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Racconti Erotici Etero

Il mio cazzo nel Menù di Benedetta

By 17 Settembre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi presento, il mio nome &egrave Carlo, sono un calciatore professionista e gioco in uno dei top team della nostra Serie A. Sono un difensore dai piedi buoni e questo ruolo mi porta a ricevere un numero spropositato di critiche da pseudo-opinionisti che il più delle volte non hanno mai registrato neanche una presenza in terza categoria. Tuttavia questa &egrave la vita del calciatore: soldi, belle donne, divertirsi e lavorare insieme ma soprattutto critiche e insulti, da chiunque sappia fare un’intervista o un post.
Non nascondo che spesso nella mia carriera non ho saputo reprimere la rabbia per l’insulto gratuito e questo a volte mi ha portato ad esagerare nella foga in campo.
L’episodio che voglio raccontare riguarda un fatto avvenuto quando ero ai box per un infortunio lieve in un punto delicato come il ginocchio, dopo uno scontro mi fu imposto di stare due mesi fuori dai campi per evitare la rottura del legamento. In quel periodo mi misi a guardare varie trasmissioni sportive e notai così finalmente come ci fosse un telecronista (e direttore di una tv a pagamento) che esagerava nel darmi eccessive colpe. Riusciva a darmi addosso pure quando ero fuori rosa per infortunio!
La cosa mi mandava in bestia e più di una volta ho pensato di contattarlo, tuttavia la società mi imponeva di lasciar perdere e dovevo accettare in silenzio le critiche di quel cafone romano.
Dopo un paio di settimane con il tutore iniziai il mio percorso di recupero, per un giocatore più leggero si sarebbe trattato di un paio di settimane ma poiché io sono un metro e 90 per 87 kili il mio fisioterapista decise di fare con calma e non rischiare. Ogni giorno facevamo un po’ di palestra e pian piano iniziammo a fare esercizi con il pallone.
A quasi un mese e mezzo dall’infortunio ci fu la pausa delle nazionali, una nota azienda televisiva (in cui lavorava il mio peggior critico) decise di organizzare una cena annuale tra i dipendenti in quel periodo per permettere ad un maggior numero di persone di partecipare. Vennero invitati vari ospiti e visto che ero, seppur infortunato, un giocatore della Nazionale fui invitato pure io. Inutile dire che non avevo nessuna voglia. Sarebbero stati presenti anche altri giocatori e amici, ma a farmi incazzare era l’idea di trovarmi di fronte il famoso telecronista che tanto ce l’aveva con me: Fabio C.
Ad ogni modo la società insistette per farmi andare ‘E’ un modo per far vedere che sei forte e te ne freghi delle loro critiche, pensa quanto ti andrebbero contro se ti rifiutassi’. Avevano ragione, mi avrebbero detto di tutto alle spalle e avrebbero goduto dei miei inevitabili errori futuri.
La cena si svolgeva a fine Marzo presso un noto hotel milanese. La giornata era stata inaspettatamente calda e alla sera si stava bene solamente con un camicia e una giacca elegante addosso. Mi rifiutai categoricamente di presentarmi con cravatta o divisa ufficiale della società, tuttavia accettai di buon grado l’autista che la mia squadra mi forniva.
Chiesi all’autista di non lasciarmi proprio davanti all’ingresso perché volevo evitare troppa folla e fotografi, se svoltava in una via laterale mi era stata indicata un’entrata più riservata sul retro. Scesi e lo ringraziai, mi misi poi a camminare con calma ammirando Milano illuminata fiocamente di notte.
Ivan, l’autista, mi aveva lasciato abbastanza lontano e apprezzai la cosa perché mi piace camminare solo. Mentre mi avvicinavo notai due persone uscire da un SUV elegante e incamminarsi verso l’hotel. Inutile dire che riconobbi subito l’uomo: Fabio C.
In sua compagnia vi era una bella donna sui 40 anni, vestito nero elegante con collant a dare una sensualità ulteriore a quelle gambe toniche che finivano con uno splendido paio di tacchi neri lucidi. Avevo riconosciuto anche lei, talvolta la vedevo in tv, mi pare si chiamasse Benedetta’
Poiché ero abbastanza dietro di loro e nascosto da un gioco di luci e ombre riuscii a non farmi riconoscere e anzi a studiarli. I due erano arrabbiati l’uno con l’altra, in particolare sembrava che Benedetta accusasse Fabio di qualcosa.
-Come hai potuto’ dopo tutto quello che ti ho perdonato’ continui a farmi del male, perché? Perché Roberta??
-Eh basta, mi spiace Bene ma ti ho detto che &egrave stato un errore, non scassà stasera che siamo al Galà e non posso far brutta figura proprio io.
-A te importa solo della tua carriera, non importa che io mi senta umiliata e sola!
Mi sembrò di intuire che fosse un problema di corna, quel burino era stato talmente squallido da cornificare la moglie e nonostante ciò portarsela alla cena della sua azienda.
Arrivammo presto all’entrata di servizio e i due entrarono, prima Fabio, per cui la cavalleria sembrava essere inesistente, e dietro la moglie. Mentre accostava la porta entrai io e vidi il suo volto ben truccato con gli occhi però lucidi.
-Mi scusi, lascio aperto?- mi chiese Benedetta.
-La ringrazio, &egrave gentilissima.
-Guarda chi ha accettato il nostro invito! E’ un piacere avere la tua presenza Carlo!
Fabio sentita la moglie parlare si girò e vedendomi venne ad accogliermi come fossimo due amici. Ero abituato a farmi dare del Tu da persone che non conoscevo, ma che proprio lui venisse a fare l’amicone mi fece andare in bestia. Oltretutto dopo aver sentito come aveva appena trattato sua moglie.
Mi mantenni il più possibile distaccato e me la cavai con una stretta di mano. Mi disse bonariamente che doveva andare a prepararsi per il discorso ma che sarebbe stato ben felice di fare due chiacchiere dopo. Pensai tra me e me che avrei preferito menare quel nanerottolo ma mi morsi la lingua e risposi che sarebbe stato un piacere. Era assurdo che un personaggio del genere fosse riuscito a sposarsi una donna con un corpo e un portamento così signorile e immensamente sensuale’
In tutto questo Benedetta era sparita dalla scena, rimasi solo nell’ingresso e dopo aver dato uno sguardo attorno proseguii verso i bagni per darmi una sciacquata alle mani. Mentre uscivo dal locale sentii una donna piangere nel bagno femminile. Decisi di attendere un attimo e chiedere se ci fossero problemi. Mi rispose una voce dicendo che non era nulla, tutto a posto.
Non pago attesi dall’uscita e dopo pochi minuti arrivò Benedetta, evidentemente aveva pianto e si era dovuta rifare il trucco. Imbarazzata mi chiese di scusarla’
-Ma quali scuse, non si preoccupi’ mi perdoni se glielo dico ma ero proprio dietro di voi per strada e sentivo che lei e suo marito avete discusso’
-Immaginavo avesse potuto intuire qualcosa’ mi scusi proprio, le chiederei solo di non dire nulla, sa’ &egrave un periodo un po’ così.
Benedetta era una bellissima donna e di una educazione totalmente estranea al marito. Il fatto solo che mi desse del Lei denotava che mi considerava un suo pari, non un tamarretto che corre dietro un pallone.
-Non &egrave lei che si deve scusare, se posso fare qualcosa me lo dica. In fondo siamo in due a essere stati obbligati a venire, si figuri che stasera volevo abbuffarmi di popcorn e birra davanti al televisore!
Finalmente fece un sorriso e rise.
-Beh allora speriamo non sia troppo noiosa come le altre volte, io comunque sono Benedetta, se ti va possiamo darci del Tu.
Ci incamminammo verso il salone principale insieme parlando del più e del meno. Le dissi che qualche volta l’avevo seguita in tv e provato a seguire i suoi consigli, ma in generale ai fornelli ero una frana. Lei rise e mi disse che non poteva rimproverarmi, lei se avesse provato a calciare un pallone probabilmente non l’avrebbe neanche centrato.
Quella donna, che fino ad allora avevo considerato come solo una donna di classe sposata con un gran coglione, ora mi intrigava sempre di più. Con quel corpo da donna matura ma tonica, quel visino malizioso e soprattutto con quel marito a cui provare a mettere le corna’ un’idea, per quanto difficilissima da realizzare, si faceva sempre più strada nella mia mente.
Dal salone ci separammo e cominciammo con saluti e convenevoli, c’erano conduttori, manager e politici più o meno conosciuti. Trovai subito Lara, una giocatrice come me di calcio ma nella Serie A femminile. Ci conoscevamo già perché facevamo parte della stessa società e ci si incrociava spesso. Era una bella ragazza, ma ad entrambi piacevano le donne.
Dopo aver fatto due parole e salutato alcuni talent e conduttori ci dirigemmo verso la sala in cui si svolgeva la cena. Era pieno di tavoli rotondi e all’inizio c’era un cartellone che indicava le disposizione.
-Ti va male Carlo, siamo con Fabio C., quel coglione che ti butta sempre merda addosso.
Lara aveva ragione, io e lei eravamo finiti al tavolo con due manager con relative mogli ultracinquatenni, un conduttore, per fortuna di quelli competenti salutati prima, la cui moglie faceva l’inviata a bordocampo, due presidenti federali, un politico e Fabio con moglie. Notai all’ultimo come, esclusi me e Lara, l’unica venuta senza accompagnatore al nostro tavolo fosse una conduttrice sportiva di nome Roberta. Eravamo l’unico tavolo dispari rispetto agli altri tutti pari. Leggendo Roberta mi venne un dubbio.
Arrivati al tavolo tuttavia mancavamo solo noi e vedendo quel cafone di Fabio seduto tra la moglie e la conduttrice Roberta intuì che non era stata risparmiata alcuna umiliazione alla donna che aveva appena pianto. Benedetta infatti stava immobile a fissare il tavolo e sembrava pronta alle lacrime mentre il marito se la rideva con l’amante di fianco.
Io e Lara ci sedemmo nei posti rimasti liberi vicini, le feci cenno che mi sedevo io vicino a Benedetta e lei dall’altro lato si trovò un conduttore. Poteva andarci peggio, i dirigenti federali sarebbero stati degli scassaminchia enormi.
Salutammo tutti velocemente e feci un cenno a Benedetta, lei fece un debole sorriso e mi imposi di cercare di migliorare la serata a quella donna.
La serata passò più velocemente di quanto immaginassi. Ben presto ognuno cominciò a parlare solamente con le persone che lo interessavano e vista la totale indifferenza di Fabio per la moglie mi feci dare, scherzando, consigli di cucina da Benedetta. Lei rideva delle mie battute a della totale ignoranza in materia di me e Lara. In tutto questo ammirammo anche un politico vicino al coma etilico; lui e Fabio avevano passato la sera a bere e mentre Benedetta gli dava le spalle notai come il cafone di tanto in tanto si lasciava scappare una mano sulle cosce dell’amante coperto dalla tovaglia. Per fortuna notai questi particolari solo io, altrimenti sarebbe stato umiliante per tutti.
Alla fine della cena vi furono vari discorsi di ringraziamenti su un palco posto lontano dal nostro tavolo e in tal modo riuscimmo a ignorarne la maggior parte. Per fortuna la metà dei nostri compagni di tavolo doveva tenere discorsi per cui ben presto rimanemmo seduti solamente in 5-6.
Quando fu il turno di Fabio ascoltammo un discorso fatto di continue battute, alcune persino volgari e forzate. Vi fu un applauso fragoroso ma presumo solo perché si trattava dal direttore dell’area sportiva e nessuno voleva tenerselo contro. Quando scese dal palco iniziarono le danze in uno spiazzo lasciato libero alla destra del palco e varie persone, tra cui Lara, andarono a cercare qualcuno con cui divertirsi.
-Carlo tu non vai a ballare?- mi chiese Benedetta.
-Meglio di no’ sono sempre stato negato e a dirla tutta non mi &egrave mai piaciuto, saranno 10 anni che non entro in una discoteca ahaha.
-Ma dai che hai 25 anni, se non balli tu chi lo deve fare?
-Beh ma potresti ballare tu, perché non vai?
Lei abbassò lo sguardo e mi disse che non se la sentiva proprio. Notai che guardava il posto lasciato libero dal marito e notai chiaramente come neanche Roberta fosse seduta al tavolo. In realtà non riuscivo a scorgere i due in nessun punto della sala.
Benedetta sembrò leggermi nel pensiero.
-Finirà che non riuscirò neanche più a passare dalle porte’ riesco ad essere cornificata persino ad una cena aziendale davanti a 500 persone!
Non sapevo cosa dirle, rimasi qualche secondo imbarazzato e seriamente dispiaciuto per lei, mi venne solo un semplice ‘Mi dispiace”.
-Perdonami Carlo, ho bisogno di fare un salto in bagno.
La vidi alzarsi e la seguii con lo sguardo mentre fasciata in quello stupendo vestito vero proseguiva a testa bassa tra la sala. Aveva un culo e delle gambe perfette, da ventenne, solo un coglione poteva tradire una moglie così.
Venni interrotto da Lara che tornava al tavolo.
-Mamma mia che pena sta donna’ quel bastardo del marito s’&egrave appartato in una camera con la troia che si scopa. Poraccia- Lara nel suo italiano sdentato sapeva sempre essere diretta.
-E te come va? Trovata qualcuna di interessante Lara?
-Mah in realtà so’ venuta qua perché ho scoperto che una de Rock Tv ci sta’ sto aspettando che vada su in camera e la raggiungo senza famme’ vede” sai, lei sarebbe pure sposata.
Ci facemmo una risata e la vidi uscire dalla sala in un’uscita laterale. Benedetta non arrivava, allora preoccupato mi misi a cercarla. Non la trovavo nei bagni e dagli altri tavoli, poi mi venne in mente che magari era andata dall’ingresso sul retro da cui eravamo arrivati.
Entrai nei bagni dove l’avevo sentita piangere prima, lì non c’era nessuno e entrando nei bagni sentii piangere.
-Benedetta? Sei tu? Posso entrare?
Senza aspettare risposta entrai nel bagno delle donne e la trovai a metà della fila di eleganti lavandini che piangeva tenendosi di fronte agli specchi dorati.
-Ah sei tu’ non dovevi venire a cercarmi- mi disse cercando di asciugarsi le lacrime.
-Benedetta’ sei una donna stupenda, non fare così. Mandalo a fanculo quello stronzo.
-Eh’ la fai facile tu. Siamo sposati dal dieci anni quasi, abbiamo due figli’ una volta non era così, ma ora sono solo la sua pezza da piedi.
E ricominciò a piangere.
Mi avvicinai e posandole una mano sulle spalle le dissi che non meritava questo, che era sempre una donna stupenda e che avrebbe potuto avere qualsiasi uomo. Sei smise di piangere solo per fare una risata ‘ma chi vuoi che mi prenda, ho 40 anni ormai’.
Poi mentre avevo un braccio attorno alle sue spalle mi ritrovai a guardarla con desiderio’ dall’alto del mio metro e 90 la potevo fissare negli occhi dall’alto: il naso aquilino, i capelli castani, il seno florido e tonico’ senza che ce ne rendessimo conto le nostre labbra si avvicinarono e iniziammo a baciarci dolcemente.
Presto con le mani andai alle sue cosce e le trovai di marmo come le avevo immaginate, poi salii a tastare quel culo, ma lei dopo un leggero gemito spostò la sua lingua dalla mia bocca e si staccò dicendomi che poteva entrare qualcuno. Guardandola negli occhi però capii che non avrebbe voluto interrompere quel momento.
Staccandomi da lei andai alla porta e con calma la chiusi a chiave, girandomi la vidi che mi guardava respirando affannosamente, con il seno che si muoveva al ritmo dei suoi polmoni, e mi aspettava appoggiata leggermente al piano in marmo dei lavandini sui suoi tacchi neri.
Mi tolsi la giacca lentamente guardandola negli occhi e la appoggiai ad un mobiletto lì a lato, poi camminai verso di lei che era tutto un tremito.
Appena le fui vicino misi i palmi delle mani sul piano in marmo esattamente attorno a lei, presto i nostri respiri si fusero in uno molto vicino. I miei occhi passarono dai suoi alle sue labbra rosse e a quel punto afferrandomi per il collo riprese a baciarmi.
Spostai le mani alle sue cosce e stavolta le palpai con foga prima di venire su e toccarla salendo lungo la coscia. Presto sentii la pelle nuda e constatai che non si trattava di collant ma di splendide autoreggenti. Le afferrai entrambi i glutei con le mani e li palpai scostando uno slip in elegante pizzo’ nel frattempo le nostre bocche erano come sigillate e le lingue si muovevano tra di noi senza sosta.
Con le dita esploravo ogni centimetro di quel culo che avevo puntato già dal primo sguardo’ presto riuscii anche a sfiorare una figa che presentava una leggera peluria e appena il mio indice di avvicinò alla sua concavità si staccò dalla mia bocca per prendere un’abbondante boccata d’aria. Approfittando del momento mi fiondai con la bocca al suo collo per baciarlo e leccarlo’ Le sue mani si stringevano sulla mia nuca e con il bacino si muoveva come a voler avvicinare il suo corpo al mio’ desideravo fosse lei a prendermi ora però.
Mollai la presa dal suo corpo e lei guardandomi da sopra il suo naso aquilino mi fissò come a chiedere spiegazioni. Presi una sua mano e lentamente la portai sul mio cazzo coperto ancora dai pantaloni’ ma perfettamente evidente.
Aprì la mano completamente e la strinse attorno al mio cazzo tastandone la consistenza anche delle palle gonfie’ notai uno sguardo stupito e decisi di farle strabuzzare gli occhi. Di colpo mi slacciai i pantaloni e li feci cadere a terra prima di buttarli via con un piede, le mutande per abitudine le utilizzavo solo quando giocavo, così la presentatrice si trovò di fronte il mio cazzo eretto che la aspettava.
-M-ma’ &egrave enorme.
Rimanevo sempre soddisfatto dell’effetto che faceva il mio cazzo, infatti pur essendo un discreto cazzo come lunghezza (sui 21 cm) la mia vera forza era la larghezza, &egrave come una lattina.
Glielo feci mettere in mano e mi gustavo il suo volto truccato ed elegante che lo ammirava a bocca aperta mentre con entrambe le mani me lo segava lentamente’ come a volerne verificare ogni centimetro.
-Non so se me la sento’ voglio dire, non sono abituata.
Nel dirmi quello ottenne di eccitarmi ancora di più. Non avevo dimenticato chi fosse sua marito, e ora era tempo di fotterla.
La girai e la misi a 90 sul piano di marmo. Da un suo urletto ebbi conferma che rimase stupita del mio cambiamento. Andai in fretta con le mani al suo vestito e lo tirai su fino alla vita per vedere finalmente quel culo che da tanto mi sognavo. Ammirai il suo slip leggero e sexy in pizzo violetto’ appoggiandomi a lei le sussurrai che una donna come lei non aveva bisogno di intimo. Le strappai così lo slip e glielo buttai a terra, lei rimase sconvolta e gemette leggermente, potevo gustarmi il suo volto di fronte a me allo specchio.
Puntai il cazzo sulla sua figa, ma poi cambiai idea e glielo feci scivolare sotto’ sentivo i peli della sua figa che erano fradici e grattavano il mio cazzo che si strusciava sulla sua vagina’ era come se mi stessi facendo una sega con le sue gambe e la sua vagina non fosse altro che un tessuto su cui strofinarmi.
Gemeva e con la testa si abbassava chiudendo gli occhi, la stavo facendo morire di desiderio.
-Ti prego’ mettimelo’
-Voglio che mi implori.
-Ti sto implorando’ ti prego’
-Voglio sentirti dire che vuoi che mi sbatta la moglie di quel cornuto di Fabio C. che se lo merita.
Lei dallo specchio mi fissò ed ebbi il dubbio di aver esagerato. Poi però sentì che con la mano andava dietro ad afferrarmi il cazzo e se lo infilava nella figa fradicia, nel frattempo mi disse:
-Ti prego scopa come si deve questa donna’ &egrave la moglie di Fabio C. e quel cornutello non può soddisfarla con il suo cazzetto’ ti prego fai sentire a questa donna cosa significa godere’ falla tua’
A quel punto ero con metà cazzo dentro la sua figa fradicia, sentivo che gemeva e si muoveva per penetrarsi, aveva voglia di godere e quel discorsetto mi aveva convinto del tutto a scoparla come volevo io.
Le afferrai con entrambe le mani i fianchi e con un colpo secco glielo misi dentro tutto. Lei rispose con un gemito simile ad un ululato e la sua figa si chiuse immediatamente come una morsa sul mio cazzo. Muovendole il culo con le mani iniziai a penetrarla con calma, volevo fare sentire a tutta la sua figa che cazzo la stava scopando, poi quando si fu abituata iniziai a scoparla con più foga, alzando lo sguardo la vidi ad occhi chiusi allo specchio, il volto arrossato e il collo sudato: mancavano le tette.
Le abbassai la zip sulla schiena quel tanto che bastava a farle cadere il vestito e ad ammassarlo sul suo ventre, rimaneva con il reggiseno in pizzo violetto a contenere un paio di tette che ora sembravano più grandi di quanto immaginassi. Con le mani passai ad afferrarle i seni e glieli buttai fuori abbassandole il reggiseno senza neanche toglierlo. Vista così, allo specchio, con il vestito piegato sul ventre e il reggiseno scostato da cui uscivano le tette, era una dea.
Le afferrai con una mano una tetta e con l’altra andai alla figa per aiutarmi a pomparla con più foga, le toccavo il clitoride e il capezzolo e la sentivo che respirava sempre più affannosamente gemendo in maniera rumorosa. Eravamo due corpi sudati che godevano attaccati.
Portò una mano sulla mia che le afferrava il seno e la spinse contro di sé, come a pregarmi di continuare. Palpavo quella tetta così soda e morbida eccitandomi come un animale, mentre il mio cazzo le apriva la figa come forse non era mai stata aperta.
I suoi movimenti dei fianchi mi fecero presto capire quanto fosse vicina all’orgasmo e così aumentai l’andatura tornado a tenerle i fianchi e a schiaffeggiarle il culo di tanto in tanto. Lei era ora piegata a 90 con la testa contro il marmo a godersi il mio cazzo. Mi venne l’illuminazione per farla morire di piacere.
Le portai una mano allo bocca e le misi tra le labbra un pollice. Si eccitò ancora di più, forse immaginando di dover succhiare un ulteriore cazzo in quella incredibile situazione, ma i miei piani erano altri.
Quando il pollice fu bel leccato me lo riportai dietro e lo puntai sul suo splendido buchino che mi saltava davanti ogni volta che le pompavo la figa.
-Cosa fai? Cos.. AAAAAAAAAA!
Mentre la fottevo le misi di forza il pollice dentro il culo, per frenare quell’urlo le misi la mano libera sulla bocca e iniziai a fotterla con il dito e con il cazzo. Presto al suo urlo si aggiunse quello dell’orgasmo, che arrivò serrandomi il cazzo nella sua figa e affogandolo nei suoi umori bollenti.
Le staccai la mano dalla bocca e, ormai allo stremo, le chiesi se prendesse la pillola.
-No, ma voglio che mi vieni dentro, fai cornuto mio marito e me contenta come merito.
Con una risposta di una porcaggine così inaspettata pure io non resistetti più e afferrandole una tetta con forza le sborrai dentro la figa.
Rimanemmo così per qualche minuto, io con il cazzo dentro di lei a lasciarlo sfogare leccandole e mordendole il collo, lei a respirare a fatica facendo gonfiare il suo seno’ poi quando fummo sazi si girò e mi diede ancora un bacio focoso stringendomi a sé.
Quando vide che era passata quasi un’ora sembrò ridestarsi, disse che dovevamo assolutamente tornare alla festa che magari ci stavano cercando. Si abbassò il vestito e si ricompose assumendo un aspetto quantomeno decente. Girandosi rimase folgorata dal mio cazzo nuovamente eretto’ le dissi che la volevo ancora. Sorridendo mi disse che non potevano mancare ancora, però dopo un momento in cui si morsicò le labbra mi disse che a mezzogiorno del giorno successivo sarebbe stata libera almeno fino alle 17 e mi diede l’indirizzo.
Le saltai addosso e tornai a palparla, ma lei ridendo mi obbligò a rivestirmi e ad andare via. Prima di andare afferrai le mutandine strappate e le dissi che quella notte le avrei consumate per lei, poi mi spinse fuori e nel giro di cinque minuti ero ancora seduto al tavolo della cena.
Alcuni invitati erano già andati via, Fabio era vicino al palco che parlava con due vecchi politici. Presto arrivò Benedetta e ad uno sguardo esperto sarebbe subito parso chiaro che rispetto a qualche ora fa il vestito era stropicciato, ma soprattutto il volto era solare.
Dopo alcuni minuti interminabili in cui il mio cazzo la voleva ancora e lei non trovava argomenti per respingermi, il marito la venne a prendere e Benedetta mi salutò nella maniera più naturale possibile. Li guardai andare via e riflettei su quanto fosse ingiusto che una donna così stesse con un tale burino.
Il mattino dopo mi alzai visibilmente eccitato. Alle 9:30 suonò la sveglia e aprendo gli occhi sentii il mio cazzo completamente eretto che teneva su la coperta. Ricordai che entro 40 minuti dovevo andare dal centro sportivo della società per la fisioterapia e iniziai la mia giornata.
In circostanze normali mi sarei subito fatto una sega per stemperare l’eccitazione, in palestra eravamo tutti uomini ma presentarsi con una terza gamba troppo evidente dopo le battute di rito diventava scomodo nel fare gli esercizi.
Appena seduto sulla panchetta Frank, il fisioterapista, mi chiese della serata di Gala:
-Allora Carlo, &egrave stata una gran rottura di coglioni?
-Una noia mortale la cena, figurati che mi hanno messo al tavolo con Fabio C., quello che mi rompe sempre i coglioni in tv.
-Sto fio de na mignotta, gli hai cagato sulla sedia?- mi chiese ridendo.
-No, in compenso mi sono trombato la moglie!
Lui si immobilizzò, dal tono capì che non scherzavo.
-Ma che la Benedetta? Gran figa quella, ma mi prendi per il culo?
Mi ci vollero quasi 10 minuti per convincerlo che non mentivo, esplose in una risata e mi disse che così si rispondeva alle critiche. Evidentemente Frank, dall’alto dei suoi 47 anni, stravedeva più di me per Benedetta, in quanto mi chiese ogni dettaglio e ogni particolare.
-Ma di bocca com’&egrave??
-Frank per quello non ho avuto tempo, il marito era nella sala che la cercava!
-Ma che pezzo di frocio sei? Come fai a scoparti una così senza metterlo in bocca con quelle labbra?
-Eheh, ma non preoccuparti, oggi a mezzogiorno vado a casa sua a replicare’ godo parecchio a cornificare quel burino.
Frank guardò l’ora e vide che erano le 11, mi disse che per questa volta mi faceva finire prima ‘Tanto di movimento oggi ne farai abbastanza eheh’ però mi fece promettere di raccontargli tutto domani.
Lo ringraziai e corsi a farmi la doccia, avevo già in mente di chiedere di finire prima e mi ero portato il cambio. Entrai nelle docce vuote e mi lavai velocemente, poi una volta indossati un paio di pantaloni eleganti e una camicia azzurra salutai Frank e, dalla rete del campo, la squadra e il mister.
Entrai in macchina e impostai il navigatore con l’indirizzo che mi aveva dato Benedetta, dopo circa 25 minuti arrivai a destinazione con anche 5 minuti di anticipo. Parcheggiai l’auto leggermente distante dall’elegante edificio e alle 12:00 suonavo il citofono del palazzo.
-Chi &egrave?
-Ciao Benedetta’ sono Carlo.
Sentii che esitava.
-Quinto piano, interno 10.
Mi chiesi se quell’esitazione era dovuta alla presenza di altri nell’appartamento’ mi ero immaginato quel momento con lei ad aprire la porta in perizoma, reggiseno e tacchi così rimasi abbastanza deluso quando aprendo la porta me la trovai con un paio di jeans, una canotta nera (per quanto aderente) e una felpa azzurra sopra.
Mi fece accomodare e da subito notai il suo imbarazzo. Si manteneva a debita distanza e mi guidò verso una spaziosa cucina con un grande tavolo in legno massiccio al centro e un televisore sui 50 pollici posto di fronte ad un divano rosso. La tv era accesa e tenuta sul canale del telegiornale sportivo dell’azienda di Fabio.
Mi fece accomodare su una delle sedie dal tavolo e spiegò di come fosse stato un momento magico la sera prima, di quanto sentisse la necessità in quel momento di sentirsi donna, ma lei rimaneva una moglie fedele e sperava che capissi la riservatezza che richiedeva e di come non volesse replicare quell’esperienza.
Rimasi abbastanza deluso, mi aspettavo tutt’altro da quell’incontro e glielo dissi in maniera pacata e informale’ io da parte mia non avevo smesso di pensarla e appena chiudevo gli occhi mi ritrovavo a pensare al suo corpo seminudo nelle sue mani.
Il suo viso truccato sembrò arrossarsi a quelle parole, era evidente che anche lei faticava a dimenticare, evidentemente c’era altro.
-Vedi Carlo’ ieri quando siamo rincasati mio marito ha detto che si sentiva uno schifo per avermi tradita, che era stato un grande errore e che aveva chiuso definitivamente con Roberta. E’ stato così sincero e dolce che mi &egrave stato impossibile non credergli. Vedi io sono sua moglie e lo amerò per sempre, mi sono sentita una merda a pensare che persino io ero caduta in tentazione.
Rimasi di sasso a quelle parole. Era evidente che Fabio C. aveva una moglie poco sveglia. Nessuno sano di mente avrebbe creduto a quelle parole dopo che lui si era appena sbattuto l’amante in una stanza dell’hotel dove si teneva la cena aziendale.
Le feci notare come quello che era successo tra noi fosse stato davvero speciale, come sentissi che lei bramasse un uomo dopo tanto tempo. Imbarazzata mi disse che in realtà dopo la sua confessione avevano fatto l’amore’ e stamattina si erano svegliati felici.
Non potevo crederci. Nonostante tutto mi sentivo geloso e non seppi proprio cosa dire.
Improvvisamente suonò il telefono di casa, alzandosi mi disse di scusarla ma andava a prendere la chiamata nella camera di fronte. La vidi alzarsi e ammirai ancora quel culo perfetto per una donna della sua età, non potevo credere che mi facesse andare in bianco.
Appena svoltò l’angolo dopo la porta sentii come il telefono smise di suonare, la sua voce subito dopo mi fece capire come avesse preso la chiamata. Continuavo a pensare alle sue parole, poi però mi venne in mente il suo volto la sera prima, quando mi disse di venirle dentro anche se non prendeva la pillola.
Eravamo soli in casa, dovevo tentare il tutto per tutto.
Mi spogliai lentamente e piegai i vestiti adagiandoli su un mobile. Completamente nudo mi sedetti sul divano e aspettai che Benedetta tornasse. La sua voce al telefono aggiunta all’eccitazione di quel giorno fecero sì che toccandomi il cazzo divenne subito di marmo. Dovevo fare una grande impressione e giocarmela bene.
Quando lei rientrò nella sala sentii come si scusasse per l’interruzione, appena alzò gli occhi però si trovò me con una gamba piegata sopra l’altra seduto sul divano di fronte a lei, completamente nudo.
-Ma c-cos? Per favore rivestiti, speravo di essere stata chiara.
A quel punto aprii le gambe e la bestia dura che nascondevo si palesò. Notai i suoi occhi strabuzzare e il suo labbro dare un leggero fremito.
-T-ti prego’ sono una donna sposata’
Mi alzai in piedi e camminando lentamente arrivai fino a posarle una mano sulla guancia.
-Benedetta io ti desidero. Sai meglio di me che Fabio tornerà a cornificarti e non devi farti ingannare così. Inoltre ieri- e prendendole una mano la posai sul mio cazzo ‘mi sembrava che questo ti piacesse molto’ hai mai visto un cazzo così?
Lei non rispondeva e teneva gli occhi fissi sul mio pene. Sentivo le sue dita muoversi impercettibilmente su di esso, quasi ad averne paura e ammirazione.
-P-perché? Potresti avere qualsiasi donna’ perché tormenti me?
-Perché ti desidero, e meriti di essere scopata come una vera donna.
E a quel punto le posai le mie labbra sulle sue e abbracciandola iniziai a baciarla.
Presto le sue mani si staccarono dal mio cazzo sorprese e le mie le fecero scivolare via la felpa’ notai come quella canottiera nera fosse molto aderente e le chiudeva il seno florido in maniera splendida. A piene mani afferrai quelle tette e le palpai voracemente, mi venne un dubbio e lo verificai subito. Abbassai le mani sulla sua vita e alzandole sollevai il top’ ben presto arrivai al suo seno e fu confermata la mancanza di reggiseno.
Infoiato tirai via del tutto quell’indumento e lei rimase con i soli jeans, passai con la bocca dalle sue labbra al suo seno e iniziai a leccarlo, baciarlo e anche morderlo con tutta la voglia che avevo. Lei nel frattempo ormai si preoccupava solo più di gemere sommessamente mentre con le mani, guidata dalla sua voglia, mi tirava verso sé, come a voler sentire la mia passione per lei a fondo.
Dall’alto del mio metro e 90 dovevo abbassarmi per leccare e succhiare quel seno perfetto, mi concentravo soprattutto sui capezzoli che massaggiavo con la punta della lingua e talvolta morsicavo facendole uscire un gridolino acuto. Il mio cazzo ormai era una mazza pronta a colpire, ma rimaneva lontano da lei.
Mi staccai dai suo seno e lei aprendo gli occhi incrociò i miei. Rimanemmo a fissarci per qualche secondo, poi scesi con la mano dalla sua tetta fino ai suoi jeans, dove infilai la mano da sopra per arrivare alla sua figa coperta da sottili mutandine’ era fradicia. Abbassai la zip per essere più comodo e ricominciai a toccarla infilandole la punta di un dito con dolcezza. Lei si fiondò ancora sulla mia bocca, ma questa volta la sua mano andò ai miei addominali perfetti per poi afferrare il mio cazzo svettante. Lo impugnò e iniziò a segarlo con foga stringendomelo come fosse un martello.
Mi staccai ancora da lei, senza una parola le misi le due mani sulle spalle e la faci inginocchiare davanti a me. Era stupenda con il suo rossetto e il naso aquilino a 10 centimetri dal mio cazzo mentre ancora fissava i miei occhi con i suoi. Poi adagiando una mano sulla nuca la imboccai e finalmente potei provare il caldo della sua bocca che inumidiva il mio cazzo.
Emisi da subito un gemito di godimento per farle capire l’effetto che faceva su di me’ chiusi gli occhi e mi gustai ogni leccata che dava al mio cazzo mentre sentivo la sua saliva pulirmelo e le sue labbra alternarsi ad ingoiare il mio pene e a leccarlo lateralmente lungo la sua lunghezza. Aprii gli occhi e rimasi ammaliato da quel viso così impegnato a succhiarmelo, i capelli sciolti talvolta coprivano la visuale, così scesi con due mani e le feci una rozza coda. Poi con una mano la presi per la coda e iniziai a darle il ritmo tenendola da lì.
Alternavo momenti in cui le davo qualche spinta per arrivare alla gola a momenti di libertà totale in cui lasciavo fare a lei’ era stupendo vederla riprendere fiato e sorridermi a bocca aperta mentre sollevava la nuca sognante.
-Non avresti dovuto andare con Fabio ieri’ mi hai fatto veramente male Benedetta’
-Mmmmm’ mi spiace’ mi sono fatta incantare’ ma voglio che mmmmmm tu sappia mmmm che per me il tuo pene &egrave unico mmmm!
Tra una poppata e l’altra riusciva pure a farmi arrapare a parole, la tirai per la coda e la sollevai in piedi, poi le misi entrambe le mani sul culo e la schiaffeggiai forte’ i suoi urletti rimbombavano nella grande cucina.
Con già la zip giù le abbassai i jeans lasciando scoperto il culo’ notai come indossava solamente un leggerissimo perizoma nero. Senza una parola di più lo lacerai con entrambe le mani causandole un gemito forte per il forte contatto del tessuto teso con la figa, poi le sussurrai ‘Te l’ho già detto ieri’ una donna come te non dovrebbe mai portare intimo’.
Mi prese la testa tra le mani e se la portò al seno sognante mentre gemeva, la volevo.
La portai di peso con i pantaloni abbassati fino sul tavolo, poi la stesi sopra e la denudai completamente. Lei respirava affannata mentre a gambe spalancate mi fissava come implorandola di fotterla, io però prima volevo gustarmi ogni parte di lei.
Mi inginocchiai di fronte alla sua figa fradicia e iniziai subito a baciargliela con passione come fosse la sua bocca’ la leccavo e la penetravo con la lingua come fosse un bacio alla francese. Non mi importava più di essere dolce, ormai la masturbavo con la mia bocca succhiando voracemente e stuzzicando in profondità ogni angolo della sua fessura. I suoi gemiti oramai non erano più contenuti e ogni volta che la sentivo prendere fiato affannosamente il mio cazzo tremava dalla voglia. Con ancora la bocca nella sua figa alzai le mani e andai al suo seno strizzandolo a piene mani, poi pizzicai tra le labbra il suo evidente clitoride facendole uscire un urlo forte di dolore e godimento’ infatti ben presto fui colpito dai suoi umori sul mio viso.
Mi alzai in piedi con lei rossa in viso per l’orgasmo, senza aspettare altre parole la girai sul tavolo come fosse un materasso e abbassandola leggermente feci in modo di metterla a 90 davanti a me. Avevo di fronte il suo gran culo tutto nudo e ormai sapevo che avrebbe accettato tutto da me.
-Ti prego Carlo’ scopami ancora, scopami ora!
Con la coda dell’occhio notai l’oliera su un ripiano, mi allontanai un secondo per prenderla e lei si girò interrogativa, poi però capì subito.
-Carlo sono anni che non lo prendo da dietro’ per te farei tutto, però preparamelo bene’ ti prego.
Sembrava persino spaventata e potevo capirla. La figa era abbastanza stretta, sintomo che Fabio C, il marito, aveva un cazzetto minuscolo paragonato al mio, forse con il suo sgorbio non era mai riuscito a incularla e le sue esperienze erano legate a precedenti fidanzati.
Le allargai le natiche con una mano e feci cadere un leggero rivolo d’olio sul suo buchino’ al solo contatto al sentii rabbrividire. Infilai prima un dito dentro e la trovai stretta, tuttavia con l’olio riuscii presto a farne entrare due. Non la penetrai con altre dita perché volevo averla abbastanza stretta’ infatti non aggiunsi altro olio sul mio cazzo, ma lo adagiai sul suo buchino in attesa.
Poi mi piegai più su di lei andando a cingerla completamente, con le mani le palpai il seno e poi con la destra presi il mio cazzo e lo aiutai ad entrare di forza dentro di lei. Con un colpo deciso fui dentro con la cappella, bastò quello per farle fuoriuscire un ululato forte’ era strettissima.
-B-basta ti prego, e-esci che sei troppo graaande.
Eccitato ancora di più per quelle parole spinsi ancora più forte entrando dentro fino a metà con solo un paio di colpi, le sue urla crescevano e rimaneva bloccata a 90 sul tavolo come paralizzata.
Destino volle che alla tv in quel preciso istante arrivò al tg suo marito per fare un commento da 15-20 minuti sulla Nazionale: era un segno del destino.
La tv era spostata di 90 gradi rispetto a noi, potevo spostarla ma decisi di mettere Benedetta a 90 sul lato adiacente del tavolo per farle guardare il marito mentre la sadomizzavo.
Non tolsi il cazzo dal suo culo ma la afferrai dalla vita e dalla figa tirandola sopra di me, così facendo il cazzo spinse ancora più forte e con un colpo secco sentii che si era impalata completamente su di esso. La profondità a cui ero arrivato mi fece alzare gli occhi per il godimento mentre con le palle attaccate a lei la sentivo urlare forte.
Fu questione di pochi secondi però perché la adagiai subito sul tavolo a 90 e iniziai a fotterla nel culo di fronte al televisione. Ad ogni affondo emetteva un gemito strozzato, ad ogni affondo il mio cazzo allargava il culo.
-Chiaramente la mancanza di Carlo M. ha dato stabilità alla difesa, non &egrave da nazionale e quando gioca fa più danni che altro.
Fabio C. stava buttando merda su di me proprio in quel momento, dominando Benedetta le misi una mano sul collo e mi avvicinai a lei:
-Lo senti cosa dice quel cornuto? Butta merda su di me! Se lo merita che gli monti la moglie secondo te?
-Lascialo stare’ Ah! Oh! E’ solo un cornuto che non sa soddisfare sua moglie’ Oh!
-Non immagina neanche che maiala di moglie che si ritrova’ si fa inculare proprio davanti al televisione dove parla’ come dovrei chiamare una moglie così?
-Chiamala troia! Scopala come’ Ah’ Oh’ come merita, però vienimi il figa, voglio essere sempre tua!
Benedetta si stava rivelando più porca di quanto potessi immaginare, dopo 10 minuti di inculata ormai il suo culo era perfetto per il mio cazzo e avevo toccato e palpato ogni angolo del suo corpo’ il culo sodo e ingrossato lievemente dalle gravidanze, il seno florido, le cosce lisce e soprattutto le avevo morso il collo e le spalle’. Quando mi disse di venirle ancora in figa mi sentivo scoppiare.
Aumentai l’andatura e mi staccai di colpo dal suo culo facendole emettere un forte gemito, appena lo infilai nella figa bollente e fradicia mi sentii investito da una colata di umori. Era bastato infilarglielo nella vagina dopo l’inculata per portarla ad un nuovo orgasmo. Non resistetti oltre e tenendola per i fianchi le sbattei il cazzo nella figa fino alle palle sborrando come un fiume in piena.
Rimanemmo così alcuni minuti’ lei esausta accasciata a 90 sul tavolo e io sopra di lei stremato da quella sborrata con il cazzo sempre piantato dentro la sua figa. Presto sentii i vari liquidi della sua vagina premere sul mio cazzo per uscire, ma prima che lo levassi lei girò la testa per baciarmi teneramente incrociando le nostre lingue. Dopo pochi attimi di sbandamento il mio cazzo tornò a farsi duro dentro di lei’ era una situazione bellissima sentire che dopo essersi lievemente ritirato ora spingeva di nuovo dentro di lei i suoi liquidi.
Lei si rese presto conto di come tornava ad occupare la sua vagina e mi chiese sorpresa come fosse possibile. Le risposi che una donna così di classe che si comportava così da troia me l’avrebbe fatto tornare duro di continuo. Sorrise divertita e tornò a baciarmi.
-Dove l’hai fatto ieri con tuo marito?
-Come scusa?
-Ieri sera hai detto che avete fatto sesso dopo che lui si &egrave scusato con te’ dove?
Mi fissò con i suoi occhioni forse intuendo cosa volevo fare.
-In camera da letto’ sul nostro matrimoniale.
La misi in piedi e ammirandola completamente nuda e con la figa ricca del mio seme le dissi di fare strada.
Lei prendendomi per mano mi portò lungo il corridoio fino ad arrivare ad una stanza composta da un elegante armadio intagliato su una parete e un letto matrimoniale di fianco ad una finestra’ Appena entrati mollò la mia mano e in maniera sensuale si appoggiò sul letto e iniziò a gattonare sul materasso dandomi a vedere il suo magnifico culo.
-Qui &egrave il lato in cui dormo io’ mentre quello &egrave il lato di Fabio.
Saltai sul letto e con tutta la voracità che possedevo mi fiondai su di lei rigirandola verso di me. Le nostre lingue tornarono a fondersi mentre stavamo sdraiati uno di fianco all’altro. Con le dita le toccavo la figa e me le sporcavo masturbandola, lei probabilmente eccitata dal luogo, si divincolava e si muoveva frenetica sul letto.
Ben presto con la mano afferrò il mio cazzo e trovandolo perfettamente eretto mi spinse a sdraiarmi di schiena sul lato del letto del marito. Il tempo di cercarla con le mani che subito si mise sopra me e si infilò il cazzo nella figa fradicia’ mi voleva come nessuna donna mi aveva mai voluto.
Iniziò a cavalcarmi dandomi il suo seno da ammirare e leccare’ mentre si muoveva vorace gemeva e mi diceva quanto la stessi facendo godere’ con le mani ero al suo culo e la sculacciavo forte facendole aumentare l’andatura, ormai era in mano mia.
-Dimmi che sto scopando come una sgualdrina’ dimmi che sono tua!
-Benedetta mi stai cavalcando come una troia da marciapiede’ hai una figa che &egrave un lago e scommetto che d’ora in poi tradirai in continuazione quel cornuto di tuo marito! Guardati, ti stai facendo sborrare in figa sul letto dove dormite assieme!
Ormai le nostre grida e i nostri insulti erano diventate urla, Benedetta cavalcava come mai aveva pensato di farlo. Ci alternavamo a stare sopra e sotto, Benedetta venne ancora una volta mentre la montavo standole sopra e mordendole il seno. Poi, dopo ore dal mio ingresso in quella casa, finalmente esplosi in un secondo orgasmo che mi portò a riempirle ancora di più la figa del mio sperma’
-Carlo &egrave stato il giorno più intenso della mia vita’ ora però non ce la faccio proprio più.
Mi disse sorridendomi mentre eravamo sdraiati uno di fianco all’altro sul letto matrimoniale’ esausti come solo due veri amanti sanno essere.
-Sei preoccupata del fatto che ti sono venuto tre volte dentro in meno di 24 ore?
-Carlo se anche dovesse succedere’ lo terrei con tutto il cuore. Sarebbe bellissimo venire inseminata da te’
Benedetta mi baciò romanticamente, poi però guardò l’ora e mi disse che dovevamo ricomporci, nel giro di un’ora sarebbero arrivati i bambini e voleva sistemare casa. Ci rivestimmo e dopo pochi minuti eravamo uno di fronte all’altro sulla porta di casa. Le diedi un tenero bacio sulle labbra senza affondare, lei mi guardava come fossi un angelo per lei.
Dalla tasca tirò fuori un biglietto su cui aveva scritto il suo numero di cellulare.
-Mi chiamerai vero?
Le sorrisi e presi il biglietto, l’avrei chiamata eccome. Avevo appena iniziato ad assaporare la figa della moglie del mio nemico.
Alla sera fui costretto a scrivere a Benedetta per dirle quanto la desideravo ancora’ quella donna mi aveva fatto impazzire di desiderio tre volte in appena 24 ore. Le scrissi che non potevo aspettare molto per averla ancora, e mai come questa volta era vero.

Il giorno successivo Frank mi aspettava sul lettino per la consueta fisioterapia, mancava ancora almeno un mesetto alla ripresa dell’attività agonistica e ormai vedevo solo lui.
-Allora Ca’, te la sei sbattuta sta troia della Bene??
Mi feci subito una risata, era evidente che Frank voleva passare per quello simpatico ma aveva pensato tutto il giorno a me che fottevo quella che per lui era una dea da anni. Non persi tempo e gli raccontai per filo e per segno tutti i dettagli. Da lei che all’inizio era dubbiosa, dell’inculata di fronte al televisore in cui parlava Fabio, fino alla sborrata nel letto matrimoniale.
Stavamo facendo dei normali pesi per migliorare la struttura delle spalle, ma appena finii Frank si alzò e mi disse che tornava subito. Manco a dirlo non era riuscito a trattenersi e andava di corsa a farsi una sega.
Quando tornò lo presi immediatamente per il culo e lui non fece nulla per negare cosa era andato a fare in bagno ‘Aò, quanno ce vò ce vò’.
La cosa che mi piaceva di Frank era che non si vergognava di essere rozzo, era diversi mesi che pensavo che rimaneva in società per la sua capacità di far gruppo e tenere alto il morale piuttosto che per i suoi meriti da fisioterapista.
Quando uscii dalla struttura era circa la mezza, mandai un messaggio a Benedetta per dirle che mi mancava’ arrivato a casa iniziai a prepararmi un pranzo leggero, mentre mangiavo quel poco di pasta che potevo notai che la donna aveva visualizzato già da venti minuti ma non rispondeva. Pensai che magari era al lavoro o con i figli e non insistetti oltre.
Rimasi a guardare la tv per un paio d’ore e ancora zero risposte, mi attaccai allora a Facebook con un profilo falso che usavo per poter navigare tranquillo senza che i giornali guardassero cosa seguivo o con chi chattavo. D’istinto provai a scrivere il nome della mia nuova amante, con sorpresa scorrendo notai un gruppo chiuso dallo scopo chiarissimo ‘Seghe per Benedetta’.
Al solo leggere il nome sentii il mio pene ingrossarsi, mandai la richiesta e tornai a far altro.
Alla sera riattaccai e vidi come ero stato accettato. Era incredibile quanti segaioli si fossero riversati su quel gruppo! C’erano foto di ogni genere di Benedetta, ma la cosa migliore erano i commenti: chi sognava di leccarle i piedi, chi di incularla, qualcuno persino di farle mangiare lo sperma da una ciotola. Non resistetti e mi presi il cazzo in mano segandomi pensando a Benedetta mentre faceva tutte quelle cose.
Appena finii di ‘svuotarmi’ guardai il telefono, c’era un messaggio di Benedetta.
‘Sono stata tutti il giorno con i bambini’ però non riuscivo a smettere di pensare a ieri ;) domani sei libero? Se mi dai l’indirizzo posso essere da te per le 9:30′ però alla mezza devo andare a lavorare’ dici che almeno un caff&egrave riusciamo a prenderlo? ;)’
Nonostante la sega il mio pene diventò di nuovo duro solo leggendo il messaggio’ quella donna era pazzesca. Mi venne però in mente che avevo fisioterapia con Frank a quell’ora. Nonostante fossero le dieci di sera decisi di telefonargli.
-Aò che scassi a quest’ora??
-Frank devo chiederti un grosso favore, anzi a dirla tutta avrei pensato di fartelo io.
-Eh sentiamo va, che voi?
Gli spiegai che il giorno dopo avrei voluto saltare fisioterapia, come era logico lui si fece serio, mi spiegò che eravamo entrambi stipendiati e professionisti e che un conto era scherzare e un conto lavorare. Io però gli spiegai i miei piani.
-Frank ci sono solo io infortunato, dici alla società che facciamo a casa mia, tu vieni per le 9 qui.
-E io che ci guadagno? Vorrai mica che vengo mentre c’&egrave la Bene?
A quel punto gli spiegai la mia idea e lui non riuscì a rifiutarsi.

Il mattino dopo Frank arrivò alle 9 puntuale a casa mia.
-Ciao Carlo! Sono in ritardo??
-Nono puntualissimo, allora sei convinto?
-Puoi dirlo Ca’! Solo una cosa, sei sicuro che io non posso proprio darle due colpi? Anche solo un lavoretto de bocca’
-Frank mi spiace, solo guardare, non sono ancora così in confidenza, ma se mai riuscissi a convincerla ti prometto che sarai il primo.
Un po’ incazzato (comprensibilmente) Frank accettò, per vedere scopare Benedetta poteva pur dire che aveva fatto fisioterapia a domicilio.
-Allora Frank, io ho questo sgabuzzino che si chiude solo con una tenda, sembra spessa ma se ti metti dentro vedrai come si vede benissimo tutta la sala. Dentro ti ho messo una poltroncina comoda e della roba da bere. Tu non ti devi muovere da qui, ok?? Giuralo.
-Eh che cazzo, te dico che ce sto! Non farme incazzà che io sto qui e guardo, però me sego eh!
-Vai tranquillo, domani viene la donna delle pulizie e lo rimette a nuovo, ora solo le 9:15. Io vado a fare la doccia, appena senti suonare il campanello fila lì dentro e stai in silenzio.
Andai sotto la doccia di corsa, volevo darmi una rinfrescata veloce. Avevo appena finito di asciugare i capelli che sentii suonare.
Uscii dal bagno solo con un asciugamano bianco che copriva il mio sesso e arrivava fino al ginocchio, aprii leggermente la tenda dello sgabuzzino e feci l’occhiolino a Frank che era già senza pantaloni, poi richiusi e andai alla porta.
Questa volta Benedetta aveva fatto le cose per bene: trucco perfetto sul viso, capelli sciolti, leggins neri con stilavetti e soprattutto giubbotto in pelle marrone con sotto’ nulla! La zip schiacciava il seno rendendo quel ben di dio ancora più invitante e quella donna ancora più bella.
Sorridendo con il suo naso aquilino disse ‘Posso entrare? O ho sbagliato casa?’
La afferrai per i fianchi e la feci entrare in casa sbattendo la porta’ con le mani andai subito al suo culo, sentivo le sue forme sotto i leggins e cercavo se anche questa volta aveva messo uno slip o un perizoma. Lei se ne accorse perché mi disse, con voce calma e sensuale, ‘una donna come me non dovrebbe mai indossare intimo’.
Poi avvicinò le sue labbra alle mie e iniziò a baciarmi mentre con la mano apriva il mio asciugamano e afferrava la mia asta già rigida e evidente’ le misi entrambe le mani sul collo come a volerle far arrivare la mia lingua in ogni angolo della bocca, ero eccitatissimo e il cambiamento di quella donna mi aveva piacevolmente sorpreso.
Mi staccai da lei e Benedetta con estrema lentezza iniziò ad abbassarsi la zip del giubbotto in pelle’ davanti a me potei finalmente vedere quel seno nudo e pieno. Le sfilai il giubbotto e la feci rimanere con i soli leggins e stivaletti’ ero ipnotizzato da quelle forme e per un po’ mi dimenticai di Frank.
Lei con un gesto rapido mi sfilò l’asciugamano e rimasi finalmente nudo davanti a lei’
-Vieni’ andiamo in un posto più comodo’
Era incredibile come fossi imbambolato davanti a lei. Doveva essere lei a farmi strada in casa mia. Per fortuna ricordai i miei piani e invece che in camera la portai in soggiorno. Lo sgabuzzino era laterale al divano e come due animali famelici entrammo baciandoci e toccandoci in ogni punto, prima di tuffarci sul divano aggrovigliati’ io sopra, lei sotto.
Portai subito le mie labbra fameliche al suo seno, leccavo e succhiavo i suoi capezzoli mentre con le mani tastavo quelle tette sode e morbide come quelle di una ventenne’ i suoi gemiti mi facevano eccitare come un toro quando vede rosso, e il mio cazzo rispondeva rimanendo di marmo attaccato ai suoi leggins. La sentivo muovere il bacino per sentirlo, la sentivo vogliosa.
Mi abbassai di colpo e leccandola in ogni centimetro arrivai alla zip dei leggins’ li aprii e trovai davanti a me una vagina completamente depilata. Alzai lo sguardo e vidi il suo volto sorridente e truccato fissarmi.
-Ti &egrave piaciuta la sorpresa?
Senza neanche rispondere sfilai velocemente gli stivali e i leggins, era lucida in ogni punto del corpo da quanto era depilata’ impazzivo per queste cose.
La misi seduta a gambe spalancate sul divano e inginocchiandomi a terra iniziai a infilare la lingua sulla sua figa calda e pulsante. Stringevo le sue cosce attorno alla mia testa e muovendo le mani cercano di palparne il più possibile. Lei impazziva per il mio desiderio, si sentiva voluta e desiderata come non mai’ ben presto con la mia lingua sentii il calore arrivarmi come un fiume’ i suoi gemiti si fecero più intensi e allora oltre alla lingua infilai due dita in profondità nella sua vagina, facendola esplodere in un urlo di sorpresa e godimento.
A quel punto non resistetti oltre, il mio cazzo mi faceva male da quanto era duro. La buttai a terra sul parquet molto vicina a dove stava Frank’ feci in modo di metterla a pecora, con il volto verso lo sgabuzzino.
Lei ancora in trance per l’orgasmo sembrava obbedire ai miei ordini senza capire, così quando le infilai il cazzo nella figa da dietro sentii il suo respiro farsi affannato per la verga che tornava a farsi strada in lei.
Sentivo il suo calore, sentivo la sua figa ora liscia che si adattava al mio cazzo anche esternamente’ afferrai entrambe le tette che ballavano davanti mettendomi come un cane con una cagna e iniziai a darle un ritmo forsennato’ Frank stava vedendo la donna dei suoi sogni sbattuta come una normale puttana da strada.
-Benedetta’ voglio che tu mi dica quanto lo vuoi, quanto ti senti cagna!- le urlai mentre la montavo.
-Siiii Carlo!! Voglio urlare e far sentire a tutto il quartiere quanto godo con il tuo cazzo dentro! Montami! Fammi sentire come deve godere una vera troia!
Sentii un leggero respiro affannato da dietro la tenda, per un attimo ebbi paura che Benedetta se ne fosse accorta ma quando capii che questo non era accaduto mi eccitai ancora di più, allora la sollevai di forza e la misi contro il muro in piedi di fianco alla tenda. Tornai con il cazzo dentro la sua vagina e notai le cosce bagnate di sudore e umori. Ricominciai a sbatterla con ferocia, entrambi in piedi, io che la schiacciavo contro il muro’ sentivo il suo respiro farsi sempre più affannato e i suoi gemiti diventare urli’
Le afferravo le cosce nella parte alta, quasi vicino alla vagina e la spingevo contro il muro allargandogliele’ ormai non poteva più resistere’ e le scaricai in figa una bomba di sperma caldo fino ad arrivare in profondità. Sentivo le forze venirmi meno, sentivo il suo corpo devastato con il respiro forzato come dopo una lunga corsa. Appena il mio cazzo smise di eiaculare mi staccai da lei e mi feci cadere sul divano vicino.
Entro due secondi lei mi raggiunse e ci trovammo ad essere abbracciati come due innamorati.
-In assoluto questa &egrave la prima volta che qualcuno mi scopa così’ sei stato fantastico Carlo, persino meglio delle altre volte’
-Il merito &egrave tutto tuo Benedetta, nessuna donna mi fa l’effetto che fai tu.
-Sempre a esagerare- mi disse sorridendomi negli occhi ‘sei tu che mi tiri fuori cose nuove’ sembra davvero che tu voglia trasformarmi in una zoccola come ti piace farmi dire.
-Ma tu in realtà sei una zoccoletta!- le dissi ridendo, prima di darle un bacio leggero.
-Benedetta voglio farti vedere una cosa, secondo me ti sconvolgerà ma per me ti farà eccitare ancora di più.
Andai alla scrivania lì vicino e presi il tablet, collegai Facebook ed entrai. Lei guardava mentre mettevo email e password con nomi inventati, era interrogativa e sembrava con capire.
Poi scrissi il suo nome e aprii la pagina di segaioli dedicata a lei.
Rimase interdetta e si mise a sedere velocemente, ero certo che inizialmente sarebbe rimasta sconvolta. Mi chiese se l’avevo fondato io, cosa credevo di fare, se sembrava una cosa divertente e mi parve davvero arrabbiata.
Ci misi un po’ a spiegarle che l’avevo scoperto solo il giorno prima, ma che se conoscevo davvero la sua sessualità ci saremmo divertiti insieme.
La feci sedere sulle mie gambe e appoggiando la testa alla sua spalla iniziammo a leggere i commenti.
-‘Benedetta andrebbe scopata per ore solo in bocca e culo’ poi le farei ingoiare tutto lo sperma che mi fa uscire’ direi che questo non &egrave andato tanto lontano dalla realtà- le dissi scherzando, ma lei era ancora tesa.
Con una mano andai allora al suo seno e iniziai a palparle una tetta dolcemente.
-Leggi qualcosa tu ora.
-‘Chissà che corna si trova il marito’ questo piace soprattutto a te vero Carlo?
Mentre le palpavo la tetta scesi con l’altra mano alla sua figa’
-‘Benedetta secondo me va con i neri per soddisfare la sua voglia di cazzo’, ‘Dovrebbe lavorare nel porno’.
La sentivo che mentre leggeva tornava a farsi umida e calda’ alle dita arrivò un po’ del mio sperma di prima, allora portai su la mano e la spalmai sulle sue tette’ Il mio cazzo dietro di lei era appoggiato alla sua schiena, le palle e la base a contatto con il solco dei suoi glutei’
Si girò di scatto e iniziò a baciarmi’ era nuovamente eccitata.
Mi misi in piedi e lei stando in ginocchio iniziò a succhiare infoiata, sapevo che potevo eccitarla semplicemente parlando.
-In fondo secondo me ci godi a sapere che ci sono persone che si segano per te’ magari lo sapevi già da prima e facevi vedere in tv quelle tette da puttana apposta. Sono certo che qualche nero una bella ripassata te la darebbe volentieri’
Continuavo così e lei succhiava il cazzo sempre più vorace, una mano le era caduta sulla figa e si sgrillettava con foga, stava diventando un’altra donna.
-Adesso sai cosa faccio? Ti faccio sentire ancora più troia.
La lasciai momentaneamente sola nella sala, Frank dopo mi disse che rimase sdraiata a terra e leccarsi le dita sporche del mio seme e toccarsi, quando tornai avevo con me una bandana e le dissi di rimettersi come prima, ma stavolta la volevo bendata.
Quando finii di coprirle gli occhi facendo attenzione che non vedesse nulla tornai a farmelo succhiare, lei non aspettava altro ed era compiaciuta dalla durezza del mio cazzo.
-Così adesso puoi immaginare di succhiare il cazzo di tutti quei segaioli, magari immagini pure un cazzo di colore eh? Godi a sentirti come una troia??
-mmmmm sì Carlo! Quanto mi fai diventare troia! Tu mi fai impazzire!
Non avevo fatto questo per caso, avevo in mente una scena dalla sera prima ma ero dubbioso di poterla realizzare. Staccai il cazzo dalla sua bocca famelica e finsi di distenderla per toccarle il culo, le dissi che volevo lasciarla due minuti senza cazzo per farle venire ancora più voglia.
In realtà senza far rumore aprii la tenda, Frank aveva la faccia stravolta da quante seghe stava facendo: dal numero di fazzoletti sparso almeno 3.
Facendo segno di far silenzio lo feci alzare, per fortuna anche lui aveva un cazzo di tutto rispetto ed era già scalzo. Lo feci mettere in piedi davanti a quella che ormai era una troia e poi ordinai a lei di tornare a succhiarmi il cazzo che volevo inondarle la bocca come meritava.
Benedetta si inginocchiò e accolse il cazzo di Frank iniziando a succhiarlo come un’indemoniata. Non si accorse della differenza forse perché io di fianco a Frank continuavo a parlare e dirle che stava succhiando cazzi di segaioli.
Incredibile come fosse sensuale vederla fare la troia con un perfetto sconosciuto, forse il sapere che le stavo facendo fare la pompinara inconsapevolmente mi eccitava ancora di più.
Frank non sapeva cosa fare per trattenere i gemiti, mi implorò con gli occhi di poter toccare quel corpo e accordai. Iniziò con il seno florido, poi si abbassò per schiaffeggiare il culo che adorava’ Benedetta sembrava gradire quelle mani rudi, mi diceva che non mi basta mai, che sono un malato di sesso’
Frank era già molto eccitato, toccare quelle forme perfette con quelle parole furono il culmine. Le inondò la gola tenendo la nuca contro il cazzo mentre eruttava sperma.
In fretta e furia lo feci tornare nello sgabuzzino, io mi sdraiai di fianco a Benedetta che oramai era stravolta, le tolsi la benda e mi guardò con occhi sognanti ed estasiati’ sembrava fatta da quanto era stremata.
Poi le cadde l’occhio sul mio pene, e a quel punto mi disse che non poteva essere vero, non aveva mai trovato un amante così! Appena venuto ed era duro come il marmo!
Io risi di gusto, mi stavo pure facendo un figurone con quell’inganno. Le dissi che volevo ancora spaccarle il culo, ma forse era meglio sotto la doccia per rinfrescarci un po”
Lei acconsentì e si alzò lentamente in piedi, io dietro di lei le diedi una sonora sculacciata, la portai in bagno e la vidi entrare nella doccia. Fingendo di andare a prendere degli asciugamani tornai in sala, aprii la tenda e feci uscire Frank che nel frattempo, avendo capito, si era sistemato.
Sulla porta mi disse che mi doveva un favore enorme, non smetteva di ringraziarmi, ma purtroppo lo salutai in fretta e accostai la porta senza far rumore.
Tornai in bagno e aprendo la doccia trovai Benedetta tutta bagnata e insaponata ad aspettarmi’ messa contro la parete con il culo leggermente sporgente e il docciatore puntato sulla sua figa per raffreddarla.
Non riuscii a trattenermi e la inculai brutalmente lì dentro. Era ancora stretta ma il sapone e l’eccitazione che mi aveva causato la scena precedente mi portarono a vincere le forze del suo culo e spaccarglielo fin dalle prime pompate. Lei non riusciva neanche più a urlare il suo godimento da quanto era stravolta, toccavo quel corpo liscio e sentivo il mio cazzo farmi sempre più male’
Entrambi stravolti e sfiniti da quella mattinata esplodemmo nell’ultimo orgasmo di giornata’

Mentre ci risistemavamo e Benedetta si metteva il cambio in fretta e furia per l’ora tarda che si era fatta, pensai a quanto quella donna mi avesse fatto suo. Erano anni che non scopavo una donna con tanta intensità nel giro di pochi giorni. Oltretutto se non se ne fosse dovuta andare avrei continuato a scoparla per giorni’ forse chissà, quelli del gruppo Facebook avevano ragione: ‘Benedetta &egrave da scopare per ore ed ore senza tregua, fino a sentire il cazzo consumato e i buchi distrutti’.

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