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La mogliettina fedele al cinema. Parte Prima

By 9 Marzo 2020One Comment

Ciao a tutti, sono Chiara, ho 36 anni e sono nuova, nel senso che da tempo leggo racconti su questo sito, ma per la prima volta ho deciso di scrivere un racconto tutto mio, quindi chiedo un po’ di venia nei commenti, non ho mai pubblicato nulla, quindi spero di non fare figuracce e che vi piaccia.

Prima di tutto una mia piccola descrizione: come già detto ho 36 anni, sono sposata da 9 anni e ho una bimba di 2 anni, sono castana chiara, non troppo alta, cicciottella di mio e la gravidanza ha messo il carico da 11, un viso solare, occhi azzurri, formosa, diciamo che sto nel mazzo nonostante qualche chiletto in più. Sono impiegata in una piccola azienda alla periferia della città in cui vivo, mio marito è molto romantico, coccolone, mi ama ed io amo lui; premetto già che non l’ho mai tradito, ma tutti questi aspetti che fanno di lui un marito ed un padre perfetti, spesso sono un limite sotto le lenzuola: se tralasciamo le dimensioni che non sono proprio da Rocco per dirla con un eufemismo, ma che non gli hanno mai impedito di soddisfarmi fisicamente, lui è sempre troppo dolce e romantico, mi tratta con un piccolo fiorellino fragile da coccolare, quando invece una femmina ha spesso bisogno di…di più ecco, ma credo che molte di voi mi possano capire. Da qui nasce la mia voglia di esternare quelle che sono semplicemente delle mie fantasie, nulla di più, quindi mettetevi comodi e prendete i popcorn, visto che la mia prima storia sarà ambientata al…

Cinema, erano mesi che io e Marco non andavamo, da fidanzati era la nostra passione, abbonamento fisso ogni settimana, poi il matrimonio, le spese, il mutuo, la bimba: tutto cambia, i ritmi sono tutti stravolti in funzioni della prole, quindi si fa di necessità virtù e si guarda qualche film a casa, quando la stanchezza lo permette; ma stasera no, i nonni avrebbero tenuto Sara a dormire da loro, la sua prima notte fuori di casa, ero anche un po’ agitata e piena di sensi di colpa, ma la serata era interessante, prima cenetta tranquilla presso un ristorante che ci è sempre piaciuto ma che ultimamente frequentavamo poco e poi cinema, a vedere l’ultimo della Cortellesi, un film tranquillo per godersi la serata senza troppi stress, poi a casa e, chissà che Marco, preso bene dalla serata, non dedicasse qualche attenzione anche a me; lui era di famiglia cattolica, direi al limite del bigotto, quindi pur piacendogli il sesso, lo viveva come atto quasi esclusivamente riproduttivo, ovvio che ci scappava qualche sessione in più, ma erano sempre molto romantiche prima e sbrigative poi; dopo 9 anni di matrimonio e 4 di fidanzamento poi, la sua passione già scarsa, era scemata riducendo il nostro stare assieme a 3-4 volte al mese se andava bene, quindi speravo in qualcosa di più quella sera. Per questo motivo mi ero vestita come non mi capitava da tempo: camicia bianca con un bottone slacciato in più del previsto che lasciava intravedere un reggiseno in pizzo volutamente nero che esaltava la mia quarta misura abbondante di seno (grazie allattamento), una gonna nera abbastanza larga che copriva quasi tutta la mia coscia, lasciando liberi un po’ di centimetri sopra alle ginocchia, niente calze che tanto la serata era piacevole, un paio di mutande nere coordinate col reggiseno, scarpe decolleté nere scamosciate con tacco di 9 cm, ero un tappetto, ma almeno potevo porci un minimo rimedio; prima di uscire mi ero sentita figa come non mi capitava da mesi, forse anni, mentre lui, lui mi aveva detto che ero carina, ma il commento si era limitato a questo, va bè, “poi lo sveglierò fuori”. Cena tranquilla a parlare della giornata, dei lavori, della bimba, della bimba ed ancora della bimba: il rischio di una coppia di genitori è quella di intrappolarsi in una coppia esclusivamente di genitori, tralasciando che si dovrebbe restare una coppia di sposi, amanti, complici, amici…vedevo con piacere che dagli altri tavoli, qualche occhiata di apprezzamento ero ancora in grado di attrarla, ma lui non faceva caso a questo, non era più nemmeno più geloso, “si fidava” di me diceva e questi gli bastava; in effetti non ero mai nemmeno arrivata vicina a tradirlo, anche se un collega aveva passato mesi a farmi il filo (fatto vero), ma una volta capito che ero troppo fedele, aveva mollato la presa, alle volte mi chiedevo se questa mia lealtà non fosse esagerata.

Pagata la cena, ci dirigemmo al vicino multisala, coda per i biglietti, vidi dei ragazzi vedo che mi adocchiano e parlano fitto fitto tra loro, ridendo, chissà che dicevano, ma questa cosa non mi spiaceva, una femmina apprezza quando viene apprezzata. Entrati in sala, abbiamo cercato i posti e dieci minuti dopo le luci si sono spente e sono iniziate le classiche pubblicità e trailer dei film in programmazione, poco prima dell’inizio del film il posto accanto a me fino ad allora libero, trovò il loro padrone: nella penombra vidi che era un uomo maturo, sui 50-55 anni, pochi capelli brizzolati, pancetta prominente, tanto da far fatica a passare dai seggiolini già occupati prima di lui, non molto attraente, anzi, direi un tipo del tutto anonimo, senza scusarsi o ringraziare aspettò che io spostassi la mia giacca che misi sulle gambe e si accomodò in maniera piuttosto altera. Iniziò finalmente, amo la Cortellesi, è molto carina, una brava attrice che sa spaziare dal comico al drammatico, fa ridere e fa riflettere, quindi ero molto presa da questo suo ultimo film, tanto da restare basita quando sentii il ginocchio del mio vicino toccare il mio; credevo che fosse un movimento spontaneo, non voluto, ma non lo spostò nonostante la mia occhiataccia, quindi io spostai il mio per evitare il contatto con questo sconosciuto i cui modi mi infastidivano. Passò qualche minuto e lui non spostava questa sua gamba che mi riduceva lo spazio vitale, mi stavo innervosendo e questo mi impediva di godermi il film, di godermi la mia tanto agognata serata libera, fino a quando quando percepii il movimento del suo piede verso il mio, con la sua scarpa cercava il contatto con la mia, era evidente che non era più un caso, questo sconosciuto mi stava approcciando al cinema mentre  mio marito era accanto a me, che sfacciataggine; io volevo fargli capire che il suo comportamento non era gradito ma senza essere scortese o fare scenate, quindi spostai ulteriormente la mia scarpa e dissi a mezza voce a mio marito, in modo che anche lui potesse sentirmi “caro, ti piace il film?”, ma lui di contro emise un verso simile ad un grugnito e mi disse che quella mattina si era svegliato presto e che era molto stanco, in effetti i suoi occhi erano socchiusi cercando di lottare contro l’assopimento che suo malgrado avrebbe vinto questa battaglia…mi sentivo sola, non solo questo sconosciuto mi approcciava con mio marito accanto, quando avrebbe scoperto che si era addormentato, avrebbe preso coraggio ulteriore, mi sentivo in trappola. Stavo ancora pensando a cosa fare quando sentii un lieve tocco del dorso della sua mano sulla mia gamba, al limitare della gonna e della nuda pelle, tocco che mi face trasalire, ma non volevo dare nell’occhio, così presi la sua mano e la allontanai, ma lui non desistette, passarono pochi secondi e questa volta non toccò la mia gamba con il dorso, ma stavolta lo fece con il palmo, il tocco era decisamente più intimo, non potevo più stringermi verso mio marito, e rimasi impietrita in quella situazione. Che fare? Fare una scenata? Dirlo a mio marito? Accusare lo sconosciuto di essere un molestatore? E poi? Sarebbe stata la mia parola contro la sua, avrebbe potuto giustificarsi dicendo che mi aveva sfiorata muovendosi sul suo seggiolino, ero davvero bloccata, sia fisicamente, sia mentalmente; lui prese questa mia immobilità come un libero accesso a proseguire con le sue avances, la sua mano che mi tastava la coscia poco sopra al ginocchio, iniziò a risalire in maniera quasi impercettibile, fino ad arrivare al bordo della gonna, non volevo casini con mio marito che era ancora sveglio, così d’istinto coprii le mie gambe con la giacca, ma questo, non ci avevo pensato minimamente, era il segnale che lo sconosciuto aspettava, era il segnale del mio cedimento, quello che mi consegnava a lui. Senza il pericolo di essere vista, la sua mano si fece coraggiosa e si insinuò sotto la gonna, inizio a palparmi sensibilmente l‘interno coscia, con la coda dell’occhio, non volendo io guardarlo direttamente, vidi che l’altra mano sistemava il suo mestiere tra le sue gambe, questa situazione lo eccitava parecchio evidentemente. Non volevo ammetterlo nemmeno a me perché mi avrebbe fatto sentire una troia, ma quella situazione intrigava anche me, ma negare l’evidenza sarebbe stato da ipocriti: quella mano straniera che si faceva largo nella mia intimità, mi faceva provare brividi ormai sepolti nella memoria, emozioni che non provavo ormai da anni, quando mio marito ancora mi vedeva come femmina e non solo come madre casta della sua bimba. Questa nuova epifania mi fece rilassare un po’, lui se ne accorse perché le mi gambe da tese, si fecero più sciolte, le allargai e con il ginocchio che avevo prima ritratto, andai a cercare il contatto con quello suo, se non ci fosse stata la mia giacca, si sarebbe vista una posa oscena di una femmina con le gambe divaricate, in barba a tutte le regole del galateo. Questa nuova situazione lo incentivò ad andare più veloce all’obiettivo, arrivò in pochi istanti a sfiorarmi le mutande, subito toccandole tangenzialmente, poi a mano aperta, quando le sentì umide emise un “mmm” appena percettibile, poi una risatina appena accennata, spostò il bordo che divideva le sue dita dalla mia vagina, e divideva me dall’essere una moglie fedele da una puttana che si faceva sditalinare da uno sconosciuto con il marito che ormai dormiva accanto. Fu presto detto, il suo indice passò lungo tutta la lunghezza delle mie grandi labbra, io non riuscii a trattenere un impercettibile mugolio di piacere, quelle dita straniere mi provocavano brividi in tutto il corpo, tempo pochi secondi e mi trovai quello stesso indice infilato dentro la figa, il piacere che provavo, dato più dalla situazione che dal piacere fisico in sé, era qualcosa di incredibile, mi sentivo come la protagonista di un film porno. Con movimento molto lento, infilò fino in fondo il dito all’interno di me, tanto da sentire le nocche del suo pugno spingere sul mio pube, quasi volesse infilare tutto quello che poteva ed oltre, di colpo estrasse il dito, talmente veloce che ci rimasi quasi male, come se avesse interrotto un massaggio che aspettavo da una vita, quindi per la prima volta lo guardai direttamente, come a dimostrarmi implorante di quel dito che mi faceva sentire femmina dopo mesi a sentirmi solo mamma: quel dito aveva risvegliato la femmina, ed ora che era sveglia, la femmina voleva essere nutrita!

Ma lui non lo aveva fatto per pentimento, per paura o altre motivazione che contemplassero la fine di quel pericoloso m altrettanto eccitante gioco, lui voleva inebriarsi del mio odore di donna, portò l’indice al suo naso ed annusò per tutta la lunghezza gli umori che gli avevo lasciato in eredità, io lo guardavo estasiata, ero come in attesa del voto di un esame, con la paura di essere bocciata, che il mio profumo non gli piacesse, ma con un sorriso, portò il dito vicino al mio naso e me lo fece annusare: profumo forte di femmina in calore potrei definirlo, un odore pungente con qualche nota acida, ma non era fastidioso, mentre pensavo questo con gli occhi chiusi per gustarmi questo suo dono, sentii il suo dito spingermi sulla bocca, voleva che io leccassi quel dito pregno dei miei umori, ed io senza resistenza alcuna, lo feci scivolare tra le mie labbra e lo leccai per qualche istante come si succhia un cazzo che ti scopa la bocca, gustandomi centimetro dopo centimetro, cercando di percepire tutto il gusto della mia figa, era eccitata come non mi capitava da tempo immemore; mentre il suo lavoro di scoparmi la bocca con il dito continuava, prese la mia mano destra che docile lo seguì fino in mezzo alle sue gambe, dove, sopra i pantaloni, era evidente una grande erezione. Non riuscivo a quantificare tale erezione, ma mentre stringevo quel cazzo ancora nascosto ai miei occhi, era evidente che fosse di gran lunga più lungo ed anche più largo di quello dell’essere che dormiva al mio fianco, ignaro della deriva della sua brava mogliettina fedele: con le dita chiuse attorno a quell’asta, non riuscivo a toccarmi il pollice con le altre dita, era davvero enorme in larghezza, mi parti spontaneo un “mmmmm” che lui apprezzò molto.

Estrasse il suo dito dalla mia bocca avida, prese il suo giubbotto e lo posizionò bene sulle sue gambe, armeggiò sotto di esso per aprire la zip dei pantaloni ed estrarre quello che in pochi secondi era diventato il protagonista di ogni mio desiderio: ero curiosa di tastarlo, sentire le vene pulsare, percorrerlo, segarlo, baciarlo, annusarlo, succhiarlo, ero curiosa di capire come una totem del genere si sentisse una volta entrato in figa…a quel pensiero la mia eccitazione schizzò alle stelle, e mentre lui lo tirava fuori e me lo metteva prontamente in mano, la mia mano libera andò sotto la mia gonna alla ricerca del mio piacere fisico, in cerca di quella figa ormai fradicia che pulsava e che esigeva qualcosa che la penetrasse, in mancanza di quel fantastico cazzo, almeno due dita, due dita che io le diedi; in pochi secondi arrivò un orgasmo potente, che mi sconquassò tutta, l’orgasmo più assurdo della mia vita. Mio marito non sempre mi portava al godimento, nemmeno con scopate di 20-30 minuti, quindi ero stupita per prima della velocità con cui quell’orgasmo arrivò a ribaltare la mia vita. Quello fu il momento in cui la mogliettina fedele e pudica morì per lasciare spazio alla moglie insoddisfatta che era diventa troia per necessità: condoglianze vecchia Chiara, condoglianze marito disattento di Chiara, benvenuta nuova passionale, eccitante, eccitata Chiara, benvenuta troia.

Io potevo dirmi soddisfatta, avevo avuto un orgasmo esagerato, forse il più forte della mia vita, ma lui non lo era, la sua mano aveva preso la mia che ancora stringeva il suo cazzo ed iniziò a farla muovere su e giù, esigeva una sega il porco, lì in mezzo a tutte le persone ignare che guardavano un film in un semplice venerdì sera, ad un metro da mio marito addormentato con la bocca aperta, che almeno non russava, il mio sguardo era ipnotizzato da qual movimento cadenzato della sega che si vedeva a malapena nella semi-oscurità, dopo un paio di minuti di ritmo costante, iniziai a muovermi più velocemente, evidentemente apprezzava, la sua eccitazione era chiaramente al limite perché dopo pochi secondi lo sentii irrigidirsi e quasi istantaneamente sentii la mia mano imbrattata di un liquido pastoso e caldo, lo avevo fatto sborrare solo con la mia mano, non lo avevo mai fatto prima, lì in una sala cinematografica, in mezzo alla gente, solo coperti da un giubbotto che ora era per forza di cose insozzato del suo seme, lo guardai e lui era in estasi, la testa appoggiata al seggiolino, occhi chiusi, respiro affannato del post-coito. Dopo qualche istante però si riprese, io impietrita avevo ancora la mano attorno al suo gran cazzo, con la sborra che sentivo colare su dita e mano, prese la mia mano, la estrasse dal rifugio sicuro e la diresse verso la mia faccia, era chiaro quel che voleva da me! Io non avevo mai assaggiato la sborra (nella realtà è proprio così, non mi sono mai fatta venire in bocca né mi sono mai fatta inculare, è più forte di me), né di mio marito né dei miei precedenti ragazzi, non avevo mai voluto nonostante le richieste accorate, ma quella sera mi sembrò la cosa più naturale da fare, quella giusta: aprii la mia bocca e con la lingua iniziai a leccare in maniera avida la mia mano, pulendo prima il dorso, poi ogni dito, fino a far sparire ogni goccia di sborra e non trovai questo gesto così conti natura, anzi, apprezzai molto il sapore di quel maschio che mi aveva preso mente e corpo. Ma una sega non gli bastava…

-CONTINUA-

 

Un ringraziamento a tutti quelli che sono arrivati fino alla fine di questo mio primo racconto, spero vivamente vi sia piaciuto e, per eventuali commenti vi chiedo di mandarmi la vostra opinione all’indirizzo mail chiaramago1983@gmai.com

un bacione a tutti voi, a presto, spero ;)

Chiara

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One Comment

  • cagliostrus cagliostrus ha detto:

    veramente ottimo, sebbene dichiaratamente frutto di fantasia è decisamente realistico, come dimostrato dalla forte somiglianza con i miei racconti sullo stesso tema, ma rigorosamente descrittivi di esperienze reali.

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