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La mia società d’informatica

By 25 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono sempre stata una persona riservata, che non ama mettersi in mostra, soprattutto a lavoro o nello sport ma in alcune situazioni sono abile nel tirar fuori gli artigli e accaparrarmi la preda adeguata così…

Rientro dalla ferie, siamo all’ltima settimana di agosto, in ufficio sono certa ci siano mille e mille cose da sbrigare e mi auguro di poterle sbigare senza diventare matta subito al primo giorno. Arrivo, saluto tutti i colleghi e le colleghe che, come me, sono rientrati dalle ferie; non ci siamo tutti però, qualcuno deve ancora rientrare, ancora due settimana a paersonale ridotto ma dovrò cercare di impegnarmi per ar andare avanti la baracca al meglio.
Sono una donna manager, di una piccola società di consulenza informatica della provincia di Milano, abbiamo 12 dipendenti fra tecnici e amministrativi, amo il mio lavoro, adoro i miei colleghi e adoro Milano, la mia Milano.
Caff&egrave tutti assieme e si parla del più e del meno, come sono andate le ferie, chi &egrave stato a casa, chi &egrave andato all’estero e chi si &egrave fatto un bellissimo viaggio di 15 giorni in Tanzani…e la mia invidia, e di alcune colleghe aumenta ma va beh, purtroppo la dura realtà del lavoro richiama tutti ai propri posti e così alle 9.15 sono alla mia scrivania pronta con i vari faldoni sul tavolo per organizzare il lavoro del prossimo trimestre.
Fascicoli, contratti, progetti…il tempo vola e quando arriva l’ora di pranzo apro l’agenda per vedere se nel pomeriggio ho appuntamenti e mi accorgo che il giorno successivo sono fissati 3 colloqui per assunzione di nuovo personale.
CAvolo, non mi ricordavo nemmeno più che devo fare quei tre colloqui; va beh domani ci penseremo tanto sono nel pomeriggio. Vado a pranzo con alcuni colleghi che mi raccontano le loro ferie, sono ragazi simpatici con cui amo scherzare e ridere, soprattutto in pausa pranzo; non do molta confidenza a lavoro ma fuori non mi dispiace uscire anche con alcune persone che lavorano per me. Rientriamo e mi ributto nel lavoro, carta, pc, telefono che squilla e in men che non si dica arrivano le 17.30 orario in cui tutti staccano. Ultime mail da rispondere e poi a casa, domani &egrave un nuovo giorno e ci penseremo.
Come tutte le mattine la sveglia suona, sono le 7.00 devo alzarmi e buttarmi sotto la doccia; poi apro l’armadio e cerco qualcosa di comodo da mettermi non ho voglia di essere elegante tanto non ci sono clienti in giro quindi ripiego su dei leggins neri, una maglia di lino azzurra con sotto una canotta nera, semplice e sportiva.
Prendo la borsa, cellulare, occhiali da sole scendo in cortile e slego lo scooter e via sfrecciando nel traffico vado in ufficio. Arrivo e solito caff&egrave con alcuni colleghi, 4 chiacchiere e poi di corsa alla scrivania; prendo un contratto urgentissimo da affrontare, ci perdo un paio d’ora per vedere di sistemare tutte le clausole, lo sistemo e lo invio al cliente; apro l’agenda e mi ricordo dei colloqui, alle 14.00 devo prendere i curriculum non so nemmeno chi verrà.
Li cerco e li trovo in una cartellina sul pc, decido di stamparli, non stampo mai carta per niente ma non ho vogia di leggere al pc ora così, Adobe si apre e clic, stampa lanciata.
Vado a prendere un caff&egrave e mente ritorno nel mio ufficio prendo i fogi della stampante e mi metto comoda sulla poltroncina davanti alla mia scrivania, al posto dove solitamente si siedono i miei interlocutori.
Cominciamo a sfogliare, non sono curriculum lunghissimi, son tutte persone giovani, due ragazze e un ragazzo; leggiamo quello del ragazzo: Giorgio, 22 anni, programmatore ed esperto di Linux, diverse collaborazioni con aziende che conosco, svolto lavori non male come programamtore, esperto della sicurezza beh, credo che un tecnico linux esperto possa anche essere una figura interessante da affiancare a Matteo, credo che il colloquio lo faremo assieme a Matteo, metto da parte questo fascicolo.
Prendo gli altri due, due ragazze: Miriam, 23 anni attualmente impiegata ammnistrativa presso un’assicurazione e Veronica 21 anni, anche lei impiegata amministrativa in una società di manutenzione e installazione impianti elettrici. Li leggo, beh sembrano brave tutte e due, hanno fatto più o meno gli stessi studi e non capisco quindi come poter scegliere fra l’una e l’altra, entrambe dicono di sapere bene Inglese, ma Veronica in più conosce lo Spagnolo; buon per lei penso.
Miriam &egrave una persona semplice mi dico, &egrave iscritta in una società di atletica mentre Veronica gioca a pallavolo; boh, continuo a leggere e a scoprire che sono molto simili come persone non saprei proprio come scegliere, decido che andrò a pranzo ci penserò dopo come scegliere.
Sono le 13.50 e Giorgio &egrave già li, sembra aver già fatto “amicizia” con qualcuno infatti mi accorgo che sta parlando con Matteo, bene sono convinta che andrà benissimo; mi avvicino, mi presento interrompendo la conversazione e Matteo saluta mentre si gira per andarsene lo fermo e gli dico:
“Matteo, in realtà contavo di chiamare proprio te per affrontare il suo colloquio, non ti spiace vero?”
Così dicendo li faccio accomodare entrambi nel mio ufficio e chiudo la porta, discutiamo amichevolmente sulle mansioni, sulle sue capacità e vedo che Matteo &egrave in sintonio perfetta con Giorgio, e hanno praticamente già iniziato a lavorare assieme anche se non l’ho ancora assunto; definiti gli ultimi dettagli lo saluto dicendogli che se vuole fare ancora 2 chiacchiere con Matteo &egrave liberissimo di restare che da domani mattina alle 8.30 dovrà essere puntuale alla scrivania accanto alla sua. Lo saluto con una stretta di mano decisa e ricambio il suo caloroso sorriso, escono e mi fermo una ttimo a riflettere su quello che ho appena fatto; ho assunto una nuova persona, ci stiamo allargando, stiamo diventando grandi e mi sento fiera e orgogliosa di me stessa.
Ma il tempo &egrave tiranno, fuori dalla porta vedo sedute due ragazze, una mora non tanto alta, l’altra bionda decisamente più alta, saranno sicuramente Miriam e Veronica.
Esco dalla porta del mio ufficio, un sorriso smagliante e le guardo, sono quasi imbarazzate ma le faccio subito sentire a loro agio dicendo:
IO:”Buongiorno, volete che andiamo a prendere un caff&egrave?Vi va?”
La bionada non dice una parola, quasi presa in contropiede resta a bocca semi aperta a guardarmi e ruota la testa verso l’altra ragazza, che porntamente sorridendo dice:
“Beh, se non &egrave un problema io lo accetto volentieri, grazie”
IO:”Bene, allora andiamo le macchinette sono da questa parte” e mi incammino verso la sala risotoro in fondo al corridoio. Entro, infilo la chiavetta nella macchinetta e mi giro verso di loro dicendo:
“Prego, fate pure”
Intanto inizio con le presentazioni allungando la mano alla ragazza mora, che misembra più spigliata, più abituata ad avere a che fare con la genete, credo sia Miriam la più grande
IO:”Beh, piacere io sono Marika, la proprietaria della socità”
MIRIAM:”Piacere, io sono Miriam, la ringrazio per aver letto il mio curriculum e accettato di vedermi”
Il suo sorriso &egrave smagliante, solare, un viso dolce, sincero, determinato e la sua mano decisa e forte.
Osservo l’altra ragazza, biondina, fisico molto atletico e sportivo, e noto con piacere che &egrave vestita quasi come me, la cosa mi colpisce e le sorrido allungando la mano anche a lei:
IO”Piacere, Marika, tu devi essere Veronica” e le sorrido cercando i suoi occhi che vedo con piacere essere di un nocciola intenso, che trasmetto calore e dolcezza.
VERONICA:”Si, esatto, piacere Veronica, grazie per l’opportunità che mi stà dando”
Il suo sguardo &egrave fisso nei miei ochi, la sua mano delicata &egrave stretta nella mia, non si muove e vedo il rossore aumentare sulle sue guance e il sorriso, ma non molla la presa della mia mano ne tantomeno distoglie lo sguardo dai miei occhi.
Il bip della macchina del caff&egrave ci distoglie da questo incrocio di sguardi intenso e le dico immediatamente:
IO:”Prego, Veronica, prendi pure qualcosa non farti problemi”
VERONICA:”Grazie, molto gentile” E preme il pulsante dello zucchero, lo toglie completamente e preme caff&egrave.
Le osservo, entrambe, mentre aspettiamo il caff&egrave e mi domando cosa diamine ci sia dietro quello sguardo così profondo, intenso, caldo, dolce e profondo; la osservo nei sui leggins neri, con la maglia verde pastello, un cerchietto nero svetta fra i capelli biondi e un filo di trucco vela il suo viso; Miriam invece &egrave più “elegante” con una gonna al ginocchio, scarpe con un po di tacco, camicetta chiara, capelli neri ricci, trucco per risaltare il suo sguardo che ho notato &egrave fatto da due occhi semplici, molto scursi. Gli occhi sono una parte fondamentale delle persone, li adoro, adoro perdermi in uno sguardo, uomo o donna che sia non miimporta, se sono occhi belli non ho fatica ad ammetterlo.
Rompo il silenzio dicendo:
IO:”Allora, Miriam, cosa la spinge a voler cambiare lavoro e lasciare quello che ha?”
MIRIAM:”Beh, dove sono ora mi trovo bene, ma sento di non avere possibilità di migliorare più di tanto, la società &egrave molto grande e sento di essere solo un numero, una delle tante e quindi di fare fatica ad emergere e diventare qualcuno; mentre qui essendo una piccola società ecco, forse sarà più facile fare strada.”
La ragazzina sa il fatto suo, &egrave determinata, ambiziosa, audace ma queste parole possono anche essere frutto di tanta esperienza in colloqui, come i suol dire tanto fumo e niente arrosto; dovrò valutarla attentamente.
IO:”Invece tu Veronica, perch&egrave vuoi lasciare il tuo attuale posto?”
Mi rendo conto solo ora di aver dato del Lei a Miriam e del Tu a Veronica, che gaf tremenda, speriamo non se ne accorgano.
VERONICA:”Mi trovo bene dove stò ora, ma il contratto &egrave a termine, quindi stò cercando un nuovo posto di lavoro. Non ci sono motivazioni particolari che mi spingano qui, se non il fatto che fino ad ora &egrave la sola società che mi ha risposto e di questo già ne sono infinitamente grata.”
I suoi occhi sono veramente belli, profondi e mi fissano; distolgo a fatica lo sguardo, prendo il mio caff&egrave e torniamo verso l’ufficio, cammino a passo deciso verso la mia porta mi fermo prima di entrare, mi volto verso di loro e dico:
IO:”Ora affronteremo il colloquio… una alla volta però.” e sorrido ad entrambe.
Mi volto, ferma sulla porta
IO:”Prego, Miriam, si accomodi pure, lei Veronica ovviamente dopo” E le sorrido, perdendomi un istante nel suo sguardo, fatico a togliermelo dalla mente, perch&egrave? Perch&egrave &egrave così? Perch&egrave sono persa in quegli occhioni?
Va beh, vediamo di capire Miriam dove vuole arrivare, e se fa al caso mio.
IO:”Allora, signorina, vediamo ha studiato qui, ha fatto li, &egrave andata la e ora lavora per loro… cosa sarebbe disposta a fare nella mia società se l’assumessi?”
MIRIAM:”Beh, sono un’impiegata amministrativa, sono capace di tenere la contabilità, posso occuparmi degli ordini dei clienti, potrei anche seguire la gestione dei contratti, ho sempre fatto questo genere di lavori e mi sono sempre trovata bene e nessuno si &egrave mai lamentato dei miei risultati”
IO:”Bene, mi fa paicere che sia esperta di contabilità e di gestione degli ordini cliente”
Ma chi cazzo si crede di essre questa? E’ brava solo lei? Secondo me, tanto fumo e niente arrosto, altro che esperta e capace, questa la stanno per lasciare a casa e viene qui a spacciarsi come la migliore sul mercato, se sei brava titerrebbero e in una multinazione la fai cariera, se si capace, in qualsiasi modo. Mi stò innervosendo e il suo modo di fare mi indispone.
“Lingue straniere? Come se la cava?”
MIRIAM:”Ho studiato inglese, altre lingue non posso dire di saperle bene”
IO:”So, now… if I continue this interview in English… wouldn’t be a problem for you?”
MIRIAM:”Hemm… hemmm… I prefer to speak Italian”
Bene bene… faccio una risatina, e le rispondo
IO”Ma si figurati, nessun problema. Vediamo, quanto pensavi di prendere al mese? Netto, lordo vedi tu.”
MIRIAM:”Ecco, tenedo conto che non sono proprio novellina, direi che netti sui 1300, 1400.”
Cazzo, ma &egrave scema? Ha appena fatto una figura di merda madornale, si crede dio in terra, e pretende tutti questi soldi???
Che voglia di mollarle un calcio nel sedere e mandarla a casa altro che 1400!!!
IO:”Ok, hai domande? Qualcosa che vuoi chiedermi?”
MIRIAM:”No, non saprei, non mi viene in mente nulla.”
IO:”Ok, allora per me siamo aposto così” Mi alzo, giro attorno alla scrivania e l’accompagno alla porta le allungo la mano, la stringo con poca convinzione e quasi senza guardarla neglio cchi le dico:
IO:”Grazie, vada pure da Manuela che le darà i documenti della società, le faremo sapere. Arrivederci.”
La guardo mentre se ne va, sui suoi tacchi, lungo il corridoio dell’amministrazione, sono sollevata che se ne sia andata, ma ora c’&egrave lei, Veronica; si &egrave già alzata in piedi e aspetta paziente al suo posto accanto al mio ufficio. La guardo con sguardo duro, si vede che sono acida; ma non sono acida con lei ovviamente e per dimostrarglielo le sorrido subito e sbuffando le dico:
IO:”Cavolo, Veronica, avrei quasi bisogno di un altro caff&egrave” E scoppio in una risatina
VERONICA:”Se vuole andiamo a prenderlo, per me va bene.” E sorride anche lei.
Simaptica e carina
IO:”Ma si dai, aspetta che prendo la chiavetta”
Ci dirigiamo nuovamente verso le macchinette, entriamo nella sala ristoro e dentro ci sono Matteo e Giovanni, &egrave ancora qui cavolo questo ragazzo che acquisto.
IO:”Ciao Mat, allora, vedo che Giovanni non se ne &egrave ancora andato! Mi raccomando non farmelo scappare così, non &egrave ancora assunto”
MATTEO:”No, no tranquilla Mary, non lo faccio scappare” Mi sorrido volgendo lo sguardo verso Veronica, lo noto subito il marpione.
IO:”Ahaha, Matteo, ti presento Veronica, &egrave qui per fare un colloquio; Veronica lui &egrave uno dei nostri programmatori e lui &egrave Giorgio, neoassunto, anche lui programmatore” Lo dico stando in piedi accanto a Matteo, e osservo Veronica, gentile con loro che ricambia i saluti allungando la mano e sorridendo ma cercando in continuazione il mio sguardo; capisco che la stò mettendo in imbarazzo così decido che dovremo tornare al nostro incontro.
IO:”Allora, Veronica, pronta per il colloquio? Andiamo dai.”
VEROCNICA:”Si, per me possiamo andare.”
Ci incamminiamo verso il mio ufficio, cammino mentre mi faccio la coda, fa caldo oggi, agosto &egrave finito ma il cado non ancora, entro e richiudo la porta dietro le spalle di Veronica, la osservo da dietro le spalle ora e noto che &egrave proprio bella. Prendo i fogli stampata alla mattina e li sfoglio.
IO:”Vediamo, hai tudiato la, lavorato per questi, anche per questi altri, in questo negozio, e ora lavori li… beh, finisce il contratto dicevi, e di cosa ti occupi esattamente per la società in cui lavori ora?”
VERONICA:”Seguo la contabilità spiccia, fatture dei fornitore, le archivio nel gstionale, le registro, registro gli ordini dei clienti, insomma seguo queste pratiche burocratiche e faccio la segretaria per il capo, rispondo al telefono prendo appuntamenti con clienti cose così; insomma la ditta &egrave piccola lavoriamo in 7 persone in totale, e non capisco quindi perch&egrave mi lascino a casa ma va beh, non spetta a me scegliere quindi…sono qui.”
IO:”Cavoli, una figura come te credo sia fondamentale in una ditta piccola, non capisco proprio come mai ti lascino a casa; sicura che non mi stai prendendo ingiro? Non &egrave che ti lasciano a casa perch&egrave… non sei capace?”
VERONICA:”No, beh io credo di essere capace, certo ci sono signore più brave di me, non lo nego assolutamente, ma non credo di aver mai commesso errori.”
Ora &egrave quasi impaurita, il suo sgaurdo &egrave rivolto verso il basso, vedo bene distintamente il cerchietto nei suoi capelli biondi, si nota benissimo perch&egrave &egrave nero e risalta bene in contrasto col biondo. La osservo, &egrave agitata, ha paura forse? Non sapre.
IO:”Conosci l’inglese e lo spagnolo, bene oppure…come l’altra?!
VERONICA:”Mio padre &egrave spagnolo, di MAdrid, quindi lo conosco bene, l’inglse l’ho studiato a scuola, non ho avuto modo di usarlo molto se non nelle vacanze con gli amici; diciamo scolastico.”
IO:”So, now… if I continue this interview in English… wouldn’t be a problem for you?”
VERONICA:”No, there are no problems but… but I prefer to talk in Italian… or Spanish” E ride con gioia.
E’ veramente carina e simaptica mi dico.
IO:”Beh, in questo caso… credo che forse una possibilità potrei anche dartela, da quando saresti libera?!”
VERONICA:”Il mio contratto scade al 15 settembre, quindi dal 16 potrei essere libera.”
IO:”Bene, allora presentati il 16 con tutti i documenti in ordine, che vediamo cosa possiamo fare, Un’ultima domanda, Veronica, quanto vorresti prendere?”
VERONICA:”Mi basta il giusto direi… non saprei… non ho mai pensato di dover rispondere ad una domanda simile; proprio non saprei.”
IO:”Beh, prova a rispondere Veronica non &egrave una domanda difficile”
VERONICA:”Beh direi un miglioaio sono uno stipendio onesto, ma mi vanno bene anche i novecento che prendo ora.”
IO:”Ok, per ma può bastare VEronica, hai domande? Qualcosa che vuoi cheidermi?”
Mentre lo dico, mi alzo da dietro la scrivania e mi avvicino a lei, che rimane seduta guardandomi con quegli occhini caldi e profondi, mi perdo nuovamente nel suo sguardo.
VERONICA:”Beh… no, non ho domande da farle. ASpetterò con ansia il 16 allora, se ha qualcosa da chiedermi o da comunicarmi, i miei riferimenti li ha sul curriculum. Posso andare?”
IO:”Certo, certo ci mancherebbe VEronica.”
La faccio alzare e l’accompagno alla porta, la saluto calorosamente stringendole la mano e sorridendole, come per la presentazione le mani faticano a staccarsi e gli sguardi anche. La guardo mentre si allontana nel corridio. Il lavoro riempie le mie giornate, sono rientrata da una settimana ma già non ne posso più, mi servirebbe ancora qualche giorno di ferie, del riposo un po’ di sano relax ma purtroppo, o per fortuna visti i tempi, il lavoro non mi molla nemmeno un secondo. Mentre faccio la doccia, ricostruisco gli impegni della giornata, &egrave venerdì ma sarò straimpegnata, almeno fino alle 15; clienti nuovi in visita, sistemare le pratiche per il progetto che si chiuse, controllare due contratti da far firmare settimana prossima, bah… chiudo l’acqua, esco e mi infilo nell’accappatoio spugnoso e morbido; asciugo i piedi e cambio canzone, spotify oggi mi stà deludendo.
Asciugo i capelli e vado verso l’armadio, mi siedo svogliata sul letto ad osservare l’anta aperta, e adesso cosa mi metto? Bahhhh…. vorrei tornare a dormire, guardo la sveglia sono le 8.00 &egrave tardi!
Apro il cassetto dell’intimo, perizoma e reggiseno viola, slego l’accappatoio e mi vesto, vado all’armadio e cerco qualcosa di decente… ecco, metterò questa oggi, un paio di pantaloni a pinocchietto neri, classici, e una camicetta azzurra, mi vesto e scalza vado verso il bagno; un filo di trucco sugli occhi, i capelli ormai sono un disastro, dovrò prentoare la parrucchiera ma lo farò più tardi, ora devo andare; spengo la musica del telefono, la luce del bagno prendo i sandali li infilo, borsa, portafogli, chiavi e casco, scendo di corsa allo scooter e via verso l’ufficio.
Arrivo e vedo che ho del tempo per un caff&egrave, però vorrei andare al bar, chiedo a Marisa di accompagnarmi. Marisa &egrave la segretaria della società, ha 45 anni, più anziana di me ma l’adoro nei suoi modi sempre gentili con tutti, sempre pronta e puntuale nel lavoro, conosce una soluzione a qualsiasi problema di tipo amministrativo e mi rendo conto che &egrave stata veramente importante per il mio lavoro e la mia società.
Scendiamo in ascensore e arrivate a piano terra andiamo al bar, entriamo e il barista, Alessandro, ci saluta e ci chiede cosa prendiamo
IO:”Ciao Ale, due caff&egrave grazie.” “Allora, Marisa, le ferie? Tutto bene con la famiglia?”
MARISA:”Oh si si, grazie Mary, tutto bene come sempre. Ormai i ragazzi sono cresciuti e credo che sarà l’ultima vacanza che passeremo assieme, sai i giovani”
IO:”Ah beh, ci credo, quanto hanno adesso?”
MARISA:”Mattia 17 e Lucia 15, vedremo la prossima estate.”
Beviamo i nostri caff&egrave, e Marisa puntuale come suo solito mi dice:
MARISA:”Allora Mary, con le ragazze dell’altro giorno? Che mi dici? Credi che almeno una possa andar bene oppure… cerchiamo ancora?”
Nemmeno mi ricordavo più del colloquio di pochi giorni prima, non ho detto a lei.
IO:”Ah ma che scema, nemmeno te l’ho detto dovremo scrivere a… come si chiama, non ricordo il nome, alla ragazza mora comunque, che non siamo interessati alla sua figura; mentre l’altra ha detto che ci sentiremo a settembre perch&egrave ora lavora, mi ha detto al 15 o al 16, l’ho scritto su poi ti dico.”
MARISA:”Ah bene dai, menomale, così magari avrò qualcuno con cui poter andare avanti nel lavoro, che inizia diventare tanto.”
IO:”Sicuramente Marisa, vedo che sei sempre impegnatissima e non finirò mai di essertene grate per la costanza e la capacità che ci metti.” Le sorrido e vado in cassa a pagare. Ringraziamo e salutiamo e andiamo nuovament ein ufficio.
In ascensore MArisa mi dice:
MARISA:”Allora, oggi arriveranno i clienti nuovi per discutere della possibilità di fare un contratto con noi, arriveranno per le 10.00 poi, appena finito, ci vediamo per i contratti?”
IO:”Si, avrò bisogno di una mano con quei contratti; adesso spero sia arrivato Mat che devo discutre con lui prima che arrivino i clienti.”
MARISA:”Si, si &egrave arrivato era andato alle macchinette con il ragazzo nuovo, Giorgio. Mi sembra un tipo in gamba e simpatico e poi si &egrave integrato subito. Hai fatto una buona scelta secondo me” E mi sorride veramente soddisfatta.
IO:”Beh, grazie Marisa, speriamo si di averla fatta la scelta giusta!”
Ridendo usciamo dall’ascensore e ognuna va verso la propria postazione; entro in ufficio e chiudo la porta. Apro l’agenda e accendo il mio Mac, sistemo il cellulare. Compongo l’interno di Mat e lo chiamo.
MATTEO:”Si, dimmi”
IO:”Ciao Mat, appena puoi vieni da me che dobbiamo sistemare i documenti per i clienti”
MATTEO:”Certo, finisco un cosa con Gio e sono da te”
IO:”Perfetto, a dopo.”
Riaggancio e inizio a leggere la posta, tutto spam o roba inutile, sono sempre pochi i messaggi veramente interessanti da leggere, alcune offerta dai fornitori che hanno riaperto, promozioni di fine estate, le metto da parte le guarderò dopo con calma, aventi, conferenze, convegni, Italia, Stati Unisti, Francia, Spagna, cavlo dovrei trovare anche il tempo per andare a qualche conferenza o fiera per vedere prodotti nuovi; ci penseremo mi dico.
Apro i documenti da sistemare, accendo un po ‘di musica di sottofondo; amo la musica in ogni momento della mia giornata, non riesco a lavorare senza, bassa ma deve esserci; sfoglio le varie playlist di spotify, ne faccio partire una che mi sembra decente. Toc, toc.. “Si Avanti”
MATTEO:”Ciao, eccomi”
E chiude la porta
IO:”Allora vedo che con Giorgio va alla grande, &egrave in gamba vero?”
MATTEO:”Oh si si, &egrave veramente in gamba, una scelta ottima; forse la migliore dopo di me.” E ride, mi piace Matteo, sempre simpatico, allegro e spontaneo.
IO:”Beh, onestamente ho fatto io la selezione… prima a te e poi a lui” Eridiamo assieme mentre lui si avvicina alla scrivania e si siede davanti a me; lo guardo e devo dire che &egrave proprio un bel tipo, un bel ragazzo, alto 180/185 capelli castano scuri corti e in piedi, occhi scuri, un fisico non troppo asciutto ma nemmeno trascurato, barba incolta corta e un bel sorriso sempre sul viso.
IO:”Allora, Mat, questi sono i documenti che abbiamo preparato, li hai visti?” E ruoto il portatile verso di lui.
MATTEO:”Si, si li ho visti e direi che vanno bene, magari modificherei un po’ questo punto, e questo paragrafo. Per ilr esto direi che vanno benissimo”
IO:”Ok, allora aspetta che li sistemiamo subito così siamo a posto.” E inizio a sistemare i punti che mi aveva suggerito, una sensazione strana mi pervade, sento i suoi occhi che mi scrutano e mi guardano, inizio ad agitarmi e non mi spiaego il motivo. Finisco e ruoto il portatile verso MAtteo e lo vedo che mi fissa, i suoi occhi sono fissi su di me, ecco perch&egrave mi sentivo così.
IO:”Beh… vuoi controllare Mat?”
MATTEO:”Beh va bene dai, fammi controllare che sia tutto in ordine” E lo dice mentre mi fissa, mentre i suoi occhi sono fissi nei miei. Io gli sorrido e lui ricambia il sorriso, mentre gli allungo il portatile riesce a sfiorare la mia mano.
Legge, e continua a sollevare lo sguardo inc erca del mio, ma che vuole oggi Mat, perch&egrave continua a fissarmi così? E perch&egrave sono così agitata? Sarà che ormai &egrave più di due mesi che non faccio sesso ma mi sento elettrizzata al momento, da quando mi sono lasciata alle spalle lo stronzo non sono più stata con nessuno, nemmeno in vacanza mi sono concessa a qualcuno, e adesso la voglia inizia a farsi sentire.
MATTEO:”Marika, direi che possono andare, per me vanno benissimo ora.” E mi fissa
IO:”Bene, allora adesso aspettiamo solo che arrivino i clienti. Poi ci saraianche tu alla presentazione vero?”
MATTEO:”Se mi vuoi, ci sarò anche io”
IO:”Mat, sai benissimo che non potrei fare a meno di te” E scoppiamo a ridere assieme, ma il suo sguardo &egrave sempre più penetrante e fisso su di me; mi sta scaldando ma non posso cedere con un dipendente.
Arrivano i clienti, faccimo l’incontro e finiamo per le 12.15, chiamo Marisa ele chiedo la cortesia di prenotare al ristorante per 6 persone alle 12.30 così portiamo i clienti a mangiare prima di rientrare a lavoro; lei gentilissima come sempre chiama e prenota.
Tornati da pranzo ci rimettiamo a lavoro, i contratti da sistemare le pratiche e tutto quanto, e in un attiamo si fanno le 18.00 e io che speravo di finire per le 15.00!!! Al diavolo, oggi basta, non ne posso più finisco qui e vado. Chiudo, spengo esco e vedo che non c’&egrave più nessuno, sono giù usciti tutti; fuori dall’ingresso trovo Matteo e Giorgio che si salutano e si danno appuntamento per l’indomani, mi avvicino e saluto entrambi, Giorgio dopo aver salutato inforca la bici e va. Io guardo Matteo e gli dico:
IO:”Allora, &egrave proprio entrato in sintonia perfetta vedo”
Lui, senza dire una parola in risposta a quello che ho appena detto, fissando i miei occhi, mi sorride e mi dice:
MATTEO:”Marika, andiamo sui navigi, ti offro un aperitivo dai!”
mi ha spiazzata, nemmeno una risposta alla mia affermazione ma che cavolo, però &egrave venerdì accetto
IO:”Ok, dai, io sono in scooter, dove ci vediamo?”
MATTEO:”Parcheggia in via Gorizia, vicino alla darsena ci becchiamo all’inizio del naviglio grande.”
IO:”Va bene dai, ci vediamo li allora”
Vado verso lo scooter, lo slego, casco e via; mentre vado i pensieri si accumulano nella testa, perch&egrave gli ho detto di si? Perch&egrave oggi era così insistente con lo sguardo? Perch&egrave sono così eccitata mentr mi parla e mentre mi fissa? Cosa mi succede? Non avrà intuito che ho voglia e che sono più di due mesi che sono in astinenza? Boh, non so proprio che pensare, lo scooter si muove agile nel traffico e arrivo in zona darsena, posteggio, lego lo scooter, metto il casco nel bauletto e vado all’inizio del naviglio, mentre messaggio con un’amica su whatsup, le dico che non so se ci sarò dopo cena perch&egrave sto andando ad un aperitivo con un collega e non so che ore si faranno e lei fa subito la stupida dicendomi che se voglio portarmelo a casa di fare pure lei non si offende se ci sentiamo per l’indomani. Ma che hanno tutti quanti a pensare di farmi scaopare oggi! Beh, ami fermo e, sommersa da questi pensieri e da questi messaggi, aspetto Matteo.
sono quasi le 18.30, una vibrazione sul cellulare; se ancora la scema della Ely la rispondo male”
MAT: SCUSAMI IL RITARDO MA HO AVUTO UN CONTATTEMPO; 15 MINUTI E SONO DATE
Ah oddio, mi stavo già preoccupando, digito velocemente la risposta
NON TI PREOCCUPARE; TI ASPETTO QUI
Va beh, chissà cosa gli può essere succeso dall’ufficio a qui, sono pochi chilometri di strada urbana, ma va beh, non importa, aspetto con impazienza e l’appetito tra l’altro inizia a farsi sentire.
Vibra ancora dopo una decina di minuti, nuovamente lui
MARIKA, VIENI SOTTO CASA MIA, HO ROTTO LA MACCHINA, POI TI SPIEGO
Sbuffo e mi preoccupo un po’, come avrà fatto a rompere la macchina, nona vrà fatto un incidente? Mi agito, slego lo scooter e corro verso l’indirizzo che conosco bene; io e Matteo ci conosciamo ormai di diversi anni, collaboriamo da quasi 8 anni ormai e sono andata spesso a prenderlo a casa, o a fare feste per i compleanni, ha una bella casa, un regalo dei suoi. Mi sono sempre chiesta cosa lo spingesse a lavorare, potrebbe tranquillamente vivere di rendita senza muovere un dito e invece, tutti i giorni &egrave in ufficio e fa il suo lavoro, con estrema competenza e decisione, lo ammiro per questo. Arrivo e vedo una BMW sotto casa, con la fiancata rotta; cavolo &egrave la sua, sono completamente persa ora; speriamo non si sia fatto male.
Cerco il citofono, suono e mi risponde subito:
SALI, C’E’ APERTO
Salgo in ascensore e raggiungo l’ultimo piano del condominio, arrivata trovo la porta dìingresso socchiusa e sento una musica provenire dall’interno dell’apartamento; entro e chiedo permesso, lo chiamo e mi risponde:
MATTEO” Si, Marika, arrivo sono in camera a cambiarmi.”
IO:”Ma che &egrave successo ho visto la tua macchina di sotto”
MATTEO:” Ah si, beh… un incontro ravvicinato con un furgone, i corrieri sono sempre dei cani a guidare”
IO:”Ma tu non ti sei fatto male, vero?!”
MATTEO:”Ahaha, no no, non ti preoccupare, non mi sono fatto nulla. Solo ora non avremo modo di afre il nostro aperitivo, ma se ti va ordiniamo qualcosa qui da me”
IO:”Beh, vista l’ora, direi che si potremmo prendere una pizza” Poso la borsa sul tavolo e il caso, lascio li chiavi e anche il telefono e mi incammino verso il corridoio, arrivando fino alla porta della camera.
IO”Matteo, posso?”
MATTEO:”Si si, vieni pure, non sono nudo e poi comunque chissà quanti uomini avrai visto nudi” E scoppia a ridere.
Io mi affaccio alla porta e ridendo gli rispondo:
IO:”Ahaha, sapessi quanti uomini ho visto nudi”
MATTEO:”Ah vedi, lo sapevo che non eri poi così casa e chiesa come vuoi sempr far credere!” E scoppia a ridere.
Si &egrave messo comodo con dei pantaloni di jeans e una maglia, &egrave scalzo in giro per casa sua; mi guarda, o meglio, mi squadra completamente da testa a piedi e si avvicina per uscire dalla stanza ma sono davanti alla porta, senza nemmeno dami il tempo di dire qualcosa o di fare una mossa, le sue mani sono sui miei fianchi e la sua lingua nella mia bocca. Non capisco più niente, ma mi lascio completamente baciare, la sua lingua possiede la mia bocca avidamente e le sue mani accarezzano la mia schiena e il mio sedere; sono persa in questo turbine di emozioni e di piacere, non capisco niente e non voglio capire niente. In poco mi rendo conto di essere contro al muro del corridoio e con una gamba comincio a cingere i quoi fianchi mentre accarezzo la sua nuca, la sua lingua ora &egrave sul mio collo e con le mani accarezza il mio corpo.
MATTEO:”Marika, non stiamo qui” Afferra la mia mano e mi tira dentro la camera, mi lascia cadere sul letto.
Sono semi distesa sul letto e lo guardo, i miei occhi sono pieni di voglia, il cado aumenta e mi sento eccitata, mi sento bollente e lui se ne accorge; si avvicina, afferra i miei piedi e toglie i sandali lanciandolia terra, si stende su di me e riprende a baciarmi, le gambe ora lo cingono sui fianchi e sento il suo sesso gonfiarsi contro il mio ventre. Mi spinge sul letto fissandomi negli occhi, mi tiene per i polsi mentre inizia a muoversi con il bacino contro di me, socchiudo gli occhi e gemo un po’ per provocarlo ancora di più. Sento la sua lingua dentro la mia bocca, le sue mani stringere i miei polsi, sollevarli sopra la mia testa, avvicinarli e in breve unirli uno sopra l’altro in modo da tenerli fermi con una sola mano e con l’altra inizia ad accarezarmi il collo scendendo poi sul seno si stacca dalla mia bocca e mi fissa, un filo di saliva unisce le nostre labbra e si spezza quando siallontana un po:
IO:”Mat, cosa stiamo facendo noi… non dovremmo…”
MATTEO:”ZITTA, noi lo vogliamo e andiamo fino in fondo. Siamo grandi e siamo qui assieme.”
Lo fisso allibita ed eccitata al tempo stesso. Riprende a baciarmi con passione, spingendo la lingua nella mia bocca, in profondita &egrave deciso e determinato e io sono eccitata da morire. Non so da dove lo abbia preso ma in un niente mi ritrovo una benda di seta rossa attorno i polsi, l’ha legata stretta così non posso muovere più di tanto le mani lui si allontana dalla mia bocca e mi sorride, io lo guardo, metto i polsi legati fra diloro davanti al mio viso e ridendo gli dico:
IO:”Beh, adesso che mi hai legata, te ne vai?” Lo provoco, inconscia di quello che potrebbe farmi, o forse consapevole?
MATTEO:”Marika, adesso farai la brava, adesso che sarai legata, non potrai scappare a nessuna tortura che ho in mente per te.” E lo dice ridendo, fissando i miei occhi, profondi, caldi ed eccitati.
Si alza dal letto, mi prende le caviglie e mi fa ruotare sul letto in modo che sia rivolta nel verso giusto, testa verso i cuscini e gambe verso il fondo del letto; senza che nessuno dica niente mi sbottona i pantaloni e li sfila, sollevo il busto per aiutarlo nell’operazione, ho le mani legate non posso fare molto e poi, afferrando le caviglie, mi fa ruotare su me stessa mettendomi così supina nel letto, e un sono colpo secco raggiunge il mio gluteo sinistro.
IO:”Ahi, ma che fai Teo”
MATTEO:”ZITTA:”
Provo a girarmi ma mi tiene immobile, ruoto la testa e vedo che ha in mano un secondo nastro di stoffa rossa, lo lega attorno alla caviglia sinistra, e lo ferma alla gamba del letto, provo a muovere la gamba ma non si sposta, in pochi secondi ha legato anche l’altra caviglia allo stesso modo.
Non dico più nulla, lo guardo, eccitata e un po ‘impaurita
MATTEO:”Marika, non ti farò nulla che non vuoi, e non ci sarà dolore nel nostro rapporto; se sentirai male sarà sufficiente che mi chiederai di fermarmi e lo farò. Quando sentirò la parola rosso, mi fermerò per te, Marika.”
Dopoa ver detto questa parole la sua bocca ha iniziato un lento e piacevolissimo massaggio sulle mie gambe, la sua lingua scivola sulla pelle, calda e liscia, ero eccitata, un continuo fremito di emozioni e sensazioni; cosa stavamo facendo? Perch&egrave mi ha legata? Nessuno mi aveva mai legata prima, sono eccitata perch&egrave? Sono legata ed eccitata, cosa mi sta facendo Matteo!? Non miimporta, mi godo la sua lingua sulla mia pelle.
Un colpo secco e deciso mi fa riprendere un’altro, e poi ancora… a ritmo stà colpendo le mie natiche, sinistra, destra e così ancora…
IO:”Matteo, che fai, basta!”
Le sue mani colpiscono ripetutamente la mia carne, sento scottare, ma non si ferma
IO:”Basta, Matteo ho detto basta, dai, no così non mi piace” Mi stò eccitanto però, non mi ascolta, mi percuote e le caviglie legate mi fanno sentire impotente, mi fanno sentire sua. Ha smesso, ma adesso accarezza la pelle, arrossata, provata da questa serie di sculacciate inattese.
MATTEO:”Marika, avevo detto che se volevi che smettessi, dovevi dire rosso, non basta”
IO:”Si ok ma ho detto basta”
MATTEO:”Basta, non &egrave rosso”
“Spero che questo ti possa servire da lezione, Marika”
IO:”Beh, ok ho capito Teo”
La sua mano si &egrave spostata ora, non &egrave più sul sedere, la sento scivolare nell’interno coscia, e si audace verso l’inguine e più su verso il mio sesso che sento essere fradicio e bollente, se ne accorge anche lui perch&egrave quando raggiunge il perizoma &egrave zuppo, e spinge subito due dita fra le grandi labbra e mi dice:
MATTEO:”Marika, ma sento che sei eccitata e bagnata, quant’&egrave che non scopi?”
IO:”Teo, non hai idea di quanto sia eccitata, slegami e te lo mostro”
MATTEO:”MArika, adesso voglio scoprirlo da me quanto sei eccita e voglio essere io a prendermi quello che mi vuoi donare!
IO:”Beh, allora cosa aspetti, prendimi”
MATTEO:”MArika, &egrave più eccitate se ti faccio aspettare!
IO:”Che stronzo che sei, guarda che non te la do”
MATTEO:”MArika, ti ricordo che sei legata, con due dita nella fica. Se voglio prenderti, lo faccio”
Io ansimo e cerco di godermi il più possibile le sue dita.
Si allontana nuovamente, dove andrà ora, si &egrave alzato dal letto.
IO:”Dove te ne vai ora?”
MATTEO:”Zitta ho ti devo imbavagliate Marika!”
IO:”Hmmmm, anche il bavaglio! Ma sei proprio cattivo con me”
MATTEO:”Marika, a lavoro sarai il mio capo signorina, ma qui…adesso…comando io.”
E così dicendo lo sento che risale sul letto e mi mette un bavaglio attorno alla bocca, lo lega stretto dietro la testa. Io provo a divincolarmi un po’ ma non ci riesco.
Pochi secondi dopo sento qualcosa di veramente freddo, di metallico, poggiare sul fondo della schiena, in corrispondenza della spinna dorsale e poi lentamente sento questo metallo che scivola verso l’alto della schiena…e mi sento sempre più nuda. Cosa cavolo staà facendo ora? Dio che maniaco, ma stò godendo, mi sento sempre più eccitata, nessuno mi aveva mai trattata così con determinazione, decisione e un po’ di violenza…ma percepisco che non c’&egrave violenza negativa, ma solo determinazione; mi piacciono i suoi modi decisi su di me e mi ritrovo ancora più baganta e mi rendo conto che mi ha tagliato a metà la camicetta, reggiseno compreso; me li stà tagliando completamente per sfilarli; in effetti mi rendo conto che con i polsi legati non era possibile sfilarmeli ma va beh… e adesso cos’altro, stà tagliando anche il perizoma. Ora mi sento nuda, completamente, legata e imbavagliata nel suo letto.
Le sue mani sulla mia pelle, sulla mia schiena, mi accarezza ovunque e adesso inizia un lento massaggio fra le mie cosce, &egrave dentro con due dita… mi godo il massaggio intenso e credo raggiungere un orgasmo.
MATTEO:”Marika, ma non ti avevo detto che potevi godere.” E lo sento ridere. Si spoglia, vedo i vestiti buttati accanto al letto, e un colpo inaspettato mi fa rinsavire e mi inarco la schiena, cosa diavolo stà facendo, un’altro e un’altro ancora. Stà usando la cintura sulla mia schiena, ma non posso parlare così, non posso ne dirgli basta ne usare la parola ch emia veva detto prima. Si ferma, basta, fortuna che erano solo cinque colpi ma subito sento un qualcosa di strano, che non sentivo prima, che non capisco cosa stà facendo il porco, mi accarezza il sedere e mi massaggia le natiche; mi slega il bavaglio e subito
IO:”Ma sei scemo, mi hai fatto malissimo prima”
MATTEO:”Zitta Marika, senti quanto sei bagnata, ti piaceva altro che male.”
IO:”Si ok ma adesso, ti prego… scopami”
MATTEO:”Mmmmm, la mia capa che mi chiede di scoparla, sei sicura Marika?”
IO:”Si Teo, scopami ho voglia.”
MATTEO:”Fammi giocare ancora un po’ prima”
IO:”Non hai giocato abbastanza? Scopami”
Mentre lo supplico sento che le sue dita si fanno audaci nel mio corpo ma non nel mio sesso, l’indice spinge per passare dal secondo buco, nel mio ano. Non l’ho mai fatto da dietro ho sempre avuto paura che facesse male, anche se il mio ex lo desiderava ogni volta. Ma non l’ho mai concesso a nessuno ma adesso, sono impossibilitata a spostarmi, non mi posso sottrarre a questo massaggio che però si fa molto piacevole e in un attimo sento l’indice entrare, con facilità, si muove facilmente dentro al mio ano.
MATTEO:”Marika Marika… vedo con paicere che ti piace questo servizietto. Vorrà dire che andrò avanti con molto piacere”
Mentre lo dice sento che inizia ad infilare un secondo dito, che entra senza troppe esitazioni.
IO:”Matteo, non sono sicura che mi paiccia, non l’ho mai fatto dietro”
MATTEO:”Ah beh, Marika, credimi, non si direbbe visto come si apre il tuo culo” E così dicendo muove con estrema facilità due dita nel mio sedere, le sento che si muovono e godo di questo movimento. Dio cosa mi stà facendo, non capisco più nulla, mi sento presa, violata ma terribilmente eccitata. Sento che uns econdo orgasmo stà per arrivare ma probabilmente lui se ne accorge e si ferma, con due dita nel mio sedere; mi muovo e lui le sfila.
Un liquido fresco, los ento che scivola sulla mia pelle, nel solco fra le natiche e subito dopo le sue dita che riprendono a massaggiare il mio ano; scivolano molto bene ora, avrà messo del lubrificante oddio cosa fa, sento che spinge per entrare, ma ora &egrave con qualcosa di più grosso che due dita, mi scappa un mugolio di godimento mentre lo sento che si fa strada dentro di me sento la sua voce lontana
MATTEO:”Ma guarda che bel culetto MArika, adesso ci giochiamo un po’ poi ti faccio godere.”
IO:”Mmmmmm, si MAtteo, fammi godere, ti prego” E lo dico mentre agito ilb acino sentendo e godendomi le sue dita, ho capito che stà usando ancora la mano ma non capisco quante dita siano fino a che non sento distintamente il pollice poggiare sulla mia fica, &egrave dentro al mio ano con 4 dita. Un non so che mi prende la testa, agitazione mista a piacere e l’orgasmo mi pervade completamente strappandomi gridolini sommessi mentre lui si muove ritmicamente avanti e indietro con le dita nel mio sedere. Con decisione le sfila, sento che si muove sopra di me, e ora godo pienamente mentre lo sento insinuarsi nel mio corpo, mi stà inculando.
MATTEO:”Oh Marika, che bel culo che hai!”
IO:”Mmmmm, si MAtteo, fammi tua. Fammi godere”
MATTEO:”Oh si si, MArika, questa notte godremo un sacco assieme.”
Mi incula selvaggiamente, io legata, supina nel suo letto lo sento che gode nel mio ano, lo sento che spinge senza farmi male, solo piacere, sarà che sono eccitata da morire, sarà che &egrave bravo ma non ho sentito nulla solo piacere anche quando il suo orgasmo lo raggiunge e si sposta dal mio corpo; sono stremata dai numerosi orgasmi che ho raggiunto, cade l’occhio sull’ora sono quasi le 23 e mi stupisco che sono quasi 3 ora che sono legata e che lui mi fa sua.
Mi slega i polsi, e poi le caviglie e si stende pancia in su accanto a me nel letto, lo guardo, gli accarezzo il petto e osservo il suo pene, grosso, e stanco riverso fra le sue cosce dopo essersi sfogato nel mio ano, incosciamente con la mano inizio a massaggiarlo e dopo pochi colpi &egrave subito vigile e sull’attenti davanti a me, sorrido mentre la sua mano spinge lamia testa verso il suo basso ventre e senza esitazione scivolo su di lui e lo afferro, inizio un lento e piacevole movimento lungo l’asta di carne, sento il suo sapore, il suo calore ed &egrave sempre più turgido fra le mie labbra.
Mi aiuto con le mani nel massaggiarlo, ritmicamente muovo la testa su e giù, poi lo sfilo e mi dedico ai testicoli, grossi e depilati, completamente lisci li ingoio mentre con la mano continuo a massaggiarlo per poi riprenderlo con decisione in bocca, fisso il suo sguardo e vedo che gli paice quello che gli stò facendo così, sono più determinata e insisto su quel movimento fino a quando sento un fiotto caldo raggiungere il mio palato, ingoio mentre continuo a muovere la testa su quel pezzo di carne che ora freme e si agita spruzzando liquido caldo un po’ dolciastro e acidognolo nella mia bocca, ingoio senza preoccuparmi; non si affloscia nemmeno dopo due minuti, così, lo sfilo dalla boca e sorridendogli mi alzo sopra di lui per ridiscendere facendolo accomodare al caldo fra le mie cosce, ora &egrave dentro di me, lo posso sentire completamente duro nel mio ventre. Mi fermo e mi godo quel momento di paicere intenso, sentirlo dentro di me mi mette pace e tranquillità, lui si muove e riprendo subito il ritmo anche io, su e giù, mi godo tutto il piacere che mi riesce a donare fino a che stremata raggiungo l’ennesimo orgasmo gridolini di paicere mi scappano mentre lui si riversa nel mio sesso con ancora fiotti di caldo liquido, ci addormentiamo entrabi nudi e abbracciati nel letto.
La luce del giorno ci accoglie, ed &egrave sabato mattina. Dio che notte, ho quasi paura a convincermi che fosse tutto vero ma quando lo vedo, nudo, accanto a me, mi rendo conto che non &egrave stato un incubo ma realtà: il mio più fidato collega mi ha scopata, dopoa vermi legata e inculata e la cosa più sconvolgente, &egrave che mi &egrave piaicuto un sacco. Mentre penso queste cose si sveglia e mi sorride, ricambio il sorriso e gli dico:
IO:”Buongiorno MAtteo, ma questa notte…”
MATTEO:”…questanotte, &egrave stata una notte. Sarà quello che vorrai che sia, non cerco una storia seria Marika, così come non la cerchi tu. Nessuno saprà che sei stata mia, tranquilla. Nessuno saprà niente che tu on voglia far sapere.”
Lo guardo, allibita e mi escono parole semplici
IO:”Beh, grazie MAtteo. Non so cosa dire, cio&egrave, mi &egrave piaciuto, tutto, tutta notte ma poi ripenso a me, a te…alla nostra situazione, alle nostre posizioni e non so…” Mi ferma e mi mette una mano sulla bocca e mi dice
MATTEO:”Credevo di essere stato chiaro Marika. Questa notte &egrave stata una notte. Non dobbiamo farci film mentali su cosa, perch&egrave, per come. Siamo grandi, maggiorenni e vaccinati. Non mi aspetto che mi chiedi di sposarti, o che mi chiedi di non rifarlo mai più. La notte &egrave passata, abbiamo goduto, siamo stati bene; ora &egrave sabato mattina e ti posso offrire la colazione, così come posso rimettermi a dormire, senza batter ciglio su ciò che &egrave stato.”
IO:”Beh, la colazione non mi dispiacerebbe, dato che ieri…ne l’aperitivo ne la cena.”
MATTEO:”MArika, mi sembra che però non ti lamentavi ieri sera dell’aperitivo saltato e della cena mancata.”
IO:”No, no certo ma come dici tu. ieri era ieri, stanotte era stanotte; ora &egrave mattina.”
MATTEO:”Bene, MArika, così mi piaci. Colazione da California Bekery o dove preferisci?”
IO:”California va benissimo, prima però fammi fare una doccia.”
MATTEO:”LA facciamo assieme?”
IO:”No, furbeto. La faccio da sola.”
Mi alzo e vado al bagno, chiudo la porta e mi guardo allo specchio, il trucco sbavato ma gli occhi vispi e finalmente allegri, leggeri e penso: MArika, avevi proprio bisogno di una bella scopata.

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