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OrgiaRacconti Erotici Etero

Jezabel – capitolo 9

By 5 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Il club era diventato una gran bella realtà, e sia Teresa che io non potevamo che esserne felici..
Tutte le sere che eravamo aperti c’era il tutto esaurito, e le richieste per incontri particolari erano diventate un pila di carta che occupava stabilmente un angolo della mia scrivania.
La mia socia ed io eravamo sempre dietro ai clienti a cui non bastava un semplice incontro sweet-bull, ma cercavano quel qualcosa in più per il quale il club era diventato famoso. Di conseguenza s’iniziava a lavorare ben prima dell’orario d’apertura, con la conseguenza che alla chiusura eravamo entrambe sfinite. L’unico lato positivo era l’incasso, col risultato che ci trovavamo piene di soldi, ma senza avere il tempo per spenderli.

Quel lunedì, giorno di chiusura del club e quindi libero per il mio passatempo preferito cio&egrave lo shopping, mi stavo preparando per uscire quando squillò il mio cellulare.
Era Teresa che mi chiamava per dirmi che aveva dei problemi con la sua contabilità, e mi pregava di raggiungerla per sistemare il registro delle spese.
“Dai fammi questo regalo e ti lascio libero domani per le tue spese.” fu la frase che mi fece decidere per l’andare ad aiutarla.
“Ok dammi il tempo di arrivare al club.”
“Non devi andare al club. Sono al Paradise, sai il resort che c’&egrave a Castel Porziano, c’&egrave l’uscita sulla Pontina quindi non ti puoi sbagliare.”
Rimasi un po’ stupida dal saperla in un resort, ma pensai che Teresa preferisse lavorare ‘rilassata’ vicino ad una piscina, piuttosto che chiusa in un ufficio.
Una volta giunta a destinazione chiesi di Teresa alla reception, e mi dissero che era alla stanza 105, il che mi fece venire ben più d’un dubbio.
Cosa ci faceva Teresa nella stanza di un resort ?
Incuriosita arrivai con passo spedito davanti alla 105, e dopo aver bussato, Teresa m’aprì la porta facendomi entrare.
“E quei due chi sono ?” chiesi indicando due bei ragazzi di colore che erano seduti sopra un divano.
“Tom e Mario, ma lascia che ti spieghi. Come saprai qualche giorno fa la polizia ha chiuso un club privé del litorale per sfruttamento della prostituzione. Un fattaccio che non ci riguarda, ma con un piccolo lato positivo, anzi due Tom e Mario. Loro due infatti erano nel personale del club, e ti lascio immaginare il perch&egrave visto che non &egrave difficile, e al momento sono come dire ‘liberi’ sul mercato.”
“Lasciami capire, tu mi hai fatto venire qui per vedere due ragazzi ? Perch&egrave se &egrave così sto pensando seriamente d’ucciderti seduta stante.”
“Io non ho parlato di vedere.” mi rispose Teresa sfilandosi il vestito.
Teresa non &egrave solo una bella donna, ma appartiene alla categoria di quelle che hanno un qualcosa in più. Per alcuni aspetti &egrave simile a molte altri, &egrave per esempio normalmente magra e ha i capelli biondi e lisci come tante donne. Ma &egrave l’insieme di tutte le sue caratteristiche a renderla estremante sensuale, e vederla in reggiseno, perizoma e autoreggenti m’eccitò come se fosse la prima volta.
La baciai, e mentre le nostre labbra s’univano lei aprì la cerniera del mio abito che cadde a terra, lasciandomi ‘vestita’ esattamente come lei. I nostri baci si fecero via via sempre più audaci, mentre le mani correvano su tutto il corpo dell’altra donna ben sapendo dove fermarsi più a lungo.
Ad un certo punto mi ritrovai la massiccia sagoma di Mario dietro di me, e la mia bocca cercò subito la sua. Allungai anche una mano sull’altezza del suo pene, e quasi mi spaventai sentendo un fin troppo grosso rigonfiamento fra le dita. Incuriosita mi girai verso di lui e, sempre baciandolo in bocca, gli abbassai i pantaloni sino a fargli uscire il pene, che se pur ancora floscio, era di dimensioni per me impensabili.
“Se t’interessa anche Tom ha lo stesso problema.” mi disse sorridendo Teresa infilandogli una mano dentro i pantaloni.
Io non dissi nulla, ma m’inginocchiai e dopo aver afferrato quella mazza con entrambe le mani, iniziai a baciargli la cappella. Al club avevo visto, e spesso non mi ero fermata solo a guardare, peni molto grandi, ma questi due li battevano tutti, ed ancora non erano in piena erezione.
Mentre baciavo quel gran cazzo cercando anche di cominciare a prenderne un po’ in bocca, Teresa si mise dietro di me, quasi bloccandomi la schiena contro la sua.
Ebbi il desiderio di leccargli le palle, anche per vedere se facendo così acceleravo l’erezione, così presi a masturbarlo lentamente mentre la lingua scese alla base dei genitali, per risalire sino a quella del pene e riscendere ancora.
La mazza di Mario divenne velocemente un pezzo di marmo, tanto grande da essere difficile da gestire se non con la lingua.
“Se gli lecchi il culo il cazzo diventa ancora più grosso.”
“Non ci credo, non può diventare più grande di così !” cercai di ribattere con poca convinzione.
“Dai Mario metti il culo all’aria, altrimenti questa non ci crede.” fu la risposta di Teresa.
Il ragazzo si mise carponi sul letto, col risultato che il cazzo quasi toccava le lenzuola, e non era ancora in piena erezione. Con un po’ di timore presi a far passare la lingua intorno al suo ano mentre lo masturbavo senza troppa enfasi, ma ben presto aumentai il ritmo visto che il pene si stava ulteriormente gonfiando.
“Che ti dicevo, questi due hanno cazzi fuori dal normale.” disse Teresa mentre passava la lingua sui testicoli di Mario “E scommetto non vedi l’ora di farti scopare.”
Non risposi anche perch&egrave Tom aveva iniziato a leccarmi la passera, dopo aver spostato il perizoma di quel tanto che serviva per scoprirla.
Bastò poco per farmi perdere ogni controllo, e senza più alcun freno feci girare Mario per potergli prendere il cazzo in bocca. Ovviamente era impossibile tenere tutta quella carne fra le labbra, ma usando entrambe le mani fu come ‘accorciargli’ il pene, lasciandone più di metà alla mercé della mia lingua. Tom si sistemò vicino all’amico, così mi ritrovai Teresa al mio fianco intenta a fornire lo stesso servizio al suo amante.
“Cos’aspettate ad usare il cazzo.” disse all’improvviso Teresa spostandosi vicino alla testiera del letto, e mettendosi a pecora quasi a costringere Tom a scoparla.
“Magari aspettano che venga anch’io.” gli risposi mentre mi mettevo alla sua sinistra, anch’io a carponi con le gambe per aperte.
I due ragazzi non dissero nulla, ma dopo aver dato qualche veloce leccata fra le nostre gambe, iniziarono a penetrarci coi loro mostruosi cazzi. Mario con me fu molto dolce, faceva entrare un po’ di mazza per poi fermarsi e farmi assaporare sino in fondo quell’ingombrante presenza. Poi prima di dare un nuovo delicato affondo, ne faceva uscire un pochino, facendo si che ogni passo in avanti sembrasse ancora più lungo.
Teresa ed io gemevamo come due cagne in calore, ogni tanto ci scambiavamo dei brevi baci in bocca, ma ogni colpo dei due stalloni ci faceva staccare le labbra. Non so quanto tempo ci volle per sentir sbattere le palle di Mario sulla mia fica, ma fu quasi un sollievo sapere che la penetrazione era finita, e che d’adesso in poi ci sarebbe stato solo puro piacere.
Lui iniziò a scoparmi ‘usando’ solo mezzo cazzo, ma tanto bastava per farmi godere in modo incredibile, come forse non mi era mai successo in tutta la vita. Quando alzò il ritmo degli affondi, aumentò anche la parte di mazza che entrava e usciva dalla mia fica, costringendomi ad afferrare il testaletto per non perdere l’equilibrio.
Quando poi Mario mi fece sdraiare, compresi subito che avrei goduto ancora di più, così gli poggiai i polpacci sulle spalle per agevolarlo nei movimenti.
“Voglio sentire tutto il cazzo dentro di me.” gli dissi quasi con tono di sfida “Quindi scopami e fammi godere.”
Bagnata com’ero al primo affondo più di mezzo cazzo di Mario entrò nella mia fica, facendo letteralmente urlare di piacere. Dopo un attimo in cui mi sembrò si fermasse il mondo, lui diede il secondo colpo, e con quello mi penetrò con tutta la sua mazza mandandomi in estasi.
Con la coda dell’occhio vidi Teresa che stava cavalcando Tom, ma ogni mio pensiero era per Mario, anzi per il suo gran cazzo che si muoveva su e giù dentro di me.
Non potendomi muovere in alcun modo, presa com’ero fra le sua braccia, m’abbandonai completamente al piacere, pensando in modo egoistico solo a me stessa e al godimento che stavo provando. Per un attimo mi passò per la mente mio marito,e di come si sarebbe coperto di ridicolo al paragone di quei due stalloni di razza, ma in fondo lui era ‘normale’, mentre questi ragazzi erano fuori da ogni standard.
Persi del tutto il senso del tempo, completamente assorbita dal quel rapporto quasi estremo, se non altro per le dimensioni del pene di Mario. Il quale neanche a dirlo, si dimostrò un vero stallone di razza scopandomi a lungo, e facendomi così avere più orgasmi.
Alla fine però anche lui venne, ma solo dopo essersi al mio fianco per farmi assaporare il suo frutto del suo piacere. Che neanche a dirlo fu un fiume in piena, come quello di Tom che riservò lo stesso trattamento a Teresa. Così dopo aver bevuto quanto era umanamente possibile, la mia amica ed io ci scambiammo a colpi di lingua lo sperma dei nostri due montoni, sino a quando non ci ritrovammo col viso pulito da ogni goccia di piacere.

Non abbi però quasi tempo di riprendermi, che fui abbandonata da Teresa che quasi fuggì dalla stanza.
‘Scusa se ti lascio, ma ho un appuntamento e sono già in ritardo.’ mi disse la mia socia scusandosi per la uscita di scena ‘Basta che lasci le chiavi alla reception, per il resto &egrave tutto a posto.’
“Ok.” fu la mia breve risposta detta mentre lei era già sulla porta.
Mi ritrovai così sola con Tom e Mario, e non sapendo cosa fare, cercai d’iniziare un dialogo senza troppa convinzione.
“Allora ragazzi verrete al nostro club ?” chiesi certa di una loro risposta positiva.
“Si ma c’&egrave un particolare d’affrontare.” mi rispose Tom “Vedi Teresa ci ha detto che tu ami un certo tipo di rapporto non proprio ‘tradizionale’, insomma che ti piace prenderlo nel culo.”
In effetti durante il rapporto con Mario, m’era passata per il cervello la folle idea di prenderlo anche dietro, ma le dimensioni del suo cazzo m’avevano fatto desistere certa del gran dolore che avrei provato.
“Ma perch&egrave c’&egrave qualcuna che s’&egrave fatta inculare da uno di voi due ?” chiesi incuriosita.
“Poche ma ci sono state, e credimi dopo nessuna s’&egrave pentita.” mi disse Tom mettendosi in ginocchio al mio fianco, portando così la sua mazza vicino alla mia bocca.
“Voglio fidarmi di voi due.” risposi mentre prendevo in mano quel gran pezzo di carne.
Dopo che anche Mario s’inginocchiò vicino a me, iniziai a leccare i loro cazzi mentre le mani accarezzavano ora i testicoli, ora gli stessi peni. Tom allungò una mano per potermi toccare la passera, ma io sapevo che non era quello il suo vero obbiettivo. Così mi girai offrendo loro sia la passera che il buchetto posteriore, in modo che ognuno di loro due potesse arrivare alle fonti del mio piacere. Mario prese da non so dove, del lubrificante e mi unse per bene l’ano, preparandolo così alla penetrazione.
“Vuoi essere il primo ?” gli chiesi toccandomi una chiappa.
“Se per te non c’&egrave problema….”
Mi girai ancora una volta in modo d’avere il culo al centro del letto, prendendo in bocca quanto più cazzo di Tom mi era possibile, per non pensare a quello che stava succedendo.
Mario strusciò brevemente la cappella sulla mia fica, facendomi eccitare moltissimo, ma poi invece d’infilare il cazzo nella fica, l’indirizzò contro l’ano, facendo entrare quasi senza difficoltà tutta la punta.
Poi fu solo un lungo gioco di dentro e fuori, ad ogni affondo prima gemevo per il dolore, ma subito dopo lo facevo per il piacere. I colpi dello stallone passarono da corti e veloci a lunghi e lenti, mentre io non riuscivo a fare più nulla se non urlare le contrastanti sensazioni che stavo provando.
“Sii così…piano…ahi….godo” farfugliavo senza alcuna logica se non la quantità di cazzo che avevo nel culo.
Solo quando fui completamente sodomizzata, Mario lasciò la presa sui fianchi, ma subito dopo mi diede due pacche sulle chiappe.
“Allora vuoi muovere il culo o devo fare tutto io ?”
Cercai di muovermi, ma mi resi subito conto di quanto mi fosse difficile, così non mi rimase che lasciare a lui ogni iniziativa.
“Scopami e fammi godere.”
Mario non se lo fece ripetere due volte, ma a differenza del primo rapporto, questo fu meno dolce, ma del resto come si poteva pensare d’esser gentile con una donna che t’invitava ad incularla ?
Ben presti i suoi affondi divennero vere e proprie mazzate, sino a quando l’altro ragazzo non reclamò il mio culo. Preoccupata di come si stava evolvendo la situazione, feci sdraiare Tom per poi sodomizzarmi da sola, facendo scendere tutta la sua spada dentro le mie viscere.
Mi resi conto che una cosa era infilarsi tutto il suo cazzo nel culo, un altro era muoversi, ma non ebbi tanto tempo per pensare.
“Ora ti scopo la fica.” disse Mario mettendosi fra le nostre gambe.
“No, in due no.” fu la mia timida risposta, che non avrebbe fatto desistere nessuno, figuriamoci un ragazzo esperto come quello.
Non so ebbi mai entrambe le nerchie tutte dentro di me, quel che &egrave certo &egrave che mi spaccarono in due fottendomi come una troia, ma del resto cos’ero diventata ? Una donna disposta a fare qualunque esperienza, anche le più estreme, solo per poter dimostrare che era in grado d’avere qualsiasi tipo di rapporto.
Dopo qualche minuto finii di protestare, e subito dopo cominciai a gemere sempre più forte, sino ad urlare tutto il piacere che stavo provando.
Per muoversi meglio i due mi fecero mettere di fianco, così da poter avere ognuno a completa disposizione chi la fica, chi il culo, scambiandosi i posti più volte.
“Allora ci assumi nel tuo locale.” mi chiese quello che avevo dietro.
“Si ma solo se continuate così, altrimenti vi faccio inculare i cornuti.”
“Io inculo le troie come te, altro che froci !”
Andammo avanti per non so quanto tempo, ed io ebbi numerosi orgasmi sempre messa in mezza fra loro due che quasi facevano a gara a chi mi scopava con più forza. Mi sentivo si una troia, ma che stava provando un immenso piacere, con quei due stalloni che mi montavano senza sosta, sino a quando non mi ritrovai le loro mazze davanti alla faccia poco prima che iniziassero ad eruttare sperma in gran quantità, che mi ritrovai sia in bocca che sul volto.
“Ora puliscimi il cazzo.” mi disse Tom infilandomi la cappella in bocca.
Obbedii con gran gioia, per poi fare lo stesso col pene di Mario, alternandoli fra le labbra.
“Ma le clienti del tuo club sono tutte troie come te ?” mi chiese Tom mentre si rivestiva.
“C’&egrave anche di peggio, tu piuttosto toglimi una curiosità, come mai ti chiami Mario, insomma non &egrave certo un nome africano ?”
“Suo padre era appassionato di Super Mario Bross, e credo non l’abbia ancora perdonato.” mi rispose ridacchiando Tom.
Li congedai dando loro appuntamento per sabato sera, quando gli avrei ‘introdotti’ alla logica del club, certa che avrebbero riscosso un gran successo.
E del resto con due cazzi del genere non poteva essere altrimenti.

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