Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Incontro indiscreto sul treno

By 13 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019One Comment

Il treno regionale vecchio e scassato era un forno sotto il caldo sole estivo. Una scatola di metallo arroventato, e c’era una sola cosa che rendesse il calore sopportabile, Lei, altra sola avventrice di quel vagone oltre a me. Seduta rivolta verso di me nel blocco di posti da quattro dopo il mio. La guardavo dalla fessura tra le poltrone. Una dea. Dalla pelle color del cioccolato, non fondente e scuro, un dolce cioccolatino al latte, che si stava letteralmente sciogliendo a quel calore. Una ragazza di una bellezza incredibile, un viso d’angelo, zigomi alti fra cui si trovava un naso piccolo e delicato per una ragazza d colore e delle labbra piene e carnose che mettono una voglia di infilarci la lingua in mezzo’ e non solo.  Porta un vestitino molto corto e molto scollato, troppo scollato, un seno magnifico, non esagerato, una terza direi, chiuso in un da due fasce che si legavano dietro al collo e scollato sui fianchi e sulla schiena che lasciava vedere un reggiseno di pizzo tutto nero. Il vestito &egrave appunto corto e lei siede tenendo, a causa del caldo, le gambe leggermente divaricate. Il mio occhio non fa altro che cadere fra quelle gambe scure e ben tornite, aperte a sufficienza da mettere in mostra le cosce, da lasciar immaginare ciò che con crudeltà non facevano vedere.

Non so cosa mi sia preso, il caldo, l’eccitazione, la pressione del mio cazzo durissimo sui pantaloni, decisi di mettere al bando ogni discrezione, non più sbirciate di sfuggita, mi metto a fissare intensamente quel punto scuro fra le sue cosce, dove stava una figa sicuramente molto accaldata. La consapevolezza di poter essere visto a fissare in maniera tanto indiscreta la sua intimità non fa che aumentare la mia eccitazione, lancio brevi occhiate al suo viso, per controllare se le mie attenzioni si dono, come spero, palesate ai suoi occhi.  Lei fa un breve movimento, come se volesse chiudere le gambe ma non sapesse bene se o come farlo. Allora mi rendo conto che finalmente mi ha colto con le mani, o meglio con gli occhi, nel sacco. Io spinto ormai solo da una profonda eccitazione allargo le gambe e mi metto una mano sull’inguine mettendo ben in mostra il mio pacco. Non poteva certo restare la a farsi fissare come un pezzo di carne, la dea d’ebano quindi si alza in piedi, si mette di profilo e inizio a fissare fuori dal finestrino. Madornale errore, cosi tesoro mio dai alla mercé del mio occhio inopportuno il tuo fianco, il reggiseno di pizzo nero che si vede uscire da sotto l’abito e perfino un accenno della curva del seno. Ma la cosa migliore &egrave senza dubbio il culo. Cazzo che culo. Di dimensioni notevoli, oserei quasi dire grosso,  senza però risultare grasso. Ormai immagino di passare il mio cazzo eretto fra quelle chiappe e di scendere a infilare la lingua fino ad arrivare a lambire il suo buchino. Ormai sono oltre ogni pudore e rispetto e prendo a massaggiarmi con la mano il pacco. Lei che ogni tanto mi spia per tenermi d’occhio ritrova un briciolo di dignità e di colpo torna a sedersi, rimettendosi nella posizione iniziale, con le cosce divaricate mai abbastanza. Parla: ‘ vuoi che allargo le cosce e ti mostro la figa schifoso che non sei altro? Così ti fai una sega e la finiamo che tanto io quel cazzetto che ti ritrovi non lo sentirei neanche’. &egrave giovane, avrà la mia età, circa 25 anni. Ormai sono in paradiso, quelle parole suscitano in me l’effetto contrario di quello che sperava lei, e le rispondo:’ sicura che il mio cazzetto sia tanto piccolo? Non dovresti giudicare troppo in fretta!’. Mi ride in faccia ‘ non ne voglio neanche sentir parlare, sei uno stronzo minidotato che si diverte a molestare le ragazze nei treni’. Era vero? Una cosa così non l’avevo neanche mai pensata, eppure ora mi ritrovo la in quella situazione cui ero stato guidato solo dalla libidine a rischiare una denuncia.  faccio l’unica cosa che mi &egrave possibile, quello che ogni fibra della mia carne mi dice di fare. Tirare fuori il cazzo. Mi apro i pantaloni ed estraggo la mia verga, e che verga, di tutto rispetto e non solo più di 20 cm e con un bel diametro. Io stesso rimango quasi sorpreso, ovviamente so di avercelo grosso ma porca troia non era mai stato così gonfio il mio cazzo, sono così eccitato. ‘hai ragione scusa, sono una merda e mi sento una merda, ma tu sei un angelo e guarda come mi hai ridotto’ dopo che sei entrata non ho capito più nulla, ho iniziato ad essere sempre più eccitato e non mi sono neanche reso conto di come sono arrivato fino a qui. Ma guardami, ho il cazzo in tiro che sta per esplodere, e tutto per colpa o merito tuo. Potrei morire pur di infilare la lingua fra quelle tue gambe’. Io non so quale spirito sciamanico dell’africa nera vegli su di me ma noto subito il cambiamento nella sua espressione. Prima quando ho tirato fuori la minchia da cavallo. E poi dopo aver finito di dire ciò che avevo dentro. Si alza in piedi e viene a sedersi direttamente davanti di me. Questa volta le cosce sono ben chiuse. In compenso ho le sue tette a mezzo metro dai miei occhi. I suoi invece vanno dal mio viso alla mia cappella violacea e bagnata di umori. ‘sei un porco schifoso e dovrei urlare e chiamare il capotreno’. Ora mi guarda dritto negli occhi. ‘ ma ti meriti ben di peggio” con la mano sinistra mi afferra il cazzo alla base e stringendolo tanto forte da farmi male. Con la destra eccola che mi molla un ceffone sul glande turgido. Cazzo che male, tanto da farmi vedere le stelle, tanto da farmi quasi venire ‘porco schifoso basdardo’. Ora però non faceva più allusioni sul mio cazzetto. La destra si infila tra le mie coscie e mi affera i testicoli gonfi. Me li strizza. Ma non lo fa per farmi male, certo sussulto e mi scappa pure un gemito di dolore, delicata non &egrave, ma avrebbe potuto lasciarmi in ginocchio dolorante per tre giorni se avesse voluto. Se avesse voluto’ ma voleva altro’ ‘ adesso tu stronzo ti metti in ginocchio davanti a me e mi lecchi la figa ma stai attento che devi risarcirmi del tuo comportamento da maniaco, quindi o mi fai godere o ti prendo a calci nelle palle’. Dio santo mi getto in ginocchio davanti  a lei’ era tutto quello che volevo’ lei si alza la gonna fino a sopra i fianchi e lentamente si abbassa le mutande di pizzo nero. Scoprendo finalmente l’oggetto del mio tormentato desiderio. Una figa bellissima, splendida, e slabbrata già, ed eccitata. Tanto. Si vede che &egrave bagnata, le labbra gonfie di eccitazione. Il clitoride sporgeva, bottoncino eretto sopra al punto in cui si uniscono le piccole labbra. E poi come un regalo dal cielo la cosa che adoro di più, una peluria fitta ma corta sul monte di venere che scende ai lati delle labbra pelo corto e riccio, adorabile. &egrave sudata, respiro l’odore della sua figa a pieni polmoni per poi avvicinare la punta della mia lingua al suo orifizio. Non voglio fiondarmi subito sulla clitoride, c’&egrave tempo e nulla al mondo mi staccherà dal sesso di quella dea. Muovo la lingua circolarmente sopra l’orifizio sfiorando le piccole labbra per poi dedicare la mia attenzione al lembo di pelle tra le grandi labbra e le gambe. Ha il sapore acre della figa sudata ma &egrave nettare per me. La sento sospirare, la sto letteralmente torturando. Lei vuole godere ma io prendo tempo, gioco con lei. &egrave il momento di leccare una delle piccole labbra, faccio scorrere la mia lingua sulla lunghezza, da entrambi i lati per poi prenderla fra le labbra e succhiarla. Ecco che inizia godere sul serio. Dopo aver dedicato lo stesso trattamento alla gemella capisco che lei non resiste più, vuole godere sul serio e allora porto la mia lingua sulla clitoride muovendola in verticale. Su e giù lentamente ma con tocco pesante premendo forte con la lingua. Con le mani le allargo bene la passerina fradicia e ora la mia lingua scorre dal clitoride al suo orifizio. Indugio sempre di più ul buchino. Spingendo la lingua piano dentro all’apertura. Per finire scendo con la testa e con la lingua arrivo a leccarle il buco del culo. Una sensazione fantastica e un sapore in descrivibile. Per nulla sgradevole. Lei &egrave brusca mi stacca la testa dal mio paradiso e mi getta sul sedile. Si fionda sul mio cazzo e si infila in bocca tutta la grossa cappella. E inizia a succhiare, forte cazzo, quasi da fare male. Mi stava succhiando tutti gli umori di cui era ricoperta la mia punta. Non riesce a infilarlo tutto in bocca, &egrave troppo grosso. Ci prova ma deve desistere. Adesso sono io cha la stacco. Ho voglia di scoparla. Di aprirle la figa in due. La tiro in piedi davanti a me. &egrave vicinissima, la punta del mio cazzo &egrave solleticata dai peli della sua figa. Le faccio passare sopra la testa la fascia che tiene unito il vestito dietro il collo e le infilo la lingua in bocca sentendo il sapore del mio seme sulla sua lingua. Mentre lei ricambia il mio bacio le abbasso il reggiseno e mi riempio le mani delle sue tette. Sode. Dure come il marmo. Potrei toccarle tutto il giorno. Ma come ho detto la voglio scopare e cazzo se anche lei vuole essere scopata. La spingo contro il sedile e con il glande le strofino tutta la figa. &egrave così bagnata che per poco non vengo risucchiato. Punto il cazzo sull’orifizio e spingo per entrare. Faccio fatica ma ci sono abituato. Dopo poco sono completamente avvolto dai suoi umori e dal suo morbido calore. Inizio a pomparla con forza e godiamo da matti tutti e due. Duriamo poco. Non c’&egrave da stupirsi dato il livello di eccitazione di entrambi. Mentre ho la sua lingua in bocca e le sue tette fra le mani la sento fremere, stringersi attorno al mio cazzo. Lei si stacca da me e mi sussurra ‘godo’. le rispondo che anche io sto per venire. Voglio venirle dentro e non c’&egrave bisogno di chiederglielo, anche lei lo vuole infatti mi stringe il bacino con le gambe tenendomi intrappolato dentro di lei. Lei sta venendo lo sento, e anche io vengo, i fiotti caldi di sborra partono dal mio cazzo e le inondano la figa. La riempio tutta. Quando ormai entrambi stremati ci rilassiamo e scivolo fuori da lei mi lascio cadere sulla poltrona. Col cazzo ancora parecchio duro lei si abbassa a prendermelo in bocca e me lo pulisce tutto con la lingua. Contemporaneamente si infila due dita dentro. Le tira fuori piene del mio seme e del suo piacere e me le infila in bocca. Ha un sapore fantastico. Lei si alza e prende dalla sua borsa una penna. Sopra il mio cazzo, sopra il pelo che tengo corto, a raso, scrive il suo numero sulla mia pelle. Mi da un bacio e mentre si ricompone mi dice ‘chiamami domani’ ma io non posso lasciarla andare così la mia dea, anche se con ogni probabilità sarò ancora dentro di lei prima di 24 ore. Mentre si gira e si riabbassa la gonna le fermo le mani e le stampo un bacio sull’ano. Un bacio con la lingua. Per sentire ancora quel sapore. Lei si gira e mi fa. ‘Se fai il bravo la prossima volta ti faccio fare qualcosina in più con il mio culetto, non te lo lascio solo leccare’    dopo queste parole finito di ricomporsi esce dal vagone. Il treno &egrave quasi arrivato a destinazione ma di certo questa non &egrave la fine.                 

One Comment

Leave a Reply