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LA SPOSINA

By 13 Aprile 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Nadine era la figlia del mio miglior amico, compiva gli anni quando la violentai. Il fatto avvenne il giorno che il mio amico mi propose di accompagnare lui e sua moglie al mare, dove la ragazza era ospite di parenti. Avremmo festeggiato il suo compleanno, poi sarebbe rientrata in città insieme a noi.
Avvenne proprio così, il pranzo fu eccellente e anche la torta che seguì. Nadine spense ridendo le candeline, durante il brindisi il padre fece il solito discorso banale, infine ci mettemmo in strada.
Nadine ed io eravamo sul sedile posteriore, il padre tutto intento alla strada scambiava con noi rare battute, al suo fianco la moglie si informava della figlia, se si era divertita e se aveva conosciuto dei ragazzi interessanti. Nadine chiacchierò per circa mezz’ora, poi disse che aveva sonno, si appoggiò con la schiena al finestrino e chiuse gli occhi, io parlai ancora con i suoi genitori poi i miei occhi si fecero pesanti.

Mi ero appena assopito quando uno strano fruscio me li fece riaprire. La ragazza aveva posato una gamba sul sedile e si sventolava con la gonna scoprendo in modo sconveniente le cosce. Mi stava osservando, vide che la guardavo ma non smise di farsi aria sollevando ad ogni movimento la gonna leggera, lasciando che il mio sguardo vagasse su un’intimità che le mutandine semitrasparenti non nascondevano completamente, ma lasciavano vedere la macchia scura dei peli e il rigonfiamento del pube della svergognata.
Non sentii alcun desiderio ma solo imbarazzo per quell’esibizione. Nadine come molte ragazze della sua età era leggermente grassoccia nei fianchi, il seno era abbondante e tendeva in modo impertinente la maglietta. Aveva quello che si dice la bellezza della giovinezza, per il resto non mi sembrava particolarmente bella, i capelli erano castani, corti. Distolsi gli occhi e poco dopo mi assopii.

Forse fu il pasto abbondante o forse fu il movimento che faceva la macchina, il fatto é che mi venne un’erezione, aprii gli occhi, la ragazza dormiva incurante della gonna sollevata fino al ventre. Aveva poggiato un piede sul pavimento della vettura, l’altro era finito sul sedile dietro la mia schiena e aveva ripiegato la gamba, esibiva inconsciamente un’intimità nascosta solo parzialmente perché le mutandine troppo strette scomparivano nella curva delle natiche che l’impudica sua posizione rivelava.
Ripeto il mio assoluto disinteresse per quella ragazza, anche se non si fosse trattato della figlia del mio amico, non poteva destare in me nessun desiderio. Avevo allora trentasei anni e le donne non mi mancavano anche se in quel momento a causa delle vacanze estive ero rimasto solo in una città semideserta. Per questo motivo avevo accettato quella gita. Il mio pene la cui rigidità era dovuta a fattori puramente fortuiti, tendeva la stoffa degli shorts, ma non mi preoccupava più di tanto, la ragazza sembrava dormire e anche la moglie del mio amico si era assopita. Chiusi gli occhi e dopo un pò mi riaddormentai.

Sognai che una mano femminile mi accarezzava, il contatto era talmente reale che dopo non molto mi svegliai e poiché la carezza continuava, socchiusi gli occhi. Quale fu la mia sorpresa quando vidi che la mano era quella di Nadine! La giovane passava e ripassava le dita toccando attraverso la stoffa il membro teso. Alzai lo sguardo incontrando i suoi occhi, la svergognata continuò nella sua carezza quasi sfidandomi!
Ero irritato, ma non so perché volli provocarla. Il guidatore tutto intento al traffico autostradale era troppo occupato per accorgersi di quello che avveniva, portai la mano alla patta dei calzoncini e feci scendere la cerniera, scostando gli slips estrassi il pene poi presi la mano che la ragazza aveva ritirato e la portai sulla verga costringendo le sue dita a chiudersi su di essa.

Sentii che la stringeva Nadine, i suoi occhi ora erano fissi sul membro che aveva in mano, non ne sembrava spaventata perché cominciò subito ad esplorarlo con gesti lenti. . . Dopo un poco i suoi occhi incontrarono nuovamente i miei, la mia mano si posò sulla coscia della gamba ripiegata sul sedile, risalendone l’interno fino all’inguine e attraverso le mutandine passai le nocche sopra il suo sesso. Le guance di Nadine si imporporarono lievemente al contatto e quando premetti, schiuse le labbra in un sorriso ironico.
Toglile! – ordinai senza che nessun suono uscisse dalla mia bocca.

La ragazza comprese i movimenti delle mie labbra e facendo sì col capo si accertò che ne il padre ne la madre potessero vederla; si rimise seduta composta e con gesti lenti portò le mani sotto la gonna che aveva fatto ricadere e sollevando adagio il bacino sfilò le mutandine, me le mostrò prima di porle nella borsetta, poi sempre lentamente riportò come prima la gamba sul sedile e l’allungò dietro la mia schiena costringendomi a scivolare in avanti per farle posto. Portò un braccio sullo schienale anteriore e vi poggiò la testa fingendo di dormire, ma seguiva i movimenti della mano che aveva ripreso il mio pene.
Questa volta lo strinse forte. La mano piccola e grassoccia non riusciva neanche a farne il giro con le dita. Cominciò a far scorrere su e giù la pelle in una lenta masturbazione che i suoi occhi seguivano attraverso le ciglia abbassate.

La situazione si era fatta piccante, la posizione che avevamo assunto consentiva al padre di vedere tutt’al più i nostri visi, la madre avrebbe dovuto sollevarsi e guardare oltre gli schienali per vedere l’azione della mano della figlia. Rassicurato lasciai scivolare la mia mano lungo la gamba tesa della ragazza, mi attardai sulla pelle della coscia lievemente sudata, il contatto mi eccitò a tal punto che affrettai il mio risalire fino ad incontrare il suo cespuglio arruffato poi le mie dita lo frugarono separandone i peli. . .
Il sesso di Nadine era socchiuso e alquanto umido, mi sembrò di vedere la ragazza sospirare mentre passavo le dita sul rigonfiamento delle grandi labbra fino alla loro congiunzione, la feci fremere alla pressione che esercitai sul grilletto che trovai teso, riconobbi le labbra sottili, le seguii fino all’apertura della vagina. . .

Sospirò Nadine sentendo il dito scivolare nel suo grembo, accelerò istintivamente il movimento della mano sul pene facendone scorrere di scatto la pelle. La sua masturbazione cominciava a piacermi ma i movimenti che imprimeva al braccio non potevano sfuggire a lungo ai genitori! Fermai la sua mano con la mia e ne guidai il pollice perché lo muovesse sotto il glande, sul punto sensibile al termine del condotto gonfio.
La ragazza capì subito, appoggiandomi allo schienale mi abbandonai alla sua masturbazione che da allora divenne piacevole, ma non poteva bastare a soddisfare un libertino qual”ero allora. Vedevo le narici di Nadine fremere, le dita che giocavano col suo sesso erano diventate bagnate e scivolose, si mosse le labbra.

– Ti piace? – chiese. Risposi nello stesso modo muto:
– Si ma. . . lasciami guardare!-
La mano poggiata sullo schienale scese a prendere l’orlo della gonna, lo tirò fin sopra il ventre, ritirai la mia mano, la sua scese al suo sesso, le dita premettero i lati delle labbra grassocce aprendole.
– Eccola la mia micia. . . ti piace?- chiesero ancora le labbra mute.
Non risposi subito, vidi dapprima la carne rosea poi distinsi la cresta della clitoride singolarmente sporgente e sotto, le labbra sottili e brune dal rilievo singolare che diminuiva dove si apriva la vagina, vidi formarsi una goccia ambrata, scendere lentamente, superare il breve tratto della pelvi scomparendo poi nelle natiche socchiuse.

– Si, mi piace. . . –
– Anche il tuo coso mi piace. . .-
– Lo vuoi? – la sua mano lo strinse forte, esitò arrossendo prima di rispondere:
– Magari. . . –
– Allora trova una scusa per salire da me. – era una frase lunga, dovetti ripeterla prima che rispondesse:
– D’accordo! –
Le nostre carezze continuarono in un’intesa perfetta, fui io a riportare la gonna a coprire le sue gambe ma le mie dita continuarono ad andare in una vulva sempre più bagnata. Più di una volta Nadine dovette mordersi le labbra per soffocare i lamenti di piacere che salivano dalla sua gola. In quanto a me, la mia eccitazione divenne manifesta per le gocce che uscendo dal meato imbrattavano le sue dita rendendo piacevolmente scivolosa la mano che ora si muoveva lentamente su un membro più duro che mai.

Come in un sogno guardavo senza vedere, sfilare il paesaggio poi vidi avvicinare il casello autostradale, ritirai la mano da sotto la gonna di Nadine, lei coprì il pene col mio golfino e lentamente ritornò seduta. Quando l’amico si fermò per pagare il pedaggio eravamo composti.
– Siamo arrivati? – chiese Nadine fingendo di emergere dal sonno.
– Stai bene tesoro? – chiese la madre girandosi.
– Mi sono appena svegliata! – spiegò la fanciulla.
Eravamo ormai nel traffico caotico della città, lentamente mi ripresi dalla mia emozione, mi riaggiustai e quando finalmente fummo davanti casa mia, scesi perfettamente in ordine. Ringraziai della bella gita e salutai gli amici. Gia la vettura stava effettuando la manovra per ripartire quando Nadine quasi gridò:

– Aspetta! mi fermai, la ragazza aprì lo sportello spiegando:
– Salgo da Letizia. . . se Ric é tanto gentile da riaccompagnarmi!
– Certo, ma cosa devi fare con Letizia? chiesi tanto per stare al gioco.
– Cose nostre, non ti dispiace vero?
– Va bene, ti riaccompagno io.
La ragazza salutò i genitori che ripartirono, ci avviammo che il sole era ancora alto e il caldo soffocante. Letizia’ la sorella con la quale divido l’appartamento, aveva soltanto qualche anno più di Nadine ed erano grandi amiche, per questo la richiesta della ragazza non destò nei suoi genitori alcun sospetto, solo che. . . Letizia era in vacanza e questo Nadine lo sapeva!

In ascensore la ragazza non parlava, allora la presi fra le braccia per baciarla. Con mia sorpresa mi scostò brutalmente.
– Ric, cosa ti viene in mente! – disse irritata.
– Voglio scopare, ecco quello che ho in mente! –
– Sei un gran sporcaccione lo sai? –
Ero esterrefatto, trattenni la collera che sentivo salire. Arrivati al piano aprii la porta di casa, Nadine entrò spostandomi brutalmente.
– Letizia? – chiamò quasi gridando.
Anch’io ero entrato, chiusi col chiavistello e mi girai verso di lei.
– Letizia non c’é, lo sai bene! –
– Cosa? Letizia? – chiamò ancora, non ottenendo risposta, si voltò verso di me.
Riaccompagnami a casa! –

Era troppo! Una irritazione mai provata prima mi fece afferrare la ragazza, si dibatt&egrave mentre la stringevo, colpì il mio viso con pugni ridicolmente piccoli dicendo:
– Lasciami andare, guarda che grido! –
– Puoi gridare quanto vuoi, tanto nessuno ti sente! – ghignai.
Era vero, il caseggiato era deserto, non vi erano macchine nel parcheggio sotto casa. Nadine si guardò attorno smarrita, grosse lacrime spuntarono dai suoi occhi.
– Ric. . . cosa vuoi fare? – singhiozzò.
– Lo sai bene, voglio scopare!-
Oh no. . . ti prego. . . no. . . no. . . –

La sua disperazione ebbe l’effetto di eccitarmi enormemente, l’erezione ritornò subitanea, la ragazza con occhi sbarrati vide la gobba che deformava i miei calzoncini, indietreggiò lungo il corridoio ripetendo:
– No. . . no. . . –
Ora ero veramente allupato, con gesti febbrili mi sbarazzai degli shorts togliendoli insieme agli slip, sfilai la maglietta e nudo avanzai verso di lei brandendo con la mano il membro, agitandolo oscenamente.
Cosa? Prima ti piaceva il mio cazzo, lo volevi non ricordi? Ora lo prenderai con le buone oppure. . . –

Il corridoio svoltava ad angolo verso la mia camera da letto, ormai la schiena di Nadine era contro il muro, la ragazza mi guardava terrorizzata, piangeva girando attorno gli occhi con aria smarrita, vide la porta aperta, il letto disfatto, supplicò:
– No. . . ti prego. . . non voglio. . . non voglio. . . –
Ero vicinissimo, la schiacciai contro il muro dicendo:
– Sei una sgualdrinella, ti piaceva il mio cazzo quando lo avevi in mano vero? Non puoi eccitare un uomo e poi lasciarlo senza scopare! Lo senti com’é duro? –
Avevo parlato sollevando la sua gonna, mossi le anche facendole sentire contro lil ventre il turgore del membro, tentò di divincolarsi ma io la tenevo stretta cercando la sua bocca, lei muovendo il viso si sottraeva al mio bacio, raggiunsi la bocca aperta, singhiozzante. . . Avrebbe potuto mordermi quando spinsi la lingua, non lo fece e questo mi incoraggiò, la sua bocca aveva il sapore delle lacrime che colavano copiose, la frugai avidamente.

Mentre la baciavo la mia mano trovò il gancetto, lo aprì, la gonna aveva altri due bottoni, li disfeci con gesti febbrili, gettai lontano l’indumento, poi sollevai la maglietta. . . Per farlo dovetti scostarmi, Nadine non si ribellava più, come molte ragazze della sua età non portava reggipetto, le mammelle candide contrastavano col resto del corpo abbronzato rimasto scoperto nel prendere il sole, vidi il segno lasciato dalle mutandine del costume, i peli castani arruffati. . .
– Alza le braccia! – ordinai.
Ubbidì lasciandosi sfilare la maglietta, strinsi il corpo nudo, baciando ancora la sua bocca come un affamato, i seni contro il mio petto erano sodi, mi strofinai contro il suo ventre, spingendo sulle reni sentii il solletichio dei suoi peli contro i testicoli. Nadine respirava con affanno nella mia bocca ma rimaneva inerte con le braccia abbandonate lungo i fianchi, guidai la sua mano fra i nostri ventri, la strinsi sulla mia verga, allontanai il viso dal suo, la guardai.

– Se ti faccio cosi. . . va bene? – singhiozzò Nadine cominciando a masturbarmi.
– No, voglio scopare! – risposi ghignando.
Il suo sguardo si fece disperato, mi respinse con forza facendomi quasi cadere e con un grido corse in camera chiudendo la porta. Non fece in tempo a girare la chiave che mi gettai contro aprendola con una spallata; l’urto gettò la ragazza bocconi sopra il letto, fui sopra di lei, si agitò ma il mio peso la inchiodava. . .
– No, lasciami. . . no. . . no. . .- singhiozzò ancora.
Ormai era mia, mi mossi su di lei finché il pene trovò posto nel solco delle natiche tonde, prominenti, alitai contro la sua nuca:
– Ora ti fai scopare oppure te lo metto nel culo!-
La risposta che ricevetti fu il suo pianto, allora mi sollevai sulle braccia e brandendo il membro lo strofinai nelle natiche esposte.

– No. . . nooo. . . – urlò la ragazza.
– Allora girati! – ordinai.
Ero talmente infoiato che sicuramente avrei portato a termine la mia minaccia, annuì muovendo il capo, mi scostai. Con le spalle sussultanti per i singhiozzi si girò lentamente sulla schiena. Era come svenuta perché non oppose più resistenza, spalancai le sue gambe e mi adagiai su di lei, il viso rigato di lacrime non mi commosse, spalancò gli occhi quando sentì sulla vulva il glande cercare l’apertura della sua vagina. Singhiozzò:
– Ric. . . sono vergine. . . oh no. . . no. . .
La sua supplica non mi intenerì, spinsi subito, Nadine urlò sentendo il membro forzare le sue carni, aprì la bocca che coprii con la mia e mentre la mia lingua la frugava spinsi ancora di colpo lacerando l’imene e affondando nel suo grembo. Solo allora mi resi conto che il grido che la mia bocca aveva soffocato era il lamento di una vergine deflorata.

Se mi prese qualche scrupolo, il calore che avvolse il mio pene me lo fece dimenticare, cominciai un lento va e vieni in una vagina singolarmente scivolosa e dilatata, sembrava senza vita Nadine mentre la penetravo, gli occhi erano spalancati, rivolti al soffitto, la bocca aperta lasciava uscire un grido acuto ogni volta che affondavo in lei.
Era con una sorta di rabbia che la possedevo, era la prima volta che scopavo una donna non consenziente, nel tentativo di farla partecipare passai le mani sotto di lei sollevandola alle reni, baciandola sui seni ma Nadine rimaneva passiva, il capo riverso, le braccia piegate all’indietro sul cuscino, solo le grida che uscivano dalla sua gola dicevano che era viva.

Ansimavo su di lei cacciando il membro fino in fondo al suo ventre, scuotendo il corpo inerte, coprii la sua bocca con la mia, cercai la sua lingua, l’accarezzai, poi il piacere salì in me velocemente, era un piacere che non poteva appagarmi completamente ma che mi faceva rantolare nella bocca che gridava, gridava. . .
Presto, troppo presto ne sarei stato travolto, la ragazza percepì lo spasimo del mio orgasmo, sottrasse la bocca supplicando fra i singhiozzi:
– No Ric. . . non godere dentro. . . ti prego. . .
Estrassi appena in tempo il pene e schiacciandomi sulla sua pancia mi mossi, catturando ancora la sua bocca urlai il mio orgasmo eiaculando in lunghi getti che imbrattarono i nostri ventri, mi mossi ancora bevendo le sue lacrime poi lentamente ritornai in me.

Solo allora mi resi pienamente conto di quello che avevo fatto: avevo violentato una ragazza, vergine per giunta! Fui preso dal rimorso e vergognandomi come un ladro rotolai di fianco. La ragazza si sollevò sui gomiti, si guardò, vide il liquido chiaro che la bagnava.
Scostò la mia mano che con un lembo del lenzuolo cercava di ripulirla e piangendo corse in bagno. Ritornò poco dopo con l’asciugamano macchiato di sangue, me lo mostrò:
– Guarda cosa hai fatto! – Disse fra le lacrime.
Ricuperai i suoi vestiti e glieli porsi, lei li prese e ritornò in bagno. Imprecando contro di me mi rivestii rapidamente, Nadine riapparve vestita, prese dalla borsetta le mutandine, le infilò senza curarsi di me.

– Portami a casa! – Ordinò tirando su col naso. Prima di uscire si voltò.
– Dammi almeno i dischi che Letizia mi aveva promesso. – Disse.
Cercò fra i dischi, ne scelse due. Durante il tragitto, nessuno dei due parlò, guidai piano per dar modo alla ragazza di riprendersi, quando scese dalla macchina non piangeva più.
– Lo dirai ai tuoi? – Chiesi pieno di timore.
Non lo so. . . – E scomparve nell’androne.

Passarono i giorni senza che nessuno parlasse della mia malefatta. Benché rassicurato il rimorso mi perseguitò per mesi, per anni. Rividi ancora il mio amico, ma non rividi più Nadine, fui invitato al suo matrimonio dopo alcuni anni, finsi un viaggio per non andarvi; seppi che aveva sposato un piccolo industriale, che si era trasferita. . .
Il ricordo si affievolì ma non scomparve del tutto, molte donne attraversarono la mia vita ma non mi sposai. Dimenticai Nadine, ma un giorno mi riapparve davanti!
NADINE: LA METAMORFOSI

Trascorsero otto anni, il lavoro mi tenne occupato anche il mese di agosto, quel sabato pomeriggio vagavo per le vie del centro, il caldo insopportabile mi spinse ad entrare in una galleria d’arte, girai per le sale semideserte guardando i quadri esposti, passando il tempo nel piacevole refrigerio. Non c’era quasi nessuno e quelli che vedevo erano a me del tutto sconosciuti; fui dunque sorpreso quando una voce femminile mi apostrofò:
– Ma. . . Riccardo, sei proprio tu? –
Era una signora elegante, giovane e bella quella che mi parlava sorridendo,
stupita che non la riconoscessi.
Ric. . . che piacere rivederti, non mi riconosci? Sono Nadine! –

Mi porse una mano guantata di pelle chiara, la strinsi pieno di ammirato stupore. Mi ci volle del tempo prima di rendermi conto che avevo davanti proprio lei, Nadine! Come avrei potuto riconoscere in quella bella creatura la ragazzotta che. . . arrossii al ricordo.
Oh Nadine. . . – Farfugliai pieno di confusione.
Era bellissima nel tailleur leggero che metteva in risalto in modo discreto la sua figura aggraziata, i cappelli castani uscivano da un cappello dalla falda larga che ombreggiava il viso ovale dal bel nasino, solo gli occhi sapientemente truccati erano gli stessi, le labbra rosse si muovevano senza che ne capissi le parole tanto grande era la mia confusione. La sua risata cristallina mi scosse:
Ho tante cose da raccontarti sai? Usciamo?

Nel sole abbagliante ricominciai a sudare. Nadine invece sembrava a suo agio come se il caldo non la toccasse, era veramente bella come se la ragazza goffa che avevo conosciuta fosse il bruco che ora si era trasformata in una splendida farfalla, Ci sedemmo nel dehors di un bar e ordinai due coppe di gelato, ero incapace di parlare.
– Racconta! – chiesi per dire qualcosa.
– Mi sono sposata sai? Ho due bei bambini, il maschietto ha cinque anni, la femminuccia tre. . . tu? –
– Oh nulla, faccio la solita vita. . . Tu cosa fai qui? –
Sono venuta in città per fare delle compere, vengo sovente. . . –

Portarono le coppe, Nadine si tolse il cappellino, i lunghi capelli fluirono incorniciandolo il suo viso in modo incantevole, guardavo i gesti misurati della mano guantata che portava il cucchiaino alla bocca, la lingua rosa che intravedevo fra i denti. . . Il ricordo dello stupro che avevo compiuto riaffiorò facendomi arrossire.
– Cosa c’é Ric? – Il suo viso sorridente mi fece arrossire ancora di più.
– E’ che. . . mi devo scusare con te. – dissi abbassando gli occhi.
– Perché? –
– Otto anni fa. . . non ricordi? – Mi sembrava impossibile che avesse dimenticato.
Ti ho. . . violentata. Mi vergogno terribilmente! –

La sua risata mi fece alzare gli occhi, sorrideva sempre ma un lieve rossore imporporava ora le sue guance.
– Violentata? Mio povero Ric . . . non conosci proprio le donne! –
– Cosa vuoi dire. . . – ero incredulo, lei strinse la mia mano.
– Semplicemente che. . . non mi hai fatto niente che io non volessi! –
Ero esterrefatto, non riuscivo a spiccicare parola, ora mi guardava con tenerezza. Cielo com’era bella! Spiegò chinandosi graziosamente attraverso il tavolo.
Non capisci? Volevo fare all’amore! Durante le vacanze gli zii mi tenevano sempre d’occhio, non che mi sorvegliassero, no ma. . . Mi ero promessa che prima di compiere la maggiore età avrei fatto all’amore, non vi ero riuscita, allora. . . –

– Allora?
Ric. . . anche se eri più vecchio. . . oh scusa! Mio padre diceva che avevi molte donne. . . insomma ero curiosa di sapere se con me. . . mi piacevi sai? In macchina ho cercato di fartelo capire ma niente. Poi ho visto che. . . Ti ho toccato e anche tu. . . Mi hai fatto venire due volte con le dita. . . ma non mi bastava, allora sono salita da te. . . –
– Ma poi. . . non volevi! –
Sì che volevo ma mi sono detta che se sapevi che ero vergine non avresti accettato, allora ti ho costretto a. . . lo sai! La cosa per me difficile é stato fingere mentre provavo piacere, avrei voluto urlare la mia gioia invece di piangere. –

Il mio sguardo ebete la intenerì talmente che i suoi occhi si inumidirono.
– Per otto lunghi anni tu hai creduto. . . –
– Si. . . – mi guardò in silenzio poi:
– Sono io che devo farmi perdonare! –
– Cosa? – chiesi senza capire, lei si alzò senza terminare il gelato.
– Andiamo a casa tua! Hai la macchina vero? Va e. . . aspettami! –
La vidi allontanarsi, seguii con gli occhi la sua figura ancora incredulo finché scomparve alla mia vista. Pagai le consumazioni, andai alla macchina parcheggiata lì vicino e guidai veloce fino a casa nel traffico inesistente.

In fretta e furia cercai di mettere un po di ordine, riuscii anche a cambiare le lenzuola che già un discreto bussare annunciava il suo arrivo. Aprii la porta col cuore in subbuglio, lei entrò guardandosi attorno.
– E’ tutto come allora vero? – disse.
– Si, eccetto che ora vivo solo, Letizia si é sposata sai? –
Si tolse il cappellino, i guanti poi si avvicinò sorridente; osai posare le mani sui suoi fianchi, mi fissò con occhi dolcissimi mentre avvicinavo il viso, li chiuse quando le mie labbra sfiorarono le sue. . . Fu un bacio bellissimo era dai tempi della mia giovinezza che non gustavo delle labbra così fresche, fu lei a offrirmi la lingua, l’assaporai lungamente suggendola appena, non potei resistere al desiderio di stringerla contro di me. Dopo un po, si sciolse dolcemente.

– Se fai così mi sciupi il vestito! – disse.
– Allora c’&egrave solo una cosa da fare. . . – avevo ripreso sicurezza, lei sorrise.
– Lo so, toglierlo! – il suo sguardo si fece intenso.
Annuii, ora ero nuovamente in imbarazzo, dissi:
– Sono tutto sudato, scusami un attimo. . . –
– Si ma. . . fa presto!-
Mi recai in bagno, mi spogliai rapidamente e andai sotto la doccia, mi lavai, mi asciugai e indossai un accappatoio di spugna Dieci minuti dopo ero uscito, non vedendo Nadine, la cercai trovandola infine in salotto intenta a sbarazzare il divano delle varie cose che si trovavano, sulla sedia piegati con cura aveva riposto i suoi vestiti rimanendo con la sottoveste di seta rosa.

– Sei disordinato come mio marito. . . – Il fatto che avesse ricordato che era sposata mi mise a disagio, lei se ne accorse e mi sorrise.
– A proposito, mi lasci fare una telefonata? –
– Certo! indicai l’apparecchio sul tavolino, fece il numero, parlò sorridendomi mentre preparavo qualcosa da bere:
– Ciao amore. . . indovina dove sono? Da Letizia. . . si, ho fatto tutto. . . Ti dispiace se vengo domani? Sono otto anni. . . andiamo a farci una pizza poi. . . no sciocco niente distrazioni. . . si subito a nanna! E i bambini? Un bacione. . . si, ti amo. . . ciao! –
Vide come la guardavo e arrossì, mi sedetti accanto a lei sul divano offrendogli un bicchiere, lo sollevò nel brindisi.

– Alla donna più bella che abbia mai conosciuto! – dissi, toccò il mio bicchiere:
Al primo uomo della mia vita! – la guardai sorpreso.
– D’avvero? Neanche un amoretto? – vuotò il suo bicchiere poi:
– Qualche bacetto da ragazzini poi ho avuto due amori e nient’altro. . . lo sai, peccato che sia avvenuto in quel modo, ma ora. . . –
Posammo i bicchieri guardandoci intensamente, vide come fissavo le sue labbra, chiuse gli occhi. . . Questa volta il nostro bacio fu appassionato, travolgente, aspirò la mia lingua poi aprendo larga la bocca si lasciò esplorare tutta, sentii che prendeva la mia mano, la premeva sul suo seno. . .

La seta dell’indumento rendeva ancora più piacevole l’esplorazione del petto sodo, a quel contatto il mio pene si indurì rapidamente. Ora Nadine muoveva la lingua tesa nella mia bocca frugandola avidamente e appena vi serrai le labbra con un sospiro si lasciò suggere. Quando le bocche si staccarono, un dolce affanno sollevava i suoi seni; lei stessa fece scendere le spalline denudandoli.
Com’erano belli! Belli come lo sono i frutti appena giunti a maturazione, quando a non coglierli si commette peccato! Ricordavo le mammelle della ragazza Nadine, quelli che avevo davanti erano un’altra cosa, come se il passare del tempo li avesse compattati, rassodati, come se avessero preso la forma ideale del mio desiderio.
Erano opulenti come piacciono ai libertini, ben distanziati fra di loro, facevano una piega deliziosa senza pesare sull’addome, ricordavano la forma dei busti delle polene, solo che erano più belli, i capezzoli si ergevano in mezzo ad aureole larghe dal rilievo eccitante, rivolti all’insù.

Vi portai le labbra spostandole lentamente sulla pelle liscia che fremette al contatto, osai aprire la bocca su una delle punte, Nadine sospirò, appena lo lasciai mi offrì l’altro seno, era bello sentire fra le labbra quelle cosine dure che vibravano sotto la mia lingua, udire i sospiri eccitati che emetteva nel sentirsi suggere. . .
Quando mi staccai, fece scendere ancora l’indumento poi alzandosi gli fece superare i fianchi muovendosi sinuosamente finche l’ammainò lungo le gambe affusolate rimanendo nuda e talmente bella da sembrare un’apparizione.
Ero rimasto senza fiato, Nadine ora mi guardava sorridente, incurante dei miei occhi che scivolavano giù lungo il suo petto, la lieve bombatura dell’addome, il ventre deliziosamente piatto, le pieghe adorabili degli inguini che conducevano lo sguardo al vertice della V dove si indovinava il nido d’amore che un delizioso cespuglietto celava.

Niente avrebbe potuto descrivere quello che provavo, era ammirazione, adorazione, guardavo come inebetito quella bellezza perfetta, non riuscendo a saziarmi di quelle forme incantevoli e voluttuose, mi sentivo indegno di lei, come avrei potuto rendere il dovuto omaggio a tanta bellezza? Qualsiasi mia azione sarebbe parsa un sacrilegio, eppure il desiderio pulsava prepotente nel pene che la reclamava.
Fu Nadine a prendere l’iniziativa tirando la cintura dell’accappatoio che mi copriva, aprendolo e con gesti quasi materni togliendolo. Si sedette nuovamente e subito allungò la mano al pene dicendo quasi fra se:
– Oh il tuo cazzo. . . sai che ne ho avuto paura la prima volta? Era il primo che vedevo, ho creduto per tanto tempo che fossero tutti così. . . – riuscii a ridere:
– Cos’ha di diverso? – chiesi.
E’ grosso. . . lungo! Sai, ho avuto due fidanzati, nessuno l’aveva come il tuo, neanche mio marito. . . –

Parlando ne tendeva la pelle facendo risaltare il glande, vi portò l’altra mano per accarezzarlo poi proseguì:
– Mi era piaciuto prenderlo in mano. . . come mi piace adesso. Mentre te lo accarezzavo ho avuto voglia. . . Oh cosa penserai se te lo dico. . . –
Si era chinata, i suoi seni accarezzavano il mio petto, passai il braccio sulla sua schiena. . .
– Ora devi dirmelo! – la incoraggiai.
– Ho provato il desiderio di baciarlo, so che molte donne lo fanno. . . –
– Non l’hai mai fatto? –
No. . . in macchina non potevo, con gli altri non ho osato, neanche con mio marito. . . é così compito, per bene. . . –

Ancora suo marito! Ecco perché vi sono tanti tradimenti, il più delle volte avvengono perché molti uomini lasciano che le mogli abbiano delle curiosità, era il caso di Nadine. Respirai, era come le altre, spettava a me il dolce compito di colmare le sue lacune.
– Ora puoi farlo. . . – dissi spingendo dolcemente il suo capo.
Non si fece pregare oltre, chinò il viso posando le mani sulle mie ginocchia, le sue labbra bruciavano quando le sentii sul glande, spinsi ancora sul capo castano, la bocca si aprì e scese, umida, soave. . . Oh che sollievo sentire che lo teneva in bocca, rimase così un tempo che mi parve lunghissimo poi risalì, scese, risalì ancora. . .

– Oh Nadine. . . hai una bocca meravigliosa! – volse verso di me il viso.
– Ti piace? – chiese con un sorriso mesto sollevando il capo.
– Sì, tanto! –
– Anche a me piace. . . E’ una cosa brutta farlo? – chiese ancora preoccupata.
– No se dà piacere. . . e se lasci che anch’io lo dia a te. –
Questa volta arrossì, sentii che ora il membro era nelle sue mani, che lo stringeva.
– Oh vuoi baciarmi. . . – completai per lei la frase.
– Si voglio perdermi fra le tue cosce. . . baciare la tua passera, farti godere! –
Il suo sguardo disorientato mi fece pentire di aver fatto quella proposta, dopo qualche secondo sembrò distendersi.
– Ric. . . é il sessantanove che vuoi fare? Fai così con le altre? –
– Solo con quelle che mi piacciono e. . . tu mi piaci, lo sai! –
– Oh. . .e . . . cosa succede quando tu . . . io . . . –
Quando accadrà il piacere sarà così grande che . . . –

Arrossì ma non disse nulla, non ve n’era bisogno da come mi guardava, mi alzai tendendole le mani, lei capì e sorridendo si alzò anch’essa. Ci avviammo lungo il corridoio abbracciati come degli innamorati, come se la differenza di età non esistesse fra di noi. Forse fu quello che frullava nella mente di Nadine perché disse:
– E’ così che sognavo fosse col mio primo uomo, il mio sposo ideale eri tu sai? –
Ricordai la corsa di Nadine diciottenne, il suo spavento che credevo genuino, le sue lacrime quando sfogavo il mio istinto di maschio. . .
– Dimentichiamo quel giorno, cara, sei la mia sposina deliziosa e questa é la prima volta che facciamo all’amore vuoi? –
Si. . . dovrai insegnarmi molte cose! –

Giunti in camera corsi a tirare le tendine in modo che il sole filtrasse attutito. Quando mi girai Nadine stava togliendo la coperta leggera ripiegandola in fondo al letto, facendolo girava le spalle alla finestra dandomi modo di ammirare la sua figura china.
Cielo com’era bella e desiderabile! Non riuscii a trattenermi dall’appressarmi per incollare il ventre alle sue stupende rotondità, con un gridolino di sorpresa si raddrizzò reclinando il capo sulla mia spalla. Baciai l’attaccatura dei capelli sotto l’orecchio, ne mordicchiai il lobo accarezzando i seni duri, prendendo fra le dita i capezzoli che massaggiai, le sue mani cercarono dietro di se la verga tesa. . .
– Una cosa ho già imparato: ad amare il tuo cazzo, lo voglio amore, lo voglio! –
Sfuggendo al mio abbraccio si girò offrendomi la bocca. Mi tuffai in essa baciandola golosamente, sentii che mi afferrava dietro le cosce stringendomi contro il suo ventre facendomi sentire i peli soffici contro la verga e la morbidezza della vulva che aprendo le gambe strofinava contro i miei testicoli.
Aspirai la lingua che mi offriva mentre le mie mani scendevano lungo la schiena liscia, l’avvallamento delle reni serrandosi sulle natiche piene che separarono per percorrerne il solco con dita avide. Quando le nostre bocche si separarono, una luce particolare brillava nei suoi occhi.

– E’ tuo amore, prendilo. . . – dissi.
Lei si scostò per chinarsi fissandomi. Poi portò lo sguardo sulla verga eccitata mentre le sue mani la guidavano nella bocca aperta.
– Oh si cara. . . si. . . si. . . –
Guardavo estasiato il capo castano muoversi, vi era un’altra cosa che aveva imparato: a scorrere sul mio membro, lo faceva lentamente facendomi sentire il calore della sua bocca, teneva morbide le labbra prendendolo fino in fondo alla gola, stringendole nel risalire l’asta, a tenderne la pelle per rendere la carezza della lingua soave. . . Fu un lento bocchino il suo, quando mi udì sospirare mi spinse contro il letto facendomi sedere, sdraiare.
Tenendo sempre in bocca il membro si sollevò salendo anch’essa poi voltandosi si spostò lentamente sulle ginocchia, scavalcò il mio capo venendomi sopra. Sentii i suoi capelli solleticarmi le cosce, i seni pesare sul mio ventre, il turgore dei capezzoli irti, arretrò ancora. . .

Non credevo ai miei occhi, avevo sopra il viso la sua intimità esposta, aperta, l’inizio delle cosce accarezzavano il mio viso, non potevo saziarmi di seguire quelle stupende colonne che si innalzavano sopra di me conducendo il mio sguardo al bel sesso, pieno di ammirazione esclamai:
– Nadine. . .. é bellissima! – rise sollevando un attimo il capo.
– E’ sempre la stessa, ricordi? –
Non era proprio la stessa, ricordavo il cespuglio arruffato di allora, ora una peluria corta e rada copriva le grandi labbra lasciando vedere la pelle e salendo si divideva mostrando la clitoride nuda, lunga, il cui rilievo diceva della passionalità della sposina, proseguendo poi in un triangolino castano di peli appena più lunghi. Le cosce aperte su tanta bellezza erano lisce, la vulva socchiusa dalla carne di un rosa acceso profumava del suo desiderio, le labbra sottili e brune si innalzavano simili alle ali di una farfalla, declinando poi in corrispondenza dell’apertura umida della vagina

Il lettore ma sopratutto le lettrici vorranno scusare una descrizione tanto particolareggiata, spero non me ne vorranno se dico anche delle natiche aperte su un solco profondo ombreggiato da peli fini che rendevano la rosellina dell’ano straordinariamente conturbante. La mia esperienza in fatto di donne mi ha fatto apprezzare quella parte della loro anatomia così sovente trascurata, la mia contemplazione venne interrotta dalla voce di Nadine che lasciato per un attimo di sollazzare il mio pene disse:
– Ric. . . prendila. . . oh baciala, ti prego! –
Passai adagio le mani sui suoi fianchi seguendo la morbida curva del bacino proseguendo lungo le belle cosce, ne risalii l’interno fino a sfiorare le labbra gonfie poi premetti facendole divaricare le ginocchia, sentii ancora la sua bocca, poi prese a lambirmi tutto il pene.
Sentendo la calda lingua sulla mia asta, aprii maggiormente le sue cosce, il suo bacino si abbassò. . . Molte donne si vergognano a mostrare il sesso se non sentono qualcosa di speciale per il partner, allora non vi é limite alla loro libidine. Credo che Nadine provasse qualcosa di simile nel modo come mi leccava il membro. Pieno di gratitudine, esclamai ancora:

– Hai una fica bellissima! –
– E’ tua amore.-
Abbassò ancora il bacino offrendomi il sesso mentre la sua bocca riprendeva il glande, poi sentii la lenta carezza delle sue labbra lungo tutta l’asta.
– Oh cara . . . si cosi. –
Mi sistemai per guardare ancora il sesso della bella. Ammirai la pelliccetta che terminava dove iniziava il taglio delle labbra spesse, seguii con lo sguardo la peluria rada, ancora la carne rosa salvo in corrispondenza dell’orifizio della vagina scintillante per gli umori che già stillava.
Il profumo che emanava il bel sesso era il più dolce degli afrodisiaci e come se tutto ciò non bastasse, vidi oltre il breve tratto della pelvi, l’ano piccolo fra le natiche soffici e aperte. Gli inguini lisci completavano il quadro.

Mi afferrai alle sue reni posando le labbra sull’alto delle cosce incuneando fra di esse le guance. La pelle era straordinariamente liscia, tesi la lingua per lambire l’adorabile piega vicino al sesso, stimolato dal profumo che emanava la dolce fessura e dal piacere che mi dava la sua bocca scorrendo lentamente sulla mia verga.
Aveva imparato a muovere le labbra adagio, ne sentivo la carezza lungo tutta l’asta e il calore della gola sul glande, lo suggeva appena premendolo contro il palato, e . . . ricominciava.
Era bello sentire com’era eccitata. Protendeva il ventre offrendomi la vulva che la sua eccitazione inumidiva sempre più ma io esasperavo il suo desiderio passando la bocca da un inguine all’altro leccandoli piano fino a renderli bagnati di saliva. Nadine si contorceva sospirando finche spostò la bocca per supplicare:

– Amore, fammi sentire come lecchi la mia micetta. . . –
Vidi l’ingresso del giovane grembo, bordato da labbra pulsanti, ne seguii con gli occhi il disegno che terminava all’inizio della clitoride. Appena sfiorai con la lingua la piccola appendice, la sposina ebbe uno scatto.
– Ahhh. . . sai dove cominciare vero? Mhh piano amore, piano. –
Già stavo titillando la cara crestolina flagellandola con veloci colpi di lingua.
– Ahhh . . . ahhh . . . – Fece la giovane sposa. Subito riprese il membro scorrendo su di esso con la bocca diventata famelica.
L’effetto fu tanto sconvolgente che sfogai la mia lussuria mordicchiando il caro grilletto finché lei serrò le cosce.
– Oh non voglio venire subito . . . Piano ti prego! –
Ansimavo, il naso nelle carni madide, il viso stretto nella morsa più deliziosa che un uomo possa desiderare.
– Cara. . . Oh ci sai fare . . . si, facciamolo adagio. . . –
Le sue cosce si dischiusero ancora, le dolci labbra scesero lente sul mio pene, risalirono con un delizioso risucchio che mi fece sospirare. Spinsi la lingua fra le labbra sottili, la passai per tutta la lunghezza del taglio, dalla clitoride fino alla vagina aperta. Non resistetti e spinsi la lingua nel suo grembo, la mossi su e giù come fosse un fallo, la labbra incollate al sesso in calore.

I gemiti della donna accompagnavano la singolare penetrazione, oscena per molti, ma non per me, il dorso della sposina era percorso da onde che partivano dalla testa che con ampi movimenti scorreva sulla verga, e piano piano si smorzavano nella lenta oscillazione del bacino mentre strofinava il sesso contro le mie labbra.
Il viso accaldato incollato alle carni madide spostai le mani a palpare il bel culo aprendo le natiche per accarezzarne l’interno, sentii sotto le dita l’ano contratto le cosce si chiusero costringendomi a ritirare la lingua.
– Amore . . . se fai cosi, vengo subito é quello che vuoi? –
Non risposi ma forzai la bella ad aprire nuovamente le cosce. Ero eccitato al massimo, lei capi e riprese a scorrere sul membro con lenti movimenti delle labbra. Presi con delicatezza a suggere la clitoride, lei cercò nuovamente di chiudersi, ma non la lasciai, non lasciai il crestolina tesa che mordicchiai piano. Allora lei spalancò le gambe schiacciandosi sulla mia bocca e abbandonandomi il sesso.

Non lasciò più il membro ma accelerò i movimenti della bocca. Capii che stava per venire da come lo prendeva, lo succhiava, lo leccava, aiutandosi con le mani per aumentare il mio piacere, finché agli stremi, mossi istintivamente le reni spingendolo fra le labbra dolcissime, ritirandolo per spingerlo ancora mentre a piena bocca baciavo la sua vulva.
Ebbi la gioia di sentila muovere languidamente eseguendo una danza lasciva, ondulando il bacino con lunghi sospiri. Sentivo la sua bocca muoversi lungo un membro che già era giunto all’apice del piacere, le mani a seguire il movimento delle labbra trascinando la pelle, le sentivo sull’interno delle cosce, sui testicoli che palpava spingendo il pene in una bocca diventata famelica

Nadine era riuscita a portarmi sull’orlo dell’orgasmo. Era la prima volta che non riuscivo a padroneggiare i miei sensi, avevo appena cominciato e gia ansimavo sotto il sesso della bella sentendo il piacere salire in lunghe ondate che non potevo più controllare.
Mi arresi gemendo fra le calde cosce, leccando perdutamente la vulva bellissima, mischiando la mia saliva agli umori della donna anch’essa agli stremi che con lunghi lamenti continuava a ricevere il pene nella bocca dolcissima. La stanza si riempì dei sospiri e delle esclamazioni della nostra lussuria mentre i corpi percorsi da fremiti, sussultavano di piacere. Nadine senza lasciare il pene, allargò al massimo le cosce sul mio viso.
Mhhh . . . ahhh . . .ahhh . . . – Faceva la sposa senza smettere di far scorrere le labbra sul membro, succhiandolo, facendomi sentire il calore della lingua che lo massaggiava senza posa. Dardeggiai la mia nello spacco della vulva, lei si strusciò sulla mia bocca succhiandomi ancora finche . . . cominciai ad eiaculare.

Venni con getti ripetuti, in un orgasmo lungo e devastante, gemendo nella vulva che continuai a leccare finche anche la donna con un urlo entrò in orgasmo senza smettere di scorrere sul membro, ingoiando lo sperma che zampillando empiva la sua bocca .
Gemette, godendo senza ritegno a cosce aperte, lasciandosi frugare dalla lingua che percorreva il bel sesso; bevetti il suo piacere nella coppa delle sue carni mentre lei accompagnava il mio orgasmo col dolce movimento delle sue labbra.
Mi respinse con delicatezza e si alzò. Nella doccia, mentre l’acqua scorreva su di noi, sorrise timidamente mentre sussurrava:

– Hai un buon sapore lo sai? –
La strinsi nelle braccia baciando le labbra che mi avevano dato cosi tanto piacere. Anche se per il momento ero sazio, accarezzai il bel corpo, provando rammarico al pensiero che sarebbe partita.
– Sei stata deliziosa, anche per me é stato bellissimo! –
Ci asciugammo, poi ci venne sete, andammo in sala. Versai due bicchierini e mentre seduti sorseggiavamo i nostri liquori chiese:
– Non ti é dispiaciuto vero che sia rimasta? –
Mi guardava con apprensione, come temendo che la sua compagnia fosse di peso. Mi alzai e tolsi dalle sue mani il bicchiere, lo posai sul tavolo poi presi fra le mani il bel viso.
– No, ma come potrò mai ripagarti di tanto piacere? –
– Amore, spero che tu non sia gia stufo. . .
La sposina ingannata dal pene che pendeva inerte temeva che il mio desiderio si fosse esaurito, la rassicurai:

– Come potrei rinunciare a te ora che ti ho ritrovata! Il mio rammarico é che queste ore passino troppo in fretta, lo sai che non mi sazierò mai di te! –
– Come sei caro Ric. . . sono tua, tutta tua! Oh si. . . amami ancora! –
Come brillavano i suoi occhi mentre parlavo, la sua risposta era un invito, un delizioso invito, vedendo che mi alzavo, si alzò anch’essa e mi precedette lungo il corridoio.
Le donne hanno un modo tutto loro di esprimere la loro disponibilità non soltanto con le parole ma anche con lo sguardo, con le movenze. L’incedere di Nadine nel breve tragitto per arrivare in camera prometteva momenti voluttuosi. Conscia dello sguardo del maschio che la seguiva, camminava con passo languido ancheggiando inconsciamente ma abbastanza da far oscillare le natiche paffute e tonde il cui sfregamento produceva un fruscio lieve ma talmente udibile da farmi immaginare nell’atto di aprirle e di immergervi il viso.

La bellezza delle donne si manifesta agli uomini in modo differente a seconda dell’età Della nostra età perché loro sono belle a tutte le età adatte all’amore, a quindici anni ammiravo i visini delle mie coetanee, le loro figure snelle, il petto nascente che tendeva la stoffa delle loro camicette, con l’avanzare degli anni furono le gambe che attiravano la mia attenzione, le cosce che riempivano le gonne e i jeans attillati mi facevano sognare.
Poi con l’avvicinarsi della maturità furono le rotondità a calamitare i miei sguardi ed erano quelle che ora ammiravo! Nadine aveva uno dei più bei fondoschiena che avessi mai visto, la deliziosa caduta delle reni, la vita sottile accentuavano la forma dei glutei abbastanza prominenti da provocare il mio desiderio. Due fossettine adorabili sul nascere delle natiche si muovevano su e giù in sincronia coi passi della sposina, il mio desiderio si fece tanto forte che quando varcai la soglia della camera ero nuivamente in erezione.

Nadine sistemò i cuscini e salì sul letto appoggiandovi la schiena, vedendo la mia emozione sorrise compiaciuta:
– E’ così che mi piaci, con il cazzo duro! – disse.
– E’ la tua bellezza che l’ha fatto rizzare. . . –
Rise della mia galanteria da quattro soldi, mi guardò salire, avvicinare, raccolse i piedi contro il sedere e aprì le ginocchia poi impudica e bella mi tese le braccia.
– Vieni amore. . . dammelo subito. . . lo voglio, lo voglio! –
Come sono eccitanti le donne quando reclamano il coito, Nadine non era diversa dalle altre! Lasciò che prendessi le sue caviglie le sollevassi alte aprendo le sue gambe, sentii il calore delle sue natiche contro le mie ginocchia, le sollevai poggiandole sulle mie cosce, sentii la morbidezza della sua pelliccetta solleticare la mia verga, le sue gambe avvinghiarsi alla mia schiena. Mi chinai su di lei.
Oh dammelo. . . dammelo. . . –

Quasi mi supplicava tanto era grande la sua voglia, la sua mano afferrò l’oggetto del suo desiderio, ne strofinò il glande nella vulva, lo puntò. . . Anche con gli occhi implorava la penetrazione ma io. . .
– Non ancora amore. . . – la delusione increspò le sue labbra.
– Perché, cosa vuoi fare? – parlai contro le sue labbra:
– Abbiamo tutto il tempo, voglio conoscerti. . . tutta! –
– Non abbiamo ancora. . . e poi non mi conosci già? –
– I miei occhi ti conoscono, non la mia bocca, la mia lingua. . . –
– Ohhh. . . –
Un lampo di lussuria attraversò gli occhi bellissimi, appena sfiorai le sue labbra, le dischiuse, ne lambii l’interno ritrovando il sapore del liquore che aveva bevuto, lo trovai ancora sulla lingua che protese e che aspirai prima di scendere sul mento. Dovetti fare uno sforzo per non immergere nel suo grembo il membro che la sua mano spingeva ancora e che lasciò quando capì che non avrei desistito dal mio intento.

Rovesciò la testa per darmi modo di percorrere la sua gola, il suo petto fino all’avallamento fra i seni, sospirò quando risalii una mammella, ne feci il giro con la lingua ricoprendola di saliva, gemette sentendo che ne prendevo in bocca la punta giocando col capezzolo, scompigliò i miei capelli sospirando estasiata sentendolo vibrare mentre lo flagellavo con piccoli colpi.
– Mhhh. . . – sollevai il capo, ora le sue guance si erano imporporate.
– Ohhh. . . mi piace. . . mi piaaace. . . – disse muovendo il busto.
Quando anche l’altra sua punta ricevette l’omaggio della mia bocca, le sue gambe si sciolsero dal loro abbraccio, le presi alla piega delle ginocchia spingendole ai due lati del suo busto riprendendo l’esplorazione del bel corpo. Ora era impaziente Nadine, arretrai perdendo il contatto dei nostri sessi, spostai la bocca aperta di qua e di là bagnando di saliva la pelle bruciante dell’addome, le sue mani mi spinsero giù, sentii il ventre fremere, lo lambii adagio.

– Amore. . . oh ti voglio sulla passera. . . sapessi quando me la toccavi in macchina. . . immaginavo di avere lì la tua bocca! Oh avresti voluto baciarmela? –
Guardai il cespuglietto castano e sotto, la ferita aperta del suo sesso e dissi:
– Si se solo avessi potuto. –
– Oh si. . . fallo adesso. . . la vedi la mia passera? Ti aspetta sai. . . –
Non lo feci subito ma lasciai vagare la bocca per il ventre aprendo maggiormente le sue cosce per esplorarlo tutto fin sulla vita, sul nascere del bacino, sentii la sua pelle accapponarsi mentre mi tuffavo nel suo ombelico. . .
– Amore. . . perché non ti giri e . . .non me lo dai in bocca? – sospirò.
La mano spinse ancora il mio capo, incontrai i peli soffici, li frugai cercando la pelle sottostante, percepii il rilievo del monte di Venere, il profumo del suo desiderio colpì le mie narici mentre la guancia contro la sua coscia scendevo seguendo il gonfiore delle grandi labbra, lambii la pelvi, il naso immerso nella vulva in calore, il sapore del desiderio che la vagina stillava mi fece osare spingere la lingua sulla rosellina dura dell’ano. La sposina tentò di sottrarsi.
Ric. . . cosa fai. . . no. . . no. . .-

Ma io le mani sotto il bel sedere lo spinsi in alto per immergere il viso fra i glutei, lambendone il solco. . . Dopo qualche movimento convulso la sposina si arrese lasciandomi titillare il conturbante orifizio mentre continuava a ripetere:
– Perché Ric. . . perché. . . perché. . . –
– Perché mi piace . . . lo voglio! –
L’avevo detto! Prima che la bella potesse ribattere avevo lasciato la rosellina bagnata di saliva come il solco delle suae stupende natiche e già la lingua stava risalendo lungo il bordo dell’altro labbro grassoccio seguendo il contorno del suo sesso mantenendo sempre sollevato il suo sedere. Incontrai nuovamente la striscia dei peli pubici, cercai il suo grilletto, lo trovai teso, sensibile alla mia lingua. . .
– Ahhh. . . – si lamentò la bella.
Passai ripetutamente la lingua sul delicato rilievo. Ora Nadine respirava rumorosamente incontrai i suoi occhi attraverso la valle dei suoi seni, vidi le sue mani spostarsi lungo il suo ventre, sentii che con le dita si apriva la vulva offrendola alla mia bocca. . .
– Amore. . . prendila la mia fica. . . baciala e. . . succhiami! Mhhh. . . così. . . –
Avevo stretto le labbra sulla clitoride, la succhiai come chiedeva, poi la mia lingua scese, sentii pulsare le labbra sottili che separava, la immersi nell’apertura della vagina, la mossi gustando il sapore della sua eccitazione, il mento fra le sue natiche, sull’orifizio bruciante del suo culo.

– Oh é bello. . . é bello. . . – esclamava Nadine fra i sospiri.
Schiacciai la bocca sulla vulva baciandola come si bacia una bocca, lambii le dita che la mantenevano aperta, non si sottrasse quando stuzzicai nuovamente l’ano.
– Ric. . . cosa fai. . . cosa fai. . . – protestò appena.
Ora era pronta! Mentre mi alzavo in piedi, la donna rimase nella stessa posizione spezzata, avanzai con le ginocchia divaricate sopra le sue gambe ripiegate, lei prese il pene, lo inclinò puntandolo nell’apertura del suo grembo. . . Flettendo le gambe entrai lentamente in lei schiacciando le sue cosce sotto le mie natiche.
– Ahhh Ric. . . mhhh. . . tutto. . . tutto. . . Ah si. . . si. . . –
Com’era calda dentro Nadine, mi sollevai e mi abbassai, lei mi guardava con un’espressione di stupore, il viso incorniciato dalle mammelle che la sua posizione faceva quasi sfiorare le sue guance, i capelli sparsi sul cuscino come un’aureola. Scorrevo in lei senza incontrare attrito in una vagina talmente bagnata che capii subito che il nostro sarebbe stato un amplesso lungo e appagante. Già dei lamenti dolcissimi uscivano dalle rosse labbra aperte. . .

Contemplavo il viso angelico che un lieve rossore colorava, mi alzavo e mi abbassavo ritmicamente staccandomi dalla visione del bel viso per percorrere estasiato il corpo riverso, la piega che l’addome faceva col ventre, il triangolo dei peli umidi dei miei baci, la vulva nella quale mi immergevo, mi ritiravo, le piccole labbra accompagnavano il risalire del membro, si ritiravano scomparendo per poi riapparire quando emergeva.
Le dita che mantenevano ancora la vulva aperta mostravano la carne rosea mettendo in risalto la clitoride luccicante di saliva, vi portai le dita facendola sussultare.
Amore no. . . mi farai venire. . . oh fammi godere ancora! Ahhh. . . é così bello come me lo dai che lo sento. . . tutto! –

Le piaceva eppure i movimenti che facevo erano tutt’altro che estetici, il mio immergermi fra le sue cosce come se piantassi un palo erano osceni, anche il mio cavalcarla come se contasse solo l’entrare del membro nella sua vagina era orribile ma Nadine tutta presa dal suo piacere non se n’accorgeva. . . Mi tese le mani, le dita intrecciate alle mie, le braccia tese accompagnava la mia monta con piccole grida che mi spronavano ad accelerare i colpi.
Ha. . . ha. . . ha. . . così amore. . . così. . . così. . . oh sbattilo forte. . . fammi male. . . siiii sfondami! Ahhh. . . aiahh. . . continua. . . ahhh adesso. . . adessooo. . . Sto venendo, sto venendooo. . . ahhh. . . ahhh. . . Sborra amore. . . dammi il tuo seme. . . riempimi! –

Malgrado la montassi come un forsennato non riuscii a raggiungere il piacere ma ebbi la gioia di sentire gli spasimi del suo orgasmo stringere il membro rallentandone la corsa, capii che le facevo male e mi sollevai permettendole di distendere le gambe poi mi allungai su di lei baciando la sua bocca e con un lento scorrere completai il suo godimento.
Ora che si stava riprendendo sollevai il viso. Gli occhi di Nadine brillavano di contentezza.
– Ric. . . é stato meraviglioso! La senti la mia fica? Batte ancora. . .
Era vero, percepivo le sue pulsioni stringere piacevolmente il pene che lentamente facevo scorrere in una vagina più scivolosa che mai, sentii i testicoli bagnati del suo piacere, il suo viso si fece preoccupato, i suoi occhi ansiosi:
– Oh, e tu? Volevo sentire i tuoi schizzi. . . –
– Li sentirai. . . –
– Allora godi amore. . . si godi. . . –
– C’é tempo sai? –
Rimasi immobile dentro di lei gustando le sensazioni che mi dava il calore del suo grembo, il corpo sotto il mio era morbido e sodo allo stesso tempo, i suoi polpacci allacciarono i miei, li mosse adagio. . . Oh com’erano calde le sue cosce, duri i seni che il mio petto schiacciava, turgidi i capezzoli che Nadine muovendo il busto voluttuosamente mi faceva sentire.

– Oh il tuo cazzo, lo sento duro. . . grosso. . . mi piace, lo vorrei sempre! –
– Sarà sempre tuo, tutte le volte che vorrai. –
– Basterà una telefonata? –
– Si. . . –
– E se sei con un’altra donna? –
– Per te ci sarò sempre! –
Sorrise compiaciuta, cercai la sua bocca, si lasciò baciare accarezzandomi la schiena e mentre le lingue si allacciavano, passai le mani sotto le sue reni, le sollevò dandomi modo di palparle il sedere, le cosce e all’interno di esse le labbra della vulva. . .
– Anche la tua fica mi piace. . . –
– Lo so. . . l’ho capito da come la baciavi! – mi sollevai sulle braccia.
– Mi piace anche baciare i tuoi seni. . . –
Vidi dalla sua espressione che Nadine era orgogliosa dei suoi seni, vi calai la bocca catturando fra le labbra un capezzolo. Sollevai il capo udendola dire:
– Anche a me piace come li baci. . . –
Mosse il busto mettendoli in mostra, li accarezzai piano, erano caldi, sodi. I capezzoli si tesero maggiormente, la sposina soffocò un gemito.
– Mhhh. . . ohhh. . . –
Posai le labbra sui bei promontori e a piccoli baci ne feci il giro, lei mi tendeva le mammelle che sembravano bruciare sotto le mie labbra, sospirò quando aprendo larga la bocca feci entrare parte di una di quelle meraviglie. Gemette nel sentire la mia lingua flagellare i capezzoli sensibilissimi.
Ohhh . . . Fa male ma mi piace, mi fa venire voglia. . . –

I sospiri della donna e il calore del suo grembo ebbero su di me un effetto immediato, sentii il pene pulsare di eccitazione, lasciai il seno e mormorai sulla sua bocca.
– Cara, la conosci la mia voglia! –
Mentre la baciavo, sentivo le sue mani scendere lungo il mio ventre fino ad accarezzare il pene, ci scambiammo lunghe schermaglie con le lingue, mi attirò in se lasciandosi frugare a bocca aperta.
Esplorai il suo palato, le gengive, mi tese la lingua che succhiai, eccitato dalle mani che si muovevano sul membro in una lenta masturbazione. Quando mi sollevai, disse stringendo la verga:
– Oh fammelo ancora vedere! –
Mi sollevai in ginocchio e avanzai fermandomi col ventre sopra il suo viso. Lei fissò l’asta tesa esclamando piena di meraviglia:
– Che bello! Non pensavo che mi piacesse così. . . –
Ridendo mi tirò sopra di se. Era tremendamente eccitante vedere il pene oscillare così vicino ai suoi occhi pieni di curiosità, intanto lo toccava, facendo andare le dita dal glande ai testicoli, allontanandolo e avvicinandolo agli occhi dicendo infine:
Ohh, mi piace toccarlo! Dimmi, cosa vuoi che faccia. . . Ti piace cosi? –

La dolce sposina riprese a masturbarmi lentamente seguendo con gli occhi il movimento della mano. . . Era talmente piacevole che la lasciai fare per un po poi mi spostai con dolcezza, presi il pene dalla sua mano e strofinai il glande su uno dei capezzoli.
– Ecco. . . cosi, ti piace cara? –
Sentii il capezzolo fremere al contatto, era teso e ancora bagnato della mia saliva, vedevo il bottoncino di carne piegarsi ad ogni passaggio del pene e raddrizzarsi vibrante di eccitazione mandando in visibilio la donna.
– Oh si. . . mi piace, é bello trastullarsi con il cazzo prima di scopare, oh insegnami tutto! –
Con un movimento del busto mi tese l’altra mammella, allora mi sollevai e con una gamba la scavalcai, poi con le ginocchia ai due lati del suo corpo accarezzai col pene i bei seni, ne apprezzai la morbidezza, il turgore dei capezzoli . . ..
Nadine esprimeva il suo gradimento con lunghi sospiri arrivando ad imprigionare il membro con le mammelle strette nelle mani per farmi scorrere fra di esse con lunghi movimenti che mimavano il coito. Ormai la mia libidine era giunta al culmine, mi sollevai e posando le mani sul cuscino dietro il capo castano, spostai il bacino in avanti in modo da far ondeggiare il pene sul bel viso, sfiorando le sue labbra.

– Prendilo, é tutto tuo! – esclamai.
Temendo di averla offesa, chinai il capo pronto a scusarmi ma non fu necessario. La donna si scostò, ma fu per meglio guardare il membro poi con entrambe le mani lo premette sulle labbra socchiuse, vidi la lingua rosa e. . . Fremetti nel sentire il suo calore umido sul condotto gonfio mentre lo lambiva con piccoli colpi.
– Oh cara. . . mi piace . . . mi piace . . . –
Adagiai il ventre su di lei e mossi avanti e indietro il pene perché lo lambisse tutto, le sue mani furono sulle mie reni, poi sulle mie natiche a dare il ritmo al mio movimento. Mi lambì a lungo, dal glande ai testicoli mentre sospiravo di piacere, quando infine mi sollevai, il pene era completamente bagnato della sua saliva. Si asciugò il viso col dorso della mano.
– Amore, sapessi com’é eccitante leccare il tuo cazzo. . . Voglio farti godere ancora. . . –
Gia mi stava attirando sulla sua bocca, la fermai e mi spostai per baciare le belle labbra.
– Amore, anch’io voglio farti godere. –
Ti voglio, ti voglio dentro. . . Oh dammelo nella pancia. . . Oh lo voglio. . . dimmi come devo mettermi!

La spinsi dolcemente, lei si adagiò guardandomi con desiderio incontenibile prendere posto fra le sue gambe. Lei stessa le sollevò mentre mi chinavo per poggiarle ai lati del mio collo. Strusciai il membro sulla fica, poi lo inclinai per strofinarlo nelle suoi glutei.
– Oh cara. . . lo sai che mi piacerebbe mettertelo nel culo? –
Sentivo contro il glande il calore delle belle natiche e fremevo dal desiderio di violare quelle carni così tenere. La posizione della sposina era propizia, i bei globi erano aperti e esposti, senza difesa. . .
Mossi piano il membro nel solco che la mia saliva aveva reso scivoloso, sentii sotto il glande l’avvallamento dell’ano. . . La bella sposina tratteneva il respiro, infine sospirò:
– Mi piace. . . lo sento duro. Ohh cosa vuoi fare. . . – spinsi appena.
– Ahhh si, fammelo sentire. . . Ahhh! ! ! –
Spinsi ancora, Nadine chiuse gli occhi, le sue mani mi afferrarono alle cosce attirandomi, mi sollevai. Il membro era oscenamente puntato nelle natiche bagnate e calde, sentivo le pulsazioni dell’ano mentre la donna con le nari dilatate aspettava la penetrazione che lei stessa aveva favorito.

– Dammelo. . . ora lo voglio nel . . . lì! Si. . . voglio provare! –
Folle di lussuria, premetti sul pene con tutto il peso. Nadine forse non pensava che avrei veramente forzato il suo posteriore, quando capì che il membro stava aprendo il suo sfintere, si irrigidì e urlò ma inutilmente. Il membro si fece strada nei glutei caldi, sentii l’ano cedere, dilatarsi lasciando passare la verga che lentamente affondò nelle interiora della sposina urlante.
– Ahhhh. . . ahiaaa. . . Nooo! ! ! –
Urlai anch’io di dolore tanto era stretta Nadine, ora la donna si lamentava debolmente:
– Ohhh. . . mi hai fatto male! –
Sentivo il calore delle sue viscere ma non provavo piacere. L’ano stringeva la base del pene come in una morsa, rendendo il coito impossibile.
– Scusa cara. . . ti ho fatto male? Scusami amore. . . –
Lei mi guardava con gli occhi pieni di lacrime, si sforzò di sorridere.
– No. . . la colpa é mia, ho voluto provare. . . Non vuoi più scopare con me? –
– Cosa dici sciocchina! Ti desidero tanto. . . aspetta!
Mi sollevai facendo attenzione di non farle altro male e lentamente estrassi il pene dalle tenere natiche. Nadine si morse le labbra ma non pot&egrave trattenere un lungo gemito. Guidai il glande fra le labbra della vulva e chinandomi sulla sua bocca la penetrai dolcemente.

Sospirai sentendo la carezza del bel sesso attorno alla verga, la sua vagina era piacevolmente scivolosa e ogni movimento dei nostri sessi si traduceva per entrambi in un raffinato piacere. Spostò le gambe stringendo le mie reni e gli occhi nei miei occhi, mosse il corpo, sospirammo entrambi, lei si mosse ancora dicendo estasiata:
– Ohhh. . . e’ la seconda volta che mi scopi, la senti la mia fica? E’ fatta apposta per il tuo cazzo! –
Era bellissima, il piacere l’aveva trasformata, il suo ventre era caldo e trasmetteva al mio pene i fremiti della sua eccitazione. Mi tese la lingua che leccai avidamente facendo scorrere piano il membro fin quasi ad uscire dalle sue carni, poi continuando a lambire la cara appendice, affondai sospirando:
– Ohh si. . . cosi dammela. . . –
– Eccola. . . per il tuo cazzo! –
– Ahh prendilo é tuo. . . per la tua fica deliziosa! –
Godeva senza ritegno facendo forza sulle gambe per venire incontro al membro, ricevendolo con piccole grida felici. Raddoppiai i colpi che scuotevano il giovane corpo, la montavo con frenesia, cercando il piacere nel suo ventre, ancora e ancora, i testicoli urtavano le belle natiche mentre il pene come un ariete si faceva strada nelle carni delicate.

– Ahhh. . . ahhh. . . E’ bello sentirlo andare su e giù! Oh dammelo! Che bello scopare. . . mhhh!!! Ti piace come te la do? –
Passò le braccia attorno al mio collo, puntai le mani ai lati del suo capo e mi inarcai. Nadine rimase sospesa, le braccia e le gambe strette, avvinghiate, il membro interamente immerso nel grembo bollente.
– Oh cara. . . cara. . . cosa vuoi fare? –
Non terminai, gli occhioni scuri avevano una luce insolita, quasi disperata mentre una espressione sofferente piegava la sua bocca.
– Amore, sto per venire! –
Posai la bocca sulla sua in un lungo bacio, lei si irrigidì sulle gambe e sulle braccia, sentii la vulva scorrere lungo la verga mentre i capezzoli tesi strusciavano contro il mio petto. La bella gemeva nella mia bocca, oscillava adagio facendomi sentire la sconvolgente carezza della vagina nei primi spasimi dell’orgasmo.

Lasciò il mio collo e ricadde sul cuscino a braccia larghe, la presi sotto il sedere e sollevandomi la penetrai con lunghi colpi di reni che scossero il bel corpo facendo oscillare le mammelle deliziose mentre la sposina urlava il suo piacere.
– Ah godo. . . dammelo. . . Ahhh che bello. . . ahhh sto. . . venendo! –
Era bellissima, il corpo flessuoso piegato ad arco toccava il giaciglio solo con l’estremità del capo, i suoi seni tremavano ad ogni colpo che affondavo, stringevo le sue chiappette, le dita nel solco del culo delizioso erano bagnate degli umori della vagina in calore, godevo anch’io, la calda fica accarezzava la verga eccitata e dura mentre entrava e usciva di fra le belle cosce trasmettendomi un piacere che aumentava ad ogni affondo finche . . .
– Ihhh. . . sto venendo! Ahhh. . . amore, adesso. . . adessooo! Ahhh!!!
Vedendo il bel corpo scosso dall’orgasmo accelerai i colpi nel giovane ventre oltrepassando i limiti del piacere e venni facendo provare alla sposa l’emozione di sentirsi irrorata dallo sperma.
Molto più tardi mi ritirai da lei e portai la sposina sognante sotto la doccia mentre lei copriva il mio viso di baci.
Dopo, mentre mi asciugavo, non mi saziavo di ammirarla mentre In piedi davanti allo specchio si pettinava i lunghi capelli incurante della sua nudità come se fossimo amanti di lunga data. Fece una smorfia divertita vedendo la fila di vasetti allineati, ne sollevò uno.
– Vivi con una donna vero? Puoi dirmelo, non sono gelosa. –
– No ma. . . ogni tanto una donna viene a trovarmi. –
– E’ naturale che tu abbia qualcuno. . . é giovane, bella? – chiese.
– Si, é molto bella ma non é giovane. . . ha solo qualche anno meno di me. –
Non dissi che Elisa era una cara amica. Aveva quarantadue anni, l’età ideale per un’amante con la quale si può fare tutto. Nadine dovette intuirlo perché chiese:
– Anche a lei lo hai messo nel. . . –
– Si. . . –
– E. . . non gli fai male quando. . . –
– Forse la prima volta, poi non più. –
– Ma. . . non si vergogna? Insomma. . . é un posto brutto!
Non é brutto, é bellissimo e poi. . . si prepara. –

Aprii l’armadietto e gli mostrai l’irrigatore. Lei lo prese, guardò con curiosità il lungo tubicino e quando ne capì l’uso arrossì.
– Adoperi anche questo? – chiese mostrandomi il vasetto di vaselina.
– Le prime volte. . . ora non serve più. –
– Ah. . . – esitò, infine si decise:
– Esci ti prego. . . ti raggiungo subito! –
Andai in salotto a prendere le sigarette e ritornai in camera. Avevo quasi finito di fumare quando Nadine riapparve rossa in viso con in mano il vasetto che posò accanto a se stendendosi la pancia in giù. Terminai la mia sigaretta, schiacciai il mozzicone nel posacenere e mi volsi verso di lei.
Le braccia incrociate sul cuscino sopra la sua testa, Nadine mi volgeva il viso guardandomi attraverso i capelli in una posizione di completo abbandono. Lunghe ciocche castane nascondevano i suoi lineamenti conferendole quell’aria fatale e ambigua che tanto piace a noi uomini, ne approfittai per ammirare liberamente il corpo candido che il costume intero col quale al mare doveva aver preso il sole segnava alle spalle e alle natiche parzialmente abbronzate che le rendevano straordinariamente eccitanti.
Mi sollevai sulle ginocchia, credo che Nadine vedesse l’erezione che alzava il mio membro perché vi portò una mano accarezzandolo pigramente finché lo strinse ormai duro.

– Mi sono preparata come volevi. . . – cominciò.
– Non sei obbligata sai? –
– Lo so ma. . . voglio che tu lo faccia! –
Ora che era pronta, non avevo fretta, lasciai scivolare le mani lungo la schiena fino all’avallamento delle sue reni, le lasciai risalire sui bei globi saggiandone la compattezza poi come guidate da volontà propria lungo le cosce abbronzate, poi all’interno di esse fino ad incontrare la pelle sottile vicino al sesso che sentii umido, sospirò quando vi premetti il taglio della mano. Il solco delle natiche era caldo, percepii i peli finissimi, l’ano duro, ne accarezzai l’avallamento. . .
– Ti piace? – chiese.
– Si, sei bellissima! –
Era vero, non avevo mai desiderato una donna come desideravo Nadine, ora la sentivo completamente mia. Soffiò sui capelli, vidi il suo occhio fissare la mano che lentamente faceva scorrere la pelle sul pene, tendendola per mettere in risalto il glande.

– Come si chiama la tua donna? –
La domanda mi sorprese, forse temeva il confronto con quella che in qualche modo considerava come sua rivale, risposi:
– Elisa. –
– E. . . ha un bel culo? Più bello del mio? – la domanda mi fece sorridere.
– E’ bellissimo ma. . . il tuo é diverso! Il tuo é un culo meraviglioso!
Sorrise compiaciuta, la mia mano era ritornata ad accarezzare il suo sesso, la sposina sollevò lievemente il deretano per permettere alle dita di seguire il taglio della vulva fino alla crestolina sensibile, sospirò quando vi premetti le dita.
– Perché qui ti sei depilata? – volevo distogliere la sua mente da Elisa.
– L’ho fatto prima di andare al mare. . . non ti piace? –
– Si, sopratutto quando te la bacio. . . non l’hai fatto da sola vero? –
– No. . . me lo fa la mia estetista. . . –
– E. . . facendolo te la tocca? – la parte del viso che vedevo arrossì.
– Per forza. . . perché lo chiedi? chiesi ancora perfidamente:
– Te la bacia anche? –
Me l’ha baciata una volta sola. . . oh Ric, sei tremendo, come hai fatto a capirlo? –

– Perch&egrave Elisa ha una palestra con salone di bellezza, quando le clienti si fanno depilare fra le gambe per poter indossare costumi ridotti, tipo ‘tanga’, sovente il sentirsi sfiorare il sesso le eccita a tal punto che Elisa le aiuta a rilassarsi, massaggiando loro la clitoride con le dita e se la cliente lo chiede, con la punta della lingua, ha fatto così la tua estetista? – esitò, infine rispose:
– Si. . . Oh cosa mi fai dire! Non volevo. . . mi ha colto in un momento. . . Solo che non glie l’ho chiesto lo ha fatto all’improvviso. Dobbiamo proprio parlare di questo? Non vedi che ho voglia? –
Aveva scostato del tutto i capelli dal viso non più arrossato, guardando apertamente la sua mano che andava su e giù lungo il pene menandolo con gesti bruschi. Lo lasciò per prendere l’unguento, ne svitò il coperchio sfidandomi con gli occhi.
– Vuoi ungermi il buchino? – chiese porgendomi il vasetto. scossi il capo.
– No. . . girati! – ordinai scendendo dal letto. Ubbidì.
– Vieni in fondo. . . – si tirò su seduta e strisciò in avanti.
Aspettai che poggiasse i piedi per terra poi presi fra le dita un po di unguento, lo spalmai sul glande poi su tutto il membro. Nadine seguiva i preparativi, volle completare lei l’operazione, era piacevole sentire le sue mani scivolare sull’asta dura! Quando ebbe finito le porsi un lembo del lenzuolo, ci asciugammo le mani unte, poi dolcemente la spinsi all’indietro, non si allungò ma poggiò le mani dietro la schiena per guardare mentre guidavo il pene nella curva delle natiche poi la presi alla vita e spinsi dolcemente.

– Ohhh. . . – fece sentendo la facilità con la quale l’ano si stava aprendo al glande, continuai a spingere lentamente e mentre la verga affondava nei suoi glutei un’espressione di sorpresa si dipinse sul bel volto. Quando fui tutto dentro di lei, sorrise timidamente.
– Oh cosi é. . . bello. . . bello. . . – disse.
Anche per me era bello il calore che avvolgeva il pene e la freschezza delle natiche nelle quali i testicoli premevano.
– Ti faccio male? – chiesi arretrando e affondando lentamente.
– Adesso no ma. . . il tuo cazzo é grosso e mi allarga talmente. . . –
Gli occhi nei suoi occhi presi a scorrere con colpi lenti cacciando il pene nel calore delle sue viscere, lei mi riceveva con sospiri che facevano tremare i seni bellissimi.
Amore. . . pensavo che mi sarei vergognata. . . Sai l’altra volta quando hai minacciato di mettermelo nel sedere se non mi lasciavo scopare? Ho avuto paura, invece cosi. . . mi piace, é come scopare. . . oh é bello, lo sento duro, lungo. . . arriva fin qui! .

Il suo dito indicò un punto sotto l’ombelico, per farlo dovette spostare il braccio, il mancato appoggio l’avrebbe fatta ricadere sul letto, la trattenni dietro la schiena e attirato dalla sua bocca vi posai la mia. Mentre la baciavo non lasciai di scorrere nelle natiche soffici, bevetti i suoi sospiri insieme alla sua saliva, estasiato dalla morbidezza dell’ano che accarezzava piacevolmente il membro e dalle lingue voluttuosamente allacciate, assaporando il piacere che saliva lentamente in entrambi.
Ero felice di sapere che la sposina gradiva quella penetrazione, lo scoprii dai lamenti fievoli che la mia bocca soffocava e che emetteva ad ogni mio affondo, le mammelle che il mio petto premeva facevano sentire la durezza graffiante dei capezzoli. Non resistetti al desiderio di calare la bocca su uno dei bei promontori, lo leccai avidamente, ne titillai il bottoncino mandando la bella in visibilio, anche l’altro seno ricevette l’omaggio della mia bocca.
Amore. . . ahhh. . . non pensavo fosse così. . . puoi fare forte sai? –

Adagiai la donna sul letto e mi raddrizzai. Nadine sollevò alte le gambe aperte, arrossì vedendo il mio sguardo scendere lungo il suo corpo e soffermarsi sotto il cespuglio castano, sulla vulva socchiusa che il membro respingendo il ponte pelvico faceva apparire più corta ma mostrava l’apertura rosea del suo grembo.
Accelerai sensibilmente gli affondi, gli occhi calamitati dalla vulva che si animava ad ogni entrare del pene nel bel culo, le labbra sottili e turgide che la bordavano si aprivano come le labbra di una bocca, la clitoride era gonfia, lunga, vi premetti le dita, la bella si lamentò:
– Ahhh. . . amore. . . sei terribile. . . mhhh. . . ah così mi fai venire prima. . . oh voglio godere con il cazzo nel culo. . . oh é bello. . . bello. . . –
La fica di Nadine era talmente desiderabile che sarebbe stato un insulto alla femminilità della sposina non immergermi in essa, lo feci repentinamente, uscii dall’ano e con un solo movimento scivolai nel suo grembo.
Mhhh amore. . . lo senti come sono bagnata? Oh il tuo cazzo. . . é bello come me lo fai sentire. . . ahhh. . . lo vorrei dappertutto, in bocca, nel culetto. . . nella passera. . . allo stesso tempo! Ohhh. . . non così. . . mi fai venire. . . mhhh. . . voglio godere. . . godere. . . ah mettimelo ancora nel culo. . . non resisto. . . non resisto. . . –

Era tremendamente eccitante vederla gioire, avevo abbracciato le sue cosce e con lenti movimenti delle reni scorrevo nella vagina scivolosa attento a non scatenare il suo orgasmo. Nadine le mani sotto i seni, li sollevava, li plasmava torturando con le dita i capezzoli, il suo capo andava selvaggiamente di qua e di là sul cuscino, mentre implorava fra i gemiti:
– No. . . no. . . lo voglio nel culo. . . nel culo. . . ah dammelo. . . dammelo. . . –
Vedendo che proseguivo nel mio coito, portò una mano slungo il ventre e afferrata la verga, la estrasse a forza e la guidò fra le natiche, fu con sollievo che la ricevette nell’ano.
La vulva rimase alcuni attimi aperta e da essa un rivolo ambrato scese oltre la pelvi sull’asta di carne che apriva il suo sfintere andando e venendo nell’ano dilatato. Era tanta la mia eccitazione che presi a scorrere velocemente sbattendo i testicoli nelle chiappette aperte la cui freschezza contrastava con il calore che sentivo dentro le sue viscere.
Le grida che la sposina emetteva erano di gioia e mi incitavano a proseguire la penetrazione che lei stessa aveva voluto.
Ahhh lo sento. . . si, sbattilo forte. . . mhhh. . . fino in fondo. . . ahhh cosi. . . cosi. . . si. . . voglio sentirti schizzare. . . mhhh. . . ricevere nel culo il tuo piacere! –

Era bello vederla godere, le sue parole mi spronavano a immergermi nelle morbide natiche che accarezzavano la verga nel suo scorrere, la crema che impregnava il membro le aveva unte ma anche così apparivano lievemente arrossate dal suo sfregamento tanto erano strette, il piacere che saliva in me mi fece accelerare i colpi delle mie reni.
– Ahhh. . . cosi. . . cosi amore! Ah. . . ah. . . ah. . . ah. . . oh godo. . . godo. . . –
Piccole grida si levavano dalla bocca della sposina ad ogni mio entrare, oh era bella Nadine con le mammelle sobbalzanti, il ventre fremente, le guance colorate, gli occhi accesi che fissavano il mio volto congestionato dal piacere che saliva. . . saliva. . . Urlò all’improvviso:
– Oh. . . si. . . si. . . sto godendo. . . oh amore. . . inculami. . . sbattimi. . . sfondami. . . –
Non sapeva più quello che diceva, ero sorpreso dal piacere che provava, sono poche le donne che riescono a godere nel coito anale; il più delle volte devono masturbarsi o farsi masturbare per raggiungere l’orgasmo, Nadine no, lo lasciava salire assaporandolo con l’ano rilassato, aperto allo scorrere del pene che affondava senza posa, fu la contrazione involontaria dello sfintere nell’imminenza del suo orgasmo che scatenò il mio, affondai fino in fondo e mi immobilizzai urlando:

– Ahhh. . . cara. . . cara! Sto venendo. . . ahhh. . . prendi. . . prendi. . . ahhh. . . .
Quasi venni meno dal piacere, Nadine vide la mia espressione estasiata, fece una cosa che non mi aspettavo, stringendo l’ano attorno al membro iniziò ad ondulare sollevando e abbassando il bacino, scorrendo con le natiche sul pene. Era come se delle dita si muovessero su di esso massaggiandolo, sobbalzai dentro di lei nel godimento, rantolando di piacere mentre Nadine facendo forza sulle gambe che aveva stretto ai miei fianchi si muoveva languidamente impalandosi lei stessa sul membro in orgasmo.
– Ah amore. . . oh ti sento. . . mhhh. . . stai schizandomi nel culo. . . ahhh si, riempilo. . . ah cosi. . . amore. . . così. . . –
Si mosse per tutto il tempo che durò il mio piacere stringendo e rilassando l’ano mentre scorrendo sulla verga la spremette fino all’ultima goccia. Solo quando vide il mio viso distendersi si lasciò andare.
– Oh amore. . . amore. . . – disse.
La presi alla vita e con veloci colpi di reni la penetrai freneticamente, Nadine si agitò gridando a bocca aperta, il corpo scosso dai colpi che cacciavano il pene nel culo bellissimo facendo andare i seni su e giù. Temevo di perdere la mia rigidità lasciando la sposina delusa, per questo mi accanivo nei suoi intestini come un forsennato ma i miei timori si rivelarono infondati perché Nadine urlò:

– Ahhh. . . oh stò venendo. . . oh. . . oh. . . Ahhh. . . amore. . . oh dammelo. . . dammelo! Mhhh. . . ah si. . . si. . . –
L’ano si strinse, si rilassò, si strinse ancora fortemente imprigionandomi nella sua calda morsa, Nadine si era immobilizzata con la bocca aperta, gli occhi imploranti portò la mano al ventre, la precedetti accarezzandole la fica madida, massaggiando la clitoride finché la sentii rilassarsi, allora estrassi il pene dalle sue natiche e lo immersi nel suo grembo e stendendomi su di lei la penetrai con lunghi colpi soffocando i gemiti di piacere che salivano dalla sua gola. Venne così, gridando nella mia bocca poi al termine dell’orgasmo accarezzò la mia lingua con la sua poi l’attirò suggendola dolcemente.
Rimanemmo a lungo uniti sesso a sesso, bocca a bocca, le sue mani scesero lungo la mia schiena mantenendomi dentro di lei finché cessarono del tutto le contrazioni della sua vagina e il pene ormai molle scivolò fuori dalla calda guaina del suo ventre.

Facemmo insieme la doccia, sotto il getto tiepido ci accarezzammo ancora e quando ritornò l’erezione mi respinse con una risata.
– Ho fame, tu no? Lasciami riprendere fiato, abbiamo tutta la notte sai?
Ci asciugammo l’un l’altra ridendo come dei collegiali, notando la mia sorpresa nel vederla indossare il vestito sulla pelle nuda spiegò:
– Voglio che tu sappia che sotto sono nuda e pronta a fare ancora all’amore!
Uscimmo di casa che era buio, e a piedi ci avviammo per la città semideserta. Molti ristoranti erano chiusi, trovammo una pizzeria aperta, e seduti a un tavolino mangiammo una pizza squisita, poi delle patatine, infine mano nella mano godemmo della freschezza dell’aria nel parco.
Incrociammo diverse coppiette che passeggiavano come noi, altre sedute sulle panchine si scambiavano le loro effusioni incuranti degli sguardi dei rari passanti.

– Guarda! – Disse Nadine indicando oltre uno spiazzo erboso, al riparo dalla luce dei lampioni, una coppia sotto un albero in atteggiamento inequivocabile.
– Guarda come si amano! – disse ancora.
La luce che filtrava dalle fitte fronde non permetteva di distinguere bene ma era chiaro che era in atto un accoppiamento dai movimenti del ragazzo schiacciato contro la sua femmina.
– Vieni! – disse trascinandomi sul prato verso la macchia degli alberi.
Nell’ombra fitta degli ippocastani, Nadine si fermò e lasciata la mia mano corse verso gli alberi e la schiena contro uno di essi mi fece segno di avvicinarmi. Mi accorsi che eravamo vicini alla coppietta dagli squittii di piacere della ragazza che giungevano nitidi insieme ai sospiri rauchi del suo partner. Strinsi la mia bella baciando la bocca che mi offriva, Nadine staccò il viso dal mio, i suoi occhi brillarono nell’oscurità.
Scopami anche tu amore. . . adesso! –

Gia le sue mani erano scese tirando la cerniera dei miei jeans, sentii che estraeva il pene, lo accarezzava. . . Mi guardai attorno, la coppia era ad un paio di metri, i miei occhi che si erano abituati all’oscurità videro a terra la macchia chiara delle mutandine che la ragazza aveva tolto, aveva il volto girato verso di noi, doveva essere giovanissima, non più di diciotto anni pensai. Anche il ragazzo che la stava penetrando con ampi movimenti era giovane, le mani avevano sollevato la sua gonna fino alle reni e strette alle cosce la mantenevano aperta al pene che andava e veniva.
Anche la sposina stava guardando la scena, le sue mani stringevano il membro diventato rigido, sollevai il vestito, lei mi scostò:
– Aspetta! – disse.
Con movimenti decisi, disfece la cintura poi sbottonò il vestito intero che portava, lo aprì. . . Anche il ragazzo aveva girato il viso verso di noi, vidi che guardava il corpo nudo della mia compagna, la vide sollevare una gamba, vide il mio braccio che l’agganciava alla piega del ginocchio. . .
Fu con un grido di gioia che mi ricevette, Era talmente eccitata Nadine che il membro scivolò nel suo grembo con estrema facilità, poi con lunghi movimenti presi a scorrere in lei schiacciandola contro l’albero. Fu una scopata lunga e appagante, il mio rammarico fu di non essere anch’io nudo per sentire contro la mia pelle la dolcezza dei suoi seni, il fatto di essere visti dai due giovani alimentava la nostra lussuria.

I due ci guardavano apertamente e. . . anche noi! Vedemmo il godimento della ragazza, udimmo le sue grida di gioia nell’orgasmo, vedemmo quando la giovane si chinò sul pene del ragazzo e la fellatio che gli fece per farlo godere.
Per tutto quel tempo andavo e venivo in una vagina talmente scivolosa che la nostro coito continuò ancora a lungo sotto lo sguardo dei ragazzi sazi che anche dopo essersi rassettati rimasero a guardarci nascondendoci dalle persone che passavano sul viale illuminato. Nadine e io venimmo insieme, le grida della sposina in orgasmo sorprese i due giovani che si gettarono un’occhiata stupita.
Quando tutto fu finito, mi ricomposi mentre la mia bella si abbottonava frettolosamente, attraversammo il prato insieme alla giovane coppia e sul viale camminammo fianco a fianco come vecchi amici. Giunti in prossimità di un chiosco all’aperto, invitai i due a bere qualcosa con noi. Seduti ad un tavolino facemmo le presentazioni, Claudia e Miro si chiamavano.

– Siete fidanzati? – volle sapere Nadine, la ragazza arrossì.
– Io sono fidanzata. . . Miro é un mio compagno di classe, lavora anche in Agosto, ho fatto rimandare le ferie dei miei con la scusa dello studio, e voi? –
– Io sono sposata. . . – i due risero, contagiandoci con la loro allegria.
– E’ duro doverci incontrare solo di nascosto. . . – disse Miro.
Portarono le bibite, bevemmo in silenzio, la ragazza era veramente carina, anche lui, insieme formavano una bella coppia, affiatata da quello che avevamo visto. Nadine guardava i due pensosa, infine propose:
– La prossima volta, perché non li invitiamo da te, cosa ne dici Ric? – ero perplesso.
– Bisogna vedere cosa dicono loro. . . – i due si gettarono un’occhiata.
– Certamente, se non disturbiamo. – rispose la ragazza per entrambi.
– Affatto, il letto e grande e poi . . . ci siamo gia visti fare all’amore. . . – dissi.
La ragazza mi diede il suo numero di telefono, mentre lo annotavo Miro precisò:
– Solo il sabato, gli altri giorni lavoro. . . –
Chiacchierammo fino a tardi, sapemmo che fra loro non vi era altro che una sincera amicizia e il fatto che in autunno Claudia si sarebbe sposata, non li turbava affatto.

– Faremo come fate voi, allora avrò anch’io una casa. . . – disse Claudia
La mancanza di pudore della giovane mi lasciò perplesso ma non scandalizzò Nadine:
– Amo mio marito eppure sono stata felice di stare con te, cosa c’é di male nel piacere? – la ragazza annuì gravemente.
– Certo, faccio all’amore anche col mio fidanzato ma con Miro é diverso. Facciamo delle cose che. . . non posso fare con l’uomo che sposerò, mi vergognerei al solo pensiero! –
Non diedi a vedere lo stupore che quella strana teoria produceva in me, parlammo ancora a lungo poi ci separammo con la promessa che li avremmo ospitati alla prima occasione. Rientrammo a casa che era mezzanotte passata e subito ci mettemmo a letto, non facemmo all’amore ma ci addormentammo nelle braccia uno dell’altra, nudi.
Era già mattino quando mi svegliai uscendo da un sogno molto piacevole, ero sveglio eppure il sogno continuava, aprendo gli occhi vidi Nadine in ginocchio china sul mio ventre, sollevò la bocca dalla mia verga per dire allegramente.
Ciao amore, ti sei svegliato bene?- chiese con un sorriso riprendendo subito il mio pene. Accarezzai la testolina che andava su e giù in un delizioso bocchino.

– Si, é la prima volta che provo piacere a essere svegliato! – esclamai.
La lasciai continuare cullandomi nella dolcezza di quella stupenda bocca, sollevai il suo viso, allora lei mi scavalcò con una gamba e puntato il pene fra le cosce se l’introdusse in corpo cavalcandomi lentamente, offrendomi la vista del suo viso gioioso e delle mammelle bellissime che a tratti offriva alla mia bocca, all’avvicinarsi dell’orgasmo si distese sopra di me e con lenti sfregamenti mi fece sentire la sua pelle tutta.
Ai primi schizzi del mio piacere coprì la mia bocca con la sua venendo anch’essa con lunghi fremiti e sospiri.
Fu un malinconico rivestirci il nostro, seguii con la mia la sua macchina fin quasi all’ingresso dell’autostrada e lì facemmo colazione, poi ci salutammo promettendoci di rivederci al più presto.
La settimana successiva Elisa ritornò dalle sue vacanze e riprendemmo i nostri incontri, non ho mai nascosto nulla alla mia amante, avendo con essa anche uno splendido rapporto di amicizia, così le raccontai di Nadine. Lei non si adombrò ma volle sapere tutto interrogandomi con domande talmente precise che nulla di quello che era avvenuto fra me e la bella sposina sfuggì al suo interrogatorio.
– La rivedrai? – chiese.
– Credo di si, ti dispiace? – lei rispose con un’altra domanda:
– Me la farai conoscere? –
– Si, se si presenta l’occasione! –
Passarono altre due settimane prima che Nadine telefonasse.

Ciao Ric. . . penserei di venire sabato prossimo, così puoi avvertire Claudia e Miro, sono simpatici e mi fanno tanta tenerezza. . . –
Per la verità il pensiero di invitare i due ragazzi non mi sorrideva affatto ma acconsentii. Mi dettò la lista delle compere che intendeva fare, affidandomi il compito di fare per lei la spesa.
– Così potremo stare tutto il tempo insieme, mi aspettano a casa in serata. sarò da te non più tardi delle otto e mezzo del mattino. – spiegò.
Il venerdi sera lo impiegai con la sua lista in mano per i diversi negozi, riuscii a trovare tutto. Telefonai a Claudia invitandola insieme al suo compagno; la ragazza rimase gradevolmente colpita che ci fossimo ricordati di loro, accettò con entusiasmo anche a nome di Miro.
L’indomani, erano appena le otto e dieci che già suonava il campanello della porta di casa, Nadine raggiante mi gettò le braccia al collo. Non la ricordavo così bella, indossava ancora un vestito intero che questa volta era rosa, appena la strinsi mi accorsi che sotto non aveva altro, la interrogai con lo sguardo.

– Si amore, mi sono messa nuda per te. Mi sono fermata in un autogrill e nel bagno mi sono tolto tutto. – mostrandomi una busta di plastica, aggiunse:
– Fa così caldo che &egrave piacevoli sentire la carezza dell’aria su per le gambe. –
La baciai con passione passando le mani lungo la sua schiena, poi le feci scendere sul sedere . . . era vero! Il saperla nuda mi mise addosso un’eccitazione tale che il mio pene subito si animò, lei lo sentì contro il pube e si scostò.
– Di già? – chiese lusingata.
– Ho comperato tutto!- dissi cercando di riacquistare la calma.
Volle sapere quanto mi doveva e insisté finche non ebbi preso i soldi.
– E i ragazzi? – si informò.
– Ho dato loro appuntamento all’ingresso del parco. –
– Avverto mio marito altrimenti si preoccupa, posso telefonare? –
Senza aspettare la mia risposta andò al telefono e formò il numero.

– Pronto amore? Sono già arrivata, no, non c’era traffico, si, rientro per cena, partirò di qui alle diciannove. . . non vuoi niente? Non preoccuparti, ciao! – riattaccò.
– Ecco fatto, ora possiamo andare a prendere i ragazzi. –
Non mi ero sbagliato, vedemmo i due da lontano. Claudia indossava una camicetta azzurra sulla quale i capelli biondi che portava sciolti risaltavano e un paio di jeans attillati, lui era in pantaloncini corti e maglietta. Salirono in macchina salutandoci allegramente.
– Non speravamo vi sareste ricordati di noi, siete gentili! – la biondina era raggiante.
Guardai i due attraverso lo specchietto, si, erano molto giovani, lei col suo viso ovale incorniciato dai lunghi capelli biondi che gli arrivavano alle spalle sembrava giovanissima, gli occhi azzurri avevano un’espressione ingenua, quasi angelica, ma pensai che non doveva essere poi tanto ingenua come sembrava. Sembravano della stessa età, lui la divorava con gli occhi, dimostrava la sua infatuazione tenendo fra le sue una mano dell’amica che accarezzava dolcemente. Nadine voltata verso i due era curiosa.

– Quanti anni avete? – chiese. La risposta venne dalla ragazza.
– Ho diciannove anni, lui diciotto. –
– E. . . vi amate? – chiese ancora.
– Siamo solo amici, come ho già detto sono fidanzata ma. . . facciamo all’amore, io ne ho bisogno e lui mi accontenta sempre. . . –
– E il tuo fidanzato? – Nadine non staccava gli occhi dal suo viso.
– Oh lui pensa che sia stato il primo e l’unico, glielo lascio credere ma non più vergine dall’età di quattordici anni. . . e lei? – gli occhi della giovane erano piantati in quelli della sposina.
– Oh io. . . Ma chiamami Nadine, lui é Ric. . . é’ stato il mio primo uomo. –
– Ne hai avuto altri? – anche Claudia era curiosa.
– Dopo Ric ne ho avuto due prima di sposarmi, e tu? –
– Non li ho contati, credo una dozzina, ve l’ho detto, ne ho bisogno! Miro é l’ultimo, ma lo farei con chiunque mi piaccia. . . –

Nadine chiese perfidamente:
– Con Ric. . . lo faresti? – il ragazzo arrossì, lei rispose senza esitare.
– Se gli piaccio. . . perché no? A te piace Miro? – chiese di rimando.
Questa volta fu Nadine ad arrossire, distolse gli occhi dalla fanciulla e mi guardò con uno strano sorriso. La conversazione aveva preso una piega strana, fortunatamente eravamo arrivati, scendemmo dalla macchina, Nadine e la ragazza ci seguivano mentre con il giovanotto li precedevamo, notai che la ragazza diceva qualcosa a bassa voce senza ricevere risposta dalla sposina. Aprii il portone e ci scostammo per farle passare, la giovane mi sfiorò entrando, sentii il profumo delicato dei suoi capelli, colsi lo sguardo che, incontrando i miei occhi, divenne tanto sfrontato che dovetti abbassarli.
In ascensore nessuno parlò, il ragazzo impacciato teneva gli occhi a terra, Claudia sorrideva a Nadine che mi gettava di tanto in tanto un’occhiata di sottecchi. Facemmo visitare ai due l’appartamento, la ragazza strinse la mano della sposina e indicando il letto le disse ridendo all’orecchio qualcosa che non capii.

Andammo in salotto, i ragazzi si sedettero sul divano mentre io andavo a preparare da bere, Nadine mi raggiunse.
– Cosa vi siete dette? – chiesi.
– E’ una porcellina, é convinta che li abbiamo fatti venire per scambiarci gli uomini e fare all’amore insieme tutti e quattro. . . –
– Ti dispiacerebbe? – chiesi, confesso che l’ipotesi mi tentava non poco.
– Il ragazzo é cosi giovane, é carino ma. . . –
Non aveva detto di no, capii che passato il momento dello shoc stava considerando la cosa, infine a bassa voce come se parlasse a se stessa:
– Non so. . . staremo a vedere!
Ritornammo in salotto ognuno con due bicchieri in mano. Trovammo i due abbracciati, intenti a baciarsi o piuttosto era lei che china sul ragazzo lo stava baciando strusciandosi languidamente, la mano pallida sulla patta dei pantaloncini di lui accarezzava lentamente attraverso la stoffa un pene ormai teso.

Udendoci arrivare la ragazza si voltò prendendo il bicchiere che le porgevo senza togliere la mano dal bassoventre del giovanotto anzi la strinse sulla verga quasi a volercela mostrare. Miro il viso congestionato prese anche lui un bicchiere, bevemmo in un silenzio tangibile, Claudia vuotò il suo guardandoci apertamente quasi a sfidarci muovendo adagio la mano stretta al pene del compagno. Vedendo lo sguardo della sposina sulla mano indiscreta si giustificò:
– Ho tanta voglia. . . voi no? –
Rise vedendo che la mia eccitazione aveva teso la stoffa dei miei jeans, Nadine seguì lo sguardo della ragazza e con uno sforzo propose:
– Potete andare sul letto! – i due si alzarono posando i bicchieri vuoti.
– D’accordo ma solo se ci raggiungete! – disse avviandosi col suo ragazzo.
Aspettai che i due scomparissero e preso il bicchiere della sposina lo posai insieme al mio poi Nadine fu fra le mie braccia. Si strinse incollando il corpo morbido al mio e offrendomi la bocca si lasciò baciare ricambiando il mio bacio con insolito ardore.

– Anch’io ho voglia e tu? – sussurrai contro le sue labbra.
– Si. . . –
Guardò le mie mani che sbottonavano il suo vestito, lo aprirono. Cielo com’era bella! In quel momento non avrei voluta dividerla con nessuno per nulla al mondo, mi scostai per togliermi la camicia, lei fece scendere la cerniera e abbassò i miei pantaloni, dovetti sedermi per permettere alla sposina di togliere le mie scarpe, le mie calze, lo fece in ginocchio. . .
Ora mi guardava mentre faceva risalire le mani lungo le mie cosce, le aprii quando mi abbracciò alla vita. . .
– Oh Ric. . . quanto ti ho pensato! Facendo all’amore con mio marito era a te che pensavo e. . . a questo! Sapessi quanto mi sei mancato! –
Dicendolo lo aveva preso in mano, ne tese la pelle rimirandolo, abbassò il viso fra le mie cosce togliendo la mano. La verga dura si posò sul nasino freddo, sentii il suo alito sui miei testicoli poi il calore umido della sua lingua che li lambiva muovendosi di sotto in su. Ero estasiato della libidine che la sposina dimostrava, i suoi capelli accarezzavano le mie cosce ad ogni movimento del capo castano, poi la dolce appendice risali a piccoli colpi facendo oscillare il pene contro la sua guancia e quando giunse sotto il glande si soffermò a lambire il nascere del condotto. . .

La bella percepì la contrazione di piacere che fece contrarre il pene, si portò sopra di esso e dopo aver scostato i capelli per farmi vedere l’operato della sua bocca la calò lentamente. . . Oh la dolcezza di quelle labbra! Fremetti quando le strinse sollevando il capo e tenendo il glande in bocca mosse la lingua nel punto più sensibile di tutto me stesso.
La calò nuovamente fino a farle urtare il fondo della sua gola, la risalì succhiandomi, la calò ancora e ancora e ancora in un dolce fellatio, la fece scorrere a lungo poi liberò il membro per mostrarmi come lambiva le gocce che si formavano sul meato. Finalmente si alzò in piedi e non nascondendo la sua voglia esclamò:
Amore. . . facciamolo qui! –

Era immenso il desiderio che provavo! Guardai il bel corpo pronto all’amore, il suo desiderio aveva inumidito i peli fra le cosce dividendoli dove la sua fica reclamava soddisfazione. Feci uno sforzo per ricordarle:
– Abbiamo promesso ai ragazzi. . . ci aspettano ricordi? –
Fu col membro teso che percorsi con la mia bella il corridoio. I due giovani erano sul letto nudi, la ragazza il petto sopra quello di lui si strusciava languidamente e baciandolo muoveva lentamente il capo, non si accorsero subito del nostro ingresso dandoci modo di guardarli non visti. Anche se la scena era fortemente erotica non potemmo fare a meno di ammirare la bellezza dei corpi distesi.
Sembravano del tutto simili, la pelle del giovane maschio priva di peli e liscia non si distingueva da quella della ragazza, solo il pene sottile e teso che si innalzava dal cespuglio nero e il culetto quasi infantile della femmina dischiuso per la posizione che aveva assunto con una gamba tesa e l’altra piegata sulla gamba del ragazzo indicava che avevamo davanti una coppia in amore.

Anche Nadine era incantata da tanta bellezza, colsi il suo sguardo fisso sul giovane membro, arrossì vedendosi scoperta, ma quando vide che guardavo il cespuglietto color oro sotto la curva delle natiche della fanciulla sorrise ironica. Anche la giovane era eccitata, lo si vedeva dalla deliziosa fichetta che emergeva dischiusa e umida dai peli biondi.
La ragazza si accorse della nostra presenza e voltando il capo sorrise nel vederci nudi come loro, subito il suo sguardo scese al mio bassoventre soffermandosi sul pene che alla vista della sua femminilità esposta aveva accresciuto la sua rigidità.
– Accidenti che cazzo! E’ il primo che vedo così sviluppato! – disse.
Poi rise indicando prima il mio poi il pene del compagno alla sposina facendo notare che entrambi erano bagnati di saliva.
Hanno subito lo stesso trattamento vero?

La sua risata cristallina contagiò Nadine, dapprima arrossì, poi rise anch’essa, risi anch’io e anche il giovane scoprendo che l’amica non intendeva fare nessun paragone fra i nostri peni. Guardai la sposina, vidi il suo sguardo farsi tenero.
– Vi prego, continuate. . . siete così belli! – il viso della ragazza si illuminò
– Davvero volete guardarci mentre facciamo all’amore? – chiese.
– Si. . . vi prego, se non vi dispiace. . . –
– Affatto, per questo ho detto a Miro di aspettare! –
Dei due era Claudia quella che prendeva l’iniziativa, il ragazzo la guardava estasiato, completamente soggiogato dalla bellezza della compagna di cui doveva essere innamorato. La ragazza con movenze aggraziate si mise cavalcioni sul corpo disteso poi allungò una mano dietro di se, afferrò la giovane verga e chinatasi sul compagno mosse il busto strofinando le tettine sul suo viso, lui muovendo il capo cercava di catturare una delle cosine rosa che passavano fra le sue labbra mentre la mano di lei strofinava il glande nel taglio della sua vulva.

La fanciulla non si curava minimamente di noi che in piedi dietro di loro seguivamo i maneggi della mano stretta al membro sottile. I benpensanti non devono scandalizzarsi se scrivo delle sottili labbra chiare che al passaggio del glande si separavano mostrando la carne rosea del sesso che apriva, ne dell’ingresso della vagina socchiuso i cui umori la ragazza spalmava muovendo il glande per tutto il suo sesso.
Rideva Claudia come se facesse un gioco, solo quando si chinava maggiormente per passare sulla crestolina del clitoride anch’esso rosa il turgore gonfio del glande, emetteva fra le risate dei gridolini eccitati. Offrì al giovane uno dei capezzolini che lui prese a suggere delicatamente. Nadine portò la mano al mio membro, lo strinse. . .
– Ti piace? – chiese al mio orecchio.
Come poteva non piacermi quella fanciulla? La schiena liscia, il vitino sottile, l’adorabile curva delle reni, le chiappette che nulla nascondevano dell’ano di un rosa delicato circondato da pieghine a raggiera, i peletti serici che bordavano il conturbante orifizio, il rilievo grassoccio delle grandi labbra coperti da peli e la vulva bellissima sulla quale la ragazza continuando a muovere il membro divideva.

– Si. . . e tu? – Nadine esitò appena.
– Molto. . . tu la vorresti? –
La domanda non mi stupì dal modo in cui guardava le cosce del ragazzo lisce come quelle della fanciulla, i testicoli bruni, la verga che la giovane maneggiava con insolita perizia come chi é avvezza da tempo a trastullarsi con un membro maschile.
– Si. . . tu vorresti lui? –
La mano si strinse maggiormente sul mio pene, ne fece scorrere lentamente la pelle poi la sua bocca si avvicinò al mio orecchio dicendo in un soffio:
– Si. . . –
Se non avessi intuito la sua risposta non avrei capito la sillaba che aveva pronunciato. Dov’era la Nadine scandalizzata all’idea di uno scambio di partners? La guardai, era arrossita, fece ancora si col capo e distolse gli occhi per riportarli sui giovani. Claudia ora muoveva il membro sull’ingresso aperto del suo sesso e sempre china sul suo compagno lo puntò e togliendo la mano ondulò il bacino arretrando lentamente.

La penetrazione di due sessi non é mai oscena, ne avevo visto molte, Elisa si eccitava enormemente guardando le cassette hard che procuravo per approfittare poi della sua lussuria, ma era la prima che la vedevo dal vivo. Fu bellissimo vedere come il pene apriva le carni rosa respingendo le grandi labbra della giovane fica. Claudia lo prese tutto fino ai testicoli che ora sembravano far parte di lei, si tirò su sedendosi impalata sulla giovane verga, i lunghi capelli sparsi sulla schiena e volgendo il capo verso di noi disse:
– Su, venite, fatelo anche voi! –
Nadine salì accosciandosi accanto al ragazzo, Salii anch’io in ginocchio vicino alla giovane ammirandone la bellezza che il coito accentuava. Claudia mi sorrise e cominciò una lenta cavalcata sollevandosi sulle ginocchia e abbassandosi fino a sedersi. Oh era bella Claudia mentre scorreva lungo l’asta del compagno, i seni erano talmente piccoli che non si muovevano agli scatti che imprimeva al corpo sottile, ma erano deliziosamente formati, le aureole erano piccole come piccoli erano i capezzoli che vedevo tesi e umidi di saliva.

– E’ la prima volta che possiamo scopare liberamente! Mhh. . . é bello farlo nudi su un letto. . . Non l’avevo mai visto nudo Miro. . . é bello vero Nadine? –
Claudia era una di quelle donne a cui piace parlare mentre fanno all’amore, é cosi che io le preferisco, quando esprimono le loro emozioni, i loro desideri. Il ragazzo era lievemente imbarazzato dalla vicinanza della sposina i cui seni erano ben diversi da quelli delle ragazze che aveva conosciuto. Nadine colse il suo sguardo e gli sorrise.
– Si. . . sei veramente bello, lo sai? – disse
Vidi la confusione del ragazzo quando la donna appoggiando un gomito accanto al suo capo passò una mano sulla sua guancia in una carezza leggera, colsi lo sguardo lievemente ironico di Claudia, la ragazza che aveva accelerato i suoi movimenti. Ora saltellava ritmicamente emettendo un gridolino ad ogni salire del pene. Aveva sollevato il capo, il viso estasiato, le labbra socchiuse come sorridesse a qualcosa di bello, solo le piccole grida che sfuggivano dalla sua gola ad ogni calare del bacino dicevano del piacere che stava provando.

– Voi non lo fate? – chiese sorridendo con malcelata fierezza.
Nadine lascio di accarezzare il viso del ragazzo per offrirsi a me con la groppa sollevata, divaricò le ginocchia alla pressione della mia mano aspettando la penetrazione. Mi piace fare all’amore guardando in faccia la mia compagna, alimentando la mia libidine con baci e carezze, la sposina poi aveva delle mammelle così belle! Ma capivo che era attirata dal giovanotto, i suoi occhi non si staccavano dal suo viso, bello per la verità e poi. . . mi piaceva guardare la ragazza nel suo piacere.
Claudia seduta, col membro nel ventre aveva sospeso la sua monta e ora mi guardava apertamente avanzare fra le cosce della sposina, passare il glande sulla vulva della bella poi fra le natiche aperte, sollevò le sopraciglia quando mi vide insistere nello strofinarlo sull’ano bruno. . .
Credo che se l’avessi immerso nel culo della sposina, Claudia non si sarebbe scandalizzata più di tanto, ma lo sguardo di rimprovero che la mia bella mi gettò voltando il capo sopra la spalla mi fece desistere, lo inclinai appena e con un solo movimento entrai lentamente nel sua vagina. Nadine mi ricevette con un lungo sospiro, puntò le braccia per resistere alla spinta del mio ventre contro le sue natiche; rimasi a lungo nel calore umido del suo grembo poi guardando Claudia diedi inizio al coito.

– Ah. . . ah. . . ah. . . ah. . . –
Cla ragazza aveva ripreso a scorrere sul suo compagno, le sue esclamazioni dicevano che era avanti nel piacere, i suoi occhi non si staccavano dal membro che immergevo nella vagina scivolosa della sposina, mi muovevo lentamente per dar modo alla ragazza di guardare il mio pene entrare nella fica aperta. lo spettacolo doveva eccitarla perché accelero i suoi movimenti facendo svolazzare i capelli attorno al suo capo.
– Ah. . . ah. . . ah. . . mi piace guardare. . . hai un bel cazzo sai? – disse.
– Anche la tua fica &egrave bella. . . mi piace! – il complimento la eccitò.
– Ah. . . ah. . . ah. . . mhhh. . . é così bello scopare. . . ah. . . ah. . . –
Avevo accelerato sensibilmente l’andatura, l’essere guardato da una ragazza così desiderabile agì su di me come un afrodisiaco, ora i colpi che cacciavano il pene in fondo al ventre della mia bella scuotevano il suo corpo, gli occhi del ragazzo illuminati dal piacere andavano dal viso della sposina alle mammelle bellissime che oscillando pendevano come frutti. I due si guardavano apertamente, il giovane passava la lingua sulle labbra riarse dalle quali uscivano sospiri rauchi.

Anche Nadine godeva, dei lunghi: ‘Ahhh. . . ahhh. . . ahhh. . .’ sfuggivano dalla sua gola agli affondi del mio pene; cavalcavo accanto alla ragazza avendo come meta il godimento. Claudia accorgendosi di essere molto avanti nel piacere, si fermò come ad aspettarmi, nel tentativo di raggiungerla sbattevo come un forsennato il pube contro il sedere della mia bella, tanto violentemente che la sposina oscillò in avanti. Le braccia di Miro si tesero, la donna si aggrappò a lui, il viso incontrò il suo viso. . .
Senza cercarsi le bocche si trovarono e non si lasciarono, vedendo i capelli castani coprire il viso del giovane, passai la mano sulla schiena della ragazza, non dovetti attirarla, lei stessa posò il braccio sul mio collo e flettendo il busto mi offrì le labbra e appena sentì le mie, le spalancò muovendo la lingua, dardeggiandola nella mia bocca. Il suo bacio era una promessa da come l’agitava senza lasciarsi catturare dalle labbra che stringevo inutilmente, lei sfuggiva per passarle sulla mia bocca tutta poi aprì la sua attirando la mia lingua che prese a suggere avidamente emettendo dei guaiti soffocati nella mia bocca.

Anche Nadine gemeva muovendo la bocca su quella del ragazzo, vidi le mani che lui passava sulla sua schiena percorrendola lentamente fino all’inizio della groppa dove si smorzavano le onde provocate dai miei colpi. Non avevo mai provato tanta eccitazione, il godimento che saliva mi faceva rantolare facendomi inseguire la bocca della ragazza che ora si agitava convulsamente poi in prossimità dell’orgasmo il suo viso si staccò dal mio e gli occhi nei miei occhi si lamentò:
– Ahhh. . . mhhh. . . amore. . . oh il tuo cazzo. . . oh dai. . . schizza amore. . . dammi il tuo seme. . . ah. . . ah. . . ah. . . godo. . . godo. . . mhhh. . . adesso. . . adessooo. . . ahh! ! ! –
Si gettò contro di me con la bocca aperta come un’affamata.Fu un orgasmo lungo il suo, bevetti i suoi gemiti insieme alla sua saliva, poi lentamente ritornò in se. Aveva goduto, i suoi tratti si distesero lentamente. Con le guance lievemente colorate era ancora più bella! Riprese lentamente a cavalcare il suo maschio con movimenti non più convulsi ma lenti scorrendo per tutta la lunghezza della giovane verga e quando questa uscì dal suo grembo, rivolgendomi un sorriso timido la guidò nuovamente nella fica ormai sazia.

Ora potevo gustare veramente la mia sposina, nel sentirmi scorrere lentamente Nadine si mosse ondulando il bel sedere per meglio sentire la carezza del membro nella vagina scivolosa, mi raddrizzai scostandomi leggermente per guardarlo euscire dalla vulva luccicante degli umori che emetteva abbondantemente. Anche Claudia lo guardava distogliendo a tratti lo sguardo per sorridermi con aria complice, i rantoli del ragazzo si mescolavano ai gemiti della mia bella nelle bocche unite e quando lui venne, la ragazza si mosse rapidamente per aiutare il suo orgasmo.
– Oh caro. . . ti sento. . . ti sento! Oh schizza, schizza. . . cosi. . . cosi. . . –
Rimasi stupito della resistenza del giovane, i suoi rantoli si fecero più fievoli e cessarono. Solo i gemiti della sposina si levavano nella stanza soffocati dalla bocca che non aveva smesso di baciare. Anch’io godevo, il piacere che sentivo salire inarrestabile mi faceva respirare rumorosamente; furono gli spasimi della vagina che serravano il membro che scatenarono il mio orgasmo.

Non mi trattenni e al primo mio getto presi a scorrere velocemente nella ventre della sposina e mentre i getti si susseguivano Nadine grido il suo godimento nella bocca del giovane, continuai ad eiaculare battendo il ventre contro le natiche della donna gridando:
– Ahhh. . . amore. . . godo. . . oh prendi. . . prendi. . . ahhh. . . ahhhh. . . –
Rallentai il mio scorrere stringendo a me la ragazza cercando ancora la sua bocca, Claudia mi negò il bacio ma avvicinando le labbra al mio orecchio sussurrò:
– Oh Ric. . . ti voglio. . . ti voglio! –
La sposina ormai sazia avanzò liberando il pene, vidi una goccia di sperma uscire dalla vulva rimasta aperta prima che la donna si girasse stendendosi accanto al ragazzo. Lessi la confusione sul viso di Miro nel vedermi abbracciato alla sua ragazza, le sue labbra arrossate e bagnate di saliva anche attorno dicevano lungo sulla voracità dei baci della mia donna, il suo pene uscì molle quando la ragazza si alzò.
Andammo insieme nel bagno, le femmine le mani fra le cosce a trattenere lo sperma, aspettarono pazientemente che terminassimo le nostre abluzioni in piedi davanti al lavandino poi Nadine ci spinse fuori dicendo:
Dobbiamo pulirci per bene, aspettateci di là!
Ritornati in camera, cercai le sigarette nel comodino, Miro ne accettò una, le accesi entrambi seduti ai piedi del letto e mentre soffiavo la prima boccata chiesi:
– Sei innamorato di Claudia? –
– Si ma. . . lei sposerà un’altro! –
Era arrossito, mi fece pena coi suoi occhi umidi, cercai di distogliere la sua attenzione dalla ragazza.
– L’amore é una cosa, il sesso un’altra. Nadine é sposata felicemente ma ciò non toglie che abbia bisogno di distrazioni, lo stesso credo valga per Claudia. . . ti piace Nadine? –
Il ragazzo arrossì, aspirò una lunga boccata prima di rispondere:
– Si. . . ma non so se lei. . . é così grande. . . – lo interruppi:
– Tu le piaci, me lo ha detto lei . . . –
La mia affermazione lo gettò nella più grande confusione.
– Anche lei piace a Claudia, non ne ha mai abbastanza, é cosi. . . calda! –
– Anche Nadine lo é . . . ti dispiacerebbe se Claudia e io. . . –
– So che lei lo vuole, é venuta per questo. . . ma non so se la signora. . . –

Si fermò pensieroso, fumammo in silenzio senza dire altro, le nostre sigarette erano ormai terminate e le donne non arrivavano ancora. Finalmente udimmo i passi dei loro piedi nudi poi la porta si aprì. Quando entrarono capii che avevano deciso per noi, La ragazza portava un tovagliolo nel quale era avvolto qualcosa, lo posò sul tavolino poi si mise sorridente davanti a me, Nadine salì sul letto e sistemato il cuscino vi posò il capo.
– Vieni tesoro. . . – disse tendendo al ragazzo le braccia tornite.
Miro rosso come un gambero salì accanto a lei guardandola con desiderio infinito. Mai avrebbe pensato di poter un giorno fare all’amore con una donna così bella con dei seni che anche distesa conservavano la loro forma perfetta, come due grosse mele pensai, gia le belle braccia avevano cinto il collo del ragazzo attirandolo sul suo viso. Riportai lo sguardo su Claudia che sorrideva raggiante, posai le mani sul vitino sottile, lei avanzò fra le gambe che avevo aperto.
– Sei bellissima! – esclamai estasiato.
Si, era molto bella coi capelli lisci che ricadevano sulle spalle sfiorando i seni, deliziosi monticelli con in cima il rilievo rosato delle aureole piccole, turgide in mezzo alle quali si innalzavano i graziosi bottoncini dei capezzolini talmente delicati che mi chiesi se mai avrei osato posarvi le labbra. Era sottile Claudia, ma non magra, il ventre accennava appena ad una leggera bombatura in fondo alla quale si levavano peli biondi, talmente sottili che potevo vedere attraverso di essi il rilievo accattivante del pube. Le gambe erano quelle di un’adolescente con le belle coscette lisce.

La fanciulla conscia della propria bellezza si lasciò ammirare sorridendo, poi con un grido di gioia mi spinse indietro sul letto lasciandosi trascinare sopra di me. Era leggera Claudia, subito la sua bocca ricoprì la mia, si apri alla lingua che avevo spinto, l’aspirò tutta e serrando le labbra le mosse avvitandole su di essa muovendole adagio avanti e indietro. . .
Le sue movenze erano talmente allusive che subito il mio pene si animò. Lei lo sentì e aprì le gambe poggiando le ginocchia ai due lati del mio bacino, si strusciò languidamente sull’asta ormai dura. Oh la cosa morbida che scivolava sul mio membro!
Mosse il bacino lentamente senza lasciare di baciarmi, la sua schiena era liscia sotto le mani che scendevano lente, i piccoli seni che premevano il mio petto erano morbidi e sodi, percepivo il turgore graffiante dei capezzolini tesi . . . Le mani risalirono la curva delle sue reni, sul culetto aperto dalle natiche dure, ne esplorai il solco caldo, ne accarezzai l’ano senza che la ragazza mostrasse di accorgersi delle dita indiscrete. Ora mi guardava, aveva sollevato il capo senza smettere il movimento del bacino.

– La senti contro il tuo cazzo? – chiese.
– Si. . .
– E’ la mia fichetta, la senti com’é bagnata!
– La sento. . .
Si tirò sù seduta cavalcioni sul mio bacino muovendo adagio le reni. Oh si, la sentivo la fica aperta sul mio membro, vi portai la mano passando il pollice sul rilievo della clitoride.
– Mhhh. . . non ancora amore! –
La feci risalire sposando la forma dei piccoli seni, chiudendo leggermente le dita sulle cosine che li ornavano.
– Ti piacciono le mie tettine? –
– Si. . . sono belle, sei tutta bella! –

Accanto a noi Nadine accarezzava il capo Miro premendolo sui seni che lui lambiva avidamente, non saziandosi di percorrere con la bocca le mammelle già luccicanti della sua saliva, vidi il movimento che la donna fece nel porgergli un capezzolo, la bocca che lo incappucciava. . . Sentii Claudia sollevare il bacino, vidi come prendeva il membro per strofinare il glande fra le sue cosce, sulla fica rosa che vedevo socchiusa. La fermai:
– Non ancora. . . – dissi a mia volta, lei mi rivolse un sorriso complice.
– Lo so. . . So quello che vuoi! –
Scavalcò il mio corpo e inginocchiatasi al mio fianco avvicinò il viso e mantenendo sollevato il pene lo rimirò a lungo, l’altra sua mano fra le mie cosce palpava i testicoli giocando con le palle quasi volesse contarle.
– Oh sapessi come lo volevo. . . da quando l’ho visto nel parco! –
– Ora é tuo. . . –
– Si amore. . . –

Scostò i capelli e vi avvicinò la bocca aperta. Dovette spalancarla per prenderlo, serrò le labbra sotto il glande e lentamente la calò. Si fermò all’urto morbido della cappella contro il fondo della sua gola, allora aprì larga la bocca e mosse la lingua.
Oh ci sapeva fare la ragazza, fremetti alla carezza della cosa calda che sentivo muovere su tutto il membro, ruotò il capo finché la sua lingua fu sul rigonfiamento del condotto, sollevò adagio il viso, raggiunse il punto sensibile sotto la glande lambendolo con ripetuti guizzi della lingua, sospirai estasiato:
– Ahhh amore. . . si. . . si. . . –
I sospiri che udivo al nostro fianco mi fecero volgere il capo. Nadine accarezzava ancora il capo del ragazzo, sollevò le ginocchia raccogliendo i piedi contro il sedere e a cosce spalancate riceveva sulla vulva l’omaggio della bocca del suo nuovo amante guidandone il movimento con mani impazienti. Ebbi un moto di gelosia vedendo i seni bagnati della sposina, lei se ne accorse e arrossì ma non smise di muovere il capo del ragazzo poi portò lo sguardo al mio ventre dove il viso della ragazza andava su e giù in un meraviglioso bocchino.

Doveva veramente piacere il mio membro a Claudia da come faceva scivolare la bocca, fui stupito dell’ingordigia con la quale lo prendeva, lo suggeva. . . Lentamente muovendo piano le ginocchia si girò senza lasciare il scorrere sul pene che continuava soavemente a sollazzare finché le ginocchia toccarono la mia spalla, il suo bel culetto rivolto verso di me e appena sentì il mio braccio attorno al suo bacino, sollevò un ginocchio portandolo dall’altro lato del mio capo.
Aveva fatto tutto lentamente, tentoni senza smettere il lavorio della bocca. Adesso non mi importava più quello che la mia donna stava facendo col ragazzo, avevo davanti agli occhi il più bello spettacolo che un uomo possa sognare. Le cosce di Claudia divaricate e ad una spanna dal mio viso, il cespuglietto biondo che dal ventre si divideva sulle labbra grassottelle in due fiocchetti di peli delicati come piume e in mezzo, la fichetta deliziosamente umida in corrispondenza dell’apertura della vagina socchiusa.

– Hai una fica bellissima lo sai? – la voce non sembrava la mia tanto era rauca.
Udii appena la risposta della ragazza che aveva lasciato di scorrere sul mio pene per dire con una risatina compiaciuta:
– Ti piace? E’ tua. . . prendila! –
Accennò a divaricare le ginocchia, la fermai posando le mani sulle sue cosce, aveva ripreso a scorrere sul pene, ora lo suggeva appena, mi sembrava di vederle le belle labbra avvolgere il membro, scendere, risalire con un dolce risucchio che mi faceva provare il piacere sottile di essere aspirato nella sua bocca.
Feci risalire le mani al suo culetto, lo aprii per bearmi della vista dei peletti sottili che all’interno delle natiche bordavano l’ano rosa, sculettò languidamente al contatto delle dita che scendendo esploravano il solco accarezzando la deliziosa rosellina.
– Ti piace il mio buchino? Anche quello é tuo. . . sono tutta tua! –
Non risposi, ora le mie dita erano sulla fichina, uno di essi intriso dei succhi prelevati nella dolce fessura li spalmava lungo tutta la vulva separando le labbra diafane, sottili che la bordavano, giù, fino alla crestolina della clitoride.

– Mhhh. . . – fece la bella succhiandomi rumorosamente.
Li riportai sulla fica accarezzando lievemente le labbrette sporgenti, erano socchiuse come ad aspettare la mia bocca. Non resistetti a tanta libidine:
– Amore. . . fatti leccare! –
Non rispose ma avanzò con entrambe le ginocchia poi si chinò come ad accosciarsi. La macchia color oro si avvicinò alla mia bocca e in mezzo la carne rosa acceso del sesso di cui percepivo il conturbante profumo. Appena le mie labbra sfiorarono le sue labbra più intime, si fermò e in quella posizione aspettò il contatto della mia lingua.
Cominciai a lambirla subito, lentamente, quasi religiosamente, iniziò a sospirare appena sentì la carezza che separando le labbrette sensibilissime ne risaliva la giunzione, mosse il bacino all’indietro per darmi modo di raggiungere la clitoride, me la lasciò leccare qualche attimo poi sfuggendo alla mia lingua mi porse la fica tutta lasciandomi tuffare nella vagina.

– Mhhh. . . mhhh. . . –
Si mosse adagio avanti e indietro, ben presto raggiungemmo un’intesa perfetta assaporando il piacere che ci davano le nostre bocche. Fu un sessantanove bellissimo, Claudia ora muoveva le labbra lentamente su e giù su un pene divenuto sensibile per le dita che ne tendevano la pelle, così che la carezza delle labbra mi procuravano un piacere che aumentava ad ogni movimento della sua bocca.
Ero incantato da tanta dolcezza, sopra i miei occhi sfilavano le sue natiche quasi infantili, era una meraviglia vedere come muoveva il culetto nel porgermi la fichina il cui sapore impregnava il mio palato ora che la baciavo come prima avevo baciato la sua bocca.
– Mhhh. . . mhhh. . . –
I gemiti soffocati dal membro che non smetteva di ingoiare dicevano del gradimento della fanciulla, sospiravo estasiato dal piacere che di comune accordo facevamo salire lentamente . . . Altri sospiri e gemiti si levavano al nostro fianco, i sussulti che imprimevano al letto dicevano che fra Miro e Nadine era in atto un coito ma non vi feci caso, preso com’ero dal sesso che la ragazza muoveva sulla mia bocca.

Più di una volta Claudia lasciato il pene, sollevava il bacino, aspettando ansante di riprendere fiato, allora la visione della vulva aperta luccicante della mia saliva mi faceva desiderare di soddisfare il bel sesso.
– Amore. . . é bellissimo! – esclamò la fanciulla.
Si, anche per me era bellissimo, il desiderio faceva pulsare i lobi deliziosi delle labbrette chiare, l’ingresso del suo grembo si restringeva e si apriva sensibilmente per le pulsioni che il suo giovane sangue imprimeva, i peli attorno alla bella vulva erano incollati alle labbra grassocce e quando abbassò nuovamente il bacino non resistetti al desiderio di spingere in avanti il grazioso culetto per immergere il viso nella stretta delle sue chiappette mentre con la lingua ne esploravo avidamente il solco.
La fanciulla sculettò languidamente sentendosi lambire l’ano contratto, lo stuzzicai finché lei disse in un soffio:
Ahhh. . . si. . . anche lì voglio il tuo cazzo! –

Continuammo a lungo a deliziarci i sessi, attenti a non scatenare subito l’orgasmo ma mantenendoci in una sorta di stato di grazia, in un delicato equilibrio che un niente poteva sconvolgere. Rantolavo fra le sue cosce assaporando le carni delicate del sesso che la fanciulla mi porgeva mentre la sua bocca gemente ingoiava un membro sensibilissimo. Non poteva durare, Claudia si sottrasse all’improvviso mettendosi in ginocchio accanto a me.
– Amore. . . stavo per venire e. . . anche tu, l’ho capito dal tuo sapore. . . ma adesso voglio godere col tuo cazzo nel pancino. . .
Vicino a noi Nadine con sospiri estasiati accarezzava la schiena del giovane stallone che disteso sopra di lei la montava con lunghi colpi di reni, la sposina deliziata lo riceveva con le gambe sollevate alte, aperte dove nel profilo delle cosce e del sedere bellissimo appariva e scompariva il pene sottile bagnato del piacere della mia donna.
Claudia per qualche istante guardò il giovane maschio avvinghiato alla mia femmina, sorrise ai movimenti che faceva nell’immergersi nella vagina che a giudicare dai gridolini che udivamo doveva soddisfare ampiamente, poi anche lei si allungò e raccolti i piedi vicino al sedere allargò le gambe invitandomi con un sorriso.

Avanzai aprendo le ginocchia finché il piccolo culo rimase incuneato fra le mie cosce, sentii contro i testicoli il calore delle chiappette della fanciulla in attesa. Tutte le donne sono belle quando bramano il coito, Claudia lo era in modo speciale, il suo desiderio aveva colorato le guance altrimenti pallide, i capelli biondi incorniciavano il suo viso di un’aureola dorata, un leggero affanno animava le tettine deliziose sollevandole e abbassandole al ritmo del suo respiro.
Sopportava lo sguardo dell’uomo maturo il cui membro faceva fremere la fichina sulla quale poggiava separando le carni bagnate e quando vi portò le mani lo sentì grosso, duro, lo inclinò. . .
Dovetti sollevarmi per dar modo alla fanciulla di passare il glande nel taglio della sua fichina, lo fece con lunghi fremiti facendo sussultare il corpo sottile, tremolare i piccoli seni, alla cieca cercò l’apertura della vagina e trovatala lo puntò. . .
Resistetti alla pressione delle mani che spingevano in lei il pene, allora lo inclinò maggiormente facendomi sentire la carezza morbida delle natiche fra le quali ora lo strofinava, il suo sguardo mi interrogò quando premette il glande sull’orifizio bruciante del piccolo culo. Oh il desiderio che provavo, con uno sforzo scossi il capo, allora lo puntò ancora nella vulva. Le sue labbra formarono due parole:

– Amore. . . dammelo! – disse senza che dalla sua bocca uscisse suono alcuno.
Non resistetti oltre al suo pressante invito, agganciai le sue gambe alla piega delle ginocchia, protendendomi su di lei piegai in due il giovane corpo e con un lungo movimento delle reni affondai nel suo grembo.
– Ahhhh. . . – Il suo grido non fu di dolore, era il grido liberatorio della femmina che riceve il compenso alle attenzioni che ha prodigato al maschio. Nel caldo del suo ventre percepii la contrazione della giovane vagina.
– Ahhh amore. . . piano. . . Oh perché non me l’hai messo nel culo! Mhhh. . . lo volevo sai, ero pronta e ora. . . piano ti prego. . .
Mi resi conto che il mio più piccolo movimento avrebbe scatenato in lei l’orgasmo, non voleva, non ancora, per questo mi supplicava. Coprii con la mia bocca la sua ricevendo la lingua avida che dimenava, rimasi immobile spingendo a fondo il membro fino a sentire contro la punta la bocca del suo utero e immerso in lei assaporai il bacio indecente che ci scambiammo, la vagina ebbe ancora una contrazione lieve e si placò.
Mi tirai su con le braccia tese contemplando il viso che l’espressione di gioia che vi leggevo rendeva ancora più bello. Non mi ero ancora mosso, Claudia guardava assorta le mani che muoveva sul mio petto, trovò i capezzoli, li massaggiò dolcemente fino a farli emergere poi li prese fra le dita. . .
Sospirai, sapeva come fare all’amore la ragazza! I capezzoli fra i polpastrelli delle sue dita divennero presto piacevolmente dolenti trasmettendomi sensazioni che scendevano al mio pene incitandomi a premerlo fino a schiacciare i testicoli nelle sue natiche, sull’orifizio del culo che aveva promesso alla mia libidine. Ora i miei bottoncini mi facevano male ma per nulla al mondo volevo sottrarmi alla dolce tortura delle piccole dita. La fanciulla si era ripresa abbastanza da esclamare:

– Ora scopami amore. . . fammi godere! –
Mi ritirai abbastanza da sentire sul colletto del glande il solletichio dei suoi peli e lentamente affondai ritrovando il calore delle chiappette sotto i testicoli. Questa volta fece una smorfia.
– Ahhh. . . ce l’hai lungo. . . lungo. . . –
Lo ritirai ancora e lo immersi trattenendomi di spingerlo a fondo, il gridolino di gioia della ragazza mi incitò a ritirarmi e spingerlo ancora e ancora I miei affondi accolti da grida di esultanza mi spronavano a cercare il calore della sua vagina talmente scivolosa che il piacere in me saliva lentamente mentre nella fanciulla. . .
I suoi tratti si alteravano ad ogni entrare del membro, le grida della giovane si susseguivano ininterrotti salendo di intensità ad ogni mio affondo finché la sua bocca si aprì in un atteggiamento di stupore, capii che oramai era agli stremi, le sue dita si serrarono talmente forte sui miei capezzoli che il dolore mi fece affondare violentemente aprendo le sue carni come un ariete, non mi fermai agli spasimi della sua vagina che all’approssimarsi dell’orgasmo si serravano sul membro in movimento quasi a trattenerlo, poi gridò.

Fu con un urlo lacerante che Claudia venne, volle la mia bocca, lasciando di pizzicare i miei bottoncini le sue mani si avvinghiarono al mio collo attirandomi, soffocò nella mia bocca i gemiti del suo godimento e mentre le sue labbra si stringevano alla mia lingua risucchiandomi in profondità impresse alle gambe e al bacino i movimenti atti a farmi scorrere in lei in modo da completare il suo piacere.
Ora le sue mani accarezzavano dolcemente la mia schiena, lentamente si riprese dalla sua emozione, gli occhi luminosi mi scrutarono, disse:
– Amore. . . é stato bellissimo, ho goduto tanto. . . e tu? –
Non risposi subito, ero pago del piacere della bella, solo allora la ragazza si accorse che il mio desiderio era rimasto intatto.
– Non importa. . . – dissi accarezzando il bel viso.
– Oh no. . . devi godere! Godimi in bocca. . .

Era talmente cara che fui tentato ma la presenza di Nadine e di Miro che si stavano osservando mi fece scuotere il capo, dopo che i due si furono allontanati dissi:
– No. . . mi piace restare dentro di te. –
– Anche a me piace sentirti ma. . . voglio farti godere! Oh dimmi. . . cosa devo fare?
– Niente. . . Mi ero rimesso in ginocchio e lentamente avevo estratto il pene guardando la fichetta bagnata. L’ingresso della vagina all’uscita del membro era rimasto qualche istante aperto ma già si stava restringendo.
– Sei bella. . . bella. . . –
Claudia trattenne le gambe e rimanendo piegata in due si lasciava guardare senza provare vergogna. Sorrideva ancora quando mi chinai sul suo ventre, si sollevò sui gomiti per guardarmi calare il viso fra le sue cosce, sulla sua intimità esposta. . .
– Oh Ric. . . come sei caro! –
La fica che baciavo aveva il sapore particolare del suo godimento, lo cercai ancora all’apertura della vagina, vi immersi la lingua, sentii le sue dita quando si aprì la vulva, mantenendole anche quando mi sollevai.

Mi chinai ancora lambendola tutta insieme alle dita che la mantenevano divaricata, percepii la giunzione delle labbra sottili, seguii con la punta la delicata crestolina fino al suo assottigliarsi. . . Mi sembrò di udire un sospiro, allora piegando il capo cercai di prendere fra le labbra il conturbante rilievo, vi premetti la lingua, la passai, la ripassai.
– Amore. . . mi hai fatto venire di nuovo voglia! –
Si, avevo sentito un fremito, le dita si erano allontanate, sollevai il viso. Vidi accanto a lei la tovaglietta colorata e nelle sue mani il barattolo dell’unguento che avevo usato con la sposina; Claudia lo aveva aperto e dopo averne annusato il contenuto, me lo porse dicendo con un timido sorriso:
– Nadine dice che la prima volta é meglio adoperarlo!
La guardai sorpreso, Claudia era così, preferiva andare subito al sodo piuttosto che tergiversare. Abbassai lo sguardo alle pagnottelle tonde nella cui divisione spuntavano dei peletti color grano, le chiappette erano strette, la ragazza spinse sulle braccia tendendole per allargare al massimo le gambe che aveva preso alle caviglie.

Come la desideravo! La sua posizione faceva risaltare i piccoli seni, ora erano dei monticelli deliziosi con in cima le graziose ciliegine dei capezzolini tesi in modo impertinente che contrastavano in modo singolare con l’espressione quasi vergognosa del suo viso. Rimasi a contemplarla incantato da tanta bellezza, le gambe diritte, tese, invitavano lo sguardo a seguirne la forma perfetta, lungo i polpacci sottili, le coscette lisce come liscio era il piccolo culo.
Era sul membro che il suo sguardo era rivolto, vi lessi desiderio ma anche timore per la nerchia che pulsava vicino alla sua intimità, che la sfiorava ondeggiando in modo osceno. La sua voce mi scosse dalla mia contemplazione:
– Prima ungimi il buchetto! – disse.
– Lo vuoi proprio? – chiesi ancora incredulo.
– Si. . . mi sono preparata. . . Nadine dice che ti piace e che. . . piacerà anche a me. Si, dammelo. . . lo voglio nel sedere!-
Era decisa! Guardai ancora il culetto esposto e mi decisi anch’io ad una azione che non fosse per le parole che avevo appena udito sarebbe stato uno stupro. Prelevai con la punta del dito un po di unguento e lo passai sul delicato orifizio, la sentii fremere per il freddo contatto, passai il dito sulla calda rosellina la forzai per ungerne il bordo interno. . .

Claudia aspettò che avessi richiuso il barattolo, lo prese poggiandolo sul comodino poi senza cambiare posizione portò le mani alle natiche allargandole.
– Dai. . . mettimelo nel culetto! – disse ancora.
Oh il dolce richiamo dei glutei bellissimi e nella loro valle la rosellina la cui offerta non potevo più rifiutare, inclinai il pene muovendo adagio il glande sulla delicata apertura e quando lo premetti la ragazza ondulò languidamente il bacino. Malgrado le sue parole il timore che doveva provare le faceva stringere inconsciamente lo sfintere così che fu con una smorfia che subì la mia spinta. Mi fermai aspettando che si rilassasse, lei portò la mano al pene, lo mosse lentamente finché ne sentì la punta sul tenero buchino e disse:
– Ecco. . . adesso! –
La sua mano lo stava spingendo! Mi protesi sopra di lei, le braccia tese ai due lati del suo corpo, le sue gambe scesero sulle mie spalle agganciandole alla piega delle ginocchia, premette i piedi sulla mia schiena invitandomi a penetrarla. . . Chiuse gli occhi quando spinsi pesando sulle reni.
– Ahiii. . . – il suo grido fu di sorpresa nel sentirsi aprire.
L’ano si stava allargando, i piedi cessarono la loro pressione, mi fermai. Claudia aveva aperto gli occhi, vi lessi lo stupore per la presenza che sentiva nelle natiche; malgrado non provasse dolore tremava, fissandomi negli occhi premette ancora i piedi e ancora, ancora. . .

Ad ogni pressione rispondevo con una spinta guadagnando centimetro dopo centimetro il suo bel culetto, continuai finché sentii sotto i testicoli la freschezza delle sue natiche. Continuò a premere i piedini sulla mia schiena anche dopo ma ormai ero immerso completamente in lei, nel calore delle sue interiora.
– Sono tutto dentro amore. . . –
– Ohhh. . . non pensavo fosse così. . . –
Il tremore era cessato ma piccoli brividi facevano fremere il suo corpo coprendo le deliziose tettine di rilievi simili a pelle d’oca. Sorrise timidamente, era così bella con le labbra socchiuse che ne fui attirato e flettendo sulle braccia avvicinai il viso per lambirle.
– Oh amore. . . amore. . . – disse.
Subito tese la lingua cercando la mia ci lambimmo avidamente consci dell’intimità particolare che si era creata fra di noi, al rilassarsi delle sue gambe mi ritirai deliziato dalla carezza dell’ano che l’unguento aveva reso talmente scivoloso che anche la ragazza provava piacere e quando alla sua pressione affondai mi ricevette con un gridolino meravigliato.
– Ihhh. . . mi piace. . . mi piaaace. . . –
Con sorpresa mi accorsi che la giovane pur essendo alla sua prima esperienza anale gradiva lo scorrere del pene nelle sue interiora, ben presto gli intervalli coi quali mi attirava in lei si fecero più brevi finché sollevò alte le gambe lasciando che la penetrassi liberamente.

– Ahhh. . . mhhh. . . ti sento. . . ti sento! Oh non pensavo fosse così. . . mhhh. . . il tuo cazzo. . . mi apre. . . mi riempie! Mhhh. . . é bello. . . bello. . . –
Mi raddrizzai e attirato il piccolo culo fra le mie cosce afferrai le sue caviglie e allargando le braccia, spalancai le sue gambe. . . Ora potevo vedere come il membro entrava e usciva dalle tenere natiche, vedevo l’ano rosa avvolgerlo mentre mi ritiravo, il suo corpo scosso ad ogni sbattere del mio ventre contro le sue chiappette.
Claudia appoggiata sui gomiti seguiva i movimenti delle mie reni cercando di resistere alle spinte che cacciavano il membro nel suo culetto. Lo scorrere del membro aveva lubrificato e unto parte delle chiappette e ora mi riceveva con gridolini di gioiosa meraviglia che tolsero in me il ritegno che potevo ancora avere.
L’inculavo dolcemente, quasi delicatamente, il pene scorrendo nello stretto buchino non provocava nella fanciulla altro che eccitazione e anche piacere, lo vedevo dagli umori che formarono una goccia che rimase in bilico qualche istante all’estremità della fessurina del suo sesso poi colò lentamente lungo la pelvi poi sul membro che entrava e usciva dall’ano che ora teneva rilassato.

La bella fichetta si animava ad ogni movimento del pene, vi portai le dita accarezzando le labbrette diafane poi la dolce crestolina, la ragazza fece una smorfia:
– No, non farlo. . . mhhh. . . mi piace così, nel culetto! Si. . . dammelo. . . dammelo! –
Ritirai le dita e le mani abbracciate alle sue cosce andavo e venivo gustando insieme alla fanciulla il piacere torbido che dà il fare una cosa che i più considerano oscena. Fu in quel momento che Miro e la sposina entrarono salendo sul letto accanto a noi. Nadine si avvide subito che era in atto un coito anale, il ragazzo guardò sorpreso la fichetta esposta della sua compagna poi vedendo il mio membro apparire e scomparire sotto di essa esclamò:
– Claudia! Ohhh. . . cosa state facendo? –
Nadine fortemente eccitata alla vista del piccolo culo tremolante ad ogni sbattere del mio ventre cercò di distogliere l’attenzione del giovane, la ragazza lo rassicurò:
– L’ho voluto io. . . mhhh. . . é bello sai? Perché non provi con Nadine? –
– Si dai. . . puoi farlo se vuoi! – disse la sposina cui l’idea già sorrideva.
– No. . . é brutto. . . brutto. . . –
Il giovane era esterrefatto ma i gridolini di gioia della fanciulla e la vista del corpicino fremente avevano fatto ergere il giovane pene, Nadine vi portò la mano.

– Non é per niente brutto sai? Mi piace talmente il tuo cazzo che puoi mettermelo nel culo se vuoi. . . No? Vuoi ancora la mia fica? –
Non aspettò la risposta, rovesciato il giovane si mise cavalcioni su di lui e afferrata la verga la guidò fra le cosce e sedendosi la ricevette in corpo dicendo:
– Mi sarebbe piaciuto! Mhhh. . . é bello. . . oh come ce l’hai duro! –
Cominciò subito a cavalcarlo, accarezzando il suo viso con le mammelle ballonzolanti che ad ogni suo movimento strusciava sul giovane.
– Siete delle troie. . . delle troie sapete? – urlò il ragazzo.
Rise la sposina per nulla offesa ma poi quando la bocca si chiuse su un capezzolo gemette senza smettere il suo va e vieni. Seguirono dei momenti di lussuria infinita, i lamenti della donna si mescolavano ai gridolini eccitati della fanciulla felice di sentire che il membro che aveva nell’ano trasmetteva alla sua fichina un piacere particolare.
– Oh é bello godere cosi. . . mhhh. . . amore, aspetta! –
Mi respinse fino a farmi uscire dal suo culetto poi indicando la groppa sollevata della donna disse:
– Vuole nel culo un cazzo. . . e tu daglielo, cosa aspetti?
Rimasi sorpreso dalle sue parole, e quando le capii, chiesi ancora incredulo:
– Claudia. . . cosa dici? –
– Dai, mettiglielo nel culo. . . non hai sentito che lo vule? –
Nadine aveva udito, rivolse alla ragazza uno sguardo smarrito poi mi guardò rossa in viso, fece sì col capo e aggiunse:
Oh si amore. . . voglio provare! Oh dammelo anche tu. . . dammelo!

La ragazza si mise a sedere spingendomi ad alzarmi. Non avevo mai goduto una donna insieme ad un altro uomo e ora che mi accingevo a farlo, una libidine incontenibile si impossessò di me.
– Indietro. . . venite indietro! – ordinai con voce roca.
Nadine arretrò sulle ginocchia seguita dal ragazzo che non voleva perdere contatto con la vagina nella quale era immerso e che già gli procurava piacere. Quando i suoi piedi toccarono terra si fermò.
Guardavo allucinato la bella groppa, la sposina continuava a impalarsi sul suo giovane amante e china su di lui lo baciava golosamente sollevando e abbassando il deretano fino a schiacciarne i testicoli, esponendo l’ano bruno ad ogni movimento. Si fermò appena percepì fra le natiche lo strofinio del mio glande, le sollevò alte quando sentì che lo premevo.

Feci scorrere le mie mani sui bei glutei e afferrata la donna alla vita cominciai a spingere. . . La verga umida di unguento non trovò resistenza!
– Ahahhh. . . ahahhh. . . ahahhh. . . – fece la sposa nel sentirsi allargare.
Si mosse languidamente facilitando la penetrazione del membro che lentamente sprofondava nelle sue interiora.
– Ohhh. . . é bellissimo! – esclamò quando fui tutto dentro di lei.
Aveva sollevato il capo e guardava attraverso i capelli che coprivano il suo viso la fanciulla alla quale erano rivolte quelle parole. Il ragazzo aveva ripreso a scorrere nella fica della mia bella, lo faceva di scatto per percorrere col giovane membro tutta la sua vagina, ne percepivo i movimenti attraverso la parete del suo grembo, mi mossi anch’io scorrendo lentamente nelle sue natiche, schiacciando il ventre contro i caldi globi. . .
Ben presto trovammo il giusto ritmo, ora era insieme che il ragazzo ed io affondavamo nel corpo della sposa deliziandola oltre ogni dire. L’oscenità del nostro atto era mitigato dalle grida estasiate della donna ad ogni muovere dei membri. Lei le reni arcuate, le braccia tese puntate ai lati del ragazzo faceva oscillare le mammelle sul suo viso, ridendo nervosamente fra i gemiti quando la bocca che li inseguiva riusciva a catturare un capezzolo, a suggerlo. . .
– Ahhh siii. . . così. . . riempitemi, sfondatemi! Mhhh. . . é bello. . . bello! –

Le sue grida di esultanza ci spronavano a prodigarci, il ragazzo ansimava per gli sforzi che faceva, Nadine lo aiutava muovendosi per quanto le era possibile, io guardavo estasiato il bel culo fremere ad ogni mio entrare, la verga sottile che scorreva insieme al mio pene era talmente vicina che i miei testicoli la sfioravano.
– Claudia. . . ahhh sapessi come godo. . . mhhh. . . datemi i vostri cazzi. . . ah si. . . cosi. . . fino in fondo. . . fino in fondo. . . ahahhh. . . ahahhh. . . –
La ragazza si era chinata di fianco guardando con occhi sbarrati le nostre verghe che andavano e venivano nel grembo e nei glutei della donna. L’osceno coito produceva in lei un’eccitazione tale che si accarezzava la fichina con dita lievi che le facevano emettere flebili sospiri, mentre Nadine si muoveva tutta per meglio sentire scorrere i peni che producevano in lei un delirio che si traduceva in grida che aumentavano di intensità al salire del suo godimento.
Avrei potuto continuare a lungo la mia cavalcata tanto l’ano rilassato della bella faceva salire lentamente il mio piacere, ma lo stimolo dei due membri portarono rapidamente la sposina all’apice del piacere. Mi fermai piantato nel bei glutei ai primi spasimi che serrarono il mio membro, anche il ragazzo dovette sentirli ma continuò il suo scorrere, anzi, raddoppiò i colpi di reni malgrado le grida di Nadine che l’imploravano di fermarsi.

– Ahhh. . .. . . ahahh. . . piano. . . mi fate male. . . ahh. . . ahhh. . . –
Nell’orgasmo Nadine rilassò un attimo lo sfintere, ne approfittai per penetrarla velocemente e quando l’ano si strinse continuai a scorrere, sordo ai gemiti che si susseguivano ininterrotti mentre la testa castana si muoveva di qua e di la come una furia, poi con un ultimo grido si rilassò ricevendo nel grembo e nelle viscere lo scorrere dei membri che completarono il suo piacere deliziandola.
– Mhhh. . . oh. . . godo. . . godo. . . oh si. . . datemi ancora i vostri cazzi. . . Ahhh. . . é bello. . . bello. . . mhhh. . . mhhh. . . –
Si abbatté sul suo giovane amante impedendogli ogni movimento, vidi il suo capo muoversi languidamente nel lungo bacio che le diede. Rimasi immerso nelle belle natiche ricevendo gli spasimi che si affievolirono lentamente e cessarono. Nadine si volse a Claudia quasi scusandosi per lo spettacolo che aveva offerto.
– Cara. . . volevo provare. . . oh é bello godere con due uomini dentro! Non ho resistito. . . sono venuta subito mentre loro. . . –
Si sollevò sulle braccia, io capii e uscendo da lei vidi attorno all’ano il lieve arrossamento provocato dallo sfregamento del membro, Nadine scese dal letto e sorrise alla ragazza.

– Ti hanno fatto male? – chiese Claudia preoccupata.
– Solo un pochino ma ho goduto tanto. . . E’ stato Ric. . . ho capito che quando ne hai due. . . sarebbe meglio avere nel sedere il più sottile. . . – la ragazza rise:
– Quello di Miro? – Claudia stava accarezzando il petto del ragazzo ancora disteso, poi la sua mano scese al suo pene passandola delicatamente sull’asta dura.
– Adesso lo vuoi il mio culetto? – sussurrò chinandosi su di lui in un rapido bacio.
Anche per lui il coito era stato troppo breve per avere soddisfazione anche se l’aver avuto sopra di se la sposina e aver ricevuto attorno al pene il caldo abbraccio del suo orgasmo gli aveva messo addosso un’eccitazione tale che le parole della sua compagna di classe non gli parvero più oscene.
Non rispose, il suo sguardo incantato seguiva i movimenti della fanciulla, la vide troneggiare in piedi su di lui, le gambe divaricate ai lati del suo bacino, bella e impudica coi peli biondi bagnati dove le labbra della fichina emergevano dischiuse. Temette per un istante che l’amica cadesse all’indietro, strisciò sulla schiena poggiando il capo sul cuscino, la ragazza avanzò con le gambe allargate.

La vide flettere sulle ginocchia, le cosce aperte, vide la sua mano afferrare il pene, vide la curva deliziosa delle chiappette aperte dove lo puntava muovendolo appena nel cercarne l’orifizio, ne sentì il calore mentre lo premeva, vide la carne rosa della fichetta che l’altra sua mano tirava per fargli vedere che non era nella sua fessurina che lo riceveva, infine si sedette, si, si sedette!
– Ohhhh. . . –
Miro rimase stupito della facilità col quale il suo sederino era scivolato sull’asta dura, si, era nelle culette che Claudia aveva preso il suo membro, vide la fichina rosa libera mentre lei si sollevava, sentì la carezza dell’ano che scendeva ingoiandolo, la freschezza delle natiche che premevano i suoi testicoli.
– Oh Claudia. . . Claudia. . . – sospirò.
Il calore che sentiva attorno al pene era simile a quello che aveva trovato tante volte nel grembo della ragazza, ma la carezza che gli dava l’ano ad ogni suo muoversi era ben più soave.
– Oh. . . mi piace averti nel culetto! Sono una troia vero?-
– No, no. . .- ora Miro si vergognava di aver pronunciato quelle parole.
– Invece si. . . oh mi piace. . . mi piaaace!-

Anche a lui piaceva, era deliziato nel vedere come il suo cazzo appariva oltre la bella fica, nella curva delle natiche aperte, come scompariva nel calore del piccolo culo. La fanciulla andava su e giù con gridolini gioiosi facendo tremolare le graziose coppelle dei seni, la criniera bionda volteggiava ricadendo sul suo viso conferendole un’aria selvaggia che aumentava la lussuria del ragazzo.
Nadine era andata in bagno, io salito sul letto seguivo allupato il cavalcare della fanciulla, lei allungò la mano al mio pene e presolo lo tirò, capii che mi voleva in piedi, mi alzai. . . Non mi aspettavo che la ragazza rivelasse apertamente tutta la sua lussuria davanti al suo innamorato ma quando la sua mano mi ghermì dietro le cosce, già conoscevo le sue intenzioni.
Cercai di resistere, Miro guardava allibito come mi stringeva contro la sua spalla, come cercava di farmi girare per avere il mio membro alla portata della sua bocca, barcollai sul letto e quando ripresi l’equilibrio il mio glande era contro le sue labbra.
Lo vedi Miro come sono troia? Li voglio tutti e due i vostri cazzi, uno nel culetto e l’altro. . . –
Non terminò e prima che potessi oppormi ero nella sua bocca!

Smisi subito di resistere sentendo come le labbra si stringevano mentre dolcemente mi suggeva, non potevo sfuggire alla sua voracità perché il braccio che cingeva le mie natiche mi tenevano premuto contro il suo viso. Gemette all’improvviso, gemette ancora mentre il ragazzo sfogava la sua rabbia con scatti repentini delle sue reni, penetrando violentemente i glutei della compagna.
– Sei una sgualdrina. . . una puttana! Oh perché lo fai. . . perché? –
Aveva le lacrime agli occhi Miro vedendo come la sua bella si era attaccata al mio pene e quando lei lo liberò fu per dire fra i gemiti:
– Ahhh. . . così. . . dai. . . dai. . . spingilo fino in fondo. . . mhhh. . . si sbattimelo nel culo. . . ohhh. . . piu forte. . . piu forte. . . aghhh. . . –
Aveva spalancato la bocca cercando alla cieca il mio cazzo, glielo diedi spingendolo fino fondo alla sua gola, mi ritirai ma questa volta non dovetti spingerlo, mi sentii risucchiato poi succhiato. . . Era tanta la mia lussuria che esclamai:
Ah e così che lo vuoi? Allora prendi. . . prendi. . . ahh. . . ahhh. . . –

Entravo e uscivo dalle labbra che lei teneva morbide per farmi scorrere ma le serrava dolcemente mentre mi ritiravo costringendomi a rallentare e anche a fermarmi per sentire la carezza della lingua che passava e ripassava nel punto più sensibile di tutto me stesso, tenendo in bocca il glande che suggeva, suggeva. . .
Le mie esclamazioni non fermavano il suo bocchino, non pensavo veramente quello che dicevo, avevo già sperimentato altre volte la libidine che spinge le donne a superare il limite della decenza e a concedersi oltre il loro naturale ritegno. Felice é l’uomo che può godere della lussuria che si scatena in loro. . . Era successo a Nadine e ora anche a Claudia, l’artefice della lussuria di entrambe era il ragazzo che con rabbia si accaniva nelle natiche della fanciulla, era la sua inculata frenetica che la faceva delirare!
In entrambi i casi ero io ad approfittarne, prima cacciando il membro nel culo della sposina e ora nella bocca della ragazza che si sfogava facendomi fra i gemiti uno straordinario bocchino. Già il mio piacere era salito a un limite tale che ben presto la giovane avrebbe ricevuto in bocca il frutto delle sue attenzioni. Sì, stavo per venire e ricordando come nel parco aveva soddisfatto il suo partner non avevo remore ad innondarla del mio sperma, sicuro che lo avrebbe ricevuto con gioia.

Ma non avevo fatto i conti con la bramosia di piacere che albergava in quel corpo altrimenti così delicato, mi accorsi che si stava girando facendo perno sul membro del ragazzo che ora, impossibilitato a muoversi sentiva l’ano roteare attorno al suo pene come tante volte l’amica aveva roteato su di esso la bocca.
Ora era lei a muoversi su e giù come se non potesse fare a meno di sentir nel sedere quel membro sottile la cui consistenza le procurava solo piacere, il suo saltellare rendeva le sue labbra così soavi che fui veramente sul punto di eiaculare. Doveva essere avvezza a dare piacere in quel modo perché appena sentì in bocca il gonfiarsi del glande si staccò.
– Non ancora amore. . . ecco, così! – disse con voce alterata.
Si lasciò andare riversa sul suo compagno e puntando le mani sul letto sollevò il busto, anche il bacino sollevò di quel tanto da consentire al pene di scorrere in lei. Il ragazzo aveva smesso di insultarla, preso dal piacere che provava nelle calde natiche, andava e veniva lentamente incantato dai lamenti della fanciulla in calore.

– Oh é bello. . . bello. . . Ric. . . dammelo. . . dammelo anche tu! –
Se avessi avuto qualche dubbio sul desiderio della ragazza, le mani che aveva portato al ventre, al termine della macchia delicata dei peli me l’avrebbero tolto, le dita premute ai lati della vulva l’avevano aperta mostrando la carne che la voglia che ora provava l’avevano resa di un rosa vivo. Mai invito era stato fatto in un modo così palese e l’espressione del suo viso, gli occhi fissi sul mio membro pulsante lo rendevano irresistibile, e la sua voce. . .
– Guardala la mia fica. . . l’ho aperta per te, per il tuo cazzo! –
Avvertii la presenza di Nadine ancor prima di vederla, anche lei guardava il muoversi lento del pene del ragazzo fino il fondo al sedere delicato che solo i testicoli fermavano, anche lei udiva i gridolini della fanciulla, le esclamazioni rauche del giovane.
– Cosa aspetti? Non vedi come ti vuole? Dai. . . scopala anche tu! – disse
Nadine benché sazia era impaziente di assistere all’oscena copula, le sue mani premettero sulle mie anche costringendomi ad inginocchiarmi fra le gambe divaricate del ragazzo, come stralunato puntai il pene sopra quello sottile, aspettai che Miro spingesse. . . e spinsi anch’io!

– Ahhhahhhahh. . . –
Claudia rovesciò il capo sentendosi trafiggere, il grido le uscì dalla gola modulato dalle spinte che dovetti imprimere al membro per farlo entrare interamente nella fichetta che la presenza che aveva nelle natiche aveva reso stretta. Mi pentii subito del dolore che pensavo di aver provocato nella giovane e malgrado la libidine che sentivo, ero sul punto di desistere, ma lei raddrizzata fieramente la testa guardò la sposina con negli occhi una luce particolare.
– Ahhh. . . non sapevo fosse così! Mhh. . . sono così duri. . . ah li sento. . . mi riempiono tutta. . . mhhh sono caldi. . . lunghi. . . ahhh é. . . bellissimo! –
Quelle parole fugarono tutti i miei timori, già il ragazzo si stava ritirando, uscii anch’io quasi completamente dal ventre della fanciulla, affondammo insieme accolti da un gridolino gioioso, sentii sotto i miei, i testicoli del ragazzo, fu una sensazione particolare che aumentò la mia lussuria, i gridolini si susseguirono ad ogni nostro affondo, la ragazza scossa dai nostri colpi mi fissava senza vedermi, le guance infuocate, i piccoli seni tremolanti ad ogni entrare dei membri.
– Ah. . . ahhh. . . ah. . . ahhh. . . si. . . si. . . cosi. . . cosi. . . ah. . . ahhh. . . –
Ben presto un lamento continuo uscì dalle labbra aperte, l’espressione della fanciulla stupita si trasformò in una smorfia, ora sì che sembrava una sgualdrina affamata di piacere. . . Nadine accanto a me ne fu spaventata.
– Basta. . . basta, gli fate male. . . oh smettetela! – esclamò.
– No. . . mi piace. . . mi piace. . . oh ancora. . . si. . . sfondatemi, vi voglio ancora. . . si, tutti e due. . . tutti e due. . . ah. . . ahhh. . . ah. . . ahhh. . . –
Un fiotto bagnò la sua vagina, la sua espressione si fece estasiata, ora era nuovamente bella, poi la sua voce cambiò di tono soverchiando le esclamazione rauche dei maschi che si accanivano dentro di lei, poi gridò, gridò: . .

– Ah godo. . . mhhh. . . si. . . oh sto per. . . venire! Ah vengo. . . vengo. . . ahhh. . . adesso. . . adesso. . . ahhh. . . ahhh. . . –
Nel gridare aveva sollevato alto il bacino costringendo Miro a penetrarla con rapidi scatti mentre il mio membro andava e veniva con un rumore bagnato nella fica in orgasmo, con un ultimo grido Claudia si fece pesante impalandosi sul pene che aveva nell’ano poi si lamentò fievolmente mentre io scorrevo lentamente nella vagina scivolosa ricevendo attorno al pene le ultime strette del suo orgasmo.
Lentamente Claudia ritornò in se, rivolse a me e a Nadine un sorriso timido, vergognoso. Uscii dal suo grembo e mi allungai, Miro l’aiutò a mettersi seduta e a sfilarsi dal pene che aveva nelle natiche. La ragazza si mise subito sopra di me baciandomi teneramente, lasciando che accarezzassi la sua schiena, il suo culetto, strusciò le tettine sul mio petto poi allungò la mano ad accarezzare il viso del compagno.
– Oh perché non avete goduto. . . volevo sentirvi schizzare. . . siete cattivi! –
Ma rideva la ragazza come se avesse compiuto una difficile impresa. Sentendo contro il pancino la durezza del mio membro rimasto voglioso, si scostò e presolo in mano lo guardò attentamente.
-Come può un coso così brutto dare tanto piacere? – disse.

Scivolò lungo il mio corpo, l’aiutai mettendomi seduto con la schiena appoggiata al cuscino, la verga nelle sue mani era tutta bagnata del suo piacere, Claudia non ci fece caso, la rimirò a lungo poi mi rivolse un sorriso ironico.
– Vuoi che la tua troietta ti faccia godere? – chiese tendendone la pelle.
– Si. . . oh dai, prendilo. . . succhialo. . . –
Non vedevo l’ora di sfogarmi in quella bocca di cui conoscevo la dolcezza e quando la calò sospirai estasiato, sentii l’alito caldo della fanciulla fra i miei peli mentre ferma, con il membro in bocca muoveva adagio la lingua per tutta l’asta, i suoi capelli solleticavano le cosce che avevo sollevato; scostai i le ciocche dal viso che nascondevano le labbra strette quasi alla base della verga. . .
Un sospiro accanto a me mi fece volgere il capo. Il ragazzo accarezzava la chioma castana della sposina che la testa premuta sul suo ventre stringeva i seni fra le sue braccia per dar modo al giovane amante di far scorrere la verga fra di essi prima di riceverla nella labbra aperte. Miro non poteva vedere la bocca che lo deliziava ma sentiva la carezza delle mammelle fra le quali scorreva con lenti movimenti.
– Nadine. . . sei. . . meravigliosa! –
Anche Claudia era meravigliosa, le labbra dolcissime scorrevano su e giù mentre lei aiutandosi con le mani sotto i testicoli spingeva il membro nelle fauci spalancate, salivava abbondantemente lubrificando l’asta per far durare il mio piacere mentre la sposina non così esperta succhiava il giovane cazzo con un’ingordigia tale che ben presto i rantoli del tagazzo empirono la stanza.

Quanto durò il bocchino della fanciulla? Molto più a lungo di quello in atto accanto a noi, i movimenti del ragazzo si fecero frenetici fra le mammelle e in bocca della donna che ora muovendosi anch’essa avanti e indietro portarono il piacere del giovane alle stelle.
– Ahhh. . . sto venendo. . . Ahhh. . . ahhh. . . prendi. . . prendi. . . –
Le sue parole mi fecero voltare. Nadine si era fermata con la bocca larga, gridò sentendosi irrorata, un filo di sperma colò dalle sue labbra quando sollevò il viso. Un getto chiaro colpì il suo collo, lei sollevando il busto prese a menare velocemente il membro in orgasmo dirigendone i getti sul suo petto a bagnare i seni bellissimi, continuò a menarlo anche dopo che l’eiaculazione ebbe termine, allora con un grido di trionfo lo prese il bocca scorrendo dolcemente su di esso.
Claudia sollevato il viso guardò il godimento del compagno, vide Nadine lasciare il pene che cominciava a perdere la sua rigidità, mentre Miro come emergendo da un bel sogno guardava la donna passare languidamente le mani sui seni spalmandoli di sperma quasi fosse una crema e accarezzandosi le mammelle luccicanti disse compiaciuta:
Caro. . . sei un torello! Guarda quanto ne avevi ancora! –

I due avevano rivolto a noi la loro attenzione, Claudia sorrise ad entrambi, con un gesto di trionfo fece oscillare il mio membro nelle sue mani poi si portò con la bocca sopra di esso, la calò. . . Non so cosa passasse per la testolina bionda, il fatto é che non si vergognava affatto di essere osservata, anzi, sembrava fiera di essere vista da Nadine, era lei che guardava mentre ingoiava la nerchia tesa, era a lei che sorrideva quando sentendo il glande gonfiarsi sollevava la bocca per passare la lingua per tutta l’asta, giù fino ai testicoli.
Teneva i capelli scostati per mostrare la verga bagnata, lunga quanto il suo viso, sentivo come mi lambiva lo scroto e incurante dei peli prendeva in bocca un testicolo, lo tirava per suggerlo. Miro conoscendo la dolcezza di quella lingua guardava con occhi sbarrati l’amica roteare il viso per lambire tutto il membro, le dita strette alla base per mantenerlo verticale mentre ne risaliva l’asta con piccoli guizzi della rosea appendice e raggiunto il glande faceva amorosamente il giro del colletto soffermandosi sul suo punto sensibile. Rise vedendo la goccia in bilico sul meato, schioccò la lingua dopo averlo lambito. In quanto a me. . .
Ero estasiato da tanta lussuria, lo aveva nuovamente preso, scivolando su di esso con le labbra morbide, tese per la grossezza del mio cazzo, e su e giù in uno dei più deliziosi bocchini che una donna mi avesse mai fatto, più di una volta protesi le reni nell’imminenza dell’orgasmo, ma lei lo lasciava per continuare il suo conturbante gioco, infine rivolse alla sposina l’invito:

– Dai Nadine, vieni anche tu, non vergognarti! –
Vidi il cenno di diniego della donna rossa in viso ma già la ragazza si era spostata facendole posto. Allora scese dal letto portandosi ai miei piedi e poggiando le braccia sulle mie cosce chinò il viso sul membro che la ragazza le porgeva con una risata cristallina.
– Brava! E’ bello vero? – chiese.
Nadine non poteva rispondere, ora erano le sue labbra che sentivo scorrere, e quando Claudia lo riprese i suoi capelli nascosero il pene dalla mia vista. I capelli che accarezzavano le mie cosce dicevano che era della sposina la lingua che scendeva lungo la mia asta, la risalivano finché la ragazza lo porgeva ancora alla sua bocca.
Respiravo rumorosamente, udii la porta che il ragazzo sbatté per non vedere la donna che considerava una dea gareggiare con la sua compagna nel contendersi il mio pene. Ben presto non fui più in grado di capire di chi era la bocca che mi ingoiava, mi succhiava, ormai ero agli stremi, urlai per avvertirle:

– Ragazze. . . ahhh. . . sto venendo. . . sto venendo. . . ahhh. . . agrhhh. . . –
Sentii le labbra strette al colletto scivolare appena su e giù mentre Claudia mi succhiava voracemente, un viso si incuneò fra le mie cosce, una lingua mi lambì risalendo l’asta di carne che già sobbalzava nell’orgasmo.
– Ahhh. . . prendete. . . succhiate. . . ahhh. . . ahhh! ! ! –
Lo sperma gorgogliò nella bocca che continuò un attimo ancora a scorrere sul mio membro poi la ragazza sollevò il viso:
– Godi amore. . . si così. . . godi. . . godi. . . –
Delle dita mi masturbarono freneticamente, getti chiari si levarono sopra le teste della femmine provocando in loro risate gioiose poi le bocche furono ancora sul pene finché il mio godimento ebbe termine.
Ridevano ancora quando si sollevarono mostrando i loro visi imbrattati di sperma, la biondina prese il tovagliolo e lo porse alla sposina perché si asciugasse, quando lo restituì, la ragazza aprì la bocca per mostrare sulla lingua il liquido spesso del mio piacere prima di trangugiarlo.

In bagno Miro imbronciato si stava asciugando, facemmo a turno la doccia, vedendolo buio in viso Nadine lo abbracciò e fissandolo negli occhi in modo buffo lo costrinse a sorridere, anche Claudia si accostò.
– Dai Miro. . . é stato bello non é vero? –
– Si ma. . . così é. . . troppo sconcio! –
– Perché? In amore si può fare tutto purché piaccia. Uh ragazzi, ho fame, voi no? –
Le ragazze corsero a saccheggiare il frigorifero, purtroppo dovemmo accontentarci con dei panini che divorammo allegramente.
E dopo? Claudia seppe farsi perdonare dal suo innamorato dedicandosi interamente a lui in un lungo amplesso che terminò con un sapiente bocchino. Nadine e io. . . beh, terminammo la giornata con un’estenuante sessantanove. Le donne erano talmente desiderabili che fu a malincuore che ci rivestimmo.
Nello scendere dalla macchina promettemmo ai ragazzi che li avremmo chiamati al prossimo viaggio della sposina. Trasferimmo le compere nella sua macchina, salutandomi lei disse:
– E’ stato bellissimo, lo rifaremo ancora, vero amore? – In realtà non ci incontrammo più con i due ragazzi, sia perché Miro si trovava impegnato nella preparazione di un esame, ma sopratutto per la ragione che raramente la ragazza riusciva a liberarsi durante il sabato ora che stava per sposarsi.
L’assenza dei giovani contrariò non poco Nadine, avevo capito da tempo che alla donna piaceva tutto quello che andava fuori dalle convenzioni della gente comune, il cambiare partner e anche l’essere guardata mentre faceva all’amore la stimolavano fortemente, seppi farle dimenticare l’assenza dei due giovani e lei non li menzionò mai direttamente finché un giorno chiese:
– A mio marito piacerebbe conoscere sia pure per telefono l’amica con la quale sembro così impaziente di incontrarmi, in realtà temo che sospetti qualcosa! Vorrei che sentisse almeno una volta una voce femminile, questo lo rassicurerebbe.
– Lo sai, Letizia &egrave lontana ma. . . potrebbe parlare con Elisa. – proposi.
– La tua donna? Sa di noi due? E. . . non dice niente?
– Sa che ritorno comunque da lei. Possiamo andarla a trovare, il sabato mattina ha una sola lezione poi é libera, andiamo?

La sposina benché in principio fosse alquanto esitante, acconsentì. Elisa gestiva una palestra di Body Building lì vicino, vi andammo a piedi nel caldo sole settembrino. Venimmo accolti dalla musica ritmica che accompagnava gli esercizi. Una quindicina di persone, per la maggior parte ragazze saltellava al comando della donna che si muoveva davanti a loro guidando gli esercizi.
I pochi ragazzi presenti non staccavano gli occhi dalla figura in calzamaglia nera attillata a tal punto che ogni parte del suo corpo era messo in evidenza. Elisa era la tipica bellezza mediterranea e benché avesse superato i quarant’anni conservava una figura che molte adolescenti le invidiavano.
La lunga chioma corvina raccolta alta sul suo capo, conferiva al viso ovale un ché di asiatico che lo rendeva ancora più interessante, selvaggio, quasi primordiale; ma era sopratutto il petto quello che sia i ragazzi che le ragazze guardavano. Non aveva bisogno di reggiseno e non ne portava, questo era evidente da come i seni risaltavano lisci e i capezzoli tendevano la maglina quasi stessero per forarla, le gambe erano lunghe, le cosce forti e quando si voltava, lo slippino giallo che portava sopra la maglia faceva risaltare la forma perfetta dei glutei lisci e rotondi.
– Continuate! – disse ai ragazzi appena ci vide.
Venne da noi con un largo sorriso, sembrava felice di vederci e lo era! Prese nelle sue entrambe le mani della sposina.

– Sei Nadine vero? Se non ti dispiace ti do subito del tu visto che abbiamo qualcosa in comune. – sorridendo mi indicò con lo sguardo facendo arrossire la donna al mio fianco, ma non vi era traccia di ironia nelle sue parole.
– Riccardo mi ha parlato di te ma non mi aveva detto che eri così bella! Se non sapessi che sei sposata credo che sarei gelosa. . . invece sono contenta di conoscerti! –
– Anche lui mi ha parlato di lei. . . di te scusa! Sei splendida sai? –
Elisa era così, metteva subito a loro agio le persone. Nadine ora sorrideva.
– Splendida no, questo lavoro mi fa sudare molto ma mi tiene in forma. . . Se aspettate finisco con questi marmocchi e sono da voi! –
Dovemmo aspettare quasi mezz’ora, finalmente la donna mandò i ragazzi alle docce, lei stessa scomparve con loro. Uscirono uno ad uno o in coppia chiacchierando, Elisa riapparve per ultima in accappatoio e con un asciugamano sul capo a mo di turbante. Salutato l’ultimo cliente chiuse la palestra.
Uh ecco fatto! Ora ci vuole una Iacuzi, spero che mi farete compagnia! –

Non attese la risposta, ci precedette in una sala più piccola dove troneggiava la vasca, senza aspettare schiacciò un pulsante, si sbarazzò dell’accappatoio e dell’asciugamano che tratteneva la chioma corvina che fluì lunga e lussureggiante.
– Su Nadine, vieni dentro, dopo ti farò un massaggio che ti toglierà tutta la fatica del viaggio! Anche tu Ric. . . su, spogliatevi! –
Benché fossi da tempo abituato a vederla nuda, il corpo che la donna mostrava senza la minima traccia di imbarazzo mi faceva sempre un certo effetto, Nadine era arrossita. Elisa era una bellezza che non poteva lasciare indifferenti, possedeva una sensualità naturale che i capelli lunghi. ora sciolti accentuava. Di un nero profondo, nella luce delle vetrate schermate avevano dei riflessi di un blu cupo come il vello che copriva il suo pube.
La totale assenza di segni di costume diceva che l’abbronzatura che rendeva bruno il suo corpo era dovuto alle lampade ma l’effetto era straordinario. Era una di quelle bellezze che mettono soggezione, i seni voluminosi ma compatti e fermi erano giustamente distanziati, le aureole larghe la dicevano lunga sulla passionalità della donna, i capezzoli consistenti erano perennemente eretti quasi a sfidare a coglierli, tutto il suo corpo indicava la donna matura, me era ben proporzionato, le anche voluttuose erano di quelle che fanno sognare gli uomini. La sposina ne fu talmente impressionata che esclamò:

– Lisa sei. . . stupenda! – il complimento provocò la risata della donna.
– Non dire sciocchezze, anche tu nuda devi essere bellissima, fatti vedere! –
Già Elisa era entrata in acqua, Nadine mi gettò un’occhiata e sbottonando il vestito, lo aprì, lo sfilò. . . Da tempo era nuda che mi faceva visita eccettuato naturalmente il vestito intero che portava. La bruna mostrò di non rilevare il singolare fatto che indicava nella sposa una libidine che ad ogni nostro incontro si rivelava sempre più.
Sotto il suo apparente perbenismo, nascondeva una passionalità di cui anche quel giorno avrei scoperto un lato rimasto fin’ora a me sconosciuto, scese nella vasca sedendosi accanto a Elisa e come lei si lasciò massaggiare dalle bollicine che prima di emergere accarezzavano i loro corpi fin nelle parti più intime.
– E’ piacevole vero? – chiese la bruna.
– Si, é bellissimo! Ric, dai vieni anche tu! –
Scossi il capo, preferivo guardarle, le due ridevano felici, si erano lasciate andare all’indietro con le braccia tese lasciando i seni emergere dai flutti, incuranti dei capelli che sfiorando l’acqua si bagnavano. La pelle d’oca provocata dall’acqua che ritirandosi faceva sentire la freschezza dell’aria, rendeva i bei promontori straordinariamente provocanti, le due chiacchieravano amabilmente interrompendosi per spruzzarsi allegramente con gridolini eccitati.

– Basta così. . . ora fuori! – disse Elisa alzandosi in piedi.
Anche Nadine si era alzata, le due strizzarono i loro capelli e uscirono prendendo gli asciugamani che tendevo loro. Si asciugarono con cura poi la mia donna fece strada precedendoci in quello che sapevo essere il salottino del massaggio.
Era uno stanzino spoglio il cui centro era occupato da un basso lettino coperto da un lenzuolo, accanto, un carrello con le creme e gli asciugamani. Le pareti ricoperte da piastrelle chiare conferivano al locale un’aria asettica come quella di un’infermeria. Non vi erano sedie e fu in piedi che assistetti a una seduta di massaggio che dopo non molto prese una piega singolare.
No so se questa fosse l’intenzione della mia amante fin da principio, certo é che la sposina guardava con apprensione la donna possente dalle forme talmente perfette da sembrare una statua bronzea. Le efelidi che partendo dal viso ricoprivano il suo corpo di puntini più scuri rendevano la sua nudità straordinariamente eccitante. Assunta un’aria professionale, prese un barattolo di crema, ne svitò il coperchio e invitando l’altra a distendersi disse:
Ti ha detto Ric che ho il diploma di massaggiatrice? No? Sono anche brava sai? Lo lasciamo guardare? Ci ha già viste nude e se si fosse spogliato avrei massaggiato anche lui! –

La fece allungare a pancia in giù e posto una tovaglietta a coprirle il sedere iniziò a spalmare i polpacci e le cosce con un sottile strato di crema poi cominciò a massaggiare le gambe tutte con lenti passaggi leggeri, con piccoli colpi dati col taglio delle mani.
– Fai palestra vero? I muscoli delle gambe e delle cosce sono ben formati, dimmi se ti faccio male, dovresti sentire un po di calore, é normale. –
– Si. . . é d’avvero piacevole!
La sposina le braccia abbandonate lungo i fianchi aveva chiuso gli occhi lasciandosi cullare dal tocco leggero di quelle mani che le davano benessere e quando premettero le sue gambe, le dischiuse permettendo che le massaggiassero l’interno fino sull’alto delle cosce. Non vi era nulla di men che professionale nei gesti della donna, tolse la tovaglietta e passò le mani sui glutei, ungendoli prima poi premendoli, plasmandoli, facendoli tremolare col taglio delle mani.
– Complimenti, non vi é cellulite, hai i glutei molto compatti e sodi! –
Mi aveva strizzato l’occhio invitandomi a seguire il suo sguardo, mi spostai in silenzio e vidi quello che provocava nella donna il suo sorriso ironico. Alla giunzione delle cosce, sotto la curva delle natiche, il sesso era ben visibile, i peli che lo bordavano erano talmente corti che la vulva appariva dischiusa e nuda, i lobi delle labbra sottili emergevano dalla carne rosea che ad ogni passaggio delle mani sui bei glutei si apriva mostrandola tutta fino all’apertura della vagina.

Ma quello che aveva sorpreso la perfida massaggiatrice era l’umidore che faceva luccicare il sesso esposto. Ora erano le reni che la donna premeva risalendo lentamente lungo la schiena, giunte alle spalle, le mani massaggiarono i lati del collo, allargandosi sulle scapole in gesti circolari.
– Elisa, sei portentosa lo sai? –
– Non ho ancora finito, voltati! –
Stesa sul dorso Nadine sorrideva beata per il benessere che sentiva avvolgere le sue membra, le mani partendo dalle anche premevano il suo ventre, risalivano il suo addome. Quando sfiorarono i seni la sposina aprì gli occhi, ma lo sguardo professionale della massaggiatrice fugò ogni suo sospetto; Elisa, ne ero sicuro non aveva secondi fini, non ancora almeno, poi le mani ritornarono alle cosce che si aprirono lasciando che ne plasmassero l’interno.
– Ti fai depilare regolarmente? – Nadine alla domanda arrossì appena.
– Solo quando vado al mare o in piscina. –
– A tuo marito piace? –
– Oh lui. . . Quando facciamo all’amore sono io che. . . –
– Capisco. . . allora perché non ti fai rasare? Non completamente si capisce! L’ho già fatto, lascerei il di sopra aggiustando appena i peli, staresti molto bene perché hai un bel sesso! Io non posso. . . sai a volte faccio la doccia insieme alle mie allieve, ma tu. . . sono sicura che a lui piacerebbe, vero Ric? –

Interpellato su una questione così delicata mi appressai. La donna proseguì posando le dita sulle labbra grassocce del bel sesso:
– La raserei qui e. . . qui, fin sui lati della clito. Staresti benissimo! Anche fra le natiche, cosa ne dici Ric? – deglutii.
– Si, ma. . . bisogna sentire cosa ne pensa Nadine. Certo sarebbe ancora più bella! –
Non so se fu per civetteria o per le parole che aveva appena udito, la sposina fece si col capo. Ero da tempo in erezione, non tanto per la vista della nudità delle due donne alla quale ero abituato, ma per la piega che sapevo avrebbero preso gli eventi. Solo Elisa poteva notare la rigidità che deformava i miei calzoni, temendo che la donna distesa potesse vedere la mia eccitazione, mi disse:
– Tu non guardare, tanto faccio presto! –
Mi girai solo in parte, potei seguire i preparativi con la coda dell’occhio, vidi la schiuma che la mia donna spruzzò sulle dita per spalmarla poi sui lati della vulva fin sugli inguini. La sposina sollevò alte le ginocchia posando i piedi quasi a contatto con il sedere; le dita nuovamente ricoperte di schiuma scesero fra le natiche.
Prese il rasoio, udii lo strisciare della lama sulla pelle che con le dita dell’altra mano tendeva. Elisa fu delicatissima, era come se togliesse unicamente il sapone, ma anche i peli rimanevano sulla lama; ad ogni passata asciugava e ricominciava. Quando il sesso fu completamente rasato passò alle natiche facendo attenzione a non ferire l’ano.

– Fatto! Non ti ho tagliata minimamente, tu non ti voltare! E’ rimasto un po di sapone. –
Fece colare dell’acqua di colonia sopra l’angolo di tovagliolo e deterse accuratamente l’intimità della donna, quindi prese uno specchio.
– La signora é servita! – disse scherzosamente.
Passò il braccio sotto il capo della sposina aiutandola a sollevarsi sui gomiti, con l’altra mano mosse lo specchio. Nadine guardò e. . . arrossì.

– Ma é. . . osceno! – esclamò allibita.
– No, é sexy! E’ il più bel regalo che si possa fare a un’amante, e quando sei in piedi tuo marito non si accorgerà che hai la passera nuda. Guarda Ric, non é un amore? –
Mi voltai, anche se avevo guardato l’operato della mia donna nello specchio, il vederlo dal vivo produsse su di me un effetto a dir poco sconvolgente! La vulva era completamente nuda, il ciuffo di peli castani al di sopra del sesso esposto faceva risaltare la cresta della clitoride che non ricordavo così gonfia e lunga. Al di sotto, lo spacco rosa dalla quale si innalzavano le sottili labbra emergenti da quelle grassocce lisce e arrapanti, gli inguini erano delle pieghe deliziose che proseguivano disegnando il contorno delle cosce, le natiche poi, aperte com’erano mostravano la rosellina dell’ano la cui bellezza non più ombreggiata dai peli era veramente tentante. Non mi curavo più della mia erezione, Elisa la indicò alla sposina.

– Guarda, cosa ti avevo detto? – osservò ridendo.
Nadine volse il capo verso di me poi guardò in viso la mia amante. I loro occhi si incontrarono e. . . questa volta fu Elisa ad arrossire. Forse fu la luce particolare che colse negli occhi della sposina distesa, forse fu il calore della guancia che premeva contro il suo seno mentre la sosteneva a provocare quel suo turbamento, senza staccare gli occhi da quelli della sposina adagiò il suo capo e china sul suo viso le sussurrò:
– Sei eccitata vero? –
– Si. . . – rispose l’altra senza staccare gli occhi, come soggiogata dalla bellezza prorompente della bruna i cui seni ora sfioravano i suoi.
– Ho voglia di te, lo sai? –
– Si e. . . anch’io! – rispose Nadine in un soffio.
La vulva nuda della sposina stava stillando una goccia cristallina che rimase un attimo in bilico sull’apertura della vagina poi scivolò umettando le carni lisce, superò lentamente la pelvi fermandosi infine sul bottoncino dell’ano. Il bel sesso venne celato alla mia vista dalla mano della mia amante le cui dita scivolarono nel taglio, la donna distesa aprì maggiormente le cosce sospirando per il dito che entrava nel suo grembo.

– Oh Elisa. . . Elisa. . .
– Si amore. . . –
La bruna mosse lentamente il busto strofinando i capezzoli scuri sulle cosine rosa della compagna. Nadine aprì la bocca vedendo che l’altra si chinava, sentì la lingua calda sull’interno delle sue labbra farne il giro. Chiuse gli occhi lasciandosi accarezzare, poi offrì la sua lingua, anche Elisa aveva chiuso gli occhi. . .
Il vedere come le lingue si cercavano lambendosi voluttuosamente mi mise addosso una libidine tale che mi sbarazzai freneticamente dei miei vestiti, gli occhi fissi sulle donne che si baciavano languidamente. Ora i seni della sposina erano nelle mani di Elisa, i capezzoli fra le dita roteavano lievemente, stretti fra il pollice e l’indice, ricevendo in bocca il suo sospiro di gradimento la bruna si sollevò e spostandosi in avanti offrì le mammelle alla bocca aperta della sposa distesa.
Fin’ora avevo visto due donne in amore solo nelle cassette hard, l’effetto fu per me sconvolgente ma non osavo muovermi per non turbare l’incanto di quella visione. Malgrado sollevasse il capo, Elisa non permise alla bocca dell’altra di incappucciarne la punta, solo quando protese la lingua, abbassò il busto lasciandosi lambire i capezzoli. Li offrì a turno strusciandoli fra le labbra della sposina senza tuttavia lasciare che li catturasse. Poi adagio si abbassò permettendole di lambire le aureole ampie facendo flettere i capezzoli ad ogni passaggio della rosea appendice.

– Oh Nadine. . . sapessi quanto sei meravigliosa! – sospirò.
Sottrasse i seni le cui punte luccicavano di saliva per guardare quelli della sposina che le sue mani strizzavano, vide i capezzoli che la stretta aveva fatto incupire e chinando il viso vi passò la lingua in rapide leccate che li fecero fremere.
– Mhhh. . . Elisa, basta. . . basta. . . – la udii sospirare.
La bruna si sollevò fissando il viso congestionato della compagna, una mano scese ancora lungo il corpo che ora fremeva di eccitazione fermandosi sulla vulva, le dita nel taglio umido, la sposina chiuse le cosce, la mano subito si ritirò.
– Hai ragione, andiamo da me. . . – disse.
Aiutò la compagna ad alzarsi, solo allora si avvidero che anch’io ero nudo e col membro prepotentemente teso. Nadine fece una smorfia e guardò la bruna.
– Si, anche lui. . . ha bisogno di sfogarsi! – disse questa sorridendomi.
Vi fu la corsa di Nadine a riprendere il suo vestito, quando ritornò, vidi che Elisa aveva ragione, Era nuda come sempre l’avevo vista, il ciuffo dei peli del bassoventre non faceva sospettare che sotto, come aveva detto la mia donna, la sua passera era nuda e. . . piena di voglie!

Raccolsi i miei vestiti e seguii le due che tenendosi per mano mi precedevano. Erano così diverse, la bellezza rigogliosa di Elisa contrastava singolarmente con la figura più sottile della sposina. Solo salendo le scale la depilazione integrale cui si era sottoposta la più giovane mostrava il sedere perfetto, liscio fra le natiche e la vulva rosa le cui spesse labbra non più celate da velo alcuno sembravano animarsi ad ogni suo passo.
Non che quello della bruna fosse da meno, il vello scuro al termine delle natiche forti ma ben proporzionate al resto del suo corpo proseguiva celando il sesso che solo l’umidore dovuto alla sua eccitazione rivelava. Le desideravo entrambe fortemente e conoscendo la passionalità delle due ero certo che sarei stato ampiamente appagato.

L’appartamento di Elisa si trovava sopra la palestra, lo conoscevo bene per avervi trascorso momenti indimenticabili. Ci condusse subito in camera da letto, tirò le tende alle finestre lasciando entrare una luce diffusa, Gli specchi dell’armadio riflettevano l’ampio letto; la padrona di casa lo aprì lasciando il lenzuolo e i cuscini poi si volse verso la sposina.
Nadine chiese del bagno ‘per rinfrescarsi’ disse, la bruna ribatté che non ne aveva bisogno se era solo per quello, spiegando:
– Credo che anche Ric ti preferisca profumata dal tuo desiderio! –
La giovane arrossì e su invito della bruna si allungò, l’altra si stese di traverso e si chinò subito sul suo ventre, passò un braccio sotto una gamba e tirandola glie le fece divaricare.
– Per il momento lui se ne starà solo a guardare. . . –
Passò delicatamente le dita lisciando i peli residui del pube gonfio poi portò il viso sopra il sesso che appariva come un frutto spaccato.
Non avevo mai visto una gnocca così bella. . . E’ come la tua bocca quando prima aspettava il mio bacio! – osservò.

Inclinò il viso, le sue labbra sposarono le labbra spesse della vulva socchiusa sottraendo il sesso alla mia vista, una mano scese fra le cosce, le dita scivolarono nel solco delle natiche. . . Nadine sollevò istintivamente il bacino, ora non vedevo altro che la chioma corvina ma udivo il rumore bagnato della lingua che la donna passava nelle carni umide e i sospiri di gradimento della sposa per l’omaggio che riceveva sul sesso nudo, poi a poco a poco i sospiri si trasformarono in lamenti dolcissimi:
– Elisa. . . ahhh. . . é terribile quello che fai ma. . . così bello!
La bruna muovendo lentamente il viso percorreva il bel taglio deliziandolo, ma la lingua non era lenta perché a tratti quando sollevava la bocca potevo vedere la rosea appendice separare le labbrette turgide nel suo va e vieni veloce, fu con gridolini di gioia che Nadine ne ricevette il massaggio sulla clitoride poi quando le sue grida si fecero acute si contorse sotto i rapidi guizzi che la spingevano nella vagina.

– Ahhh amore. . . mhhh. . . é bello. . . bello. . . ah cara. . . e tu? – Elisa infine si sollevò.
– Nadine. . . hai un sapore eccitante lo sai? Vuoi provarlo? –
Non aspettò la risposta e portandosi col busto fra le cosce aperte, strofinò fra di esse un seno spostando il capezzolo nel solco che aveva percorso la sua lingua, fin sull’apertura della vagina introdusse il duro bottoncino, fece lo stesso con l’altro suo seno poi scavalcando il corpo disteso li offrì alla bocca della sposina. Questa volta non si sottrasse allorquando le labbra si chiusero sulle punte, Elisa si lasciò suggere sospirando con espressione estasiata. Non avevo mai visto tanta libidine nella mia donna ma non era ancora finito!
Le sue braccia si allungarono all’indietro e agganciate le gambe della sposina le sollevarono alte, le tirarono premendole poi ai due lati del suo corpo allargandole. . . Oh non sapevo che si potesse fare nulla di simile, non lo sospettava neanche Nadine che spezzata in due, con la vulva aperta, le natiche sollevate che nulla nascondevano interrogava la bruna con sguardo supplichevole. Lo capì vedendo la donna sollevarsi sui piedi e spostare all’indietro il bacino, sentì le mani premere maggiormente sulla piega delle sue ginocchia poi la morbidezza della vulva pelosa sulla sua vulva.

– Mhhh. . . cosa fai Elisa? –
Aveva chiuso gli occhi alle sensazioni per lei nuove, li riaprì sentendo i capelli dell’altra solleticare i lati del suo collo, vide il viso vicinissimo al suo, socchiuse le labbra ricevendo fra di esse la carezza della lingua pregna del sapore che aveva colto fra le sue cosce e quando riuscì a catturarla prese a suggerla con voluttà, sommersa dal languore che dal ventre pervadeva tutto il suo corpo.
– La senti la mia passera come bacia la tua? – sussurrò Elisa contro le sue labbra.
– Si. . . oh é bellissimo! –
La bruna muoveva lentamente il bacino, la sposina tentò anch’essa di muoversi ma inutilmente per le cosce che schiacciavano le sue cosce, ora la sentiva bene la fica che accarezzava la sua in modo così sconvolgente! Era per me straordinariamente arrapante vedere come la macchia di peli si muoveva come se appartenesse a entrambe le donne scoprendo a tratti il sesso nudo, bagnato come se una bocca vi avesse salivato sopra e. . . il culo bronzeo che si muoveva, si muoveva sopra quello pallido esposto lubricamente con l’ano umido delle secrezioni che erano colate dai sessi in calore.

– Sei tutta bagnata amore. . . mhhh. . . anch’io lo sono. . . – sospirò la bruna.
Ohhh. . . lo sento. . . mhhh. . . &egrave così bello! –
Salii sul letto, non vedevo l’ora di prendere anch’io la mia parte di piacere. Le due avevano raggiunto un grado di libidine che da sole non erano in grado di appagare interamente. Cercando il modo di imporre la mia presenza non trovai di meglio che dire:
– Siete meravigliose . . . ho voglia . . . ho voglia. . . –
Nadine voltandosi si trovò davanti il mio membro ondeggiante per le pulsioni del sangue, fu lei ad attirarmi ghermendomi alle natiche, ricevette contro il viso accaldato i testicoli gonfi. . . anche Ellisa passò le mani dietro la mia schiena.
– Vieni. . . si, vogliamo anche te. . . il tuo cazzo! – esclamò.
Subito calò su di esso il viso. Oh la libidine che mi diede la bocca che scese dolce, suadente ingoiando quasi per intero il mio pene, la fece risalire con un lieve risucchio, la calò nuovamente e ancora, ancora lasciandolo infine per dire.
– Si, ne abbiamo proprio bisogno vero cara? –
La sposina fece di si con gli occhi chiusi, con un sorriso beato allungò la lingua e prese a lambirmi i testicoli incurante dei peli che solleticavano le sue labbra, protese il viso fra le mie cosce leccandomi anche più giù fino all’inizio delle natiche. Sospirai, per la bocca che Elisa aveva nuovamente calato. . . anche le due sospiravano al contatto dei sessi che muovendosi continuavano a strofinare con un rumore bagnato.

Mi protesi fra i visi accostati quando tentarono di inclinare la verga, ora erano due le lingue che mi lambivano. . . Vi sono azioni che il più delle volte non vengono descritte perché considerate oscene ma da tempo avevo imparato che nel piacere sono sconce solo quelle che vengono imposte con la forza. Per molto tempo mi ero rimproverato lo stupro, almeno così pensavo, della giovane Nadine anche se mi aveva fortemente provocato ma ora. . .
Mi vedevo nello specchio dell’armadio col membro teso fra i visi delle donne che se lo contendevano con le bocche rese fameliche dallo strofinio dei loro sessi. La sposina muovendo il viso percorreva con le labbra il condotto gonfio accarezzandolo con piccoli colpi della sua calda lingua mentre Elisa compiva gli stessi movimenti inseguendo la bocca sottostante con un sincronismo perfetto fin sul glande dove le labbra si incontravano.
Lì Nadine protendendo la rosea appendice picchiettava il mio punto sensibile facendo sobbalzare la verga che ricadendo sulle sue labbra veniva nuovamente sollevata dalla lingua che la picchiettava ancora; ma era la bruna che si impossessava della cappella e le labbra strette al colletto la succhiava dolcemente. Era bellissimo vedere come le donne si contendevano il mio membro con le labbra, con le lingue calde che a tratti si incontravano, si lambivano. . . Muovendo adagio il bacino mi offrivo alle bocche sospirando per le carezze che mi prodigavano, infine la sposina esclamò con voce lamentevole:

– Oh lo voglio. . . lo voglio. . . –
– Si amore, ora lo avrai! – rispose la bruna
Si sollevò costringendomi ad alzarmi e guidandomi davanti alla donna rimasta spezzata in due con la vulva e le natiche esposte si chinò sul suo ventre dicendomi:
– Si, daglielo. . . so che non vedevi l’ora! –
Afferrando la verga l’attirò contro il sesso dell’altra. Fu ginocchioni che avanzai aprendo le cosce ai lati del bel sedere. Elisa puntò il glande sull’apertura socchiusa della vagina facendo fremere la sposa distesa.
Appena spinsi, la vulva si aprì mostrando la carne rosa e le piccole labbra pulsanti emergenti da quelle spesse e nude, entrai nella sposina lentamente, accolto da un lungo sospiro e dalle parole che dicevano tutto il suo gradimento.
– Ohhh. . . é bello. . . é bello. . . –
– E’ la tua passera che é bella amore! – rispose la bruna incantata.
Si, la passera di Nadine era talmente bella che neanche la presenza del membro che immergevo riusciva a deturparla, come un’allappante frutto che il mio pene apriva spaccandolo fino al picciuolo delizioso sotto il boschetto che il rasoio della perfida massaggiatrice aveva risparmiato.

Ora capivo perché la mia donna aveva insistito nel voler depilare la bella ospite! Per saziare la bramosia che il sesso femminile provocava in lei. I miei occhi erano calamitati dalla vulva bellissima la cui nudità nulla nascondeva della mia penetrazione, le labbra grassottelle si animavano ad ogni mio movimento. Affondavo con colpi lenti, entrando fino in fondo al grembo scivoloso fino a sentire contro i testicoli la freschezza delle natiche aperte e il calore sconvolgente dell’ano umido.
Elisa aumentava il piacere della sposina con sapienti colpi della lingua che faceva danzare sulla clitoride già tesa provocando dei lamenti dolcissimi che si sommavano alle esclamazioni con le quali accoglieva la mia verga.
– Mhhh. . . mhhh. . . ahahh. . . ahahh. . . oh si. . . si. . . mhhh. . . ahhh. . . –
Nadine passava la lingua sulle labbra riarse godendo con quell’espressione di dolce sofferenza che rende così belle le donne in amore. Ero fortemente eccitato ma malgrado le sensazioni deliziose che provavo, il mio non era ancora piacere ma mi permetteva di assaporare pienamente l’omaggio che Elisa ed io tributavamo alla stupenda femminilità della bella sposina.
Oh. . . siete meravigliosi. . . é bello quello che mi fate! Ohhh. . . piace alla mia. . . fica! Mhhh. . . é bello godere con un cazzo così duro e. . . una lingua dolce come la tua. . .

Ero meravigliato della delicatezza con la quale la bruna lambiva il bel sesso, sopratutto la crestolina, ma spingeva la lingua anche nella valle delle labbra sottili che separava e la fronte premuta contro il mio ventre ne seguiva i movimenti leccandomi il membro, assaporando gli umori che lo bagnavano
– Ahh. . . non avevo mai provato nulla di simile. . . oh mi fate godere. . . mi fate godere. . . –
Si contorceva, la bocca aperta e le guance infuocate dicevano del piacere che stava provando e quando si sollevò sostenni le sue natiche nelle mani. Ora Elisa poteva lambirla bene la fica della sposina. Mi inarcai permettendo alla sua lingua di percorrere ancora il membro che entrava e usciva, di accompagnarlo fin sull’apertura della vagina.
Mi accorsi di non conoscere completamente la mia amante, ora era un lato nuovo della sua lussuria che scoprivo, la sua lingua danzava veloce sulla verga e nelle carni della sposa distesa che faceva udire un lamento continuo mentre il suo capo andava di qua e di là sul cuscino.
Non poteva durare, le strette della vagina cominciarono a serrare morbidamente il mio membro preannunciando l’orgasmo della bella, poi con un grido si inarcò rimanendo in attesa con la bocca aperta come in preda allo stupore.
Ahhh. . . ohh. . . sto. . . venendo! Mhhh. . . oh dai. . . dai amore. . . si, fai forte. . . cosi. . . cosi. . . ahhh. . . adesso. . . adessoooo ! ! ! –

Un fiotto caldo innondò il mio membro, presi ad andare veloce nella fica fremente, urtando il capo di Elisa che serrate le labbra sulla crestolina tesa la suggeva, la lambiva facendo ancora urlare la sposina, poi piano piano la donna si rilassò adagiandosi con un sospiro.
Elisa sollevò il viso e mi sorrise, solo allora mi avvidi della mano che aveva fatto scivolare nelle natiche della sua ospite e. . . del dito ancora immerso nell’ano delicato, lo ritirò adagio facendola arrossire, anch’io la liberai dal pene per guardare ancora una volta l’intimità che Elisa e io avevamo soddisfatto.
Nadine si alzò chiedendo con voce esitante dov’era il bagno, Elisa l’accompagnò udii una porta chiudersi poi il rumore attutito dello scorrere dell’acqua. Sapevo che quello era l’unico bagno dell’appartamento, scesi in palestra a fare la doccia.
Dirci minuti dopo quando risalii trovai le due mollemente adagiate sul letto, una voluta di fumo si alzava dalle sigarette che stavano fumando, era evidente che mi aspettavano. Il mio arrivo interruppe la loro conversazione, Elisa mi offrì una sigaretta, mi sedetti in fondo al letto e l’accesi.
– Di cosa parlavate? – chiesi.
– Nadine mi stava dicendo che sono ormai due mesi che ogni sabato viene a trovarti, e che per lei é un’abitudine alla quale non vorrebbe rinunciare. – l’altra aggiunse:
– Fare all’amore con mio marito é diventato quasi un rito, con Ric posso dedicarmi al sesso senza vergognarmi di fare cose . . . particolari, che sono quelle che mi piacciono di più. – arrossì deliziosamente, Elisa spiegò:
– Mi ha anche detto dei due ragazzi, del piacere che ha ricavato, questo me lo avevi già detto tu, mi ha chiesto se non ero contraria al vostro rapporto, ho risposto che non lo ero, anzi, sono felice di potervi partecipare! –
– Sai Elisa, quando ho chiesto a Ric di far sentire a mio marito la voce di una donna speravo proprio che succedesse questo! –
– Allora non era una scusa. –
– No, anzi telefoniamogli subito prima di dimenticarci! –
Elisa le diede il telefono, Nadine compose il numero e le porse la cornetta, appena sentì che dall’altra parte del filo avevano sollevato il ricevitore. Elisa parlò:

– Signor Repetti? Sono Elisa. . . sua moglie é nella mia palestra, si, le ho fatto fare i soliti esercizi. . . si, é da tanto che conosco Nadine, ora gliela passo, devo farle i miei complimenti. . . é diventata molto bella! Eccola! –
– Amore? Si, abbiamo quasi finito per ora. . . no, andiamo a mangiare poi riprendiamo. Come? Sono esercizi a corpo libero. . . si, torno stasera. . . ciao. –
Riagganciò, vedendo i nostri sorrisi ironici arrossì spiegando:
– Spero che faremo ancora qualche cosa prima di andare a pranzo. . . offro io! Poi riprenderemo i nostri esercizi. . . non faremo forse così? –
Si unì alla nostra risata facendo tremare i bei seni, anche quelli di Elisa tremolavano mentre la donna posava il telefono sul comodino. Nel vederle così belle e disponibili, il mio membro da semiduro che era si drizzò fieramente. Nadine lo indicò alla compagna:
Elisa si sollevò e prendendo la mano dell’altra la guidò sul suo boschetto nero, poi chinandosi sul suo viso parlò contro le sue labbra:
– La mia passera non ha ancora conosciuto la tua lingua! –
Detto questo la baciò appassionatamente muovendo il viso sospirando per le dita che l’altra muoveva nella sua fica. Quando le bocche si staccarono Nadine disse:
Allora rimedio subito!

La bruna scese e si portò ai piedi del letto, Nadine che si era messa seduta guardò la donna e comprese. Raccolte le gambe dove prima era la testa si lasciò andare all’indietro poggiando la nuca sul bordo del letto toccando quasi il ventre della mia amante rimasta in piedi., Allungò le braccia all’indietro verso di lei e afferratala dietro le cosce l’attirò mischiando i capelli castani al vello nero poi divaricando le ginocchia disse:
– Sono pronta! –
Capii che era a un sessantanove che la sposina invitava Elisa, io che non vedevo l’ora di immergermi nelle carni della mia amante, rimasi da principio alquanto deluso ma poi vedendola salire sul letto e chinarsi sul corpo in attesa, le ginocchia ai due lati del busto di Nadine, compresi che avrei preso anch’io il mio piacere.
Aveva poggiato i gomiti ai lati del bacino dell’altra e abbracciatane le cosce le aveva maggiormente aperte rimanendo ad ammirare il gonfiore delle labbra spesse nel cui spacco si ergevano i lobi deliziosi delle piccole labbra socchiuse.
– Hai una fica bellissima! – disse incantata.
La sposina con entrambe le mani respinse le ginocchia della bruna allontanandole, le sue dita separarono i peli liberando la vulva, cinse con le braccia la vita della donna.

Io che mi ero portato ai piedi del letto trasalii nel vedere la bocca della sposina talmente vicina a quel sesso, che le labbra rosse facevano un singolare contrasto con le labbra scure, sottili e arrapanti della fica che si offriva, le dita ne premettero i lati aprendola.
– Anche la tua fica é molto bella! –
Già aveva allungato la lingua. Appena Elisa ne sentì il calore spinse all’indietro il bacino porgendole la clitoride. Cielo come pulsava il mio pene, il vedere la rosea appendice danzare sulla cresta che il desiderio aveva fatto ispessire mi mise addosso una voglia che dovevo sfogare!
Rimasi qualche istante incantato, le due ondulavano voluttuosamente, i loro corpi si accarezzavano, sopratutto Elisa si muoveva esponendo le natiche piene, aperte con l’ano scuro ombreggiato da una fine peluria, l’ingresso della vagina socchiusa come se aspettasse l’omaggio del pene e la lingua della sposina che passava e ripassava nelle carni accese.
Mi appressai, Nadine sbarrò gli occhi vedendomi puntare il membro sopra la sua lingua, vide il glande socchiudere il grembo della bruna e entrare nella sua calda fica. I miei testicoli si posarono sul suo naso quando fui in fondo alla vagina bagnata, ritirandomi ebbi la sorpresa di sentire la carezza della lingua caldissima della sposina. Mi immersi, mi ritirai, mi immersi ancora contendendo alla lingua il sesso della bruna.

Da principio Elisa sembrò gradire lo scorrere del pene, lo capivo dai sospiri che soffocava nella vulva che stava baciando ma poi. . .
– Cosa fai. . . no, voglio la bocca di Nadine, tu. . . non lì. . . toglilo! –
Aveva voltato il capo, aspettò che la liberassi dal membro e quando estratto dal suo grembo la verga scattò in alto trovando posto fra le sue natiche, sculettò languidamente.
– Si. . . mettimelo nel culo! –
Continuò a muovere il deretano finché sentì sopra ll’ano il calore del glande, allora fermò il suo ondulare e attese. Squittì di eccitazione sotto la mia spinta, l’ano si allargò attorno alla cappella poi il calore che l’avvolse e che si propagava lungo l’asta mi disse che stavo entrando nelle sue natiche.
Malgrado non fosse la prima volta, il gemito che accompagnò il possesso del bel culo mi riempì di eccitazione, schiacciai il ventre contro le rotondità della mia amante per darglielo tutto il cazzo, per sentire il calore bruciante delle sue interiora sull’intera verga. Sospirai per le sensazioni che ogni volta si rinnovavano e quando l’anello di carne si strinse alla base mi fermai e piantato nelle sue natiche aspettai che smettesse di trattenermi per penetrarla come sapevo piaceva alla bella.

La conturbante penetrazione eccitava Nadine, le sue mani dietro le mie cosce mi premevano mentre lambiva i miei testicoli, non conoscevo ancora tutta la libidine della sposina, nulla sembrava fermarla e quando li lasciò capii dai lamenti della bruna che era la sua fica a essere l’oggetto delle sue attenzioni perché rilassò la stretta dello sfintere permettendomi di ritirarmi e di affondare.
Un dolce lamento si levava dalle donne in amore, il piacere che Nadine provava sotto la lingua sapiente di Elisa lo trasmetteva alla bruna lambendone il sesso tutto, inseguendolo con la lingua avida nel languido ondeggiare che faceva il bel culo per ricevere come voleva il mio cazzo nel suo lento va e vieni. Glielo davo fino in fondo estasiato dal calore che lo avvolgeva e dai gridolini che udivo ad ogni mio affondo.
– Ahhh. . . siete stupende! – esclamai meravigliato da tanta lussuria.
Le mani della sposina si facevano leggere mentre mi ritiravo ma premevano forte le mie cosce quasi volessero accelerare il mio entrare. Ero certo che i suoi occhi nulla perdevano della penetrazione del culo abbronzato perché la sua bocca si faceva ingorda ogni volta che mi immergevo strappando ad Elisa dei gridolini eccitati che soffocava nella fica che stava leccando. Ma era la vista dei loro corpi allacciati e ondulanti che faceva salire il mio piacere, tanto rapidamente che per un istante temetti di venire, privando la mia amante del godimento che provava nell’essere penetrata nell’ano, mi fermai ma la voce della donna mi spronò:

– Ahhh. . . non fermarti. . . mhhh. . . manca poco. . . oh dai, dai. . . –
Aveva sollevato il viso e mi supplicava.
– Anch’io. . . oh sto per venire. . . ahhh. . . ahhh. . . – esclamò la sposina.
Le loro bocche si fecero frenetiche, potevo udire il rumore bagnato dell’agitarsi delle lingue nei sessi agli stremi, ora gemevano forte e. . . io rantolavo! Non dovendo pensare ad altro che al mio piacere feci scattare le reni scorrendo veloce nel culo della bruna, picchiando il ventre contro le natiche che tremolavano ad ogni mio entrare, con grida rauche mi accanivo nei bei globi scuotendo il corpo prono costringendo la bella ad aggrapparsi alle cosce dell’altra per non perdere il contatto con la fica che stava leccando.
Nadine spalancò la bocca sotto il sesso di Elisa gridando il suo piacere, le sue cosce si strinsero sulla testa bruna, si rilassarono, si strinsero ancora, anche la mia amante gridò, sentii le strette del suo orgasmo stringere il pene, tra una fitta e l’altra la inculavo freneticamente raggiungendo infine il piacere. Mi piantai un’ultima volta nel culo fremente e ansimando eiaculai in getti copiosi accompagnando l’orgasmo della mia amante con un lento va e vieni che appagò entrambi.

Per lungo tempo rimanemmo tutti e tre immobili finché i nostri respiri si fecero regolari, il pene uscì molle dal bel deretano gocciolando sul viso della sposina che chiuse gli occhi, Elisa si alzò tendendole le mani. Non dicemmo nulla, non ve n’era bisogno, le donne si guardavano incredule di aver osato tanto.
Nel bagno entrarono insieme sotto la doccia mentre io facevo le mie abluzioni in piedi davanti al lavandino, le loro risate mi giungevano attutite dal rumore dell’acqua. . .
– Guarda. . . sei rossa sai? –
– Anche la mia é arrossata e. . . vedi? –
– E’ vero. . . é che ce l’ha così grosso. . .
Ancora le loro risate, finalmente uscirono, vedendo che le guardavo arrossirono, presero gli asciugamani che tendevo loro. Ritornati in camera, Nadine si infilò il vestito, lo abbottonò celando ai nostri occhi la bellezza del suo corpo, la padrona di casa frugò nell’armadio, ne estrasse una striscia di stoffa, una minigonna che indossò sulla pelle nuda, celò le stupende mammelle con una camicetta chiara, anch’io mi rivestii.

Nel ristorantino semideserto scegliemmo un tavolo appartato, ordinammo un pasto leggero che consumammo in silenzio ma con appetito. Aspettando il caff&egrave accendemmo le sigarette e mentre assaporavamo con voluttà il fumo, vidi che Nadine sorrideva.
– Sai cosa mi piace di te Ric? – Elisa intervenne:
– Il suo. . . –
– Certo, ma non solo quello. . . tratti le donne con gentilezza, anche quando siamo in situazioni particolari e ci comportiamo come. . . – la bruna completò:
– . . . come delle puttane! Non lo siamo ma mi piace comportarmi come una di quelle quando sono con lui, tu no? – Nadine arrossì.
– Si, da principio mi vergognavo ma poi. . . E’ bello lasciarsi andare, fare cose pazze, anche sconce sapendo che nessuno lo verrà a sapere. . . Ric é l’uomo giusto, quando vado da lui, mi tolgo tutto, se me lo chiedesse sento che neanche il vestito metterei, anche adesso mi sento nuda. – Elisa fece udire la sua risata poi si guardò attorno.
– Se sapessero che ho la passera al vento. . . vuoi toccarmela? – chiese.
Nadine si guardò anch’essa attorno poi abbassò la mano sotto la tovaglia, la spostò, la bruna trasalì, la sposina si meravigliò:

– Sei tutta bagnata! Anch’io lo sono sai? –
Nadine era in mezzo a noi, feci scendere anch’io la mano sotto la tovaglia, la parte inferiore del vestito era aperto, incontrai la coscia liscia, la risalii e. . . trovai la mano di Elisa! La mia amante mi rivolse un sorriso complice e la scostò. Il toccare la pagnottella nuda della bella sposina mi fece uno strano effetto, come se la sua fica fosse diversa. Il taglio era umido sotto il dito che feci scivolare ma l’apertura della vagina grondava di umori, sentii nuovamente le dita dell’altra che contesero alle mie dita il possesso del bel sesso, lo accarezzammo adagio, con tocchi lenti.
– Oh no. . . smettete, lo sapete che non riesco a trattenermi, lo sapete che grido quando godo. . . – sospirò.
Ma si lasciò ancora accarezzare respirando affannosamente, l’arrivo del cameriere con le tazzine fumanti le fece chiudere le cosce poi le allentò quel tanto da consentire alle nostre mani indiscrete di ritirarsi. Sorseggiando il caff&egrave avemmo il tempo di riprenderci, la sposina pagò come aveva promesso.
Andiamo da Ric, devo riprendere la mia biancheria così avremo più tempo.-

Prima di alzarsi Elisa tirò la minigonna che la mano della sposina aveva fatto risalire, anche Nadine si alzò e discretamente abbottonò il di sotto del vestito. Quando uscimmo il sole era ancora alto, le presi a braccetto e le condussi a casa mia. Offrii loro un digestivo che bevemmo in piedi con una certa impazienza da parte delle due, mi tesero i bicchierini vuoti.
– Aspettaci. – disse Elisa scomparendo nel bagno insieme alla compagna.
Andai in camera e mi spogliai. Passarono diversi minuti prima che ritornassero. Anche loro erano nude, posarono con cura i vestiti su una sedia e quando si girarono le abbracciai entrambe. Fu Elisa che per prima mi offrì la bocca in un bacio talmente lascivo che entrai subito in erezione poi fu la bocca di Nadine che incontrai, anche lei mi baciò golosamente poi volse il viso alla bruna, le loro labbra si schiacciarono, i loro corpi si strinsero e sospirando assaporarono quello che é il preludio di ogni atto amoroso.
Volevo separarle ma era come se non esistessi, si allungarono sul letto abbracciandosi ancora come se non potessero fare a meno del contatto dei loro corpi, rotolarono come delle lottatrici, le gambe avvinghiate, le bocche incollate, non curandosi di mostrare le loro grazie mentre a turno si rovesciavano continuando ad accarezzarsi e a baciarsi.

Finalmente Elisa si mise cavalcioni sul corpo riverso della sposina ne mantenne con le mani le braccia allargate, non a forza ma in una sorta di gioco come fanno i ragazzi. Entrambe ridevano ansimando, un lieve affanno sollevava i loro seni, Nadine guardò l’altra ridendo:
– Mi arrendo! –
– Ora sei mia! – anche Elisa appariva accaldata, rise, poi si fece seria.
– Come sei bella! – disse.
Nadine arrossì vedendo la cupidigia dell’altra. La bruna liberò le braccia che rimasero nella loro posizione di resa totale, una mano scese sollevandole una gamba e inclinandosi lievemente passò la sua fra quelle della donna distesa. La sposina capì e spostò l’altra sua gamba per far posto alla coscia abbronzata fra le sue cosce, prese l’altra gamba della bruna la tirò sul suo petto facendola distendere poi si sollevò su un gomito quando Elisa poggiato una mano sul letto spinse in avanti il bacino. . .
– La senti la mia fica contro la tua? –
Oh si. . . si. . . –

Si mossero subito strusciando i sessi uno contro l’altro eseguendo una sorta di danza lasciva, coi bacini che spingevano, ondulavano e gli occhi negli occhi assaporavano il contatto dei loro sessi. Ben presto lunghi sospiri uscirono dalle loro bocche; fu Nadine che per prima allungò la mano, e le dita strette ad un capezzolo dell’altra lo torturò dolcemente facendolo roteare finché vide che la bruna stava perdendo la sua padronanza; lei stessa sospirò allorquando le sue punte subirono lo stesso trattamento.
Anche se le donne erano molto belle avvertivo che vi era qualcosa di insano nel loro comportamento che mi metteva a disagio. Era come se si masturbassero a vicenda, solo che non erano le dita ma le vulve ad accarezzarsi! Nadine incontrò il mio sguardo, forse si rese conto che il contatto dei loro sessi così non poteva appagarle interamente. Arrossì distogliendo lo sguardo e con uno sforzo rovesciò la compagna e districate le gambe divaricò quelle della bruna, le aprì stendendosi su di lei, cavalcioni sul suo ventre, arretrò, ne cercò la bocca e con lente ondulazioni del bacino posò ancora la fica sulla fica aperta sotto la sua.

Bocca contro bocca sospiravano nuovamente, ora era Elisa che subiva le carezze di Nadine; La sposina si muoveva adagio, il suo corpo eseguiva un movimento sinuoso che partiva dalla schiena, le reni si incavavano poi la groppa candida si abbassava mentre il suo sesso. . .
Ero dietro le due, Elisa cercava di favorire il contatto spalancando al massimo le gambe che ora formavano un’unica linea interrotta dalle ginocchia lievemente piegate, la sua posizione schiacciava una contro l’altra le natiche brune ma apriva la sua vulva. Potevo vedere l’onda che percorreva il corpo di Nadine smorzarsi nella groppa candida che abbassandosi faceva scorrere la gnocca nuda nel sesso esposto della mia amante.
Non avevo mai visto niente di così conturbante, le due avevano smesso di baciarsi, solo i capezzoli si sfioravano nel lieve movimento che imprimevano ai loro busti per favorire lo strofinio dei loro capezzoli. Ad un tratto la bruna sospirò:
– Ohhh cosi. . . cosi. . . –
Si amore. . . si. . . si. . . –

La sposina si fermò, le sue natiche si contrassero sottraendo alla mia vista il roseo bottoncino dell’ano, poi impresse al bacino degli scatti leggeri, quasi delle vibrazioni, anche lei sospirava. . . Mi ci volle del tempo per capire che la sua clitoride era fra le sottili labbra della bruna e venendone accarezzata la strofinava con piccoli movimenti sul rilievo della loro giunzione, sull’inizio della cresta sensibilissima.
Si stavano amando alla maniera delle lesbiche! Malgrado fossi fortemente eccitato non potevo intromettermi senza rompere l’incanto che provavano nel contatto dei loro sessi. Ora si lamentavano con voce lieve fissandosi negli occhi, assaporando sensazioni che le avrebbe portate al piacere. Mi sentivo escluso! Non fosse per la speranza che avevo di potermi ancora sfogare con le due, mi sarei masturbato tanto era eccitante lo spettacolo che offrivano.
Nadine mimava un coito osceno, Nel suo lieve ondeggiare scopriva in parte la vulva bordata da peli neri della bruna bagnati che poi la sua vulva ricopriva celandola ai miei occhi, la sposina mostrava sotto la curva delle natiche le labbra grassocce e l’apertura della vagina dalla quale gocce ambrate scendevano nella valle delle piccole labbra prima che il suo movimento le schiacciasse nelle carni rosso cupo della vulva sottostante.

Le due manifestavano il loro piacere incuranti della mia esistenza, non avevo mai visto tanta eccitazione in Elisa, muoveva le labbra dicendo fra i lamenti cose sconce alle quali la sposina rispondeva con gridolini gioiosi e frasi audaci:
– Ahhh. . . é bello. . . mhhh. . . chi ti ha insegnato a. . . fottere una donna? Oh si. . . mhhh sei. . . brava sai? –
– Mhhh. . . lo senti il mio. . . grilletto? –
– Si amore. . é duro come. . . un piccolo cazzo. . . e la tua fica. . . ah é una bocca che. . . mi sta facendo godere. . . ahhh. . . é cosi bello!
I loro gemiti salirono di intensità poi Nadine gridò, i suoi movimenti divennero frenetici, il profumo dei loro sessi giunse alle mie narici, anche Elisa gridò.
– Amore. . . oh dai. . . dai. . . ahhh. . . godo. . . godo. . . ahhh. . . ahhh. . .-
– Si. . .. ecco. . . ah. . . ahhh. . . adesso. . . adessoooo! ! ! Ahhh. . . ahhh. . . –
Elisa puntando i piedi cercò di sollevarsi ma l’altra si muoveva, si muoveva. . . allora cedette con un lungo sospiro:
Sto venendo. . . ahhhhhh ! ! ! !

Nadine in pieno orgasmo con uno scatto si allungò sulla compagna, ne sentì le cosce serrare il suo bacino, i polpacci avvinghiare le sue gambe, le braccia stringerla. . . soffocarono una nella bocca dell’altra gli ultimi lamenti del loro piacere, i loro corpi fremettero ancora a lungo, infine si chetarono.
Solo allora si avvidero della mia presenza, Nadine scese dal letto rossa come un gambero.
– Oh. . . Disse. Elisa volse il capo, non cercò neanche di celare la sua vulva, vi passò le dita che ritirò grondanti di umori suoi e di quelli di Nadine:
– Non avevi mai visto quello che possono fare due donne vero? – chiese.
– No. . . eravate bellissime! – Elisa sorrise e aggiunse:
– Ci aspetti? Torniamo subito!- abbracciò alla vita la compagna e sparirono insieme lasciandomi più che mai eccitato.

CONTINUA Non dovetti aspettare a lungo ma con mia sorpresa solo Nadine varcò la soglia della camera.
– E Elisa? – chiesi.
– E’ sotto la doccia, dice che sicuramente é me che vuoi. . . vuole riprendere fiato e poi, lei ti ha sempre mentre io. . . –
Il rossore che imporporava le sue guance le donava, la feci sedere accanto a me.
– Ti piace Elisa? – chiesi.
– Oh si. . . é cosi calda e. . . mi ha fatto delle cose. . . Un po mi vergogno. –
– Perché? –
– E’ riuscita a farmi nuda. . . sotto, e. . . –
– Non avevi mai fatto all’amore con una donna? – mi guardò a lungo, poi:
– Non in quel modo. . . Hai visto vero? Non so cosa mi ha preso ma quando sono stata sopra di lei e ho sentito la sua. . . – nascose il viso sulla mia spalla.
– Hai ancora voglia? – esitò prima di rispondere.
Si. . . – non era sincera, lo aveva detto vedendo nel mio pene il desiderio che provavo e che la vista del suo amplesso con la mia amante aveva acuito. In questo somigliava a molte donne che ho conosciuto, disponibili ad accontentare la voglia di piacere del maschio malgrado la loro sazietà.

Dovevo risvegliare il desiderio che in lei si era sopito, sollevai delicatamente il suo viso e la baciai con dolcezza reprimendo la voglia che pulsava nel pene, fu un bacio quasi casto, solo alla fine dischiuse i denti accettando la mia lingua. Quando sollevai il viso sorrise mestamente guardando la mano percorrere i suoi seni, spostò lo sguardo sul membro che si ergeva orgogliosamente, vi portò la mano. . .
– Hai tanta voglia vero? –
Non aspettò la mia risposta, abbassò lentamente la testa castana. . . Fu con sollievo che ricevetti il contatto delle sue labbra e quando le dischiuse calandole lungo la verga, sospirai per il calore che pervase l’intera asta. Lasciai che la bocca della bella sposina andasse su e giù un paio di volte poi costrinsi il suo viso a sollevarsi.
– Non vuoi? Eppure so che ti piace. . . – disse.
La baciai ancora, questa volta le mie dita titillarono i bottoncini che ornavano la sommità dei bei seni. Ebbi la gioia di sentirli tendere mentre la donna spingeva la lingua nella mia bocca. Non oppose resistenza quando la rovesciai dolcemente senza lasciare la sua bocca, ora era la mia lingua che suggeva mentre i capezzoli nelle mie dita si facevano duri, quasi dolorosi per la bella.

– Sei tanto caro sai? – disse ancora.
Scompigliò i miei capelli quando la mia bocca fu sul suo seno, sospirò al contatto della lingua che faceva flettere il bottoncino già teso. Resi omaggio anche all’altro bel promontorio prima di guardarla ancora in viso.
– Ti piacciono? – chiese sorridendo.
– Si, sono molto belli ma ci sono altre cose che mi piacciono di te. –
Già mi ero chinato sul suo ventre, lo baciai fino all’inizio del boschetto castano, percepii sotto le labbra l’inizio del rilievo del monte di Venere ma quando proseguii urtai contro la mano che aveva portato a coprirsi il sesso.
– Ric. . . mi vergogno! –
– Perché? Non ti eri mai vergognata prima. –
– E’ che. . . sono scoperta completamente! –
Risi della sua confusione, dopo un po anche lei rise. Lentamente ritirò la mano, mi allungai sul fianco, il pene quasi a contatto dei suoi capelli, il viso contro la sua anca in una posizione inequivocabile.
– Voltati amore, voglio guardarla, baciarla. . . –
Esitò appena, poi si girò sul fianco, sentii la sua fronte contro il pene e il solletichio del suo adorabile boschetto contro il mio naso. Lei stessa strisciò in alto fino ad avere il membro contro le sue labbra, lasciò che le sollevassi la gamba per poggiare il viso sulla sua coscia. Solo allora compresi le parole che avevano pronunciato sotto la doccia.

– La vedi? E’ arrossata! – disse.
Esagerava, solo un rossore lieve ricopriva le labbra grassocce, non era dovuto al passaggio del rasoio perché all’interno delle natiche il colore della pelle era normale. L’assenza di peluria rendeva la rosellina dell’ano straordinariamente seducente, ma la causa di quel rossore era lo sfregamento della clitoride dovuto al suo coito con Elisa (non riesco a chiamarlo diversamente), aveva irritato la delicata crestolina. Quella sì era rossa, un po meno lo erano le labbra sottili che sporgevano da quella che Elisa aveva chiamato la sua gnocca.
– Anche così, é molto bella lo sai? –
– Si ma se la baci ancora. . . –
– Sarò molto delicato, vuoi vedere? –
Incuneai il viso fra le morbide cosce, con la lingua separai le spesse labbra. Nadine sospirò e sollevando maggiormente la gamba poggiò il piede sul letto, la bella gnocca si aprì. . . Sentii sulla punta della lingua il sapore delle sue carni, la passai lentamente per tutto il taglio fra le labbra sottili muovendo adagio il capo fino a percepirne il rilievo della giunzione e oltre, sul caro grilletto che ricoprii di saliva prima di chiudere su di esso le labbra e lambirlo delicatamente.

– Oh sei. . . dolce. . . dolce. . . – sospirò la bella.
Aveva parlato muovendo le labbra contro il mio glande, le aprì prendendolo in bocca poi avanzò col capo facendole scorrere adagio.
– Anche tu sei molto dolce lo sai? –
Avevo staccato appena le labbra, lei spinse sulle reni per sentirmi ancora, passai le mani sulla groppa liscia e sfiorando appena la pelle nuda esplorai le carni delicate della vulva con piccoli colpi della mia lingua e quando incontrai l’ingresso della vagina, la introdussi. . . Ebbi la gioia di udire i suoi sospiri e il sapore della sua eccitazione mentre la sposina cominciava languidamente a muoversi, a cercare la mia bocca e quando l’aprii lei vi si schiacciò tutta.
La presi tutta in bocca la sua fica, l’assenza totale di peli la faceva sembrare diversa, fu con gioia che la sentii fremere e quando serrai nuovamente la clitoride fra le labbra, dalla bocca che ingoiava il mio cazzo sfuggì un lamento.
Ora che i sensi della sposina si erano risvegliati presi a lambirla adagio stimolato dalle sensazioni che pervadevano il mio pene. Lo prendeva adagio come facevo io nel lambire la sua fica, accarezzandolo con labbra leggere che scivolavano dolcemente lungo il membro, spingendoselo in bocca con la mano che premeva sotto i testicoli, suggendolo quando la mia lingua passava sulla sua cresta irritata e dura strappandole dei lamenti. Ma quelli che sfuggivano dalla mia bocca erano sospiri rauchi tanto era soave il suo succhiare.

Riprendeva poi a scorrere lentamente lungo l’asta appena lasciavo la crestolina fremente per onorare la vulva tutta con lente leccate. Il nostro fu un sessantanove dolcissimo fatto di lievi ondeggiamenti delle reni nel porgere i sessi alle bocche, di sussulti. . . Fremendo la bella sfregava i seni contro il mio ventre facendomi sentire il turgore dei capezzoli.
Le mie mani premevano le sue natiche plasmando le morbide rotondità separandole per esplorarne il solco liscio, l’ano duro e quando il mio dito si soffermò sopra il conturbante orifizio Nadine liberò la bocca per dire:
– Vuoi fare arrossare anche quello come hai fatto con Elisa? – chiese preoccupata.
– Amore, lo renderò talmente scivoloso che non ti accorgerai neanche quando. . . –
Soffocò un risolino sul pene ma già la mia bocca era sulla sua pelvi, la superai muovendomi appena e immergendo il viso nei glutei lisci ne lambii lungamente l’interno vicino al delicato pertugio poi vi dardeggiai la lingua rendendolo bagnato. La sposina stava facendo altrettanto col mio pene ricoprendolo di saliva mentre la sua bocca vi scorreva lentamente mostrando di capire qual’era il mio desiderio.

Quando mi misi in ginocchio Nadine si era già girata sulla schiena e aveva sollevato alte le gambe, anche per lei quella era la posizione che preferiva anche se sapeva che non era nel suo ventre che sarei entrato. Mi appressai ginocchioni alle meraviglie che la bella esponeva, fremette sentendo le mie mani aprirle le natiche e quando il glande fu sulla depressione dell’ano chiuse gli occhi. . .
Oh era bella Nadine mentre mi offriva il suo culetto, la vergogna per l’atto che anche lei desiderava imporporava le sue guance, la sua posizione era di completo abbandono, la fica nuda, socchiusa, il gonfiore delle labbra mostrava nello spacco l’ingresso della vagina bordata dalle sottili labbra che si innalzavano formando una valle dalla carne rosea luccicante della saliva che la mia lingua aveva deposto.
Abbracciai le sue cosce e protendendomi sul suo corpo spinsi le reni lentamente, l’ano si aprì al membro che scivolò nel calore delle sue natiche.
Nadine emise un sospiro lungo quanto la mia penetrazione, spinsi fino in fondo per darglielo tutto il mio cazzo, premendo col petto sulle sue cosce fino a che le sue ginocchia toccarono il letto ai due lati del suo busto. Aveva aperto gli occhi, vedendomi sopra di sé, allungò la lingua, mentre la lambivo arretrai le reni e affondai lentamente e ancora, ancora. . .

La bella emetteva un sospiro ad ogni mio affondo, ora era lei che mi lambiva la lingua, le labbra, soggiogata dalle sensazioni che provava. Mi sollevai sulle braccia, la sposina gli occhi nei miei occhi aveva un’espressione di dolce stupore, facendomi capire il suo gradimento per la presenza che l’allargava scorrendo nelle sue interiora.
– Oh é bello così. . . é bello. . . bello. . . –
Aumentai il ritmo della monta sbattendo il ventre contro l’inizio delle sue cosce e i testicoli nelle sue chiappe aperte. Nadine emise i primi lamenti a bocca aperta, i lamenti continuarono ad ogni entrare del cazzo nell’ano consenziente, le sue mammelle ballonzolavano al ritmo dei colpi che portavo ed erano talmente belle che accelerai per bearmi della loro vista, poi attirato dai capezzoli in movimento vi calai il viso incappucciando la punta di un seno per suggerlo e appena sentii il bottoncino fremere, lo picchiettai.
Quando lo lasciai, la bella mosse il busto, anche l’altro seno ricevette l’omaggio della mia bocca, della mia lingua. . . Cominciai ad ansimare mentre la dolce sposina emetteva dei lamenti che si trasformarono in gemiti appena accelerai maggiormente il mio scorrere.
Ahaaah. . . ahaaah. . . ahaaah. . . – faceva continuando a fissarmi.

Non provava dolore visto la facilità con la quale entravo nell’ano rilassato e liscio che accarezzava soavemente la mia verga, i suoi erano gemiti dovuti al piacere che provava. Io soffiavo come un mantice, le sensazioni che salivano dal mio pene mi spronavano ad affondare sempre più velocemente come se il mio piacere si trovasse nei suoi intestini, lo cercavo negli affondi che scuotevano il bel corpo, nel calore che avvolgeva il mio membro, nella carezza che mi faceva l’anello di carne dentro il quale scorrevo.
– Aspetta amore. . . mhhh. . . aspetta! – esclamò ad un tratto.
Mi fermai piantato in fondo al suo culo, la stretta che serrava morbidamente il mio cazzo mi fece capire che la sposina era avanti nel piacere. Appena l’ano si fu rilassato ripresi a scorrere ma lentamente. Nadine mi sorrise quasi scusandosi:
– Amore. . . mi stai facendo godere! E’ bellissimo averti nel sedere. . . oh vorrei prenderlo ancora! Anche tu godi . . . vero? –
Era talmente ansiosa del mio piacere che volli rassicurarla.
– Oh si. . . hai un culo caldo, meraviglioso. . . godo veramente sai? –
In realtà non provavo ancora quel piacere che preannuncia l’appagamento mentre per Nadine. . .

– Oh dammelo. . . dammelo ancora, ancora. . . –
Ero felice del godere della mia compagna, questo mi permetteva di dominarla, di alimentare la mia libidine beandomi delle sue grazie. Mi sollevai sulle ginocchia e arretrando le reni guardai la verga uscire trascinando l’anello nel quale ero immerso, facendolo sporgere quasi a trattenere il pene poi afferrata la bella alla piega degli inguini spinsi lentamente. . .
Oh era bello vedere il mio cazzo scomparire nelle chiappe nude, sotto la fica completamente esposta che al suo entrare, si accorciava aprendo le labbra sottili e turgide sotto la clitoride ancora arrossata, era una visione talmente arrapante che feci scattare le reni più volte per guardare quella fica animarsi aprendosi e chiudendosi come una boccuccia.
– Ah. . . ah. . . ah. . . – faceva la sposina ad ogni mio immergere.
Poi scorrevo lentamente strappando alla bella dei dolci lamenti.
– Mmmh. . . mmmh. . . mmmh. . . – Poi ancora: – Ah. . . ah. . . ah. . . –
La sposine portò le mani a fermare l’oscillare delle mammelle che prese ad accarezzare languidamente.
Malgrado portassi più volte la mia dolce compagna sull’orlo dell’orgasmo riuscii a procrastinare il suo scatenarsi per penetrarla ancora a lungo beandomi della sua espressione estasiata, dei seni che le mani accarezzavano ora brutalmente, delle dita strette ai capezzoli che malmenavano. . .

Ma ormai era agli stremi, malgrado ora scorressi lentamente nei caldi glutei, non potei impedire il suo orgasmo:
– Amore. . . non ce la faccio più! Credo che sto per. . . venire! Mhhh. . . mhhh. . . –
Mi fermai alle contrazioni dell’ano che serravano il membro ma continuarono mostrando che il godimento della bella era imminente.
– Oh caro, caro. . . sto venendo. . . sto venendo! Ahhh. . . ahhh. . . ahhh. . .-
Una mano lasciò il seno scendendo alla clitoride che prese ad accarezzarsi con movimento circolari, anche i lobi delle labbra sporgenti si accarezzava rendendole ancora più turgide. L’ano si rilassò permettendomi di incularla ancora, lo feci con rapidi scatti cercando il mio piacere nel culo della bella, infoiato dalle sue grida:
– Ah. . . ah. . . si. . . si. . . Ahhh. . . dai. . . dai. . . mhhaaaa. . . ahhh. . . –
L’ano ebbe una contrazione talmente forte da imprigionarmi dentro di lei, poi il bacino sobbalzò in scatti che mi sollevarono, emise un lungo gemito e si rilassò ritirando le dita dalla sua fica. Provai a immergermi ancora ma lei serrò istintivamente l’ano.

– Amore. . . sono venuta! – disse quasi scusandosi.
Liberai la bella dalla verga che non poteva più darle piacere, Nadine la vide tesa per il mio mancato godimento e mettendosi seduta mi tese le braccia:
– Dammelo in bocca, lo voglio in bocca. . . –
Mi alzai in piedi e avanzando con le gambe divaricate porsi il membro alle sue labbra, lo volle subito e muovendo avanti e indietro il viso prese a scorrere su di esso dapprima lentamente poi talmente velocemente che non dovetti neanche muovere le reni.
Cominciai a sospirare incantato dalla vista delle labbra che la facevano scomparire nella bocca calda, delle guance che si incavavano nel succhiarlo, poi ai primi miei rantoli vi portò la mano facendovi scorrere la pelle. . .
Ora la bocca si muoveva appena oltre la cappella, ma mi succhiava, mi succhiava stupendomi per l’ingordigia che dimostrava come se il suo godimento non fosse avvenuto. La sua non era una carezza come mi aveva fatto prima, ma un bocchino selvaggio che non doveva solo eccitare ma consentirmi di scaricare nella sua bocca la mia voglia.
Malgrado tutto questo, durò ancora a lungo. Mi suggeva senza interruzione, dalla bocca in movimento uscivano degli ‘ Mhhpff. . . mhhpff. . . mhhpff. . . ‘ che si mescolavano alle mie esclamazioni di piacere, la sua mano andava veloce menando il membro furiosamente, inseguendo la bocca la cui voracità mi fece superare gli ultimi gradini del piacere.

Le grida del mio orgasmo non fermarono l’ingordigia della bella fellatrice, dalle labbra della sposina vidi uscire il bianco dello sperma che filtrando le lubrificava rendendo completo il mio godimento.
Aveva allontanato la mano ma lo teneva ancora in bocca il mio cazzo scorrendo ora lentamente ma continuando a suggerlo e quando lo lascio prese a lambirlo sotto il glande inseguendolo con colpetti di lingua che lo fecero ancora sussultare.
– Cara, oh basta. . . basta. . . E’ stato bellissimo! –
Il sorriso compiaciuto della sposina si smorzò appena udì la voce ironica di Elisa.
– Sei stata molto brava sai? – la bruna era accanto a noi in camicetta e minigonna.
– Hai visto tutto? – chiese Nadine rossa di confusione.
– Non tutto ma il poco che ho visto é bastato! –
Si chinò sul letto e con un fazzoletto di carta deterse la goccia chiara che colava dal suo mento, asciugò anche le sue labbra poi vincendo la ritrosia della sposina volle guardare fra le sue gambe.

– L’hai preso ancora? – chiese.
– Non lì. . . –
Con delicatezza le dita di Elisa aprirono le sue natiche.
– Qui sei bagnata ma non sei per niente arrossata, meglio! Ti metterò della crema e una garza solo sulla passera, quando sarai a casa ti laverai. . . Tuo marito vorrà fare all’amore questa sera? – non vi era ironia nelle sue parole.
– Credo di si. . . –
– Accontentalo, ricorda però che sotto sei rasata, la cosa migliore é che ti metta sopra di lui. . . Fra una quindicina di giorni i peli saranno ricresciuti!-
Accompagnò la donna in bagno, fumai una sigaretta e vi andai anch’io. Seduta sul bordo della vasca Nadine guardava la bruna che con dita delicate spalmava la crema bianca sui lati della sua vulva e sulla clitoride prima di applicare la garza.
– Grazie! – disse quando ebbe finito.
Si infilò le mutandine quindi si rivestì. Dopo che si fu truccata divenne nuovamente l’onesta signora Repetti, irreprensibile e schiva come tutti la conoscevano.

– Ora devo proprio andare! Vi rivedrò ancora? –
– Ci offenderemmo se non tornassi a fare i tuoi ‘esercizi’! – rispose Elisa.
Le due si abbracciarono come vecchie amiche poi Nadine offri la guancia al mio bacio. Ormai anch’io ero vestito, accompagnammo la giovane donna alla sua macchina e la guardammo allontanarsi.
– Che programmi hai per questa sera? – chiesi alla bruna.
– Per prima cosa mi porterai al ristorante e poi mi piacerebbe passeggiare. –
– E poi. . . Elisa non poté trattenere una risata.
Dopo? Si vedrà, ricorda che oggi mi hai un po trascurata! – disse con una smorfia buffa.

FINE

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