Skip to main content

Tra i tanti studenti della facoltà di Ingegneria di Padova,  a prima vista Alberto non spicca particolarmente: altezza media, fisico asciutto poco appariscente, faccia da bravo ragazzo illuminata da due occhi cerulei, i lineamenti  tradiscono i suoi 22 anni a dispetto della maturità intellettuale e dei modi di fare da gran viveur.

Ripresi i corsi dopo la breve interruzione del ponte di Pasqua, Alberto trova una bella sorpresa in facoltà:  Benelli,  il prof di Ingegneria dei nuovi materiali,  è finalmente andato in pensione lasciando la cattedra alla strafiga della sua assistente,  Eva Rizzo.

In facoltà tutti sanno chi sia la Rizzo, anche coloro che non seguono i suoi corsi:  la chiamano “ Rizzo di nome e di fatto” alludendo alla procacità della bella 34enne, spettegolando su quali suoi indiscussi pregi l’abbiano portata ad ottenere una cattedra così presto. C’è addirittura chi vocifera che la Rizzo si sia fatta scopare dal “Cavaliere” , ovvero il Preside della facoltà, nonostante  le numerose pubblicazioni già prodotte  dalla donna e un master negli USA.

In realtà la Rizzo si è fatta spazio nel mondo universitario a sgomitate e con qualche buona raccomandazione di amici industriali,  concedersi ad un vecchio bavoso come il cavaliere l’avrebbe disgustata e soprattutto sarebbe stato uno smacco troppo grande per il suo orgoglio di donna intelligente e capace.

Se in facoltà qualcosa risveglia la sua libido sempre molto accesa sono invece proprio i giovani studenti: adora sentire su di sé i loro occhi bramosi, sempre così eccitati, anche se fino ad allora si è sempre imposta di non avvicinarne nessuno, per timore di pettegolezzi e scandali che  le potrebbero costare la cattedra. Anzi proprio per non cedere, cerca di mantenere il contegno della stronza,  costringendo i lunghi capelli mori in rigidi chignon o code di cavallo altissime,  mettendo gonne che non salgano mai sopra il ginocchio, dando del lei a tutti gli studenti e non concedendo loro nessuna battuta o un minimo di confidenza. Ma questo non nasconde comunque la sua bellezza e il suo  sex-appeal:  i tacchi alti e le gonne fascianti o i pantaloni attillati che indossa enfatizzano la rotondità del suo bel sedere ritto, le camicette aderenti lasciano intuire la pienezza dei seni sodi e le labbra carnose spiccano sul volto acqua e sapone, unico trucco sempre indossato è il rossetto rosso fuoco, che sembra far pronunciare a quella bocca  parole oscene, qualunque cosa dica.

Almeno questo è l’effetto che fa su Alberto, che adesso si precipita ad occupare uno dei posti in prima fila ad ogni sua lezione.

La sera sotto la doccia è diventata la sua fantasia preferita, immagina quella stronza sempre così rigida e severa  ubbidire mansueta ad ogni suo desiderio, sogna la sua bocca carnosa ingoiare tutto il suo cazzone, succhiarlo,  riempirle la bocca coi fiotti caldi del suo sperma,  farglielo ingoiare tutto e leccarlo come una brava cagnolina.

Eva intanto ha chiuso da poco l’ultima storia inconcludente, si è ripromessa di stare lontano dagli uomini per un po’ ma ultimamente la voglia di sesso si è fatta sentire, nelle ultime settimane è diventata quasi insopportabile, si è  imposta di stare senza storielle per un po’ ma non sa più come fare, ogni giorno in facoltà si trova circondata da tutti quei corpi così giovani, quegli sguardi vogliosi, in quell’aria carica di ormoni è davvero difficile dimenticare quanto abbia voglia di essere scopata.

Ma arriva il giorno dell’esame. Si tratta di una prova scritta, chi la supera sosterrà poi una breve prova orale per il voto definitivo.

Alberto sta  giusto controllando le ultime risposte quando un suo compagno, che ha appena consegnato il test, tornando al suo posto si  fa cadere di mano la bottiglietta di acqua da cui sta bevendo, che come nella  più classica delle scene finisce proprio in mezzo alle gambe di Alberto, inzuppando tutto il cavallo dei suoi sottili pantaloni di cotone.

“cazzo ma stai attento!!! Guarda qua come mi hai conciato! Meno male il foglio non si è bagnato!!!”  esclama mentre si alza per consegnare a sua volta il compito, fortunatamente intatto.

Attraversare coi pantaloni fradici quei due metri che lo separano dalla cattedra è  la miglior cosa che possa capitargli: Eva a sentire tale confusione  alza  la testa e  fissa  inebetita il pacco voluminoso che le sta venendo incontro. Infatti la stoffa completamente bagnata si è incollata intorno all’uccello del ragazzo, evidenziando un volume notevole in mezzo alle sue gambe e lasciando intuire un membro molto interessante già a riposo…

Quell’immagine e il pensiero del bel cazzone che deve avere quel biondino carino, con la faccia tanto angelica, perseguitano Eva per diverse notti. Si masturba immaginando quel bel cazzo dentro di sé, scoparle la fica, penetrarle il culo, sogna di leccarlo tutto fino a farlo tornare duro di nuovo per farsi scopare ancora, e ancora, e ancora.

I giorni seguenti durante le lezioni  inizia ad accavallare le gambe con fare sensuale, a passarsi la lingua sulle labbra osservando Alberto seduto in prima fila,  a raccogliere la penna che le cade di mano piegandosi in avanti e mostrandogli la splendida forma del suo sedere, insomma si ritrova a provocarlo in ogni modo possibile.

La mattina dell’orale si prepara cercando di non pensare più a quelle fantasie, ma si ritrova comunque a scegliere un completo intimo di pizzo rosso molto sexy, una gonna con un bello spacco laterale e una camicia bianca,  che lascia intravedere il reggiseno e che è così aderente che sembra che i bottoni stiano per saltare da un momento all’altro.

Arrivata in università si sistema nel suo ufficio e inizia a chiamare gli studenti uno ad uno per l’orale. Una, due domande e già scrive il voto sul libretto, i ragazzi si guardano stupiti e felici: la stronza che di solito è severissima e puntigliosa stavolta  li lascia in pace dopo pochi minuti con ottimi voti…

Eva  non resiste più, per quanto non voglia ammetterlo  ha di proposito liquidato in poco tempo tutti gli studenti e si è lasciata  Alberto per ultimo. Si è pure tolta il rossetto, per paura di lasciare tracce…

Quando lui sente chiamare il suo nome e si affaccia nella stanza, si trova di fronte il sogno erotico delle ultime settimane ancora più sexy di sempre: la prof si è sciolta lo stretto chignon con cui è arrivata poche ore prima, adesso le onde morbide dei suoi capelli le accarezzano il viso rendendo la sua espressione più dolce e  facendola sembrare più fragile e meno sicura di sé.

Stranamente, nota il ragazzo, non è seduta come sempre dietro la scrivania, ma di fianco ad essa e quindi può ammirarla in tutte le sue curve senza barriere che ostacolino la visuale:  la camicetta lascia trasparire il rosso del reggiseno e un bottone slacciato di troppo scopre  non solo  la sinuosa curva che i seni formano l’uno contro l’altro, ma anche il bordo sottile del pizzo che sostiene quelle due meraviglie. Basterebbe un solo altro bottone aperto e quegli splendori resterebbero completamente scoperti…

Inebetito, non si accorge di aver fissato forse un po’ troppo a lungo quel decolté mozzafiato, finchè non lo riscuote la voce della donna:  “Prego, accomodati Alberto” lo invita lei, accavallando una gamba sull’altra.

Il ragazzo non fa a tempo a registrare mentalmente che la prof gli ha appena dato del tu, chiamandolo addirittura per nome, troppo distratto dal movimento delle sue gambe che ha fatto allargare lo spacco fino a scoprire il bordo di pizzo nero delle autoreggenti.

“oh mamma ma questa pretende che io faccia l’esame in queste condizioni??? Mi si presenta così, con le tette mezze scoperte e le autoreggenti in bella mostra, come cavolo dovrei fare a concentrarmi??????” pensa  Alberto.

Eva inizia a fargli qualche domanda, a cui Alberto cerca di rispondere senza tanto successo, troppo distratto da lei che si sventola di continuo con dei fogli, lamentandosi del caldo..

La prof si sposta di continuo sulla sedia, lasciando che i movimenti facciano salire la gonna fino a scoprirle del tutto la balza delle autoreggenti, ormai la longuette è diventata una mini, e nell’accavallare di nuovo le gambe lascia intravedere il rosso del perizoma. Il ragazzo sente montare l’erezione nei suoi pantaloni, che iniziano a mostrare gli effetti di tale spettacolo e diventa quasi rosso quando nota lo sguardo di lei concentrarsi proprio lì, in mezzo alle gambe di lui.

Eva si è accorta dell’effetto suscitato e eccitata dalla cosa si sbottona un altro bottone della camicia, lasciando così il reggiseno completamente esposto alla vista di Alberto, che adesso punta senza alcun ritegno quel bellissimo decoltè.

“Dunque, nello scritto hai fatto pochi errori, ma vorrei comunque mostrarti quali..”  e così dicendo si alza, si mette proprio di fianco ad Alberto  e piegando il busto in avanti si appoggia con una mano sul tavolo, per indicare con l’altra le domande sbagliate al ragazzo, che però non riesce a guardare davanti a sé il foglio sul tavolo ma tiene gli occhi incollati alla splendida visione dei due seni che quasi straboccano dallo scollo. “vedi qui?  Hai applicato male la formula…” e mentre gli mostra gli errori Eva pensa a come fare per strappargli i pantaloni di dosso, sì, perché  ormai non può più fingere, ha  troppa voglia di scoprire quel bel cazzo che si è immaginata nelle ultime notti, vuole farsi scopare da questo  ragazzo giovane e sicuramente voglioso, si è accorta di come lui l’ammiri, di come i suoi occhi siano incollati sulle sue tette…  “aspetta, prendo il libro di testo e ti faccio vedere la giusta applicazione…” e per raggiungere la libreria  che si trova proprio di fianco al ragazzo, la prof , invece che passargli dietro, si infila proprio tra lui e la scrivania, lentamente, strusciando così il sedere ritto contro il pacco di Alberto.

A sentire il culo della donna premere contro il suo inguine, la reazione già in corso accelera  ancora di più, ormai ha il cazzo completamente in tiro e Alberto non resiste:  approfitta  del gesto della prof e senza nemmeno pensarci su contraccambia la spinta, premendo a sua volta il suo pacco contro di lei. 

Eva non aspetta altro: le basta quel piccolo gesto di lui per dimenticarsi ogni timore e pudore.

Resta  ferma lì, schiacciata tra lui e la scrivania,  gli prende le mani e se le porta sui seni,  premendole  sulle proprie  tette, se le fa  strizzare, accarezzare, inarca indietro il collo e lo avvicina  alla bocca di lui, che glielo ricopre di baci, giocando con la lingua nell’orecchio di lei, scendendo giù fino alla spalla, perso nel suo profumo così sensuale …

“cazzo non ci posso credere…sto sognando!!!!! La Rizzo che mi si butta tra le braccia così!!!! “ e mentre pensa estasiato a quale miracolo gli sia capitato lei si gira  e si sbottona la camicetta del tutto, lui senza aspettare  oltre gliela sfila e inizia a baciarle quei meloni stupendi, rotondi e sodi, strizzandoli con le mani per succhiarne i capezzoli, già ritti come chiodi, riesce  a sganciarle il reggiseno e a scoprire tutta quella morbidissima pelle, tuffarci il viso e strofinarlo nel mezzo, mentre Eva intanto ha raggiunto i suoi pantaloni con le mani e glieli ha sbottonati, tirando fuori dai boxer il bel cazzo che sogna da diversi giorni… inizia a smanettar glielo, facendo scorrere la mano lentamente su e giù lungo l’asta, mentre pensa: “cazzo è davvero bello grosso!!! E senti che cappella bella larga che c’ha…mmmmhhh…che voglia!!!” e non resistendo più si inginocchia davanti al ragazzo, mentre con la mano gli accarezza le palle la sua lingua inizia a scorrere su quella bella mazza, arriva sulla cappella e la lecca con la punta girandoci intorno, poi passa leggera sul frenulo, si bagna le labbra e le fa scorrere socchiuse lungo il cazzo, fino ad arrivare giù ai coglioni, li lecca e li succhia entrambi, sente già i gemiti di piacere del ragazzo, allora solleva lo sguardo maliziosa per vedere l’espressione di lui, scorre di nuovo con la lingua fino in cima al glande  e poi appoggiandoci sopra  le labbra carnose, tenute ancora chiuse,  si fa sfondare lentamente la bocca da quella cappella gonfia,  ingoiando tutto l’uccello fino in fondo.

“ah, sì, sei stupenda, cazzo quanto mi fai godere!!!”

Lei prende a succhiarglielo con piacere, riesce anche se con un po’ di difficoltà ad ingoiare tutto il suo bel cazzone e mentre le sue labbra lo avvolgono stretto la sua lingua scorre lungo l’asta, e sempre guardandolo negli occhi si stacca un secondo per chiedergli: “ti piace come ti succhio il cazzo? Oggi voglio essere tua, ti prego, scopami la bocca, prendimi, sono la tua troia!!!!”

Nel sentire la prof parlargli in quel modo e vedendola riprendere il pompino fantastico che gli sta facendo, Alberto  perde completamente la testa, si lascia andare e le grida: “sììì, mi piace se me lo succhi così, che brava pompinara che sei, succhiamelo, sì, troia, ti piace succhiare questo cazzone grosso, eh???” ed Eva col suo uccello in bocca annuisce con la testa, continuando a succhiarglielo con gusto.

Alberto vorrebbe resistere ma è troppo, questo pompino fantastico che gli sta facendo la prof dei suoi sogni lo fa godere troppo, sente montare la sborrata e vorrebbe avvertirla, ma lei continua a succhiargli il cazzo fino a che i getti caldi di sperma non le arrivano in gola e continua a leccarglielo fino a che non torna completamente a riposo.

Allora leccandosi le labbra soddisfatta si mette a sedere sulla scrivania, si tira su la gonna e allargando le gambe lancia uno sguardo esplicito ad Alberto.

Lui non si fa aspettare, si piega davanti alla sua fica e  dopo averle sfilato il perizoma inizia a leccarla con voglia, è già fradicia e i suoi umori inebriano Alberto, che affonda la lingua dentro di lei, le titilla il clitoride, gliela succhia con passione e dopo poco i gemiti di lei e il sapore della sua fica risvegliano di nuovo i sensi e il cazzo del ragazzo, che ha una nuova erezione in piena regola.

Ormai completamente disinibito e sicuro di sé e del potere che ha sulla prof, le sussurra: “brava troia, me l’hai fatto rizzare di nuovo con la tua fighetta buonissima, adesso te la scopo per bene con questo cazzo duro, lo vuoi vero?”

“sììì, sììì, lo voglio, dammelo, infilamelo dentro, scopami, sono la tua troia e non voglio altro che il tuo cazzo!!!” esclama lei, che si spinge col bacino proprio sul bordo della scrivania e a gambe larghe lascia che  Alberto appoggi la sua cappella gonfia sulle sue grandi labbra, lei si aspetta che lo strusci un po’prima, che entri piano, invece il ragazzo non aspetta un secondo, con un colpo secco le infila tutto il cazzo dentro fino in fondo e inizia a stantuffarla con forza, spingendo col bacino contro di lei, tanto che Eva deve aggrapparsi a lui con le gambe e tenersi al bordo del tavolo per non essere sbattuta indietro.

“ahhh, sìììì, quanto mi fai godere, sì dai sbattimi così, che bel cazzo duro che hai, dai che godo, daiiiii!!!!!”

“ti piace, eh? tieni puttana, prendilo, fatti scopare per bene, che dopo averti sborrato in bocca adesso ne ho di cazzo da darti…senti come ti sfondo la fica!!! Adesso però ti voglio prendere a 90°…” e così dicendo la fa scendere, la fa girare e la fa stendere col busto sulla scrivania, così da ritrovarsi quel bellissimo culo rotondo e ritto davanti a sé, che si mostra in tutto il suo splendore.

Infila di nuovo la sua mazza dentro la fica di lei e riprende a scoparla: “cazzo è stupenda questa donna, una figa così e pure vogliosa di cazzo, la maiala…mmmhh..come ci godo a sbattermela così…” pensa Alberto mentre ha infilato le mani sotto i seni di lei, schiacciati contro il tavolo, e li strizza forte aggrappandocisi per spingerle dentro l’uccello con forza.

“se sei così troia perché adesso non ti fai pure inculare, eh, bella prof del mio cazzo?”

“sìì, sìì, inculami, sbattimelo anche in culo, ti prego!!!”

Alberto non crede alle sue orecchie, non ci avrebbe mai sperato ma non se lo fa certo ripetere due volte, le mette due dita in bocca per farsele leccare e poi gliele appoggia sul buchetto, mentre col cazzo le scopa la figa gli infila le due dita nel culo e la voglia di incularla lo prende così forte che non aspetta un attimo di più, lo tira fuori e glielo appoggia sullo sfintere, preme un po’ contro di esso e sentendolo cedere affonda dentro con forza, lei geme ma sembra di piacere, allora lui non si fa altri scrupoli, lo spinge dentro fino in fondo e inizia ad incularla con colpi decisi, affondando con piacere nei suoi intestini, facendo scivolare il suo cazzo fuori e dentro il suo culetto bello caldo, che glielo avvolge stretto, che gli risucchia la cappella dentro di sé ogni volta che Alberto lo tira fuori per respingerlo dentro di nuovo.

I gemiti di Eva si fanno sempre più forti, ha pure iniziato a toccarsi davanti, Alberto se ne accorge e le prende il posto, infilando due dita nella sua fica mentre le sbatte l’uccello nel culo.

“sìì, cazzo come mi fai godere, che figa che sei, c’hai un culo da urlo,  piace anche a te, vero? Ti piace farti inculare dal mio cazzone, eh?  tieni troia,  prendilo tutto fino alle palle, che te lo sfondo questo bel culetto!!!!”.

“sìììì, mi fai godere un casino col tuo cazzone largo, mi sfondi il culo, cazzo come godo, dai che vengo, sìììì, daiii, vengoooooo!!!!!!” e Alberto sente la fica di Eva vibrare per l’orgasmo, tutto il suo corpo tremare per il piacere,  la cosa lo eccita talmente tanto che sente montare l’orgasmo anche lui: “sììì, dai che vengo anche io, sì, ti farcisco il culo di sborra, tieni, sììì…” urla mente i fiotti del suo sperma inondano il culo di Eva.

Dopo aver goduto entrambi, i due cercano di ricomporsi, la prof si riveste e facendosi passare il libretto da Alberto lo rassicura:  “ottima prestazione, ma magari può darsi che avrà bisogno comunque di ripetizioni…se è interessato mi faccia sapere, se posso esserle d’aiuto con lo studio lo faccio volentieri…” e firmandogli un bel 30 e lode lo guarda con aria ammiccante… 

Leave a Reply