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il secondo anno di università

By 7 Luglio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Come avevo preventivato passai una noiosissima estate con i miei genitori fatta da giornate in casa a dormire e due settimane in vacanza in un paesino vicino al mare dove i ‘ragazzi’ più giovani giocavano a briscola nel bar del paese tra un bestemmione ed un bianchetto, e di questi una buona metà portavano già il pannolone per l’incontinenza. Per mia somma gioia dovevo anche studiare per l’appello di settembre per cui passavo le mattine dormendo, i pomeriggi facendo un po’ di mare, prevalentemente da solo, e la notte molto spesso studiavo dato che era l’unico momento in cui la calura mollava un po’ la sua presa consentendomi un minimo di concentrazione. Per fortuna arrivò presto il 20 agosto, giorno da me scelto per rientrare a Bologna, per cui salutai i miei genitori e presi il treno con un certo entusiasmo che mal celavo. In effetti questo primo anno di università era stato molto entusiasmante, avevo fatto sesso con un bel numero di ragazze, mi ero divertito, avevo trovato dei compagni di appartamento decisamente simpatici e anche dal lato studio era andata infinitamente meglio di quanto avessi temuto.
Tutto questo entusiasmo si spense con un singolo sms di Francesca
Francesca ‘dobbiamo parlare, stasera a cena da Mario’
Perfetto, tutto bruciato in un attimo. Prima di tutto perché quel ristorante costava decisamente di più di quanto le mie finanze potevano consentirmi e poi perché era un mesetto che con Francesca c’era maretta. Non mi ero potuto permettere di seguirla all’estero con le sue amiche prima e poi non ero voluto andare in Sardegna con i suoi per evitare ulteriori danni che avrei potuto fare con sua madre Susanna. Sarebbe probabilmente stata una cena di guerra.
Arrivai a casa che era rientrato solo Ludovico, Sergio risultava ancora disperso non si sapeva bene dove, e subito dovetti chiedergli il primo finanziamento di quel nuovo anno, maledetto me. Ludovico subito si mise a ridere ricordandomi che erano oltre due mesi che non pagavo il mio debito con Alina e che mi sarebbe toccato quella settimana. Non mi esaltava la cosa, ma di sicuro c’era di peggio che dover ripagare un debito scopando una ragazza, per quanto decisamente poco attraente.
Uscii a cena con Francesca che però parve decisamente più tranquilla e rilassata di come era sembrata al telefono. Era davvero bella, con la pelle dorata dall’abbronzatura, quel bel vestitino leggero e i sandali ai piedi. Non c’era dubbio, rivederla così dopo oltre un mese mi fece nuovamente innamorare di lei, poi era così spigliata e divertente nella discussione, mi trovavo davvero in sintonia con lei, pensai che tutto sommato questo nuovo anno iniziava con le migliori premesse fino a quando lei esordì con un:
– Ci ho pensato bene, intendo dire a noi due ‘ iniziai a temere il peggio
– Dimmi. Mi fa piacere sapere che pensi a noi ‘ dissi cercando di fare il romantico
– Certo che ci penso, di sicuro più di quanto faccia tu ‘ disse in tono fintamente risentito ‘ ed ho pensato che le cose, nonostante vadano bene, potrebbero decisamente migliorare ‘ ok forse ancora una volta mi ero preoccupato per niente ‘ ora che le mie coinquiline se ne sono entrambe andate disdicendo il contratto, per cui &egrave evidente che non torneranno, ‘ ebbi un tuffo al cuore pensando a Lara che non avrei probabilmente mai più rivisto, ma stetti in silenzio mentre lei proseguì ‘ sono sola in casa per cui ho pensato, perché non andiamo ad abitare insieme? Vieni a stare da me
Mi cadde la mascella per terra. Questo non me lo aspettavo proprio, prima di tutto perché non potevo permettermi quella casa ancora di più se solo noi due, ma poi non ero assolutamente certo di voler affrontare un passo del genere a soli 19 anni, va bene ne avrei fatti 20 a breve ma non cambiava il senso della cosa. Eravamo due ragazzi, e per quanto non mi stesse chiedendo di sposarla, era comunque un tipo di impegno che non mi sentivo di prendere, inoltre stavo davvero bene in casa con Ludovico e Sergio.
– Francesca, mi hai colto alla sprovvista, sinceramente non mi aspettavo una cosa del genere. Ho già un appartamento
– Si ma ti basta dare il preavviso e dopo due mesi sei libero ‘ replicò lei
– Il problema non sono i due mesi, &egrave che Ludovico mi ha sempre detto che contava su di me, insomma siamo amici, e poi non posso certo permettermi un appartamento solo noi due
– Ma sciocco, non saremmo soli, ci sono tre stanze, io resterei nella mia, te prenderesti un’altra e verrebbe una terza persona.
– Ah ho capito ‘ messa così pareva meno grave, in effetti non voleva vivessimo da conviventi ma quasi da amici ‘ però la cosa mi lascia lo stesso un po’ a disagio, se venisse ad abitare con noi un uomo potrebbe darti fastidio che ti guardi e se venisse una donna potrei essere un po’ in imbarazzo io’ o lei
– Lo immaginavo ed &egrave per questo che ho proposto la camera ad una persona con la quale non dovresti sentirti a disagio’ mia cugina Laura
Sputai tutta l’acqua che avevo in bocca sul piatto ed iniziai a tossire, per un attimo pensai di morire soffocato:
– Tutto bene? &egrave per via di Laura? ‘ ‘certo che &egrave per via di Laura, cazzo ma non hai capito che me la sono scopata a Natale a casa tua?’ urlò il mio cervello, ma ovviamente mi limitai ad un meno compromettente
– No, scusa mi &egrave solo andata di traverso l’acqua
– Ah ok, e quindi che ne pensi?
Cosa potevo pensarne, già l’idea di abitare nella stessa casa con Francesca mi agitava non poco, se poi ci fosse stata quella vipera e terribilmente sexy cugina sarebbe stato o un incubo o una tragedia greca.
– Sinceramente Francesca non me la sento. Sto bene così, non voglio cambiare gli equilibri in gioco, preferirei continuassimo a frequentarci come abbiamo fatto fino ad adesso
Non rispose nulla ma stette in silenzio per tutto il resto della cena, l’accompagnai a casa e lì si limitò a darmi un bacino sulla guancia e a salire in casa quasi senza salutarmi. Stavo forse buttando all’aria un anno insieme ad una ragazza stupenda? Ero combattuto, per quanto fosse bella e affascinante era sessualmente ‘repressa’ e questo mi bloccava non poco, ma anche se fosse stata bella come era e disinibita come Lara avrei accettato di vivere con lei? Mi sembrava comunque un qualcosa di troppo presto e ‘vincolante’ a soli 20 anni. Certo che anche perderla mi sarebbe dispiaciuto e forse con una convivenza più intensa si sarebbe sciolta anche sul lato sessuale. Mentre pensavo a queste cose mi fu fugato ogni dubbio, mi arrivò un sms:
Francesca ‘ci ho pensato bene, forse &egrave meglio se ci prendiamo un periodo di pausa per capire cosa preferiamo fare delle nostre vite’
Mi stava scaricando’ via sms per giunta, sarei voluto tornare indietro e sfondare la porta di casa sua a spallate, ma oltre al fatto che mi sarei fracassato una spalla mi resi conto che provavo meno dispiacere di quello che mi sarei aspettato di provare
Io ‘sei sicura?’
Francesca ‘assolutamente sì, ti richiamo io’
Era finita, non voleva nemmeno che mi rifacessi sentire, si sarebbe limitata a non chiamarmi più. Provai una strana ed inspiegabile sensazione di sollievo, per certi versi mi sentii stranamente calmo. Mi ero sempre aspettato che da un momento all’altro una bella ragazza come lei mi avrebbe lasciato, alla fine non me la meritavo assolutamente per cui avevo sempre vissuto con questa spada di Damocle sulla testa solo aspettando l’inevitabile momento in cui mi avrebbe mollato, ma ora che era arrivato non sentivo più il peso di quel rischio ed inoltre mi sentii subito meno in colpa di tutti i tradimenti che avevo compiuto, un po’ come una sorta di assoluzione retroattiva dei miei comportamenti di merda. Ora sarei stato libero di scopare con chi mi pareva senza problemi di sorta, senza timori o remore. Già ma chi mi sarei scopato? Le amiche delle superiori non le frequentavo più, le ex coinquiline di Francesca ormai non c’erano più, Katia l’avevo persa da tempo. Mi rimaneva Alina, che però non era questa gran soddisfazione e Carla, la vicina di casa, che era decisamente rischioso oltre al fatto che non avevo idea se avrebbe più voluto fare qualcosa con me. Forse era finito l’incantesimo, non avrei più scopato per chissà quanto tempo.
Rientrai in casa
– Ciao Ludo
– Ehi che ci fai già qui? Non sei andato a scoparla?
– No. Mi ha mollato
– Cazzo. La ficona ti ha mollato?
– Già, voleva che andassimo a vivere insieme e quando le ho detto di no ha detto che preferisce prendersi una pausa
– E perché le hai detto di no?
– Come perché? Abito qua, sto bene con voi, e non posso permettermi quell’appartamento
– Ma sono sciocchezze, avevi quella ficona fissa da sola in casa potevi far sesso a ripetizione, se poi non ne potevi più tornavi qua
– Beh non sarebbe stato facile, Francesca non &egrave che sia questa bomba del sesso
– Questo lo avevo intuito
– E poi in casa ci sarebbe stata anche sua cugina Laura
– Ma chi? La minorenne che ti sei scopato a Natale?
– Premesso che non ho idea se fosse minorenne, magari non lo era, anzi sicuramente non lo era, comunque sì proprio lei, come facevo?
– Te le scopavi entrambe
– Ludo non tutto diventa come i film porno, esistono situazioni non gestibili con il solo sesso
– Già ed &egrave un grosso limite della realtà rispetto ai porno ‘ in effetti era difficile dargli torto ‘ e ascolta ‘ disse prendendosi una pausa ‘ ti darebbe fastidio se ci provassi io con la ficona?
– Ludo
– Sì?
– VAFFANCULO!
E me ne andai a letto.
Le lezioni non erano ancora riprese ma andavo tutti i giorni in facoltà a studiare, mi facevo quasi schifo da solo per quanto studiavo, volevo passare l’appello di settembre. Si era ormai diffusa la voce che io e Francesca ci eravamo lasciati, tutti gli uomini mi guardavano come uno sfigato che aveva avuto quello che si meritava e ronzavano intorno a Francesca come tante api intorno al miele, lei faceva la carina con tutti ma senza lasciar pensare di essere disponibile al primo approccio. Le donne al contrario mi guardavano affascinate ed intimorite, affasciante probabilmente perché si chiedevano che doti avessi per aver conquistato una ragazza come Francesca, intimorite perché pensavano che dovessi aver fatto una qualche mostruosità per farmi lasciare da una ragazza così brava e gentile come lei. Fatto sta che non riuscivo a frequentare nessuna e rimasi un po’ in disparte rispetto agli altri. Mi faceva un po’ impressione questa cosa, perché seppur non fossi mai stato un ragazzo che aveva successo con le donne normalmente ero sempre l’anima dei gruppetti di amici, non ero mai stato un solitario, probabilmente avrei dovuto scontare un anno di successi inspiegati con le donne con un anno di insuccessi anche con gli amici.
Arrivò il giorno dell’esame e lo passai, 28, dopo i due 24 di giugno non credevo che avrei visto voti più alti, mi sentivo un talento, un genio dell’economia, avrei potuto chiamare il governo e risolvere il problema del pareggio in bilancio, e tutto questo per un 28 a storia economica, chissà cosa mi sarebbe successo se fossi riuscito a passare un esame vero. Comunque sia lo avevo passato ed era questo che contava, con Sergio e Ludovico decidemmo di andare a festeggiare in un pub dove facevano anche musica dal vivo, ovviamente offriva Ludovico.
Arrivati al locale c’era una band davvero brava, l’ambiente era carino e c’erano un sacco di giovani, mi avvicinai al bancone e chiamai la barista:
– Scusa? Ehi scusa, mi daresti tre rosse medie?
– Dì la verità mi stai seguendo ‘ disse la barista girandosi
– Oh Katia con la K e non con la C, non sapevo davvero lavorassi qua ‘ mi sorrise
– Si certo certo, sei con Sergio, vuoi dirmi che non &egrave una cosa pilotata? ‘ mi girai a guardare Sergio che era già totalmente fumato seduto al tavolo con Ludovico che guardavano in un’altra direzione
– Guarda, se fosse stata un’idea di Ludovico ti direi che lo ha fatto di proposito, ma Sergio &egrave impensabile, secondo me se andiamo insieme al tavolo a salutarlo o ci presenta o non ricorda chi sia io ‘ rise
– Sì, conoscendo Sergio &egrave possibile ‘ aggiunse ‘ allora tre rosse medie mi hai detto?
– Si esatto
– Strano ti facevo un tipo da bionde ‘ disse in tono sarcastico
– No in realtà la rossa la trovo più’ – capii solo in quel momento la battuta ‘ ah ah ah ‘ replicai con una finta risata ‘ no, non ho mai badato a queste questioni cromatiche, il vero problema sarebbe averne tre insieme, quello ammetto che non saprei gestirlo
Presi le birre ed andai al tavolo, passammo la serata con diversi altri passaggi di birra, ogni tanto Katia veniva al tavolo a prendere le ordinazioni e a fare qualche battutina, Sergio me la presentò davvero ed io, lei e Ludovico scoppiammo a ridere fino alle lacrime con Sergio che ci guardava allibito e continuava a chiederci di cosa ridessimo. Finita la serata Ludovico pagò il conto e si avviarono verso casa, io feci un ultimo passaggio a salutare Katia:
– Ciao Katia, io vado, ci si becca ‘ era quasi una domanda più che un’affermazione
– Chi lo sa? ‘ rimaneva sul vago ‘ ma cosa festeggiavate oggi?
– Ho passato un esame stamattina
– E perché ha pagato Ludovico?
– Perché non ho un soldo per farne due
– E lavorare ti pare brutto?
– Boh non saprei, devo studiare, non potrei fare un lavoro che impegni troppe ore, inoltre non &egrave che sappia fare molte cose, e sappi che questo &egrave un ampio eufemismo per dire che non so fare un cazzo
– Per fare il barista non servono grandi doti, basta un po’ di parlantina e distinguere una birra bionda da una rossa e direi che hai entrambe le qualità
– In effetti quello sì, ma non ho idea di dove andare, non conosco nessuno a Bologna e non so chi potrebbe cercare un barista
– Lo cercano qua, se vuoi ti metto una buona parola con il direttore del locale che si occupa del personale ‘ non sapevo cosa dire, mi avrebbe fatto comodo un lavoro, quello era un bel posto e sarebbe stato fantastico, ma ci lavorava già Katia lì, sarei riuscito a tenermelo senza fare casini?
– Beh mi piacerebbe, ma non saprei, non ti darebbe fastidio se lavorassi qua? ‘ le chiesi
– Non preoccuparti non ci provo mai con i ragazzi fidanzati
– Non sono più fidanzato ‘ risposi, mi osservò con sguardo indagatore ‘ mi ha lasciato
– Ha fatto bene, te lo sei meritato ‘ replicò secca
– Su questo non posso che darti ragione ‘ dissi sconsolato
– Comunque non preoccuparti, posso resistere al tuo fascino magnetico e lavorare con te senza saltarti addosso ‘ mi prendeva in giro
– Sì, su questo ne ero abbastanza sicuro, allora se per te non &egrave un problema mi farebbe piacere, cosa devo fare?
– Aspetta qua, parlo al direttore e ti faccio sapere
Andò a parlare all’orecchio di uno seduto ad un tavolino con la faccia da ragioniere, questi si alzò e venne verso di me
– Sei te che vorresti fare il barista qua?
– Sì, esatto
– Perfetto cominci domani, farai pratica seguendo le indicazioni di Katia, una settimana di prova, questi sono orari, giorni e stipendio ‘ mi disse porgendomi un foglietto piegato contenente tutte le indicazioni
– Wow ‘ dissi rivolgendomi verso Katia ‘ ho un lavoro
– Già ‘ disse lei ‘ vedi di non farmi pentire di aver messo una buona parola per te
– Non lo farò. Grazie ancora ‘ la salutai e raggiunsi gli altri che mi aspettavano fuori dal pub.
Mi fecero i complimenti per il lavoro e Ludovico pronosticò che avrei scopato Katia all’interno del pub entro Natale, lo mandai in culo come mio solito. Mi dispiaceva imporle la mia presenza, tanto più che il boss mi aveva messo di turno con lei e avrebbe dovuto insegnarmi e sopportarmi.
Il giorno dopo fu il mio primo giorno di lavoro, mi resi conto che forse Katia non aveva fatto tutto questo per me ma per vendicarsi. Sul lavoro era un tiranno, mi dava ordini mi faceva spostare tutti i fusti di birra, mi comandava a bacchetta e mi trattava di merda per ogni errore, anche piccolo. Finito il primo turno ero stremato e mi rivolsi a Katia:
– Sei ancora incazzata con me vero?
– Di cosa parli ‘ mi chiese stupita
– Dico, sei incazzata con me e per questo mi hai trattato così oggi, vero?
– Ti sbagli, se pensi che le cose che ti ho detto oggi le abbia dette perché sono arrabbiata perché scopavamo insieme fai meglio ad andartene, ti ho detto le stesse cose che avrei detto a chiunque, se lavori devi farlo per bene, i soldi che prenderai sono buoni e buono deve essere il tuo lavoro, se ti faccio spostare i fusti di birra &egrave perché sei di sicuro più forte di me, dovrei spostarli io e lasciare te alla cassa che hai iniziato oggi? Pensi di essere stato assunto per fare pubbliche relazioni senza durare fatica? Pensi che se ti correggo un errore &egrave perché non scopiamo più o perché se fai una stronzata ci rimette il pub e noi che ci lavoriamo? ‘ non l’avevo mai vista così alterata, ed era evidente che fosse seria, che pensasse davvero quelle cose, non le era minimamente passato per la mente il nostro trascorso. Mi sentii ancora più una merda, sia per aver lavorato male che per aver frainteso così stupidamente i suoi comportamenti.
– Hai ragione. Scusami sono stato un idiota. Ti prometto che mi impegnerò al massimo e cercherò di evitare ulteriori cazzate. &egrave il mio primo lavoro e lo avevo preso sottogamba senza rendermi conto di quanto possa essere importante anche per gli altri.
Mi sorrise, contenta che avessi capito cosa voleva dirmi. Tornai a casa con il desiderio di far meglio e con la soddisfazione di lavorare con una ragazza con una volontà così forte. Non avrei creduto che quella ragazza così carina e minuta che si faceva le canne con Sergio fosse così seria ed appassionata nel suo lavoro, anche fosse quello di barista.
I giorni successivi andò meglio, molto meglio, mi davo da fare Katia sembrava più ‘gentile’ nei modi, l’unico vero problema &egrave che i fine settimana erano quelli dove dovevo lavorare di più per cui mi risultava più difficile tornare a casa dai miei. Di questo mia mamma si finse inizialmente molto dispiaciuta, anche se dopo un anno le volte che mi presentavo mi guardava quasi come se non ricordasse di preciso chi ero, ma mi disse che tutto sommato era un bene che avessi trovato un lavoro che mi aiutasse nelle spese, a patto che ‘non danneggi lo studio’ che era il suo mantra fin dai tempi delle superiori per qualsiasi cosa facessi.
Sabato mattina ero solo in casa, Ludovico e Sergio erano andati via ed io avevo deciso di dormire ad oltranza per avere le forze per la sera al pub, peccato che alle 9:00 di mattina sentii suonare al campanello. Con la solita intelligenza che mi contraddistingueva andai ad aprire la porta in mutande senza nemmeno chiedere chi fosse.
– Hmmm se tutti i sabati mattina ti fai trovare così devo venire a trovarti più spesso
– Su’ Susanna? Che’ che ci fai qui?
Susanna, la mamma super sexy e porca di Francesca era alla mia porta di casa, con un vestitino estivo, dei sandali allacciati alla caviglia che lasciavano scoperti i suoi deliziosi piedi e una pelle dorata dal sole. Era proprio una gran donna.
– Ho bisogno di parlarti ‘ mi guardava con quegli occhioni azzurri e quelle labbra con un bellissimo rossetto
– Certo accomodati pure in cucina, mi vesto e sono subito da te
– Puoi anche rimanere così per me ‘ disse subito con voce provocante
– No. Meglio se mi vado a vestire
Tornai in camera, mi misi dei pantaloncini leggeri ed una maglietta e tornai in cucina:
– Eccomi Susanna, cosa volevi dirmi?
– Ecco, il fatto &egrave che Francesca mi ha detto che vi siete lasciati e volevo capire cosa era successo, ho sentito la versione di mia figlia ma vorrei sentire anche la tua
Le raccontai tutto, della casa, dei soldi, del fatto che mi preoccupava perdere la mia indipendenza e che temevo di sentirmi costretto in una convivenza. Lei sembrava capire dato che annuiva, poi mi gelò:
– Scopi con altre vero?
– Eh? Come? ‘ mi aveva colto di sorpresa, anche se il fatto che mi fossi scopato lei doveva essere di per sé già una risposta sufficiente
– Dai su, non &egrave una domanda difficile e non sono nata ieri, scopi anche con altre?
– Beh sì ‘ dovetti ammettere
– In effetti stando nella stessa casa sarebbe difficile, ed uno come te non può accontentarsi solo di una come Francesca ‘ mi disse in tono provocatorio massaggiandomi la coscia pericolosamente vicino all’inguine
– Si beh non &egrave solo questo ‘ replicai spostandole la mano ‘ &egrave che proprio mi farebbe sentire a disagio vivere con Francesca e Laura
– Ti sei scopato anche lei vero? ‘ mi domandò di punto in bianco fissandomi negli occhi
– Co… come? Laura? No, no figuriamoci ‘ cercai di negare
– Lo sapevo, quella troietta. &egrave tutta sua madre
– Anche sua zia non scherza ‘ dissi a bassa voce. Susanna rise
– Già siamo tutte delle gran porcone in famiglia, tranne Francesca
– Già tranne Francesca ‘ dissi in tono sconsolato
– Dai ora non preoccuparti vedrò di mettere una buona parola con Francesca
– Non so se sia il caso ‘ avevo i miei dubbi
– Sì che &egrave il caso, uno come te non voglio perderlo
Non fece in tempo a finire la frase che si buttò in ginocchio davanti a me si protese in avanti e mi agguantò il cazzo con una mano mentre con l’altra cercava di tirarmi giù i pantaloni. Volevo fermarla, volevo dirle che c’era troppa differenza di età, che non era giusto nei confronti di sua figlia, non potevo scopare mamma e figlia, era immorale, incestuoso, perverso, tutte cose che mi eccitavano terribilmente’ poi feci mente locale che non stavo più con la figlia e che se si escludeva una scopata con Alina qualche settimana prima erano mesi che non facevo una scopata a modo con una bella fica, per cui mi tirai giù pantaloni e mutande e prendendola per i capelli le infilai il cazzo in bocca in un solo colpo.
Lei cercava di leccarmelo, lavorarmelo e baciarlo per tutta la sua lunghezza, ma non volevo troppi convenevoli, volevo solo godere ed in fretta per cui usai la sua testa per masturbarmi, era una sega selvaggia che mi facevo con la sua bocca. Quando sentii montare l’orgasmo me la tirai tutta contro la pancia e le venni in gola, fu intenso e liberatorio, quando Susanna si staccò aveva le lacrime al volto per il fiato corto, e gocciolava dalla bocca e dal naso, non sapevo se fosse saliva e muco o se fosse la mia sborra che le era andata di traverso, ma vederla in quelle condizioni, con il volto sorridente di una che ha vinto mi eccitò ulteriormente.
– Sdraiati sul tavolo puttana ‘ le ordinai
Si sdraiò sul tavolo, con il sedere al bordo, mi avvicinai e le strappai le mutandine:
– Cosa fai, come faccio a tornare a casa senza mutande ‘ si lamentò
– Sinceramente sono cazzi tuoi ‘ le risposi e mi tuffai a leccarle la fica
Si dimenticò subito del problema della mutandine intenta come era a godersi le mie leccate, io passavo dall’ano al clitoride con lunghe leccate, le infilai subito l’anulare e il mignolo nell’ano e il medio e l’indice nella fica e presi a scoparla forte a quattro dita mentre le succhiavo il clitoride. Venne, ma sapevo che poteva fare di più per cui mi alzai in piedi, le infilai il medio e l’anulare nella fica piegandoli verso l’alto e con la mano sinistra le premetti sulla pancia per schiacciarle l’interno della fica verso le mie dita. Iniziai a muovere le dita forsennatamente e nel giro di pochi minuti venne schizzando ovunque. Lo sapevo che la troia squirtava, ne avevo avuto un assaggio l’anno prima a casa sua ma non ero sicurissimo, fino a quel momento solo Lara delle ragazze con cui ero stato lo faceva.
– Sei proprio una vacca ‘ le dissi con disprezzo ‘ sembra tu ti sia pisciata addosso, guarda mia hai anche infradiciato tutto ‘ continuai togliendomi la maglietta e buttandogliela in faccia
– Sei te, sei te che mi fai godere da impazzire
– E questo &egrave ancora niente, spogliati ed appoggia la pancia al tavolo
Si spogliò e si mise in piedi con la pancia sul tavolo, era tutta abbronzata con i segni bianchi di un bikini ridottissimo
– Sei proprio una troia, prendi il sole praticamente nuda ‘ e prima che potesse rispondere le affondai un colpo di cazzo in fondo alla sua ficona fradicia
Gemette, non so se godesse più per il sesso o per le offese che le rivolgevo. Mi misi a scoparla a tutta forza, le entravo e uscivo come una trivella nel pozzo, usai la mia tecnica collaudata del pollice nel culo, ma lei meritava di più per cui le infilai entrambi i pollici facendola lamentare. Ogni tanto liberavo una mano giusto per schiaffeggiarla sul culo, volevo arrossarle le parti bianche del corpo. Dopo un po’ di tempo non resistevo più, levai il cazzo da quella fornace che era il suo sesso e le venni copiosamente sulla schiena. Era uno spettacolo vedere quelle righe bianche di sborra sulla sua schiena abbronzata.
– Sei fantastico ‘ mi disse ‘ temevo che fosse solo un ricordo, invece mi fai godere tantissimo. Ora però devo farmi una doccia, non posso tornare a casa così
– Sinceramente non me ne frega niente, per me te ne puoi andare ‘ replicai secco
– No davvero fammi usare la doccia
– Solo se te mi fai usare il tuo culo
– No, quello no, già con le dita mi hai fatto male, sei troppo irruento
– Allora rivestiti e vattene
– Dai non scherzare ‘ iniziava ad essere preoccupata
– Non scherzo vattene, o vuoi che apra la porta e mi metta gridare sbattendoti fuori nuda? ‘ mi guardò per vedere se stavo scherzando, ma ero serissimo
– Va bene, puoi farmi il culo ‘ disse arrendendosi
– Ok andiamo a farci la doccia ‘ come si avviò verso il bagno le ordinai ‘ cammina a quattro zampe vacca.
Obbedì. Vederla camminare per il corridoio a quattro zampe con le mammelle grandi che dondolavano era stupendo. Entrammo in doccia, aprii l’acqua lasciandola in ginocchio e le dissi di farmelo tornare duro con la bocca. Questa volta non mi scopai la sua testa ma la lasciai lavorarmelo in lungo e in largo, con baci e succhiate, leccando asta, palle e cappella. Mi limitavo a guidarla dove più sentivo. Memore delle sensazioni che mi aveva suscitato Lara la obbligai a leccarmi il perineo e l’ano a lungo, riebbi presto una buona erezione. La feci alzare in piedi e le misi subito quattro dita nella fica, gemette, con la mano sinistra le strizzavo forte seni e capezzoli facendola urlare di piacere e dolore insieme. Venne di nuovo, non squirtando ma bagnandosi lo stesso parecchio.
– Girati che ora ti faccio il culo ‘ le intimai
– Va’ va bene, ma fai piano
– No. Farò forte, voglio sentirti urlare
– Ok, ma almeno insaponatelo per renderlo un po’ più scivoloso
– Va bene ‘ dissi e me lo insaponai bene, come si girò di schiena me lo sciacquai di nuovo
Non volevo entrare facilmente, non volevo che fosse lubrificato, volevo farle male, volevo punirla, volevo che soffrisse per il fatto che Francesca mi aveva mollato, che soffrisse per essere una porcona così bona mentre la figlia era una fica di legno. Ma volevo sentire male anche io, volevo soffrire per aver tradito Francesca, che non lo meritava, con la madre, la cugina, le coinquiline e tante altre, volevo sentire male. Mi avvicinai dietro di lei, le puntai la cappella all’anello dell’ano e le sussurrai in un orecchio
– L’ho sciacquato, e ora urla
E lo infilai tutto in un’unica violenta e forte spinta. Sentii male, mi sembrava mi si stesse strappando la pelle dal cazzo, era strettissima e per nulla scivolosa, mi vennero quasi le lacrime dal dolore. Lei urlò, forte. Cercava di tirarsi sulle punte per non farmi entrare così a fondo, per sottrarsi, ma ero più alto di lei per cui era impossibile, entrai tutto, avrei infilato anche le palle se fosse stato possibile. L’agguantai per le grosse poppe artigliandole i capezzoli e presi a incularla selvaggiamente. Urlava, piangeva, mi offendeva dicendo che ero uno stronzo, un pezzo di merda. Aveva ragione, ma lei non era da meno visto che si scopava il fidanzato della figlia senza troppi rimorsi, per cui aumentai ulteriormente il ritmo, ormai non riusciva nemmeno più a contrarre l’ano da quanto l’avevo sfondata e stancata, con due ultime potenti spinte di reni le sborrai l’anima, la rabbia, le offese e i dispiaceri a fondo nel suo intestino. Rimasi dentro di lei finché non mi si ammosciò ed esausto mi sedetti per terra sul piatto della doccia. Le vedevo l’ano orrendamente dilatato dal quale scendeva un rivolo rosa, evidentemente il mio sperma si era mescolato a del suo sangue. Forse avevo esagerato, ma era quello che si meritava e che mi meritavo anche io, avevo il cazzo in fiamme dal dolore. Anche lei si sedette per terra, fra le mie gambe e appoggiandosi sul mio petto
– Sei un bastardo, mi hai fatto malissimo ‘ avrei voluto scusarmi ed invece
– Te lo meritavi, ce lo meritavamo entrambi’ per quello che abbiamo fatto a Francesca ‘ rimase in silenzio per qualche secondo e poi
– Hai ragione
Si girò verso di me e mi baciò in bocca, ma non con quella passione che la contraddistingueva, con una delicatezza che non le avrei mai riconosciuto, come una sorta di tranquilla rassegnazione tipica di chi accetta un castigo meritato. Ci sciacquammo e ci rivestimmo, Susanna poco prima di uscire mi disse:
– Ma dato che ormai non state più insieme non &egrave che una volta ogni tanto posso passare a trovarti? ‘ non sapevo cosa rispondere, se da un lato mi faceva un gran sesso dall’altro non riuscivo a superare il disagio di scoparla
– Se porti anche tua sorella ‘ replicai tra il serio e il faceto
– Chissà?! ‘ concluse con quegli occhi furbi e se ne andò
La sera al pub fui un disastro, ero tritato dalla stanchezza e distratto, con la testa a quello che era successo e feci un errore dietro l’altro, Katia non faceva che cazziarmi ed io non facevo che sbagliare di più messo sotto pressione. Verso le 3:00 di notte iniziammo a chiudere e subito Katia mi prese in un angolo:
– Ma si può sapere che hai? Avevi iniziato a prendere un buon ritmo, ed oggi che &egrave la serata più importante hai fatto un casino dietro l’altro
– Hai ragione Katia, scusami ma &egrave stata una giornataccia, ti prometto che non succederà più
– Che avrai mai combinato per essere ridotto così? ‘ mi disse in tono sornione ammiccando un mezzo sorriso ‘ problemi di donne?
– Più o meno ‘ cercai di rimanere sul vago
– Ma non hai detto che ti eri lasciato?
– Sì, ed &egrave vero, infatti non era la mia ex
– E chi era? Qualcuna che conosco? La vecchia della festa?
– No, non la conosci e non era Carla, ma non mi piace che la chiami ‘la vecchia’
– Hmm se te la prendi così vuol dire che &egrave comunque una vecchia ‘ beccato
– Ma no che c’entra &egrave che comunque non voglio dire chi era dato che &egrave una persona che spero di non rivedere
– Oh! Un po’ come me insomma ‘ disse in tono triste
– Non dire così Katia, non &egrave vero
– Sì certo, me ne sono accorta
– Davvero Katia, so che con te ho fatto un casino, ma farti soffrire era davvero l’unica cosa che non avrei voluto fare
– Ma lo hai fatto ‘ concluse abbassando il capo, mi pareva di vederle gli occhi lucidi e mi sentii nuovamente in colpa
– Ascoltami, vuoi che vada dal direttore a dirgli che me ne vado?
– Lo faresti davvero? Ti licenzieresti per non far star male me?
– Certo che lo farei Katia, non ho mai lavorato fino a ora, se il primo lavoro che faccio fa star male te posso cercarne un altro
– Sei carino quando fai così ‘ e mi diede un bacio sulla guancia
Ci mettemmo a rimettere a posto il pub per chiudere.
Passarono diverse settimane, le cose non andavano male, la mattina frequentavo i corsi dato che l’università era iniziata, il pomeriggio o studiavo o dormivo e la sera facevo il turno al pub. Questo mi aveva portato ad accumulare qualche ora di sonno arretrata ma in compenso fumavo molto meno e questo era un bene, inoltre lavorare al pub mi aveva portato a fare numerose nuove amicizie, certo non erano di quelle che poi frequenti di giorno o con cui fissi le vacanze insieme ma almeno avevo sempre qualcuno con cui parlare. Il problema era in facoltà, ormai non frequentavo praticamente nessuno, cercavo di non frequentare le stesse materie di Francesca ma a volte era inevitabile dato che avevano accorpato i gruppi dopo il primo anno. Per quanto non sentissi una vera e propria mancanza quando la vedevo mi faceva sempre un po’ male. Anche la vita sessuale era decisamente ‘spenta’, non facevo sesso con nessuna, giusto una volta al mese facevo qualcosa con Alina, ma anche lì cercavo di evitare rapporti completi, d’altronde a me non piaceva lei e lei godeva ad essere sottomessa per cui spesso la questione si limitava a delle umiliazioni che le infliggevo, la facevo lavorare nuda per casa, le avevo anche fatto spazzare infilandosi una scopa più corta nella fica, e alla fine la facevo venire masturbandola, ma se potevo evitare di scoparla lo evitavo volentieri. Avrei dato qualunque cosa per tornare a fare del sesso, anche di quello normale e ‘noioso’ che facevo con Francesca.
In casa le cose andavano bene, non ci vedevamo per lunghi periodi di tempo ma quando succedeva si stava sempre bene insieme, molto più spesso venivano invece loro al pub e cercavano sempre di scroccare delle birre, Sergio proprio perché non aveva soldi, Ludovico solo perché gli dava gioia l’idea di poter scroccare qualcosa invece che pagarlo. Ovviamente mi facevo sempre autorizzare da Katia, volevo evitare casini a lavoro. Ludovico mi chiedeva quasi tutte le sere se l’avevo scopata, che dicembre si avvicinava e che mi sarei dovuto sbrigare, inutile dire che lo mandavo in culo ogni volta, allora lui mi chiedeva di raccontargli di quando era venuta Susanna il sabato in cui loro erano andati via. Era la sua storia preferita, me l’avrà fatta raccontare venti volte e appena finito diceva sempre ‘questa volta mi sembra ancora meglio della precedente’ e rideva.

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