Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

La mia punizione

By 8 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia fantasia è quella di spiare le donne. Intendiamoci non sono un guardone ma mi piace l’eccitazione perversa di spiare sotto le gonne, attraverso i buchi della serratura, Appena c’è l’occasione una bella foto sul cellulare di una bella visione sotto la gonna non me la faccio scappare. La sera poi mi riguardo la mia collezione privata e se la giornata è stata proficua mi sparo una bella sega ripensando alle troiette che ho incontrato.
Sono sposato con Ramona, una bella bionda con le curve al posto giusti ed un culetto arrapante come pochi, ed il nostro rapporto a letto è soddisfacente, come tante coppie un po’ monotono, ma come ho detto io sento spesso il bisogno di andare oltre.
In fondo non faccio del male a nessuno. Che male c’è e mettersi nei pressi di una scala mobile in un centro commerciale e spiare sotto le minigonne delle ragazze, o sedersi su una bella panchina al parco ed aspettare che il vento faccia volare qualche sottana o che qualche troietta si sieda davanti a me accavallando le gambe? I mesi estivi sono una delizia, ma anche in inverno con la bella moda recente dei pantacollant posso vedere dei bei culetti. Un altro spettacolo sono le donne che scendono dalla macchina oppure ancora quando io sono su un autobus e posso vedere le gambe delle guidatrici che passano accanto al mio finestrino. Tutte quelle che hanno la gonna appena sopra al ginocchio sono il mio obiettivo perché è sicuro che prima o poi, si solleveranno la gonna ed io potrò vedere queste meraviglie avvolte in superbe calze. Mi sono fatto una piccola collezione di immagini sul mio pc, ma il posto d’onore lo dedico comunque alla mia Ramona. Con lei è tutto più facile, mi sta in giro tutto il giorno con le tette bene in vista e con minigonne da paura e cosi ogni tanto qualche foto ci scappa.
La scorsa settimana ho fatto uno scoop degno di una rivista porno. Sono rientrato a casa e sono salito al piano di sopra, ma mi sono dovuto fermare a metà scala sentendo dei sospiri sospetti. Non sapevo cosa pensare, in fondo il nostro rapporto va bene e quindi non avrebbe motivo di tradirmi, ma d’altra parte a volte anche le più insospettabili sono delle gran troie. Mi sono avvicinato pian piano alla porta della camera ed ho visto l’immagine più oscenamente erotica che mi fosse mai capitata: la mia Ramona era da sola ma si stava sditalinando in maniera spettacolare. Iniziai a farle un bel servizietto fotografico. Certo, magari avrei dovuto entrare e sfondarle subito la fica anche in considerazione dello stato del mio uccello, ma lei come l’avrebbe presa? Magari si sarebbe incazzata, stava giocando cosi bene da sola. Inoltre il mio vizietto mi suggeriva di continuare a spiare e di immortalare sulla scheda della mia digitale quanti più attimi possibili.
Cosi mi appostai. La vidi sdraiata a gambe larghe con addosso un babydoll di pizzo rosso che le avevo regalato io ed un paio di calze a rete autoreggenti. La troia si era messa in tiro per masturbarsi. Le gambe oscenamente spalancate verso l’alto ed una mano che si muoveva forsennatamente dentro e fuori dalla sua figa (si era messo dentro almeno tre dita a quanto potevo vedere) e con l’altra si torturava i capezzoli. I suoi gemiti mi facevano andare il sangue all’uccello. Poi la vidi togliere la mano dalla fica e avvicinarla alla bocca. Stava grondando cosi tanto che qualche filamento luccicante di umore restò attaccato alle sue dita. Se lo succhiò avidamente e poi riprese a lavorarsi la fica ma questa volta a due mani: con la destra con dei movimenti lenti e circolari dandosi qualche colpetto sulla fessura spalancata e con la sinistra titillandosi il clitoride. Le feci almeno una ventina di scatti non tralasciando dei primi piani da urlo. Ad un certo punto si girò e si mise a quattro zampe. Avevo la visione di una splendida vacca da monta. La fica pulsante e lucida che si apriva e contraeva famelica. Allungò una mano verso il cassetto del comodino, prese il suo vibratore e se lo infilò in un sol colpo nella spacca umida. Lanciò un rantolo di piacere e nello stesso istante il mio cazzò si lascio scappare qualche goccia dalla cappella. Era una visione da infarto. Le scattai un bel primo piano della fica con ben piantato dentro il suo giocattolo preferito. A questo punto si portò alla bocca una mano e si infilò un dito nel culo. Vidi l’orgasmo arrivare: il suo corpo iniziò a contorcersi ed i movimenti delle due mani (sia quella che teneva il dildo, sia quella che aveva infilato nel culo) diventare inconsulti e frenetici. Sembrava si volesse spaccare in due la fregna. Il corpo fu scosso da un violento tremore, lancio un ululato di piacere da far drizzare il cazzo ai morti e si accasciò grondante sul letto. Io dovetti impegnarmi al massimo per realizzare il mio servizio fotografico. La tentazione di spararmi una sega di fronte a quella visione era fortissima. Ma vinse la mia libidine di guardone. Piano piano mi ritirai ed andai a scaricare le foto sul mio pc. Lei scese dopo dieci minuti bella come il sole ma ancora un po’ esausta. Io che ovviamente sapevo il perché finsi di essere appena rientrato e le chiesi se andasse tutto bene. Mi rispose di si. La sera stessa mi riguardai tutto il servizio…. Se fossi stato uno stronzo avrei potuto venderlo ad una rivista porno e farci un sacco di soldi, ma questo era solo per me. Inutile dire che venni dopo pochi scatti.
Per un paio di giorni non successe niente.
Anche Ramona mi pareva un po’ più sulle sue, ma io mi consolavo guardando le sue foto intime.

Poi una sera arrivò con una bottiglia di spumante e mi invitò a bere un bicchiere insieme. Devo dire che ogni tanto mi fa qualche sorpresa analoga e quindi non ci trovai nulla di strano. Ero piuttosto stanco quindi nonostante lo spumante solitamente mi desse la carica, preferii andarmene a letto. Era un venerdi sera e l’indomani non avevo impegni ma almeno avrei dormito un po’ di più.

Dormii un sonno agitato per svegliarmi la mattina ancora intontito. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Provai a muovermi ma mi sentii i muscoli contratti che non rispondevano ai miei comandi. Ripiombai in uno stato di incoscienza dal quale mi ripresi sentendo del calore sul mio basso ventre. Pian piano riacquistai lucidità e mi resi conto che qualcuno mi stava facendo un pompino. Vedevo una figura nella penombra dai lunghi capelli chinata sul mio cazzo intenta a ingoiarlo per bene. Ero ancora stordito e non riuscivo a connettere se questo era un sogno o un incubo o la pura e semplice realtà. Nuovamente mi riaddormentai’ volevo con tutte le mie forze resistere e gustarmi quella meravigliosa pompa, ma la stanchezza ebbe il sopravvento.’ Credo di aver dormito ancora a lungo perché quando mi svegliai la stanza dove mi trovavo era ancora immersa nella penombra ma la fioca luce che proveniva da fuori aveva assunto tonalità rossastre segno che stava albeggiando.

Iniziai a guardarmi intorno e mi resi conto di essere nella mia camera sul mio letto e provai a muovermi. Solo a quel punto realizzai di essere completamente nudo e completamente legato con’ mani e piedi spalancati e fissati con delle corde o manette (ancora non capivo bene) alle testate del letto. A quel punto si apri la porta e mi apparve una visione che emanava un misto di conturbanza e di dominazione. Si trattava di una donna con il volto mascherato e lunghi capelli biondi che le scendevano lungo le spalle. Indossava un paio di calze autoreggenti nere, il seno era nudo ed aveva una coulotte di pelle nera. Sulle spalle portava un mantello. Alle mani guanti neri lunghi fino sopra il gomito ed ai piedi stivali di pelle nera alti fino al ginocchio. In mano aveva un gatto a nove code. Non capivo bene la situazione ma questa era una gran gnocca. La vidi muoversi sinuosamente per salire sul letto e quando arrivò all’altezza del mio uccello tirò fuori in maniera oscena la lingua e mi diede una gran leccata partendo dai coglioni fino in cima alla cappella. Forse sarà stata la situazione in cui mi trovavo o forse la sensualità della troia ma con due o tre leccate il mio cazzo era già in piena forma. Mi diede un ennesima leccata e poi si rialzò a contemplare il risultato: la mia verga era bella ritta al centro di una stanza buia’ sembrava un totem del sesso. La ragazza si scostò e sentii un suono fendere l’aria ed un istante dopo le correggie del gatto a nove code erano avviluppate intorno alla mia asta. Fu una strana sensazione: la puttana doveva essere molto esperta infatti aveva vibrato una frustata destinata solo a far piacere e non male. I miei coglioni non erano nemmeno stati sfiorati mentre l’asta robusta e fiera era stata sferzata. Ero talmente scioccato che non ero ancora riuscito a proferire parola. Mi sciolse la frusta liberandomi l’uccello e con un colpo secco mi mise a nudo la cappella dandogli una grande leccata proprio sulla punta. Poi alzò una gamba ed appoggio il suo piede ancora avvolto nello stivale proprio sul mio uccello. La pressione del piede mi piegò l’asta ma subito questa trovò la posizione adatta fra la pianta dello stivale ed il tacco 12 dello stesso.

Ero ancora più convinto che questa fosse una professionista. Sapeva sconvolgere senza far male, sapeva provocare stimolando il mio cazzo in mille modi uno diverso dall’altro ma era contemporaneamente dolce e dominatrice. ‘Si mise la mano in mezzo alle gambe e slacciò una minuscola cerniera che dava libero sfogo alla sua figa. Senza indugiare si infilò dentro due dita e poi me le mise in bocca per succhiare i suoi umori. Poi di colpo dandomi una nuova sensazione incredibile, si rialzò , tolse il piede e con una violenza inaudita mi prese in mano il cazzo con la sinistra quasi volesse strapparmelo. A quel punto lei era sul mio lato sinistro e mi teneva l’uccello saldamente in mano ed io ero completamente immobilizzato. Sempre senza mollare la prese si avvicinò alla mia bocca ed in un sussurro mi disse:

‘Mi hai proprio fatto incazzare questa volta’.

Come in un flash realizzai che la splendida creatura che mi stava dominando era la mia Ramona. Lei sapeva di essersi mostrata ma sapeva anche che questo mi avrebbe eccitato ancora di più. Iniziò a masturbarmi con violenza: i va e vieni sulla mia asta erano un misto di dolore e di eccitazione. Poi si sedette in fondo al letto ed incominciò un footjob come si dice in gergo meraviglioso. Anche con gli stivali addosso era fantastica, il contatto della pelle degli stivali con la pelle del mio cazzo era terribilmente erotico. Poi decise che era arrivata l’ora di possedermi: si mise in piedi sul letto ed inizio a molestarsi la fica facendomi arrapare come poche volte mi era successo, poi iniziò ad abbassarsi lentamente e quando la cappella fu a contatto della sua fica si fermò un attimo e mi disse nuovamente:

‘Questa volta mi sono proprio incazzata. Mi hai spiato di nascosto facendomi un servizio fotografico degno delle migliori puttane e poi non mi scopi neanche. Io ho voglia di cazzo e, visto che me lo dai troppo poco, ho deciso di prendermelo. Potevi chiedermi la fica invece di fotografarmi di nascosto. Oggi sarai severamente punito e soffrirai per questo. Ti ho messo nel sonnifero nello spumante ieri in modo da poterti sistemare facilmente in questa posizione. Ed ora verrai seviziato. Questa maschera ti darà l’illusione di non sapere chi ti sta violentando. Arriverai ad implorare di sborrare ma io ti concederò questo onore solamente dopo essermi ampiamente soddisfatta. Voglio vedere la tua cappella diventare gonfia e rosso fuoco dal desiderio, le vene del tuo cazzo pulsare dal sangue che cercherà di portarti l’orgasmo più grande che tu abbia mai avuto. Ma ricordati che sarò io, solo io a decidere quando questo avverrà. Perché oggi io sono la tua padrona e tu sei solo un oggetto di piacere per me’.

E subito dopo si lascio violentemente cadere sul mio uccello. Iniziavo a capire che sarebbe stata una dura giornata. Sapevo quanto sarebbe stata capace di portarmi all’orlo della pazzia’.. ma non vedevo l’ora che questo accadesse.

Mi violentò con la sua figa per una decina di volte poi si girò di scatto dandomi in bocca la sua fessura luccicante di umori ed iniziando nuovamente a pomparmi l’uccello. Il fatto di essere immobilizzato e di avere la sua spacca due dita sopra il naso mi faceva impazzire, cercavo di tirar fuori la lingua il più possibile per poterla leccare e raccogliere un po’ di nettare.

Si sollevò nuovamente e si mise a calvalcioni sul mio cazzo. Iniziò ad usare la mia cappella come una piccola frusta dandosi dei feroci colpi sulla spacca e sul clitoride. Ero solo un oggetto in suo potere. Prosegui a lungo questa tortura sfregandosi la mia cappella su tutte le labbra della fica e poi si impalò decisa sul mio uccello. Ma un colpo solo per poi rialzarsi. Si mise in piedi sul letto a gambe oscenamente aperte e con la figa grondante ed iniziò masturbarsi con furia. Si infilò tre dita dentro. Il fatto che si masturbasse con i guanti mi eccitava ancora di più. Mi disse:

‘Adesso guarda bene, cosa ti combino’.

Scese dal letto, si sedette sulla poltrona che c’era in fondo alla stanza, divaricò le gambe al massimo alzandole per aria in modo che potessi vederle la fica completamente aperta e circondata dalla sua meravigliosa coulotte, prese il manico della frusta e se lo infilò dentro completamente fino a dove iniziano le strisce di cuoio.

Rimasi sbigottito: non pensavo che potesse accogliere una cosa cosi lunga e grossa al suo interno. Iniziò ad urlare come una forsennata.

‘Vedi come si fa a riempirmi? Non mi basta il tuo cazzo. Sfondami la fica e non fotografarla di nascosto come un verginello. Sei uno stronzo impotente! Sono fatta per essere stuprata e riempita in tutti i buchi’.

Lanciò dei gemiti di piacere di una violenza inaudita. Stava proprio colando come una cagna. Si lavorò per bene la fica e poi si tolse il manico della frusta e leccò avidamente tutto l’umore che lo impregnava. Neanche nei film porno più audaci avevo visto una zoccola cosi brava. Stavo letteralmente scoppiando. Sentivo il sangue pulsarmi dentro la cappella come un martello. Mi scappò un rantolo di desiderio. Come risposta la mia dominatrice mi frustò nuovamente sull’asta. ”Stai zitto!!!’ mi urlò.

Iniziò a pomparmelo nuovamente ed io sentii il mio sperma salire, ma lei da esperta qual’era si fermò appena in tempo per impedirmi di schizzare. Poi riprese lo stesso esercizio e nuovamente si fermò in tempo. Era un dolcissimo supplizio senza fine. Nuovamente se lo ingoiò tutto ma quando capi che ero di nuovo al limite mi diede un piccolo morso sull’asta’.

‘Cosi ti calmi i bollori’ mi disse.

Poi si tolse le mutandine restando terribilmente nuda ed arrapante: autoreggenti, stivali sopra il ginocchio e guanti. Mi si sedette sulla faccia e mi disse di leccarle il culo.

‘Me lo devi preparare bene perché dopo mi voglio inculare con il tuo uccello’.

Io feci del mio meglio ma lei si prese le chiappe con le due mani e si apri il buco in maniera volgare. Vedevo il suo canale completamente aperto e pulsante. Avrei avuto voglia di infilzarla ed invece mi trovavo costretto ad aspettare che lei mi usasse. Cercai di infilarle più lingua possibile per lubrificarla per bene. Quando la troia si senti pronta, si alzo e si mise sopra di me. Guardò il mio cazzo ritto fino allo spasmo, e fece colare sulla mia cappella una goccia di saliva. Mi immaginai le sue guance riempite dal mio uccello e lei che succhiava avidamente il mio seme e poi me lo restituiva. Era una immagine della mia fantasia erotica a tal punto da sentire un dolore all’uccello. Avevo bisogno di sborrare come mai mi era capitato prima. Ma la mia Ramona aveva altri progetti per me. Quella goccia di saliva si distribuì sulla mia cappella come una colata di lava sul mio glande ed a quel punto lei si forzò il culo.

Non riesco a descrivervi il godimento allo stato puro: l’essere dominato in quel modo da mia moglie era una cosa che non mi sarei mai aspettato e forse questa era la parte più eccitante. Le pareti del suo buchino si richiusero attorno al mio cazzo come una ventosa. Le iniziò un sali scendi sul mio uccello ormai allo stremo forzandosi il culo in una maniera che non credevo possibile. Mi lasciai sfuggire un gemito di piacere. La puttana (perché cosi ormai mi appariva) si fermò un istante e mi disse aspra:

‘Che cazzo fai? Non permetterti di sborrarmi nel culo. Decido io quando e dove dovrai’ farlo e non voglio sentire un suono uscire dalla tua bocca. Sei il mio oggetto di piacere e gli oggetti non parlano’.

Poi prese un foulard di seta che aveva a portata di mano, se lo infilò tutto nella figa per bagnarlo bene con il suo umore poi, sempre con il mio palo nel culo, se lo tolse dalla fica e me lo mise in bocca.

‘Cosi starai zitto’ mi disse.

L’odore ed il sapore della sua fica erano fantastici’ero sull’orlo dello svenimento. Non riuscii a contare quanti orgasmi aveva avuto quella troia di mia moglie ma lei non mi aveva ancora permesso di sborrare e questo ormai mi faceva male. Avevo l’uccello più duro del marmo, la cappella gonfia di desiderio come mai mi era capitato. Il mio uccello era una visione oscena da quanto era grosso e turgido. Si sfilo il mio palo dal culo con un rumore di risucchio eccitantissimo e si scopò violentemente nel culo per lunghi estenuanti minuti.

Poi si tolse i guanti. Si sputò sulle mani (anche nelle cose apparentemente sporche era divinamente fantastica) ed iniziò sul mio cazzo un lavoro a due mani come non mi aveva mai fatto prima. Non saprei descriverlo. Erano un susseguirsi di sensazioni una dietro all’altra, un cambio di presa e di lavoro sulla mia asta ad una velocità sconcertante. Non l’avevo mai vista cosi infoiata. Iniziò ad insultarmi rivolgendomi una quantità di frasi oscene che nemmeno io sarei capace di pronunciare. Ero ormai al culmine. La cagna vide i miei occhi stralunati e mi chiese cosa volessi. Io provai a rispondere ma il foulard in bocca mi impediva di parlare. Mi rifece la domanda due o tre volte facendomi incazzare ed eccitare nello stesso tempo. Poi con un colpo secco mi strappò il foulard. A quel punto urlai con tutto me stesso.

‘Fammi godere ,voglio sborrare come non ho mai fatto. Sei una cagna e mi hai portato oltre la soglia del piacere estremo. DEVO SVOTARMI’ implorai.

Lo sguardo di lussuria selvaggia nei suoi occhi mi fece immensamente piacere. Non l’avevo mai vista cosi eccitata e porca. Ricominciò con una foga inaudita a masturbarmi l’uccello dicendomi:

‘Sono felice che hai capito chi comanda, la prossima volta invece di fotografarmi vieni e me lo schiaffi nel culo. Adesso godi porco’ voglio godermi la vista del tuo sperma che schizza dalla tua cappella.’

Mi fece sborrare in un modo che non credevo possibile: dal mio uccello uscirono schizzi di sperma con un getto talmente ampio che qualche goccia mi ricadde addirittura sulla faccia.

Lei soddisfatta mi diede una lunga ed appassionata leccata sulle labbra per poi pulirmi le guance sporche del mio seme con la sua calda e conturbante lingua.

‘Sei stato fantastico’ mi disse.

Onestamente questa cosa mi sconvolse. Cosa avevo fatto io se non subire? Io avevo goduto letteralmente come un porco, ma evidentemente la situazione era stata favolosa per lei.

Non riuscii neanche a rispondere, sentivo le gambe tesissime e doloranti. Ero esausto e tutto indolenzito. Quegli spasmi orgasmici mi avevano veramente sfiancato. Mi riaddormentai praticamente all’istante e quando mi svegliai, ormai a pomeriggio inoltrato, ero libero ed in mano avevo una fotografia che ritraeva in primo piano Ramona intenta a leccare per bene la mia cappella.

Mi rivestii e scesi in salotto dove la trovai vestita con un elegante babydoll ed uno smagliante sorriso

‘Dormito bene?” mi disse semplicemente.

Leave a Reply