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La clinica del piacere

By 26 Agosto 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

“…&egrave questo &egrave il corpo cavernoso, Vanessa a che cosa serve e dove si trova esattamente questa struttura?”
Una ragazza dai lunghi capelli biondi e le spalle esili si voltò rapidamente verso la donna che le aveva rivolto la domanda e molto in fretta rispose “nell’uomo, &egrave una struttura che contiene il sangue durante l’erezione, dottoressa Madia!”.
“Esattamente. Bene, adesso iniziamo il giro visite, partiremo dalla stanza 201 e andremo fino alla 219, fate molta attenzione a gesti e spiegazioni e se vi chiedo di fare qualcosa che non vi sentite in grado di fare allora ditelo apertamente, intesi?”
Un mormorio di assensi si sparse tra il gruppo di giovani studenti. I ragazzi, sei in tutto, si affrettarono dietro la dottoressa che aveva puntato dritto dritto sulla prima camera del giro, la mia.
Mi chiamo Dario, ho 23 anni e studio economia in una grande città del Nord…e questo &egrave praticamente tutto quello che so su di me al momento.
L’altro ieri mi sono svegliato in questo letto e tutto quello che i medici hanno saputo dirmi &egrave che sono stato in coma per circa quattro giorni dopo aver preso una botta in testa durante uno scippo.
Ma la cosa più scioccante non fu il risveglio dal coma, ne il fatto di esserci finito, la cosa che più mi sorprese e che ancora mi soprende &egrave proprio l’ospedale.
La dottoressa e il suo manipolo di allievi intanto era entrata e si era disposta intorno all’unico letto occupato, il mio.
Mi ritrovai davanti sette volti, alcuni noti, come quelli di Vanessa, Davide e della dottoressa Madia, e altri sconosciuti come quelli degli altri ragazzi che ieri durante il mio primo giro visite da cosciente non avevo visto.
“Bene classe, questo &egrave Dario, ricoverato per un trauma cranico senza evidenti danni neurologici permanenti, come ti senti caro?”
“Io bene… credo” risposi guardando un po’ a disagio la folla attorno a me
La dottoressa seguì il mio sguardo, dopodich&egrave fece un leggero sorriso.
“Quando vi rapportate a un paziente &egrave molto importante farlo sentire a suo agio. Il giro visite può essere una fonte di stress non indifferente per un assistito e quello che un buon sanitario fa di solito in questi casi &egrave far rilassare il paziente.”
La dottoressa si fece più vicina, sedendosi sul bordo del letto poi riprese il discorso.
“Dario, ti va se ripetiamo il piccolo esperimento di ieri?” mi chiese la dottoressa sorridendo
Mi ritrovai subito a guardare Vanessa, che mi sorrise di rimando allungando le sopracciglia in un tacito “e allora?”.
Con un lievo cenno di assenso diedi l’ok e la dottoressa sorridendomi mi scostò le coperte.
Mi ritrovai improvvisamente nudo dalla vita in giù di fronte a sette camici bianchi.
La dottoressa Madia mi afferrò la base del pene ed iniziò un lento sali-scendi, che piano a piano iniziò ad ingrossarsi sempre di più fino a svettare nella sua mano.
“Vedete, la masturbazione e più in generale il coito, sono ottimi modi per far rilassare i pazienti o, perch&egrave no, i nostri colleghi” mentre parlava la sua mano continuava la sua opera, dandomi delicate sensazioni di piacere.
“La stimolazione sessuale al suo apice rilascia endorfine che permettono ai pazienti di scaricare la tensione, inoltre si hanno molti benefici anche sul piano vascolare e dal lato clinico igienico , evitando la formazione di smegma nell’uomo e di una flora batterica troppo estesa nella donna.”
Mentre la lezione proseguiva io mi facevo sempre più prossimo all’orgasmo.
L’essere osservato da altre persone mentre la bellissima dottoressa mi faceva una sega era semplicemente fantastico ed irreale. Francamente, ero ancora convinto di essere pesantemente sotto farmaci e che tutto quello era successo negli ultimi due giorni fosse semplicemente un sogno.
“Naturalmente tutto ciò non va a beneficio del solo paziente: anche i dottori e gli infermieri possono ottenere reciproco godimento dal rapporto con il paziente”
La dottoressa lasciò la presa sul mio cazzo, prossimo alla venuta per portare le mani al camice, che molto rapidamente si sfilò appongiandolo con cura alla base del mio letto.
La già notevole vista migliorò non poco quando la dottoressa rimase con le sole mutandine di pizzo nero e il reggiseno abbinato, e migliorò ancora quando con l’aiuto di uno dei ragazzi il reggiseno sparì, liberando la terza soda del medico.
“Ora con l’aiuto di Dario vi mostrerò cosa intendo per ” detto questo tornò vicino al letto ma al posto di sedersi sul bordo si impalò direttamente sul mio cazzo.
L’ingresso del mio arnese nella sua figa strappò ad entrambi un gemito, e quando iniziò lentamente a muoversi sopra di me i gemiti si moltiplicarono.
Intanto nella stanza l’atmosfera si era scaldata. Gli studenti, forse per stare dietro agli insegnamenti della dottoressa, avevano iniziato a “mettersi a proprio agio” tra di loro.
Due dei ragazzi stavano frugando nel camice di Vanessa, le cui mani erano impegnate in un compito molto simile nella zona inguinale dei compagni, mentre gli altri due aspiranti dottori si alternavano bocca e capezzoli dell’altra dottoressa, una ragazza dai capelli rossi e la carnagione chiara che con trasporto aveva già abbassato i pantaloni di uno dei ragazzi e iniziato una appasionatissima sega.
Lo smorzacandela della dottoressa intanto, unito alle scene da urlo ai lati, mi avevano portato estremamente vicino a un sentissimo orgasmo.
Prima che potessi avvertirla, la dottoressa si alzò, mi si stese sopra e iniziò una breve sessione di limonata.
Il suo corpo caldo e il peso del suo seno contro il mio mi facevano sentire in paradiso.
Dopo poco, e arrivato ormai al culmine del piacere, la dottoressa ridiscese lungo il mio corpo, afferandomi il cazzo alla base e ingoiando, centimetro dopo centrimetro, l’asta nella sua interezza.
Il calore della sua bocca, il tocco della sua lingua e le sensazioni date dalla saliva mi mandarono ancora ulteriormente in estasi.
Intanto intorno a me il microclima di sesso si era trasformato in una vera e propria orgia pagana.
Vanessa era piegata a novanta, i lunghi capelli biondi raccolti nella mano di uno dei suoi compagni ai quali stava regalando quello che sembrava uno dei migliori pompini della sua vita.
Le sue magnifiche tette ballonzolavano al ritmo forsennato dettato dalla penetrazione dell’altro aspirante dottore. Il suo viso, contratto in una smorfia di piacere, sembrava domandare ancora più godimento.
L’altro terzetto non era da meno. La rossa era stata presa in mezzo dai due dottori e andava avanti urlando il suo piacere da quasi un minuto ininterotto, quando uno dei due, precisamente quello che l’aveva penetrata in figa, non si staccò. La ragazza quasi cadde sotto le fitte degli orgasmi che aveva appena avuto, retta in piedi non dalle proprie gambe ma ancorata al cazzo che ancora aveva nel culo. Toltosi il cazzo dalla figa, subito due dita della sua mano destra corsero al clitoride, che stimolato iniziò a tirare getti di umori ovunque e su chiunque. Lo spettacolo fu troppo per il dottore che ancora la stava penetrando che rapidamente uscì dal suo culo per sborrarle copiosamente sul culo e sulla schiena, l’abbondanza dei getti arrivò ad impiastricciarle i capelli, dandole un aspetto ancora più eccitante.
Doveva pensarla ugualmente l’altro ragazzo che fino a poco prima era dentro di lei perch&egrave non ci mise molto a piazzarsi davanti a lei, con il cazzo all’altezza del viso e a scaricarle un altra ondata di sperma dritta in faccia.
La ragazza, ancora scossa dall’orgasmo rimase un po’ sopresa dal ritrovarsi il viso all’improvviso sporco di sborra ma di certo per niente scandalizzata. Usò la lingua per pulire prima le parti del viso dove poteva arrivare per poi buttarsi voracemente nel lustrare i due cazzi che le avevano appena regalato diversi orgasmi.
L’impagabile scena unita all’impeccabile lavoro di lingua della dottoressa Madia furono troppo anche per me: sborrai tutto quello che avevo nella bocca del mio medico, avendo l’orgasmo più intenso della mia giovane vita.
Intanto anche Vanessa e i suoi due colleghi erano prossimi a finire: la ragazza non era più piegata a novanta ma sedeva sopra il cazzo del più basso dei due, mentre l’altro le fotteva la bocca ferocemente.
Il primo a venire fu proprio quest’ultimo, che scaricò tutto direttamente nella bocca di Vanessa, leggermente in affanno nell’ingoio.
Un rivolo di sborra le affiorava all’angolo della bocca mentre i movimenti di bacino dell’uomo sotto di lei si facevano via via più irregolari, fino a cessare con la venuta nella sua figa.
Non ci volle molto perch&egrave i dottori si rivestissero e pulissero, lasciando la stanza con la promessa di ripassare l’indomani per un altro giro visite.

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