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La gita in Camper

By 4 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

La gita in camper

Capitolo 1

Alcuni anni fa, mio figlio, allora diciannovenne, mi chiese in prestito il camper per andare in gita con un gruppetto di suoi amici. Io all’epoca di anni ne avevo circa 55 e dare in mano ad una banda di ragazzini un affare che costa qualche decina di migliaia di euro non mi andava proprio. Dopo animate discussioni, alla fine giungemmo ad un compromesso. Io avrei guidato il camper, i ragazzi sarebbero venuto alcuni con me altri con le loro macchine, il camper avrebbe fatto da base logistica per la cucina, il gabinetto e cose così ma loro avrebbero dormito nelle tende. In camper avrei dormito soltanto io con il mio cane.

Pianificammo il tutto per bene e fissammo come meta una zona di montagna che conoscevo abbastanza bene e dove si poteva fare campeggio libero. Da lì loro avrebbero potuto andare in escursione su un sacco di sentieri della zona.

Alla fine, giunse il giorno della partenza. In totale i ragazzi erano una decina. 4 vennero con me, gli altri con 2 macchine ci seguivano. Erano equamente divisi fra maschi e femmine con età comprese fra i 18 ed i 20 anni. I ragazzi erano tutti abbastanza atletici, pure le ragazze erano in forma, con dei bei corpicini ben sviluppati. Ovviamente, non tutti erano accoppiati, alcuni erano semplici amici. Infatti, giunti a destinazione e montate le tende in cui loro avrebbero dormito, notai che in qualche tenda c’erano delle coppiette, in altre solo ragazzi mentre in una c’erano 3 ragazze sole.

Io a mia volta sistemai il camper per bene, tirai fuori le attrezzature tipo sedie e tavolini, cucina da campo e tutto quello che ci sarebbe servito per i prossimi giorni, mentre il mio cane mi gironzolava attorno. Il posto era una bella radura in mezzo ad un bosco, raggiungibile con una strada sterrata ma ben livellata. Eravamo così lontani da strade statali e dai rumori. Insomma, un bel posto dove passare una settimana di vacanza tranquilla. Il camper era ben equipaggiato, panelli solari, generatore, bombole di gas per cucinare e via discorrendo per cui potevamo stare lontano dalla cosiddetta civiltà per alcuni giorni.

La sera del nostro arrivo, assieme ad un paio di ragazzi, preparai un bel falò attorno al quale loro si sedettero mentre io cucinavo una bella grigliata alla brace. Dopo cena, rimanemmo attorno al falò, qualcuno tirò fuori una chitarra ed i ragazzi cantarono e ballarono mentre io li osservavo. Alla fine, ognuno si ritirò nella propria tenda ed io andai a dormire nel letto matrimoniale del camper, l’unico agibile, visto che gli altri letti erano pieni di attrezzatura e provviste. Io dormo nudo perché non sopporto che, ogni volta che mi giro, qualcosa mi si attorcigli sul corpo.

Mi ero addormentato, nudo come al solito, sotto il mio bel piumino. La notte fuori era fresca ma non serviva accendere la stufa del camper. Il mio cane, al solito, dormiva su uno dei divanetti. Ad un certo punto, mi svegliò un rumore. Il cane si era messo a ringhiare. Accesi la luce per vedere che succedeva e vidi una delle ragazzine sulla soglia del camper con la porta aperta. Come prima cosa, quando il cane vide la ragazza si tranquillizzò ed io lo calmai con un paio di paroline.

-‘Che ci fai qui ?’ chiesi alla ragazza, Veronica mi pare si chiamasse. Lei era vestita con un pigiamino leggero e si vedeva che era intirizzita dal freddo, ‘non dormivi in una delle tende ?’

-‘Mi scusi, &egrave che avevo freddo.’ rispose, timorosa.

-‘Non hai un sacco a pelo ?’ chiesi a mia volta.

-‘Sì, ma ho sbagliato ed il mio sacco a pelo non &egrave per le temperature rigide. Avrei dovuto rivestirmi ma non volevo svegliare le mie compagne’ rispose, sempre più timorosa.

-‘E così svegli me ed il mio cane. Il riscaldamento &egrave spento per cui se vuoi un po’ di caldo e non ti disturba dividere il letto con un vecchio, vieni qui’ le dissi, spostandomi verso il fondo e facendole spazio.

Lei, sempre timidamente, si avvicinò, salì la scaletta e si stese al mio fianco. La coprii con il piumino e spensi la luce. Il letto della mansarda del camper &egrave un po’ strettino per cui stavamo abbastanza vicini. Ad un certo punto le sfiorai le gambe con le mie e sentii che era gelata per cui mi avvicina di più a lei per riscaldarla.

-‘Venire in montagna a campeggiare richiede di essere preparati’ le dissi sottovoce.

-‘Lo so, ma non pensavo che di notte facesse così freddo e che il mio sacco a pelo fosse così leggero. Ma com’&egrave caldo lei’ fece, stringendosi un po’ di più a me. Ad un certo punto una sua mano mi toccò ed esclamò ‘Ma lei e nudo !’

-‘Certo, bambina, a me piace dormire nudo. O stai buona o puoi andare a dormire fuori’ risposi seccato, ma appoggiandole il mio corpo sul suo e passandole un braccio attorno al suo di corpo.

In quel modo, il mio pacco iniziò a crescere ed a spingerle sul culettto, coperto solo dai calzoncini corti di un pigiamino estivo e, forse, da una mutandina. La mia mano, invece, iniziò a risalire e le abbrancai una tettina da sopra la maglietta forse una seconda, il capezzolo ancora duro dal freddo. Incominciai a torturarle il capezzolo pian piano. Lei stava immobile, non reagiva ma il suo respiro iniziava ad aumentare il ritmo. A quel punto, infilai l amano sotto la maglietta e gliela alzai, liberando le sue tettine. Intanto il mio pacco si era fatto più duro, quasi al massimo e glielo spingevo fra le gambe, mimando il gesto di scoparla. Il suo respiro si stava facendo più affannoso via via. A quel punto la feci voltare stando distesa di fianco di fronte a me. Abbassi la mia faccia e le presi un capezzolino in bocca mentre on la mano scendevo e gliela infilavo dentro alle mutandine. Iniziai a massaggiarle il clitoride e lei emise un gemito al che le infilai un dito nella passerina, appena coperta da una leggera peluria. Era un lago. Mossi il dito piano dentro e fuori, stimolandole il clitoride, il punto G, lei mugolava piano, i capezzolini erano oramai duri come sassi. Al che le abbassai del tutto calzoncini e mutandine, che lei scalciò via, e facendola stare supina, mi posizionai fra le sue gambe e la penetrai lentamente. Era terribilmente stretta, chissà che cazzetti minuscoli aveva preso fino a quel momento. Comunque, entrai per bene in lei ed iniziai a muovermi lentamente dentro e fuori.

-‘Mmmm, sìiiiiì, daiiiiii, oddio che bel cazzone che haiiiiiii’ iniziò a dire. Ad ogni colpo che affondavo in lei.

Dopo un pò venne una prima volta ma quando stava per urlare, le tappai la bocca con la mia e tutto finì in un mugolio. Mi fermai un istante per apprezzare le contrazioni della sua vagina poi ripresi a martellarla, lento ma deciso. Purtroppo, la dimensione della mansarda di un camper non dava spazio a molte fantasie per cui continuai a trapanarla alla pecorina per un bel po’. Quando iniziai a diventare stanco, mi voltai e la trassi sopra di me, distesa sopra la mia pancia e la feci muovere avanti ed indietro mentre io mi muovevo in sincrono su e giù. Lei ansimava, mugolava ed ebbe altri orgasmi. Alla fine venni anch’io e la riempii del mio sperma. La tenni ferma fino a che il mio uccello si sgonfiò, al che la feci stendere al mio fianco e si pulì con le sue mutandine. Io da parte mia andai al bagno del camper e, dopo una bella pisciata tornai a letto e mi addormentai, abbracciato alla ragazza ancora nuda.

Al mattino, alle prime luci dell’alba, sentii che la ragazzina scendeva dalla cuccetta e si rivestiva per poi scendere dal camper. Io mi riaddormentai per svegliarmi verso le 8. Mi alzai, feci una doccia e scesi dal camper. I ragazzi si stavano alzando al che preparai la colazione per tutti, che consumammo assieme dentro al camper, nel quale avevo acceso il riscaldamento per asciugarlo dall’umidità della notte.

Dopo aver fatto colazione, i ragazzi si prepararono per andare in gita. Alla fine, partirono tutti con 2 macchine per andare all’inizio di un sentiero che li avrebbe portati ad un rifugio con una camminata di 4 ore per andare e 3 per tornare, per cui sarebbero tornati a pomeriggio inoltrato. Alla fine rimanemmo in tre, io e due ragazze, a fare la guardia al campo. Una di loro era Chiara, una di quelle che stavano nella tenda di sole ragazze e l’altra Federica, la morosa di uno dei ragazzi, che non se la sentiva di fare una gita così lunga.

Noi tre facemmo un po’ di pulizia nel campo, riordinammo, io il camper loro le tende e poi ci ritrovammo a metà mattinata liberi.

-‘Allora, ragazze’ iniziai a dire, ‘che ne dite di fare una piccola passeggiata nei dintorni ?’

-‘E se viene qualcuno e ci ruba le cose’ chiese Federica.

-‘B&egrave, basta che resti uno solo mentre gli altri comunque saranno vicini’ obiettai, ‘Io vorrei andare a fare un giretto con il cane, roba da non più di un’oretta. Ci teniamo in contatto con il telefonino’.

-‘Io vengo con te’ esclamò Chiara.

-‘Ma dai, non mi lasciate sola’ fece Federica, ‘ho paura’

-‘E allora chiuditi in camper e se succede qualcosa suona le te trombe’ esclamò Chiara, entrando nella sua tenda per prepararsi.

Io, a mia volta, andai in camper e preparai uno zainetto con la ciotola per il cane, un po’ d’acqua per lui e per noi ed una coperta per stenderci su qualche prato, magari ci scappava pure una scopata !

Quando uscii, mi trovai Chiara con una maglietta aderente e dei pantaloncini di jeans tagliati a livello quasi inguinale. Sotto la maglietta si vedeva che era senza reggiseno. ‘Ecco una troietta con la voglia’ pensai subito e mi eccitai già da subito. Anche lei comunque aveva uno zainetto con qualcosa dentro. Dopo aver salutato Federica ed averle lasciato le chiavi del camper, io e Chiara ci avviammo per un sentiero seguiti o preceduti dal mio cane, che gironzolava libero assieme a noi. Dopo circa una ventina di minuti che camminavamo per un sentiero neppure troppo impervio, arrivammo in un’ampia radura. A quel punto, Chiara si sedette.

-‘Perché non riposiamo un po’ qui, &egrave così bello’ fece.

-‘Volentieri’ acconsentii, tirando fuori dal mio zaino la coperta e stendendola sul prato, poi misi dell’acqua nella ciotola del cane e mi stesi sul plaid. Chiara si tese vicino a me.

-‘Che belle gambe abbronzate che hai’ feci, mettendole una mano sulla coscia, vicinissimo all’inguine.

-‘Ti piacciono ?’ rispose lei, mentre le veniva la pelle d’oca.

-‘Molto, e mi piaci pure tu’ feci, portando la mano fino al bordo dei pantaloncini ed infilandola sotto, verso la sua fichetta. Le vennero immediatamente i capezzoli turgidi e chiuse gli occhi. Io mi alzi un po’ e posai la mia bocca sopra un capezzolo, oltre la maglietta.

Lei ebbe un altro brivido ed i capezzoli le s’indurirono ancora di più. La mia mano infilata lungo la gamba dei pantaloncini oramai aveva raggiunto la sua fighetta ed avevo iniziato ad accarezzala tutta intorno mentre mi io avevo un’erezione di tutto rispetto. Comunque, levai la mano da dentro i pantaloncini e la portai sul petto, alzandole la maglietta e liberando così due splendide tettine di una seconda misura con dei piccoli capezzolini rosa già duri come sassolini. Mi fiondai con la bocca a lavorarle le tettine mentre la mia mano scivolava lungo il suo pancino. Arrivato all’altezza dei pantaloncini, iniziai a sbottonarli, mentre lei nel frattempo mugolava dal piacere. Una volta sbottonati, inizia ad abbassarglieli con lei che prontamente sollevò il bacino e se li sfilò da sola, scalciandoli via assieme alla mutandina. Rimaneva con la maglietta arrotolata sul collo e gli scarponcini da escursione.

A quel punto mi fiondai con la bocca su quella splendida passerina giovane ricoperta soltanto da pochi peli castani ed iniziai a leccarla con passione, succhiando il clitoride e quasi scopandola con la lingua, Iniziai poi ad infilarle un dito dentro che iniziai a muovere in modo circolare. Lei oramai era partita e mugolava, urlava sussultava fino a che venne, riempiendomi la bocca dei suoi umori. Al che mi alzai, mi abbassai calzoni e boxer ed il mio cazzo saltò fuori bello eretto. Senza perdere un istante, lo puntai all’ingresso della sua passerina e la penetrai con decisione. Affondai in lei come nel burro tanto era allagata, anche se era alquanto stretta. Iniziai a martellarla con foga e lei iniziò ad avere orgasmi quasi continui. Dopo un po’ ed un numero di orgasmi, mi rovesciai trascinandomela sopra, sempre ben infilzato dentro la sua stretta patatina. Una volta che fu sopra di me, iniziai a darle il ritmo con le mani sui fianchi. Nel frattempo si era pure liberata della maglietta e così mi saltellava nuda sul cazzo, le tettine che mi ballavano davanti agli occhi. Lei venne ancora ed ancora. La feci cambiare posizione, sempre sopra di me ma dandomi la schiena, poi alla pecorina ed infine stesi, lei prona ed io sopra di lei. In quella posizione, dopo qualche colpo, infine le venni abbondantemente dentro.

Alla fine mi stesi al suo fianco, il cazzo oramai sgonfio, stanco ma soddisfatto. Lei era senza fiato, prona al mio fianco. Le misi una mano sul culetto ed iniziai ad accarezzala. Emise un sospirone.

-‘Wow, mi hai distrutto. Non avevo mai incontrato un uomo come te’ disse, con un filo di voce.

-‘Ma ne hai incontrati molti?’ chiesi, con fare malizioso.

-‘No, in realtà solo due’ rispose, ‘ma erano dei ragazzini come me e non ci sapevano fare. Tu i hai fatto godere in modo incredibile. E quanto sei durato per essere un vecchietto’.

-‘Guarda che ho solo 55 anni, non sono tanto vecchio. In compenso ho tanta esperienza per far godere le donne’ risposi.

-‘Vorrei farlo ancora con te ma non ora, sono distrutta’.

-‘Sono stanco pure io’ risposi, ‘ ma fra un po’ dovremmo ritornare all’accampamento’

-‘Lasciami riprendere ancora un po’ il fiato’ ripose, sempre nuda, ‘Certo che Veronica me lo aveva detto, ma non ci credevo’.

-‘Che cosa ti ha detto ?’

-‘Che scopi da dio’ rispose con un sospiro.

-‘Allora vi siete parlate, porcelline’

-‘Certo, ed ora pure Rosanna ti vorrà provare, specie dopo che le racconterò di oggi’

-‘B&egrave, una alla volta, un paio di voi al giorno, vi potrei dare delle belle ripassate’ risposi infine ridendo.

Dopo una decina di minuti infine ci riprendemmo, ci ripulimmo con dei fazzolettini di carta e, dopo esserci rivestiti, ritornammo al campo.

-‘Quando arrivammo, comunque rossi ed accaldati, Federica ci ricevette esclamando :

-‘Hei, finalmente siete tornati. Pensavo vi foste persi. Sto morendo di fame’. Al che controllai l’orologio. Effettivamente eravamo stati via quasi 3 ore.

-‘Potevi preparare il pranzo, comunque’ ripose Chiara, ‘ho una fame da matti pure io. Abbiamo fatto una scarpinata di quelle’.

Alla fine il pranzo lo preparai io. Finito di pranzare le ragazze ripulirono e lavarono pentole e piatti nel ruscello vicino. Io a quel punto mi sedetti su una sdraio sotto il tendalino del camper e mi addormentai. Quando mi svegliai, forse dopo un’oretta o poco più, vidi le ragazze stese al sole che indossavano dei costumini alquanto succinti. Dopo averle ammirate per bene (che volete, i corpicini di due ragazze di meno di vent’anni sono comunque uno spettacolo) mi avvicinai a loro.

-‘Ragazze, vi siete messe la crema solare ? Guardate che qui in montagna sembra fresco ma il sole batte forte’ feci, ‘rischiate una bella scottatura’.

-‘Non pensavamo fosse pericoloso, &egrave così bello fresco’ rispose Chiara.

-‘Rimanete lì. Ora ve la spalmo io se mi dite dov’&egrave’ risposi.

Federica mi allungò un barattolo di crema ed io iniziai a spalmarla sulle loro schiene. Iniziai da Federica, spalmandole la crema sulle spalle, poi scesi sulla schiene e le le slacciai il reggiseno per spalmarla meglio. Poi scesi fino al culetto e le gambe. Le restrinsi la parte che copriva il culetto infilandola nello spacco e lasciandole le chiappette fuori. Lei non protestò e rimase così, con il reggiseno slacciato e le mutandine infilate nel culetto. Poi passai a Chiara. A lei feci lo stesso trattamento ma con una piccola aggiunta. Quando iniziai a spalmarle al crema sulle gambe, le inserii pure un dito nel culetto, cosa che sembrò apprezzare con un mugolio di piacere. Dopo un po’ che stavano prendendo sole sulla schiena, si votarono per iniziare ad abbronzarsi pure davanti. Io mi avvicinai per iniziare a spalmare loro la crema solare. Mentre Federica prima si allacciò il reggiseno, Chiara non lo fece, rimanendo con le tettine scoperte. Iniziai quindi a spalmarle la crema solare sul seno, iniziando a torturarle i capezzolini che, già duri per l’eccitazione. divennero di sasso. Chiara non resistette per cui s’infilò una mano dentro alle mutandine del bikini ed iniziò a masturbarsi. A quel punto, dimentico di tutto, mi fiondai fra le sue gambe e, dopo averle slegato i laccetti e sfilato le mutandine, iniziai a lapparle la passerina, infilandole un dito dentro ed uno nel culetto. Federica, vedendo il tutto, non resistette ed iniziò a masturbarsi ed a massaggiarsi le tettine. Quando Chiara venne con un urlo, mi fiondai su Federica e, prima che potesse reagisse, presa com’era dalla sua masturbazione, le feci lo stesso trattamento, slinguandole la fighetta, il clitoride, inserendole le dita nei buchini. Dopo pochi minuti venne anche lei. Mentre stavo per levarmi i pantaloni e tirare fuori il mio cazzo, sentii il rumore di macchine che arrivavano. Dovevano essere gli altri ragazzi che ritornavano, per cui ci ricomponemmo velocemente, le ragazze corsero nelle relative tende a sistemarsi ed io mi stesi sulla sdraio, facendo finta di nulla, ma con il cazzo che mi pulsava entro i pantaloni.

Dopo pochi minuti arrivarono tutti dalla loro gita ed iniziò un’altra attività. Tutti scesero dalle macchine, iniziarono a riporre le varie cose che si erano portati dietro, e via discorrendo. Nel frattempo, le due ragazze che erano rimaste con me uscirono dalle tende completamente vestite come se non fosse successo nulla. Poi, pian piano, il campo si sistemò per bene, i ragazzi si cambiarono, a gruppi iniziarono a lavorare per preparare le cena e l’attività riprese normalmente mentre tutti parlavano e si raccontavano le esperienze della giornata.

Alla fine, dopo una cena, un falò e dei canti andammo tutti a dormire, chi nelle tende o chi, come me, nel camper. Quello che successe poi, lo racconterò nei prossimi capitoli.
Capitolo 2

Avevo appena spento la luce nel camper dopo aver letto un po’, quando sentii la porta aprirsi. Accesi la luce e vidi la terza delle ragazze, Rosanna, entrare avvolta in una coperta. Appena mi vide, lasciò cadere la coperta e rimase nuda, i capezzoli turgidi e la pelle d’oca. Era una bellissima moretta,, alta circa 1,70, dei capelli neri a caschetto, tipo Valentina di Crepax, due occhi scuri, un seno di una bella terza con due capezzolini piccoli e scuri come due ciliegie mature, fianchi e culo belli rotondi. Era pure completamente depilata e la sua passerina affiorava dallo scoscio.

Le feci un cenno e venne veloce ad infilarsi sotto il mio piumino, stringendosi a me. La presi fra le braccia e lei abbracciò me con foga. Come prima cosa ci scambiammo un lungo bacio con le lingue che si attorcigliavano. Poi, appena ci separammo un po’. iniziai a toccarla, a succhiarle i capezzoli, le infilai un dito nella passerina depilata. Era bagnatissima e, appena entrai in lei, emise un mugolio di piacere.

-‘Ti piace, porcellina, vero ?’ dissi, muovendo la mia mano dentro la sua stretta passerina.

-‘Oh, sì, mi piace da morire, ma scopami, per favore’ sussurrò lei di rimando.

-‘Dopo, ora ti farò venire con mano e bocca’ dissi, prima di prenderle un capezzolo in bocca ed iniziare a succhiarlo e mordicchiarlo, mentre con la mano la accarezzavo delicatamente attorno alla passerina. La pelle era liscia e delicata, i capezzoli divennero subito durissimi e lei iniziò a mugolare.

Andai avanti per un bel po’ alternando quelle splendide tette nella mia bocca. Poi la feci voltare ed iniziai a baciarle e leccarle tutto, dal collo fino al culetto, lentamente, facendola sospirare. Le venne la pelle d’oca al mio tocco. Mi chiedeva di penetrarla ma io la feci voltare nuovamente e mi abbassai con la testa alla sua passerina ed iniziai a leccarla mentre con le mani le torturavo i capezzoli. Alla fine venne, inondandomi la bocca con i suoi succhi e rimanendo tremante. A quel punto mi sollevai sulle braccia, le puntai il mio uccello all’ingresso ed iniziai a penetrarla lentamente mentre lei mi chiedeva di accelerare. Alla fine mi cinse i fianchi con le sue lunghe gambe per trattenermi dentro di sé. Dopo un po’ in quella posizione, iniziai ad andare su e giù mentre lei, su mie istruzioni iniziava a roteare i fianchi. Il movimento così combinato le sollecitava la passerina talmente che venne quasi subito. Continuammo così per un bel po’. Nel frattempo lei ebbe un numero imprecisato di orgasmi. Alla fine, mi ribaltai con il mio uccello sempre piantato in lei e la misi sopra di me. Iniziò così a cavalcarmi pian piano fino a che le venni dentro. Quando il mio pisellone si sgonfiò, se lo sfilò e, tamponandosi con un fazzolettino di carta, me lo pulì per bene con la sua boccucia. Alla fine andammo alla toilette del camper a ripulirci e poi tornammo a letto, dove appena mi stesi lei si accoccolò al mio fianco e si addormentò così.

Al mattino io mi svegliai presto per iniziare a preparare la colazione per i ragazzi. Dopo un po’ si svegliò pure lei, scese nuda dal letto, prese la sua coperta, ci si avvolse e si diresse alla sua tenda, incurante del fatto che gli altri erano già in giro. Dopo un po’, quando le colazioni furono pronte, chiamai tutti e facemmo tutti colazione dentro al camper, ci seduto nei divanetti, chi in piedi. C’era pure Rosanna, tutta sorridente.

Alla fine i ragazzi si prepararono per andare a fare la solita escursione, avvertendomi che non sarebbero ritornati prima delle 7 di sera. Con me rimasero Federica ed il suo moroso. Sistemammo il campo, facemmo pulizia poi io andai con il mio cane a fare una passeggiata mentre i due rimanevano al campo. Ritornai dopo un paio d’ore e li trovai sotto il tendalino del camper intenti a leggere ed ascoltare musica. Assieme preparammo un pranzo veloce e poi mi ritirai a riposare. Dopo un paio d’ore dissi che dovevo andare a fare la spesa ed a vuotare i serbatoi del camper ed a fare rifornimento di acqua fresca. Il ragazzo, Matteo mi pare si chiamasse, si offrì di accompagnarmi ma io obiettai che lasciare la ragazza da sola in mezzo alla montagna per un paio d’ore non mi sembrava il caso al che accettarono e, dopo aver fatto salire il cane ed aver ripiegato il tendalino, mi avviai con il camper accompagnato da Federica che si era cambiata per l’occasione ed invece dei soliti shorts e maglietta aveva indossato un vestitino a fiori alquanto leggero

-‘Dì la verità, non vedevi l’ora di venire con me, vero?’ chiesi, non appena fummo un po’.

-‘Non mi sarebbe piaciuto rimanere da sola fino a stasera’ ammise.

-‘Ma secondo me, dopo il trattamento di ieri volevi vedere di cosa sarei stato capace, dì la verità’ feci a mia volta.

-‘Mah, veramente …’ iniziò a dire, diventando rossa come un pomodoro.

-‘Su, su, non fare la timida che ieri la leccatina alla passera te la sei goduta per benino. Scommetto che poi, insoddisfatta, ti sei fatta scopare dal tuo ragazzo che però non ti ha fatto sentire quello che le altre ti hanno raccontato, vero ?’ insistei.

-‘Va bene, d’accordo, dopo avermi leccato tanto da farmi venire volevo un cazzo a tutti i costi, ma quel coglione di Matteo, stanco della gita si &egrave addormentato subito e mi ha lasciato con la voglia’ fece, con la faccia imbronciata.

-‘Dai, dai, per ora prima il dovere e poi il piacere’ feci, mentre mi dirigevo al camper service. Una volta lì le diedi le istruzioni per guidarmi sugli scarichi. Scaricammo acque nere da WC nautico e grigie poi caricammo i serbatoi di acqua fresca ed infine andammo al più vicino supermercato a fare le provviste per il gruppo. Per il tutto ci mettemmo circa un’oretta. Poi, una volta presa la strada del ritorno, mi fiondai con il camper in una laterale e posteggiai.

-‘Bene’ feci, ‘ora abbiamo un paio d’orette per noi, vieni, spogliati’ conclusi, alzandomi dal sedile.

-‘Ma cosa vuoi fare ?’ chiese, seguendomi.

-‘Scoparti per bene, non &egrave ovvio’ risposi, mentre la abbrancavo e le ficcavo la mia lingua in bocca.

Si lasciò baciare ed anzi, rispose con slancio, mentre io iniziavo a palpeggiarla tutta. Le alzai il vestitino e rimase soltanto con uno slippino. Non aveva il reggiseno e le tettine spingevano contro il mio petto. Mi levò la maglietta ed iniziò a sbottonarmi i calzoni mentre io le strappavo via lo slippino. Nuda, la spinsi contro il tavolo e, messa a 90, le posai la cappella all’ingresso della fighetta e la penetrai con un colpo deciso, iniziando poi a martellarla con decisione dentro a quella passerina stratta e bagnatissima. Lei iniziò a mugolare ad ogni mio colpo. Andai avanti per un bel po’, fino a che lei venne una prima volta. Al che la feci voltare e stendere sul tavolo, le presi le gambe e le poggiai sulle mie spalle e ripresi a martellarla lentamente ma con decisione. Lei venne ancora ed ancora. A quel punto uscii da lei, finii di spogliarmi mentre la mandavo sul letto della mansarda. La seguii e mi stesi, facendola salire su di me per iniziare a cavalcarmi. Lei venne ancora qualche volta e poi, finalmente, scaricai il mio sperma dentro quella calda fighetta. Ci riposammo per un po’, poi ci ripulimmo, rivestimmo e ritornammo al campo, lei ovviamente senza mutandine, visto che le avevo strappate nella foga iniziale.

Come arrivammo al campo, lei scese ed il suo ragazzo si accorse subito che era senza mutandine e senza reggiseno. Fece una faccia strana ma non disse nulla. Comunque, scaricammo le cose, tirammo giù il tendalino ed iniziammo a preparare la cena per quando gli altri sarebbero arrivati. Ad ogni movimento, Federica mostrava il culetto nudo. Secondo me lo faceva apposta per far morire di gelosia il povero citrullo di Matteo, che si ritrovava una bella troietta come fidanzata. Dopo un po’ arrivarono tutti gli altri. Federica continuava con il suo comportamento e fu notata da Rosanna, che mi si avvicinò.

-‘Ti sei fatto pure lei, porcone ?’ mi sussurò all’orecchio con fare ammiccante.

-‘Non sarai mica gelosa ?’ chiesi a mia volta sottovoce.

-‘Per nulla, basta che non mi faccia mancare la mia razione’ ripose sempre in modo sussurrato, ridendo.

-‘Allora vieni su dopocena’ le risposi.

-‘Contaci’ fece e se ne andò nella sua tenda.

Il colloquio, durato pochi secondi, era passato inosservato. Dopo, finito di preparare la cena, mangiammo tutti seduti attorno ad un bel fuoco. Finito di cenare, alcuni si misero a riordinane. Io feci fare un giretto al mio cane e poi, dopo che tutti ebbero usato la toilette del camper, mi ritirai dentro. Come arrivai, vidi che il piumino della mansarda formava un piccola montagnola. Mi spogliai e salii sul letto. Come scostai il piumino, vi trovai sotto Rosanna completamente nuda che mi aspettava nascosta.

-‘Era ora che arrivassi, sono qui d quasi mezz’ora’ mi fece sorridendo, ‘ho dovuto nascondermi con tutto quel viavai’.

-‘Bene, ora sono tutto per te’ dissi, abbracciandola delicatamente e posandole la mia bocca sulla sua.

Iniziammo a baciarci delicatamente, le lingue che s’intrecciavano mentre le nostre mani carezzavano le rispettive schiene ed i nostri bacini stavano a contatto, il mio pene che spingeva sul suo scoscio mentre una mano tirava sul suo culetto, traendola verso di me. Non che ci fosse bisogno, visto come spingeva lei. Dopo un po’, cambiammo posizione mettendoci a fare un bel 69, la sua fighetta sulla mia bocca mentre mi succhiava delicatamente il mio membro duro come il marmo. Io la leccai per bene, infilandole pure un dito nel culetto ed un altro nella patatina. Ad un certo punto le ebbe un primo orgasmo con un bel sospiro ed un prolungato ‘Oooo’ di piacere.
Allora la feci stendere e mi misi sopra di lei. Lei mi prese l’uccello e se lo puntò all’entrata della patatina allagata, così che non feci il minimo sforzo a penetrarla fino in fondo con le mie palle che sbatterono contro di lei.

Iniziai ad andare lentamente su e giù mentre lei muoveva il bacino come le avevo insegnato la sera prima. Andammo avanti così per un bel po’ e lei ebbe almeno 3 o 4 orgasmi. Poi, stanco, mi stesi e la feci salire su di me. Lei muoveva il bacino avanti ed indietro mentre io muovevo il mio in su ed in giù. Lei venne ancora almeno 3 o 4 volte. A quel punto, la feci stendere prona con un cuscino sotto la pancia e la penetrai da dietro. Andai avanti ancora per un po’ e lei ebbe un altro paio di orgasmi ed alla fine venni dentro alla sua bella ed accogliente passerina. Rimasi lì fino a che il mio membro non iniziò a sgonfiarsi, al che mi levai e mi stesi, soddisfatto, al suo fianco. Lei aveva la faccia beata di una che ha tanto goduto ed &egrave felice. Riposammo per un po’ e poi andammo a ripulirci. Infine ci coricammo, lei abbracciata a me. Dormimmo così fino a tardi.

Venimmo svegliati bruscamente al mattino da mio figlio che chiamava e reclamava la colazione per quelli che dovevano andare in escursione. Dissi di aspettare qualche minuto, mi alzai, mi lavai e mi vestii ed infine aprii il camper ed iniziai a preparare la colazione. A tutto ciò, Rosanna era rimasta a letto, seminascosta sotto il piumino. Ad un certo punto le passai i suoi vestiti. Dopo un po’, scese pure lei dal letto, indossando soltanto una maglietta ed un paio di minuscole mutandine.

-‘Ciao a tutti’ fece, non appena scese dal letto, passando davanti a tutti per andare alla toilette. Erano tutti con la bocca spalancata. Indubbiamente era una visione celestiale, il corpo praticamente in vista, la faccia felice, spettinata, il culetto coperto solo da quelle minuscole mutandine, e probabilmente nessuno di loro l’aveva mai vista in quelle condizioni. Mio figlio mi lanciò uno sguardo feroce.

I ragazzi finirono di fare colazione ed iniziarono ad uscire dal camper. In quello lei uscì dalla toilette, sempre con la stessa mise ma un pochino più in ordine.

-‘E’ rimasto qualcosa per me ?’ fece, sedendosi sul divanetto vicino a me.

-‘Sì, certo, ora ti verso il caff&egrave’ feci io, alzandomi.

-‘Vieni in gita con noi ?’ chiese a sua volta mio figlio.

-‘No, oggi sono un po’ stanca, sarà per un’altra volta’ rispose, e poi a me ‘Grazie’.

Le allungai la tazza ed una brioche calda e mi risedetti accanto a lei. Eravamo rimasti solo io e lei.

-‘Ora mio figlio mi pianterà un casino, mi dirà che ho tradito sua madre’ osservai.

-‘Lascialo a me’ rispose, ‘lo convinco io. ‘Ma perché con le altre non ha detto nulla pur sospettando?’

-‘Perché mentre con le altre si trattava di qualche sveltina, con il tuo comportamento hai ufficializzato quasi che sei la mia amante’ risposi.

-‘E non &egrave vero?’ fece lei ridendo.

-‘Sei un’amante eccezionale, con te &egrave una cosa diversa che con le altre, ma devi sapere che non ho mai tradito mia moglie prima d’ora’ risposi.

-‘E sei pentito ?’

-‘Non lo so. Mi &egrave piaciuto un casino scoparvi tutte, ma tu sei veramente un’altra cosa. Mi piacerebbe pure continuare a vederti una volta tornati in città’.

-‘Anche a me’ rispose dopo un po’. Poi si voltò e mi diede un bacio.

Appena gli altri se ne furono andati per l’escursione del giorno, avvertendo che sarebbero rientrati tardi anche quel giorno, Rosanna prese le sue cose e si diresse verso la sua tenda, sempre indossando solo la canottiera e gli slippini. Dopo aver sistemato le cose in camper, uscii anch’io e la trovai assieme a Veronica, quella che mi ero scopata la prima notte. Assieme sistemammo il campo mettemmo via le cose rimaste dalla notte precedente e poi ci sedemmo per un po’. Ad un certo punto mi alzai, chiamai il cane e partii per una passeggiata. Rosanna rimase a far la guardia al campo e Veronica mi seguì lungo il sentiero. Arrivati in una radura, lei si stese e si levò la maglietta, rimanendo a seno nudo. Io la guardai e, anche se mi eccitava, continuai lungo il sentiero seguendo il cane. Lei indispettita, si alzò e mi raggiunse di corsa.

-‘Che c’&egrave, non ti piaccio più dopo che ti sei scopato le altre’ mi disse in modo brusco.

-‘Continui a piacermi un sacco, sei bella, hai tutta la bellezza delle diciottenni e, se lo vorrai, ti scoperò ancora, ma per oggi ho altri progetti, quindi stai buona’ le risposi sorridendo ma senza fermarmi.

-‘E cosa vuoi fare ?’

-‘Oh, una bella cosina a tre, con te e Rosanna. Ti piacerà’.

-‘Ma non puoi lasciarmi così, ho voglia del tuo cazzone’ aggiunse, sbottonandosi i calzoncini.

-‘Se vuoi seguirmi, seguimi, nuda o vestita non fa differenza. A te penserò dopo’

-‘Ma le altre hanno voluto farsi scopare da te dopo che ho descritto quello che mi hai fatto e come mi hai fatto godere’.

-‘hai fatto bene a dirglielo, così erano più che pronte, ma penso che sarebbero comunque cadute. E poi Rosanna penso lo avesse deciso prima di sentirti’.

Alla fine, si levò i calzoncini e rimase con un perizomino ed il seno nudo ma mi seguì senza protestare. Quando tornammo al campo, dopo circa un’oretta di camminata, era ancora in quelle condizioni. Quando ci vide arrivare, Rosanna si mise a ridacchiare, con sommo dispetto di Veronica, ma poi si spogliò pure lei, rimanendo anche lei solo con le mutandine.

‘Allora, vi siete divertiti ?’ chiese, ridendo, Rosanna.

-‘In realtà , lei mi voleva sedurre, ma non mi sono fatto distrarre, anche se ha un bellissimo corpicino da diciottenne’ risposi, ‘perch&egrave ho un’altra ideuzza’.

-‘Ovvero ?’ chiese Rosanna.

-‘Fare una cosina noi tre assieme. Ti va?’ feci a mia volta.

-‘Oh, certo, sarebbe una bella e nuova esperienza. E ti che dici, Veronica’ fece prontamente Rosanna.

-‘Si potrebbe provare’ fece l’interpellata esitante.

-‘Allora vieni’ fece Rosanna, decisa. Poi la prese per mano e la portò alla tenda, dove le diede un paio di coperte che stesero sul prato, dietro al camper così da essere un pochino nascoste al sentiero.

Fatto quello, Rosanna si stese e si levò le mutandine, dicendo a Veronica di fare altrettanto, cosa che lei fece prontamente. Io, nel frattempo, ero rimasto a guardarle. Poi, un po’ alla volta, iniziarono a sciogliersi e ad accarezzarsi, infilandosi le mani nelle relative passerine, si iniziarono a succhiare i capezzoli, a fare un 69. A quel punto, giunto al giusto livello di eccitazione, mi spogliai anch’io e mi misi assieme a loro, iniziando a toccarle, a mettere le mia dita nei loro buchini, e così via, fino a che una di loro, Veronica, mi saltò addosso e s’infilò il mio membra duro nella sua calda e bagnata patatina ed iniziò un veloce su e giù, mentre l’altra mi metteva la passerina davanti alla bocca per farsela leccare per bene. Io le infilai pure un dito ed iniziai a ravanarla. Vennero con un primo orgasmo quasi contemporaneamente e si scambiarono posizione, Rosanna impalata sul mio cazzo e la fighetta grondante di umori di Veronica sulla mia bocca. Feci anche lei lo stesso trattamento e venne. Venne anche Rosanna. Oramai la nostra eccitazione era a livelli tali che le ragazze iniziarono avenire in continuazione. Ad un certo punto le feci alzare, feci stendere Veronica e dissi a Rosanna di mettersi in ginocchio a leccarle la passerina. Io mi posizionai dietro di lei e la penetrai nella fighetta da dietro. Ad ogni mio colpo, lei affondava il viso nella patatina di Veronica. Vennero ancora entrambe ed infine io venni dentro la patatina di Rosanna. Poi, mi stesi, esausto. Al quel punto era passata oltre un’ora. Le ragazze si chinarono sul mio cazzo e me lo pulirono per bene. Poi Veronica pulì anche la fighetta di Rosanna dallo sperma che le colava e se lo scambiarono in bocca. Fu una cosa eccitantissima. Alla fine, dovo aver ripreso un po’ di fiato, ci alzammo, ci rivestimmo un po’, io con i calzoncini mentre loro rimasero soltanto con le mutandine e con le tette al vento, e mangiammo un boccone.

Finito di pranzare, ci stendemmo al sole. Rosanna si abbracciò a me e ci addormentammo così. Dormimmo per un po’. Al risveglio, leggermente scottati dal sole, ci spalmammo ridendo del dopo sole sulle parti arrossate e poi ci dedicammo alle attività del campo, tipo preparare il falò serale, la cena e via discorrendo.

Quando gli altri arrivarono trovarono tutto pronto. Alla fine, come le sere precedenti, ritirandomi in camper trovai Rosanna nascosta sotto il piumino, nuda che mi aspettava. Quella sera facemmo l’amore molto dolcemente, la feci godere un sacco e lei mi ringraziò donandomi anche il suo culetto vergine, che deflorai con grandissimo piacere.

Capitolo 3

Quella sera, come detto, quando salii in camper, trovai, come al solito, Rosanna nuda sotto il piumino. Mi spogliai e mi stesi nudo al suo fianco, il mio membro già ben in tiro, sapendo cosa mi aspettava. Infatti, non appena mio stesi, lei si alzò su un gomito ed iniziò a baciarmi e ad accarezzarmi languidamente, mentre le nostre lingue si intrecciavano appassionatamente, la sua mano scese ad impugnare il mio cazzo già ben in tiro. Io, nel frattempo, avevo iniziato con una mano a tormentarle i capezzolini e con l’altra a lavorarle la fichetta, già bella bagnata. A quel punto, Rosanna, salì su di me con il mio cazzo in mano, dritto come un obelisco, se lo puntò sulla passerina e si abbassò lentamente, facendomi penetrare in lei dolcemente. Poi, iniziò a muoversi lentamente su e giù, con il bacino che si muoveva pure avanti ed indietro. Era un massaggio splendido. Io ero immobile a godermelo. Poi pian piano iniziò ad accelerare, fino ad avere un primo orgasmo. A quel punto ci girammo sempre ben incastrati ed iniziai a scoparla con lunghi affondi fino a farle avere un altro orgasmo. Mentre mi godevo il massaggio dato dalle contrazioni della sua vagina, le mormorai all’orecchio:

-‘Ora voglio prendermi il tuo culetto’.

-‘Ma lì sono vergine, amore. Non mi farai male ?’. La parola mi sorprese.

-‘No, farò pianissimo e mi potrai fermare quando vorrai, piccolina’ replicai.

-‘Allora va bene, proviamo, amore mio. Tutto per te’ Rimasi ancora più sorpreso.

Mi sfilai delicatamente da lei, la feci stendere prona su un paio di cuscini e mi misi dietro a lei, affondando nuovamente nella sua passerina bollente. Poi, mentre mi muovevo piani dentro di lei, iniziai a bagnarle il forellino vergine con la mia saliva e ad inserirle pia piano un dito, che iniziai a muovere lentamente dentro.

-‘Ti piace così ?’ chiesi.

-‘Oh, sì, e bellissimo, continua’.

A quel punto, sempre bagnandole per bene, inserii due dita ed iniziai a massaggiare delicatamente, allargandole un po’ mentre le giravo dentro. Allora tolsi il mio pisellone dalla sua passerina ben bagnato dei suoi umori e lo poggiai sul buchetto. Iniziai a spingere delicatamente. Inizialmente feci una grande fatica ma lei cercò di agevolarmi allargandosi le chiappette e spingendo in fuori. A quel punto, la mia cappella passò lo sfintere e mi fermai.

-‘Ti faccio male ?’ chiesi sottovoce.

-‘Un pochino’ rispose.

-‘Allora rimango fermo per farti abituare’.

Così feci per qualche instante poi ripresi a spingere delicatamente. Arrivai pian piano ad inserirlo tutto fino ai coglioni. A quel punto mi fermai ancora per un po’.

-‘Ed ora come va ?’ chiesi.

-‘E una sensazione stupenda. Mi sento pienissima di te’ rispose.

Iniziai ad andare dentro e fuori lentamente dentro quel culetto strettissimo. Era una sensazione splendida sverginare quel bellissimo culetto. Lei godeva sempre di più. Stava avvinghiata al piumino del letto per non urlare. Alla fine la sentii venire, scossa da un brivido e da un tremore. A quel punto accelerai i colpi e, assieme ad un suo secondo orgasmo, venni pure io. Accasciandomi su di lei, sfinito. Come il mio membro si sgonfiò, rotolai via da lei per non schiacciarla e rimasi, ansimante, steso al suo fianco. Lei sollevò il viso e mi guardò, radiosa.

-‘E’ stato una cosa meravigliosa. Ti amo tanto’ mi sussurrò.

-‘Anche per me &egrave stato una cosa splendida, unica direi’.

Rimanemmo lì, stesi, guardandoci. Lei iniziò a baciarmi il viso, ad accarezzarmi. Poi si sollevò e mi lecco il pisello, lasciandolo lucido della sua saliva, mentre iniziava dar segni di risveglio. Poi, di corsa, passò sopra di me ed andò in bagno a pulirsi. Io la seguii dopo un po’. Stetti ad osservarla mentre lasciava colare il mio sperma dal suo culetto e poi si lavava le parti intime con la doccia. Poi, dopo essersi asciugata, mi diede un bacio e corse a letto. Io feci una bella pisciata, mi sciacquai e poi la raggiunsi. Mi stesi di fronte a lei, entrambi ben sotto il piumino, guardandoci negli occhi.

-‘Credo di essere pazza’ esordì lei, ‘mi sto innamorando follemente di te’.

-‘Lo sai, vero che sono sposato e che amo mia moglie, vero ?’

-‘Sì, lo so, e so che questa per te &egrave un’avventura. Hai a disposizione 4 giovani ragazze e te la stai spassando con loro. Non so per le altre, ma per me &egrave diverso’

-‘In che senso ?’

-‘Nel senso che sei l’uomo che aspettavo. Ho avuto altre relazioni, sia con ragazzi che con uomini adulti. Ma tu sei diverso, non so come dire, sei dolce, gentile. Anche se fai sesso con noi, lo fai delicatamente, trattandoci comunque con un certo rispetto. E poi ti ho notato già dal primo giorno, come interagivi con tutti noi, come uno di noi, non il solito adulto che cerca di dare ordini ai ragazzini, non so, mi hai fatto un certo effetto. Ed ora, dopo aver fatto l’amore con te per tante volte ho capito che sei il mio uomo’.

-‘Rosanna, Rosanna, mi confondi. Lo sai che non potremo mai stare assieme più di qualche ora ogni tanto e basta’

-‘Me le farò bastare, starò ad aspettare quello che potrai darmi’

-‘Ma sei giovanissima, hai solo 21 anni, come puoi pensare di vivere una vita così?’

-‘Non lo so, ma ci proverò. D’ora in avanti voglio solo te’.

Alla fine ci addormentammo abbracciati. Il mattino seguente, come al solito, mi alzai per preparare la colazione per tutti mentre Rosanna rimaneva rintanata sotto il piumino. Ma tanto oramai tutti sapevano che passava le notti da me. Ad un certo punto, vedendo che non si alzava la chiamai.

-‘Rosanna, non ti alzi ? Guarda che resti senza la colazione’ feci, mentre gli altri sogghignavano.

-‘Non posso’ rispose, sottovoce, ‘sono nuda’

-‘Ed allora vestiti’ feci a mia volta.

-‘Non posso, non ho nulla qui. Ti prego falli uscire’ disse.

Dopo un po’, quando gli altri ragazzi finirono di fare colazione, scherzando e prendendola pure in giro, alla fine se ne andarono. Lei scese dalla mansarda, completamente nuda, aiutata da me, che la sorreggevo. Alla fine, rimanemmo abbracciati.

-‘Guarda che se fai così, invece di far colazione, facciamo sesso’ le dissi, tenendola fra le mie braccia, ‘ poi non riesci ad andare all’escursione di oggi’.

-‘Quasi quasi rimango qui per far l’amore con te’ rispose.

-‘Su dai, già ci guardano storto, non peggioriamo la situazione’.

Alla fine si lavò, si rivestì e fece colazione, per poi uscire ed unirsi agli altri. Partirono tutti per la gita in programma quel giorno tranne Veronica. Assieme, io e lei sistemammo il campo, mettemmo ordine, io riordinai il camper, lavai le stoviglie della colazione e, dopo aver fatto un piccolo giro con il cane, mi sistemai all’ombra a leggere. Lei, invece, mise fuori un materassino e vi si stese sopra con un bikini striminzito. All’inizio si stese l’olio solare sul davanti e si sdraiò supina. Poi, dopo un po’, si voltò e mi chiamò per arsi mettere l’olio sulla schiena. Come si fa in quei casi, iniziai a stenderlo sul collo, così, per farlo meglio, le slacciai il laccetto. Poi, proseguendo sulla schiena, le slacciai pure il laccetto lì. Scesi pian piano lungo la schiena fino al culetto. Ovviamente, le abbassai un pochino la mutandina, poi presi i lati e li strinsi un po’, facendoli entrare nel culetto, lasciando così le chiappette seminude ma coperte con l’olio, che continuai a stendere pure sulle gambe, iniziando dai piedi e proseguendo verso l’alto. Quando arrivai alle cosce, iniziai ad andarle anche sull’interno delle cosce, così lei aprì bene le gambe. A quel punto, le infilai la mano sotto la mutandina ed inizia a toccarle la passerina. Lei emise un mugolio di piacere e si sistemò meglio. Al che le slacciai la mutandina e le infilai un dito nella passerina. Oramai era ben che allagata. Iniziai ad andare dentro e fiori, a rigirare il dito dentro la passerina, le infilai un altro dito nel culetto. I suoi mugolii si fecero via via più forti.

Al che le feci alzare il culetto, facendola restare praticamente in ginocchio ma con la faccia appoggiata al materassino, i suoi buchetti bene in vista. Mi misi fra le sue gambe mi abbassai i pantaloncini ed estrassi il mio uccello oramai duro come il marmo e, con un colpo deciso, penetrai quella stretta patatina, per la terza volta in quella gita. Iniziai a pompare con fare deciso per un bel po’ fino a che lei venne una prima volta. Al che la feci voltare, mi inginocchiai davanti a lei, le alzai le gambe e la penetrai così, pompandola per bene fino ad un secondo orgasmo, poi mi stesi e la feci impalare su di me (che facesse un po’ di fatica lei, ora) e, mentre le facevo nuove il bacino avanti ed indietro, io mi muovevo su e giù. Il terzo orgasmo venne quasi subito. Continuammo a cambiare posizione fino a che finalmente venni pure io, inondandole la fichetta, dopodiché uscii da lei e mi stesi al suo fianco. Eravamo entrambi alquanto sudati e stanchi e rimanemmo per un bel pò a riposare e riprendere fiato.

Alla fine mi feci ripulire il cazzo dalla sua boccuccia e mi reinfilai i pantaloncini, mentre lei continuava a rimanere nuda. Alla fine mi alzai ed andai a preparare il pranzo per noi due, che consumammo sotto il tendalino del camper.

Al pomeriggio gli escursionisti rientrarono abbastanza presto per cui chiamai mio figlio e con lui andammo a vuotare i serbatoi del camper ed a caricare l’acqua potabile al camper service del paese più vicino. Per strada lui iniziò a farmi il terzo grado.

-‘Allora, che intenzioni hai ?’ mi fece, con fare inquisitorio.

-‘Su cosa?’ feci a mia volta, con aria innocente.

-‘Con Rosanna’

-‘Perché pensi a lei e non alle altre?’

-‘ Lei &egrave una ragazza con forte personalità, non &egrave come le altre, che te le scopi e poi ti dimentichi di averlo fatto. Mi sembra che ti abbia preso come suo uomo’

-‘Anche se fosse ? La mia famiglia siete tu e la mamma, mica lei’.

-‘Allora mandala via, altrimenti finirà che la farai soffrire’

-‘Perché t’interessa tanto ?’

-‘E’ una mia cara amica e mi dispiacerebbe che proprio tu le rovinassi la vita oppure, in alternativa che la rovinassi alla mamma’.

-‘Guarda, non so che dirti. Hai ragione, le altre sono delle squinziette che non vedono l’ora di prendere un bel cazzone. Tranne la tua ragazza, mi pare’.

-‘Eh, sto applicando i tuoi insegnamenti, la tengo occupata, la faccio godere, facciamo l’amore anche più volte al giorno e lei ha sempre la sua bella dose di orgasmi ogni volta’.

-‘Comunque, con Rosanna, allora ?’

-‘Guarda, non lo so, per il momento facciamo l’amore tutte le sere. Al ritorno in città si vedrà. Ma la mia principale preoccupazione siete voi, che siete la mia famiglia’.

Il discorso finì lì. Alla fine, facemmo quello che c’era da fare, facemmo pure un po’ di spesa e poi ritornammo al campo, dove come tutte le sere, preparammo la cena, un bel falò e alla fine tutti ballarono e cantarono (tranne me, of course). Quando fumo tutti pronti, ci ritirammo ognuno nella propria tenda. Io, come al solito, trova Rosanna nuda che mi attendeva sotto il piumino in camper.

Anche quella notte facemmo l’amore delicatamente, godendo entrambi. Lei ebbe almeno un decina di orgasmi e, alla fine, dopo esserci ripuliti, dormimmo abbracciati fino al mattino seguente, quando fummo svegliati da mio figlio, entrato in camper per preparare la colazione per gli altri.

Capitolo 4 ‘ Venerdì, sabato e ritorno a casa.

Mio figlio, nel vederci, oramai non disse nulla. Si limitò ad iniziare a preparare la colazione mentre io e Rosanna ci alzavamo nudi ed andavamo assieme alla toilette a lavarci, ridendo. Dopo pochi minuti uscimmo e ci vestimmo. A quel punto, Andrea, mio figlio, chiamò gli altri. Dopo colazione, se ne andarono tutti a fare una gita tranne Chiara che, per non farsi notare troppo, si era nascosta nella sua tenda. Mi avvertirono che sarebbero tornati quel pomeriggio sul tardi perché avevano intenzione di recarsi nella vicina Austria.

Dopo che se ne furono andati, io andai a lavare le stoviglie al vicino ruscello e poi mi misi a riordinare il camper. Quando ebbi finito, andai a sedermi su una sdraio. A quel punto, Chiara uscì dalla sua tenda in un abbigliamento che non lasciava dubbi su quali erano le sue intenzioni : non indossava nulla tranne un paio di infradito. Indubbiamente, una ragazza di 19 anni nuda &egrave uno spettacolo notevole ed a me il cazzo venne subito duro, facendo un bel bozzo dentro i pantaloncini che indossavo senza boxer. Pertanto, quando la vidi, mi avvicinai a lei ed iniziai a carezzarla delicatamente fino a farle venire la pelle d’oca. A quel punto le dissi di prendere un materassino gonfiabile ed un paio di coperte e di seguirmi e mi avviai verso gli alberi. Lei mi raggiunse di corsa e ci sistemammo in mezzo agli alberi in modo da non farci scorgere da chi eventualmente avrebbe percorso il sentiero.

Ivi giunti, la feci stendere supina con le gambe larghe ed mi misi a lapparle la fichetta che era già ben bagnata. Le davo delle lunghe lappate mentre con una mano le torturavo le tettine e con l’altra le inserivo un dito nel suo stretto culetto, tanto stretto che era sicuramente vergine. Sarebbe stato un piacere in più aprirglielo per benino. Quando le inserii il dito nel culetto, lei ebbe una reazione di sorpresa stringendo lo sfintere ma si rilassò quasi subito. Iniziai allora ad andare dentro e fuori il suo buchino mentre le scopavo la passerina con la lingua e le torturavo il clitoride. Con tutte queste manovre lei venne moto presto.

-‘Oooooooooooooooo, sìììììììììììììììììììììììììììììì’ fece nel venire, ‘ti prego, scopami’.

-‘Non ancora signorina’ risposi, ‘voglio farti godere ancora con la lingua e le mani’

.’Ti prego, scopami, prendimi, mettimi dentro quel tuo bel cazzone’ insisteva.

-‘Oh, lo farò presto, ma oggi mi prenderò anche il tuo culetto’.

-‘No, il culetto no, &egrave vergine’ esclamò.

-‘Ancora meglio, ma vedrai ti piacerà’ risposi, mentre mi alzavo, mi abbassavo i calzoncini e la penetravo.

Lui iniziò a mugolare e ad agitarsi sotto di me, mentre io andavo avanti con il mio ritmo, lento e profondo. Lei venne ancora un paio di volte, al che mi voltai e, sempre rimanendo dentro di lei, la feci salire su di me a cavalcioni, a farmi un bel smorza candela. Prima che iniziasse a galoppare selvaggiamente, la feci muovere come volevo io, ovvero con lei che muoveva il bacini avanti ed indietro mentre io, da sotto, le assestavo dei colpi decisi. Lei continuò a venire in continuazione, urlando tutto il suo godimento. La feci cambiare posizione, semidistesa, di schiena a me ed altre ancora. Poi, alla fine, la feci mettere a 90 in ginocchio sul materassino e mi posizionai dietro a lei.

Da quella posizione avevo una bellissima visuale dei suoi buchetti. Le inserii deciso l’uccello nella patatina ed iniziai a pompare deciso mentre con una mano iniziai a lavorarle il culetto, prima con un dito, poi con due. Lei nel frattempo urlava tutto il suo godimento. A quel punto, levai il cazzo dalla patatina e lo puntai sul buchetto. Prima che iniziasse a protestare, le diedi uno schiaffo su una chiappa e le ordina di aprirsi per bene ed iniziare a spingere. A quel punto, iniziai a spingere pure io nonostante le sue proteste. Pian piano riuscii ad inserirle la cappella dentro. A quel punto mi fermai per farla abituare.

-‘Come va ? Fa male ?’ chiesi.

-‘Sei un bastardo, mi hai fatto male, davvero’ rispose.

-‘Vedrai che ti ci abituerai e poi non potrai farne a meno’ dissi a mia volta, iniziando a spingere lentamente.

-‘Fai piano, bastardo !’.

-‘La prossima volta che mi chiami così ti becchi tanti di quei ceffoni sul culo da lasciartelo rosso’.

Poi mi misi a spingere mentre lei si allargava le natiche il più possibile. Arrivato fino in fondo mi fermai. Dopo un po iniziai molto lentamente ad andare dentro e fuori. Le prime volte Chiara protestò ma dopo un paio di ceffoni, stette zitta. Poi, man mano che procedevo iniziò ad ansimare, poi a mugolare sempre più forte fino a che non iniziò ad urlare dal piacere.

-‘Oh, sì, così, inculami, spaccami, ti prego, non ti fermare’ e venne con un urlo.

Io continuai a stantuffarla e lei ebbe un altro paio di orgasmi. Alla fine venni pure io, scaricando il mio sperma nel suo bel culetto. Dopo un po’, lo estrassi e mi sdariai. Le rimase ancora per un po’ in quella posizione, il culetto in aria con il buchino che era diventato un bel bucone che si stava lentamente richiudendo, il mio sperma che le colava lungo una gamba, e la testa appoggiata al materassino. Poi crollò, esausta pure lei.

-‘Sei un porco ed un bastardo’ iniziò a dire ‘ma &egrave stata una cosa favolosa. Mai goduto tanto’

-‘Vedrai, ora non potrai più farne a meno di farti inculare’

-‘Ma mi fa comunque un pochino di male’.

-‘Quello passerà e ti resterà solo il ricordo di quanto hai goduto’

-‘Ma ne hai inculate tante ? Ed a tutte &egrave piaciuto ?’

-‘Sì, svariate. Ed &egrave piaciuto a quasi tutte. Ora su, vai a pulirti e poi preparami il pranzo’ le dissi, dandole uno scapaccione sul culetto.

Si alzò ed andò via sculettando. Andò a lavarsi in camper e stava per andare nella sua tenda per rivestirsi quando le diedi un urlo e le intimai di rimanere nuda. Io nel frattempo mi ero ripreso dalle fatiche ed andai a ripulirmi e rinfrescarmi. Scesi dal camper indossando solo dei pantaloncini. Lei nel frattempo aveva preparato qualcosa da mangiare e si era seduta ad aspettarmi, nuda come le avevo ordinato. Dopo pranzato, mi ritirai in camper a riposare e dormii per un po’. Al risveglio, uscendo, trovai Chiara nuda che stava prendendo il sole sul materassino ma vicino al camper.

-‘Allora, come vanno i buchetti ?’ chiesi

-‘Benone. Mi fa un po’ male il culetto ma non vedo l’ora che tu me lo riempia nuovamente’ rispose.

-‘Che porca che sei ! Prima a lagnarsi e poi non vedi l’ora di farti inculare nuovamente’

-‘E’ stata un’esperienza fantastica. Credo che questa settimana me la ricorderò per tanto tempo’ concluse.

Quando iniziò a rinfrescare, lei andò a vestirsi. Mentre era nella sua tenda, arrivarono gli altri dalla loro gita. Non appena scesa dalla macchina, Rosanna venne da me e mi baciò appassionatamente, gettandomi le braccia al collo. Ovviamente, restituii il bacio.

-‘Mi sei mancato, amore’ mi sussurrò all’orecchio.

-‘Anche tu a me’ risposi

-‘Va là, che chissà cosa avrai fatto alla povera Chiara’

-‘Le ho spaccato quel bel culetto che si ritrova’ le risposi sottovoce.

-‘Brutto porcello’ rispose con un sorriso.

-‘Gelosa ?’

-‘Sì, tanto’

-‘Allora domani rimani tu, anche se volevo fare il culetto nuovo pure a Federica’

-‘Ma sei proprio un porcello. Comunque, ok, ma rientrerò presto con qualche scusa’ concluse e si diresse alla sua tenda.

Più tardi, mentre i ragazzi si davano da fare per preparare la cena, chiamai Rosanna e con lei, tenendola per mano e con il cane, andammo a fare una breve passeggiata. Quando fummo abbastanza lontani dal campo, mi fermai e la presi fra le mie braccia, iniziando a baciarla con passione. Lei rimase sorpresa ma si riprese subito ed iniziò a rispondere con tutto il suo corpo. Andammo avanti a baciarci e carezzarci per un bel po’. Ci separammo quando restammo senza fiato al che ci sedemmo, ansimando ma restammo abbracciati.

-‘Wow, che passione’ disse lei, con un sorriso, che ti ha preso ?’

-‘Avevo una voglia matta di baciarti, di abbracciarti. Credo di essermi preso pure io una bella cotta per te’ risposi.

-‘Ed allora ?’

-‘Vorrei continuare ad essere il tuo amante, come mi hai chiesto giorni fa’.

-‘Cosa ti ha fatto cambiare idea ?’ chiese, con un sorriso, gli occhi luminosi dalla felicità.

-‘Non lo so. Forse tu, la tua passione. Che ne so. E’ successo e basta’ risposi.

Poi mi alzai, le presi le mani per aiutarla ad alzarsi e, abbracciati, ritornammo verso il campo. Poi cenammo assieme a tutti gli altri, si cantò e si scherzò, raccontarono le esperienze della gita. Dopo un po’, ci ritirammo tutti. Prima di andare a dormire, si fa per dire, in camper, passai vicino a Federica come per caso.

-‘Domani resta al campo che voglio scoparti per bene e romperti quel bel culetto che ti ritrovi’ le sussurrai, passandole vicino.

Lei mi guardò spalancando gli occhi ma non disse nulla. Più tardi, quando salii nel camper, vi trovai Rosanna nuda nascosta sotto il piumino, come tutte le sere. Mi spogliai e mi coricai al suo fianco.

A quel punto non c’era più bisogno di parlare. Iniziammo a baciarci e carezzarci dolcemente. Io, poi, presi in bocca uno dei suoi capezzolini mentre con una mano ero impegnato ad accarezzarle il corpo delicatamente quasi senza sfiorarlo, solo muovendo la peluria, cosa che le faceva venire la pelle d’oca. Andai avanti così per un pezzo, alternando fra i due capezzolini. Poi la feci voltare e, seduto al suo fianco, iniziai a carezzarle la schiena con una mano mentre con l’altra mi alternavo fra i suoi due buchetti. La passerina era calda ed allagata ed ogni volta che le sfioravo il culetto, aveva un leggero brivido. Dopo un po’ di questo trattamento, lei venne con un gran sospiro.

A quel punto si riscosse un po’ e si alzò, facendomi stendere ed iniziando a farmi un delizioso massaggio sul petto con le sue tettine mentre mi baciava ed i suoi capelli mi facevano il solletico. Il uccello, duro da tempo, iniziava a farmi male quando, quasi a sorpresa, me lo prese in bocca ed iniziò un bellissimo pompino. Lo leccò e lo succhiò per un pezzo poi, quando gli fece raggiungere la massima durezza, si posizionò sopra e scese pian piano fino a farlo toccare il fondo della sua micetta. Stette ferma per un po’ e poi iniziò a muovere il bacino avanti ed indietro mentre io facevo su e giù. La combinazione dei nostri movimenti la fece venire quasi subito. Andammo avanti cambiando posizione, sempre con lei sopra, prima di schiena poi di nuovo di fronte ma quasi distesa all’indietro, poi di fianco, alla missionaria. Ed ogni volta lei aveva uno o più orgasmi. Alla fine la feci stendere prona e le penetrai la fichetta da dietro. A quel punto, dopo il suo ennesimo orgasmo, venni pure io. Rimasi per un attimo steso sopra di lei ma poi mi sfilai e rotolai al suo fianco, sfinito, per non schiacciarla.

Infine, uno alla volta andammo alla toilette a lavarci e poi ci coricammo abbracciati. Dormii per un po’ abbracciato a lei. Ad un certo punto mi voltai ma lei mi seguì e mi abbracciò da dietro a sua volta. Ci svegliammo quando oramai tutti fuori si erano già alzati e si preparavano ad andare in gita. Andrea entrò per preparare la colazione mentre io mi alzavo per andare a lavarmi. Lo pregai di uscire per un attimo mentre anche Rosanna si preparava. Una volta che finimmo pure di far colazione, se ne andarono tutti con le due macchine. Rosanna mi avvertì che sarebbero tornati più presto del solito.

Quando uscii dal camper per un attimo mi ritrovai da solo. Poi, al sentire il rumore, Federica uscì dalla sua tenda indossando soltanto un paio di calzoncini corti, il seno nudo.

-‘Brava ragazza, vedo che mi hai ascoltato’ esordii.

-‘Sono finalmente andati via tutti ?’ chiese, guadandosi attorno.

-‘Certo, ora prendi un materassino, un paio di coperte e portale lì, fra gli alberi, così da non farci vedere del sentiero’ le ordinai.

Lei fece come le avevo detto. Non appena approntata l’alcova, mi ci coricai e, dopo averle fatto levare i calzoncini, le dissi di stendersi al mio fianco. Nel farlo, vidi che aveva pure portato un flacone di crema. Era pure previdente ed aveva implicitamente accettato di farsi rompere il culetto. Io mi misi fra le sue gambe ed iniziai a leccarle la fighetta, già bella bagnata, mettendole pure un dito nel culetto. Era alquanto stretto me lei non si scompose, anzi, emise un mugolio di soddisfazione. Una volta che la vidi pronta, mi alzai, mi levai i calzoncini e la maglietta e mi misi sopra di lei, puntandole il mio membro, già bello duro, all’entrata della passerina e la penetrai con un colpo deciso. Dopodich&egrave iniziai a ad andare dentro e fuori con colpi lunghi e lenti fino a farle avere il suo primo orgasmo. Al che, la feci voltare e mettersi in ginocchio, la faccia appoggiata al materassino ed i buchetti bene in vista. Per prima cosa, le affondai l’uccello nella patatina ed iniziai a pomparla per bene mentre iniziavo a spalmarle la crema sul buchetto vergine.

Iniziai poi ad entrarle nel culetto prima con un dito e poi con due, lavorando per ammorbidire lo sfintere mentre lei mugolava dal piacere fino a venire con un urlo. A quel punto le spalmai ancora della crema sul buchetto, facendone entrare un po’ con le dita, dopodiché estrassi il cazzo dalla fichetta e lo puntai sul culetto, iniziando a spingere in modo deciso. Un po’ grazie al fatto che il cazzo era zuppo dei suoi umori, un po’ per la crema, fatto sta che iniziò ad entrare, anche se con un po’ di fatica. Continuai a spingere nonostante le proteste di Veronica fino ad affondarlo completamente. Me ne stetti fermo per un po’ affinché si abituasse e poi iniziai un lento dentro e fuori. All’inizio protestò un pochino ma poi, man mano che andavo avanti, iniziò prima a mugolare e poi ad incitarmi ad andare più forte fino a che venne con un urlo. Io continuai imperterrito. Lei ebbe altri due orgasmi ed infine venni pure io, scaricando un bel po’ di sborra nel suo culetto.

Alla fine, mi sfilai e mi stesi, mentre lei rimaneva nella posizione iniziale, il buchetto che era ben aperto e la sborra che colava lentamente lungo le sue gambe. Dopo un po’, si stese pure lei, rimanendo però con il culetto in su che si stava pian piano richiudendo. Quando si riprese si voltò verso di me ed iniziò a baciarmi per ringraziarmi del godimento. Rimanemmo stesi un bel po’ a recuperare poi andammo a ripulirci. Alla fine, io mi rimisi i miei calzoncini e la maglietta mentre lei indossò una specie di canotta che le copriva appena il culetto. Così conciata andò a preparare il pranzo per noi due.

Dopo mangiato io mi sedetti sulla mia sdraio e mi addormentai. Fui svegliato dal rumore delle macchine degli altri che arrivavano. Aprendo gli occhi, vidi Federica che stava prendendo il sole vicino a me completamente nuda. Nonostante l’arrivo degli altri, non si mosse. Quando furono scesi dalle macchine tutti, Rosanna si avvicinò a me ridacchiando.

-‘Allora ? Te la sei fatta ?’ mi chiese sottovoce dopo avermi dato un bacio.

-‘Certo. Che pensavi ? Si era addirittura preparata con un vasetto di crema’ risposi.

-‘Brutta troia’ sentimmo a quel punto Matteo che si rivolgeva con fare feroce a Federica, a bassa voce, ‘ti sei fatta scopare da lui’

-‘Sì, certo, e mi ha pure inculato per bene’ rispose lei, con un ghigno.

-‘Sei una puttana, tra noi e tutto finito’ sbottò lui.

-‘Ovvio, che me ne faccio di un cretino che non mi scopa perché troppo stanco’ fece lei a sua volta, alzandosi e dirigendosi verso la loro tenda, sculettando tutta nuda mentre tutti gli altri la guardavano. Al che tutti ci mettemmo a ridere. Matteo, rosso come un peperone, la seguì.

Dopo un po’ iniziammo a sentire dei versi strani, seguiti da mugolii e urli. Incuriosito, mi diressi alla loro tenda e l’aprii. E lì vidi Matteo che stava inculando violentemente Federica che mugolava ed urlava dal piacere. Lasciai la porta della tende aperta così che tutti poterono vedere. Io, invece, presi Rosanna per mano e la portai in camper, dove facemmo l’amore delicatamente.

-‘Hai portato qualcosa di carino e sexy da mettere ? Vorrei portarti a fare una cenetta romantica, solo noi due’ le dissi, una volta che finimmo.

-‘No, ho portato solo calzoncini e magliette’ rispose.

-‘Ok, allora rivestiamoci ed andiamo alla città più vicina’ le dissi, alzandomi.

Lei, dopo essersi fatta una doccia, si rimise quello che indossava prima. Io invece, che avevo portato dei vestiti decenti, mi misi un paio di calzoni eleganti, una maglietta ed una giacca sportiva.

-‘Ragazzi, noi prendiamo una macchina ed andiamo in città’ annunciai uscendo, seguito da Rosanna.

La città più vicina era a circa un’ora di macchina. Appena giunti, parcheggiammo in centro ed iniziammo a cercare qualche negozio di abbigliamento femminile. Ne trovammo uno che aveva dei bei modelli esposti. Alla fine, dopo tanto provare, trovammo un bellissimo vestito, cortissimo, con due piccole spalline che andava indossato, ovviamente, senza reggiseno. A quello affiancammo un perizomino in pizzo ed un paio di sandaletti con un leggero tacco. Il vestito le stava meravigliosamente, valorizzando le splendide tette e le arrivava poco sotto il culetto. Indossati gli acquisti, andammo a cena in un ristorante legante, in un separé. Li facemmo una deliziosa cenetta a lume di candela. Alla fine rientrammo al campo ed andammo in camper, dove, dopo esserci denudati, ci coricammo nella mansarda.

Appena stesi, lei balzò su ed iniziò a farmi un meraviglioso massaggio con le sue tette, prima sul petto, poi la pancia, le gambe. Poi passò a farmi un accenno di spagnola, leccando nel contempo la cappella. Quando poi fu soddisfatta della durezza del mio membri, vi si posizionò sopra ed iniziò ad andare su e giù molto lentamente. Continuò fino ad avere il suo primo orgasmo. Poi, cambiò posizione, quasi sdraiandosi contro le mie gambe. In quella posizione venne quasi subito ma continuò perch&egrave le provocava un piacere enorme. Continuò a cambiare posizione quasi ad ogni orgasmo. Ad un certo punto non ce la fece più ed allora ci rovesciammo, rimanendo sempre con il uccello dentro la sua passerina. Io avevo già scopato altre volte nella giornata per cui stavo durando anche più del solito. Insomma, andammo avanti, con piccole pause, quasi fino all’alba quando, alla fine, le venni dentro la patatina e poi ci addormentammo esausti.

Al mattino seguente ci svegliammo tardissimo. Gli altri non ci avevano svegliato ed avevano iniziato a smontare il campo. Dopo esserci lavati e vestiti, scendemmo dal camper ed iniziammo a dare una mano a smontare il campo. Alla fine, ripartimmo verso la nostra città, al solito in carovana, io col camper davanti e le altre due macchine a seguire.

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