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In vacanza con voi

By 2 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Non so per quale motivo ho accettato di passare l’estate in questa villa. No, non è vero, lo so perfettamente, sono una masochista. Ho accettato unicamente per farmi del male, per vedere lui con lei, per farlo uscire definitivamente dalla mia vita.

Una volta arrivata, mi accorgo che sono state prese in affitto ben due ville, una accanto all’altra, facente parte della stessa tenuta. Devo ricordarmi di cercare Cristiano, per pagargli la mia quota dell’affitto, meglio togliersi subito il pensiero.

‘Ehi, Francy, ciaoooo’, all’ingresso scorgo la figura sinuosa della mia amica. ‘Come stai, tesoro.’, le dico mentre le bacio le guance.

‘Amore, ma ciao. Non ti aspettavo fino a domani’. Mi dice lei stupita.

‘Si, lo so, ma poi mi son detta che sarebbe stato meglio arrivare prima di lui. Visto che non sa della mia presenza’

‘Ehm, Clara, non vorrei contraddirti, ma loro sono arrivati ieri sera. Hanno deciso di incontrarsi direttamente qui, per la loro prima volta, non hai idea del casino che hanno combinato. Non abbiamo detto nulla per discrezione, ma se stanotte continuano a fare tutto quel chiasso, Cristiano li affronterà, se non hanno rispetto per gli altri, si prendessero una stanza in hotel’.

‘Ahahah, ma lo sai quanto sia menefreghista lui. Comunque, se non vi crea problemi, prendo la stanza accanto a loro. Tanto mi sarà utile per smettere di pensare a lui e di sperare in un suo ritorno. In più ho un sacco di tappi per le orecchie’.

‘Tesoro sei sicura? Ti farai tanto male a sentirli trombare’, mi dice la Francy con tono preoccupato.

‘Si, sicuro, stai tranquilla, ho bisogno di una terapia d’urto, o non riuscirò ad andare avanti nella vita’.

‘Va bene, allora, guarda la tua stanza è al primo piano della scalinata di destra, segui il corridoio, è la porta che troverai alla fine. Se hai bisogno o se vorrai cambiar stanza, parlane con Cris, lui sa già la situazione e capirà. Ora ti lascio, sto andando a fare l’ennesima spesa’

Poco per volta scarico i miei bagagli dalla macchina e mi sistemo nella mia camera. Sento il vociare provenire dall’altra parte del muro, segno evidente che il bastardo è lì con lei. Sorrido pensando alla sua espressione, quando mi vedrà lì. Gli prenderà un infarto e gli starà bene.

A pranzo scendo di sotto per capire se posso esser d’aiuto in qualcosa. Mi mettono subito a preparar delle insalate miste.

‘Ma lo sai che Valentino è qui, ha portato con sé anche la sua nuova tipa, una ragazzetta cafona e maleducata’. Mi dice Fabrizio, ma il suo sguardo mi trasmetteva tutta la sua compassione per me.

‘Si, me l’hanno detto, ma tanto io sarò spesso in spiaggia e la sera se si esce, dubito che si uniranno a noi, quindi va più che bene’. Gli sorrido per far cessar la conversazione.

‘MA CHE CAZZO”, tutti ci giriamo entrambi per capire chi avesse lanciato l’urlo. Era lei, Milena, mi aveva riconosciuto, nonostante il mio massiccio dimagrimento, aveva immediatamente accostato il mio viso, al volto che riempiva il profilo social di lui. ‘CHE CAZZO CI FAI QUI? CON CHE DIRITTO TI INTRUFOLI? DEVI LASCIARCI IN PACE, QUI NON CI PUOI STARE, NOI ABBIAMO PAGATO PROFUMATAMENTE PER QUESTO POSTO..’

‘Cos’é tutto questo caos? Siamo mica al mercato del pesce!?!’, Cristiano entra di corsa e capisce immediatamente la situazione. ‘Senti ragazzina, ora stai esagerando. Vedi di darti una calmata, non sei la padrona della villa, anzi al momento sei più una mantenuta del tuo compagno, visto che non hai sborsato un euro, neanche per il cibo che tra poco divorerai come ieri sera. Per non parlare che siete stati dei gran maleducati stanotte, non permettendo a nessuno di dormire, per ascoltare le tue urla. Continuate così e saremo tutti ben lieti di ridarvi i soldi dell’affitto indietro, pur di non avervi tra le scatole. Clara ha pagato come tutto e sarà con noi tutta l’estate. Non vogliamo problemi qui, sono stato chiaro?’

‘Tu a me non parli così, non permetto neanche al mio fidanzato”

‘Non me ne fotte un cazzo di quello che permetti ed a chi, qui siamo un gruppo e chi crea disturbo a tutti gli altri, sarà invitato ad andarsene, senza troppe cerimonie. Ora, se sei qui per dare una mano, bene, altrimenti’ aria’. Cristiano era davvero furioso, chissà cosa sia accaduto ieri notte, non lo avevo mai visto così.

‘Grazie’, gli sussurro, quando mi passa accanto.

‘Non l’ho fatto per te, anche se sarei intervenuto lo stesso, ma da quando è arrivata non fa che comportarsi da cafona. Sto toporagno mantenuto, che sembra un uomo. Uno scherzo della natura con le tette. Ahahah’

Gli sorrido

‘Ah, nel cambio di partner lui ci ha palesemente rimesso, ma è troppo coglione per capirlo ora, aprirà gli occhi quando sarà troppo tardi’, aggiunge mentre mi aiuta a portare le insalate sul tavolo.

A pranzo l’atmosfera era surreale, io che ridevi e scherzavo con chiunque, ma sentivo il suo sguardo perennemente su di me. Lei era subito corsa a riferirgli tutto, quindi addio effetto sorpresa, ma decisamente aveva strabuzzato gli occhi nel vedermi. Indossavo un bikini che esaltava il mio nuovo fisico asciutto e formoso. Il mio enorme seno soffriva nello stare strizzato in quel misero costume. A completare l’abbigliamento, un parei che donava un effetto vedo e non vedo del mio culo.

Avevo ritrovato vecchi amici, che si erano allontanati da me, a causa delle palle che lui raccontava sul mio conto, ma stavo conoscendo anche nuove persone all’apparenza simpaticissime. Mi offrii di lavare le pentole, mentre Cristiano mi delucidava della modalità di far spese e che se avessi avuto delle esigenze particolari, poteva istallarmi un minifrigo in camera. I proprietari ne avevano procurati un tot ed erano ancora disponibili. Ne approfitto subito, accettando la gentile offerta.

Lo conoscevo da quasi sei anni, ormai, nei periodi di crisi col mio ex, avevo anche fantasticato su un ipotetico flirt con lui, ovviamente non avevo mai lanciato segnali. Lui era fidanzatissimo e bellissimo, irraggiungibile per me e poi sono una donna fedele, se innamorata, anche durante la crisi più nera. Per non parlare del fatto che era un suo amico, non mi sarei mai sognata di farci nulla.

Una volta finito di ripulire la cucina, decido di prendere il sole a bordo piscina, sono troppo stanca per scendere in spiaggia e poi so già che resisterò ben poco sotto questo sole cocente oggi. Neanche il tempo di spalmarmi la crema abbronzante e di trovar qualcuno che mi aiuti a metterla anche sulla schiena, che sento il mio nome echeggiare nell’aria. Cristiano affacciato ad un balcone richiama la mia attenzione.

‘Sali su, ti sto mettendo il minifrigo, devi dirmi dove vuoi che lo installi, ci son diverse opzioni’, mi dice lui.

‘Rompipalle e guastafeste, arrivo’, gli rispondo con una linguaccia. Lui sorride e rientra in casa.

Una volta entrata in camera, noto che non c’è solo l’elettrodomestico come novità.

‘Ti stupisci? Conosco la tua continua voglia di schifezzoidi, in questo piccolo mobiletto poi nascondervi tutte le patatine, cioccolate e tutto quello che io non approverei in una alimentazione sana’, mi sorride, mi conosce più di quanto io abbia mai immaginato.

‘Non iniziare a rompere con il cibo, lo sai che adoro mangiare e poi potresti allenarmi nel pomeriggio, per farmi smaltire le calorie in eccesso. Oppure potrei trovare qualcuno che mi tenga costantemente in attività più goduriose e gratificanti’, gli dico con fare civettuolo. ‘Ad esempio ora che torno giù devo cercare qualcuno disponibile a massaggiarmi la schiena, sono tutta contratta.’, aggiungo mentre stiracchio i muscoli del collo.

‘Aiutami a sistemare questa roba velocemente e passo anche alla tua schiena. Oggi sono in versione tuttofare, ma non approfittarne o ti presenterò un conto salatissimo. Ahahah’

Eccomi sdraiata a pancia in giù sull’enorme letto a baldacchino, con Cristiano a cavalcioni su di me che mi massaggia energicamente.

‘Sei totalmente contratta, rilassati. Capisco che la tua situazione non sia l’ideale, ma non serve a nulla accumulare ulteriore stress’.

‘Io non sono capace a rilassarmi, mai, non riesco mai a perdere totalmente il controllo’, cerco di spiegargli.

‘Neanche nel sesso? Non ti lasci mai trasportare dalle sensazioni?’, mi chiede lui, visibilmente incuriosito.

‘No, mai, controllo ogni singola reazione del mio corpo.’

‘Ma scusa, con Valentino come facevi? Dicevi sempre che il sesso tra voi era l’unica cosa a non aver problemi, nella vostra storia’.

Giro leggermente la schiena per poterlo guardare negli occhi. ‘Con lui non ho mai avuto un vero orgasmo, non per merito suo. Se mi scopava provavo un dolore tremendo, tanto da dover usare un anestetizzante, per permettergli di fottermi. Ma io non sentivo nessun piacere, era sempre come se non stesse facendomi nulla. Se poi si adoperava con le mani o la lingua, l’orgasmo lo raggiungevo, ma solo se toccava un punto specifico e se nel mentre io pensassi ad altro. Usavo la mia fantasia per creare nella mente situazioni con perfetti sconosciuti, stile film porno. Io non ero mai bagnata per lui, non era bravo a farmi eccitare, si credeva un Dio del sesso, ma non è assolutamente all’altezza. Non si preoccupa realmente del piacere del partner, pensa solo che quello che serviva a me per venire era monotono e poco stimolante per lui. Mi son sempre sentita inadeguata, ma nella realtà, probabilmente, lo era lui. Era incapace anche a baciare, una furia, non si godeva il momento. Il bacio è l’azione più intima, romantica e lussuriosa che esista e lui la sprecava, vorticando quella lingua, come fossero le pale di un motoscafo lanciato alla massima potenza. Poi lui era perennemente eccitato, quindi non sentivo mai che lo fosse per me, perché per lui era normale essere perennemente in tiro. Insomma, un disastro sotto tutti i fronti’. Rido.

‘Ma allora perché lo ami e lo rivorresti.’, mi chiede lui sincero.

‘è stato un amore malato, l’ho sempre saputo. In condizioni normali, non sarebbe mai iniziata e non mi sarei mai trasferita per star con lui. Chi mi vuole trova un compromesso e decide di trasferirsi a metà strada, mettendo l’altro sullo stesso piano. Io invece ero sempre una sua suddita. Sono qui anche per questo, per distruggere questo sentimento malsano. Il suo potere su di me deve cessare. Lui non sarà mai un uomo maturo, leale e sincero. La sua natura è quella, non cambierà mai. Ha continuato a chattare con me per un periodo, non parlavamo di sesso, ma lei non sa nemmeno che lui avesse un account su un’altra app e che la usava con me. Non esiste una cosa del genere, tradisci la fiducia del partner’.

‘Vero. Ma io te l’ho sempre detto che era sbagliato. Se noi lo abbiamo allontanato dal gruppo è proprio per come è. Siamo stufi del suo essere un bugiardo cronico. Oramai è talmente abituato a mentire, da non riconoscere più la realtà. Mente anche su cose futili e lo abbiamo sempre sgamato. Abbiamo sempre evitato di affrontarlo, non ne vale la pena con lui, non vale nulla, la cosa migliore che potessimo fare è smettere di cercarlo ed invitarlo’.

‘Pensa che lui racconta in giro che vi ha persi tutti per colpa mia, perché pretendevo di uscire sempre e solo con lui’, gli racconto.

‘Che vigliacco, se non ci fossi stata te, sarebbe rimasto solo a casa co sua madre. Ahahah. Ma tornando al discorso eccitazione, io al momento lo sono e posso assicurarti che il merito è solo tuo, se continui a farmi intravedere quel seno meraviglioso, non rispondo più di me’.

Nel dirlo, si posiziona meglio su di me, strusciandosi sulle mie chiappe, per farmi sentire tutta la sua virilità. Senza neanche farci caso, quasi istintivamente, accompagno i suoi movimenti, coi miei.

‘Ferma o non riuscirò a trattenermi, sono già al limite, non provocarmi ulteriormente’, mi dice lui, ma non sembra realmente convinto delle sue parole.

‘E chi ti dice che dovresti fermarti?’, nel dirlo inizio a tirar giù gli slip del costume da bagno.

‘Troia!’ mi abbaia lui e mi gira avventandosi sulle mie labbra.

Il suo bacio è colmo di desiderio, lussuria e passione. Le sue labbra tremano appena, all’inizio, come se temesse davvero un mio rifiuto. Lui, l’uomo più belle e più invidiato del gruppo, colui per cui tutte le donne sbavano, teme che una come me potesse respingerlo. Io che si, son dimagrita tanto, ma di certo non sono una strafiga. Le sue mani mi afferrano, bramose del mio corpo. Con una mi tiene per la testa, aggrappandosi ai miei capelli, mentre l’altra afferra una mi gamba e se la porta intorno ai suoi fianchi.

‘Clara… io…’, tenta di sussurrare.

‘Taci, non complicare tutto, non rovinare questo momento. Fottimi, mi vuoi ed io lo voglio. Ti prometto che non fingerò di godere, se non riesco. Fammi vedere come scopa un vero uomo. Ti prego scopami ora.’

Cristiano tace e riprende a baciarmi, mentre con una mano si insinua tra le mie gambe, alla ricerca del clitoride da titillare. Si stacca da me per un secondo, mi guarda incuriosito. Non riesco a capire, penso di aver sbagliato qualcosa. Lui solleva la mano con la quale mi stava masturbando ed inizia a passare le dita sui miei capezzoli. Sono bagnatissima, lo sento, per la prima volta sono davvero eccitata a causa di un uomo, senza utilizzare fantasie irrealizzabili. Lui inizia a leccarmi il seno, assaporando il sapore dei miei umori. Per la prima volta dopo cinque anni, non provo la fastidiosa sensazione di solletico, i suoi movimenti lenti accentuano la mia eccitazione ed il mio desiderio. Devo farlo mio, godere insieme a lui, scoprendo sensazioni nuove. Inarco la schiena per spingergli il seno contro la sua lingua. Inavvertitamente giro lo sguardo verso la porta, abbiamo dimenticato di chiuderla del tutto. Ed è lì che mi accorgo di lui. Valentino ci sta spiando dallo spiraglio lasciato aperto. Non riesco a decifrare la sua espressione. Lamia dea interiore esulta, ora potrà vedere la differenza tra lui, incapace in tutto, ed il reale piacere provato con un altro, un suo amico.

Cristiano si solleva dal letto per spogliarsi, è bello come il sole e desidera me. Mi metto a sedere per guardarlo meglio. Il suo cazzo svetta dritto verso di me, gattono verso di lui come una micia vogliosa. Mi avvicino al suo scettro, strusciandoci una guancia. Lo guardo con fare malizioso. Inizio a leccare l’asta, partendo dalla radice e muovendomi verso la cappella. Schiudo le labbra per accogliere meglio quella meraviglia. Lo sento mugolare, mentre imprigiono la sua cappella tra le mie labbra e ne lecco il buchino.

Affondo lungo tutta la sua lunghezza, cercando di prenderlo tutto in bocca, ignorando la carenza d’aria. Lui mi afferra la testa e mi tiene bloccata per un istante, godendosi il momento.

‘Dai, ora succhia come non hai fatto mai. Attenta però, non farmi venire, ho in mente altro per te’.

Inizio a muovermi lungo il suo cazzo, succhiando e leccando. Cristiano mi incita a continuare, mi sussurra che sono brava ed i suoi gemiti lo confermano. Aumento la velocità, non mi importa del suo avvertimento, voglio la sua sborra e la desidero subito.

‘CIAFF!!!’ Il rumore mi raggiunge prima del dolore. Cristiano mi aveva violentemente schiaffeggiato il culo e si era sfilato dalla mia bocca.

‘Che volevi fare? Ti avevo avvisato che non dovevi farmi godere con un pompino.’, nel dirlo si sedette in ginocchio sul letto.

Mi attira a se e mi costringe a posizionarmi su di lui. ‘Infilatelo tutto dentro, fammi capire quanto lo desideri? Lo vedi che sei un lago? Fottiti col mio cazzo’. Mi mette due dita nella figa e le tira fuori, facendomi vedere come si fossero inumidite.

Prendo il suo cazzo in mano ed inizio ad accoglierlo dentro di me. Stranamente non percepisco il solito dolore lancinante, che avvertivo ad ogni penetrazione. Il mio corpo reagisce bene ad ogni mio movimento. Ho tutto il suo cazzo dentro, mi sento totalmente piena di lui. Mi fermo un attimo per godermi questa nuova sensazione. Cristiano mi infila le due dita, bagnate dei miei umori, in bocca. Assaporo quel nuovo gusto. In genere non gradivo esser costretta ad assaggiarmi, eppure non riesco a non acconsentire questa volta.

Inizio ad impalarmi sul suo cazzo, in maniera lenta, sempre col terrore che il dolore mi raggiunga presto. Eppure non accade e ne sono sorpresa. Aumento la velocità ed ecco che avviene il miracolo.

‘Godi piccola, prenditi il piacere che ti sei sempre negata. Aspetta, voglio provare una cosa’. Mi afferra per le chiappe, mi solleva fino a lasciar solo la punta dentro, poi mi fa ricadere di botto.

‘Aaaaaaah, uhmmm, ancora ti prego’. Lo supplico.

‘Ti piace eh? Sei una troia che deve sbocciare e voglio aiutarti a diventarlo. Avanti, prenditelo tutto’. Così dicendo mi lascia ricadere di nuovo sul suo poderoso cazzo. Non riesco a trattenermi e il mio gemito è ben udibile a chi ci sta spiando dalla porta. Mi aggrappo alle sue spalle, cingendolo in un abbraccio, di modo che le mie tette gli vadano in faccia. Lui non si lascia pregare ed inizia a succhiarmele e mordicchiarle.

Riprendo a scoparmelo, ora sono più sicura di me e divento più violenta nei movimenti. Voglio sentirmi totalmente sfondata dal suo cazzo e l’assenza di dolore scatena il mio desiderio sempre negatomi. Cristiano mi afferra per le chiappe ed inizia ad infilare un dito ancora umido della mia saliva. Normalmente il culo è un mio limite assoluto, non avrei mai permesso una cosa simile. Stavolta no, sto perdendo ogni freno inibitore e non mi importa, anzi, mi eccita di più.
Senza farmi notare da lui, giro la testa quel tanto che basta per poter guardare Valentino in faccia. è ancora lì, il viso sembra una maschera di cera inespressiva. Gli sorrido, un sorriso sadico, di quelli che non avevo mai riservato a lui in passato, ma oramai non sono più la sua vittima preferita. Sono libera e sto godendo.

Continuo a fottermi con quel cazzo ed ad urlare il mio piacere. Non mi importa che gli altri possano sentirmi, sto godendo per la prima volta nella mia vita e sono felice.
‘Cazzo si, mi stai sfondando’, riesco a dire tra un gemito ed un altro.

‘No, piccola troia, ti stai sfondando da sola. Dai piccola, fammi sborrare. Voglio riempirti tutta, svuotami le palle’.

Smetto di guardare Valentino e mi concentro su di lui. Ci guardiamo negli occhi. Mentre continuo a fotterlo. Ora non geme più, grugnisce. Siamo due animali che godono incuranti del resto del mondo.

Sfila il dito dal culo e mi afferra per i fianchi. Siamo veloci e voraci, sentiamo l’orgasmo salirci in fretta.

‘Cri sto per venire… cazzo si… aaaaah… siiiiii…. Criiiiiiii…’, urlo lasciandomi sconquassare dagli spasmi del più forte orgasmo mai provato.

‘Clara.. piccola…. ti riempio tutta… eccolo… ti sborro tuttaaaa’.

Anche Cristiano viene in maniera violenta. Sento i suoi schizzi caldi inondarmi tutta, facendomi sentire una vera troia. Ci lasciamo cadere sul letto, cercando di riprendere fiato.

‘Sei venuta davvero o hai dovuto fingere anche con me?’, mi chiede quando riprendiamo contatto con la realtà.

‘Te l’avevo promesso, non avrei finto questa volta. Se avessi provato dolore o fossi stata anorgasmica te l’avrei detto subito. Mi hai sconvolta e sorpresa’

‘E non è stata una scopata particolare, ma ci siamo trattenuti, immagina cosa sono in grado di farti provare’, mi dice lui con ghigno malizioso.

‘Cos’è, una promessa o una minaccia?’, gli chiedo io, guardandolo negli occhi.

‘Entrambe’

Scoppiamo a ridere di gusto, mentre mi sdraio su di lui. Tutto il resto non conta, il passato è stato cancellato con un colpo di cazzo. ‘Toc Toc!’. Qualcuno sta bussando alla mia porta, ma ho troppo sonno anche solo per aprire gli occhi.

” Ehi, bell’addormentata, sveglia”. La testa di Cristiano fa capolino da dietro la porta. “Dai, avrai modo di dormire a lungo domattina, ora occorre che ti prepari al meglio. Ti porto fuori a cena e poi, beh, il seguito sarà una sorpresa”.

Ancora assonnata mi lascio trascinare in direzione del bagno e mentre lui miscela il gettito dell’acqua, per regolarne la temperatura, mi scruto all’enorme specchio.

“Sono orribile, guarda che occhiaie, mi stai facendo dormire troppo poco, ultimamente”, i nostri sguardi si incrociano tramite lo specchio. Entrambi ci sorridiamo maliziosi.

“Non mi sembra che ti sia lamentata dell’attività alternativa, ma se preferisci dormire a sazietà, basta dirlo”. Cristiano mi sta sfidando.

Lui sa perfettamente che non sono ancora disposta a rallentare col sesso. Sono come una bambina che scopre il gusto preferito del gelato e non mangerebbe altro per parecchio tempo. Il fatto di essere finalmente riuscita a provare del piacere e di riuscire a raggiungere l’orgasmo, senza ricorrere a fantasie inconfessabili o ripensando ad un porno, mi fa sentire realmente appagata.
So perfettamente che questo, all’epoca, dipendeva dalla mia mancanza di fiducia nel partner, tanto da non lasciarmi andare realmente, ed alla sua incapacità di comprendere una mia finzione e dal suo non essere poi così bravo a letto, malgrado le sue convinzioni.

Con Cristiano, invece, è diverso. Con lui non ci sono aspettative, non stiamo realmente insieme, ci frequentiamo senza pensare al futuro, senza caricarci di responsabilità futili. Nessuno dei due pone paletti per il futuro, ma finché questo tipo di rapporto ci soddisfa, nessuno dei due cercherà di mutarlo, o pone fine ad esso.

Finalmente pronta per la serata, mi avvicino al mio cavaliere con una piroetta, lui sembra piacevolmente deliziato da come il vestito si sollevi e svolazzi intorno a me, lasciando intravedere la mia biancheria intima.

Mi chino a baciarlo ed esclamo: “Allora? Andiamo?”.

“Hai così tanta fame, piccola?”, mi chiede lui divertito.

“Si, ma non di cibo”, rispondo prontamente.

Ed è vero, vorrei poter saltare il preambolo della cena, per tornare a chiuderci in camera a sperimentare qualche nuova posizione, ma lui non sembra voler assecondare il mio desiderio.

“Calma piccola, non avere fretta come al solito. Goditi ogni singolo momento di questa serata. Non sto usando queste parole a caso. Questa serata è solo per te, io sarò appagato nel vederti abbandonare ogni freno inibitore. Promettimi che avrai una mente aperta stasera”.

“Solo la mente?”, chiedo io in maniera impertinente.
Mi sorride, ma non esaudisce la mia curiosità.

Siamo nuovamente in macchina, mentre ripenso alla cena appena conclusa. è stato un momento abbastanza tranquillo e divertente. Lui ha voluto dare un nome alla serata: ‘Le prime volte’. Per questo mi ha portata in uno dei più famosi ristoranti di lusso della zona, di quelli dove puoi facilmente incontrare vecchie carampane ingioiellate o coppie annoiate. La cena a base di ostriche e champagne, rappresentava la prima volta di un cliché. Mentre degustavamo quelle delizie, abbiamo giocato a ‘Indovina la posizione’. Per ogni coppia di avventori, dovevamo ipotizzare quale potesse essere la loro posizione preferita a letto.

Come dicevo, ora siamo nuovamente in macchina, la destinazione è ancora ignota, lui continua a non svelarmi nulla. Una cosa è certa, non stiamo tornando a casa, non riconosco la strada.

“Almeno un indizio potresti darmelo, sono donna, la curiosità è nel mio DNA. Non essere crudele”. Metto il broncio.

Lui mi osserva per una frazione di secondo, sogghignando.

“Lo sai che fine fecero le ostrichette curiose?”, mi punzecchia.

“Oh, per favore, non usare le mie stesse risposte contro di me.
Dai, dimmi qualcosa, abbi pietà”, piagnucolo infantilmente.

“No, niente capricci o inverto la rotta. Sono certo che sarà tua prima volta. Non so come reagirai all’idea, ricorda una cosa, sei libera di rifiutare, se penserai che sia troppo. Come ti ho detto prima di uscire, mi piacerebbe che tu avessi una mente aperta. Devo dire che l’idea me l’hai data tu ieri, quando mi hai confessato di non esserti sentita mai realmente troia con lui e che sia una sensazione che desideri provare. Stasera avrai quella possibilità e sono curioso di vedere come reagirai. Sarà una prima vota anche per me, perché non sono mai stato in un posto simile e non avrei mai pensato di portarci una donna”.

Siamo finalmente arrivati, mentre Cristiano parcheggia, osservo il posto. è una villa in stile liberty, l’enorme piazzale è ricoperto di ghiaia e delle fiaccole delineano il percorso. Sulla scalinata che conduce all’ingresso dell’abitazione ci sono uomini che fumano, alcuni di loro indossano una maschera. Faccio notare la cosa a lui.

“Anche tu puoi decidere se indossarne una, mentre siamo nelle stanze comuni”.

“Uhm, so che qui non conosco nessuno, ma il mondo è piccolo e non sapendo di cosa si possa trattare, forse è il caso che ne indossi una”, decido.

Ci procuriamo due maschere, dall’incaricato alla distribuzione, e mentre mi avvicino alla scalinata d’ingresso, noto che Cristiano è rimasto indietro, per pagarne l’ingresso. Mi lascio raggiungere da lui e mi accorgo di sentirmi agitata, tutto questo mistero mi perplime.

“Nervosa?”, mi chiede Cristiano, appoggiando una sua mano sulla mia schiena nuda.

“Curiosa”, fingo. Non voglio mostrarmi vulnerabile.
Entriamo e noto subito che la penombra, che caratterizza l’esterno, viene riproposto anche all’interno. L’ingresso e l’enorme scalinata, che porta ai piani superiori, sono decorate con decine e decine di candele accese. L’atmosfera è intima, malgrado la presenza di diverse persone. Gli uomini presenti si girano a guardarmi.

Cristiano mi conduce in un ampio salone, dove sono stipati diversi divani e, sul fondo della stanza, troneggia il bancone di un bar. Il mio cavaliere mi fa accomodare sul sofà posto esattamente al centro della sala e va a procurarsi qualcosa da bere per entrambi. Mi raggiunge porgendomi un fl’te di mimosa e si siede accanto a me. Mi guarda negli occhi in modo eccitante ed eccitato al contempo. Sorseggia il suo drink, senza smettere di guardarmi ed accarezzandomi delicatamente una gamba.
Mi bacia, o meglio, appoggia le sue labbra sulle mie, riversando nella mia bocca qualche goccia del suo cocktail. Lo vedo distogliere il suo sguardo da me e osservare alle mie spalle. Una donna si è seduta accanto a me, indossa un abito nero in raso, ma sembra più una sottoveste. Praticamente non ha seno e i capelli cortissimi. Mi afferra ai lati della testa e mi bacia delicatamente.

Sento la sua lingua accarezzare la mia, inseguirla e bramarla sempre più. Mi allontano da quel bacio e guardi Cristiano. Lui mi incoraggia con lo guardo. Posa una mia mano sui suoi pantaloni, per farmi sapere che è eccitato. Mi volto di nuovo verso la sconosciuta e stavolta sono io a baciarla, mentre continuo a stuzzicare l’erezione del mio compagno. So perfettamente che la gente in sala ci sta guardando e stranamente la cosa mi piace.
Qualcuno mi libera dal bicchiere e ne approfitto per afferrare il braccio della donna, facendole appoggiare la mano sul mio ginocchio e spostandola verso l’alto. Ha capito cosa voglio e libero la presa. Sempre continuando a baciarla, sento la sua mano infilarsi sotto il mio vestito.

Allargo leggermente le gambe, per incitarla. La sento risalire fino ad arrivare agli slip. Due dita si infilano sotto l’elastico e cercano vogliose il mio clitoride. Mi lascio masturbare davanti a tutti. Pongo fine al bacio e mi volto verso Cristiano. Mi mordo il labbro inferiore, assaporando quel piacere appena accennato. Ci guardiamo negli occhi senza dire nulla, lo vedo bearsi del mio godimento.
Con la coda dell’occhio noto che alcuni uomini si sono avvicinati, per guardare meglio la scena.

“Accelera!”, sussurro alla donna.

Voglio che mi sentano godere e voglio venirle in mano. Lì, davanti a tutti.
I miei gemiti sono sempre più udibili, ma Cristiano sa perfettamente che la cosa non possa bastarmi. Infila la sua mano sotto l’abito anche lui, scosta il bordo delle mutandine e mi penetra con due dita. Ora si che posso godere appieno.

Lei non può più ritrarre la sua mano, bloccata dal palmo del mio uomo, l’unica cosa che può fare è menare il mio clitoride sempre più velocemente. Mi lascio scopare da entrambi, spalancando le gambe e reclinando la schiena verso la spalliera del divano. Sento che l’orgasmo non è poi così lontano e perdo totalmente il controllo del mio corpo. Non riesco più a controllare il volume della mia voce, ramai quasi urlo.

Ed ecco il mio orgasmo tanto desiderato, che prepotentemente invade il mio corpo. Gli spasmi sono violenti e liberatori al contempo. Lascio che il mio corpo si rilassi lentamente, mentre osservo alcuni degli uomini intorno a noi, visibilmente eccitati. La sconosciuta accanto a me sta assaporando i miei umori sulle sue dita e dopo le fa assaggiare ad un estraneo.

“Non credere che sia finita qui. Questo è stato solo l’antipasto, vorrei che tu affrontassi il vero motivo per cui siamo qui”. Mi sussurra Cristiano all’orecchio.

C’è dell’altro? La mia mente ed il mio corpo si ridestano all’istante e la voglia ritorna a farsi sentire prepotente in me.
Cristiano mi conduce in una stanza vuota.

‘Allora, tra le varie stanze ce n’è una particolare ed è dove vorrei condurti. Conosci il Glory Hole?’, prosegue vedendo il mio assenso, ‘Ecco qui puoi scegliere di essere protagonista. Avresti a disposizione anche due campanelli, uno da usare se decidi di terminare l’esperienza ed uno se vorrai rifiutare il cazzo che ti viene proposto. Non dovrai dare spiegazioni del rifiuto. Io sarò subito fuori del cubicolo, seduto al divano, a portata di voce. Sarai tu a decidere cosa farci con quei cazzi. Ti andrebbe di provare?’

‘Essere un buco da riempire da perfetti sconosciuti?’, chiedo io.

‘Quale modo migliore per sentirsi una troia? Manterrai il potere su quei cazzi. Credi di poterlo fare?’

L’idea mi attira, ma non riesco a capire perché una parte di me resta titubante. Si, certo, la trasmissione di malattie ha la sua rilevanza, ma non è questo che mi frena. Mi rendo conto, finalmente, che il mio unico problema è il mistero. Il non poter scegliere gli uomini con cui sollazzarmi, il mio istinto di voler mantenere il totale controllo su me e gli altri sono dei vizi che non mi abbandonano mai.

‘Ok, dai, facciamolo. Bisogna rischiare nella vita, no? Mi affido al tuo giudizio. Se mi hai condotta qui, non è certo per farmi del male e farmi rischiare inutilmente’, decido infine.

‘Brava bambina. Aspetta qui, vado a cercare l’addetto alla Glory Hole’

Il volto di Cristiano si illumina a causa della mia scelta. Credo che una volta a casa mi ricompenserà lautamente, facendomi assaporare tutta la sua eccitazione provata. Finalmente torna con l’incaricato di quella stanza. Mi conducono al famoso cubicolo. Mi viene indicato dove lasciare gli abiti, come usare i due campanelli, dove trovare la biancheria da bagno e la doccia. In più scopro che posso aprire diversi tipi di feritoie, in base a dove voglio avere i cazzi.

Sono lì da meno di dieci minuti, nuda ed in attesa, quando il primo cazzo viene inserito nel buco che ho lasciato aperto. Mi inginocchio su di un cuscino e prendo in mano quell’asta già in tiro per me. Inizio a leccarlo, ad assaporarlo gustando ogni centimetro di quella poderosa mazza. Mi sistemo meglio, per poter mettere il cazzo tra le mie tette. Sento anche che dall’altra parte l’idea è ben gradita e iniziamo a muoverci entrambi in quella misteriosa spagnola.

Sentire i gemiti, dall’altra parte del divisorio, mi incita a continuare con maggior vigore. Quell’uomo non impiega molto a venire e la cosa mi delude un po’. Anche la sborrata è ridotta ai minimi termini.

Faccio appena in tempo a ripulirmi la faccia, che un nuovo cazzo mi viene proposto. A differenza del precedente è più tozzo e le palle son più grosse. Decido di spomparlo per bene ed inizio a succhiargli anche l’anima. Ma anche lui viene in quello che mi pare un tempo breve. Sono sempre più scoraggiata e la mia libido inizia a scemare. Approfittando di una pausa, cerco di mettermi in contatto con Cristiano, lo vedo tramite la fessura, ma lui fa segno di aver le labbra cucite.

Col terzo cazzo vado di mano e velocemente, oramai son talmente delusa dall’esperienza, da pensare solo di potermi far sborrare addosso dal maggior numero di cazzi possibili.
Dopo un numero notevole di sborrate, davanti a me si propone l’ennesimo scettro. Lo smanetto un po’, anche se non occorre, visto che è già duro come il marmo. Lo accolgo tra le labbra, continuando ad accarezzare le palle. Sento che si muove, che la sua volontà è di scoparmi la bocca. Lo accontento restando ferma. Di tanto in tanto lo sento rallentare ed allora ne approfitto per prenderlo tutto in bocca, sentendolo fino in gola. Il suo grugnito aumenta di volume, mentre mi sento quasi soffocare.

Devo ammettere che, rispetto alla media della serata, quest’uomo ha una resistenza maggiore e la cosa mi piace. Mi sto gustando ogni singolo momento di quel pompino e sentirlo godere, mi fa tornare l’eccitazione. Inizio a massaggiarmi il clitoride e presto torno ad essere bagnata e vogliosa.
‘Toc toc’, il segnale che anche quell’uomo sta per venire. Lo prendo in mano e lo sego velocemente. Diversi schizzi mi imbrattano ovunque, il viso, i capelli, le tette. Sembra quasi che quell’uomo non voglia smettere di sborrare. Mi sta facendo la doccia e vorrei che continuasse a lungo. Ma tutte le cose belle hanno una fine.

Mi lavo velocemente e decido di volere di più. Apro il foro più ampio e mi sistemo sul lettino, facendo uscire le gambe dal cubicolo. Prontamente qualcuno mi afferra le gambe e le solleva per legarmi le caviglie. Posiziono il campanello sullo sgabello accanto al lettino, in caso di emergenza. Ora non sentirò il classico bussare per segnalare l’arrivo dell’orgasmo. Secondo il regolamento, gli uomini sono tenuti a sfilarsi per non venire dentro alla donna.

Dopo pochi attimi, ecco che mi sento penetrare. Per fortuna ero già abbondantemente bagnata dalla situazione, altrimenti proverei solo un gran dolore. Vengo trapanata come una furia, quell’uomo pensa solo al proprio piacere e poco gli importa di me. Sono solo uno strumento di piacere. Infila le mani nel buco e mi afferra le tette.

Le stringe forte e ci si aggrappa per poter essere ancora più rude nel fottermi. Non provo piacere, ma decido di non silurare quel cazzo, una troia prende quel che viene. Lo sconosciuto non accenna a rallentare, anzi aumenta l’andatura, diventando ancor più rude. Mi estraneo con la mente, cercando una fantasia che possa eccitarmi abbastanza da provar piacere, ma non la trovo. Ad un tratto la cosa cambia. Lui, forse, si rende conto che non sto godendo o forse ha bisogno che io sia più bagnata. Mi libera le tette ed inizia a masturbarmi, mentre continua a sfondarmi.
Finalmente anch’io ho la mia dose di piacere, seppur molto lieve. Solo sentendomi mugolare sembra placarsi, finalmente si sfila da me e mi sborra addosso. Qualcuno si incarica di ripulirmi e lavarmi, prima di accogliere il successivo uomo.

All’improvviso due dita iniziano a massaggiarmi il clitoride, delicatamente. Con l’altra mano mi penetra e faccio capire che la cosa mi piace, mugolo come una gattina. Protesto quando quelle mani si allontana dalla mia figa, ma è solo una pausa momentanea. Una lingua inizia a leccarmela.

Mi lascio andare, finalmente qualcuno a cui importa del mio piacere, oltre che al suo. Mi sento penetrare, mi sta scopando con la lingua, mentre col naso struscia sul clitoride. Ora si che mi sento porca nelle mani di un perfetto sconosciuto e mi rilasso. Non si ferma finché non mi sente venirgli in bocca, assaporando tutto il mio piacere.

Lo sento rialzarsi e subito dopo ecco il suo cazzo tutto dentro di me, mi afferra dalle gambe ed inizia a fottermi. Come nella stanza comune, non mi importa che altri mi sentano godere. Sono totalmente piena di quel cazzo e godo come non facevo in passato.

Più sento il suo ansimare e più perdo il controllo del mio corpo. All’improvviso vengo raggiunta dal mio desiderato orgasmo, ma lo sconosciuto è ancora ben lontano dal venire. Non si ferma per permettermi di rilassarmi. Normalmente la cosa mi darebbe fastidio, gli inconvenienti di avere un clitoride ipersensibile.

Eppure il non avere il controllo della situazione non mi permette di provare le classiche sensazioni dolorose.
Per un attimo vaglio l’ipotesi di chiedere una paisa, ma non è questo il senso del gioco. Così decido di rilassarmi e provare a gustarmi queste nuove sensazioni. L’uomo cambia costantemente la velocità della scopata, quasi a voler prolungare quel piacere all’inverosimile. Mi sento come sulle montagne russe. Nel momento in cui inizio a provare piacere, ecco che rallenta, come se fosse ad un passo dallo sborrare lui stesso e volesse impedirlo.

Di certo la cosa mi aiuta a lasciarmi andare, senza cadere nel vizio di prendere il controllo della situazione. Il ragazzo inizia a titillarmi i capezzoli, ora che vedo le sue mani, posso ipotizzare che non sia un uomo di mezza età. Ora si che godo senza freni e lui riprende ad accelerare l’andatura.

Siamo entrambi troppo eccitati per resistere. Vengo di nuovo e subito dopo lo sento uscire e iniziare a menarselo. Ecco che i suoi schizzi caldi mi imbrattano il ventre. Lo sconosciuto mi bacia una caviglia, quasi a ringraziarmi di quella goduta.
Mi affretto a suonare il campanello, meglio porre fine all’esperienza, prima dell’arrivo di un altro uomo. Prontamente qualcuno viene a liberarmi le gambe, di modo che io possa rialzarmi dal lettino.

Raccolgo le mie cose e mi dirigo in bagno per lavar via tutte le tracce di sborra che ho addosso. Mi sto ancora insaponando, quando sento due mani sulla mia schiena. è Cristiano sgattaiolato di nascosto sotto la doccia. Normalmente sarebbe vietato dal regolamento, ma non sarò di certo io a far la spia.
Mi sfila la spugna dalle mani ed inizia ad insaponarmi ovunque. I nostri sguardi si incrociano spesso. Mi sorride e mi fa sentire bene. Non mi sta giudicando, anzi, lo sento complice di questo nostro piccolo segreto. Mi lava i capelli, ancora imbrattati di sborra e mi bacia dolcemente.

Proprio mentre apro nuovamente il getto dell’acqua della doccia, ecco che mi sorprende prendendomi in braccio. Mi appoggia contro il muro e scivola dentro di me. Si ferma, guardandomi negli occhi.

‘Fottimi!’, lo incito, ‘Fammi tua, la tua troia in calore’.

è proprio quello che vuol sentirsi dire. Inizia a muoversi dentro di me con molta foga. La mia Dea interiore esulta. Mi sta spaccando in due e con una mano mi tappa la bocca per non farci scoprire. I suoi gemiti sono versi animaleschi udibili solo a me.

Il fatto di essermi fatta usare da quegli sconosciuti e la paura di essere beccati lo rendono impaziente. Mi morde una spalla, come a volermi marchiare, a volermi far capire che sono sua, anche se dovessi prendere tutti i cazzi di questo mondo. Veniamo insieme, frettolosamente, ma decisamente il miglior orgasmo della serata.

Siamo nuovamente in macchina, sulla strada verso casa.

‘Davvero non hai idea di chi fossero quegli uomini? O quantomeno uno di loro?’, mi chiede lui, scrutandomi per una frazione di secondo.

‘Cri come potrei aver riconosciuto qualcuno? Non li ho visti in faccia e, soprattutto, qui non conosco nessuno’, gli rispondo io stupita.

‘Errato, una persona la conosci. Hai presente l’ultimo che hai spompato ed il primo che ti ha fottuto? Sono la stessa persona e la conosci fin troppo bene. Ho persino temuto che lo avessi riconosciuto e solo per questo ti fossi lasciata scopare’.

‘Ah si? No, per me erano solo dei cazzi, non avrei mai potuto associarli a qualcuno di mia conoscenza. Dai, chi è?’, gli chiedo con fare civettuolo.

‘Devo ammettere che la scelta di usare le maschere è stata perfetta, se mi avesse riconosciuto, presumo che avrebbe capito e se ne sarebbe andato. Lui, al contrario, non aveva maschere. Era Valentino, era da solo. Dopo di te è entrato in una stanza threesome’, mi guarda nuovamente per capire la mia reazione.
Resto stordita, mi son lasciata sbattere da lui, l’unica persona che non avrebbe dovuto toccarmi, per riuscire a dimenticarlo. Riflettendo, però, ora mi è chiaro il perché di quelle sensazioni negative mentre mi scopava. La sua incapacità di farmi godere, si attuava anche quando l’uno non sapeva dell’altro. Allora non ero mai stata io il problema.

‘Beh’, dico infine, ‘se nonostante le continue scopate con Milena, lui cerca sesso altrove, come faceva prima di star con me, non deve essere poi così soddisfacente. Insomma il solito fumo, ma niente arrosto. Del resto non bisogna mai credergli, quando parla di sesso. Racconta in giro di avere una resistenza proverbiale e di non riuscire a venire solo con un pompino. Peccato che non sia vero, con me in diverse occasioni sborrava solo col sesso orale, senza che si aiutasse a raggiungere l’orgasmo, menandoselo davanti al mio seno. Anzi, una volta, in un hotel, non dovetti neanche succhiarlo molto, venne quasi all’istante. Perciò”

Entrambi scoppiamo a ridere, mentre rientriamo verso casa.

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