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Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'Incesto

La Cugina Matura

By 28 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era febbraio e mancava ancora un mese al mio 24° compleanno. Per quella data io e Chiara avevamo prenotato un viaggetto a Bruges. Visto che lei ama visitare le città d’arte iniziai a cercare guide turistiche e informazioni su cosa visitare ma con difficoltà trovai poco materiale.
Parlando del nostro viaggio con i miei genitori e la difficoltà nel trovare info mi dissero di chiedere a mia cugina Daniela che aveva vissuto un anno nell’antica capitale fiamminga, fu così che dopo una telefonata ci accordammo per la sera dopo. Saremmo andati a cena da lei visto che era quasi un mese che non ci vedevamo e nell’occasione della visita ci avrebbe mostrato le guide e le sue foto a Bruges.
Il giorno successivo, dopo l’ufficio telefonai a Chiara per dirle di prepararsi ma mi rispose che era troppo indietro per la preparazione di un esame e che avrebbe passato tutta sera sui libri.
Con qualche malumore accettai la sua decisione ed avvisai mia cugina che Chiara non sarebbe venuta e si scusava.
-Non ti preoccupare Luchino, ti aspetto alle 19 allora-
-Va bene, non vedo l’ora di far due chiacchiere- dissi io con una punta di falsità.
Mia cugina Daniela è cugina diretta in quanto figlia di zii ma visto che ha 21 anni precisi più di me l’ho sempre considerata più una zia. Mi aveva visto nascere e crescere, scandendo la mia infanzia con filmini e foto a più non posso , ero stato quasi un figlio per lei per alcuni anni. Il suo affetto verso di me era enorme dovuto anche al fatto che è sempre stata single.
Arrivai con mezz’ora di ritardo visto che iniziava a nevischiare e mi presentai nel suo appartamento poco fuori città con una bottiglia di passito e un vassoio di paste.
Mi apri la porta coperta da un vestito enorme e colorato tipico delle tribù africane (forse souvenir di qualche suo viaggio) e dopo dieci baci sulla guancia e un forte abbraccio mi fece entrare. L’appartamento era abbastanza piccolo ma ben arredato e nel soggiorno c’era un finestrone grandissimo che mi fece notare di quanto fosse aumentata l’intensità della nevicata ma per non pensarci Daniela chiuse il tendone impedendomene la vista.
Iniziammo a cenare con la tavola apparecchiata per due, la musica come sottofondo, la luce tenue e delle candele che davano un atmosfera calda ma fin troppo intima per due cugini.
La cena trascorse in allegria, e il vino scorreva piacevolmente nei calici. Arrivati al dolce aprimmo le paste e lei si fiondò sui cannoncini mangiandoli però con eccessiva enfasi, usava la lingua come cucchiaino per togliere la crema e poi si infilava tutto il guscio con un dito. Strano comportamento amplificato dal fatto che mi teneva per la mano sul tavolo e mi guardava dritto negli occhi mentre gustava il pasticcino. Dopo la cena lei sparecchiò e io mi accomodai sul divano con vista cucina, cosi da continuare la chiacchierata ma non potei non notare sul tavolino un libro di fotografie molto sensuali. Gli chiesi se era appassionata di foto d’autore ma lei rispose molto imbarazzata togliendomi il libro di mano e posizionandolo sulla libreria.
Arrivò il momento delle foto su Bruges e accendendo il portatile si mise vicino a me; iniziò cosi una serie di immagini della città alcune molto belle e ben fatte. Ma ogni tanto faceva capolino qualche foto sua in intimità: per esempio si fotografava appena uscita dalla doccia con indosso solo un asciugamano o mentre si provava vestiti non adatti al suo corpo robusto e formoso. Anzi devo dire che all’epoca era più magra di adesso, anche se non è mai stata snella.
Mi chiese scusa ma io la tranquillizzai dicendo:
-E’ il folklore della città!- e ridemmo sorvolando.
Passarono cosi due ore e verso le 23 e con una borsa piena di guide le dissi che sarei tornato a casa.
Prima però avevo bisogno del bagno e mi indicò la stanza chiedendomi anticipatamente scusa per il disordine.
Svuotai in fretta la vescica che era arrivata al limite della sopportazione, mi lavai le mani e presi un asciugamano dal ripiano. Nascosto sotto c’era un dildo in silicone trasparente di almeno 20cm con dei punti in rilievo. Rimasi basito.
Non ne avevo mai visto uno e mai avrei immaginato di vederlo a casa di mia cugina. Sistemai tutto come prima e mi diressi abbastanza scosso all’ingresso.
-Tutto bene? Ti vedo strano?-
-Sarà il vino e l’ora che si è fatta-
La ringraziai, ci salutammo calorosamente e uscii di casa.
Stava nevicando copiosamente e ormai c’era depositata quasi 40cm di neve ovunque. In più lo spalaneve sulle strade aveva accumulato all’ingresso del parcheggio del condominio un montone di neve. Ero bloccato. Daniela, che stava guardando la scena dal finestrone, mi chiamò al cellulare e mi disse che avrei dormito da lei e la mattina sarei riuscito a ripartire. Accettai con qualche remora e presi il borsone che tengo pronto in macchina per le partitelle di calcetto dopo il lavoro. Dentro avevo una maglietta bianca e un paio di pantaloncini, l’ideale come pigiama.
Sistemò alla meglio il divano e mi disse di prepararmi per la notte in bagno. Mi cambiai guardando la punta del dildo che segnava sotto e pensai a chissà quante cose poteva raccontare se solo potesse parlare. Tornai sul divano e mi misi sotto le coperte e dopo poco arrivò Daniela in camicia da notte. Si sedette sul bordo e facendole un po di spazio inizio a farmi delle dolci carezze sulla testa; non ci volle tanto per farmi addormentare ma lei continuò ancora per mezz’ora. Dopo un paio d’ore mi svegliai per andare in bagno e vidi la luce che trapassava dal vetro satinato della porta. Mi avvicinai per appoggiarmi al muro ed aspettare il mio turno ma sentii provenire dal bagno dei versetti inequivocabili; si stava masturbando con il suo giochino e non sembrava smetterla. Io imbarazzato dalla situazione feci per tornare in sala ma appoggiando la mano sul muro senza farlo apposta accesi la luce del corridoio e sentii:
-Luchhhhhino, sei tu?-
-Tranquilla Dani, torno dopo, fai con calma-
-No no aspetta, ho finito. mmhhh- e dopo pochi secondi apri la porta.
La vidi tutta scombinata e accaldata mentre usciva dal bagno e si dirigeva nella stanza accanto.
Entrai in bagno mi svuotai ancora e per la curiosità cercai il dildo senza trovarlo. Lo cercai ovunque fino a quando sentii:
-Cerchi qualcosa?- mia cugina era sulla porta che mi fissava.
-Ah no niente, cercavo il filo interdentale ma non c’ho più bisogno- cercai di uscire dal bagno ma lei mi fermò con una mano sul petto.
-Non cercavi questo?- mostrandomi l’oggetto erotico visibilmente impregnato dei suoi liquidi.
-No no Dani, buona notte dai. Torno a dormire perché è tardi-
-Non vuoi vedere come lo uso?- e così dicendo mi spinse contro la lavatrice.
Iniziò a spogliarsi davanti a me in un modo tremendamente sensuale ed anche se lei non era di certo una bella donna mi stava facendo eccitare irrimediabilmente.
E’ una donna abbondante nel fisico, alta 1,75 direi e con un sedere non larghissimo ma rotondo. I seni erano prepotentemente grossi ma la gravita li faceva cadere sulla pancia molle ma non esagerata. Il volto infine era tondo e non aveva dei lineamenti gentili ma in quel momento aveva assunto un espressione da porca ed assatanata che causò la mia immediata erezione.
Ma la mia mente ragionava lucida e non volevo che accadesse l’irreparabile cosi presi al volo la veste di mia cugina e la ricoprii abbracciandola e stringendola forte a me.
Scoppiò in un pianto che mi lasciò senza parole; abbandonammo il dildo e la accompagnai in sala deciso ad ascoltarla.
Lei fu un fiume in piena di parole e di lacrime;mi raccontava quanto avesse provato a cercarsi un uomo ma senza successi. Trovava solo gente per una scopata e via ma ormai non era quello che voleva. Iniziai asciugandole le guance e gli occhi a baciarle il collo il viso e le spalle ma solo per gentilezza e perché mi faceva pena ma lei travisò il mio gesto d’affetto e mi infilò dritta la lingua in bocca, inoltre con un movimento molto leggiadro si era messa a cavalcioni su di me posizionando la mia asta sotto le sue grandi labbra.
Inevitabilmente la stavo toccando e mi sorpresi di quanto morbida fosse; inoltre sentivo dai pantaloncini di come si stesse creando un lago a contatto con la sua vagina. Si fermò, mi guardo con un intensità unica, la bocca leggermente arrossata dal bacio prolungato e un rigolo di saliva sulle labbra:
-Ti prego: voglio solo una notte d’amore con un uomo che amo e che mi ama-
-Ma sei mia cugina! E’ sbagliato-
Ok ammetto che da ragazzino mi facevo le pugnette spiandola in bagno o guardando le foto del mare in costume ma ora si parlava di incesto.
-Se mi vuoi bene, se per te conto qualcosa lo farai- e scoppiò a piangere.
La guardai per l’ennesima volta mentre le lacrime sgorgavano e presi la mia decisione.
L’afferrai per i grossi glutei e la baciai ardentemente; dopo qualche minuto lei si staccò e disse:
-Farò tutto quello che vuoi, sarò a tua completa disposizione, tutti i tuoi sogni erotici stanotte li realizzerai-
E cosi mi prese dal pene ormai rigido portandomi in camera da letto.
-Arrivo subito, aspetta qui- e si diresse prima nel ripostiglio e poi in bagno.
Dopo 10 minuti tornò con una vestaglia rosa che la copriva fino alle ginocchia. Aveva raccolto la folta chioma bruna in una coda alta e sul naso poggiavano gli occhiali da vista immancabili per lei.
Con un gesto ampio stese sul letto un telo bordeaux impermeabile, accese delle candele e abbassò di poco le luci.
Mi indico di raggiungere il centro del letto e iniziò a scostarsi la veste dalle spalle: lasciandola cadere hai piedi rimase vestita con un corpetto in pelle nera con uno stringato aperto davanti che sembrava stesse per esplodere talmente conteneva tanta carne; sotto, un piccolo tanga che si perdeva in quel tripudio di cosce.
Ero stupito dallo spettacolo che mi si mostrava e l’erezione che l’attesa aveva fatto placare torno furibonda nei miei pantaloncini.
Senza proferir parola si avvicino a gattoni a me e infilò una mano nei miei boxer denudandomi il pene e i testicoli; si  abbassò ingoiando completamente l’asta e iniziò un pompino incredibile.
Incredibile per la passione e la foga che ci metteva, infatti con quel ritmo arrivai subito all’orgasmo che lei percepì e continuando la sega con la mano si fece esplodere il mio seme sul viso.
Era completamente inondata e iniziò con la lingua a pulirsi prima le labbra poi le mani; si tolse gli occhiali e leccò le lenti e la montatura con ingordigia.
-Erano anni che sognavo il tuo sperma- disse pulendosi il viso con una salvietta e sorseggiando un po d’acqua.
Io mi ero appena spogliato ed appena ripresa forza nel membro la presi con forza; la baciai mentre con le mani le tolsi il tanga, prima di gettarlo lo annusai a fondo facendo arrossire Daniela.
Si girò dandomi le spalle e mettendosi a pecorina mi mostrava la sua vagina pelosa pregna di umori e profumi. Fui quasi attirato da un magnete erotico e la penetrai con estremo piacere. Non trovai resistenza e iniziai a pompare con forza; volevo farle provare un piacere indimenticabile e le sputai sull’ano inumidendolo quanto basta per introdurci il dito.
Sotto i colpi della scopata e con il ditalino anale in corso Daniela era in preda ad un rantolo incontrollabile che la portò prima a diversi orgasmi e poi a supplicarmi di non smettere. Ormai il piccolo buchetto era aperto e decisi di prendere il dildo sul comodino infilandolo pian piano dietro a lei. Incominciò a tremare mentre il fallo trasparente stava affondando in lei e non capendo cosa stesse succedendo aumentai il ritmo della penetrazione venendole inevitabilmente dentro. Continuai a scoparla nonostante l’orgasmo e lei urlando iniziò ad urinare mentre ero ancora dentro di lei. Mi lavò le gambe con la sua urina e allora mi tolsi permettendole di finire con calma. Era una situazione nuova per me e al posto di disgustarmi mi stava eccitando sempre più. La vedevo distesa sul letto con il dildo ancora inserito.
-Ti prego perdonami, non mi era mai successo- si scusò.
Andammo in bagno a risciacquarci ed entrammo nella piccola doccia senza parlare. Lei completamente paonazza aveva tolto il bustino e nuda si stava insaponando le grosse mammelle. Un richiamo irresistibile che mi fece impazzire e mi avventai su tanto ben di dio.
-Non sei arrabbiato? Non ti ho disgustato?- disse lei sorpresa.
-Son ancora più eccitato di prima-le dissi io mentre leccavo i grossi capezzoli.
La mia asta era tornata sull’attenti e volevo sfruttare la situazione cosi la presi letteralmente in braccio e con le sue gambe che si stringevano dietro la mia schiena iniziai a scoparla in piedi nella doccia. Purtroppo il peso di mia cugina non mi permetteva di resistere molto e dopo pochi minuti la misi a terra.
-Hai bisogno di un po di energie Luchino! Aspettami a letto che ci penso io.
Tornò subito con un barattolo di crema di nocciola e iniziò a spargersela sui grossi seni porgendomeli. Leccai per bene ogni centimetro della superficie soffermandomi sui capezzoli diventati scuri fino a quando non tornarono rosa; questa cura nei suoi confronti la fece bagnare, accompagnando l’orgasmo con versetti.
Eravamo pronti per ricominciare ed ora il mio obiettivo era quella di possedere il suo grosso sedere. Le misi il pene vicino alla bocca e le dissi:
-Insalivalo bene che adesso il tuo Luchino di spacca il culo-
-Non aspetto altro, prima in bagno mi masturbavo sognando questo momento- disse Daniela.
E così fece ricoprendomi di saliva l’asta; la girai con decisione e puntai la cappella bagnata sull’orifizio. Scivolò dentro con qualche attrito ma dopo poco prese gioco e aumentai il ritmo. Ritmo che però Daniela sembrava soffrire visto che piangeva mentre urlava.
-Vuoi che smetta? Ti fa troppo male?- dissi io mentre diminuivo le battute.
-NO! Continua ti prego, sculacciami, fammi di tutto, insultami; sono la tua bambola, la tua puttana-
Non ci credevo che Daniela,la mia cugina un po bruttina, un po cicciottella, così tranquillizzante nell’aspetto, mi stava dimostrando che era una vera ed insaziabile porca.
Decisi allora di accontentarla e le infilai il dildo nella grossa vagina carnosa che ormai era un lago di umori; quasi scomparve per quanto era dilatata; fatto questo tornai a fotterle il culo con tutta l’energia che avevo.
La foga e l’eccitazione che avevo mi portarono prima a sculacciare i glutei facendoli arrossare per poi passare ai capezzoli che già lei si stava torturando.
Le presi dalla coda formata dai capelli legati e le dissi nell’orecchio:
-Sto per venire, ma non ti ho ancora assaporata. E poi voglio farti bere tutto lo sperma che ho-
-Come vuoi tu, obbedisco a tutti i tuoi ordini- mi disse in preda al piacere.
Ritirai il pene dal suo buchetto che ormai era stato dilatato e maltrattato e feci per pulirmi con una spugna quando:
-Aspetta, non pulirlo; voglio sentire che gusto ha il mio culo- e cosi facendo si stese sopra di me ingoiando il fallo appena tolto.
Eravamo stesi uno sopra l’altro ma in senso opposto;io da sotto ammiravo la sua vulva carnosa che grondava di sapori all’altezza del mio naso.
Con una leccata sprofondai la lingua assaporando quella linfa che lambiva e bagnava le grandi labbra di mia cugina arrivando fino al clitoride.
-Luca togliti, arriva- ed uno schizzo di umore denso e biancastro mi riempi la bocca.
Era un fremito unico, intervallava gli orgasmi con delle contrazioni, continuando a spompinarmi fino a quando arrivò il mio momento.
Le esplosi una gettata di sborra bollente in gola dissetando la sua voglia di cazzo che da anni la tormentava.
Esausti ci distendemmo sul letto togliendo prima la tela che aveva raccolto tutti i liquidi dell’amplesso.
Daniela respirava affannata mentre mi guardava innamorata; io fissavo il soffitto e assaporavo il gusto di mia cugina rimastomi sulle labbra.
Mi abbracciò facendomi posare la testa sul suo grosso seno; quella stanza, trionfante di goduria, si era trasformata in un ambiente sereno e confortevole. Il suo atteggiamento ormai quasi materno mi aveva fatto rilassare e finimmo per addormentarci in pochi minuti.
La sveglia del mio cellulare suonò alle 7; solo 3 ore di sonno erano rimaste dopo una notte di piacere allo stato puro.
Senza svegliarla mi infilai in doccia e mi rivestii, le scrissi un post-it che attaccai sul frigo.
“Questa notte ti ho amata. Stasera tornerò da te per altri chiarimenti su Bruges. Speriamo nevichi ancora.”
Tornai in stanza e la baciai sulle labbra coprendola con una coperta di lana.
Uscii di casa notando che la neve nella notte si era trasformata in pioggia e il passaggio era stato liberato.
Poco più tardi a lavoro ricevetti un SMS: sei l’uomo che amo.

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