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La professoressa ricattata discende nella lussuria parte 5

By 22 Febbraio 20205 Comments

Giovanni scese in salotto e fece come a casa propria. Si distese sul divano, accese la tv, si girò una sigaretta ed iniziò a fumare.

Sara invece si diresse verso il bagno. Dopo aver raccolto tutti i capelli, pulì il lavandino e il pavimento. Aveva una voglia matta di venire, era vogliosa e frustrata. Voleva completare quello che il suo studente le aveva impedito di finire. Ma aveva paura di lui. Giovanni non aveva dato nessun segno di compassione nei suoi confronti e Sara aveva paura di farlo arrabbiare. Sapeva già che se ne sarebbe pentita. I suoi piedi iniziavano veramente a farle male in quei tacchi assurdi, maaveva l’ordine di continuare a  portarli.

Dopo aver pulito il bagno iniziò ad occuparsi dei vestiti che Giovanni aveva buttato per terra. Ce n’era una montagna, anche di più. Sfortunatamente per lei non aveva sacchetti ne scatole con cui portarli nello scantinato, fu quindi costretta suo malgrado a scendere le scale e a prendere dei sacchetti della spazzattura dalla cucina.

“Come sta andando professoressa? Si sbrighi, ho fame” gridò Giovani dal salotto. Sara accellerò su per le scale e mise rapidamente tutti i vestiti nei sacchi della spazzatura. C’erano in tutto otto sacchi, questo significa quattro andate e ritorno verso lo scantinato. “Poveri i miei piedi…” pensò Sara.

Dopo aver completato i quattro viaggi i piedi di Sara gridavano dal dolore ma la professoressa vogliosa si diresse comunque verso la cucina. Cosa vorrebbe mangiare il signor Giovanni? si chiese. Si disse che tutti i ragazzi amano hamburgher e patatine fritte. Cucinò quindi due hamburghers e un bel pò di patatine. Cucinando si accorse di essere estremamente affamata.

In seguito Sara iniziò a preparare la tavola. Si ricordò che Giovanni le aveva detto di apparecchiare solo per una persona. Dove avrebbe mangiato lei? Sperava non in piedi…Quando la cena fu pronta e la tavola apparecchiata Sara chiamo Giovanni in cucina “Signor Giovanni, è pronto”.

Quando Giovanni entrò in cucina vide la un tempo rispettata professoressa in piedi dietro la tavola pronta a servirgli da mangiare. Non poté fare a meno di sorridere. “Professoressa stia in piedi di fianco a me mentre mangio” disse sedendosi sulla sedia.

La professoressa affamata aveva i piedi che le urlavano di dolore mentre guardava il suo studente mangiare il cibo dall’odore così delizioso che aveva preparato.

“Mi passi una coca-cola professoressa”.

“Ho solo pepsi signor Giovanni”.

“D’ora in poi compri solo coca-cola”.

“Si signor Giovanni”.

“Non è male il cibo professoressa. Vorrebbe una patatina?”

“Si signor Giovanni”.

“Apra le gambe professoressa”

La professoressa confusa aprì le gambe.

Giovanni prese una patatina e la fece scivolare in mezzo alle sue gambe dentro la sua vagina. “Ecco a lei professoressa”.

La professoressa sconcertata rischiò di avere un infarto mentre si rendeva conto di quello che il suo studente aveva appena fatto.

“Apra bene la bocca professoressa”.

Sara aprì la bocca e Giovanni inserì la patatina bagnata. “Ora mastichi professoressa”.

La professoressa cercò di trattenersi dal vomitare mentre masticava.

“Ora tocca a lei professoressa” disse Giovanni passando la prossima patatina a Sara.

In trans Sara eseguì come un’automa e quando inserì la patatina nella figa Giovanni prese l’ennesima foto.

“Vuole dell’ hamburgher professoressa?”.

“No, la prego signor Giovanni” disse Sara tremando.

“Ecco a lei, ma lo inzuppi prima professoressa” disse Giovanni offrendole un grosso pezzo di hamburgher.

Sara fece come le era stato ordinato. Era veramente al limite del vomito per il sapore e per l’umiliazione di dover fare una cosa così disgustosa.

“Pulisca professoressa e poi venga da me in salotto. Si sbrighi”.

Sara esegui in fretta e si diresse di corsa dal suo studente. Lo trovò annoiato disteso sul divano in tento a fumare. Sara odiava il fumo.

“In piedi davanti a me professoressa” disse Giovanni mentre guardava Sara nuda attraversare tutta la stanza.

“Professoressa domani dovrà prendere tutte le gonne che non abbiamo scartato e tagliarle ad una lunghezza massima di 23 cm, dovrà inoltre rimuovere il bottone più alto a tutti i capi che li presentano”.

“Si signor Giovanni”.

“Ora le farò un pò di domande. Mi dica professoressa, le è piaciuta la sua cena?”.

“No signor Giovanni, non mi è piaciuta”.

“Che peccato. Sarà meglio che impari presto ad amarne il sapore professoressa”.

“Suo marito è bravo a letto professoressa?”.

“Si signor Giovanni”.

“Le scopa il culo?”.

“Assolutamente no signor Giovanni. Non ho mai avuto nulla nel culo”.

Giovanni non poté fare a meno di sorridere. “Le piace fare sesso professoressa?”.

La professoressa nuda non poteva credere alle domande che il suo studente le stava ponendo. Era talmente rossa in faccia. “Si signor Giovanni”.

“Gli succhia il cazzo professoressa?”.

Con un viso ancora più rosso. “Si signor Giovanni”, ormai la sua voce era solo un sussurro.

“Le piace?”.

“Si signor Giovanni”.

“Beve la sua sborra?”.

“No signor Giovanni è disgustoso”.

“Ha mai tradito suo marito?”.

“No signor Giovanni”.

“Da quanti uomini è stata scopata nella sua vita?”.

“Tre”.

“Ha succhiato anche loro professoressa?”.

“Si signor Giovanni”.

“Le piace succhiare cazzi professoressa?”.

“No non mi piace, l’ho fatto perché li amavo”.

“Ma in realtà lei ama succhiare il cazzo vero professoressa?”.

“Si signor Giovanni..” sussurrò Sara.

“Ha mai scopato con più di una persona alla volta professoressa?”.

“No signor Giovanni”.

“Ha mai scopato con una donna?”.

“No, penso sia una cosa disgustosa”.

“Ha mai baciato una ragazza?”.

“No”.

Giovanni continuò a interrogare Sara per oltre un’ora.

“Sono molto stanco professoressa e domani sarà un giorno molto importante per lei, espanderà i suoi orizzonti. Andiamo a riposarci di sopra”. Sara non credeva alle sue orecchie. Finalmente una buona notizia.

Quando entrarono in camera da letto Giovanni notò i sacchetti pieni di cose che avevano comprato. “Professoressa porti le carote e i cetrioli in frigo”. Mentre Sara eseguiva Giovanni prese la corda, le viti ad occhio e i bastoncini di legno. Incavò rapidamente le viti ad occhio nei bastoncini due sui bordi e uno in mezzo. Appena Sara tornò Giovanni le ordinò di mettersi in ginocchio e le fece aprire bene le gambe. Legò rapidamente i suoi polsi alle caviglie. Questo forzò Sara ad essere faccia contro il tappeto e culo esposto in aria. “Questa posizione ha tre obiettivi professoressa. Prima di tutto voglio che abbia le gambe ben aperte, secondo perché ora userò il paddle per far comprendere al suo culo cosa succede se mi manca di rispetto, e terzo, il più importante, perché non voglio che si tocchi questa notte”.

Giovanni prese il paddle. Colpo. “Uno”.

“La prego signor Giovanni, mi dispiace”.

Colpo. “Due”.

 “Ahhhhh” il suo culo era in fiamme.

Lacrime uscirono dai suoi occhi “per favore…”.

Colpo. “Tre”.

Giovanni sorrise.

Colpo. “Quattro”. Colpo. “Cinque”.

“E’ tutto per stasera professoressa, mi ringrazi per insegnarle a portare il giusto rispetto”.

“La ringrazio signor Giovanni”. sussurrò una Sara distrutta con un culo rosso e bruciante.

Giovanni le prese il volto, le fece una dolce carezza, le sorrise e le disse “Non mi mancare più di rispetto bimba”. Poi si buttò sul letto, si tolse i vestiti e si mise comodo. Lasciando la povera Sara cosi sul tappeto.

“Buona notte professoressa” disse sorridendo.

Questo è il mio primo racconto, scrivetemi cosa ne pensate e come vorreste che la storia continuasse a mastersole95@yahoo.com. 

Se vi è piaciuto pollice in sù.

Ieri ho ricevuto la mia prima commissione. Un racconto sulla madre di un lettore. Lo leggerà e deciderà lui se  lo pubblicherò anche su Milu.

A presto.

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