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Iniziato da Due Cugine?

By 25 Giugno 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

Domenica
Sono G.G. e ho 48 anni vivo in un paesotto sulle prealpi bresciane, e sono stato iniziato al sesso da due cugine, una materna, Emanuela di 3 anni più grande di me, diciottenne figlia del fratello di mia madre e vicina di casa, l’altra paterna, Lorella anch’ella diciottenne figlia della sorella di mio padre, e figlia del titolare e segretaria della ditta presso la quale all’epoca lavoravo. In quel periodo mi facevo le prime seghe e le mie fantasie erano prevalentemente indirizzate verso le ragazzine mie coetanee.

Tutto ha inizio la domenica pomeriggio del 15 giugno 1980. Con le nostre famiglie stavamo raggiungendo la baita di montagna per il consueto pranzo domenicale, e io e mia cugina Emanuela, materna, ci eravamo attardati a raccogliere dei fiori. Era una calda giornata estiva ed entrambi indossavamo dei vestiti leggeri, io maglietta e pantaloncini lei maglietta e una corta gonnellina. Nell’attraversare un prato fiorito di viole del pensiero, Emanuela volle raccogliere un po’ di quei fiori e mia madre m’impose di fermarmi ad aspettare e fare compagnia alla cugina, visto che poi dopo dovevamo attraversare un bosco. Mi fermai malvolentieri perché il prato era al sole ma poi mi dovetti ricredere. Emanuela camminava un paio di metri avanti a me e si chinava spesso per raccogliere i fiori, con il risultato di far salire la corta gonnellina scoprendole le cosce fino al limite delle mutandine bianche. Al che allora decisi di raccogliere anch’io dei fiori, cosi che avessi una scusa per chinarmi e spiare meglio l’intimità della cugina. Il primo risultato su che il mio cazzo rispose con una poderosa erezione. Quando mi chinavo vedevo chiaramente il rigonfiamento della figa di Emanuela, anche se era coperta dalle mutandine. Addirittura una volta la cugina si bloccò e si chinò appena ripartita e non feci in tempo a fermarmi, con il risultato che involontariamente la tamponai sulle chiappe con il mio cazzo. Non so se fece caso alla mia erezione, e mai glielo chiesi, però scoppiammo entrambi in una fragorosa risata. Giunti alla fine del prato prendemmo il sentiero che attraversava il bosco. Nel fare una svolta passammo sopra una strada agroforestale e notammo una macchina che si fermò proprio sotto di noi. Ad un cenno della cugina ci nascondemmo dietro ad un cespuglio. Lei aveva riconosciuto l’auto del suo fidanzato ed aveva visto che era in buona compagnia. Difatti stava con una ragazza biondina e subito s’avvinghiarono in bacio focoso. Emanuela che stava dietro di me volle spiare meglio e si sporse sullo strapiombo appoggiandosi con il petto sulla mia schiena. Sentivo il suo fiato sul collo e le sue piccole tette schiacciate sul mio dorso. La ragazza in auto sfilò i pantaloncini e le mutande dal ragazzo di mia cugina e iniziò a fargli una sega. Le mani di Emanuela sulle mia spalle alla vista di ciò affondarono le unghie nella mia carne. La capivo ma volevo protestare quando riconobbi la ragazza in auto, era mia cugina, paterna, Lorella. Lei si voltò per un attimo e i nostri sguardi s’incrociarono e vidi lo stupore nei suoi occhi quando anch’ella mi riconobbe. Si spaventò e mollò la presa dal cazzo che stava segando, obbligando il ragazzo a rivestirsi e a ripartire subito con la macchina. Appena furono ripartiti mi voltai verso Emanuela, lei non aveva riconosciuto che la ragazza in auto con il suo fidanzato era mia cugina Lorella, la vidi che piangeva. Mi avvicinai e l’abbracciai, si rincuorò e disse che gliel’avrebbe fatta pagare a quel mascalzone. Mentre l’abbracciavo sentivo il mio cazzo che premeva sul suo ventre. Lei se ne accorse e scoppiò in una risata isterica dicendomi: ‘ bravo il mio cuginetto, io soffro e lui che fa? Si eccita! – – no Manu ‘ dissi – è che sono rimasto sbalordito e non so che cosa lei gli stesse facendo ‘ vidi la cugina sorpresa e mi disse: ‘ davvero non lo sai? gli stava facendo una sega, lo sai cosa è una sega vero? ‘ arrossendo le risposi: ‘ si lo so cosa è, ma pensavo che i ragazzi se le facessero da soli le seghe, non lo sapevo che potevano farsele fare dalle ragazze – – e tu te le fai le seghe? ‘ mi chiese in tono sprezzante la cugina. M’imbronciai e le dissi: ‘ non sono affari tuoi ‘cugina’ se io mi faccio le seghe o meno, piuttosto è il tuo ragazzo,come hai visto che si fa fare le seghe dalle altre ‘ un lampo negli occhi della cugina, per un attimo temetti la sua reazione, ma che inaspettatamente fu: ‘ adesso non possiamo perché ci aspettano, ma domani sera vieni a casa mia che ne riparliamo e ti faccio vedere io come le fanno le seghe le ragazze. ‘ Mentre diceva questa frase allungò un mano a tastare il mio cazzo e con una risata aggiunse: – ahhahhahaa cugino, vedrai domani sera-. Riprendemmo il tragitto nel bosco raggiungemmo gli altri famigliari a pranzo e tutto fini li. La sera appena giunsi a casa mi sparai due seghe in onore delle mie due cugine.
Lunedì
Il giorno dopo, lunedì 16 giugno 1980, la mattina come al solito sono sotto casa tutto assonnato che aspetto che passino a prendermi per portarmi al lavoro, visto che fino al mese prima la ditta era vicina a casa ci andavo a piedi e poi causa trasferimento si è spostata più a valle di circa sei/sette chilometri. Scendo sempre una decina di minuti prima, ma quella mattina vedo spuntare, con molto anticipo, dalla curva la R4 rossa e solo allora mi torna in mente che al lavoro mi ci porta mia cugina Lorella. Salgo e noto il volto teso della cugina, la quale preferisce far finta di nulla in merito agli avvenimenti del giorno precedente nel bosco. Complice il fatto che fossimo in anticipo e del poco traffico arrivammo per primi alla ditta e la trovammo ancora chiusa, così restammo in auto, nel posto auto piuttosto appartato, ad aspettare che arrivasse lo zio ad aprire. La situazione era molto tesa poi ad un tratto Lorella parlò: ‘ senti G.G., quello che hai visto ieri nel bosco, sai a cosa mi riferisco, tu lo capisci vero? – – cosa dovrei capire? ‘ dissi, e nel mentre il mio cazzo cominciò a stare stretto nelle mutande, -sai io non sono mai andato nel bosco a ‘parcheggiare’ con una ragazza, spiegamelo tu cosa facevi ‘ la cugina Lorella trasse un profondo sospiro e disse piano: – gli stavo facendo una sega, sai cosa è una sega? ‘ al che, da marpione dissi la stessa frase detta a Emanuela: – si lo so cosa è una sega, ma pensavo che i ragazzi se le facessero da soli le seghe, non lo sapevo che potevano farsele fare dalle ragazze ‘ poi aggiunsi: – da come ho visto a te piace fare le seghe ai fidanzati delle altre ‘ Lorella si rabbuiò e con un filo di voce mi disse: – non dirlo a tua cugina che mi hai visto – – per chi mi hai preso? Sei mia cugina anche tu o no? ‘ un sospiro di sollievo giunse dalla cugina Lorella. Poi dissi: – sai che non mi sono mai fatto una sega? Non voglio mica diventare un segaiolo morto di seghe io – – bravo cugino, meglio se ti trovi una ragazza che ti fa le seghe invece che fartele da solo ‘ risposi con tono innocente: – tu la conosci una ragazza brava a fare le seghe, che sta ‘parcheggiata’ in auto e che sarebbe disposta ad insegnarmi tutto? ‘ le s’illuminarono gl’occhi e con un sorriso beffardo disse: – ahhahaha cugino, e vorresti che la tua cugina Lorella facesse ciò? ‘ risposi con uno sguardo implorante. La cugina si guardò attorno e vedendo che per un po’ non sarebbe arrivato ancora nessuno mi disse: – tiralo fuori che vediamo se ne vale almeno la pena.- Mi slacciai i pantaloni e li calai con le mutande fin sopra le ginocchia e misi in mostra il mio cazzo che mostrava già da tempo una superba erezione, vidi dall’espressione di Lorella che non s’aspettava un cazzo così. Senza dire niente allungò una mano e tastò la consistenza del mio cazzo, io ebbi un tremito. Poi la sua mano prese ad andare su e giù lentamente, scapellando e ricoprendo la punta sempre più velocemente. ‘ vedi, devi fare così su è giù, su e giù, sempre più forte ‘ il mio respiro si fece affannoso, e la cugina aggiunse: – hai un cazzo notevole caro cugino, davvero di bella dimensione ‘ ormai il ritmo della sua mano era sempre più frenetico ed iniziai a contorcermi sentendo l’orgasmo che montava furioso. Dalla tasca dei miei pantaloni, la cugina mi prese il fazzoletto intuendo che di li a poco avrei espulso il mio seme. Poco dopo esplosi in un orgasmo poderoso riempiendo il fazzoletto di sborra. La cugina mi disse: – bene, come prima sega non potevi durare a lungo, e visto che hai un gran bel cazzo t’insegnerò a resistere, domani mattina sotto casa passerò a prenderti ancora prima di stamattina, facciamo alle sette e dieci, così avremo più tempo, ora rivestiti che sta arrivando mio papà ad aprire la ditta.- Finita la giornata di lavoro, la cugina alle diciotto mi riaccompagna a casa ricordandomi di farmi trovare pronto alle sette e dieci, mi faccio una doccia veloce ceno e mi appresto ad uscire con i miei amici ma quando esco vedo in cortile mia cugina Emanuela, allora mi ricordo del discorso del giorno prima nel bosco. Lei ammicca e mi fa segno di seguirla in taverna. Scendo le scale con le gambe che mi tremano e raggiungo Emanuela. Mi sussurra all’orecchio: -sei pronto cugino?- ed intanto mi posa una mano sui pantaloni. Vedo nei suoi occhi uno stupore nel tastare la consistenza del mio cazzo, al che le sussurro io: – e tu cugina, sei pronta ad insegnarmi tutto? – – tutto, per adesso una sega poi si vedrà, ma tutto no, siamo cugini, stenditi su quel divanetto e tira fuori il tuo coso ‘ mi calo i pantaloni e mi stendo sul divanetto. Lei prende una poltroncina e l’avvicina al divanetto e comincia ad accarezzare il mio cazzo da sopra i boxer, poco dopo me li sfila e vedo nei suoi occhi una soddisfazione quando vede il cazzo dritto e duro. ‘ però cugino, che gran bel cazzo che hai, ora ti faccio vedere come una ragazza fa le seghe, così impari anche tu- – no, io non voglio imparare, meglio se me le faccio fare le seghe che farmele da solo, no?- – e bravo cugino, vedo che hai le idee chiare- Con una poderosa presa alla base del cazzo inizia il classico su e giù, su e giù, dapprima lento poi sempre più veloce, quando nota che mi contorco cerca nei miei pantaloni il fazzoletto e di li a poco esplodo in un orgasmo riempiendo di sborra il fazzoletto. Ripulito il tutto ci sediamo a chiacchierare e mi chiede se mi è piaciuto, le dico:- si mi è piaciuto molto, se vorrai insegnarmi sarò un allievo modello.- – beh visto il tuo gran bel cazzo sarà un piacere anche per me. – disse la cugina compiaciuta
Martedì
Martedì 17 giugno 1980 ore sette e cinque esco dal portone di casa e trovo la cugina Lorella che già mi aspetta in auto. è raggiante malgrado l’ora, e penso che voleva riavere tra le mani il mio cazzo. Arriviamo nel cortile della ditta e parcheggiamo nel solito posto auto appartato al che appena spenta la macchina Lorella si avventa sulla mia patta e mi sfila il cazzo che seppur turgido non ha ancora raggiunto l’erezione ed inizia a segarlo. Vedo compiacimento nei suoi occhi nel vedere l’erezione raggiungere la piena consistenza grazie alle sue mani. Poco dopo mi dice: – devi imparare a trattenerti, senza venire subito, ora quando senti che sei vicino me lo fai capire e io mi fermo e rallento, per poi ripartire . ‘ E così appena sento il bisogno di godere lo faccio capire e la cugina sapientemente rallenta il ritmo della mano, questo gioco si ripete più e più volte, fino a quando non resisto più, lei lo capisce e cerca il fazzoletto nelle mie tasche dei pantaloni, ma non lo trova. Si ferma di colpo e mi chiede : -dove c’è l’hai il fazzoletto? ‘ me lo sono dimenticato ‘ rispondo. Lei mi chiede:- ora come facciamo?- e io: -non lo so-. Poi mi dice:- scendi dalla macchina ‘ e altrettanto fa lei. Al riparo e nascosti dalla macchina riprende a segarmi, stavolta in piedi e standomi da dietro. In questo modo sento il calore del suo corpo avvolgermi la schiena le sue tette appoggiate mi fanno esplodere in un orgasmo portentoso. Mi rivesto e aspettiamo l’apertura della ditta. Alle diciotto nel riaccompagnarmi a casa dal lavoro la cugina Lorella mi rida appuntamento alla stessa ora per domattina. Doccia veloce e dopo cena scendo in cortile ma non trovo la cugina Emanuela. Penso che sia già in taverna e scendo giù ma di lei nessuna traccia. Risalgo e mi fermo in cortile e vedendo che non c’è faccio per andar via e la vedo sul balcone che mi fa cenno di salire. Salgo e trovo lo zio Angelo, saluto parliamo del più e del meno, poi gli zii dopo una decina di minuti escono, vanno alla baita in montagna. Sono solo con Emanuela in casa sua. La cugina indossa solo una maglietta lunga fino a metà cosce e senza maniche, si vede che è senza reggiseno perché due punte sembrano bucarla in prossimità dei seni. Mi fa accomodare sul divano e mi fa togliere i pantaloni e i boxer, al che si viene a sedere vicino e inizia a masturbarmi. Poi si fa scivolare una spallina ed un seno sbuca, ho un sussulto ed una brusca accelerazione verso l’orgasmo. Lei sapientemente, come l’atra cugina Lorella, rallenta il ritmo. Provo ad allungare una mano verso quel seno ma lei me la ferma e mi dice: – cugino, guardare ma non toccare, e non te ne pentirai ‘ trattengo l’impulso e lei poco dopo fa scivolare anche l’altra spallina fino alla vita, ora è a petto nudo con i suoi seni scoperti. Poco dopo fa scivolare la maglietta a terra e resta con addosso le sole mutandine. La vista del corpo nudo di mia cugina Emanuela, anche se aveva ancora le mutandine si vedeva bene il rigonfiamento della figa e lo scurimento del tessuto dovuto al fatto del pelo, mi fece arrivare ad un orgasmo che la cugine raccolse con un asciugamano. Rivestiti guardammo un poco la tele poi ritornai a casa mia solo dopo averle strappato un appuntamento per la sera dopo con la promessa che si sarebbe tolta le mutandine anche lei.
Mercoledì
Mercoledì 18 giugno 1980 ore sette e cinque esco dal portone di casa e trovo la cugina Lorella che già mi aspetta in auto. Noto subito una stranezza nel suo modo di vestire, difatti è la prima volta che la vedo indossare una gonna, anche abbastanza corta che durante il tragitto in auto scopre le gambe. Devo dire delle gran belle gambe, lunghe e affusolate, abbronzate. Arrivati nel solito posto auto appartato mi fa spogliare ed inizia a segarmi, poi con l’atra mano senza mollare la presa sul mio cazzo, con mille contorsionismi si toglie le mutandine ma si ricopre subito con la gonna senza farmi vedere niente. Prende le mutandine e me le passa sulla faccia e mi dice: – senti l’odore della mia figa, senti che profumo ‘ effettivamente mi sento inebriato dei suoi umori, poi con le stesse mi avvolge il cazzo e prosegue con la sega stando sempre attenta a non scoprire la sua figa. Mi masturba per quasi mezzora, e senza che lei se accorga la gonna le scivola sempre più su, poco alla volta, verso l’alto fino a scoprirle completamente le cosce. Ancora poco e sto per venire. Il mio contorcermi al raggiungimento dell’orgasmo fanno si che la sua figa si scopra e io veda la peluria bionda che la ricopre. Vengo e riverso la mia sborra nelle sue mutandine. Poi le dico: – bionda, c’è l’hai con i peli biondi.- a queste parole la cugina si guarda verso il basso e vede la sua figa scoperta. ‘ si, c’è l’ho bionda, d’altronde sono bionda naturale, e così adesso me l’hai vista la figa, come ti sembra?- – non lo so cosa mi sembra, non è che l’ho vista bene, hai le gambe chiuse, e poi non l’ho mai vista prima la figa- allora Lorella si volta verso di me, si tira su la gonna, spalanca le gambe e mi dice: -adesso la vedi bene?- e si la vedevo bene, a quella vista il cazzo si riprende in un’erezione poderosa. La cugina aggiunge: -si, la vedi bene, e vedo che ti piace tanto- non riesco a proferir parola, ho la gola secca, sembro ipnotizzato. Cerco di allungare una mano ma la cugina fa la ritrosa e mi blocca la stessa chiudendo le cosce. La guardo implorante, al che molla la presa con le cosce e con la sua mano avvicina la mia alla figa, poggiandola da prima sul monte di venere, sento la peluria sotto le mie dite, poi sempre guidando la mia mano fa scorrere due mie dita nella fessura umida e caldissima. Una volta aperte le grandi labbra preme le mie dita sulla clitoride. Praticamente si sta masturbando con le mie dite, fa tutto lei. Poco dopo gode in un orgasmo che la scuote e fa vibrare tutta. Ci ricomponiamo e iniziamo la giornata di lavoro. Alle diciotto nel riaccompagnarmi a casa mi dice che la mattina successiva sarebbe passata a prendermi alle sei e cinquanta. Dopo cena sto per scendere in cortile e sulla porta di casa trova la cugina Emanuela, perplesso la guardo mi strizza l’occhio, aggiunge una strizzatina al cazzo, entra in casa e saluta i miei genitori, poco dopo suonano al citofono, sono gli zii, ed i miei genitori scendono e partono con loro. Appena partiti la cugina si toglie la maglietta restando a seno nudo, e si sfila la gonna. Non si era messa le mutandine e rimanendo in piedi con le cosce strette vedo il triangolino di peli, ricci e neri. Mi fa cenno di spogliarmi ed in un baleno siamo nudi entrambi. Ci sediamo sul divano, lei prende l’asta del cazzo e comincia a carezzarlo, io intanto le carezzo i seni, piccoli sodi con i capezzoli turgidi, con una mano scendo sul basso ventre e le carezzo la peluria, ora so cosa fare, so dove toccare. Le allargo le cosce e faccio scorrere due dita nella fessura, le allargo le grandi labbra e vado alla ricerca della clitoride. La trovo ed inizio a massaggiarla con movimenti rotatori, premendo sempre di più. La sua mano stringe sempre più forte il mio cazzo, e più la sento avvicinarsi all’orgasmo più la cugina aumenta il ritmo della sega. Poi gode, la sento sussultare, contorcersi tra le mie mani, ma non molla la presa dal mio cazzo. Soffro, mi sta facendo male. Appena Emanuela si riprende riesco a farglielo capire, e mi dice: – poverino, hai ragione, ti ho fatto male, ma non capivo più niente, ho goduto in maniera pazzesca, fino ad ora mi ero masturbata sempre da sola, le tue sono le prime mani che toccano la mia figa, è stato bellissimo, grazie, certo che però ti ho fatto male poverino.- finito di dire ciò si china ed inizia a baciarmi il cazzo, dapprima sulla cappella poi ungo l’asta, bacia e lecca, lecca e bacia. Poi all’improvviso lo prende in bocca ed inizia a ciucciare, in seguito mi ha rivelato che quello era il suo primo pompino, anche il mio del resto, ma ciucciava in modo divino, sembrava una succhiacazzi nata. Nel mentre io le carezzavo nuovamente la clitoride con il risultato di farla godere nuovamente e nello stesso istante venni anch’io inondandole la bocca. La cugina non si fermò ed ingoiò buona parte del mio seme che però le colava fuori dalla bocca. Alla fine ci stendemmo esausti e la cugina disse:- ecco G.G. ti ho insegnato tutto quello che sapevo, anzi stasera ho provato anch’io qualcosa di nuovo, non avevo mai preso un cazzo in bocca, e devo dire che mi è piaciuto, poi tu mi hai fatto venire due volte e nessuno mai mi aveva toccato la figa prima- -beh cara cugina, dico che è stato bellissimo imparare da te, e adesso sarebbe bellissimo provare cose nuove assieme.- -si cugino, lo penso anch’io.- Ci rivestimmo e lei tornò a casa propria.
Giovedì
Giovedì 19 giugno 1980 ore sei e quarantacinque esco dal portone di casa ed aspetto che la cugina Lorella passi a prendermi come d’accordo alle sei e cinquanta. I minuti passano ma della cugina nessuna traccia. Poi alle sette e venti vedo sbucare dalla curva la R4. Si ferma ma alla guida c’è lo zio e di Lorella nessuna traccia. Gira la macchina e ritorna verso casa sua e mi spiega che Lorella ha fatto tardi e lui non voleva farmi aspettare in strada, solo che non sapeva che erano già trentacinque minuti che aspettavo, e che lui doveva partire per un viaggio di lavoro all’estero, con la zia, alle otto, cosicchè al lavoro mi avrebbe portato la cugina dopo la loro partenza. Alle otto puntali gli zii escono dal cortile di casa e la cugina si avvinghia e mi porta in camera sua. Mi fa spogliare e accomodare nel suo letto ancora caldo. Poi lei stessa si spoglia nuda e mi raggiunge sotto le lenzuola. Mi abbraccia e mi bacia. Che strano effetto baciare una cugina con la lingua, mi piace e mi dico che devo baciare anche Emanuela con la lingua, ecco una cosa che mi frulla in testa piuttosto strana, sono a letto nudo con mia cugina Lorella che mi bacia e penso all’altra mia cugina, a che bello sarebbe stare a letto con entrambe. Lorella ignara dei miei pensieri mi sta baciando il petto e scendendo sempre più inizia a ciucciarmi il cazzo iniziando un pompino favoloso, lei si che di cazzi ne doveva aver ciucciati tanti, difatti prende in bocca il mio cazzo e se lo spinge fino in gola. In men che non si dica vengo copiosamente nella sua bocca e lei beve tutto il mio seme fino all’ultima goccia. Poco dopo riemerge dalle lenzuola e mi dice :- piaciuto cugino? Questo si chiama pompino- io estasiato le dico che mi è piaciuto molto. Si sdraia e mi dice: – ora leccami tu la figa, vediamo se mi fai godere, fai come ieri con le dita ma usa la lingua- in breve mi getto tra le sue cosce e con la lingua mi faccio largo tra le grandi labbra e vado alla ricerca della clitoride. La trovo e la lecco, la bacio e la lecco, quando la succhio e con la lingua premo forte la cugina si contorce, ed allora insisto, succhio avidamente il sapore salato della sua figa. Poi dalle contorsioni di Lorella capisco che sta per venire e succhio forsennatamente fino a quando esplode in un orgasmo travolgente, il suo nettare diventa di un sapore dolce e fluisce copioso. ‘ wow cugino, come lecchi bene, nessuno mai mi aveva fatto godere tanto prima- – bene, significa che mi hai insegnato bene tu ‘ le dico. Lei ride ma si vede che è soddisfatta. Poi mi dice: -vorresti provare a scopare adesso?, mi sembri pronto, hai un gran bel cazzo ed io ne ho una voglia matta- -proviamoci, ma come ci mettiamo? Io non l’ho mai fatto- -tu stenditi- mi dice ‘ io ti salgo sopra e faccio tutto io, non è la prima volta che scopo- mi stendo con il mio cazzo dritto e duro all’inverosimile le mi sale a cavalcioni lo prende con una mano e lo porta alla figa. Poi si siede lentamente facendoselo scivolare dentro pian piano. Una sensazione incredibile mi pervade, sento le sue carni aprirsi ed avvolgere il mio cazzo, è bellissimo. Una volta infilatolo tutto dentro mi dice: – notevole, veramente un cazzo notevole caro cugino ‘ io farfuglio:- davvero? Non dirmi che non hai mai scopato con un cazzo notevole come il mio?- – e si caro cugino, proprio così, tutti cazzi nella norma, pochi a dir la verità, veramente soltanto uno e solo due volte, ma il tuo cazzo mi sono accorta che è enorme fin dalla prima sega che ti ho fatto, davvero, e di seghe e di pompini ne ho fatti a parecchi cazzi- – grazie cugina, è un onore per me, e questo cazzo sarà sempre a tua disposizione visto che è tuo parente – -ora stiamo zitti e pensiamo a scopare, tu stai fermo li sotto che faccio tutto io- aggiunse la cugina. Ed iniziò a cavalcarmi ad un buon ritmo sempre più crescente, io li sotto stavo fermo ma poi pian piano iniziai a dare delle spinte verso l’alto quando i suoi movimenti erano verso di me, con il risultato di entrare sempre più fondo fino a sbattere contro la parete in alto della sua figa. La cugina gradiva questo movimento ed io non sentendomi passivo ne ero ancor più soddisfatto. Lei mi cavalcava ed io spingevo, io spingevo e lei mi cavalcava, presi a stringere tra le mie mani le sue tette, la cugina gradi molto mugolando:- ah sii, siiii, ahh ahh siiii, vengo vengooo- Sentii le contrazioni della sua figa sul mio cazzo mentre veniva, e la sua figa farsi molto più calda. Poi mi disse:- quando stai per venire dimmelo, che non voglio restare incinta- poco dopo le dissi che stavo per venire, scese dal mio cazzo e lo prese in mano iniziando a segarlo, di li a poco venni e la spruzzai tutta sul seno, poi me lo prese in bocca succhiando e ripulendolo. Alla fine eravamo esausti e ci addormentammo. Suonò il telefono a svegliarci, era suo padre furibondo aveva telefonato in ditta e voleca sapere perché non eravamo andati al lavoro, e Lorella s’invento una scusa che la macchina non era più ripartita. Dopo cena pregustavo già cosa provare con l’atra cugina, Emanuela, volevo scoparla. Quando c’incontrammo, nella taverna di casa sua, e ci denudammo le dissi:- proviamo a scopare?- lei mi rispose:- no cugino, scopare no, ho paura- alche le dissi: – di cosa hai paura?- e lei:- una mia amica mi ha detto che fa molto male, lei ha provato e non vuole più farlo- ed io:- ed allora tutte quelle che scopano?- – è vero- disse- forse farà male la prima volta ma poi dovrà pur piacere se continuano a farlo, ma comunque ho paura lo stesso e non solo per il dolore- – e per cosa allora?- – e se rimango incinta, siamo cugini e non posso restare incinta di te- hai ragione.- Poi aggiunse:’ ho sentito delle mie amiche parlarmi bene del sessantanove, non ho capito esattamente come ci si metta, ma la donna fa un pompino all’uomo mentre lui le lecca la figa- – ho capito ‘ dissi. La feci stendere sul divanetto e le andai sopra, misi la testa tra le sue cosce ed iniziai a leccarla. Lei in questa posizione faceva fatica a prendere in bocca il mio cazzo, così proposi di invertire le posizioni, io sotto e lei sopra. Ecco, ora andava tutto giusto, la posizione era perfetta. Lei mi ciucciava il cazzo e mi stringeva le palle, io leccavo avidamente la figa. Aveva lo stesso sapore della figa di Lorella, ecco un’altra volta, leccavo la figa di una cugina e pensavo alla figa dell’altra cugina. Mi staccai un attimo per prendere fiato, avevo la figa spalancata di Emanuela davanti ai miei occhi, provai ad infilarle un dito ma poco dopo trovai uno sbarramento, seppi in seguito che si trattava dell’imene, nel sentire il mio dito penetrarla la cugina s’irrigidì e serrò sul mio cazzo, senza farmi troppo male, ma recepii il messaggio e tolsi il dito. Tutto proseguiva bene, le succhiava ed io leccavo, le sue labbra baciavano la mia cappella e la mia lingua le martoriava la clitoride. Decisi di provare ad infilarle un dito nel buco del culo, che bello roseo avevo davanti ai miei occhi. Il primo istante la cugina s’irrigidì ma non serrò i denti sul cazzo. Un segnale che non le dispiaceva, perciò presi a infilare sempre più a fondo il dito dentro quel buchetto stretto. La cugina mostrò di gradire al punto da raggiungere un orgasmo di li a poco. Decisi di osare, e mentre succhiavo forte la clitoride, e la figa pulsava ancora per l’orgasmo appena raggiunto, infilai un secondo dito e anche questo piacque alla cugina, con l’effetto di farle prolungare l’orgasmo per alcuni minuti. Al termine del quale esausta smise di ciucciare il cazzo abbandonandosi sfinita a peso morto sul mio corpo. Restammo così per qualche minuto, poi lei si giro e stesa al mio fianco disse:- cugino, sei stato fantastico, mi hai fatto godere in maniera incredibile- detto questo mi baciò. Come con Lorella il bacio con Emanuela fu strano ma piacevole. Io osai, le dissi:- non so se non te ne sei accorta, ma io devo ancora venire- – giusto cugino, è vero- e prese a segarmi il cazzo. Alche le dissi:- veramente vorrei scoparti- e lei rispose:- no nella figa no, lo sai che non voglio- -vero che non vuoi, e se provassimo nel culo? Con le dita ti è piaciuto molto- dissi. Restò perplessa per un attimo poi si mise carponi offrendo il suo culo. Appoggiai la punta della cappella che affondò poco, la cugina un poco si ritrasse. Poi dissi:- hai qualcosa di scivoloso da mettere sul tuo buco del culo? Così magari facciamo meglio e non ci facciamo male- si alzò andò in cucina e tornò con del burro. Presi a spalmarlo in abbondanza attorno al buco del culo, poi infilai due dita dentro per imburrare ben bene lo sfintere, finii per imburrare anche il mio cazzo. Riappoggiai la cappella che lentamente scivolò sempre più dentro le sue carni. Travolto dall’emozione e dall’eccitazione d’inculare mia cugina, venni immediatamente, d’altronde ero un pivello che fino a tre giorni prima si faceva solo seghe ed ora scopava una cugina e l’altra la inculava. Non desistemmo, grazie alle sapienti carezze di Emanuela ebbi subito una nuova erezione. Stavolta la cugina mi fece sdraiare sul tappeto ai piedi del divanetto, e con il corpo rivolto verso di me, prese con una il mano il cazzo e lo puntò al suo buchetto. Si accovacciò facendolo entrare poco alla volta. Le smorfie di dolore sul suo viso mi facevano temere che potesse rinunciare, ma così non fu. Sentivo il mio cazzo stretto nella morsa del suo culo, molto più stretto rispetto alla figa di Lorella. Quando l’ebbe infilato tutto si fermò per abituarsi alla presenza estranea nel suo sfintere, io provai a muovermi ma lei mi disse:- no, no stai fermo, mi stai facendo un male pazzesco, ma un male che mi piace, lascia fare a me perché tu non puoi regolarti con il male che sento.- Restammo quasi immobile per un paio di minuti, durante i quali Emanuela effettuava leggeri movimenti di aggiustamento, mentre il mio cazzo stretto nel suo culo pulsava. In questo breve lasso di tempo sentivo abbastanza dolore e pensavo che non mi piaceva, preferivo la figa di mia cugina Lorella al culo di mia cugina Emanuela. Poi quando lei si senti a proprio agio iniziò una lenta cavalcata. Da quel momento la situazione cambiò diventando piacevole per entrambi. Allungai una mano verso la figa e mi feci largo tra la fessura raggiungendo la clitoride. Emanuela gradì il contatto delle dita ed aumentò il ritmo della cavalcata. Godemmo senza soluzione di continuità, riversai per ben due volte il mio seme riempiendole l’intestino, mentre Emanuela ebbe tre orgasmi, di cui l’ultimo particolarmente poderoso. Quando ci staccammo dal suo culo usci un abbondante flusso di liquido composto dalla mia sborra colorata di marroncino dovuto ad una piccola fuoriuscita di feci allo stato liquido. Ci ripulimmo, ci rivestimmo e ci salutammo.

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