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La decisione di George – 7° parte

By 18 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘E’ una gran figata questa festa, Aaron!’ Cindy disse al cugino che scrollò le spalle.
‘E’ una figata solo perché ci sei tu, principessa!’ le disse e lei si mise a ridere.
‘Hahaha! Le rifili alle ragazze queste frasi?!’ rise anche lui.
‘Beh, se non sono proprio dei geni funziona!’ si difese. Lei alzò un sopracciglio.
‘Definisci geni!’ lui alzò gli occhi al cielo in una divertita esasperazione.
‘Ok, ho capito, faccio pena!’ lei annuì in maniera infantile e risero di nuovo. Erano a sedere su uno dei divani a riposarsi un attimo da tutto quel ballare. Accanto a loro coppette che limonavano, palpandosi, preludio a ciò che avrebbero fatto non appena una della camere al piano di sopra si sarebbe liberata.
‘Grazie per averci invitato!’ disse lei ad un tratto mentre lui sorseggiava una birra per rinfrescarsi. Ingoiò prima di rispondere.
‘Ma ti pare Cindy!’
‘No, dico sul serio. Significa molto per me.’ continuò seria ‘Prima mi hai chiamato principessa e non è che hai sbagliato di tanto. Lo ero, sai? La principessina viziata, l’idolo delle feste” si fermò e lui la guardò senza dire niente ”mi sembra una vita fa” poi gli sorrise ”però stasera tu me l’hai fatta rivivere quella sensazione’e ti ringrazio.’ gli si avvicinò e lo baciò sulla guancia, teneramente, con affetto, come avrebbe fatto con suo fratello, il piccolo Mike, che aveva avuto ragione su questo ragazzo fin dall’inizio. Lei era l’unica a non averlo apprezzato, si sentiva in colpa e, in qualche modo, voleva farsi perdonare. Lui le sorrise e le mise il braccio intorno alle spalle con altrettanto affetto fraterno.
‘Beh, lo sai che lo zio non mi permette di aiutarvi in altro modo” le disse con la voce carica di’ cos’era? Tristezza? Pena? Pietà? ”però qui puoi venire quando vuoi, lo sai! E ogni sabato puoi fare la principessa fino alle sei del mattino, se ne hai voglia!’ lei rise dolcemente.
‘Sei davvero dolce’ grazie Aaron.’ gli disse tenera e lui le fece l’occhiolino.
‘Dai, pronta per un altro ballo?’
‘Contaci!!’

‘Come fai a non volergli bene a ‘ste puttane?’ la voce adolescenziale di Chase risuonò nella stanza mentre lo scroto le batteva sudato sul naso. Kate era sdraiata per terra e il biondo le era accovacciato sulla faccia e le scopava la gola, senza pietà, ignorando completamente i suoi conati di vomito, i fiotti di bava che rimetteva e che le imbrattavano la faccia, il suo gorgogliare asfittico. Lei stava ferma a farsi spanare la gola, concentrata sulle sue natiche che aveva davanti agli occhi, ricoperte di una fine peluria bionda e pensava che, se gliel’avesse permesso, sarebbe stato davvero bello leccargliele, almeno quanto le belle palle di Zach. Il giovane continuò:
‘Dico, si fanno fare di tutto, non fanno storie e in fondo ti ringraziano pure! Hahaha!!’ concluse il capobanda.
‘Già, altro che quelle frigide che non te la danno nemmeno a pagarla!’ era Cooper, che intanto le stava stantuffando la figa, grosso e potente, quasi animalesco, mentre conversava con Chase che gli stava esattamente di fronte.
Ma bocca e figa non erano le uniche a lavorare. Anche le mani aveva piene. Menava i cazzi di altri due anche se, a questo punto, non era più sicura di chi fossero.
‘Che si fottano quelle verginelle a vita! Viva le cagne come’ come’ Cazzo! Com’è che si chiamava, questa? Hahahaha!!!’ esclamò Chase facendo ridere tutti. Poi:
‘Chi cazzo se ne frega, dai, dammi il cambio, Chase!’ disse il padrone del cazzo che aveva nella mano destra.
‘Ok, ok!’ il biondo le dette un altro paio di spinte poi, facendo forza sui suoi seni, si alzò dalla sua faccia senza neanche guardare in basso. Lei tossì e sputò una rivoltante mistura di muco e bava, continuando ad imbrattarsi la faccia. Prendeva fiato ma voleva dire loro il suo nome. Era Kate! Si chiamava Kate! Era importante che lo sapessero!
Ma non ci riuscì. Fu il ragazzino dai capelli castani, che era di gran lunga il più piccolo del gruppo a posizionare i piedi a lato della sua testa ed accucciarsi, fino a trovare un buco comodo e umido pronto e felice di accoglierlo, un buco che, secondo ciò che le era stato insegnato, doveva rimanere sempre aperto, finché chi comandava non le permetteva di chiuderlo. Approfittando di questo suo innegabile diritto di nascita, il moccioso, ridacchiando, la riempì con la foga di un animale selvatico. Che sogno.

‘mmmm’ davvero parlerai di me a tuo zio, Derek?’ il moro sorrise al bel visetto dell’ingenua troietta con cui stava pomiciando, sdraiati sul letto:
‘Si, beh, insomma, spero di ricordarmelo” le rispose un po’ seccato ”sai quante ragazze mi chiedono di fargli ‘sto favore? A volte ho l’impressione che vengano a letto con me solo perché sono il nipote del capo degli Universal Studios!’ continuò esasperato e si alzò da lei, facendo quasi per andarsene ma la ragazza lo blocco e gli si sedette sul pacco, abbracciandogli il petto nudo:
‘Poverino, hai ragione! Devi sentirti usato!’ gli disse tenera e protettiva ‘Ma non ti devi preoccupare! Io sono diversa da tutte quelle sgualdrinelle che ci sono in giro’.’ gli sussurrò languida, leccandogli un orecchio ‘A me interessi tu, solo tu” scivolò all’indietro mentre continuava a baciarlo e leccarlo, sempre più in basso, oltre il petto e giù fino agli addominali. Poi gli sbottonò gli shorts e quando l’uccello gli balzò fuori già piuttosto gonfio, abbassò il muso a bocca aperta e cominciò a spompinarlo. Lui sorrise.
‘Aaahhh! Si piccola, continua! mmmmm’. succhiamelo bene, bene, così, mi piace!’ lui era a sedere sul letto e lei aveva la testa sepolta in mezzo alle sue gambe a cercare di convincerlo che era quella giusta, la nuova star che Hollywood stava aspettando con ansia, quella da presentare a suo zio. Derek ridacchiò in silenzio. Già, suo zio, il grassone quasi sempre sbronzo che aveva una roulotte fatiscente dall’altra parte della città! Hahaha!!
Succedeva ogni sabato. Lui e Miguel si spacciavano per nipoti o figli di produttori cinematografici e le cagnette in cerca di fama scodinzolavano per loro, troieggiando in maniera spudorata, il tutto nella speranza che mettessero una buona parole con chi poteva aiutarle a sfondare. E sfondare le sfondavano i due giovani, a colpi di bacino, però! Un buco o l’altro non faceva differenza, quelle povere idiote erano, in genere, molto generose con loro.
Come questa. Si erano conosciuti da neanche un’ora e già lo stava spompinando, ficcandoselo in gola come una vera professionista del settore. Derek ridacchiò e si sdraiò all’indietro senza mai smettere di guardarla. In lontananza si sentiva la musica al piano di sotto, mentre dalla stanza accanto giungeva ben udibile la prova che anche Miguel ci stava dando dentro di brutto.
‘Aaahhh!’ sospirò contento il bel moro ‘Hai ragione, sai? Sei diversa dalle altre” le disse e la ragazza lo guardò ‘Lo capisco subito quando una succhia con passione” continuò divertito ma dolce e lei gli sorrise con gli occhi, raddoppiando, se possibile i suoi sforzi, avviluppandoglielo tutto, massaggiandoglielo e leccandogli la cappella ad ogni pompata. A Derek scappò da ridere ma la troietta non se ne accorse neanche, intenta com’era a convincerlo del suo ‘talento’.

‘Finalmente Romeo!’ Mike sorrise al cugino che stava chiacchierando con sua sorella e un gruppo di ragazzi e ragazze che sembravano tutti usciti da giornaletti di moda.
‘Allora? Come è andata?’ gli disse sottovoce un po’ in diparte dagli altri. Mike gli sorrise, impertinente:
‘Alla grande, amico!’ mentì. Aaron gli strinse l’occhio e ridacchiò, poi gli struffò i capelli:
‘E bravo pivellino! Hehehe!!!’ gli mise un braccio sulle spalle e tornarono in compagnia.
‘Oy! Ragazzi!’ urlò il bel biondo salendo in piedi su un tavolo, mentre Cindy sorrideva al fratello. In molti si voltarono a guardare cosa volesse il padrone di casa.
‘Voglio fare un brindisi!’ continuò ‘Ai miei due cugini strafighi, Mike e Cindy!’ tutti alzarono i bicchieri o le birre che stavano sorseggiando, sorridenti e chiassosi e risposero al brindisi. Mike guardò la sorella, veramente felice, attorniata dalla ricchezza che tanto le mancava. Poi guardò suo cugino. Il suo eroe, il suo idolo, il suo mito, il suo’
Il fastidioso blocco alla bocca dello stomaco ricominciò.

‘Ah, ah, ah, ah, ah!!!’ Kate ansimava con la faccia premuta con forza sul pavimento. Il ragazzo era seduto sul divano, proprio di fronte a lei a rilassarsi dopo la spossante scopata mentre uno dei suoi amici continuava a spanarle il culo. Aveva goduto come la più lurida delle bestie e, dopo tre orgasmi, ora era sfatta, esausta, sfinita. L’avevano usata a piacimento ed erano venuti almeno un paio di volte ciascuno lasciandola tutta indolenzita. Non aveva più la forza neanche di reggersi a quattro zampe e Chase, dolce com’era, doveva averlo capito. Aveva alzato una gamba, le aveva messo il piede sulla testa e l’aveva spinta giù.
‘Faccia a terra cagna, riposati! Hahaha!!’ facendo ridere tutti i suoi amici e da quella posizione non si era più mosso. Non era molto comoda per Kate, specialmente considerando che doveva tenere il culo ritto e le gambe divaricate per permettere all’altro di finire. Ma a Chase serviva un poggiapiedi e la sua faccia evidentemente si adattava perfettamente allo scopo. In fondo cosa le costava? Si fidava di lui, era così carino. Certo, la premeva con tutto il peso della gamba’ e probabilmente ci metteva anche del suo, divertendosi a calpestarla bene, bene. Però la carezzava: faceva scivolare il piede avanti e indietro, spalmandole la bava e il sudore che già aveva sulla faccia. Era un piede maschio e dominante, come il suo padrone e come tale ne aveva il degno odore, forte e prepotente. Kate ne fu ulteriormente ipnotizzata.
‘Ah cazzo! Vengooooo!!!’ il ragazzo coi capelli rossi, che si chiamava Kevin, sborrò una seconda volta e scattò un applauso divertito dai suoi amici.
‘Ahhhh che bel set di buchi, questa troia!! Hehehe!!’ lo sentì pomparla qualche altra volta prima di uscirle da culo con un paio di sberle sonore.
‘Dai, dai, buttala dentro! Hehehe!’ disse Zach, coi suoi begli occhi a mandorla. Kate non capiva a cosa si riferisse, non poteva voltarsi e francamente non aveva neanche la forza per chiederselo. Poi Chase le dette un piccolo schiaffetto col piede:
‘Hey! Sei sempre viva troietta?’
‘mmmm’ certo Chase!’ rispose cercando di sembrargli sensuale nonostante la stanchezza.
‘Hehehe! Bene! Vieni su che abbiamo un regalino per te! Hehehe!!’ la prese per i capelli e, mentre si alzava in piedi, la tirò su fino a farla stare in ginocchio. Kevin comparse nel suo campo visivo porgendo a Chase un calice.
‘Ok ragazzi, tutti qui!’ li chiamò il biondo. La attorniarono, guardandola dall’alto in basso, ridacchiando di lei, tutti nudi, tutti belli, tutti maschi.
‘Allora cagnetta” cominciò come se dovesse far un discorso in pubblico ‘Questa è la tua ricompensa per averci fatto divertire’ le porse il calice che era pieno di’ sperma. Adesso lo notava. Avevano versato lì dentro tutto il contenuto dei preservativi che avevano usato, tranne le volte che le erano venuti direttamente in gola, si capisce. Comunque sia, erano sette o otto dosi buone, buone di sborra vischiosa e bianchiccia.
‘Visto quanto hai lavorato per spremercela dalle palle ci sembrava uno spreco buttarla via e abbiamo pensato di lasciartela bere, sei contenta? Hahahahaha!!’ Kate non aveva più forze, ma ritrovò vigore e sorrise a tutti loro.
‘Oh, ragazzi grazieeeeee’ disse loro infantile e tenera. Si tenevano la pancia dal ridere, mentre un paio stavano registrando l’intera scena col telefonino.
‘Hahaha! Su apri, da brava!’ le disse Chase e Zach le prese la testa e gliela tirò all’indietro, rivolgendole lo sguardo verso il soffitto. Chase si avvicinò e rovesciò l’intero contenuto del bicchiere dentro la sua bocca tra fischi e risatine.
‘Hehehe!! Buona la pappa?’ chiese il ragazzino più giovane, Kit.
‘Dai assaporala, non fare l’ingorda!’ disse Zach.
‘Si, muovi la lingua e spalmatela dappertutto!’ aggiunse Kevin, tirandosi indietro i capelli.
‘Hey, ragazzi, un po’ di buone maniere! La cagnetta è stanca e vuole solo ingoiare, non è vero?’ disse il capobanda. Kate, che tentava di accontentarli in tutti i modi provò ad annuire e li fece ridere di nuovo.
‘Coraggio allora! Butta giù tutto, troietta!’ ordinò Zach. Lei ubbidì. Era tanta e viscida ma le bastò un sol colpo per berla. Appena finito aprì la bocca perché potessero ispezionarla, come le era stato insegnato e i ragazzi risero ancora.
‘Hahaha!!! Congratulazioni, sei la troia più lurida di tutta Los Angeles! Hahaha!!!’ le disse Chase dandole due schiaffetti sul viso, per poi buttarsi a sedere all’indietro, sul divano, imitato dagli altri, per riprendersi da tutta quella faticosa ginnastica.
‘Aaahhh che scopata!’ disse Kit e gli altri annuirono sorridenti.
‘Hey ragazzi vi va una birra?’ chiese Chase, raccogliendo consensi.
‘Hey! Servici da bere invece di stare lì impalata!’ le disse indicando il bar della camera. Lei si alzò di scatto:
‘Subito!’ prese cinque birre e cominciò a distribuirle, sotto i loro sguardi divertiti da quanto fosse sfacciatamente sottomessa:
‘Quant’era che non ne scopavamo una tutti insieme?’ chiese Kevin, il rosso.
‘mmmm’. un paio di settimane mi pare, no?’ fece Zach.
‘Ma chi? Intendi l’amica di Bryanna? Quella con le tette sgonfie?’ rispose Cooper.
‘Si lei!’
‘No io non c’ero ragazzi! Eravate solo voi quattro!’ disse il ragazzino.
‘Già, il nostro piccolo Kit era impegnato a farsi spompinare da sua cugina! Hahaha!!’ disse Chase e il ragazzino ridacchiò.
‘Hehe! Esatto! Ancora non lo sa fare bene, però! Devo fargli fare un sacco di pratica prima di presentarvela! Hahaha!!!’ continuò a ridere mentre prendeva la sua birra senza neanche guardarla. Così fecero gli altri e continuarono a chiacchierare. L’ultimo fu Chase.
Kate si inginocchiò davanti a lui. Il cazzo moscio e sporco riposava bellissimo e fiero sul suo scroto. Lei si morse il labbro, incantata e, nonostante la stanchezza, incapace di contenersi, si sporse in avanti a lavorare di lingua:
‘Hey! Chi cazzo te l’ha detto che puoi leccarmi l’uccello! Non t’è bastato?’ disse il ragazzo con la voce rotta dalla risata. Lei lo guardò dolcissima.
‘Beh, mi hanno insegnato che devo sempre ripulire i ragazzi che mi scopano, è buona educazione!’ recitò fiera.
‘Hahaha!!! Certo che Aaron t’ha ammaestrato proprio bene, eh?! Hehehe!’ disse Zach.
‘Cazzo, questa è davvero uccello dipendente! Hahaha!!’ commentò Kit con la sua voce immatura e gli altri annuirono divertiti.
‘Che dite ragazzi, ce lo facciamo ripulire l’uccello da ‘sta troia mentre ce ne stiamo qui a dire cazzate e a farci questa birretta?’ un coro di assensi riempì la stanza. Chase ridacchiò, poi la guardò:
‘Datti da fare, cagna!’ e lei, contenta riprese a leccare.

‘Aaron hai visto Kate?’ Mike chiese al cugino. Questi mise su un’espressione divertita:
‘Non riesco a trovarla da’ prima” concluse schiarendosi la gola.
‘Hehehe!!! Hey, vacci piano stallone! La tua bella sarà qua in giro, basta che la cerchi!’ gli sorrise ‘Prova a guardare in giardino, o nella dependance vicino alla piscina, magari aveva bisogno di un po’ d’aria dopo il tuo trattamento, hehe!’ gli strizzò l’occhio, stuzzicandolo con quelle chiacchiere da spogliatoio in cui Mike adorava essere incluso, solo per la possibilità di ascoltarlo, di parlare con lui, di ridere alle sue battute.
D’un tratto qualcuno gridò:
‘Aaron! Prendi!!’ Mike si voltò per vedere un pallone da football sfrecciare in aria verso di loro. Era un lancio lungo e Aaron saltò all’indietro per prenderlo, come il perfetto atleta che era. Una delle infradito gli volò via, però e cadde proprio di fronte a Mike. Il ragazzo agì d’istinto: si chinò a raccoglierla poi si bloccò, rimase fermo, confuso e indeciso sul da farsi.
‘Hey! In casa no, Bryan o ti sbatto fuori a calci in culo, cazzo!! Andate in giardino!!’ Mike li sentì lamentarsi, ancora imbambolato, poi il cugino abbassò gli occhi e lo beccò nella sua indecisione, lì, accucciato, con la sua infradito in mano. Lo vide sorridergli, in maniera un po’ strana, o forse era quella posizione che rendeva strana la sua espressione. I secondi rallentarono per il giovane, perso com’era in quel viso splendido. Poi Aaron alzò il piede scalzo e lo tese verso di lui, aspettando. Mike si scosse e gli infilò la ciabatta per poi guardarlo di nuovo negli occhi. Sembrava così in alto, lassù. Un gigante irraggiungibile, e perché doveva raggiungerlo, poi. Dio, cosa non avrebbe fatto per lui!
‘Grazie, cugino!’ gli disse. Mike ingoiò e si alzò in piedi e il tempo riprese a scorrere normalmente.
‘Ok, allora vado a cercarla, va bene?’ gli disse, in maniera un po’ stupida, come se gli stesse chiedendo il permesso. Aaron sorrise, stavolta col suo solito sorriso affettuoso e birbante.
‘Ok, pivello, vai, vai!! Hehe!!’
Mike uscì in giardino e si guardò un po’ in giro. C’era un sacco di gente ma lei non la vedeva proprio. Che gran confusione che aveva in testa, troppe sensazioni nuove, ingestibili. Non sapeva neanche perché la stesse cercando poi. Per dirle cosa? Giustificarsi della sua performance un po” beh, poco soddisfacente, quantomeno! Probabilmente era scappata. Non avrebbe più voluto vederlo, come minimo e la cosa strana era che a lui non è che dispiacesse poi tanto.
Niente, non la trovava proprio. Decise di tentare con la villetta sulla seconda piscina esterna, quella sul retro della casa. Una dependance l’aveva chiamata Aaron. Cristo era dieci volte la bettola dove abitava con la sua famiglia!
Ma non era geloso dei suoi soldi, per lui francamente non avevano mai importato più di tanto. O comunque non quanto sua sorella che ne era ossessionata.
Notò che c’era la luce accesa in una delle stanze. Si avvicinò ad una delle finestre. Erano aperte ma c’erano le tende tirate, doveva fare il giro ed entrare dalla por’
Da una fessura di una tenda accostata male vide una scena che non si aspettava.
Un fighetto atletico e palestrato, dagli occhi a mandorla, che avrà avuto si e no la sua età, se ne stava nudo a bersi una birra svaccato in poltrona mentre una ragazza lo slinguazzava in mezzo alle gambe, inginocchiata di fronte a lui. Aveva una coscia sul bracciolo e l’altra gamba spalancata dalla parte opposta, sembrava fatto apposta così che la ragazza potesse ‘lavorare’ meglio.
La cosa strana era che il tipo non se la filava affatto. Chiacchierava con qualcuno, girava la testa a destra e a manca partecipando all’edificante conversazione i cui parlanti erano tutto intorno a lui. Era un’orgia o cosa?
‘Ma non dire cazzate, Cooper!’ disse il ragazzo che Mike vedeva ‘Non lo vincono il campionato, ti dico! Ora che hanno venduto Miller sono nella merda!!’
‘Si, anche secondo me, amico! Non hanno possibilità!’ disse una voce rasposa e altre furono concordi, finché un’altra voce, piuttosto scura e un po’ velata:
‘Hey, uno può sognare, ragazzi, no?’ risero tutti.
Mike voleva andarsene, non era per quello che era lì, ma i muscoli del ragazzo lo attraevano un casino e se la tipa avesse alzato la testa un attimo magari avrebbe potuto dare un’occhiata al suo’
‘Hey, Zach!’ disse una voce molto giovane alla sinistra del ragazzo ‘Secondo me sei il suo preferito, è un’ora che ti lecca le palle! Hahaha!!’ risero tutti, poi Mike vide il ragazzo metterle una mano sulla testa:
‘Beh, si vede che è una vera intenditrice, Kit! Hahaha!!’
‘Certo che quale ragazza si presta a una roba del genere, dico io?’ si chiese Mike, poi ascoltò il ragazzo che sghignazzava mentre le diceva:
‘E’ così, cagnetta? Sono il tuo preferito?’ Mike spalancò gli occhi nel momento in cui la ragazza tirò su la testa dal suo pube:
‘mmmm’ mi piace tanto leccarti le palle Zach’ mmmmm’ ti ho lasciato per ultimo apposta’ mmmmmm’.’ disse smielata ”sono tanto, tanto belle e hanno un odore forte’ e poi sono così buoneeeee’ mmmmm’.’ era Kate, la sua Kate, quella con cui aveva perso la verginità poco prima. I ragazzi risero delle sue parole e del suo tono, talmente servile e adorante da essere quasi assurdo, mentre Mike si portò la mano alla bocca. Aveva la nausea.
‘Hahaha!!! E allora leccale, mangiasborra! Leccale quanto cazzo ti pare, non ho mica fretta, sai?! Hahaha!!!’ la vide sorridere, eccitata e contenta come una bimbetta e si chinò di nuovo a leccare, pitturando una grottesca quanto arrapante rappresentazione personale del proverbiale ‘dulcis in fundo’ tra il riso denigrante dei ragazzi.
Mike distolse lo sguardo e si allontanò, indignato, disgustato ma col cazzo di marmo nei pantaloni.

I piedi di Kit erano di gran lunga quelli che emanavano l’odore più rivoltante. Kate glieli baciò, amorevole e ripeté la stessa frase, come aveva fatto con gli altri quattro:
‘Grazie Kit, per avermi fatto godere! Io sono una lurida cagna e puoi usarmi ogni volta che vuoi!’ altri baci, dolci e languidi mentre i ragazzi sghignazzavano. Avevano cominciato a rivestirsi e Kate sperava davvero che si sarebbero rivisti presto. Chissà se Derek e Miguel, i suoi padroni, l’avrebbero permesso. Alzò la testa da terra e trovò il ragazzino a ghignare dall’alto della sua statura decisamente poco imponente.
‘Continua a baciarmeli, troietta, mi piace! Hehehe!’ lei riprese immediatamente senza proferire parola.
‘Dai Kit, muoviti! Torniamo alla festa!’ disse Chase.
‘Ok, ok, arrivo!’ rispose il ragazzo non muovendosi di un millimetro ma cominciando ad infilarsi la maglietta.
‘Voglio parlare con Aaron di ‘sta cagna!’ continuò Chase ‘La voglio a nostra disposizione ogni sabato sera!’ i ragazzi risero.
‘E chi ti dice che sia libera! Hai sentito, non è neanche più sua!’ commentò Zach. Tra tutti sembrava quello che non aveva alcun problema a questionare Chase. Doveva essere il suo vice o roba del genere, pensò Kate mentre continuava a baciare.
‘Oh, Aaron è sempre uno di noi anche se adesso è ricco sfondato! Vedrai che un modo lo trova per aiutare i suoi vecchi amici! Hehe!!’ altre risatine.
‘Hai sentito, cagna? Ci rivediamo molto presto! Hehe!!’ le disse Kit mentre si era infilato i boxer e gli shorts alzando prima un piede poi l’altro ma tenendoglieli davanti alla faccia perché lei continuasse a baciarli fino all’ultimo secondo.
‘Che bello, Kit, sono contenta!’ canticchiò lei.
Ormai pronto, anche Kit la lasciò lì da sola a terra, avviandosi verso l’uscita. Finirono di prendere le loro cose e cominciarono i romantici saluti:
‘A sabato prossimo, cagnetta!’
‘Bel lavoro, svuotapalle!’
‘Ciao, mangiasborra!!’ la salutò Zach, a cui sembrava piacere molto chiamarla così.
‘Ciao ragazzi e grazie di tutto!!’ disse loro tutta allegra. L’ultimo ad uscire fu proprio Chase che la guardò per un istante sulla porta, poi ridacchiò e si voltò spegnendo la luce prima di uscire.

Kate si concesse qualche secondo per riposarsi. Le dolevano diverse parti del corpo. La gola e la lingua in particolare, però era così felice e fiera di aver fatto un buon lavoro. I ragazzi l’avevano riempita di attenzioni e complimenti e si erano divertiti per tutto il tempo e questi erano tutti segni che era stata brava. Più un ragazzo ride di te, più si diverte ed è quello il tuo dovere: era una delle prime lezioni che Aaron le aveva impartito, mesi prima.
Si dette una rinfrescata veloce e nel giro di dieci minuti era tornata presentabile. Si rimise il vestitino di seta e chiuse la porta della dependance avviandosi verso la tenuta principale.
‘Ti sei data un bel da fare, eh?’ una voce conosciuta la fece voltare ‘Cinque tutti insieme’ wow” era il cugino di Aaron. La guardava seduto su una sdraio non lontano dalla piscina adiacente, solo come un cane.
‘Mike, mi hai fatto paura!’ gli disse e si avvicinò a lui.
‘Allora? Cosa sei? Una specie di puttana? Ti fai pagare per i tuoi servizi?’ la aggredì verbalmente ma mai guardandola negli occhi ‘Con me t’è andata male, sai? Non ho un soldo!’ Kate alzò un sopracciglio e il suo tono divenne stranamente freddo.
‘Si, sono una puttana. Ma non lo faccio per soldi, semplicemente mi piace il cazzo, Mike” gli rispose ”proprio come a te!’ concluse poi con un sorrisetto. Il ragazzo la guardò. Nei suoi occhi un misto di rabbia, sconcerto e disperazione.
‘Ma che stai dicendo!’
‘E’ così Mike, non la puoi fregare una PUTTANA come me, mi spiace!’ gli disse sottolineando l’epiteto con cui l’aveva chiamata.
‘Smettila!’ ringhiò lui.
‘Scommetto che avresti voluto essere al mio posto, là dentro, a quattro zampe mentre servivo tutti quei ragazzi, dì la verità!’
‘Ho detto smettila!’ l’aveva colto sul vivo. Si era alzato di scatto, rosso in faccia per la vergogna più che per la rabbia. Lei stette immobile a guardarlo e lui, dopo diversi secondi, pian piano riprese a respirare regolarmente, abbandonò le spalle e abbassò lo sguardo.
‘Ti prego’ non’ non dirlo a nessuno” arrivò la supplica. Kate ebbe un moto di compassione verso il poveretto e se le circostanze fossero state differenti la sua espressione rassicurante e il suo ‘Tranquillo, non dirò niente” che lo calmò e lo fece quasi tornare a sorridere, sarebbe potuto anche essere sincero. Ma non era così, purtroppo per lui.

‘Volentieri, amico! Che problema c’è? Hehe!’ rispose Miguel alla richiesta di Chase ‘Anzi mi fate un favore, cazzo! Io e Derek ce la sbattiamo per tutta la settimana, il sabato abbiamo voglia di un po’ di carne fresca e quella se ne sta tutta la sera col muso lungo a romperci le palle!’
‘Tranquillo, te la teniamo impegnata noi! Hehehe!!’ disse Zach.
‘Hehe! Perfetto! Affare fatto!’ rispose Miguel divertito.
‘Aaron, mi piace il tuo amico, cazzo!’ ridacchiò Chase rivolto al suo vecchio compagno di giochi, il quale sorrise.
‘Hehehe! C’avrei giurato! Hehe!!’ risero tutti e fecero tintinnare le loro bottiglie, brindando all’amicizia. Erano in giardino, non lontano dalla piscina principale, il party si era svuotato di una buona metà dei partecipanti, cominciava ad essere piuttosto tardi.
‘Hey, guarda chi c’è!’ disse Kit ‘Parlavamo proprio di te!’ tutti si voltarono e videro Kate avvicinarsi.
‘Hey cagnetta! Giusto in tempo!’ disse Miguel in un tono che palesava quanto fosse contento di vederla ‘Vieni qui, voglio far vedere ai ragazzi una cosetta divertente, hehehe!!’ la ragazza sorrise al suo bel padrone e si avvicinò. Quando gli fu a portata di mano le mise una mano sulla testa, per un istante sembrava volesse carezzarla ma la spinse giù in malo modo e lei finì con le chiappe sul pavimento proprio in mezzo al cerchio che quei sette giovani formavano. Risatine attorno a lei. Erano all’aperto, in mezzo ad altra gente, ma il pubblico che avrebbe potuto fare da testimone a quell’atto di violenza maschilista era quasi tutto sbronzo se non strafatto di qualcosa. Nessuno si voltò. Miguel, col suo ghigno schioccò le dita e lei scattò. Si mise in ginocchio, alzò le mani, gli sbottonò i pantaloni, liberò l’uccello moscio e se lo infilò in bocca fino a schiacciare il viso sul pube, rimanendo immobile, in attesa.
‘Vedete ragazzi, c’è più di un modo di usare questa specie d’animale parlante, hehe!!’ Gli altri guardavano, cercando di capire quale fosse la ‘cosetta divertente’ di cui parlava. Quando niente di eclatante accadde:
‘Hey, amico, guarda che la troietta c’ha spompinato per quasi due ore, non è che sia proprio una novità, sai!’ disse Cooper un po’ arrogantello.
‘Guarda meglio, idiota!’ gli disse Kevin, il rosso, ridacchiando quasi incredulo alla scena. Miguel se ne stava fermo con la tipica espressione di beato sollievo che ogni ragazzo avrebbe riconosciuto, mista al sorrisetto furbo che non gli abbandonava la faccia. La cagna, intanto, aggrappata ai suoi fianchi, ingoiava come una forsennata, gettando occhiate ai bei lineamenti di chi le stava allegramente pisciando in gola.
‘Cristo, ma questa dove l’avete scovata?? Hhahaha!!’ commentò Chase.
‘Avresti dovuto vederla quando l’ho conosciuta amico! hahaha!!! Pensa che è stata sua madre a presentarmela! Hahaha!!!’ risero tutti i ragazzi mentre lei beveva assetata come non mai.
‘Guarda com’è contenta poi!’ commentò Zach.
‘E’ contenta, si, amico! E’ una vita facile la sua, sai!?’ spiego il giovane messicano mentre continuava a votarsi la vescica ‘Pensa, non deve prendere nessuna decisione, lo facciamo noi per lei!’ ridacchiarono alle sue parole ‘L’unica cosa di cui si deve preoccupare è ubbidire agli ordini. E’ un paradiso per lei, hehehe!!!’ disse Miguel ‘Vero, Kate?’ le chiese, lei tentò di annuire, attenta a non farsi andare di traverso il suo speciale drink. Ancora risate.
‘Hahaha! Ma pensa, mangiasborra, leccapalle, pisciatoio, quante qualità che hai, cagnetta! Hahaha!!’ sghignazzò Chase.
‘Già, se fai la brava come stasera, sabato te la facciamo passare noi tutta quella sete! Hehehe!!’ disse Zach.
‘Hahaha!!! La fate contenta ragazzi! Non aspetta altro! Hahaha!!!’ rise Aaron mettendo la mani sulle spalle di Chase e Zach, compagnone più che mai.
‘Cazzo, la riempiamo fino al gozzo ‘sta zoccola di merda!’ disse Kit. Le sue parole erano spesso più violente degli altri, forse per compensare la sua giovane età e farsi bello agli occhi dei più grandi.
‘Che spasso, cazzo!’ disse Kevin. Ancora risate.
Poi Aaron guardò l’orologio:
‘Hey, Miguel, quando hai finito di usare il cesso” ridacchiò ”ti spiace dare un passaggio a casa ai miei cugini?’ il ragazzo ispanico rise.
‘Agli ordini capo! Hehe!!’

‘Ci dispiace così tanto andare, ma mamma e papà cominciano a rompere se non siamo a casa per le due!’ Cindy era sulla porta e dette un grosso abbraccio al cugino.
‘Tranquilli! Siete stati bene?’ chiese loro Aaron.
‘Eccome!!’ risposero entrambi. Lui sorrise.
‘Mi fa piacere! Vuol dire che tornate sabato?’
‘Puoi scommetterci, amico!!’ gli disse Mike e si salutarono con una presa dall’aria molto cool.
‘Grande! Hey! Mandami un messaggino quando arrivate a casa! Della guida di Miguel non è che mi fidi granché!’ il giovane autista si voltò e gli sorrise.
‘Grazie mille della fiducia, capo!’ risero.
‘Ci sentiamo domani, cuginetti!!’ li salutò. Aspettò che la macchina partisse, poi rientrò, chiuse la porta e tornò dai suoi ospiti con un sorrisetto furbastro che né Cindy, né Mike erano abituati a vedergli in volto.

‘Grazie del passaggio, Miguel!’
‘Alla prossima, ragazzi!’
Mike e Cindy rientrarono in casa facendo meno rumore possibile.
‘Mike” il giovane si voltò.
‘Cosa?’
‘Grazie per avermi convinta a conoscere Aaron!’ gli disse sinceramente ‘Capisco perché ne parli di continuo, è uno incredibile!’ il ragazzo le sorrise un po’ tronfio per la verità.
‘Te l’avevo detto, no?’ lei annuì e lui le disse:
‘Sono contento che ti sia divertita, era tanto che non ti vedevo ridere.’ lei sorrise poi gli disse:
‘Vattene a letto fratellino! E’ tardi!’
‘Sissignora!’ disse lui strafottente.
La salutò e lei rimase seduta sul divano per un altro po’, trasognata, pensando alla bellissima serata, a quanto si era divertita a tutto quel lusso a tutte le belle persone che aveva conosciuto e ad uno in particolare. Non è che avesse una cotta per lui o niente del genere, per carità. Cominciava a provare del sincero affetto, questo si! Aaron. Tutti quegli anni sprecati.

Miguel rientrò per trovare la casa quasi vuota in condizioni di totale disastro, come al solito dopo le feste di Aaron. I pochi presenti erano praticamente addormentati o svenuti sui divani o per terra. Salì le scale senza fretta e per i corridoi trovò qualcuno che, barcollando cercava di tornare al piano di sotto.
Si diresse verso la camera padronale e, come da istruzioni ricevute, aprì le doppie porte.
Sull’enorme letto, con la schiena affondata in una decina di comodissimi cuscini, c’era Aaron, mani incrociate dietro la nuca e l’aria divertita, nonché rilassata. Lo schermo gigante era acceso su un canale musicale mentre tre ragazze completamente nude, una accucciata in mezzo alle sue gambe aperte e le altre due ai lati delle gambe tenevano il viso incollato al suo pube. Mute e terribilmente indaffarate. Non si voltarono neanche per vedere chi fosse entrato.
‘Miguel!’ disse amabile il giovane.
‘Hey capo! I cuginetti sono sani e salvi!’ fece rapporto.
‘Grazie, amico! Secondo te com’è andata?’ chiese tranquillamente, come stessero facendo quella conversazione davanti ad un caffè.
‘Sono cotti di te, cazzo! In macchina non hanno parlato d’altro, se sento un’altra volta quanto sei perfetto, comincio quasi a crederci!!’ disse sarcastico mentre si avvicinava al letto.
‘Hahaha!! Ottimo, fila tutto liscio!’ gli rispose l’altro. Miguel lo raggiunse fino a mettere la mani sui culi di due delle ragazze, puntati verso di lui, tastandole. Loro neanche si voltarono. Avevano le fregne umide, doveva essersele scopate.
‘Begli esemplari hai qui!’ commentò. Aaron ridacchiò.
‘Ho promesso cinquanta verdoni a quella che riesce a leccarmi l’uccello fino a domattina! Soste vietate, neanche per andare al cesso! Hahaha!’
‘Hahaha!! Dura la vita per le troie morte di fame eh? Haha!!’ risero insieme.
‘Puoi dirlo forte, amico! Hahaha!’ il rumore delle loro lingue che scivolavano sulla pelle e sulla peluria pubica del bel biondo era tenue ma udibile e terribilmente piacevole.
‘Aaaahhh! Tre lingue insieme sono una forza, cazzo! Mai provate?’ chiese godereccio. L’altro ridacchiò:
‘Hehehe! Mi fermo a due, capo, ma posso immaginarmelo! Hehe!!’ risero i due giovani, così uniti dalle loro passioni e dal modo in cui vedevano il mondo.
‘Beh, buon divertimento, capo! Ci vediamo domani!’ disse poi il giovane ispanico.
‘Prendetevi pure la giornata libera tu e Derek, viene la mia zietta a ripulire tutto! Tra un pompino e l’altro le faccio pulire anche il giardino, tranquilli!’
Miguel sorrise:
‘Grazie capo!’ poi aggiunse ‘Vuoi farla schiantare, la vecchia?’ Aaron ridacchiò:
‘Se lo dovrà pur guadagnare l’onore di farmi da schiava, no? Hahaha!!’
‘Cazzo se hai ragione, capo, haha!’ dopo aver condiviso un’ultima risata lo salutò e richiuse le porte della camera, tornando di sotto.

Prese una birra dal frigo e uscì in giardino. Si dette un’occhiata in giro e trovò chi stava cercando. Si avviò verso un paio di sdraio al bordo della piscina principale, ancora illuminata ma deserta. In una sedeva il suo amico Derek, l’altra era vuota, ad aspettarlo.
Lo raggiunse e si accomodò con un liberatorio sospiro.
‘Domani festa! Ordini del capo.’ disse prima di prendere il primo sorso. L’altro sorrise.
‘Che grand’uomo che è!!’ commentò contento il bel moretto ‘Ti va di buttare un po’ di grana in stronzate?! Abbiamo appena riscosso!’ propose.
‘Eccome amico!’ si accordarono sui dettagli, chiacchierando di cosa avrebbero comprato. Poi Miguel abbassò lo sguardo.
‘Che ci fa questa, ancora qui?’ Derek sorrise.
‘Dice che gli siamo tanto mancati, mi ha fatto pena! Hehehe!!’
Kate, accucciata sul prato, leccava con amore i piedi del suo giovane padrone, succhiandogli le dita, lavandogli la pianta, muta, stanca, ma felice.
‘Hehehe! Quei ragazzi ci fanno un gran favore a togliercela dalle palle il fine settimana!’ disse Miguel.
‘Altroché! Quando ci stufiamo possiamo anche regalargliela!’ rispose Derek.
‘Dici? Ne troviamo un’altra così?’ rise il moretto.
‘Hehehe! Aaron si stanca facilmente delle sue puttane, vedrai che tra non molto ce ne passerà un’altra ben addestrata, hehehe!!!’ risero insieme e fecero tintinnare le bottiglie.
‘Ti piacerebbe diventare la schiava di quei ragazzi, cagna?’ chiese Miguel. Lei alzò il muso a guardarlo.
‘Beh’ si” disse timidamente ”però mi dispiace se non vi vedo più” continuò dolce, dolce. I ragazzi risero.
‘Hahaha!! Ma che tenera che sei!’ fece Miguel ‘Tieni!’ si scalzò le scarpe e stese i piedi, incrociandoli alle caviglie e accomodandosi sulla poltroncina. ‘Lecca anche i miei, te lo sei meritato con quella risposta! hahahaha!!!’ risero i due ragazzi guardando il loro patetico animale a lavoro, in ginocchio, muso a terra, dov’era giusto che fosse, ad umiliarsi pur di divertirli, per poi distrarsi da lei e dalla sua routine quotidiana e tornare a chiacchierare di cazzate ben più importanti.

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