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La gita di quinta

By 10 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e la Stefy siamo migliori amiche da che ho memoria. Le nostre famiglie erano amiche prima che noi nascessimo e io e lei iniziammo a vederci prima di avere l’età per ricordarcene.
Poi l’esilo, la materna, le elementari, le medie… sempre insieme.
E’ molto più che un’amica per me. Non ho una sorella, ma credo che il nostro legame sia più stretto di quello di sangue.
Io e lei ci diciamo tutto, facciamo tutto inisieme. Spesso lei rimane a dormire da me, o io da lei. Per i nostri genitori non fa differenza, sono talmente abituati a vederci insieme che farebbe strano il contrario.
Siamo cresciute insieme in tutto e per tutto: le prime cotte, il primo bacio, le sbirciatine sui siti porno.. Tutto ciò che accedeva nella nostra adolescenza lo facevamo inisieme oppure correvamo a raccontarcelo non appena era successo.
E’ stata lei la prima a sviluppare. Io ero un po’ invidiosa delle sue forme all’inizio, ma poi anche per me &egrave arrivato il momento e devo dire che ora non ho niente da invidiarle.
Lei &egrave sempre stata un po’ più espansiva di me con i ragazzi, ma era solo una facciata. In realtà era sempre dannatamente insicura e correva da me a chiedere pareri e consigli prima di fare qualsiasi passo.

Perché vi sto raccontando questo?
Perché altrimenti non potreste capire a fondo ciò che ci &egrave capitato durante la gita di quinta liceo.
Diciotto anni, ormoni a mille, prima aria di libertà: si sa che la gita di quinta &egrave sempre un’occasione per fare baldoria, ma anche per osare ciò che a casa non oseresti. Infatti &egrave proprio ciò che &egrave accaduto.
In quel periodo io avevo una cotta per Davide, un bel ragazzo alto e moro della 5C. La scuola ebbe la brillante idea di organizzare la gita in Grecia proprio con quella classe. Perfetto.
Quando ce lo comunicarono la Stefy cominciò a prendermi in giro:
“Questa volta ti tocca fare l’amore!”
Sia io che lei eravamo ancora vergini e, a parte qualche pomiciata un po’ spinta, non avevamo ancora molta esperienza con i ragazzi.
Lei una volta aveva fatto avere un orgasmo ad un ragazzo con una sega e si era ritrovata tutte le mani impiastricciate di sperma. Io invece il seme di un uomo non l’avevo mai visto. Una volta in palestra avevo quasi iniziato a fare un pompino al mio vecchio ragazzo, ma siamo stati interrotti proprio mentre mi stavo abbassando su di lui.
Si insomma, proprio due principianti…

Il viaggio in aereo fino ad Atene passò abbastanza velocemente, con la goliardia tipica delle gite. Riuscii a parlare con Davide solo una volta, in aereoporto, mentre aspettavamo la valigia davanti al nastro trasportatore. Io ero un po’ imbarazzata, ma fu lui a rompere il ghiaccio e a mettermi a mio agio.
Era proprio simpatico oltre che bello.
La Stefy controllava la scena da debita distanza e appena Davide si fu allontanato, mi assalì con la sua curiosità incontenibile.
“Allora, cosa vi siete detti??!”
“Mah, niente di che. Convenevoli soliti..” Risposi. “Mi ha chiesto se sarei stata in camera con te, dato che ci vede sempre insieme e mi ha detto hanno preparato una piccola festicciola in camera per stasera, se vogliamo andare.”
“Niente di ché?! Ti ha invitato in camera sua e tu dici niente di ché?!”
“Ci saranno tutti i suoi amici e poi ha invitato anche te.”
“Beh, però &egrave venuto da te a chiederlo, mica da me.” Ribatt&egrave la Stefy. “E tu che gli hai detto? Ci andiamo?”
“Gli ho detto che eravamo stanche dal viaggio e che ci avremmo pensato. Poi lui ha insistito e gli ho detto di si.” Ammisi.
“Grande!! La gita non poteva iniziare meglio!”.
“Si..” Confermai titubante, ma già ero con la mente impegnata a pensare a cosa mi sarei messa, cosa gli avrei detto, cosa avrei fatto… Diciamo la verità: ero terrorizzata.

Dopo cena io e la Stefy tornammo in camera a lavarci e vestirci. Optammo per qualcosa di semplice: jeans attillati e maglietta potevano andare.
Arrivammo nella camera di Davide che erano quasi le 10 e la festa era cominciata da un pezzo. C’era musica, birra e un sacco di gente.
Nella stanza non si respirava: il fumo di erba e sigarette era densissimo. Dopo qualche minuto io e la Stefy uscimmo in corridoio per prendere una boccata d’aria. Eravamo lì già da un po’ e Davide non mi aveva ancora parlato, troppo impegnato con i suoi amici. Avevo notato i suoi occhi su di me un paio di volte, ma niente di più.
Il e la Stefy stavamo valutando se valesse la pena rientrare oppure se fare un salto nella camera delle nostre amiche, ma proprio in quel momento la porta si aprì e uscì Davide.
“Ah, eccoti!” disse. “Pensavo te ne fossi andata”.
“No.” risposi “&egrave che li dentro non si respira e siamo uscite un attimo.”
“Avete ragione” disse Davide. “Avevamo invitato due o tre persone, ma saranno venti lì dentro.”
“Non preoccuparti” dissì “mi sa che noi andiamo in camera delle ragazze.”
“No” disse guardandomi negli occhi e prendendomi una mano “Non scappate, non siamo nemmeno riusciti a parlare un po'”.
Sentendo la sua mano che prendeva la mia mi sentii avvampare. Ero diventata tutta rossa e non riuscivo a rispondere.
La Stefy se ne accorse e mi venne in soccorso.
“E che proponi allora? Lì dentro non ci si stà.” Chiese a Davide.
Lui ci pensò su un attimo e poi disse:
“Che ne dite se prendo qualche birra e andiamo in camera vostra? Possiamo parlare un po’ e magari vederci un film.”
Io ero ancora incapace di emettere suoni, quindi fu di nuovo la Stefy a rispondere.
“Ok. Ti aspettiamo nella 218”.

Non appena fu rientrato in camera mi girai verso la Stefy.
“L’hai invitato in camera nostra?!” domandai sbalordita.
“Certo!” rispose facendomi l’occhiolino. “Ma stai tranquilla, appena stabilizzata la situazione esco e ti lascio campo libero.”
“Cosa?! Non ti azzardare! Tu rimarrai lì. Devi farmi da spalla come hai fatto ora, altrimenti che figure faccio?!”

Dopo pochi minuti eravamo in camera e lui si presentò alla porta con una bottiglia di Martini.
“La birra non l’ho trovata, ma ho trovato questo.” disse con un sorriso.
Sedemmo tutti e tre sul letto matrimoniale, l’unico della stanza e iniziammo a chiacchierare e a bere.
Scoprii che era bravo a scuola e già sapeva quello che voleva fare nella vita: ingegneria, poi rilevare l’azienda di suo padre.
Un po’ per l’alcool, un po’ per la sua bravura nella conversazione, io e la Stefy scordammo i propositi e le paure. Eravamo solo tre amici che chiacchieravano.
Dopo un po’ decidemmo di mettere un film.
Io e la Stefy andammo in bagno a prepararci per la notte: ormai eravamo in confidenza e potevamo benissimo stare con Davide anche in pigiama.
Tornammo in camera e andammo sotto le coperte. Lui trovò il film che cercava e lo fece partire collegando il portatile alla tv, poi venne verso il letto.
“E adesso io dove mi metto?” disse vedendoci sotto le coperte.
“Puoi sdraiarti lì” dissi io indicando i nostri piedi.
“E no! Voi due al calduccio e io qui scomodo? Non se ne parla.”
“Puoi venire sotto con noi, ma appena finito il film te ne vai” azzardò la Stefy.
Io la guardai sbigottita, mente lui non se lo faceva ripere due volte e togliendosi i pantaloni si infilava sotto le coperte di fianco a me.

Il film iniziò.
Era un film erotico e le scene erano sempre più spinte.
La Stefy alla mia destra guardava fissa lo schermo, mentre io non riuscivo a seguire, troppo distratta dal calore del corpo di Davide così vicino al mio.
Lo sentivo sempre più vicino. Era evidente come cercasse il contatto.
Nascosto sotto le coperte prese la mia mano e se la portò sulla patta per farmi sentire la sua erezione.
Wow. Ero in tilt, non capivo più niente.
Non riscivo a muovermi. Guardavo fisso lo schermo, dove una coppia di giovani si stava spogliando in maniera molto sensuale, ma la mia testa era tutta sulle sensazioni che la mia mano mi mandava scorrendo su quella stoffa tesa e pulsante.
Dopo qualche secondo di quel trattamento, spinse la mia mano sotto le mutande e mi fece impugnare il sul cazzo eretto.
Mi diede il ritmo ed iniziai a fargli una sega.
Stavo masturbando un ragazzo.
Oddio, avevo davvero il suo cazzo in mano e la mia migliore amica era lì di fianco a me.
Non potevo crederci.
La situazione era strana, ma non riuscivo a fermarmi. Più il suo cazzo si induriva nella mia mano, più io mi eccitavo. Mi eccitavo davvero tanto.
Dopo pochi secondi ero sicura che la Stefy avesse capito cosa stava succedendo: il movimento delle coperte era davvero inequivocabile.
Si girò verso di me strizzandomi l’occhio e con un sorriso complice mi sussurrò:
“Me ne vado?”
“No.” risposi io senza pensarci. Non so perché, ma avevo ancora paura a rimanere sola con lui. Chissà dove saremmo potuti arrivare se fossimo stati soli.
Lei si rigirò verso la tv ed io continuai a gustarmi ogni sensazione che la sua pelle caldissima provocava sulla mia.
Ad un certo punto lo sentii spostare un braccio verso di me. Incrociandolo con il mio, scese con la mano verso i miei pantaloni e una mossa abile si infilò fra questi e le mutandine.
Iniziò ad accarezzarmi e senza dubbio dovette immediatamente notare l’umidità della stoffa. Io lo lasciai fare, anzì, allargai un po’ le gambe per facilitargli l’operazione. Rassicurato dal mio comportamento, scostò le mutandine ed iniziò a toccarmi direttamente.
Io non riuscii a trattenere un gemito e la Stefy si girò di nuovo per capire cosa stava succedendo.
Capì subito che ci stavamo masturbando a vicenda e si mise a guardare interessata i nostri volti che si deformavano sempre più per l’eccitazione.
Ad un certo punto, Davide prese la mia mano e mi fermò.
Si girò a guardarmi e mi baciò. Un bacio appassionato, languido, bellissimo. Un bacio che avevo atteso e sognato per giorni. Finalmente stava davvero accadendo.
Si alzò a guardare la Stefy e gli chiese:
“Sicura che vuoi rimanere?”
Lei non rispose e mi guardò.
“Si.” risposi io per lei.
“Ok.” disse lui con una strana luce negli occhi.
Spostò le coperte scoprendomi e si abbassò con il viso fino ad essere fra le mie gambe.
Lentamente mi abbassò i pantaloni e le mutandine, mentre io mi muovevo per facilitargli l’operazione.
Aveva il viso a pochi centimentri dalla mia patatina e continuava a guardarla, la studiava. Era la prima volta che un uomo mi guardava lì e nella mia testa c’era un mix di imbarazzo ed eccitazione.
Molto più eccitazione, devo ammetterlo.
Si avvicinò ed iniziò a baciarmi prima l’interno coscia, poi le labbra.
Il contatto fra la sua bocca e la mia fighetta mi fece sobbalzare ed iniziai immediatamente ad ansimare. Era una sensazione nuova e sconvolgente avere un uomo che mi procurava piacere con la lingua.
Era bellissimo.
Iniziai a contorcermi e con lo sguardo cercai conforto nella Stefy, che aveva lo sguardo fisso su ciò che stava accadendo e non si perdeva nemmeno un istante.
Si accorse che la stavo guardando e mi strinse la mano.
Il contatto con lei mentre godevo aggiunse stranezza a stranezza, ma non mi dispiacque.
Anzi, gliela strinsi fino a farle male.
Lui continuò a leccare e baciare per qualche minuto e io ero un lago di umori. Quando iniziò a stuzzicarmi il clitoride con la lingua non resistetti più ed inarcando la schiena mi lasciai andare all’orgasmo più bello della mia vita.
Per un attimo non pensai a niente. Non pensai al pudore, alla vergogna…
Mi godevo solamente la sensazione proveniente dalla mia patatina e il calore sulla pelle che il corpo di Davide e quello della Stefy mi procuravano. Era bellissimo.

Quando iniziai a riprendere il controllo, notai due coppie di occhi puntati su di me.
La Stefy sorrideva.
Lui invece non pareva per nulla soddisfatto, infatti mi disse:
“Ora tocca a me.”
Mi aiutò a sollevarmi e prese il mio posto sul letto a pancia in su.
Poi si sfilò le mutande mostrando a me e alla Stefy la sua prepotente erezione.
Era la prima volta che vedevo un cazzo così da vicino e devo ammettere che era affascinante.
Ero incuriosita e spaventata insieme. Sapevo che cosa voleva, ma temevo di fare qualcosa di sbagliato.
Si accorse che ero titubante e mi chiese:
“Non l’hai mai preso in bocca?”
Feci di no con la testa mentre non staccavo gli occhi da quell’oggetto misterioso ed invitante.
“Nemmeno tu?” chiese alla Stefy, che come me non staccava gli occhi dal suo cazzo.
“No.” rispose.
“Ah, abbiamo due principianti.” disse ironico per smorzare un po’ la tensione.
Noi due sorridemmo incerte.
“Dai, allora &egrave una buona occasione per fare pratica. Sono a vostra completa disposizione.”
Il fatto che stesse esplicitamente invitando la Stefy a fare qualcosa stranamente non mi disturbava. Forse perché eravamo abituate fin da piccolissime a fare tutto insieme, forse perché aveva appena assistito al mio primo vero orgasmo con un uomo… Non so perché, ma non mi sentivo per nulla gelosa.
Anzi, ero sollevata dal non essere sola e dal condividere la responsabilità. Non sapevo cosa stavo per fare, almeno così avremmo sbagliato in due.
La Stefy mi guardò come per cercare una conferma e io annuii leggermente. Lei lo prese come un gesto di conferma e si mosse dalla sua posto per venire ad inginocchiarsi al mio fianco.
Ora eravamo accucciate sulle sue gambre, con il suo cazzo proprio davanti al nostro viso.
Fu lei la prima a prenderlo in mano.
Lo studiò a lungo, toccandolo e scorrendo con le mani per tutta la lunghezza.
Presi coraggio ed iniziai a toccarlo anche io.
Sembravamo due ricercatrici intente ad analizzare un oggetto sconosciuto.
Davide allungò un braccio e mi accarezzò i capelli. In maniera gentile, ma ferma, prese a spingere la mia testa verso il suo cazzo.
Assecondai il moviemento e lo presi in bocca.
Era caldo e pulsava.
Stetti per un attimo ferma con le labbra serrate attorno al suo uccello, mentre con la lingua esploravo la cappella.
Era bollente.
Avevo avuto paura che l’odore ed il sapore non mi piacessero, ma mi sbagliavo. Erano strani, ma piacevoli.
Iniziai ad andare un po’ su e giù, facendo scorrere le labbra sull’asta e intanto lo guardavo.
Era in estestasi e regiva con gemiti a qualsiasi movimento della mia lingua.
Mi accorsi subito che la sensazione di averlo in pugno, completamente assoggettato al mio volere, mi eccitava da morire.
Sentivo lo sguardo della Stefy su di me. Voleva provare.
Mi staccai malvolentieri dal nuovo giochino che avevo appena scoperto e indirizzai il cazzo verso la sua bocca.
Anche lei iniziò con i movimenti che mi aveva appena visto fare.
Avevo il viso a pochi centimentri da lei e anche guardare mi piaceva molto. Iniziai a toccarmi mentre guardavo il viso di Davide stravolto dal piacere e la Stefy che prendeva sempre più sicurezza nei movimenti.
Mi accorsi che anche lei si stava toccando. Mentre con la mano destra impugnava il cazzo, aveva la sinistra infilata nelle mutandine.
Ci scambiammo di nuovo il pene e poi lui ci fermò.
“Aspettate.” disse ansimando. “Stò già per venire, siete fantastiche.”
Prese un attimo fiato, mentre noi continuavamo a toccarci, sfregandoci sulle sue gambe.
“Dai, toglietevi quel pigiama.” disse.
Ed entrambe ci sfilammo la parte sopra del pigiama.
Io così rimasi solo col reggiseno, mentre lei si alzò per togliersi anche i pantaloni e le mutandine che ancora indossava.
“Dai, giochiamo un po'”. disse. “Stefy, togli il reggiseno a Barbara”.
Lei lo guardò stranita e poi guardò me. Non sembrava molto del parere, ma io avevo già ripreso a sfregare la mia patatina sulla gamba di Davide e ormai ero partita.
Mi girai, in modo da facilitargli il compito e lei sganciò il gancetto. Mi rigirai e mi sfilò il reggiseno, lasciando le mie tettine allo sguardo avido di Davide.
Allungò subito una mano a toccarmele, giocando con i capezzoli.
“Le avevi mai viste prima?” chiese alla Stefy.
“Certo” disse “ma mai in una situazione del genere.”
“Prova a toccarle, sono bellissime.” la invitò.
Lei mi guardava, ma non si mosse, allora lui le prese una mano e la portò sul mio seno.
Era davvero strano essere toccata da una ragazza. Il suo tocco era leggerissimo e delicato, mentre quello di Davide era più deciso.
Lui si divincolò togliendo le gambe da sotto di noi e ora eravamo tutti e tre inginocchiati vicini, in un circolo strano ed eccitante.
Si avvicinò a me e mi baciò di nuovo.
Poi si staccò da me mantenendo un braccio sulle mie spalle e avvicinando la Stefy iniziò a baciare lei.
Eravamo talmente vicini che potevo sentire il rumore delle loro lingue che vorticavano.
Un unico grande abbraccio per tre persone.
Mentre loro si baciavano, io slacciai il reggiseno della Stefy. Iniziai a sfilarglielo e si dovetterò staccare per consentirmi di finire l’operazione.
Lui mi baciò di nuovo, mentre toccava le sue tette.
Eravamo stretti l’uno all’altra e potevo sentire il contatto con il seno nudo della Stefy.
Davide si fermò ad ammirarci.
Dovevamo essere davvero un bello spettacolo, così vicine e nude.
Ci prese per la nuca e ci fece avvicinare: voleva che ci baciassimo.
Lo facemmo.
Era strano, delicato, bello.
Rimasi ad occhi chiusi a godermi il contatto con quelle labbra morbide, quella lingua piccola.
Non ci fu bisogno di altri inviti da parte di Davide. Continuammo a baciarci a lungo, mentre ci abbracciavamo sempre più strette, schiacciando le nostre tette fra di noi.
Non so cosa ci aveva preso.
Forse era una voglia inconfessata che avevamo da anni. Forse il nostro stare insieme per così tanto era una specie di amore platonico che ora finalmente poteva sfociare in un contatto fisico.
Fatto sta che passammo lunghi minuti baciandoci ed accarezzandoci, quasi dimeticando Davide che nel frattempo si era risteso e ammirava la scena toccandosi.
Dopo un po’sentimmo la sua voce:
“Ehi, ci sarei anche io…” disse ridendo.
Noi due ci girammo verso di lui, ancora abbracciate ed iniziammo a ridere. Una risata più grande del necessario, ma era la tensione che si scaricava tutta in una volta.
Ci abbassammo su di lui e ricominciammo il pompino interrotto in precedenza.
Questa volta andavamo sul cazzo anche insieme, scorrevamo contemporaneamente sull’asta facendo incontrare le nostre lingue sulla cappella e culminando in un bacio fra noi.
Quando lei metteva in bocca la cappella, io mi dedicavo all’asta e viceversa.
Lo stavamo letteralmente facendo impazzire.
Infatti non ci volle molto perché iniziasse a pulsare con maggior vigore. Non sapevamo che quello era l’inequivocabile segnale dell’orgasmo imminente, quindi, nessuna delle due si spostò.
Stavamo duellando con le lingue sulla sua cappella quando venne.
Uno, due, tre schizzi copiosi di sperma caldo e cremoso.
D’istinto indietreggiammo, ma lui rispinse le nostre teste verso la sua cappella e allora noi continuammo a leccare.
Avevamo entrambe dello sperma in bocca e sulle labbra e lui sembrava ipnotizzato da quella visione. Ci spinse a baciarci e noi non ci tirammo indietro.
Il sapore acidulo dello sperma si fuse con il sapore dolce della bocca della Stefy. Era una cosa sporca, da vere puttane, ma forse era proprio quello che ci piaceva in quel momento.
Avevamo da un pezzo superato ogni inibizione, ma quel bacio fra ragazze con lo sperma di un uomo in bocca aveva un sapore di proibito, di estremo peccato. Mi sentivo dannatamente viva mentre la baciavo e un piccolo rivolo di sperma ci colava fra i seni schiacciati fra noi.

Dopo qualche carezza e qualche gioco, andammo in bagno a ripulirci. Ridevamo fra noi come due sceme, mentre ci lavavamo davanti allo specchio. Il nostro rapporto aveva raggiunto un livello ulteriore: il legame fra me e la Stefy ora era più profondo e complesso e nulla avrebbe potuto spezzarlo.
Davide ci aveva fatto scoprire qualcosa di nuovo e strabiliante, qualcosa di perverso e meraviglioso: lo ringrazierò per sempre per questo.
Quando fummo di nuovo pulite ci stendemmo sul letto e dopo poco ci addormentammo abbracciati.

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