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Racconti Erotici EteroTrio

La studentessa viziosa

By 16 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Sono nel mio fantastico appartamentino vista mare. Mi sono trasferita da poco a Genova, tutto sommato mi piace, l’ambiente universitario non è niente male, sono in città, c’è il mare, di certo la temperatura è molto più piacevole rispetto a quella a cui sono abituata e in più mi sono sistemata davvero bene con la casa. Un vero e proprio colpo di fortuna, invidiatomi da molte compagne di studi che dividono minuscoli appartamenti e stanze con altri studenti, mentre io me ne sto bella tranquilla in un mini attico ben arredato e completamente a mia disposizione.

Certo c’è un però. Che comunque non mi è del tutto sgradito. Sono riuscita a trovare questa sorta di paradiso grazie a un amico. Un amico di un amico. Un simpatico architetto quarantenne, un bell’uomo, un po’ troppo spaccone, ma in fin dei conti anche di buona compagnia. Neanche a dirlo un farfallone inguaribile. Ah. Dimenticavo di specificare cos’ha di cosi particolare tutto ciò: per l’appartamento non sborso un euro. O meglio, i miei genitori sborsano gli euro a me, ma io non li uso per pagare l’affitto bensì per mantenermi, con qualche agio in più. Il farfallone si rivela filantropo e si prodiga per aiutare le studentesse squattrinate? Naturalmente no! Vuole qualcosa in cambio. E di certo non vuole che gli faccia compagnia o le pulizie in casa! Giusto un servizietto a settimana, tanto per non perdere il vizio. In una mezz’oretta me la cavo, qualche volta rimediando anche un certo piacere mio, oltre alla soddisfazione che mi ha sempre lasciato l’avere (fare più che altro) dei rapporti orali.

I vizi si sa, non vengono mai soli. E infatti il mio caro proprietario di casa si diverte di tanto in tanto a regalare la “riscossione dell’affitto” a qualche amico o conoscente che, nonostante abbia la facoltà di rifiutare, sono sempre stati di mio gradimento (qualche volta anche più di lui), restando non di rado, a fare da attento osservatore a questi incontri erotici.

Sono proprio qui che aspetto. Mi ha telefonato ieri (cosa che non sarebbe assolutamente necessaria visto che abita nell’appartamento accanto) per avvisarmi che oggi sarebbe passato a trovarmi con un amico comune, suo e dell’amico che mi ha presentata a lui. Io in realtà so già chi è questo misterioso personaggio. E lo so perché il mio amico me ne ha molto parlato. Confesso di essere piuttosto eccitata all’idea di conoscerlo, ho spesso sentito parlare delle sue “imprese” erotiche e mi stuzzica parecchio. Dev’essere anche un bell’uomo, piuttosto alto, moro, riccio, oltre i cinquanta, ma penso che anche fisicamente si tenga in forma. Se non in palestra lo fa certamente a letto. Mh. A quanto so è anche parecchio dotato là sotto. Sono sempre stata della filosofia del provare per credere, quindi…

Mi do giusto una sistemata, ma niente di speciale, sono convinta che in fin dei conti risulti per loro più eccitante trovarsi davanti una qualsiasi studentessa dal viso (quasi) innocente, che non una ragazza conciata da starlette che fa la “escort” per arrotondare un po’.

Sono arrivati. Li sento sul pianerottolo, chiacchierano, ridacchiano. Suonano. Vado ad aprire e mi ritrovo davanti né più né meno quel che mi aspettavo. Devo dire che Ermanno è davvero un bell’uomo. Mi piace. Chissà che non ci scappi anche qualcosa di più, non mi dispiacerebbe affatto. Li faccio accomodare e propongo, visto il caldo, di bere qualcosa. Li lascio in soggiorno e vado a prendere dei bicchieri e del succo. Quando torno il tizio della casa si scusa, ma mi avvisa che dopo essersi rinfrescato non si potrà trattenere con noi. Meglio così!

Con Ermanno mi sento un po’ in imbarazzo, forse perché sappiamo entrambi qualcosa sull’altro. In più è pieno pomeriggio. Solitamente questi individui arrivano a tarda sera, magari dopo una cena di lavoro, magari dopo aver bevuto un po’ e risulta molto più semplice arrivare al punto. Decido di rompere gli indugi.

“Allora? Mi hanno parecchio parlato di te, quindi sono curiosa di vedere, di toccare con mano..e magari con bocca.”

Gli dico sorridendo maliziosamente, mentre mi avvicino sedendomi accanto a lui. Se dovessi parlare così al ragazzo con cui esco penso morirei, ma lui lo vedrò oggi e forse mai più.

Posa il bicchiere e mi sorride. Lo facevo più intraprendente, o forse vuole solamente “testare” me. Anche solo l’idea dell’incontro aveva stuzzicato parecchio i miei sensi, quindi ho proprio voglia di soddisfarli. Lo lascio seduto tranquillo, mentre la mia mano inizia ad armeggiare con la sua cintura, i bottoni, la zip. Non so se è una mia impressione ma non vedo nessun tipo di rigonfiamento. Infilo la mano tra i pantaloni e i boxer e sento il suo sesso risvegliarsi sotto le mie carezze..non ho nessuna voglia di perdere tempo in giochini. Lo faccio uscire dai boxer e lo trovo ancora non del tutto in tiro, ma decisamente le dimensioni sono ottime! Nel frattempo in casa è calato il silenzio più totale. Mi inginocchio sul tappeto, senza smettere di muovere la mia mano su quel cazzo che sta prendendo sempre più vigore, mi sento come ipnotizzata da quell’immagine. Mi bagno le labbra, apro leggermente la bocca e la appoggio su quello che ormai è diventato un magnifico scettro di carne. La tentazione sarebbe quella di farlo entrare immediatamente, ma ho voglia di fare le cose per bene. Comincio a solleticarlo con la lingua, a leccarne una parte sempre maggiore, anche perché viste le dimensioni non mi sarà facile accoglierlo. Il mio ospite sembra apprezzare, la testa reclinata sullo schienale, mi lancia qualche occhiata di tanto in tanto, mentre le mie labbra si fanno più insistenti. Il gioco è finito. La mia mano tiene il suo sesso puntato verso la mia bocca, abbasso la testa e faccio scivolare il suo cazzo fra le mie labbra umide. Lo sento bollente, duro, estremamente eccitato. Spingo la testa verso il suo ventre, poco. La tiro indietro. Di nuovo in avanti. Un po’ di più. Di nuovo. Di più. Arrivo al contatto con la mia mano e mi fermo. Più della metà del suo cazzo nella mia bocca. Con la mano stringo alla base, più di così non ce la faccio. Lo lascio un attimo, prendo una boccata d’aria. Lo riprendo, con un ritmo deciso, voglio farlo venire. Succhio, risucchio. Mentre la mano libera gioca con le sue palle, le accarezza, le stringe.. Qualche rantolio indistinto. Si irrigidisce un po’, mugola. Continuo, ancora poco. Sento alcuni fiotti annegarmi la gola e i gemiti del suo piacere. Mentre il suo cazzo non da nessun segno di affaticamento. Qualcosa mi dice che sarà una serata molto piacevole…

Mi alzo, ancora vestita e lo guardo soddisfatta. Anche lui sembra aver apprezzato “l’affitto”, gli chiedo se vuole bere qualcosa e vado in cucina. Non so perché ma sento di fare tutto in modo volontariamente provocante. Anzi, so benissimo il perché: voglio scopare con lui. Quando ritorno da lui, non si è mosso di quasi un millimetro, ma noto che oltre ai pantaloni, anche la camicia è leggermente slacciata. Non mi va di andare tanto per il sottile e provarci velatamente, tanto non ne sono capace. Però non voglio nemmeno che se ne vada.

“Vuoi fermarti ancora un po’?”

Gli porgo la mano e lo conduco ancheggiando direttamente verso la mia stanza, dove non regna esattamente l’ordine, visto che non mi aspettavo di arrivare fin lì. Inzio a spogliarlo. non l’ho ancora baciato, non lo voglio fare subito. Gli tolgo la camicia, che rivela un fisico niente male, non eccessivamente muscoloso, ma in ogni caso ben in forma. Praticamente con la camicia cadono anche i pantaloni, già slacciati in precedenza mentre io sono ancora vestita.  Il termine vestita mi sembra quasi esagerato. Ho un vestito, che più che un vestito è una maglietta lunga, culotte e null’altro. Abbigliamento casalingo, nemmeno troppo sexy, non fosse che lascia scoperta buona parte delle gambe e la scollatura è piuttosto profonda. Appena mi mette le mani addosso mi ritrovo in un attimo nuda, sdraiata sul letto, con le sue mani che mi toccano, palpano, stringono, accarezzano ovunque. Ne sento una accarezzarmi una coscia, mentre l’altra mi stringe un seno. La bocca sui capezzoli, mentre le mani vanno sotto il mio corpo e strizzano le mie natiche. La lingua che solletica il clitoride e le mani che stringono i miei fianchi. Sento le sue dita entrare nel mio sesso, due o forse tre, sono completamente abbandonata a quelle mani che stanno facendo venire sempre più voglia. Afferro il suo polso, indietreggiando col bacino e lasciando che le sue dita escano da me, me le porto alla bocca e le succhio avidamente assaporando i miei succhi. Con un gesto rapido lo rovescio sul letto e mi metto a cavalcioni sopra di lui. Mentre offro il mio seno alle sue labbra mi sporgo verso il comodino e ne apro il cassetto, con l’intento di prendere un preservativo. Vago con la mano alla cieca e trovo, in aggiunta a ciò che cercavo, un paio di cose che stuzzicano la mia fantasia, oltre che la mia voglia. Lubrificante e un vibratore. Li appoggio con fare indifferente sul comodino..chissà che non se ne accorga.

Prendo il suo cazzo e lo sfrego più volte lungo tutta la mia figa, indugio un po’ sulla fessura, nonostante non ci sia alcun bisogno di farlo, dato che sento il mio piacere colare ininterrottamente da lì già da un bel po’. Mi sembra quasi impossibile che quel cazzo possa entrare dentro di me senza rompermi, eppure ogni volta che ne passo la punta sulla mia fighetta sembra scivolare dentro quasi involontariamente. In un attimo la mia lucidità va a spasso, respiro e mi calo dolcemente su quella mazza. Non riesco a trattenere un gemito che non è affatto di dolore. Anche Ermanno pare gradire. Muovo il bacino alcune volte, lo sento completamente dentro di me. Resisto poco senza iniziare un su e giù che mi sconvolge i sensi, lo lascio uscire quasi del tutto per poi piombare di nuovo sul cazzo che mi sta riempiendo. Ma voglio altro. Voglio sesso. Voglio che mi scopi. Mi sbatta. Mi chiavi. Mi sfinisca. E glielo dico.

Mi tolgo da lui, e mi metto li a fianco, inginocchiata, mani appoggiate al materasso, culo in alto. Senza giri di parole mi metto alla pecorina.

“Ora scopami.”

Non se lo fa dire due volte. Entra di nuovo in me, senza bussare, un solo colpo, forte, profondo e sento sbattere le sue palle contro la mia figa. È ben piantato dentro e comincia un frenetico movimento. Non cado sul letto solo perché mi sta arpionando per i fianchi con le sue mani grandi e bollenti. Solo ora che ha il viso girato da quella parte si accorge delle cose che ho tolto dal cassetto…

“Abbiamo una studentessina viziosa e vogliosa eh?”

Non posso dire di no, forse lo sono anche più di quel che pensa. Gli passo prima il vibratore e poi, inaspettatamente anche il gel..la posizione non l’ho decisa a caso..se non capisce così, sarò più esplicita!

Ha già deciso come usare il vibratore. Me lo ritrovo davanti alle labbra e non ci penso un secondo prima di iniziare a leccarlo e succhiarlo come fosse un altro vero cazzo. I suoi colpi nel frattempo si sono fatti più tranquilli, anche perché la posizione, col suo braccio allungato verso il mio viso, non è delle migliori.

La mia bocca abbandona il vibratore, lui si ferma completamente dentro di me…

Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

“ahhhh…oddioo….”

Il vibratore si è gentilmente posato sul mio clitoride, già ampiamente sollecitato, procurandomi una scossa di piacere immensa, tanto da farmi artigliare il lenzuolo con tutte le mie forze. Ora sento di non resistere più. Lui mi sta scopando con veemenza e il vibratore mi sta facendo impazzire. Vengo con un orgasmo fragoroso, mi sfinisce..

Sento ancora qualche colpetto del vibratore sul clitoride e ogni volta sobbalzo. Mi abbasso col viso sul letto, il sedere appoggiato ai talloni, la schiena un po’ inarcata, stravolta. E ricordo con sorpresa che dopo aver goduto nella mia bocca, Ermanno non è più venuto. Quindi la serata non è di certo finita. Mi sorge addirittura il dubbio che non abbia preso qualcosa, Viagra forse..

Mi sto ancora rilassando dopo la tempesta sensoriale quando sento la lingua di Ermanno sulla mia schiena..molto in basso..e mi rendo conto che effettivamente la posizione che ho assunto, oltre ad essere probabilmente piuttosto oscena, a lui risulta anche molto invitante. Sento la lingua calda e umida scendere sempre di più disegnando una sorta di arazzo sulla mia schiena, fino ad arrivarne in fondo, giusto al solco tra le mie natiche. Si ferma. Direi quasi interrogativo. Non ho nessuna intenzione di muovermi da lì.

Dopo un tempo che mi sembra infinito sento le mani posarsi decise sul mio sedere, mentre la lingua prosegue la sua discesa tra le valli del mio corpo. Quando lo sento stuzzicare il mio buchino posteriore ho un fremito, che la mia voce esprime con un mugolio di approvazione da gattina in calore. Gli allungo il lubrificante e lui non se lo fa dire due volte: ne versa un po’ direttamente sul mio culetto e una dose più generosa sulle sue dita. Il fatto che il suo cazzo non abbia ricevuto lo stesso trattamento da una parte mi tranquillizza, mi sembra decisamente troppo grande per entrare nel mio buchetto non troppo abituato, mentre dall’altra mi dispiace, ne avrei davvero molta voglia. Mentre faccio questi pensieri avverto due dita intrufolarsi e iniziare a frugare il mio culo. Mi fa godere, ma aumenta anche il mio desiderio. Non sento dolore, sento le dita stantuffarmi, mentre l’altra mano di Ermanno mi sta accarezzando la figa a pieno palmo, stuzzicando cosi il clitoride ancora gonfio dal precedente orgasmo. In poco tempo vengo di nuovo. Ancora con un’intensità che mi sconvolge. E stavolta non ho il tempo di rilassarmi. Ancora stordita sento la sua voce:

“Voglio anche il tuo culo”

E io glielo voglio dare. Ma ho paura che quel coso enorme mi faccia un male tremendo. Forse se riuscissi a condurre io potrebbe essere meno doloroso..lo faccio inginocchiare sul letto, sedere appoggiato ai talloni..mi riempio le mani di gel e inizio un lento massaggio tenendo il suo cazzo fra le mani. Quasi scotta e non mi sembra quasi vero per quanto duro. Ermanno mi guarda con aria ancora una volta interrogativa e dubbiosa, ma non ci faccio caso. Lo cospargo ancora di crema, soprattutto sulla parte iniziale e poi lo prego di fare lo stesso col mio culetto, che visto il lavoro delle sue dita dovrebbe essere abbastanza cedevole. Prendo il vibratore e lo metto a portata di mano, può sempre risultare utile!

Questo è una sorta di esperimento, spero funzioni. Mi metto inginocchiata più o meno come è inginocchiato lui, esattamente davanti a lui, o meglio a metà tra davanti e sopra di lui. Le gambe chiuse tra le sue, il culo che sfiora il suo cazzo..glielo faccio dirigere verso il mio buchino..e comincio lentamente ad abbassarmi allargandomi le natiche con le mani. La sua cappella mi sembra un ostacolo insuperabile, mi sembra non abbia alcuna intenzione di entrare. Provo a dare dei colpetti ritmati, a breve distanza, con un po’ di forza. Ed ecco che sento il mio buchetto cedere e quel cazzo incandescente entrare almeno un po’. Aspetto un attimo, assaporando il calore che emana dentro di me, sicura che Ermanno sta facendo lo stesso. Prendo il vibratore, lo accendo, e inizio a passarmelo sulla fighetta fradicia dei miei umori. Sto provando un piacere particolare, ma lo voglio aumentare ancora. Mi siedo completamente, impalandomi con quel cazzo, mentre Ermanno mi strizza le tette borbottando parole incomprensibili al mio orecchio. Dopo poco inizio a scoparmi il culetto col suo cazzo, abbandono anche il vibratore, lasciando che siano le sue dita a scopare ancora la mia fighetta. Mi piego nuovamente sul letto, e mi lascio scopare da lui, sicura che non durerà ancora per molto. E infatti dopo alcuni affondi particolarmente violenti sento il calore del suo sperma invadermi le viscere, scatenando il mio ennesimo orgasmo.

Mentre cerco di riprendermi penso che se godessi così ogni volta che devo pagare l’affitto, avrei fatto davvero un ottimo affare con questo appartamento.

 

 

 

 

 

Sono ancora in casa con Ermanno, gli ho lasciato la doccia, mentre io cerco di riprendermi un attimo. La serata è stata decisamente intensa, una scopata coi fiocchi direi. Appena finisce in bagno ci entro io, ho assoluto bisogno di una doccia rinfrescante e rigenerante: fosse per me andrei dritta dritta a letto, a dormire però. Mentre mi godo il getto appena tiepido sul corpo accaldato penso che forse potrei chiedere ad Ermanno se vuole rimanere a cena. In fin dei conti si è fatto già abbastanza tardi e comunque sarei da sola. Esco dalla doccia, mi sistemo i capelli chiudendoli in un turbante e mi corpo alla bell’e meglio con un asciugamano uscendo in soggiorno. Già dal corridoio sento Ermanno parlare, ma penso sia al telefono. E invece… Invece esco e mi trovo davanti Marco. Il proprietario dell’appartamento. Non mi faccio troppi problemi. Non mi avrà mai vista nuda (non siamo mai andati oltre l’”affitto” concordato per vari motivi), ma abbiamo comunque una certa intimità. Li trovo che ridono e scherzano sul divano, anche se appena mi vedono la loro aria si fa molto più seria. Non credo comunque che Ermanno si sia lamentato di come l’ho accolto!

Non l’avevo assolutamente messo in conto, ma ora che me li trovo tutti e due lì, un certo desiderio inizia a farsi spazio nella mia testolina maliziosa..magari potrei lasciare l’iniziativa a loro..prendo tempo offrendo un caffè. Lasciando vedere il più possibile mentre mi alzo dal divano e sculettando sfacciatamente raggiungo la cucina. Per come sono fatti quei due, di certo non ci metteranno molto a raccogliere l’invito. Un attimo dopo li sento sghignazzare. Tipico. Tipico comportamento maschile. Hanno capito. Qualche secondo dopo, voltata verso il lavello, sento una mano scivolare impudicamente sotto lo striminzito asciugamano che mi copre. È Ermanno.  So più o meno come è fatto e nonostante tutto c’è qualcosa in lui che mi piace, mi attira. Diciamo che lo trovo una perfetta compagnia per sperimentare alcune cose e fare del buon, a questo punto direi ottimo, sesso. Mentre cerco di preparare il caffè le sue dita mi stuzzicano in un delicato avanti e indietro tra le mie natiche fino al mio clitoride..inevitabilmente poso la macchinetta e allargando le gambe sporgo il bacino per rendere più agevole la sua azione.

Rimango interdetta quando non sento più le sue dita, mi raddrizza di nuovo..ma ben preso il mio stupore scompare. Preme il suo cazzo, preventivamente liberato dall’asciugamano, contro il mio culetto e mi sussurra all’orecchio

“Che ne dici di provare con un secondo cazzo? In carne stavolta..”

Come dire di no..però voglio essere chiara. Se qualcosa non mi va, si smette. Avere la parola di Ermanno non mi tranquillizza del tutto a dire il vero, ma in mancanza di meglio mi fido di lui. Questa è un’occasione di cui approfittare. Lascio perdere il caffè, e anche l’asciugamano. Meglio cogliere il momento d’euforia prima che ci ripensi e subentri l’imbarazzo. Mi sento come se avessi bevuto qualche bicchiere di superalcolico, senza gli effetti spiacevoli naturalmente. Esco. Vorrei dire qualcosa di intelligente ma al momento non riesco a pensare a nulla che ai due uomini in quella stanza. Meglio stare zitta. Mi avvicino a Marco, ancora seduto tranquillamente e ignaro di tutto. Ignaro per modo di dire, sono sicura che sia stato lui a spingere Ermanno in anvanscoperta.

Per un attimo penso di inginocchiarmi tra le sue gambe e soddisfare la sua voglia. Banale. E poi non l’ho mai fatto con due uomini, non so bene come comportarmi. Decido di sedermi sull’altro divano, quello di fronte. Mi sistemo esattamente davanti a Marco, mentre Ermanno mi guarda incuriosito, appoggiato alla porta. Alzo leggermente le gambe, quel tanto che basta per appoggiarle sul tavolino che separa i due divani e le allargo in un modo che non lascia spazio ad equivoci. Mi lecco involontariamente le labbra, rendendomi conto solo dopo del significato “freudiano” del gesto. Vedo i due uomini lasciarsi piano piano prendere da una sana inquietudine, Ermanno ha già il cazzo svettante, mentre Marco si accarezza ancora da sopra i pantaloni. Ma scommetto che rimarranno ancora poco al loro posto.

Con tutta la calma possibile, lascio entrare nella mia bocca il mio dito indice e il medio, uno alla volta, succhiandoli. Lascio scendere la mia mano verso il ventre, non ce la faccio più. inizio a stuzzicarmi il clitoride, in realtà non c’era alcun bisogno di bagnare le dita, visto che mi ritrovo decisamente bagnata. Sta uscendo in me un lato esibizionista che non pensavo di avere. Il piacere si sta impadronendo di me molto velocemente. Le mie dita scivolano nella mia fighetta fradicia, inzuppandosi di umori. Immediatamente le porto alla bocca gustando il mio nettare..e forse dando la stoccata finale ai due uomini che mi stanno guardando..mi è sempre piaciuto il mio sapore ed è una cosa che trovo altamente erotica..

Ermanno si china su di me, mentre continuo a toccarmi, leccandomi i seni e i capezzoli che non sono mai stati così turgidi. Più che l’azione della mie dita, è la situazione ad eccitarmi. Faccio cenno a Marco, che nel frattempo si è spogliato, di avvicinarsi. Capisce al volo e si inginocchia sul divano di fianco a me. Il suo cazzo è esattamente davanti alla mia bocca. Non esito un secondo a prenderlo in bocca, e per fare questo sono costretta, vista la posizione, ad aiutarmi con le mani, lasciando in qualche modo perdere il mio piacere.

Appena sento la lingua di Ermanno sul mio ombelico mi lascio completamente andare, intuendo cosa vuole fare. Un attimo dopo me lo ritrovo tra le gambe, appoggiate sulle sue spalle in modo che la sua lingua possa prendersi liberamente tutta la mia intimità. Il piacere che mi da fa si che mi distragga da quello che sto facendo e Marco prende a scoparmi la bocca con un ritmo un po’ troppo sostenuto. Mi sistemo meglio sul divano, e mentre sento la bocca impossessarsi del mio clitoride mi occupo dell’altro cazzo, un po’ con una mano, un po’ con la bocca e la lingua. Mi sfugge un gemito e mi fermo solo quando Marco mi strizza un capezzolo proprio mentre Ermanno inizia a scoparmi con due dita, non lasciando comunque disoccupata la sua bocca. Mi sembra di impazzire.

Dopo avermi portata all’orgasmo Ermanno mi dà un attimo di tregua e in questo modo posso dedicarmi al “mio” altro uomo. Mi piace succhiare quel cazzo, voglio che mi venga in bocca. Mi ci metto con un certo impegno, anche se naturalmente sono avvantaggiata dal fatto che non sia ancora venuto nemmeno una volta, quindi insistendo un po’ sento subito aumentare i gemiti di piacere e appena prendo in mano le sue palle massaggiandole lo sento venire direttamente nella mia gola. Ha un sapore gradevole..

Nonostante la maratona del pomeriggio Ermanno mi pare molto eccitato. Mi prende e mi fa mettere a carponi per terra, infilando il suo cazzo direttamente dentro di me e cominciando a scoparmi da dietro. La mia figa si è ormai abituata alle sue dimensioni grazie anche all’esercizio pomeridiano e mi porta subito a godere dei sui colpi. Di fronte a me, Marco ha di nuovo il cazzo gonfio ed è deciso a prendersi la sua parte. Chiede all’amico di scansarsi e mentre Ermanno si sdraia sul divano, lui si mette in piedi lì a fianco. Sento la sua mano accarezzarmi quasi dolcemente, mi bagna fino alle cosce con i miei stessi umori, sento Ermanno stuzzicarmi col suo cazzo. Mentre lui fa ciò io mi dedico al cazzo del suo amico. Prendo a leccarlo voluttuosamente fino a che non diventa scivoloso. Gioco con la lingua, muovo la mano mentre passo su tutta l’asta con la lingua.

Ora é duro come piace a me, le mani di Marco sui miei fianchi mi accompagnano mentre mi avvicino ad Ermanno sedendomi a cavalcioni su di lui. Mi piace come mi lecca i seni che offro alla sua bocca, il suo modo non troppo delicato di mordicchiarmi i capezzoli mi fa letteralmente impazzire,  la sua lingua entra nella mia bocca, la succhio eccitata, tanto più che la mia figa struscia contro l’asta dura del suo cazzo per tutta la lunghezza, con le labbra aperte in modo che il clitoride sia continuamente stimolato, producendo in me delle sensazioni irresistibili che fanno  colare i miei umori. Mi fermo quando sento fra le chiappette il morbido calore dei suoi testicoli, cerco quelle sensazioni sollevandomi e abbassandomi più volte accarezzandolo con la figa aperta e bagnata, fermandomi infine per portare una mano sotto di me a raddrizzare il suo membro fino a sentire il glande sotto l’apertura della mia vagina…

Marco di certo non sta a guardare, sento le sue mano toccarmi un po’ ovunque, fino a tornare sui miei fianchi con una stretta molto decisa. Sto forse indugiando troppo nella mia discesa sul cazzo dell’amico ed infatti è lui che mi guida trascinandomi verso il basso con impeto, quasi brutalmente, provocandomi una fitta dovuta allo sbattere del glande nel punto più profondo della mia figa. Ancora una volta penso di potermi godere questo attimo placando un po’ il continuo piacere, ma mi sbaglio. Marco infatti, non ancora soddisfatto, mi solleva e lascia ricadere impalandomi sul cazzo che mi apre e riempie, mentre io gemo in continuazione mordicchiando il collo di Ermanno. Obnubilata dal piacere mi ero quasi dimenticata di Marco, non fosse per il suo respiro e la sua bocca che mi tormentano un orecchio e per le sue mani che, afferrate le mie natiche, mi accompagnano imperterrite in quella cavalcata.

Una stretta più forte al mio culo mi fa improvvisamente tornare in quel soggiorno e realizzare ciò che forse Marco vorrebbe fare. E la cosa mi sconvolge. Ed eccita terribilmente. Non devo aspettare a lungo per avere la conferma che ciò che sospettavo si sta materializzando. Per un attimo sento mancare il contatto delle sue mani sul mio culetto, mi volto verso di lui, immaginando il mio volto sconvolto dal piacere, mentre da sotto Ermanno ne approfitta per dare qualche affondo a suo piacimento. La mia fighetta è completamente dilatata e fradicia di umori, non c’è nessun ostacolo a quei colpi profondi e veloci che mi fanno perdere ogni ragionevolezza. Sono ubriaca di sesso. Ora sento Marco avvicinarsi di nuovo a me, sento il suo cazzo premere contro la mia schiena mentre ancora una volta sospira al mio orecchio. Mi accarezza i glutei, sento il suo dito, bagnato, stuzzicare il mio buchetto, accarezzandolo con dei piccoli cerchi. Un attimo dopo lo sento premere ed entrare nel forellino con la prima falange, uscendo e rientrando varie volte sempre più a fondo. Fremo, mi lamento, mi agito, sono un po’ spaventata, ma non voglio certo smettere, nemmeno quando spinge un secondo dito, strappandomi un urletto, nonostante non mi abbia fatto male. Ora le dita roteano per allargarmi, cosa che ha già fatto il cazzo di Ermanno qualche ora prima.

Vedo la sua mano appoggiarsi alla spalliera e sento mancare le sue dita dal mio interno. Nonostante non sia ancora del tutto convinta di volerlo fare, cerco di sporgere il più possibile il culetto per facilitare Marco, anche se in realtà quello che mi preoccupa è la presenza del cazzo di Ermanno nella mia fighetta, che per fortuna sembra essersi magicamente quietato. Il respiro di Marco si fa più rapido, affannato. La sua mano muove il membro strofinando il glande sull’ano che le sue dita hanno preparato, scontrandosi presto con quello dell’amico. Sentendolo premere trattengo il fiato, mi contraggo involontariamente e solo la lenta ripresa del movimento del cazzo che mi sta scopando mi fa rilassare un po’. Quando inizia a spingere il male che provo mi fa gemere a voce molto alta, e proprio quando sto pensando che non riuscirà mai ad entrare sento inaspettatamente il cazzo allargarmi, farsi strada ed entrare, nonostante la presenza dell’altro membro al di là di un sottile strato di carne. La riuscita penetrazione sembra soddisfare tutti e tre, sento i due uomini iniziare a muoversi lentamente  e in modo alternato. Percepisco il dolore solo per pochi secondi mentre poi vengo invasa da scariche di piacere fortissime che mi stordiscono e portano a ripetuti orgasmi fino a quando ormai accasciata sul petto di Ermanno non sento i due uomini sfogare gli ultimi colpi fino a venire copiosamente dentro di me.

Dopo una lenta ripresa e un placarsi dei sensi ancora meno rapido, lasciano a me il privilegio del bagno, mi do una sistemata, reggendomi faticosamente sulle gambe, passo in camera per coprirmi con qualcosa e torno nel soggiorno, dove trovo Ermanno già lavato e rivestito, che sta aspettando Marco. Non posso far a meno di ringraziare per il pomeriggio e la serata trascorsi, e visto l’ora ormai tarda, chiedo se vogliono rimanere a recuperare le forze mangiando qualcosa. Passiamo così ancora qualche ora in compagnia e quando li lascio Ermanno, ancor più di Marco, mi promette che questo non resterà il nostro unico incontro.. avrei il desiderio di sperimentare ancora un rapporto a tre, magari con una donna..

 

 

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