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Karma’s a bitch (La fortuna gira) – 2° parte

By 10 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Le 14:27. Era veramente in ritardo. La Mitchel lo aveva trattenuto e gli aveva fatto una lavata di capo perché aveva impiegato troppo tempo per una commissione. Gli aveva anche affibbiato un sacco di altre grane da sbrigare e non aveva neanche avuto il tempo di farsi una doccia. Scese dall’autobus e cominciò a correre per Desert Lane. Il sole dominava soffocante cielo terso della capitale e Ryan non la smetteva di sudare. La maglietta, i pantaloni, per non parlare della biancheria erano zuppi. Ma il ragazzo aveva un gran sorriso sul viso. Quella giornata aveva preso una piega decisamente piacevole, inoltre sapeva che non sarebbe stato un problema per Anna, era di sicuro affamata come al solito e se la sarebbe scopata lavato e profumato o no! Arrivò al numero 118 e il portiere del condominio di lusso lo fece passare sorridendogli complice. Era un tizio sui 25 anni che doveva aver capito la situazione. Salì al quarto piano e suonò il campanello. La donna gli aprì la porta e lui cominciò a scusarsi del ritardo cercando di spiegarle ma lei lo afferrò per la maglietta e lo tirò dentro baciandolo appassionatamente. La porta si chiuse ed Anna gli sfilò la maglietta umida con foga cominciando a leccargli i capezzoli. Era glabro, davvero magro e longilineo, non aveva i grandi pettorali degli avanzi di palestra. Solo una sottile striscia di peli biondo scuro sullo stomaco. La donna si staccò da uno e cominciò a succhiare l’altro. Il ragazzo rise, pensando: ‘come previsto’. Poi lo baciò di nuovo e lui le infilò la mano sotto il vestitino di seta che portava, in realtà poco più di una sottoveste. Le accarezzò la fica e fu contento di vedere che non portava le mutandine. Le infilò due dita tra le grandi labbra e la sentì gemere. Lei gli mise una mano sul pacco rigonfio e sorridendogli maliziosa gli disse:
‘Ho una gran fame, amore mio! Mi hai portato il mio dolcetto preferito?’ lui sorrise.
‘Si, ma se vuoi la cremina che ti piace tanto lo sai cosa devi fare, no?, hehe!’ lei gli sorrise di nuovo, poi lo prese per mano e lo portò di corsa in camera. Lo buttò sul letto e gli si gettò sopra, continuando a pomiciare con lui. Le sue mani forti le afferrarono il culo strizzando le chiappe sode. Poi lei si staccò dalla bocca e cominciò a scendere leccando e baciando in linea retta dal collo in giù. Ryan sorrise:
‘Brava, continua a scendere che c’è il tuo bel lecca lecca che ti aspetta, hehehe!!!’ lei rise. Scese sotto l’ombelico e gli sbottonò i pantaloncini, tirò giù l’elastico dei boxer grigi e liberò il suo bel cazzo giovane, ancora semi moscio. La donna si strofinò la faccia sul glande sudato e sui peli del pube inspirando felice.
‘mmmmm, quanto sei maschio! Fred non ha mai questo odore!’ gli disse riferendosi al marito. Ryan rise:
‘Hehehe!! Perché è uno sfigatello cornuto, hehe!!’ lei rise insieme a lui.
‘hehehe! Quanto è vero!’ gli disse mentre gli odorava fremente lo scroto. Aveva i testicoli davvero grandi, una criniera bionda e una bell’asta rosa. Era così dotato. Gli dette un bacio sul membro, poi gli sorrise e veloce gli sfilò le scarpe, le calze e infine pantaloni e boxer. Il ragazzo mise le mani dietro la nuca, accomodandosi sui soffici cuscini, piegò le ginocchia con le gambe aperte e guardò sogghignando la donna ficcarsi la sua virilità in bocca. Glielo succhiò lentamente una sola volta gustandosi il sapore forte di un adolescente sudato.
‘mmmmmmm!!!’ se lo sfilò di bocca in estasi ‘ma come fai ad avere un cazzo così buono?’ e riprese a succhiare. Ryan rise:
‘Hehehe!! Beh, mi faccio un culo così a quella cazzo di villa e sudo come un porco tutto il giorno, ecco come, hehe!!’ lei continuò a succhiarlo felice, poi con un sonoro ‘POP’ lo lasciò giusto il tempo di dirgli:
‘Dio! Oggi è più buono del solito amore mio, quanto mi piace!! mmmmm!!!’ per poi riprendere il suo lavoro. Ryan ridacchiò annotandosi mentalmente che poteva tranquillamente smettere di preoccuparsi dell’igiene personale quando veniva a chiavarsi questa troietta assatanata. Sapeva che la donna era completamente cotta di lui. La guardò al lavoro, ammaliata della sua verga possente. Era una scena a cui tutto sommato si era abituato negli ultimi tre mesi ma non per questo era meno eccitante. I gonfi cuscini che gli sorreggevano la testa erano davvero comodi, la posizione ottimale per guardare la sua bocca ingoiare il suo membro centimetro dopo centimetro e poi rilasciarlo lucido di bava. Che goduria. Il ragazzo sorrise. Un’idea gli solleticava in testa e voleva vedere l’effetto sulla donna. Con grande nonchalace le disse:
‘Sai, presto potresti non essere l’unica a gustarti il mio cazzo sudato, hehehe!!!’ la donna lo guardò di colpo attenta alle sue parole. Il ragazzo sorrise e continuò ‘…un frocetto oggi mi ha offerto dei soldi per farglielo succhiare…’ la donna aggrottò le sopracciglia con il membro quasi in erezione tra le labbra.
‘Come? Chi?’ gli chiese preoccupata.
‘Uno dei camerieri…’ rispose lui vago ‘…dice che mi trova troppo carino e che è disposto a darmi 50 verdoni per un pompino…’ lei cominciava ad essere un tantino ansiosa.
‘E tu, cosa gli hai detto?’
‘Beh, gli ho detto che ci avrei pensato, in fondo sono 50 verdoni!’ lo guardò scioccata ma lui continuò senza pietà.
‘Pensa che pur di convincermi si è messo a pregarmi, dicendomi che con lui non dovrei preoccuparmi di niente… che potrei sbatterglielo fino in gola, con la forza che voglio, al ritmo che voglio, mi ha detto proprio così! E’ talmente disperato che si farebbe scopare la faccia come fosse una fica!’ le sorrise, mente lei gli ciucciava la cappella e gli accarezzava i testicoli nervosamente. Con un altro POP si staccò per dirgli:
‘Ci stai davvero pensando?’ lui fece spallucce, come la cosa lo riguardasse solo da lontano.
‘Beh, perché no? Te l’ho detto 50 dollari mi fanno comodo… e poi…’ lasciò a metà ala frase.
‘E poi cosa?’ sempre più tesa.
‘Beh, l’idea di sfondare la gola a qualcuno non mi dispiace, sai?’ la donna esitò un attimo mentre lo segava, poi, anche se un po’ indecisa gli disse:
‘beh, perché non puoi usare la mia, scusa?’ lui sorrise.
‘Ma tu hai un così bel faccino, non te lo vorrei sciupare, hehehe!! E poi tu vai bene per pompini soft come questo, la checca invece è disposta a qualunque cosa pur di assaggiarmi l’uccello!’ lei alzò un sopracciglio infastidita.
‘Pompini soft, eh?’ si ancorò alle sue cosce e ingoiò l’asta fino quasi alle palle. Le venne un conato di vomito e il ragazzo rise:
‘Hehe! Cos’è vuoi convincermi del contrario?’ lei cominciò a succhiarlo con una foga mai vista cercando d’ingoiarne quanto più poteva ad ogni pompata tentando di andare sempre più giù. Sentiva la cappella del ragazzo entrarle in gola ancora e ancora. ‘Ok, fai pure, se proprio ci tieni! Hehehe!!’ Ryan sorrise mentre si mordeva il labbro inferiore. Era andata esattamente come previsto, chi ha mai detto che le donne sono complicate doveva essere uno sfigato senza palle. Bastava capire il loro modo di ragionare ed era una passeggiata.
‘mmmm… non sei affatto male, lo sai?…’ la incoraggiò con aria di sufficienza e la donna rinnovò i suoi sforzi. Ingoiava quel pezzo di carne neanche fosse digiuna da mesi. Gli occhi le si riempirono di lacrime e la bocca di saliva. Cercò di fare spazio come poteva ma proprio tutto non ci stava.
‘mmmmm… brava, continua…. ingoialo tutto…’ la donna si sforzava ad ogni affondo di farlo ma gli ultimi centimetri erano davvero troppo. Ryan godeva. L’interno della sua bocca era accogliente e scivoloso come mai non lo era stato, il cazzo cominciava a pulsargli e si rese conto che non gli mancava molto. D’istinto le mise una mano dietro la testa e cominciò a guidarla nel ritmo cercando di farle ingoiare anche l’ultima parte di quella verga tanto possente con cui la controllava. Dopo un paio di affondi la donna cominciò a tossire ma lui non si fermò:
‘Aaaahhh sei fantastica, continua così!!’ le disse ma in realtà pensava selvaggiamente:
‘Strozzatici, ciucciacazzi!’ le stava sbattendo l’uccello in gola senza alcuna pietà. Anna non riusciva neanche a pensare. Godeva, soffriva ed era inebriata dall’odore e dal sapore del ragazzo. Il pube e lo scroto erano impregnati da centinaia di rivoli di saliva che la donna produceva in quantità industriale. Ryan non la smetteva di guardarla continuando a mordersi il labbro inferiore. Dentro, fuori, dentro, fuori sembrava che la sua bocca fosse stata creata apposta. Dava segni di soffocamento e la lasciò respira un attimo.
‘Non fermarti ti prego sei incredibile’ le disse sorridendole irresistibilmente. Come si poteva contraddirlo? Cedette e lui riprese e a scoparle la faccia. Dopo qualche altro minuto il ragazzo era pronto a nutrirla. Cominciò a muovere anche il bacino, non riusciva a resistere. Tirò indietro la testa cominciando a gemere e le sparò in gola il fiume di sborra calda che Anna aspettava con gioia. Tutto il suo lavoro era stato ripagato, quel nettare dolcissimo le ridette forza e vigore. Se lo gustò quanto più poteva mentre il ragazzo stava ancora venendo. Lo raccolse gelosamente e quando il pene cominciò lentamente a sgonfiarsi lei incrociò il suo sorriso appagato del ragazzo:
‘Buona come sempre?’ le chiese scaltro. La donna sorrise ed ingoiò il meritato premio:
‘Squisita tesoro, meravigliosa!’ gli disse maliziosamente languida con la voce rotta ed ingoiò di nuovo il pene strizzandolo dalle ultime gocce. Ryan ridacchiò mentre incrociava di nuovo le mani dietro la nuca.
‘Dì un po’, glieli fai questi servizietti al cornutazzo?’ le chiese con un ghigno. Lei sorrise:
‘Stai scherzando vero? Se provassi a prenderglielo in bocca come minimo divorzierebbe! Queste sono cose che la moglie di un avvocato del suo calibro non può fare, non sta bene!’ gli disse.
‘Che razza di idiota! Ha sposato una succhiacazzi da paura e neanche la usa’ le disse col solito visetto irresistibilmente carino e lei rise.
‘E così sono da paura, eh?’ lui sorrise.
‘Hehehe! Sicuro! Succhi da professionista! Hehehe!!’ lei rise tutta contenta che il ragazzo le avesse dato della troia per la seconda volta nel giro di pochi secondi. Raccolse tutta la bava che gli aveva sparso sul pube, ora intrisa del suo odore golosamente pungente. Poi cominciò con lo scroto. Lunghe e lente leccate su quelle enormi rotondità virili.
‘Ryan, non voglio che lo fai succhiare a qualcun altro, puoi scopare la mia di faccia quando vuoi ma non voglio perdermi neanche una goccia del tuo seme.’ il ragazzo rise
‘Hehehe! Per me va bene, tanto una bocca vale l’altra, l’importante è sborrarci dentro, hahaha!!’ lei lo rimproverò con lo sguardo:
‘Ryan!’ lui le sorrise dolcissimo.
‘Sei bellissima quando mi lecchi le palle…’ lei si addolcì all’istante e riprese lietamente a leccare felice. Ryan rise a fior di labbra, stavolta un po’ perfido. Si sentiva il re del mondo.

‘Ryan la padrona ti vuole vedere, è nel suo studio’ disse George il maggiordomo con aria da funerale al giovane appena rientrato ‘…non mi è sembrata contenta ragazzo…’ gli mise una mano sulla spalla ‘…in bocca al lupo…’. Ryan sospirò e si avviò per parlarle, pensando:
‘Lo sapevo, era troppo bello per essere vero, torniamo alla dura realtà!’ Arrivò allo studio del secondo piano. La porta era socchiusa e vide la signora Walker seduta alla sua scrivania di mogano intenta a leggere delle carte. I capelli rossi legati con uno chignon tiratissimo e gli occhiali a mezzaluna aggiungevano severità ad un volto già estremamente austero. Il giovane prese coraggio, entrò e si schiarì la voce per farsi notare. La donna alzò lo sguardo:
‘Voleva vedermi signora?’
‘Si, vieni pure Ray’ gli disse imperiosa mettendo via le carte.
‘Ryan…’ la corresse il ragazzo.
‘Fa lo stesso’ inghiottì per non risponderle.
‘La signora Mitchel si è lamentata di te ragazzo!’ Ryan irrigidì la mandibola ‘qualcosa sul fatto che impieghi troppo tempo a fare le cose…’ gli disse con vago distacco.
‘Ma signora, non è vero, io…’ provò a difendersi ma lei lo fermò con una mano.
‘Ascolta ragazzo, io non ho tempo per occuparmi di queste cose, sono molto, molto impegnata e capisci bene che se la governante ha dei problemi con te io ho le mani legate, temo di doverti mandar via, non voglio averla alla mia porta un giorno si e l’altro no a lamentarsi’ era allibito, con il culo che si era fatto negli ultimi tre mesi per una volta che aveva fatto tardi quella vecchiaccia rinsecchita lo voleva silurare. Era arrabbiato ma anche immensamente dispiaciuto. Stette zitto per una manciata di secondi quelli necessari a affogare il suo spirito nella disillusione che lo aveva accompagnato per tutti quegli anni, tanto da essere parte di lui. Abituato com’era al destino avverso, si rassegnò nell’arco di un respiro e lasciò uscire soltanto un infantile.
‘Non è giusto…’ Lei alzò gli occhi al cielo:
‘Ascolta, non cominciare a lamentarti Ray, non ho proprio il tempo di stare a…’
‘Si chiama Ryan mamma!’ il ragazzo e la donna si voltarono. Maximilian era sulla porta.
‘Max tesoro, cosa fai ancora vestito così, va’ a preparati per la festa!’
‘Comincia tra più di due ore ma’, cos’è questa storia che vuoi licenziare Ryan, non sarà vero!?’ la donna lo guardò leggermente sorpresa mentre il figlio camminava verso di lei. Affiancò il tuttofare e gli mise una mano sulla spalla, marchiandolo come suo pari.
‘Hai idea del mazzo che si fa in questa casa?’ sua madre alzò di nuovo gli occhi al cielo. Stava perdendo un mucchio di tempo a causa di quest’inconveniente. Ryan si sentì rincuorare e sorrise. ‘Magari è la volta buona! La vecchia cede sempre alle richieste del principino’ pensò dentro di se.
‘Tesoro per me può rimanere è la Mitchel che…’ lasciò la frase a metà.
‘La Mitchel, huh? Che problema ha stavolta?’
‘Dice che stamattina ci ha messo troppo a sbrigare una commissione…’
‘Stamattina?’ Finse di pensare il ragazzo ‘ma sono io che l’ho fermato per farmi aiutare, dovevo spostare delle scatole e poi ci siamo messi a chiacchierare un po’. Parlo io con la vecchia, ok? Sistemo le cose.’ concluse vedendo che la donna era impaziente di tornare all’organizzazione della sua festa.
‘Non chiamarla così non è carino tesoro, comunque bravo, mi sembra un’ottima idea. Mi spiace per l’inconveniente Ray è tutto risolto, puoi tornare a lavoro, grazie.’
‘Mamma, si chiama Ryan!’ la donna alzò di nuovo gli occhi al cielo.
‘Ok, Ryan, Ryan, Ryan!’ il ragazzo sorrise alla donna.
‘Grazie signora, con permesso’ era già tornata alle sue carte e i due giovani si scambiarono una lunga occhiata. Ryan aveva un bel ghigno soddisfatto sulla faccia mentre Max faticava a sostenere il suo sguardo. La checca non gli avrebbe dato problemi, poteva stare tranquillo. Dopo qualche secondo annuì in segno di approvazione e si avviò fuori dallo studio. Uscito, s’incamminò verso il corridoio d’ingresso, aveva un mucchio di cose da fare prima della festa ma il morale era alle stelle:
‘Ciao Ryan!’ una voce argentina lo chiamò e lui si voltò verso destra. Vide Sarah Edwards sorridergli dolce. Doveva essere appena arrivata. Era davvero bellissima, i lunghi capelli rossi raccolti in un’elaborata pettinatura e un vestito blu notte che le fasciava quelle due gran tette che si ritrovava e il culetto sodo.
‘Buonasera signorina Edwards’ le rispose lui ossequioso chinando la testa. Lei gli sorrise:
‘Lo sai che puoi chiamarmi Sarah’ anche lui sorrise.
‘Ok, Sarah’
‘Vieni alla festa?’ gli chiese speranzosa. Lui rise come fosse la cosa più assurda del mondo.
‘Hahaha! No, mi spiace, devo lavorare! E poi non mi è permesso!’ lei sembrò davvero dispiaciuta.
‘Che peccato, beh, magari ci vediamo dopo allora, ok?’
‘Ok’ le rispose lui e con un ultimo sorriso le voltò le spalle. Possibile che…?

Le 11:23. La festa era grandiosa, come sempre. Il palazzo tirato a lustro, le coppe piene di champagne, il quartetto di archi, i signori in smoking e le signore in abito lungo. C’era tutta l’alta società di Washington, compreso un buon numero di rampolli spocchiosi che Ryan avrebbe volentieri conciato per le feste. Lui non poteva entrare naturalmente ma girava intorno alla grande villa per accertarsi che tutto fosse apposto, spiandoli dagli enormi finestroni aperti. Controllò una tubazione che ogni tanto faceva i capricci sotto uno dei terrazzi sul lato del palazzo. Sembrava reggere per il momento. Si voltò e vide una figura appoggiata al balcone dell’enorme patio. Si avvicinò; era una donna coi capelli rossi.
‘Sarah?’ le disse quando fu abbastanza vicino da riconoscerla. La ragazza si voltò e tentò di asciugare le lacrime prima che lui la vedesse. Aveva il trucco sbaffato e gli occhi verdi erano arrossati:
‘Tutto ok?’ le chiese. Lei rise e lo guardò.
‘No, direi di no… niente è ok!’ lui la fissò non sapendo cosa dire. Gli stava simpatica ma le donne gli riusciva molto più facile scoparsele che consolarle. Lei abbassò lo sguardo, poi continuò.
‘Posso farti una domanda un po’ indiscreta?’ lui scrollò le spalle.
‘Sarah, io sono cresciuto per strada, non ho le buona maniere dei tuoi amici, là dentro’ le disse indicando le luci della festa e lei sorrise mestamente:
‘I miei amici?’ scoppiò in una risata quasi isterica ‘quelle sono persone che io non sopporto, tutte quelle risate false, quel perbenismo di facciata, mi fanno vomitare, non ce n’è uno vero di quei bellimbusti! Sono dei bambocci viziati che non fanno che spendere i soldi di papà!’ disse tutto d’un fiato. Il ragazzo alzò un sopracciglio e sorrise:
‘Beh, a me non sembra tanto male avere più soldi di quelli che puoi spendere!’ glielo disse con una sincerità fanciullesca e lei si mise a ridere.
‘Hahaha! Hai ragione, in fondo parlo, parlo ma sono anch’io una stupida viziata, e sono quasi sicura che tu ci odi tutti, vero?’ il ragazzo alzò le spalle.
‘Diciamo che quando per cena sei costretto a rovistare nei secchi della spazzatura per i resti di un hamburger non te ne frega un granché della sincerità delle persone!’ non gliel’aveva detto per farle pena. Era la pura verità ma l’effetto che ebbe su di lei fu devastante. Era letteralmente mortificata.
‘Mi dispiace, scusami tanto, sono stata un’insensibile…’ gli disse con lo sguardo triste. Lui scrollò le spalle di nuovo.
‘Perché stavi piangendo?’ le chiese in maniera molto diretta. Lei sorrise per la sfacciataggine, in fondo si conoscevano appena:
‘Ma niente, è quel cretino di Max, abbiamo litigato di nuovo…’ rimase sul vago poi aggiunse ‘senti, ti va di fare due passi? Te la puoi prendere una pausa per consolare una povera ragazzina ricca?’ Lui sorrise ed annuì. Scesero la scalinata di marmo che dal patio portava ai giardini ed imboccarono un sentiero del parco principesco.
‘Ti trovi bene a lavorare qui?’ gli chiese.
‘Si… più che altro ho un posto dove stare…’
‘Non riesco ad immaginare quello che hai passato, dev’essere stata dura…’
‘Beh, dopo un po’ ti ci abitui…’ le disse lui. Continuava a fargli domande sulla sua vita e lui le raccontò un mondo che per lei era fantascienza pura lasciandola ad ogni risposta un po’ più sconvolta. Si sedettero su una panchina nel boschetto non lontano dal capanno del custode dove dormiva il ragazzo. Lei sospirò gravemente:
‘Ryan…’
‘Si?’
‘Tu mi trovi bella?’ il ragazzo la guardò con un sorrisetto:
‘Sicuro!’ le rispose furbastro.
‘Ti prendi gioco di me? non dovevo chiedertelo’ si ritrasse subito lei.
‘No, no,’ ridacchiò lui ‘hai un bel viso e poi beh…’ si morse il labbro mentre il suo sguardo volitivo scendeva sulle sue curve stuprandola violentemente centimetro dopo centimetro. Lei ebbe un fremito di eccitazione irrefrenabile davanti a quel giovane appena diciottenne di cui si era invaghita. Provava un misto di pietà e adorazione per quel visetto scaltro, quella barbetta incolta e gettandogli le braccia al collo gli infilò la lingua in bocca. Ryan la strinse e per qualche secondo i due si scambiarono saliva. Lui quasi non riusciva a credere alla sua fortuna, era come se la dea bendata avesse finalmente deciso di aiutarlo. ‘Era ora!’ pensò godereccio mentre palpava la bella Sarah. Poi lei si staccò e in preda alla lussuria gli disse:
‘Fammi tua… qui, in mezzo ai cespugli…. chiavami come un animale, ti prego! Ti voglio dentro di me!’ il ragazzo ridacchiò:
‘Hehehe!! Con piacere, hehe!!’ e riprese a baciarla. Le abbassò la zip del vestito che cadde ai suoi piedi sull’erba umida. Lei rimase in autoreggenti, reggiseno e mutandine. Continuò a baciarla e la stese sul prato. Le sganciò il ferretto e la quarta abbondante della ragazza ballonzolò gaia. Lui sorrise e si sfilò la maglietta, poi si gettò a succhiarle i capezzoli rosa. Come profumava la troietta in calore. Glieli strinse e glieli palpò come fossero di sua proprietà mentre lei gemeva. La meravigliosa e dirompente virilità adolescenziale si manifestò nuovamente fiera nei suoi boxer, nonostante si fosse sbattuto Anna per più di un’ora quello stesso pomeriggio.
‘Scopami, scopami, ti prego, riempimi tutta, non ce la faccio più!’ sembrava impossessata.
‘Hehehe!! Tra un attimo!’ le disse lui ridacchiando. Doveva essere passato un po’ dalla sua ultima scopata visto che stava con la checca. Le filò le mutandine ed era fradicia. ‘Pronta all’uso! Forte!’ pensò Ryan. Si sganciò i pantaloni e si sfilò i boxer. Lei nel frattempo aveva spalancato le gambe e si era allargata la figa con le dita. Lui la guardò per un secondo sorridendole un po’ sadico prima d’impalarla.
Era come aver infilato il cazzo in un panetto di burro fuso, che meraviglia. La ragazza gli si era avvinghiata con le braccia e con le gambe, come se non volesse mai più lasciarlo andare. Gemeva come una vacca infoiata. Ryan muoveva il bacino come un pistone mentre riprese a giocare con i suoi seni pallidi, tondi e sodi come non ne aveva mai palpati prima.
‘Che gran belle tette che hai, mmmmmm…..’
‘Ah, ah, ah, ah, oh dio, oh dio, che bello, continua!!’ gemette lei sotto i colpi di cazzo che la riempivano massicci ad ogni affondo. Ryan aumentò la velocità, era una cosa che adorava, specialmente man mano che si avvicinava al traguardo. Come aveva chiesto la stava chiavando come un animale. Ripresero a limonare e per alcuni minuti l’unico rumore che si sentiva nella notte erano le palle del ragazzo che sbattevano fiere contro il pube di Sarah. Il calore attorno al cazzo aumentava sempre più per la frizione: la figa della ragazza sembrava volerlo ingoiare. Lei cominciò a gemere sempre più forte, era in estasi. Anche Ryan era quasi arrivato, pochi colpi ancora:
‘Sto per venire…’ le disse e tentò di uscirle dalla figa ma lei lo strinse a se con le gambe. Il ragazzo ridacchiò:
‘Hehehe!! Contenta tu!!’ ed aumentò il ritmo godendosela fino alla fine. La ragazza venne gridando ma Ryan le tappò la bocca, una manciata di secondi prima di riempirla di sborra fino all’orlo. I due rimasero immobili, abbracciati e muti, i corpi sudati, il fiato dell’uno sul collo dell’altra per quasi un minuto. Poi lui tirò su la testa e la guardò. Aveva i capelli ormai un cespuglio informe e gli sorrideva serena.
‘Grazie, grazie davvero’ gli disse beata. Lui ridacchiò e si tirò su lasciandola a gambe aperte esausta.
‘Bella scopata ragazzina ricca, hehehe!!’ le disse un po’ da stronzo. S’infilò i boxer e i pantaloncini tirandosi su la zip. Poi la maglietta. Lei non era ancora riuscita a muoversi e il ragazzo vide le grandi labbra che vomitavano il suo seme. Ridacchiò allo spettacolo.
‘Ti conviene darti una pulita prima di tornare alla festa, hehe!!’ la guardava dall’alto in basso, quasi con freddo distacco.
‘Beh, io vado!’ le disse sorridendole ‘…la prossima volta che hai bisogno di essere riempita fammi un fischio, magari ci facciamo una sveltina nel cesso, che ne dici? hehehe!!’ e se ne andò. Nessuno l’aveva mai trattata così, era sempre stata servita e riverita. Questo ragazzo invece era brutalmente sincero con lei. Non era suo amico e neanche tentava di esserlo, l’aveva solo scopata per divertirsi un po’. E del resto era stata lei a chiederglielo. Adesso le tornava tutto in mente come fosse un brutto sogno.
‘Dio mio, l’ho supplicato di chiavarmi come un animale…’ si ripeteva nella testa rimanendo sempre più scioccata. Si era fatta scopare da un ragazzino che conosceva appena, sul prato della villa del suo ragazzo. Da quand’era diventata così troia? Non lo era mai stata! Era forse il fatto che Max ormai non la toccava neanche più. Quello stronzetto doveva avere qualche puttanella nel campus perché tutte le volte che si vedevano tirava fuori una scusa per non fare sesso. Ryan invece l’aveva trovata sexy, l’aveva divorata con gli occhi e poi l’aveva sbattuta come un uomo vero. Le creava dentro un subbuglio incredibile. Possibile che provasse qualcosa per lui?

‘Scusa! Mi daresti una mano con questo tavolo?’ due ore dopo i camerieri cominciavano a sbaraccare e un biondino molto familiare sembrava in difficoltà.
‘Sicuro!’ gli rispose Ryan sorridente e cominciò ad aiutarlo.
‘Tu sei Zach, vero?’ il ragazzo aggrottò le ciglia sorpreso.
‘Si, come fai a saperlo?’ l’altro gli sorrise scaltro.
‘Beh, diciamo che abbiamo un’amica in comune…’ gli disse vago
‘Chi?’ chiese Zach incuriosito.
‘Una certa cagnetta masochista di nome MAX, ti dice niente?’ il biondo si fermò un secondo guardando Ryan negli occhi, poi i due si scambiarono un sorriso perfido e fu l’inizio di una nuova nefanda amicizia.

Vero le due e mezza del mattino Ryan, esausto s’incamminò verso il suo alloggio. Cominciò a pensare alla giornata interminabile che aveva avuto, cominciata come qualunque altra. Troppe cose erano successe, tutte insieme, era possibile che fossero proprio vere? Forse stava sognando, tra poco si sarebbe svegliato tutto sudato nel vecchio letto del capanno.
Ma quando vide Maximilian che lo aspettava appoggiato alla porta capì che era tutto vero. Ryan gli sorrise. Indossava lo smoking con il farfallino slacciato e aveva due birre in mano.
‘Piaciuta la festa schiavetto?’ lo canzonò.
‘Una favola…’ gli disse sarcastico l’altro. Ryan rise e Max gli porse la bevanda ghiacciata. La prese senza ringraziarlo e aprì la porta del capanno. Accese la luce e l’altro entrò dietro di lui. Non era granché. Anzi, era un tugurio. Una stanza con degli attrezzi e un letto di legno piuttosto scassato in un angolo. Il giovane universitario frugò nel taschino della giacca e tirò fuori un involucro.
‘Tieni…’ Ryan si voltò e glielo prese di mano.
‘Che cos’è?’
‘Ho aperto un conto a tuo nome e ci ho trasferito i soldi’ gli disse con lo sguardo basso.
‘Hehehe!! Bravo schiavetto!’ aprì la busta e tirò fuori i documenti che conteneva. Aggrottò le ciglia:
‘Centomila dollari?’ gli chiese con un sorriso furbastro ‘Te ne avevo chiesti cinquanta…’
‘Lo so ma speravo che dandotene di più…’ il ragazzo sorrise.
‘Cosa? Che ti saresti risparmiato la schiavitù?’ Max abbassò la testa in segno di assenso e Ryan scoppiò a ridere.
‘Hahahaha!!! Mi dispiace amico ma quella è la parte più divertente per me, hehehe!! Comunque accetto volentieri tutti questi verdoni se ti fa felice, hahaha!!’ gettò l’involucro sul comodino mentre rideva.
‘E’ per quello che mi hai salvato il culo con tua madre oggi? Per farmi contento e vedere se cambiavo idea?’
‘Si amico! Senti, quando sei uscito ho parlato ancora con lei e ti ho fatto raddoppiare lo stipendio…’ tentò ancora il ragazzo ‘…le ho anche detto che lavorerai solo 8 ore al giorno, non di continuo come fai adesso…’ Ryan sorrideva incamerando tutte quelle buone notizie ‘…e da domani puoi trasferirti nella dependance vicino alla piscina coperta, è un appartamento nuovo non lo usa mai nessuno…’ Ryan riprese a ridere.
‘Hahaha!! Bravo! Ottimo lavoro schiavo, il tuo padrone è molto contento di te, hahaha!!!’ e si gettò sul letto mentre ancora ridacchiava. Max aveva di nuovo quello sguardo disperato negli occhi, quasi gli veniva da piangere ‘Anche se comunque hai fatto solo il tuo dovere, checca! Hahaha!!!’ gli disse godereccio.
‘Mi raccomando, lunedì ricordati di versarmi i diecimila per la settimana!’ Max lo guardò sempre più sconsolato.
‘Avevi detto cinquemila!’ Ryan rise.
‘E adesso sono diecimila, problemi?’ Max chiuse gli occhi come aveva fatto la mattina:
‘No padrone, nessun problema’ rispose rassegnato. Ryan rise:
‘Dai muoviti ora! Stamattina andavo di fretta ma adesso puoi finire il servizietto che avevi cominciato, sai il tuo padrone è stanco morto e ha proprio voglia di rilassarsi, hahaha!’ Max ricacciò indietro un singhiozzo e si inginocchiò ai piedi del suo letto. Gli sfilò le scarpe e le calze putride.
‘Prima di leccarli baciali, voglio fare le cose con calma, non ho NESSUNA fretta frocetto!’ sottolineò la parola con lentezza inenarrabile. Max si mise all’opera e mentre le sue labbra cominciavano ad adorare le sue piante l’odore che solo poche ore prima lo aveva tramortito gli entrava di nuovo fino al cervello, maschio, pungente, schiacciante, sovrano. Ryan rise nel vederlo in difficoltà. Si accese una sigaretta e buttò giù un sorso di birra fresca, utilizzando tutti i sensi per vivere al massimo quel momento. Guardò la checca con goduria.
‘Ogni volta che li baci voglio che mi ringrazi perché ti permetto di farlo, schiavo!’ Max non provò neanche a ribattere. Socchiuse gli occhi:
‘Grazie padrone…’ cominciò con voce piatta ‘…perché mi permetti…smack …di baciarti i piedi… smack…’
‘Devi essere più convincente amico, non ti credo!’ lo interruppe Ryan che lo guadava con un ghigno malefico. Max ingoiò, richiuse gli occhi e ricominciò stavolta con impeto.
‘Mio divino padrone… smack… grazie… smack… io non sono degno neanche… smack… di essere calpestato da questi… smack… tuoi piedi meravigliosi… smack… eppure tu nella tua… smack… immensa generosità… smack… mi permetti di baciarli… smack… e di leccarli… smack… inebriandomi del tuo odore maschio e possente…’ sentì il ragazzo ridacchiare ma non aprì gli occhi, continuò quella tortura ‘…non so perché sono stato… smack… tanto fortunato da incontrarti… smack… ma ringrazio il cielo per l’onore che mi fai … smack… ogni volta che mi permetti di lavarteli… smack… con questa lingua indegna!’ Ryan stava ridacchiando incontrollatamente:
‘Hehehe!! Bravo schiavo! Adesso leccali pure, hahaha!!!’ ubbidì docilmente assaggiando nuovamente quello schifo. Era ancora peggio della prima volta.
‘hehehe!! Riesci ad immaginare niente di più bello, frocetto?’ Il ragazzo stette al gioco ormai rassegnato.
‘No padrone…’
‘Ma come, tu sei Maximilian Walker Jr. uno dei principi di Washington, sicuramente avrai di meglio da fare che leccare i piedi a un umile tuttofare che fino a ieri dormiva negli scatoloni di cartone.’ Max continuò imperterrito a leccare.
‘No padrone, non c’è niente che amo di più al mondo che leccarti i piedi, è la mia unica ambizione, il mio unico scopo nella vita, signore!!’ gli disse con abbastanza pathos da sembrare vero. Ryan continuava a ridere.
‘Adesso apri gli occhi e fammi un bel sorriso, checca!’ Max ubbidì e con orrore vide che il ragazzo lo stava riprendendo di nuovo. Smise di leccare e lo guardò cinereo. No, no, no, non era possibile! Ryan spense il video e riprese a ridere.
‘Amico dovresti vedere la tua faccia, sembra che tu abbia visto un fantasma, hahaha!!!!’
‘Ryan ti prego, non puoi farmi questo…’
‘Farti cosa, schiavetto? Non hai appena detto che l’unico scopo della tua vita è leccarmi i piedi, hahaha!!!’
‘Ryan, ti supplico!’ gli disse all’orlo del pianto ma Ryan si stava divertendo come mai.
‘Tranquillo amico, è già tutto programmato, adesso posso passare l’altro video al mio nuovo amico Zach, ci ho chiacchierato un bel po’, sai? E’ molto simpatico e non vede l’ora di cominciare a spremerti come si deve, altro che quelle misere mancette che gli davi hahaha!!!’ Max era allucinato ‘…e io posso tenermi questo che tra i due direi che è quello più compromettente, non trovi? Hahaha!!!’
‘No, no, no, ti prego…’ continuava ripetere.
‘I tuoi vogliono la carriera politica per te giusto? Senatore magari? Hahaha!!!’ continuava a canzonarlo ‘Pensa se inavvertitamente questi bei filmetti finissero su youtube, hahaha!!!’ il viso di Max era devastato:
‘Su, su, non essere triste, guarda il lato positivo! Dovrai leccarmi i piedi finché non crepi! haha!! Dai, consolati con queste due belle fette che hai davanti alla faccia, da bravo! Hahahaha!!!’ era davvero perfido. Max ingoiò di nuovo ma stavolta una lacrima gli scese rigandogli la guancia. Tirò fuori la lingua e ricominciò. Ryan rise. Dopo qualche minuto decise di andare oltre.
‘Sai, ho visto Sarah prima, dopo che avevate litigato…’ Max lo guardò. Il solito ghigno divertito sulla faccia ‘…era triste e sconsolata perché tu non le dai abbastanza cazzo amico!’ non disse niente e continuò a leccare ‘Così me la sono sbattuta sul prato qui vicino! Cristo le ho anche sbrodato dentro e lei mi ha ringraziato come le avessi salvato la vita! Hahaha!!!’ Aveva il fuoco negli occhi ma ebbe l’accortezza di non fare niente. Ryan gli sorrise:
‘Ho ancora l’uccello umido, scommetto che ti piacerebbe leccarmelo, eh?’ lo osservava con un sorriso di scherno:
‘Vorresti picchiarmi vero? Haha! Peccato che le prenderesti fighetta, ti ricordi com’è andata l’ultima volta, si?’ Aveva ragione probabilmente. Max cominciò a prendere dei gran respironi per cercare di calmarsi ed ogni volta l’odore dell’altro gli violentava il cervello. Dopo un po’ di mesto rimuginare abbassò lo sguardo sconfitto definitivamente:
‘Ti devo ringraziare…’ gli disse. Ryan non si aspettava quell’uscita e sogghignando gli chiese:
‘Perché?’
‘Perché io non riesco più a soddisfarla e non posso neanche dirle il motivo e… non è giusto, mi dispiace per lei… devo trovare il modo di rompere con lei, non voglio farla soffrire…’ Ryan sorrise.
‘No, per il momento voglio che mantieni la sceneggiata.’ Max lo guardò sorpreso ‘Se la molli non avrà più motivi di venire qui, invece devi continuare ad uscirci, e a farla soffrire, ci penso io a consolarla come si deve, hehehe!! Ho grandi progetti per quelle sue belle tette, hehe!!’ Max guardò Ryan con un’espressione strana.
‘Che hai checca?’
‘E dai Ryan! Me la stai facendo pagare perché sono sempre stato uno stronzo e magari me lo merito pure, ma lei cosa c’entra, non ti ha forse sempre difeso?
‘Hehehe! Ma io non ho intenzione di farle del male frocetto, voglio solo sfruttare il mio bastone qui…’ si afferrò il pacco oscenamente ‘…per farla godere, godere, godere, hehehe!! E’ quello che ogni brava puttanella vuole amico, credimi!’ Max ci pensò un attimo e il ragionamento filava di certo. In fondo era quello che voleva anche lui.
‘Hai ragione, in fondo è la cosa migliore…’ Si era convinto e riprese a leccare in automatico. Ryan ridacchiò. Dopo circa una ventina di minuti le braccia di Morfeo lo reclamavano e il ragazzo decise che era l’ora di finirla.
‘Ora basta, vattene a ‘fanculo che voglio dormire!’ gli allontanò la faccia e Max si alzò. ‘Ci vediamo domani, ti voglio qui alle sette in punto, così facciamo colazione insieme, leccapiedi, sono sicuro che un po’ di marmellata ci sta da dio tra un dito e l’altro, hahahaha!!!’ Max annuì stanco e sconsolato e uscì dal capanno lasciandolo da solo a contemplare il cammino dorato che gli si prospettava davanti. Due troie da scopare, uno schiavo da mungere fino all’ultimo centesimo, un conto in banca che aumentava di settimana in settimana e perfino un nuovo amico con cui condividere tutte le sue nefandezze. Una singola giornata aveva completamente cambiato le sue prospettive, le sue speranze, i suoi sogni. Il ragazzo si addormentò con un sorriso radioso sul volto pensando al suo luminoso domani.

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