Nei giorni seguenti però la situazione in casa cambiò radicalmente. Lei si fece fredda e distaccata ed io non sapevo come comportarmi.
Ripensavo continuamente alle sensazioni di quel momento.
La gioia nel possederla, il piacere di scoparla, il potere nel penetrarla; le era piaciuto, ne ero certo, aveva goduto molto.
Mi ero sentito forte, dominante, come se Luisa non potesse fare a meno di me, salvo poi, la rivelazione che mi aveva colpito come una mazzata.
Mi feci assalire dalla timidezza e dalla vergogna, sentendomi tremendamente in colpa per quello che avevo fatto, per averla presa con la forza, almeno nella fase iniziale quando l’avevo spinta sul sofà e posseduta.
Non avevo chiesto e nemmeno fatto intendere le mie intenzioni, non permettendole di accettare o rifiutare.
In più occasioni provai a parlarle, a chiedere, mi rispondeva semplicemente che stava benissimo ma era molto impegnata col lavoro.
Una volta insistendo riuscii a farla sbloccare, ma scoppiò a piangere e mi disse che il mio comportamento l’aveva turbata nel profondo, nonostante poi avesse goduto con me.
Mi scusavo e cercavo di riallacciare un rapporto fratturato dalle mie azioni sconsiderate.
Se provavo ad avvicinarmi lei si scansava, anche un semplice abbraccio non era gradito.
Lei, però, continuava con le sue provocazioni in un balletto incessante di contraddizioni; stava sempre in intimo, quando stava sul divano, mentre io studiavo, si accarezzava le braccia e le gambe in modo molto sensuale e qualche notte la sentivo mugulare di passione col suo amato vibratore.
Inconsapevolmente mi ritirai in me stesso cercando sempre come poter rimediare al mio errore.
Quando riuscivo le preparavo da mangiare, facevo le sue pulizie, la aiutavo in qualsiasi cosa e lei lo apprezzava, ma manteneva sempre quell’atteggiamento distaccato; non era più la Lu che mi volteggiava intorno allegra e spensierata.
Non mi segavo neanche più, troppo timoroso di offenderla in qualche modo, nascondevo e le mie erezioni con pantaloni larghi e cuscini e Luisa mi guardava, immaginava tutto e segretamente godeva di queste mie umiliazioni.
Passarono quasi due mesi poi si verificò una sua reazione a tutta questa situazione confusa.
Decise tutto lei.
Una sera ero a letto a leggere un romanzo quando lei entrò dalla sua camera.
-“Ciao, posso?”
-”Si certo!”
Appoggio il libro e le faccio spazio sul letto mettendomi seduto ed incrociando le gambe.
Indossavo la mia solita maglietta e i boxer, pronto per dormire e lei, tunichetta larga a coprire appena i glutei.
Si siede ai piedi del letto accavallando le splendide gambe nude e mostrando per un istante il pube.
Mi appoggia una mano sul ginocchio e mi guarda dritto negli occhi.
-”Senti…ho deciso di perdonarti.” – comincia – “Tu sei sempre così buono e gentile e ti sei reso conto del tuo sbaglio, che è la cosa più importante. Voglio lasciarmi alle spalle l’accaduto, non lo dimenticherò, ovviamente, ma non posso permettere che quell’attimo istintivo rovini del tutto il nostro rapporto”.
Incredulo e sollevato le prendo la mano tra le mie, stringendola.
-”Grazie, davvero, te ne sono infinitamente grato…sono stato uno stupido, ti chiedo ancora perdono”.
-”Eravamo arrivati ad essere così intimi e complici che devo essere sincera, mi manca tutto questo. Si, forse non lo meriti, ma so che non farai più nulla del genere, almeno senza il mio consenso”.
-”No assolutamente. Mai!”
-”Credo torneremo facilmente al rapporto che avevamo, però se lo vuoi, dovrai esclusivamente fare ciò che ti dico, senza prendere spontanee iniziative. Ci stai?”.
-“Che cosa significava? – penso – “Che non l’avrei più forzata? Quello no, certo che no. Non potevano esserci altri significati nella sua proposta”.
-”Si. Quello che vuoi quando vorrai, mi va benissimo” – rispondo.
Mi stavo completamente affidando nelle sue mani; non sapevo ancora come e in che misura.
-”Perfetto. So che non mi deluderai più” – dice sorridendo.
-“Ora ho molta voglia.” – continua –“Sai che ho un vibratore con il quale mi diverto qualche volta. Pensavo tu potessi venire di là e assistere mentre…lo faccio… senza interferire, come prova di buona volontà”.
Sgrano gli occhi stupito.
Mia cugina, in un minuto, era passata dal non considerarmi minimamente, al propormi di assistere ad una sua sessione di masturbazione con il suo sex toy.
-“Vieni”,
Mi prende per mano e si alza, tirandomi verso la porta della sua camera con un enorme sorriso stampato in faccia.
La seguo inebetito, non riuscendo ancora a realizzare che cosa stia accadendo.
In camera sua libera velocemente la sedia, posta esattamente di fronte al letto, e mi fa sedere.
Davanti a miei occhi sbarrati, con estrema lentezza sfila la tunichetta dalla testa; compare il pube con il cespuglietto biondo, l’ombelico e il pancino sexy e i seni dai capezzoli irti.
Poi si gira e lentamente si china in avanti mettendo in bella mostra le natiche tonde e piene.
Vado su di giri, il cuore batte all’impazzata e il membro pulsa irrequieto nei boxer.
Quel corpo spettacolare e sinuoso che si muove quasi danzando, mi sta facendo impazzire.
Senza preavviso Luisa si avvicina e si siede su di me, le gambe aperte ai miei fianchi e con i seni a pochi centimetri dal mio viso.
Resto immobile.
Il desiderio di toccarla si fa sempre più forte, sento il contatto della pelle delle cosce sulle mie, il calore del suo pube nudo mi avvolge l’uccello e mi sconvolge.
Prima che posso alzare un dito per toccarla lei mi sussurra all’orecchio:
-”Non azzardarti a toccarmi. Devi solo guardare, goditi lo spettacolo. Non spogliarti, non segarti, non sfiorare nemmeno il tuo sesso. Osserva in silenzio, come facessi parte dell’arredamento. Chiaro?”.
Annuisco, paralizzato dalla sua voce tagliente ma anche estremamente sensuale.
Lentamente si alza e si mette in ginocchio a pecorina sul letto, ho il suo culo e la sua passera a meno di un metro da me, uno spettacolo mozzafiato.
Le labbra semi aperte rivelano una abbondante eccitazione, è completamente bagnata, la clitoride fa capolino tra esse, dura; allunga una mano da sotto e con due dita inizia a massaggiarla.
L’uccello preme sul tessuto, non devo muovermi, né sistemarlo, desidero ardentemente posare la mia lingua su quel sesso umido e gocciolante.
I gemiti di Luisa mi fanno impazzire, sono esagerati, passionali, sta godendo della mia presenza.
Infila le dita dentro di sé e sembra paralizzarsi a quel contatto; l’odore di sesso che emana è inebriante.
Torna a torturare il bottoncino, mentre porta l’altra mano da sopra ad accarezzare il buchetto anale che freme palpitando.
L’indice si fa strada nell’ano, pianissimo, e ad ogni millimetro di penetrazione fa seguito un suo gemito.
La testa appoggiata al materasso, il viso rivolto all’indietro a guardarmi; con due dita impazza sulla clitoride, sempre più gonfia, mentre l’altro dito lo infila e lo pianta saldamente nel culo.
Il cazzo mi brucia, mi fa malissimo, sono sicuro che è tutto arrossato a causa delle mutande strette a contenerlo.
Mi muovo impercettibilmente per cercare di sfregarlo appena sul tessuto, per donarmi una vaga sensazione di piacere.
La faccia di Luisa è una maschera di godimento infinito; all’improvviso chiude gli occhi e si abbandona all’orgasmo, smette di respirare e gode.
-”Aaahhh… Sìììì… Aaahhh…” – rantola e si abbandona sul materasso distrutta.
Lentamente estrae il dito dall’ano, il quale per un paio di secondi resta oscenamente aperto, di poco, ma quella vista mi fa impazzire.
Resto fermo sulla sedia, aspettando indicazioni, mentre il membro, sempre più dolorante, non la smette di agitarsi nelle mutande; quanto vorrei prenderlo in mano e dargli sfogo, mi basterebbero una decina di secondi.
Luisa scende dal letto, si avvicina e mi mette un dito sotto il naso, davanti alla bocca.
-”Succhialo.” – ordina.
È l’indice, quello con cui si è appena masturbata nel culo.
L’odore che emana è forte, intenso, ma eccitante, apro la bocca e succhio tutto quel lungo dito sottile che l’aveva fatta godere così tanto.
Avvicina il volto al mio orecchio e sussurra:
-”Vedo che ti è piaciuto molto lo spettacolo. Mi spiace per il vibratore, non è stato necessario oggi, ma lo vedrai in azione un’altra volta”.
-”S…si…va bene” – riesco a balbettare.
-”Ora vai di là e fai come se nulla fosse successo. Non darti piacere. Non godere. Non venire. Sei d’accordo?”.
No. Non ero affatto d’accordo ma risposi:
-”Si, come vuoi”
-”Buonanotte”.
Mi bacia sulla guancia e si distende sul letto.
Frustato e amareggiato esco chiudendomi la porta alla spalle.
Frastornato mi trascino fino al mio letto e mi getto sopra a pancia sotto.
Mi bastano pochi sfregamenti contro il lenzuolo e, contravvenendo ai suoi ordini, vengo, vengo copiosamente, bagnando mutande e lenzuolo.
Mi addormento così, con l’uccello ancora dolorante e mille pensieri che mi affollano la mente.
Impotente.
L’unica parola che descrive ciò che provai nei giorni seguenti l’accaduto.
Impotente perché mi ero completamente lasciato andare nelle mani di mia cugina, la quale ora controllava la mia attività sessuale, in un rapporto Padrona-Schiavo.
Ero in uno stato di eccitazione perenne, ero sempre su di giri; all’università osservavo una bella ragazza? Erezione. Sul bus strusciavo inavvertitamente qualcuno? Erezione.
E lei, soprattutto, sempre più nuda, sempre più arrapante e sexy; non è che venisse a guardarmi tra le gambe tutte le sere, ma se mi fossi sfogato ancora in autonomia, sapevo che lei sarebbe riuscita a scoprirlo.
Stavo impazzendo; giorni e giorni di astinenza mi pesavano come una montagna sulla testa e sulle spalle; il mio pensiero andava sempre e continuamente a Luisa, al suo corpo, alla figa gocciolante e al suo culetto aperto.
Cercavo di stare fuori casa il più possibile, girovagando per la città senza una meta, oppure, approfittando del bel tempo, andando a studiare nei giardini, per passare meno tempo possibile vicino a lei, ma anche questo rappresentava per me una sofferenza.
Dovevo sottostare alle sue regole e ai suoi tempi; m’illudevo che di lì a poco mi avrebbe aiutato e permesso di lasciarmi andare, di liberarmi di tutto quel peso opprimente e invece non fu così.
Voleva farmi diventare matto, si stava divertendo crudelmente con me quasi fossi il suo giocattolo.
Una sera ero comodamente steso sul divano del salone e leggevo una dispensa, concentrato nella lettura.
La finestra aperta permetteva alla brezza serale di entrare nella stanza, rinfrescandomi e mitigando il caldo, ormai quasi estivo.
La porta della sua camera si apre e la sento venire a mettersi dietro a me.
-”Cosa leggi di bello?”
-”Una dispensa universitaria”.
-”Uao! Fammi un po’ vedere.”
Sento la pelle dei suoi seni sfregarmi le orecchie mentre si china su di me.
La sua mano sotto il mento mi solleva il viso e mi stampa un bacio sulle labbra, poi prende la dispensa e la getta a terra, alza una gamba e scavalca la spalliera e, completamente nuda, si siede direttamente sul mio viso, con le cosce che mi circondano la testa.
Ho la vagina di Luisa esattamente a contatto con le labbra.
Non dico una parola, spaventato da questa iniziativa bizzarra e sensuale.
Incredulo e titubante esco la lingua e la appoggio sulle labbra, cercando di inserirla nel mezzo.
È appena uscita dalla doccia ed, ancora bagnata, le è venuta voglia di mostrarsi completamente senza veli e di farsi leccare la passera profumata di bagnoschiuma.
Pazza!!!
Mi faccio largo nella sua carne ed entro il più possibile con la lingua nella vagina, trovandola bollente e bagnatissima.
Mi muovo in lei come avessi un piccolo pene al posto della lingua, rapidamente dentro e fuori, leccando le pareti interne e bevendo tutto ciò che esce da quella fonte infinita di piacere.
-”Togli i pantaloncini.” – ordina.
Senza smettere di mangiare quel frutto succoso, riesco a abbassare l’indumento ed infine a toglierlo, restando nudo col cazzo durissimo e svettante.
Si solleva, si gira e torna a sedersi su di me e rimettendomi la figa a portata di lingua, muovendo il bacino e sfregando figa e glutei sul mio viso.
Inizia a scoparmi la lingua, saltellandomi sopra divertita, le chiappe mi sbattono sulla fronte e quando si alza di qualche centimetro posso vedere la stupenda rosellina anale.
La lingua scivola in lei veloce e cerco di tenerla più dura e ferma possibile ma comincia a farmi male.
Sento una mano sulla pancia che lentamente scende verso l’inguine e mi accarezza le palle in modo molto sensuale.
Inizio a leccarle la clitoride piano piano e lei inizia ad ansimare, mentre la sua mano scende a sfiorare perineo e ano.
Sta per godere, la sento.
Lecco più velocemente ed aspiro quel bottoncino vibrante, facendole emettere versi gutturali.
Le sue dita continuano a muoversi su di me, su tutta la parte genitale, ma sempre senza arrivare a sfiorare il membro; io voglio raggiungere l’orgasmo, l’attesa e la continua stimolazione stanno diventando insopportabili.
Faccio aderire completamente la bocca alla figa ed utilizzo solo la punta della lingua sul clitoride, muovendola rapidamente e senza sosta.
Luisa mi preme più pesantemente sul volto, come per sentirmi maggiormente; le gambe le tremano e il suo respiro si ferma, assieme ai suoi movimenti.
Resta immobile a gustarsi ogni singolo tocco sul suo sesso mentre un orgasmo potente la sta travolgendo.
-“Oraaa… Sììì… Non ti fermareee,,,” – e gode, riversando un rivolo di umori sul mio mento.
Non mi fermo finché mia cugina non torna a inspirare ossigeno a pieni polmoni, ansimando pesantemente, e si alza appoggiandosi sul bordo del divano.
Tutta la bocca mi fa male, è stato un cunnilingus lungo e passionale, mai fatto prima.
Il membro è duro e dolorante, speranzoso di ricevere attenzioni.
-”Sei stato fantastico.” – mi dice sorridendo.
Si alza e mi bacia velocemente sulle labbra, avviandosi alla sua camera.
Non ci credo!! Ha davvero intenzione di lasciami ancora così, sofferente e delirante?”
Una rabbia strana e mista a frustrazione si palesa nel mio animo sconfitto.
-”Luisa…”.
-”Si?” – fa girandosi.
-”Scu…scusa se te lo chiedo, ma, insomma, io non ce la faccio più” – dico indicando il cazzo.
-”Ah, e allora?” – fa lei con aria divertita.
-”Ti prego…per favore., fai qualcosa, ti scongiuro” – dico disperato.
-”Dici sul serio?”
-”Certo! Non vedi in che condizioni sono, sto impazzendo”.
-”Va bene”.
-”Da…davvero?” – faccio incredulo.
-“Sì spogliati e stenditi sul divano”.
Non me lo faccio ripetere due volte ed eseguo al volo.
Si avvicina, si gira, con le mani si allarga le natiche e mi piazza il buco del culo sulle labbra.
-“Tu intanto lecca”.
Estraggo la lingua dolorante e inizio a lappare e penetrare quel pertugio odorante ancora di bagnoschiuma.
Sento un calore intenso avvolgermi la cappella, poi qualcosa di morbido scorrere lungo l’asta.
Luisa me l’ha preso in bocca, mi sta facendo un pompino!!!
Inizia un su e giù con le labbra ed io irrigidisco la lingua penetrando più che posso all’interno dell’ano.
Non ci vuole molto, le mie palle sono stracolme, ancora qualche risucchio e sento l’orgasmo montarmi dentro.
Lo sperma risale la colonna ed esplode nella bocca di Luisa.
La sento aspirare ed ingoiare tutto quello che il cazzo riesce ad emettere e mentre, finalmente, mi sto rilassando, un peto scaturisce dal suo buchetto investendomi in pieno il viso.
La sento ridere, poi si solleva e si alza.
-“Sei soddisfatto, ora? – mi chiede sorridendo.
-“Sì, sì… Gra… Grazie”. – rispondo.
Si gira e si avvia verso la camera lasciandomi stremato sul divano.
I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com
Grazie mille, Rebis, sono felice che ti stia piacendo. La scrittura è una cosa che mi permette di staccare un…
Racconto pazzesco..vero o di fantasia? Di dove sei?
Wow, stupenda..dov’è ambientato? Se ti andasse di approfondire grossgiulio@yahoo.com
Ciao! È un po' che seguo i tuoi racconti. Ho seguito anche la serie precedente. Ho spesso ammirato la tua…
grazie! puoi guardare il mio blog se vuoi leggere altro