Skip to main content
Racconti Erotici Etero

La storia di Monica – Cap. 5.3 – Il matrimonio 1a parte

By 20 Marzo 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Per comodità avevo scelto di passare l’ultima notte da single, nello stesso grande hotel dove il giorno del matrimonio ci sarebbe stato il ricevimento.

Così mi ritrovai sola in una grande camera d’albergo, con davanti il mio bellissimo abito bianco, e una gran solitudine che mi stava lentamente uccidendo. Mi feci portare una bottiglia di champagne senza sapere che fare, e dopo averne bevuto un paio bicchieri mi ritrovai in uno strano stato d’eccitazione, che divenne ben presto irrefrenabile. Quando la mano scivolò dentro le mutandine ero già tanto bagnata, che le dita m’entrarono dentro la passera senza che facessi alcuno sforzo. Ma più mi masturbavo, più mi sentivo inappagata Nonostante tutta la mia foga, e le dita che entravano e uscivano senza sosta dalla mia vagina, non riuscivo non solo a darmi pace, ma neanche a raggiungere un orgasmo degno di questo nome. Cercai qualcosa con cui masturbarmi, ma non trovando alcun oggetto, continuai ad usare le dita, senza però provare un vero piacere.

“Ma che cazzo sto facendo, qui ci vuole un uomo.” dissi a me stessa prendendo il cellulare per chiamare Stefano, che il giorno seguente sarebbe stato il mio testimone insieme a Daniela.

“Cosa vuole la prossima sposa.”

La domanda del mio amante era fin troppo logica, casomai ero io a non sapere cosa rispondergli.

“Volevo sapere dove sei ?”gli chiesi per iniziare un minimo di conversazione.

“In macchina in Viale Garibaldi perchè ?”

“Sono al Continental, che ne dici di venire a salutarmi ?”

Per mia fortuna era a pochi minuti di macchina dal mio hotel, così non rimase che dirgli il numero della camera, ed aspettarlo dopo essermi ricomposta.

Non appena entrò gli offrii un calice di champagne, e dopo averne versato uno anche a me, brindammo al mio futuro matrimonio.

“Dubbi dell’ultima ora ? “ mi chiese forse vedendo il mio imbarazzo.

“Sinceramente non saprei cosa dirti.” gli risposi poggiando il bicchiere sul tavolino davanti a noi “A volte mi chiedo se questo matrimonio sia davvero solo una farsa per mascherare l’impotenza di Tommaso. Tutto quello che ne consegue, compreso il mio entrare nell’alta società, lo vedo come un contentino e nulla più.”

Continuai a parlare di tutte le mie incertezze, ma anche di ciò che c’era di positivo in quell’unione che non riguardasse solo il denaro. Stefano m’ascoltava in silenzio, a volte annuendo, altre quasi sorridendo dei mie dubbi.

All’improvviso mi passò la mano dietro la testa, per poi baciarmi con passione, facendomi sciogliere in meno d’un istante.

“Perchè non dici che vuoi solo farti una bella scopata, l’ultima da signorina Faziole, tanto lo so che mi hai chiamato per questo.” mi disse passandomi le labbra sul collo.

“C’è bisogno che te lo dica ?” gli risposi baciandolo a mia volta.

“No però c’è una condizione. Se vuoi fare sesso adesso devi promettermi che lo farai anche domani col tuo bel vestito bianco.” mi propose indicando l’abito da sposa.

Per tutta risposta lo spinsi sullo schienale del divano, per mettermi a cavalcioni su una sua gambe, ed infine mettergli una mano sopra la patta.

“Domani torneremo qui e faremo l’amore come vuoi tu, senza limiti o altro, però adesso sei mio.”

Gli tirai fuori il pene per prenderlo in mano, prima di scivolare sul divano ed iniziare a leccare l’oggetto di tutti i miei desideri. Di colpo non m’importava più nulla della cerimonia del giorno seguente, ma volevo solo scopare col mio amante, senza pensare al domani.

Gli sfilai i pantaloni e gli slip, per accucciarmi fra le sue gambe e potermi dedicare ai suoi gioielli.

Con calma, ma allo stesso tempo con estrema lussuria, gli leccai i testicoli ed il pene, prima di succhiargli l’asta senza mai staccare la lingua dalla cappella. Stefano ormai forse più eccitato di me, s’alzo in piedi per mettermi le mani fra i capelli, e così scoparmi in bocca, dettando un ritmo frenetico, mentre io gli palpavo le chiappe, sfiorandone in continuazione il solco.

Quando mi portò sul letto crebbi che mi volesse scopare all’istante, invece lui mi strappo quasi via il perizoma, per poi spingermi sulle lenzuola a gambe all’aria e leccarmi la passera. Io mi scoprii il seno per potermelo toccare, ma ben presto le mani arrivarono sulla sua testa, per quasi schiacciarla contro il mio pube.

“Mio Dio così mi fai impazzire.” gli dissi godendo della sua lingua “Però ora voglio il tuo cazzo.”

“Vieni a prenderlo.” mi rispose sdraiandosi vicino a me.

Senza alcun indugio mi misi carponi sopra di lui, e dopo avergli afferrato il pene con una mano, lo diressi all’imbocco della porta del piacere, per farcelo scivolare dentro, e godere con lui.

“Sii è questo quello che voglio !” urlai senza più alcun ritegno “Voglio solo il tuo cazzo ora e per sempre !”

Per quanto Stefano potesse immaginare i miei più oscuri desideri, non penso che sarebbe mai arrivato a pensarmi nella veste di una donna così famelica, ma in quei momenti avevo completamente perso la testa e volevo solo godere. Più lo cavalcavo, e più volevo sentirmi sua, come se quella fosse stata l’ultima scopata della mia vita. Ebbi quasi subito un orgasmo che placò in parte il mio desiderio di lui, ma poi bastò continuare a sentire la sua mazza pulsarmi dentro, per voler continuare con più foga di prima.

Gli presi il pene in bocca per poter assaporare il mio orgasmo, poi mi sistemai carponi davanti a lui, per infine aprirmi le labbra della passera con le dita.

“Vuoi scoparmi o preferisci che chiami qualcuno ?” gli dissi senza alcun pudore.

Stefano m’afferrò per i fianchi per essermi poi dentro in meno d’un attimo, e quindi scoparmi con tutta la sua forza.

“Sei solo una cagna vogliosa.” mi disse dandomi una sonora pacca su una chiappa.

“Una cagna che ti piace.” gli risposi sfiorandogli i testicoli con una mano “Altrimenti non saresti qui.”

“Io o un altro per te non fa differenza, quindi tanto vale che ti scopi io.”

Quella che ne seguì fu quasi una battaglia, fra me che ero nuovamente insaziabile, e lui che mi trattava peggio d’una puttana. Del resto a fare da sfondo al nostro perverso rapporto, c’era in bella vista l’abito bianco col quale il giorno seguente mi sarei sposata, come a ricordarci che nulla di ciò che stava accadendo era da considerarsi ‘normale’.

Stefano mi prese cambiando spesso posizione, ma senza mai cedere il comando, in modo che fosse sempre lui a dettare il ritmo. A me poco importava di quello che mi diceva, anche perchè sapevo che erano quasi solo insulti che meritavo, ma su quel letto c’eravamo in due e nessuno era innocente.

Quando mi ritrovai per l’ultima volta in bocca il suo pene, fu anche per ricevere il suo seme direttamente in gola.

“Bevi tutto.” mi disse tenendomi la testa schiacciata contro di lui.

Lo vidi rivestirsi come se io non fossi presente in quella camera, dandomi le spalle e pensando solo a fare in fretta per andare via.

“Lo sai che domani vi pagare pegno ?” mi disse prima d’andarsene.

“Si e per certi aspetti non vedo l’ora che accada, sai com’è voglio prepararmi al meglio per il mio viaggio di nozze.”

“A proposito dov’è che andate ?” mi chiese sorridendo.

“Due settimane a Boa Vista, una delle isole di Capo Verde. Tommaso deve costruire un resort e così uniamo utile e dilettevole.”

“Ma cosa c’entra domani con questo viaggio ?” mi domandò con una certa curiosità.

“Ho letto che li si trovano molti uomini ben dotati, solo che io sono peggio di San Tommaso, quindi voglio vedere di persona.” gli risposi ridendo.

Stefano se ne andò quasi sconsolato ridacchiando per la mia sfacciataggine, cercando d’immaginare quello che sarebbe successo fra qualche ora.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog

http://serenathemiss.wordpress.com/

Leave a Reply