più noi?’ Io, colto in contropiedi, rimasi basito e sul momento non risposi’ Lei continuò: ‘Vabbé poco importa’ almeno indicaci come arrivare alla pensione dove alloggiamo, siamo arrivate in città solo oggi e non ci orientiamo molto. Per venire in piazza abbiamo preso l’autobus, ma a quest’ora non ce ne sono più e ci tocca tornare a piedi’. Non poteva andare meglio, la pensione &egrave a un centinaio di metri da casa mia’ &egrave una pensione modesta dove alloggiano per lo più giovani e per breve durata. Le dissi: ‘Non c’&egrave problema, posso accompagnarvi, ci devo passare comunque davanti per rientrare a casa, ci vorrà una mezz’ora scarsa a piedi’. ‘Va bene, andiamo’ mi rispose. Dopo aver preso una bibita in una tendina, ci avviammo a piedi. Eravamo tutti piuttosto stanchi e con le gambe indolenzite a causa delle numerose ore trascorse in piedi. Camminando ebbi modo di conoscerle un po’ meglio’ la ragazza che si era rivolta a me si chiama Maria, ha 26 anni, &egrave di origine italiana ma abita, come le altre, a Zurigo. La seconda si chiama Anna, ha 28 anni, parla un po’ di italiano perché lo aveva studiato a scuola. L’ultima, alla quale mi rivolsi in tedesco, si chiama Petra e ha pure lei 28 anni.
Lentamente arrivammo alla loro pensione, con nostra sorpresa, l’atrio era completamente buio e la porta principale chiusa a chiave. Provammo a bussare, ma senza esito, abbiamo fatto il giro dell’edifico per verificare se ci fosse un’entrata secondaria, ma non era il caso. Presi il cellulare e chiamai il servizio informazioni per farmi dare il numero della pensione, purtroppo a questo numero rispose un automatico’ Le ragazze erano un po’ sconsolate, speravamo che potesse arrivare qualcuno ad aprire’ Mi venne in mente che un mio amico, ai tempi del liceo (erano passati 8 anni, ma eravamo ancora in contatto), aveva lavorato un paio di estati proprio alla pensione. Lo chiamai, credo di averlo svegliato, gli spiegai la situazione e mi disse che, se le cose non erano cambiate da quando lui lavorava lì, per rientrare dopo la mezzanotte bisognava chiedere la chiave.
Le ragazze, ormai rassegnate, mi dissero ‘Tu vai pure a casa, noi aspettiamo che arrivi qualcuno con la chiave o alla peggio domani mattina quando aprono’. Aldilà di tutto, in coscienza non mi andava di abbandonarle lì da sole. Dissi loro: ‘sentite, siamo in quattro, a casa mia c’&egrave un letto matrimoniale, un divano e in cantina ho ancora un materasso; non sarà il massimo della comodità ma almeno potete darvi una rinfrescata e dormire un po’, l’unico problema &egrave che domani devo alzarmi alle 6:30 per andare al lavoro’. Confabularono qualche istante tra loro, poi mi dissero che accettavano la proposta. Una mi chiese se fossi sposato, visto che ho un letto matrimoniale, spiegai che alcuni anni prima stavo per andare a convivere con la mia ex fidanzata, ma lei mi ha lasciato proprio pochi giorni prima, quando avevamo già i mobili e tutto il resto’
Arrivati a casa, mi feci aiutare a prendere il materasso in cantina e portarlo in appartamento. Mostrai loro l’appartamento composto da un soggiorno, una camera da letto e un bagno e offrii qualcosa da bere e da mangiare. Mi resi conto che non avevano di cui cambiarsi. Dissi che non avevo abiti da donna, ma se trovavano qualcosa nel mio guardaroba da indossare la notte, potevano servirsi. Le invitai ad usufruire a turno del bagno e della doccia, ma invece di andarci a turno, entrarono tutte tre in bagno (non ho mai capito perché le donne vanno sempre in bagno in 2 o 3 alla volta’ spero che qualche lettrice mi possa illuminare’). Le sentivo parlottare e sghignazzare, poi dopo un po’ il rumore dell’acqua che scorreva nella doccia. Non avevano chiuso la porta a chiave e quasi mi venne voglia di entrare e sorprenderle nude sotto la doccia, ma non volevo tradire così la loro fiducia’ così mentre attendevo preparai i letti per la notte, sistemai il materasso davanti al divano e lo coprii con un lenzuolo, mi resi conto che non avevo coperte per tutti, ma poco importava con il caldo che faceva’
Dopo una mezz’ora abbondante uscirono dal bagno, la scena era buffa e sensuale allo stesso tempo. Tutte e tre indossavano una mia t-shirt, a Maria che era più piccola di me, la maglietta fungeva anche da gonna, ad Anna che era alta circa come me, arrivava giusto sotto il sedere, mentre a Petra che era più alta di me, lasciava scoperti gli slip neri e anche una striscia di pelle sopra gli slip’ Avevano scelto delle magliette di colore chiaro ed essendo ancora un po’ umide dalla doccia mostravano in bella evidenza i loro seni non coperti dai reggiseni. Se ne resero conto da come le guardavo e vergognandosi un po’ tentarono di coprirsi come potevano. Per stemperare la situazione, dissi che mentre io facevo la doccia, potevano sistemarsi come volevano, aggiunsi che io mi tenevo il divano, visto che per esperienza diretta so che &egrave scomodo per dormirci. Dopo poco più di cinque minuti uscii dalla doccia indossando il pigiama, Maria e Anna sedevano sul divano e Petra sul materasso di fronte e chiacchieravano tra loro. Per un attimo mi aggregai alle loro chiacchiere, poi dissi che volevo andare a letto visto che la sveglia sarebbe suonata presto. Anna e Maria si alzarono dal divano e si recarono nella camera con il letto matrimoniale, chiudendo la porta dietro di loro. Non so se la scelta dei letti era casuale o se avevano capito che avevo una preferenza per Petra’ In ogni caso io presi posto sul divano e Petra si sdraiò sul materasso, le augurai buona notte.
Complici il divano scomodo, le gambe ancora doloranti e il fatto di avere in casa 3 stupende creature, non riuscivo a prendere sonno. Probabilmente a causa del mio continuo girarmi e rigirarmi sul divano, Petra si svegliò’ mi disse: ‘Non dormi?’ Risposi negativamente e le spiegai i motivi. Allora mi disse: ‘Il materasso non &egrave molto largo, ma se stiamo un po’ stretti possiamo dormirci in due’ Tra me e me mi chiedevo se la sua affermazione era maliziosa (voleva provarci) o ingenua (sperava che dormissimo uno accanto all’altra come se niente fosse), comunque non me lo feci ripetere due volte… Mi sdraiai accanto a lei su un fianco, guardando verso di lei, che, per risposta si voltò, dandomi la schiena. Ad ogni anche piccolo movimento di uno dei due, ci sfioravamo e la situazione si faceva eccitante. Se ne accorse anche il mio pene che si era rizzato, andando a toccare il fondoschiena di Petra. Decisi allora di farmi un po’ più audace, cinsi la sua vita con un braccio e presi la sua mano nella mia, in segno di approvazione mi diede una leggera stretta di mano. Con l’altra mano scostai i suoi lunghi capelli e presi a darle dei bacetti sul collo.
Dopo un attimo lei si girò verso di me, quasi di scatto e si avventò sulla mia bocca, &egrave stato un bacio molto focoso e molto lungo, le nostre lingue si incrociavano e rincorrevano. Senza staccare la bocca dalla sua, infilai una mano sotto la sua maglietta, fino a trovare le sue tette. Per facilitarmi l’operazione, lei si staccò dalla mia bocca e si tolse del tutto la maglietta. Mi avventai con la bocca sui suoi seni alternando leggeri tocchi con la lingua a mordicchiate ai capezzoli, nel mentre con una mano carezzavo il suo sesso, da sopra gli slip che erano già umidi. Il suo respiro si faceva pesante e emise un leggero gemito, per reazione ritrassi la mano e la bocca e sottovoce le dissi: ‘Dobbiamo fare meno rumore possibile, altrimenti svegliamo le tue amiche’, sottovoce ma con fare malizioso mi rispose: ‘Non preoccuparti, siamo abituate a condividere il partner” . In quel momento mi passarono mille pensieri nella testa’ non l’avevo mai fatto con più di una donna, da una parte la cosa mi incuriosiva e eccitava, dall’altra pensavo che non ci fosse la stessa intimità, la stessa intesa.
Approfittando di questo mio breve momento di incertezza, fu lei a prendere l’iniziativa, mi abbassò il pigiama e cominciò a leccarmi la cappella. Ben presto me lo prese tutto in bocca e cominciò a pomparmi avanti e indietro e io con una mano dietro la sua nuca le facevo aumentare il ritmo. Volevo trattenermi, ma inesorabilmente emisi qualche urlo di godimento, pochi secondi dopo sentii parlare aldilà della porta. Pochi istanti dopo il mio pene esplose in un getto di sperma, che Petra ingoiò quasi totalmente, nello stesso momento si aprì la porta della camera e uscirono Maria e Anna completamente nude; la scena mi fece rizzare all’istante il pene che si era appena svuotato. Anna disse a Petra di spostarti e me lo prese in bocca, mentre Maria si sedette sopra di me, mettendo la sua passera sopra la mia bocca. Con la lingua mi feci strada tra la sua peluria, fino a scoprire il suo buchino, con le mani presi le sue tette, sentii i capezzoli già ritti e li strinsi con due dita, Maria emise un gridolino di dolore misto a piacere. Anna e Petra si disputavano letteralmente il mio pene, alternandosi con le loro bocche fino a farmi venire. Non so a quale delle due venni in bocca, con Maria letteralmente sulla mia faccia, non riuscivo a vederle. Penetrai la fica di Maria con la lingua, le succhiai il clitoride, fino a farla venire; inarcò la schiena e mentre lei urlava di piacere, la mia bocca assaporò i suoi umori. Poi si tolse da sopra di me e mi baciò, sentendo così il sapore del suo orgasmo.
Mi sedetti sul bordo del materasso per prendere un attimo di fiato, poi rivolgendomi a Petra ed Anna dissi: ‘Adesso vorrei far godere anche voi’. Neanche detto che Anna mi si gettò addosso, facendomi ritrovare nuovamente sdraiato, e mi si impalò sopra. Cominciai a stantufarla muovendo il bacino su e giù, mentre le mie mani passavano dalle sue tette a quelle delle altre due che si erano sdraiate al mio fianco e con le loro mani toccavano in ogni dove sia me sia Anna. Continuai così per alcuni minuti, aumentando il ritmo delle stantuffate, finché Anna non cominciò a contorcersi, i suoi muscoli vaginali strinsero il mio pene ed emise un urlo liberatorio esplodendo in un primo orgasmo. Devo ammettere che con l’esperienza avevo imparato a controllarmi e duravo molto prima di arrivare all’orgasmo, così Anna ebbe ancora un altro orgasmo. Quando sentii che stavo per venire dissi ad Anna di levarsi, ma era talmente presa che non mi sentii, Maria mi disse di stare tranquillo che prendevano tutte la pillola. Allora mi lasciai andare in un orgasmo molto copioso e quasi contemporaneamente Anna venne per la terza volta, poi si accasciò sopra di me esausta, ci scambiammo un lungo bacio e mi sussurrò all’orecchio ‘sei stato fantastico’ e io le risposi ‘e tu non sei stata da meno’.
Maria disse: ‘Voglio fare anch’io una cavalcata così eccitante’ e fece cenno ad Anna di spostarsi da sopra di me, io dissi: ‘Ragazze ce n’&egrave per tutte, ma lasciatemi respirare un attimo” Maria allora si fermò e Petra me lo prese in bocca per farmelo rinvenire, quando diede segni di vita, si staccò e disse a Maria: ‘ora &egrave pronto per te’. Non se lo fece ripetere due volte e montò sopra di me. Cominciai a stantufarla lentamente, ma lei sembra indiavolata, cominciò a muoversi su e giù con le ginocchia, imponendomi un ritmo forsennato. Non ci volle molto perché lei venne lanciando un urlo liberatorio (a tal punto che avevo paura che svegliasse i vicini’) e anch’io, forse perché un po’ stanco, forse per il ritmo elevato che Maria imponeva e che non mi dava molto piacere, venni poco dopo di lei, ma con scarso entusiasmo, anche perché non c’era stata intesa tra noi. Penso che anche lei se ne accorse perché sembrava delusa. Subito Maria scese e me lo prese in bocca per assaporare le ultime gocce di sperma. Quando il mio pene ricominciò a prendere vigore si staccò e disse a Petra: ‘eccoti ricambiato il favore, ora tocca a te cavalcare’.
Petra montò sopra di me, la feci chinare verso il mio viso e sottovoce le dissi: ‘Sono stanco, però voglio godere e soprattutto farti godere, perciò facciamo una cosa dolce e tranquilla’, lei assentì con un cenno del capo e mi diede un bacio. Cominciai quindi con movimenti lenti del bacino e con le mani le carezzavo il ventre, le tette e i suoi lunghi capelli. Lei disse ‘Si dai, continua così che mi piace’. Cominciai ad accelerare i movimenti. Il ritmo tranquillo fece si che entrambi stavamo durando molto e le dissi ‘Voglio che riusciamo a venire contemporaneamente’, lei ancora una volta fece cenno di si con la testa. Allora accelerai ancora dopo qualche minuto, Petra mi disse ‘sto per venire non manca molto’. Passarono ancora alcuni secondi, lei inarcò la schiena, sentii il mio pene comprimersi nella sua vagina, il che mi fece venire quasi all’istante, contemporaneamente a lei, entrambi urlammo un grido di piacere. Si accasciò sopra di me, eravamo entrambi esausti ma felici, le dissi: ‘Sei stata magnifica’ e lei: ‘Anche tu’.
Tenendoci abbracciati ci girammo uno di fianco all’altra e ci addormentammo così, con il sorriso sulle labbra.
Alle 6:30 suonò la sveglia, io e Petra ci svegliammo, Anna e Maria dovevano essere tornate in camera e credo non avessero sentito la sveglia. Mi resi conto che avevo dormito meno di 3 ore e mi sentivo ancora stanco. Petra mi disse: ‘devi proprio andarci al lavoro?’ Allora decisi di prendere il telefono, chiamai in ufficio e mi diedi malato.
Tornai a coricarmi accanto a Petra, le diedi un bacio e di nuovo ci addormentammo. Poco dopo le 9 eravamo tutti svegli, abbiamo fatto la doccia e poi rimanendo in casa nudi, colazione tutti assieme. Era venerdì, le ragazze mi dissero che si sarebbero trattenute in città fino a domenica pomeriggio in quando sabato sera avrebbero assistito a un altro concerto.
Dissi che se faceva loro piacere avrebbero potuto trascorrere il fine settimana a casa mia, confabularono un attimo tra loro e poi Anna mi disse: ‘d’accordo più dardi andremo alla pensione per disdire la prenotazione e prendere i nostri bagagli’.

Si prospettava un fine settimana di passione con tre stupende ragazze, ma questo magari ve lo racconterò in un altro racconto’

Leave a Reply