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La secchiona vogliosa – parte 3

By 19 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

La mattina dopo iniziò nel peggiore dei modi, le professoresse stavano svegliando tutti, e il mio amico ed io ci prendemmo una bella ramanzina, poiché del gruppo nostro eravamo gli unici non vestiti. Andammo a fare colazione, ci potevamo sedere dove volevamo, e ci recammo al tavolo della nostra amichetta , in compagnia delle sue amiche di stanza.

–          Allora ragazze, avete dormito bene? Che cosa avete fatto prima di dormire? – disse il mio amico in tono malizioso

–           Qualsiasi cosa abbiamo fatto non vi interessa, e voi cosa avete fatto? Vi siete toccati a vicenda? O avete parlato di cose da nerd? Ahahah- rispose una delle quattro, la più zoccola.

–          Mah non proprio, noi siamo stati fuori l’hotel a fare una passeggiata e a cazzeggiare, le solite cose. Possiamo metterci qui a fare colazione o è zona vietata?  – domandai .

–          Certo che vi potete mettere, almeno ci raccontate qualcosa sui nerd. Sapete,ci hanno provato con noi ieri. Noi li abbiamo smerdati subito – disse l’altra ragazza ridendo.

–          Immagino, le solite cose vostre, perché a voi piacciono ben altri soggetti – affermai guardandola negli occhi con un sorrisetto da arrogante.

 

Si flirtava con gli occhi, io e lei avevamo un’intesa di sguardi impressionante, finché il mio amico non interruppe il silenzio

–          A proposito, ci serve un favore, dobbiamo parlare un attimo con la piccola secchiona, ce la prestate? Non ve la mangiamo mica- sorrise il mio amico.

Ci alzammo, andammo nel salone, al solito divanetto, nella solita posizione,e ordinammo all’insaputa dei professori tre caffè, due corretti alla sambuca e un espresso.

–          Allora signorina, come hai passato la notte? Ti sei lavata bene? E che scusa hai detto a quelle puttane di là? – disse il mio amico mentre le accarezzava l’interno coscia.

–          Non ho detto niente di che, ho detto la stessa cosa che ho detto alle professoresse, tranne che c’eravate voi – disse lei con lo sguardo a fissare  il movimento del mio amico sul suo corpo

–          Che brava ragazza, ieri ci hai difeso anche, brava davvero, e per questo avrai un premio speciale, dopo la scampagnata ci avrai di nuovo.- risposi leccandole l’orecchio e poggiando la mano sull’altra coscia

Ce ne andammo in stanza a preparare le ultime cose per la scampagnata al prato, in camera ci fu l’ennesima discussione con i due sfigati

–          Dopo ci dovete lasciare la stanza, abbiamo da fare  e non potete stare con noi – disse il mio amico mentre chiudeva lo zainetto

–          E noi dove andiamo? E cosa dovete fare? Siamo compagni e non potete lasciarci fuori così- ribatté uno dei due.

–          Allora non ci siamo capiti voi dovete sloggiare altrimenti- rispose il mio amico- dai lascia stare, facciamoli stare in santa pace, altrimenti diranno tutto alle professoresse- dissi fermando la sua furia- potete rimanere qui,però, dovrete coprirci se ritardiamo ok? – domandai

–          Ok, va bene cosi, lo sapevo che con te si poteva ragionare – rispose con aria di lode nei miei confronti

–           Allora intesi così, se non ci coprite, sarà peggio per voi- aggiunse il mio compagno sbattendo al muro quel nerd buono a nulla

Andammo nel prato, disegnammo, e mangiammo dei panini all’ora di pranzo; mi alzai e andai a fare i miei bisogni dietro un albero, quando vidi la compagna di stanza della nostra schiavetta che parlava con il mio compare e lui la diresse da me. Mi affrettai a tirare su la cerniera e le chiesi cosa voleva.

–          Nulla, solo fare una chiacchierata con te, se vuoi ovviamente – disse lei accarezzandomi il petto e prendendomi la mano e portandomi a fare un giro. Arrivammo quasi al centro del bosco e lei cominciò, con aria da zoccola a guardarmi, scrutarmi, e mi parlò della schiavetta, che era strana, e che a colazione avevo ragione e tante altre cazzate, fin quando ad un certo punto non cominciò a tastare il mio petto, scendendo sempre più in giù arrivando al punto fatale, accarezzò per bene i miei jeans e mi guardò in faccia,con la sua aria da cagna che voleva essere saziata.

–          Che c’è? Non ti piace come accarezzo i tuoi jeans? Vuoi che coccoli meglio il tuo cazzo? O sei troppo fedele per fare una cosa del genere? – disse lei sfidandomi

 

Pensai qualche secondo e dopo decisi di lasciarla fare.

–          Forza, fammi vedere come lo coccoli – le risposi in tono.

–          Ma che bravo che sei, ora fammi vedere se sei dotato o sei inutile come quei due sfigati – aggiunse lei con voce da troia, perché nella nostra classe, la maggior parte l’avevano data a tutti o quasi o erano delle pompinare, solo poche erano da considerarsi vere ragazze. Mi sbottonò i jeans inginocchiandosi, e guardando la forma del mio membro lo cacciò e cominciò a succhiarlo, a leccarlo per tutta l’asta e risucchiandomi la punta come se mi facesse un succhiotto sulla cappella. Io godevo, era una pompinara fantastica, la nostra schiava non poteva competere con lei.  Lei continuava, con un ritmo sostenuto, lentamente e dolcemente, sentendo la sua bocca vellutata su tutto il mio cazzo, che provò a prenderlo tutto nella bocca, non riuscendo nel suo intento.

–          Però, sei dotato, purtroppo non possiamo scopare, per mancanza di tempo, altrimenti mi sarei fatta impalare bene. Per ora accontentati e sborrami dentro la bocca – disse lei cominciando a segarmi il cazzo velocemente e succhiandolo da cima a fondo, leccando la mia punta ormai bagnata di saliva e sperma. Ansimavo come non mai, era stupendo, venni così tanto che anche le sue labbra e il mento si sporcarono. Mi accasciai a terra esausto. Vidi lei con aria soddisfatta mentre ingoiava tutto e con la mano si prendeva quello uscito fuori e succhiava il dito. Era felice, ed io estasiato. Rise e se ne andò facendomi i complimenti per la venuta e il membro e ritornò dalle sue amichette.

Tornato dal mio amico, gli raccontai tutto e lui m’insultò per gelosia, e dopo aver riso ed esserci guardati in faccia come sempre decidemmo di tornare in albergo.

Era il primo pomeriggio, tutti avevano il riposo fino alla sera, inviai un messaggio alla nostra vittima, la facemmo venire nel bagno dell’hotel. Si presentò com’era vestita la mattina. Maglietta verde militare, jeans blu chiari e scarpe da ginnastica.

–          Sei arrivata finalmente, divertita stamane? – dissi mentre mi fumavo una sigaretta al mentolo.

–           Si tanto, mi piace disegnare- rispose lei con aria felice- e voi divertiti? – aggiunse

–          Io non tanto, lui sì, lo sai che la tua amica gli ha fatto un pompino di tutto rispetto? Si vede che le piace succhiarlo- rispose ridendo, lanciando la sua sigaretta nel wc.

–          Ah, non lo sapevo – disse lei, con aria triste.

–          Già, un bel pompino, come quello che ora tu mi fai, ho tanta voglia di farmi fare un bocchino da te-  disse il compare avvicinandosi a lei, pomiciando con tutta la perversione che aveva mentre le sbottonava il reggiseno- visto che sono rimasto a vuoto – aggiunse

–          – A comunque scoperai con uno per volta oggi, era questo il premio per te, visto come siamo generosi   piccola secchiona ? – risposi io sorridendo

–           E allora comincia a scoparmi idiota, non aspetto altro, se sono la vostra schiava, non mi farete aspettare vero? – disse lei con voce maliziosa mentre cacciava dalla cerniera il cazzo del mio amico, e segandolo pian piano s’indurì nella sua manina. Leccò il buco della sua cappella, di gusto, mentre con l’altra mano si palpava una delle tette. Il compare era soddisfatto, si era aggrappato al lavandino mentre godeva del pompino che stava ricevendo. Io andai dietro di lei, la feci alzare ma lei, anche piegata a novanta, continuava a succhiare il cazzo , segandolo e massaggiando le palle. Le calai i pantaloni e le mutandine, leccai il suo buchino del culo e ci misi un dito per qualche secondo, a fondo, e lo tolsi . Dopo qualche minuto, il mio amico non ce la fece più e veni dentro la bocca.

–          Ora ti ho soddisfatto immagino, adesso voglio essere scopata, voglio proprio vedere come me la fate pagare! – rispose lei mentre con una mano ruotava la cappella piena di sperma del mio amico, facendolo godere ad alta voce. Mi calai i pantaloni, rimasi con solo la maglietta e mentre lei continuava la tortura, le andai dietro e lo infilai nel suo culetto lasciandolo a fondo.

–          Vuoi vedere come te la facciamo pagare? Lo sappiamo che a te piace essere scopata da noi, perciò smettila di fare la grande, o quella tazza la usiamo per la tua testa, hai capito puttanella? Dì che ti piace essere scopata e che vuoi essere trattata male, e ti soddisferemo, se non lo fai, dovrai farmi solo un pompino, che tanto non sarà mai ai livelli di quella gran troiona dell’amica tua – le risposi facendola rimanere male

–          Scopami, si voglio essere scopata, e per i pompini, lo so che ti piacciono perciò zitto e scopami – mi disse lei con aria vogliosa

–          Peccato che non usi le buone maniere – cominciai a battere violentemente facendola gridare – siamo i tuoi padroni, ci devi rispetto sai? – le dissi e mandai la testa sotto il lavandino e alzai il rubinetto al massimo con l’acqua gelata, facendole mancare la voce per qualche secondo, prendendo a scoparla e castigarla come merita.

 

Stavo sodomizzando la nostra schiava, ma lei non pareva essere dispiaciuta, anzi, confermava la mia teoria, lei voleva essere scopata brutalmente, essere trattata da cagna, e perciò lo accontentai.

–          Allora? Ti piace essere scopata così ? Ti piace essere picconata in questo modo piccola vogliosa? – le domandai io mentre era a pecorina sul pavimento, martellandola senza pietà e spalmandole la faccia per terra con una mano, mentre il mio amico si godeva la scena, fumando e menandosi il cazzo per farlo tornare duro.

–          Si…mi piace… ti prego non ti fermare, sto godendo troppo…il mio buco è aperto tantissimo…continua… fammi sentire tutto il tuo cazzo nella figa…fammi venire ti prego…- disse lei ansimando come una porca. Le piaceva, stava godendo da matti, si masturbava la figa bagnatissima. Decisi di accontentarla, cacciai il mio membro e senza lubrificarlo glielo infilai nella figa, lasciando la sua testa per palpare le tette e giocare con i capezzoli. La scopai senza alcuna pietà. Continuai per quel ritmo per almeno dieci minuti finché non venne e si accasciò a terra; la sua fighetta gocciolava così tanto da bagnare anche le sue gambe ; lei ansimava stremata, come se le mancasse l’aria. La sua figa pulsava ancora, voleva ancora essere sodomizzata. Il mio amico si alzo e allungandola sul pavimento le mise il cazzo tra le gambe e cominciò a trombarla, per la sua gioia, in maniera dura e decisa mentre io mi misi con il cazzo sopra la sua faccia e segandomelo mentre lei godeva, la presi per i capelli e le feci succhiare le palle belle dure e cariche di sperma. Continuai a segarmi per almeno un minuto finché non mi alzai e sborrai sulle sue tette.

Mi presi i pantaloni e cominciai a rivestirmi, mentre guardavo la scena del mio amico che mandandola allungata di lato, le alzò una gamba e la scopò velocemente facendola ansimare e perdere in uno sguardo paradisiaco, era eccitatissima . Egli la scopò cosi per qualche minuto finché non caccio il cazzo e infilandolo nel culo con prepotenza,battendolo di cattiveria non la riempì di calda sborra.

–          Allora ti è piaciuto? Ti sei divertita? – disse il mio amico mentre si rivestiva

–          Si…sono sfinita…è stato stupendo…mi sento mancare…sono distrutta…i miei buchi chiedono pietà…- rispose lei ansimando. Era sfinita, sembrava una di quelle persone che tornano da lavoro stremate, esauste.

–          Be tu ci hai salvato, è anche giusto che il tuo premio fosse speciale- affermai.

Ce ne andammo da li, lasciandola allungata, quasi senza vita. Andammo in camera nostra felici e soddisfatti. Avevamo distrutto la schiava, i padroni l’avevano castigata, l’avevano fatta svelare per ciò che era, una ragazza che amava essere scopata brutalmente ed essere sodomizzata, umiliata .

Per tutto il resto della giornata non ci vedemmo, solo a cena, dove mangiammo con le ragazze noi quattro, sì, anche i nerd, a malavoglia. Il dialogo fu breve, a parlare del più e del meno. Lei guardava noi come se ne fosse innamorata. Rimaneva a osservare me in particolare, e il mio amico un po’ meno. Me ne accorsi quando mi girai e lei arrossì e riprese a mangiare il suo pesce, tanto per rimanere in tema. Finita la cena, noi otto andiamo fuori, a farci una sigaretta. Fumiamo tutti, tranne la schiavetta; lei guardava con aria sofferente le risate tra me e la pompinara, infatti, salutò e si recò in camera. Io la seguii e lo accompagnai in stanza. Mi salutò con un tono triste, stanco, ma ci demmo un bacio, profondo quasi, passionale.

In camera parlammo con i nerd

–          Ci stavate provando con loro? Avete cosi tanta intenzione di scopare? – dissi incuriosito

–          Sì, almeno la smetteranno di chiamarci sfigati o nerd e daremo la prova che anche noi possiamo trombare- disse uno dei due con convinzione

–          E chi vi volete scopare voi? Ci possiamo mettere una buona parola noi – rispose il mio amico.

–          La capogruppo, quella pompinara affermò lui.

–          Ah, vedo che la sua reputazione è conosciuta anche tra i nerd – risi.

Finito di parlare ci mettemmo a dormire, quasi, io ascoltai l’ipod, come ogni sera, mi concilia il riposo.

La mattina dopo ci svegliammo prima degli altri e andammo a farci un giro. Pensammo a cosa fare la nostra ultima sera, e alla fine avemmo un’idea. Mandammo un messaggio alla nostra amica e le dicemmo che oggi aveva la giornata libera, ma che stasera veniva in stanza, perché i nerd volevano tentare l’ultimo affondo disperato a due compagne di stanza della nostra amica. Le avremmo fatto passare una serata speciale.

Le chiedemmo di mettersi un qualcosa di sexy, e lei si presentò puntuale, alle ventidue. Entrò e rimase sconvolta quando vide che non eravamo solo noi due, ma anche i nostri compagni di stanza.

–          Cosa ci fanno loro qui? Non dovevano stare con le altre? – domandò lei sorpresa.

–          Appena gli abbiamo detto che gli avremmo fatto passare la serata più bella della loro vita e che fidarsi o no dipendeva da loro non hanno esitato- risposi io divertito

Tutti noi la notammo, era vestita in un modo hot, da far indurire il cazzo in un secondo, e per i nerd fu così. I loro cazzi erano diventati duri, e si vergognarono, ma come dargli torto, quella gonnellina nera corta quasi a metà coscia, quella maglia scollata con qualche parte trasparente e in pizzo che faceva intravedere il suo seno, e i suoi accessori, i suoi tacchi, facevano beare noi quattro di una visione, arrapante e che ci aveva fatto eccitare tantissimo.

–          Allora troietta, vuoi cominciare? Perché non vieni qui e lo succhi a tutti?- disse il mio amico

–          Davvero lei ci farà un pompino? Davvero la scoperemo? – rispose incredulo uno dei due

–          Si davvero idiota, ora finiscila e preparati a fare sesso per la prima volta, con una gran cagna vogliosa di cazzo – affermo con tono deciso il compare.

–          Sì e ora lei ne ha a disposizione ben quattro cazzi! – dissi indicando con il dito la ragazza e girando la mano, le feci il gesto di venire qua.

Si avvicinò e cominciò a strusciare pian piano su tutti noi, uno per volta e poi si spogliò come uno strip tease.

–          Bella e arrapante, vai a succhiarlo a quei due, e spompinali con la stessa foga con la quale divori i nostri cazzi- affermai mentre mi accesi la solita sigaretta al mentolo.

 

Andò sul nerd che la mattina precedente litigò con il mio amico, e gli tolse la maglia e leccò il suo collo, gli sbottonò i jeans e cacciò il suo cazzo, non lungo ma largo. Lo succhiò per qualche minuto facendo ansimare il ragazzo, leccando la sua punta e succhiandogli le palle e segando il cazzo ricoperto dalla saliva. Si recò dal secondo ragazzo, fece gli stessi movimenti precedenti e cacciò dai suoi pantaloni il suo cazzo, duro come un palo e lo lecco per lungo, come se fosse un gelato e con l’altra mano segava l’altro membro.

–          Allora com’è? Vi piace? – disse il mio amico mentre si spogliava

–          Sì, è una bella sensazione, è divina- rispose il ragazzo che stava subendo il pompino.

–          Ora fai la brava schiavetta e comincia a scoparli – dissi cacciandomi il cazzo dalla cerniera, senza spogliarmi.

Lei smise di pompare e si mise sopra il cazzo,cominciando a cavalcarlo con foga mentre il mio compare si mise dietro e si inginocchiò, leccando il buco del culo, mentre l’altro nerd si mise davanti e le prese la testa infilando il suo pene bel largo in bocca,mentre io mi misi di lato e lei con un movimento automatico cominciò a farmi una sega con tutte e due le mani ; dopo aver penetrato il buchino con la lingua e bagnando tutto infilò il suo cazzo, aggrappandosi alle sue spalle e mandando il cazzo a fondo, facendo sbattere le palle , mentre lei continuava a cavalcare, mandando quasi all’orgasmo , i due nerd vergini. Dopo qualche botta il mio amico tolse il suo cazzo  per far penetrare l’altro ragazzo mentre io presi la testa della ragazza e la portati sulle mie palle facendomele leccare,succhiare e poi infilando la mia stecca fino alla gola facendola soffocare quasi . Dopo qualche colpo di tosse glielo infilai di nuovo in bocca e cominciai a scoparla come se la stessi penetrando,reggendo la sua testa mentre gli altri la penetravano; il mio amico andò davanti a lei e si fece passare la bocca, e prese a battere lui stavolta mentre io mordicchiavo i suoi capezzoli, sentendo ansimare dolcemente la ragazza.

–          Ora smettila di cavalcarti e comincia a fare la cagna, mettiti a quattro zampe, e vieni a leccare il mio sedere troietta- ordinò il mio amico sedendosi sul letto; lei come una gattina, o una cagna, si avvicinò e infilo la lingua decisa nel buco del mio amico mentre lui si segava il cazzo. Io andai dietro di lei e cominciai a sditalinare la sua figa e il suo culo, mentre i due ragazzi si misero sotto di lei a succhiare le tette. La sua figa era completamente zuppa, la ragazza era eccitata, ben quattro cazzi solo per lei, e il bello doveva ancora venire, perché stavamo facendo divertire i nerd, dopo sarebbe toccato a noi scoparla come in bagno. Tolsi le dita e presi i suoi capelli, tirandoli su, e facendo succhiare le dita sporche della sua perversione, e poi le spinsi la testa sul sedere del mio amico, mentre lei mugolava per volere respirare. Indicai ai due ragazzi di scoparla

–          Forza, scopate questa troia, fategli sentire le vostre mazze, e fatela godere a questa porca-. Dissi io

 

 

Loro si misero al contrario di prima, invertirono i buchi, e lei godeva di più rispetto a prima

 

–          È bello, forza continuate stronzi, fatemeli sentire entrambi i cazzi, sarete pure vergini ma penso sappiate come si fa, spingete- disse lei ordinando di essere scopata, era lei la padrona dei nerd, roba intollerabile, la schiava era diventata padrona, e non poteva esistere né in cielo né in terra questa cosa, infatti, ci guardammo e facemmo una faccia dura, appena i due venivano la dovevamo punire e castigare come in bagno. Per far venire i due ragazzi non ci volle molto,lei aumentò il suo ritmo, e le venirono dentro,anche dentro la figa. Per fortuna domani si tornava a casa e poteva rubarle da sua madre le pillole. Ora toccava a noi, gli altri due si erano divertiti ma la ragazza non era stata domata, la secchiona vogliosa non era stata saziata , e dovevamo farle capire chi era l’autorità in questa stanza.

–          – Brava, hai fatto venire i due sfigati, ora tocca a noi, e voi guardate come si scopa una cagna  – affermò il mio amico mentre prendeva la ragazza per i capelli e la vicino ad una sedia. Le fece appoggiare la sua pancia sulla sedia, mettendola a pecorina, allargando le sue gambe in modo da far vedere la fighetta e il suo culetto , gocciolanti ancora di sperma.

–          Su forza toccati, apriti bene la fighetta  con le tue dita e dopo mettitele in bocca, ti sei riposata bene dando ordini a quei due ma ora siamo di nuovo noi a fare i padroni – disse lui in tono serio mentre infilava due dita nel culo della ragazza e lo scuoteva come a tirare la ragazza all’indietro. Nel frattempo che lei si masturbava, mi facevo leccare tutta l’asta dalla sua lingua. Tolse le sue dita e anche il mio amico, e iniziò a  gustarle come un grazioso  lecca lecca. Dopo succhiate il mio amico le piazzò il cazzo nel suo culetto mentre lei riprendeva a masturbarsi con entrambi le mani, trovandosi con due dita nella figa e con l’altra mano giocava con il suo clitoride tentando di ansimare, visto che non poteva, causa il mio cazzo nella sua bocca ben allargata. La scopavamo allo stesso ritmo, prepotentemente, mentre lei si masturbava che era una meraviglia, la sua figa era bagnata, e faceva cadere in terra lo sperma contenuto e la sua piccola perversione, i suoi cosiddetti umori.

–          Non ti fermi proprio a masturbarti eh? Vuoi proprio godere! Sei davvero una troia ! – dissi staccando il cazzo dalla sua bocca; il solito sguardo e il mio amico la prese per le braccia e la prese per le gambe allargandole in aria,facendo mostrare la sua figa aperta e fradicia,quasi ad invitarmi a penetrarla senza gentilezze. Feci così, infilai il cazzo nella sua figa interamente, prendendole la testa e leccando il suo collo, mordendole il labbro fortemente da farla urlare.

–          Mi hai fatto male!- disse lei piangendo quasi e ansimando per la doppia penetrazione.

–          Cosa m’importa? Una schiava rimane una schiava – risposi  aumentando il ritmo fino a farle sentire le palle che sbattevano fortemente e velocemente sulle gambe,facendo fare strani rumori alla sua figa ormai a pezzi,distrutta come lei. Il mio amico, la scopava con il mio stesso ritmo facendo andare avanti e indietro la ragazza che implorava di smetterla.

–          Smettetela…non resisto più…sto scoppiando…li sento entrambi a fondo…sto per venire …fermatevi e scopatemi uno alla volta come nel bagno…- urlò lei godendo,a voce alta mentre si aggrappa al mio corpo.

–          Come? Dobbiamo smetterla? Ma se stai godendo di più dell’altra volta – risposi – cosa dici? Per me non vuoi che ci fermiamo, dato il rumore della tua fighetta. Dai cagnetta, vieni,fammi sentire la tua venuta sul mio cazzo- dissi continuando a spingere quasi come un cagnolino . Anche il mio amico non fu da meno, spingeva come un forsennato e ogni tanto faceva ruotare il cazzo dentro il bacino della ragazza, facendo aumentare il piacere.

–          Non resisto più..sto per venire…fermatevi – provò a  dire lei,ansimando e vociferando come quando si è senza fiato. Io le alzai la testa e le misi un dito in bocca mentre continuavo a spingere; fece una venuta enorme, dalla sua figa, nonostante il mio cazzo, grondava del suo liquido, facendolo cospargere sul pavimento. Lei urlò facendo rimanere sconvolti tutti quanti, i nerd inclusi che la guardavano con aria quasi spaventata, mentre si masturbavano. La facemmo allungare per terra, ansimava velocemente, come una cagna quando fa caldo, allungata con la faccia sulla sua venuta, mentre dalla figa usciva ancora il liquido. Era uno spettacolo affascinante e rivoltante allo stesso tempo, era quasi morta dal piacere. Dopo essere stati due minuti a guardare lei a terra esausta la prendemmo e la portammo sul letto.

–          Credevi fosse finita? Dobbiamo ancora venire noi – disse il mio amico.

–          No… vi prego… basta..sto morendo dal piacere e mi avranno sentito tutti…che vergogna…basta vi prego..- rispose lei ansimando e implorandoci.

–          Zitta, e ora subisci ancora!  – risposi infilandole il cazzo nel culo,mentre il mio amico situato sotto di lei le penetrava la figa. Cominciammo a scoparla come prima, stessa intensità facendola godere, strillare, mentre la sua perversione cresceva, facendole colare la saliva dalla bocca.

–          Che puttana, ti piace proprio essere scopata! E per questo verrai ricompensata ancora di più! – affermò il mio amico mentre m’invitò ad allungarmi facendomela mettere sopra di me. Lui le alzò le gambe, quasi a formare una L del corpo della ragazza, e provò a mettere il suo cazzo dentro il culo già ripieno del mio ,lei implorava

–          No! Due cazzi nel mio culo no,non ci possono entrare e mi farete male! Fermatevi stronzi !- urlò lei

–          Zitta che ti piacerà! Vedrai come griderai, come ti umilierai ancora di più!- rispose lui.

Cominciò a spingere sempre di più, lei urlava e piangeva quasi, sembrava in crisi come in uno stupro. Alla fine introdusse il suo membro, non tutto, ma quel che basta per far strillare come una cagna la ragazza ormai persa nel piacere e nel dolore. Spingemmo velocemente, il suo buco era larghissimo, sentivo il cazzo del mio amico che strusciava con il mio. Le venimmo nel culo entrambi, prima io,e subito dopo il mio compare.  Ci togliemmo da lì. Il suo culo era ripieno di sborra calda che usciva colante,mentre la sua figa pulsava e cacciava altro liquido,troppa l’eccitazione della doppia inculata.

–          Rimani a dormire qui. È meglio. Domani mattina presto andrai nella tua camera.- dissi mentre con la carta igienica pulivo il culo e la figa e tutta la sua venuta.

Dormi nuda, nel letto matrimoniale, e noi due con lei, mentre ai due sfigati andò il letto a castello. Verso le sei la svegliammo. Si vestì e andò in camera sua.

–          Piaciuto ieri? – le chiesi accarezzandole le braccia

–          Tantissimo, nonostante mi avete umiliata ,ho goduto come non mai. Il mio sedere è dolorante. Non lo fate più. – rispose con tono deciso

–          Ma ti è piaciuto e poi noi siamo i tuoi padroni, ti abbiamo fatta godere ed era bellissimo vederti a terra.- disse ridendo il mio amico

–          Stronzi, ma comunque grazie padroncini, mi avete spaccato bene. Ci vediamo dopo. Buona mattinata. Vi voglio bene – rispose lei aprendo la porta delicatamente.

Ci salutammo con un semplice bacio casto. Tornammo a casa senza rivolgere la parola né a lei, né alle sue compagne di stanza. Era stata una gita stupenda per noi due,anche per i nerd, e la pompinara aveva avuto un bell’incontro ravvicinato. Meglio di così non poteva andare. Ma era l’inizio della fine….

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