Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti Erotici EteroTrio

la nuova azienda – parte seconda

By 12 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Trascorremmo il week end serenamente, lasciando che dell’apertura domenicale si occupassero i collaboratori mentre noi ci dedicammo a fare un po’ di shopping. Marina mi aveva solo detto che Luigi le aveva esplicitamente fatto richiesta di non parlare, per nessuna
ragione e con nessuno, del loro incontro: diversamente saltava tutto: e aveva aggiunto che me lo aveva detto solo per tranquillizzarmi.
E infatti non parlammo più di Luigi Z. n&egrave volli sapere chi era e com’era l’altro uomo. Pensavo che con 4 scopate
era riuscita laddove n&egrave il ragioniere n&egrave tantomeno io saremmo riusciti.
Però come uomo, come maschio,ero curioso di sapere e mi chiedevo: quanto ce l’aveva grande Luigi? Era davvero molto più grande e grosso del mio? E poi lei, come mai aveva ceduto così in fretta? E ripensavo a quando, da ragazzi, nel solito spogliatoio e durante la doccia, inevitabilmente si sbirciava il cazzo altrui e, se ben ricordo ho visto cazzi più grandi del mio ,come quello di Enrico F. ma anche ben più piccoli.
Per questo ero curioso e fremevo e , in cuor mio speravo che lei avrebbe avuto con Luigi o chi per lui altri incontri: il massimo sarebbe stato poter assistere e il non plus ultra parteciparvi attivamente.
Non sapevo che ,quanto prima, la sorte mi avrebbe concesso non solo questo ma molto di più.
Arrivò martedì e Luigi Z. arrivò puntuale come sempre alle 12 spaccate.
Luigi:”Signora Marina, Signor Giuseppe,come state? Vi &egrave piaciuta la mostra? A me tanto, sono rimasto molto
contento di tutto, &egrave andato tutto alla perfezione.”
Lo feci accomodare nella sala riunioni e mi sedetti accanto a lui, mentre mia moglie era seduta dall’altro
lato del tavolo.
Io: Anche a me &egrave piaciuta molto e mi dispiace che non possiamo campionare niente. Come saprà di certo
abbiamo una notevole ,quanto inaspettata, esposizione nei vostri confronti, con la vostra azienda, ragion per cui…
Luigi: In effetti sono venuto per trovare un accordo e per vedere se c’&egrave possibilità di continuare a lavorare con il vostro negozio: Debbo dire che per me sarebbe un piacere avervi come punto di riferimento.
Io: Scusate un attimo che devo dare alcune istruzioni alle ragazze.
Mentre uscivo sentii, solo per un attimo, Luigi che diceva a Marina “andiamo da soli a pranzo, così riprendiamo il discorso”.
Ero di fianco a Cristina, la disegnatrice, quando Marina mi fece cenno di avvicinarmi.
Io: Dimmi pure, stavo dando delle indicazioni a Cristina…
Marina: Devo andare a pranzo con Luigi e vuole che siamo soli.Ricorda che lui sa che tu non sai , quindi non far capire niente, anzi fai un po’ il tontolone che abbiamo tutto e tutti da guadagnarci. E stasera il negozio aprilo tu, perch&egrave può darsi che ci sia un dopopranzo datovche ci
raggiungerà il vice direttore amministrativo della X. Ok? Tra un po’ viene a salutare …facciamo tra 5 minuti.”
E mentre lei rientrava tornai da Cristina e finii di spiegarle come volevo fossero realizzati idisegni.
Dopo circa sei minuti rientrai in sala riunioni. Si era fatta ora di chiusura quando entrò una coppia, per cui chiesi di nuovo scusa, dicendo che siccome era quasi ora di
pranzo e il personale doveva lavorare sodo di pomeriggio, mi sarei occupato io dei visitatori. Così
invitai Marina e Luigi ad andare a pranzo senza di me. Marina raccolse subito il mio assist e si alzò e prese
la borsetta e il cellulare e insieme a Luigi uscì dal locale .
I due visitatori lasciarono il locale dopo circa mezzora, intorno alle 14, e io ero lì come un coglione a fare orario. Certo che di cose da fare, di lavoro intendo , se uno vuole ne trova: c’&egrave sempre da mettere a posto, da sistemare e risistemare, rivedere preventivi, sollecitare pagamenti ma,in quel momento pensavo a ciò che Marina stava facendo.
>>>Improvvisamente
>>>mi chiesi chi poteva essere il direttore amministrativo della X, che
sagoma
>>>avesse, se era
>>>venuto per sistemare le cose o altro o entrambe. E ancora non avevo avuto
>da
>>>parte di Marina
>>>un racconto esaustivo e convincente della serata di sabato. Guardai fuori
>>nel
>>>parcheggio e
>>>vidi che l’auto di Luigi, una Bmw nera, non c’era, così come la Clio di
>>Marina:
>>>erano andati
>>>separatamente al ristorante, e non sapevo nemmeno in quale n&egrave volevo
>>>telefonare per non
>>>disturbare.
>>>Ero così preso dai miei pensieri che immaginavo lei che si spogliava:
>magari
>>>erano andati in
>>>una stanza d’albergo e con loro c’era pure quel direttore.
>>>Si erano già fatte le 15 ed era quasi ora di riaprire: in genere a
>quest’ora
>>>ricevo i camionisti
>>>ma fino a giovedì non si sarebbe visto nessuno.
>>>Il ragioniere arrivò alle 15 e 30 e le due ragazze idem. Presero
posizione,
>>si
>>>scambiarono
>>>parole scherzose su programmi tv e film, e poi passarono alle cose serie .
>>>Betty mi
>>>passò un preventivo che era divenuto un ordine e le occorreva verificare
>con
>>>me alcuni punti.
>>>E così passava il tempo, mentre il ragioniere calcolava e ricalcolava
>alcune
>>>percentuali di
>>>ricarico per una gara d’appalto e Cristina ricontrollava le planimetrie di
>>>alcune villette da arredare.
>>>Si era fatta sera, erano quasi le 19 e 30, ora di chiusura, e Marina non
si
>>>era n&egrave vista n&egrave sentita: decisi
>>>di chiudere e tornare a casa e aspettarla lì.
>>>Ero sull’uscio di casa quando squillò il telefono : era Marina che mi
>>>informava che sarebbe arrivata
>>>di lì a poco e che aveva delle novità interessanti.
>>>Non vedevo l’ora che arrivasse e che mi ragguagliasse sul tutto. Un quarto
>>>d’ora dopo la porta si aprì
>>>e Marina mi salutò. Si vedeva che aveva il viso stanco e si sedette sul
>>divano
>>>di fronte a me che, appoggiato
>>>al bordo del tavolo, spostai una sedia e mi accomodai dicendole: E allora?
>>>Come &egrave andato il pranzo?
>>>Lei: Il pranzo &egrave andato bene, siamo andati alla Lanterna, su in collina.
Ma
>>tu
>>>non vuoi conoscere il menù,
>>>esatto? Tu vuoi sapere delle cambiali e del resto. Tieniti forte perch&egrave
ciò
>>>che sto per dirti potrebbe non
>>>piacerti e sappi che non ho ancora definito niente: per spostare le
>scadenze
>>>devo andare a letto con Luigi
>>>e con chi mi dirà lui, e questo almeno finch&egrave le cambiali non verranno
>>pagate.
>>>Se invece sorgessero
>>>problemi nel pagamento, cio&egrave non avessi tutto il denaro per coprirle, ecco
>>>dovrei andare da lui nei week end.
>>>Io: Spiegati meglio.
>>>Lei: Metti che a fine mese non ho i ventimila ma ne ho solo quindicimila,
>>>glielo faccio sapere e lui mi
>>>organizza qualcosa per se e per chi vuole lui. Ovviamente i quindicimila
se
>>li
>>>prende, mi copre il resto
>>>lui , così non vengo protestata ma…
>>>Io: Su , vai avanti, tranquilla tanto sono seduto…
>>>Lei: Ecco dovrei essere disponbile ad avere rapporti multipli, cio&egrave con
più
>>>persone e, se capitasse, anche dello stesso
>>>sesso. Cio&egrave fare cose che non ho mai fatto neanche con te.
>>>Io: Se &egrave per salvare l’azienda forse dovresti accettare: l’azienda del
>resto
>>&egrave tua.
>>Lei: Sono indecisa Giuseppe, molto indecisa, anche perch&egrave non vorrei subire
>>ricatti
>>o cose simili, tipo finire sul web. Perciò metterò alcune condizioni, come
>la
>>tua presenza
>>e ,a discrezione mia , la tua partecipazione attiva. Ora devo telefonargli
e
>>fargli sapere.
>>Io: Ok decidi tu ma pensa sopratutto a te stessa: non &egrave che questa cosa sia
>troppo umiliante per te?
>Lei: Umiliante sarebbe far fallire la ditta, andare a elemosinare un piatto
di
>pasta,
>quello sarebbe davvero umiliante. Ora vado di là in camera, e ti prego di
>stare qui
>e non venire ad origliare : dopo ti farò sapere.
>Non potevo resistere e pur senza attaccare l’orecchio alla porta o alla
>parete, riuscii
>a capire qualche cosa.
>Lei: Ok Luigi, va bene, accetto la sua proposta però ci sono delle
>condizioni..,
>Dopo di che non riuscii più a sentire bene, ma poco dopo.
>Lei: Ok Luigi, ci vediamo domani mattina da me in azienda per le formalità.
>Buona notte.
>Si aprì la porta e lei si sedette nuovamente sul divano mentre io aspettavo
>seduto su un poltrona.
>Lei: Ecco Giuseppe &egrave tutto fatto: ho accettato la proposta ma ho dettato
>alcune condizioni e
>tra queste c’&egrave quella di coinvolgerti, con la scusa della mia sicurezza, nel
>menage. Tu potrai
>assistere e se lo richiederò io o Luigi anche partecipare ma sappi che lui
>vorrebbe poter
>decidere, a sua volta, se impedirti di assistere o di partecipare.
>Io: In che senso scusa? Non capisco…vuol dire che se mi dice stai qui devo
>stare…
>Lei: Intendo dire che &egrave un po’ come il diritto di veto. Decido io ma se lui
>per due volte mi dice
>che non ti vuole presente o non farti partecipare ecco…non posso sempre
>dirgli di no e lo stesso
>vale per lui. Comunque col tempo capirai dato che questo accordo, e qui non
>potevo dire di no, vale
>in ogni caso per un anno da domani.
>Io: Quindi hai deciso? Sei proprio sicura sicura?
>Lei: Si e comincio questo sabato dato che per la prossima scadenza abbiamo
>solo diecimila e ne
>mancano altrettanti. E ti confesso che ho un po’ di timore dato che Luigi
non
>sarà solo.
>Io: Ma scusa ci sono io e poi i patti sono patti o no?
>Lei: Si ma c’&egrave un’altra cosa.La prima volta potrai solo assistere e non
>partecipare,Non te lo avevo
>detto perché temevo ti arrabbiassi.
>Infatti ero un po’ seccato ma almeno la ditta, se avessimo continuato a
>lavorare, si sarebbe salvata.
>Lei: Ho dovuto accettare o mettevano le cambiali all’incasso.Ieri le ho
viste
>e non c’&egrave la data il che vuol
>dire che ero nelle loro mani dato che non mi pare che tu abbia 200mila euro
da
>prestarmi.
>Io: Va bene Marina hai ragione. E dove avverrà l’incontro ?Lo sai già?
>Lei: Vieni di là che te lo dico.
>Una volta in camera cominciò a spogliarsi : si tolse la camicia mostrando il
>bel reggiseno di pizzo
>nero che a stento conteneva il grosso seno ormai strabordante. Lo slacciò e
i
>seni mostravano segni
>di graffi, morsi e arrossamenti vari.Pensavo che erano stati brutalmente
>assaliti: ma da chi? Solo da
>Luigi? Il mistero stava per essermi rivelato. Continuai a mangiarla con lo
>sguardo: si stava togliendo il
>fuseaux che era volutamente attillato e ,come si curvò per avvicinare a se
le
>ciabatte, mostrò il grosso
>deretano che tanto faceva girare la testa agli uomini. Anche se volgare lo
>slip che indossava era ben
>visibile e non vedevo l’ora che terminasse così da rivelare altre sorprese.
Avevo intuito che volesse docciarsi ma non glielo avrei permesso, non prima
almeno di sapere come erano andate le cose. Volevo sapere e così avvicinandomi
a lei da dietro, le appoggiai le mani sulle spalle e le sussurrai in un
orecchio:
Non sarebbe ora che mi dicessi ,per davvero, come sono andate le cose? Capisco
che un po’ ti vergogni ma, dopotutto, sono ancora tuo marito nonch&egrave collaboro
con te.
Marina si era seduta e mi chiese un asciugamano da bidet che le porsi a
velocità
supersonica: lo posizionò sul letto e calandosi gli slip neri, mi mostrò la
figa ben rasata,
ma arrossata e con del liquido o qualcosa impigliato ancora nel ciuffo di
peli. Potevo
immaginare cosa fosse,ma volevo fosse lei a dirmelo. Prese il coraggio e
poggiando
gli slip mi disse:
Oggi siamo andati con Luigi alla Lanterna dove abbiamo mangiato e dove ci ha
raggiunto
il direttore amministrativo della X, un certo Alex, un tipo di una certa età ,
a fine carriera per
intenderci. Ervamo già al dessert e non avevamo ancora toccato l’argomento
quando &egrave
arrivato questo Alex: ci siamo presi il caff&egrave e questo Alex rivolgendosi a
Luigi gli ha chiesto
se mi avesse già formalizzato la proposta. Luigi disse di no e anzi colse
l’occasione per
dirmi ” signora Marina le cose si possono sistemare, sempre che lei e la ditta
siate in difficoltà
tali da non poter far fronte ai pagamenti” . Al che dissi:” Ma ci siamo già
accordati per spostare
le scadenze, ora dovrei solo firmare le nuove”. Luigi: ” Si ma alcune cose
sono cambiate da
sabato a oggi e potreste lo stesso trovarvi in difficoltà e noi con delle
cambiali non negoziabili.
Per questo vogliamo farle una proposta. Ci sono delle occasioni in cui per
concludere degli affari
non basta avere prezzi bassi, qualità o anche ,nel caso di appalti o commesse
speciali, ungere
con denaro.Le persone si aspettano altro, e anche noi pensiamo che alleggerire
il clima e creare
relax sia meglio . ecco ci sono persone che amano situazioni in cui scopare
una quarantenne, come
lei Marina, un po’ pienotta e abbondante, sia quel qualcosa in più che
desiderano. Magari firmerebbero
lo stesso ma così &egrave più piacevole. ” Ero ancora zitta, ponderavo le parole
appena udite quando Alex
intervenne con queste parole :” Se lei accettasse sposteremo le scadenze
facendole firmare dei nuovi
effetti che le consegneremo ogni volta che il pagamento sarà onorato.
Diversamente dobbiamo, anche
per ragioni contabili e di necessità aziendale, metterle all’incasso diciamo
dopodomani”.
Al che io esplosi: “Fra due giorni? Ma siete impazziti? Così rovinate me e le
persone che lavorano in
azienda! Ditemi chiaramente cosa volete? Che vi faccia dei pompini? Che mi
faccia scopare? Lo avete
già fatto anche sabato e pensavo bastasse!” Luigi disse: “Non sono cose che si
possono risolvere con
alcune scopate signora Marina, ma se lei per un week end verrà da me e con me,
e si lascerà prendere
da alcune persone, tutta gente rispettabile per intenderci, vedrà che tutto si
sistemerà per il meglio. E
per essere chiari le propongo questo: adesso noi ci alziamo, andiamo al piano
di sopra dove c’&egrave una
stanza con un letto, lei si farà scopare da me e da Alex.Dopo tornerà a casa e
poi mi telefonerà e mi
dirà se accetta di pagare in denaro finch&egrave può e il resto di pagarlo in
natura. Consideri che adesso
con le buone o con le cattive verrà scopata comunque, mentre la telefonata
servirà per confermare se
&egrave d’accordo sulla proposta. ” Alex intervenne come un lampo, non lasciandomi
tempo per ribattere e
disse: “Per dirle con chi ha a che fare sappia che so che la sua azienda potrà
pagare solo diecimila o
al massimo undicimila euro a fronte dei venti, e mi riferisco solo alla X,
perch&egrave immagino abbiate anche
altri fornitori. Quindi si regoli perch&egrave invece di un week end potrebbero
volercene anche due o tre o anche
di più e…ogni mese per circa un anno.” Luigi rompendo l’incantesimo disse:
“Andiamo di sopra, tanto
Michele il proprietario &egrave al corrente”. Camminai con Luigi davanti e Alex che
mi seguiva, quasi a impedire
ogni mia intenzione di fuga. Una volta entrati i loro modi affabili mutarono
completamente e si mostrarono
per quello che erano. Alex: “Avanti si spogli , si tolga tutto e resti nuda” E
Luigi cominciò a togliersi i pantaloni
e Alex fece altrettanto. Luigi era più dotato di Alex che ,se vuoi saperlo, ce
l’ha un po’ più grosso del tuo mentre
quello di Luigi &egrave decisamente molto grosso. Alex a questo punto mi fa
inginocchiare e prendendomi la testa
la indirizza verso il suo cazzo che non &egrave ancora del tutto eretto ma la vista
del mio grosso seno, un po’ sceso
ma sempre pieno, e i fianchi larghi che lasciano immaginare un bel sederone,
lo avevano in qualche modo
eccitato. Alex: “Succhi bene tutta l’asta e lecchi per bene la cappella” Luigi
si insalivò un po’ le dita e la cappella
e invitò Alex a sdraiarsi sul letto e così mi fece piegare in avanti, verso il
cazzo svettante del suo capo, e mi
infilò il grosso arnese nella figa, ancora asciutta e secca ,strappandomi
diverse grida di dolore che eccitarono
ancora di più Alex che mi tenne ferma la testa sul suo cazzo obbligandomi a
bere il suo bianco e caldo piacere.
Da dietro l’assalto non era ancora concluso e con mio grande piacere terminò
dopo cinque lunghi minuti
di entrate e uscite nel mio sesso ormai ben allargato ma slabbrato e ,di
certo, arrossato. Mi tenne ferma e venne
copiosamente dentro di me. Si rivestirono e mi salutarono ma Kuigi mi ricordò
di telefonargli in ogni caso, per un
sì o per un no. Mi stavo rivestendo quando si aprì la porta e quando si
richiuse vidi che era Michele, il proprietario,
che mi disse di non rivestirmi. Cercai di oppormi ma lui mi disse che era
meglio accontentarlo o avrebbe spifferato
tutto. Tirò fuori un cazzo notevole per una persona molto over 60, e iniziò a
martoriarmi il grosso seno, graffiando
le poppe e mordendo i capezzoli. Si fece succhiare e una volta che lo aveva
bello duro e grosso, mi fece sdraiare
e allargare le grosse cosce e mi penetrò tutta per intero. Michele ” Ma chi &egrave
passato qui &egrave un superdotato, vero?”
E io feci sì con la testa. Dopo che anche lui se ne fu andato riuscii a
rivestirmi e piano piano sono arrivata a casa.
Ecco come sono andate le cose. Se vuoi Giuseppe puoi leccare un po’ di cremina
che deve essere rimasta nella
figa ed entrare il tuo cazzo.
Lei si sdraiò, e le aprii le grosse cosce, e ora potevo vedere l’effetto del
cazzone di Luigi e di quello del ristoratore,
mentre baciandola sentivo il sapore del cazzo di Alex e cercavo nel palato
qualche goccia del suo piacere.
Ero così eccitato che stavo per venire senza penetrarla e mi appoggiai con
forza su di lei che penetrai senza sforzo,
dato il traforo lasciato dagli altri maschi.Potevo sentire sotto di me il
grosso seno, caldo , mentre dentro di lei
scaricavo tutto il mio piacere e la mia perversione.
Dopo ci alzammo ed entrammo insieme nella doccia. Pensavo a cosa le avrebbe
toccato subire nel week end.
Pochi giorni e anche questo mistero sarebbe stato svelato.

Leave a Reply