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La zia maiala

By 29 Luglio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia zia &egrave sempre stata un gran troione. Abbondante. Cosciona. Vestita con abiti succinti che poco lasciano all’immaginazione. Labbra carnose. Accese da rossetti vistosi.
Ha 10 anni più di me e mi ha sempre attizzato. Da adolescente mi sono segato a ripetizione pensando al suo gran culo. Poi l’ho persa di vista fino a qualche settimana fa dentro ad un bar del paese. Mi ha detto che aveva vissuto in Svizzera insieme ad un ricco industriale. Adesso &egrave morto e lei ha ereditato tutto il suo patrimonio. Sebbene in un lutto tremendo non posso che pensare che sia la donna più felice del mondo. Può vivere di rendita e divertirsi come vuole. Si &egrave trasferita di nuovo in paese e ha deciso di rimanerci.

Adesso sono seduto al tavolo del suo salotto. Mi ha preparato un caff&egrave con qualche pasticcino. Mi ha invitato per mostrarmi come ha sistemato l’appartamento dei nonni. Devo ammettere che ha buon gusto, oltre ad una disponibilità economica pressoché illimitata.
La mia attenzione non va all’arredamento bensì al corpo della zia. &egrave fasciato da un vestito estivo colorato dal quale spuntano i capezzoli. Si china verso di me per avvicinarmi i pasticcini e io posso vedere tutta l’abbondanza del suo seno. Un brivido mi percorre. Lei deve accorgersene perché sorride e rimane in posizione un secondo in più del dovuto.
‘Sei sempre stato un bel ragazzo.’ mi dice ‘Ma ora che sei un uomo sei davvero affascinante.’
La ringrazio imbarazzato e scruto la mia tazza di caff&egrave ormai vuota. Sento un tremolio nelle mutande.
‘Sei anche sensibile.’ continua lei ‘Arrossisci per così poco. Non devi essere imbarazzato con la zia. Ti conosco da sempre.’
‘E io da sempre avrei voluto scoparti.’ non lo dico ma lo si deve leggere sul mio volto. La zia si alza e mi si mette dietro. Ecco il suo seno sul mio collo e un’erezione parte immediata. Le sue mani mi accarezzano il petto e non resisto più. Nonostante io sia un uomo che conosce il mondo, rischio di schizzarmi nei pantaloni.
‘Vieni.’ dice sollevandomi per il mento. Mi conduce in bagno. Apre l’acqua della doccia e mi ordina di spogliarmi. Lei impiega poco più di due secondi a restare come mamma l’ha fatta. Ho il cazzo duro e sono sempre un po’ in imbarazzo. Vero che il sangue che ci lega &egrave poco ma &egrave pur sempre la sorella di mia mamma.
Mi sbatte sotto il getto di acqua calda ed entra con me. Non mi lascia dir nulla e m’infila la lingua in bocca. La sento calda e morbida. Si muove come un’anguilla impazzita. Mi succhia come se mi stesse succhiando l’uccello.
Io l’abbraccio. La stringo a me. Le struscio la nerchia sulla passera ma non la voglio prendere adesso. &egrave vero che sono suo nipote, &egrave vero che sono eccitato come un babbuino ma &egrave anche vero che sono un uomo che sa come si fa a chiavare.
S’inginocchia davanti a me e inizia il bocchino. Mi lecca il cazzo dalle palle alla cappella. Mi succhia un coglione alla volta. Poi se l’infila in bocca tutti e due insieme.
Sono in estasi. Mi accarezza il buco del culo con il palmo della mano. A questo punto devo fermarla per non esplodere come un quindicenne.
La zia chiude l’acqua e mi asciuga un poco. Mi spinge verso la stanza da letto e mi ci butta sopra. Mi divincolo perché adesso sono io che voglio rifarmi la bocca. La faccio stendere e affondo la testa tra le sue gambe possenti. Spalanco quello scrigno umido e odoroso. Ha un grosso clitoride che sotto i miei colpi di lingua s’inturgidisce e vibra di piacere. La zia ulula e mi spinge la testa più a fondo. Sento i suoi anelli d’oro sul mio cuoio capelluto.
‘Lecca, lecca” mi incita. ‘Non ti fermare.’ Io soffoco in quel bagno caldo ma non smetto. La zia &egrave un sogno che si sta facendo realtà.
Insisto. Lecco. Succhio e affondo finché il piacevole tesoro non affiora inondandomi il viso.
La zia mi stacca. Ha il viso rosso e accaldato. Il fiato corto che pian piano ritorna alla regolarità. Spero che non abbia avuto abbastanza. Io devo ancora avere la mia razione.
‘Sei un gran leccatore!’ mi dice mettendomi una mano sul petto e gettandomi a schiena indietro. Si avvicina come una pantera sulla preda. Ha una luce feroce negli occhi. Feroce e sensuale.
‘Ho una sorpresa per te.’ mi dice con il viso trasfigurato dalla libidine. Si piega dentro l’armadio, mettendo in bella mostra il suo gran culo, e ne toglie un grumo di corde, anelli e ganci.
Ho una vaga idea di cosa possa essere ma resto esterrefatto quando si alza in piedi sul letto e fissa l’altalena erotica ad un gancio sul soffitto.
‘Ti piace?’ mi chiede senza essere una vera domanda. ‘Sali!’ praticamente &egrave un ordine.
La guardo stupito. ‘Ma non dovrebbe andarci la donna?’ chiedo un po’ intimidito.
‘Ufff’. non essere così banale. Bisogna andare oltre ai soliti stereotipi.’
Tremo. Ho provato a penetrarmi con un dildo comprato a insaputa di mia moglie ma non ho provato quel gran piacere che mi ero aspettato. ‘Non vorrai mica” e mimo il gesto della penetrazione.
La zia sbuffa ancora. ‘Su’ non fare il timido. Per ora non ti faccio niente di quello ma nel prossimo futuro dovrai imparare ad apprezzare anche quel genere di piaceri. Immagino che ti piaccia metterlo nel culo di Elisa, o no?’ Elisa &egrave mia moglie e mai e poi mai mi ha concesso quel diversivo. ‘Comunque,’ continua la zia ‘per oggi faremo qualcosa d’altro. Forza, sali.’
Eseguo il suo ordine e mi arrampico su quella trappola mortale. Ad ogni movimento temo di venire impiccato ma la zia si rivela una vera esperta e in breve conclude l’operazione. Quando finalmente sono imbracato noto che la posizione &egrave anche comoda. Mi rilasso con le gambe distese e spalancate.
La zia si avventa sulla mia asta. La ingoia tutta. Il calore mi avvolge completamente. La posizione mette in mostra il mio buchetto posteriore. Sento la sua lingua stuzzicare il mio fiorellino. Le sue labbra baciare il solco tra le natiche. Sono in estasi completa. Mi sento un uomo felice.
‘Scommetto che tua moglie non ti fa queste cose!’ dice quella maiala della zia.
Scuoto il capo. Mia moglie si limita a qualche pompino ma più spesso un banale su e giù.
La zia ride e torna ad occuparsi del mio buco eccitato. &egrave una gran vacca. Sa come farmi godere senza farmi venire. Credo che potrebbe succhiarmi per qualche ora senza mai farmi sborrare.
Mi fa dondolare e mi struscia le tette su tutto il corpo. &egrave una bella sensazione essere sospesi. Un po’ in balia del partner, un po’ libero di fluttuare.
Mi succhia per un tempo infinito, lavorando sia sul cazzo che sul culo, poi allenta le cinghie e prende il mio posto. Solo che si mette a pancia in giù, gambe sollevate e spalancate.
La faccio girare come se fosse un quarto di manzo appeso al macello. Avere davanti una persona legata dona un senso di potenza estrema. La fermo per i piedi e poi mi tuffo a restituirle il piacere che mi ha regalato poc’anzi. La zia geme e mugola. La preparo per l’assalto finale.
Avvicino la mia cappella alla sua figa grondante di umori e saliva. Le sue grosse labbra sporgenti m’invitano ad entrare. Sento il caldo avvolgere il mio prepuzio. Spingo e sono dentro. &egrave aperta come un’ostrica bollente.
La stringo per le gambe e affondo con l’uccello. La zia gode e grida il suo godimento. Io sbuffo e stantuffo. Impongo un ritmo veloce e quasi forsennato. Come se fosse una sega col suo corpo. Le bacio i piedi e le caviglie. Cerco di pensare ad altro ma ho un solo obbiettivo: godere e far godere.
Quando ormai sono al punto di non ritorno, le annuncio il mio orgasmo. ‘Schizzami dentro.’ mi dice.
Mmmmmmmmmmm’ mi piace schizzare un po’ dappertutto, faccia, seni, culi e schiene, ma il climax che si raggiunge con la sborrata interna &egrave insuperabile. Ci si fonde uno nell’altra.
Vengo io e viene lei, contemporaneamente. Lunghi fiotti di sperma caldo le inondano la figa allagata dal piacere.
La tensione scema con il concludersi del coito e mi rilasso dentro di lei, che si ammorbidisce tra le cinghie dell’altalena.
Le bacio la schiena e le accarezzo il collo, poi l’aiuto a scendere.

Seduti in salotto sorseggiamo un’aranciata fresca.
‘Sei diventato proprio un bell’uomo.’ dice la zia. Le sue labbra sono tornate rosse del rossetto che aveva lasciato attorno al mio uccello. ‘E ti piace anche scopare bene. Sono proprio contenta di averti ritrovato. Ho molte ideucce in serbo per noi due.’ e si china sul tavolo per prendere un salatino mettendo così in mostra il suo prosperoso seno matronale.
Torno a casa della zia la domenica successiva, complice una trasferta lavorativa di mia moglie che l’avrebbe tenuta lontana per tutto il weekend.
Dopo Messa, dove attiriamo gli sguardi di critica delle betoniche del paese, ci facciamo un aperitivo al bar, dove la zia attira gli sguardi di approvazione dei mariti delle betoniche del paese. In tanti la salutano e le augurano il bentornato. In tanti la salutano anche se non l’hanno mai conosciuta. In tanti cercano di mettersi in mostra ai suoi occhi. Ma lei sembra avere occhi soltanto per me (almeno così credo anche se sono certo che a una donna come lei io non possa assolutamente bastare).

Siamo un po’ brilli, abbiamo la risata facile ma quando oltrepassiamo la porta della camera da letto la zia torna ad essere la donna che ordina il piacere.
L’altalena &egrave già appesa al gancio e ondeggia nella brezza del climatizzatore.
‘Prima passa in bagno a darti una sciacquata.’ dice, ‘E non uscire finché non ti chiamo io.’ Anche se non alza la voce e non impone nulla, non si può resistere ai suoi comandi.
Mi prendo tutto il tempo necessario per spogliarmi e per lavarmi. Adoro stare sotto la doccia. D’estate ne farei 12 al giorno. Mi piace sentire l’acqua calda scorrere su di me. Quel leggero senso di bruciore che regala. Ovviamente senza esagerare.
Mi sto esaminando il cazzo al grande specchio a figura intera quando la zia entra con una pentola di camomilla calda e un peretta arancione.
Sgrano gli occhi. Sto per chiedere che cosa ha intenzione di fare ma la zia mi anticipa, come sempre. ‘Bisogna essere sempre belli puliti, soprattutto se ci si avvicina a questo tipo di piaceri.’
Resto basito. I clisteri sono un ricordo della mia infanzia quando mia madre mi sdraiava sul tavolo della cucina e mi riempiva il culo di camomilla. Poi mi diceva: ‘Tienila fin quando puoi.’ che era la cosa più difficile del mondo perché l’intestino ribolliva come un vulcano pronto all’eruzione.
Stringevo denti e culo e cercavo di trattenermi il più possibile per poi correre in bagno e liberarmi tra rumori indescrivibili e un puzzo nauseabondo.
Comunque, mi affido lo stesso alla zia. Spero che sappia quello che fa e che io sia più uomo di me stesso bambino.
Mi fa chinare sul bordo della vasca e mi chiede di allargare bene le chiappe, poi infila la peretta e spinge dentro tutto il suo contenuto.
‘Tienila fin quando puoi!’ mi esorta mentre tutto il passato mi ritorna addosso.
Sento di nuovo il calore invadere le mie pudenda e il gorgogliare delle interiora.
La zia mi fa accomodare sul water, ribadendomi di trattenere e trattenere e trattenere.
Faccio il possibile per un tempo che mi sembra infinito e poi mi libero.
‘Bene.’ dice la zia. ‘Il primo &egrave andato.’
Il primo!?!?!? sto per ribattere che si tratta del primo e ultimo ma la zia m’invita a ripetere l’operazione. Devo ammettere che sentire la camomilla calda entrare in me fa un certo piacevole effetto e anche il mio gambero orgoglioso sembra apprezzare con delle scossette.

Quando la zia sembra soddisfatta del lavoro torniamo in camera. Mi fa salire sull’altalena a gambe all’aria e inizia il suo lavoro di lingua su cazzo e culo. La parte &egrave molto sensibile e reagisce con vigore. In breve mi trovo con un’asta di marmo attaccata al bacino.
La zia mi bacia la cappella e sorride. Un sorriso perverso e maiale. ‘Sei pronto per il grande salto.’ dice e mi mostra un dildo trasparente. ‘Questo ti porterà in paradiso.’
Sono di stucco. Mi sento un po’ spaesato. Vorrei ribattere che non ho mai avuto desideri anali ma a un lato l’avventura mi attira anche se da un altro mi spaventa un po’. Eppure con l’eccitazione sala la brama di essere penetrato, il desiderio che la zia svergini il mio culo con quel suo giocattolo.
Vedo che se lo infila in bocca, lo lecca come una pornostar navigata e poi me lo passa sul buco. Io stringo e contraggo. Non so come comportarmi. Sento la cappella del giocattolo spingere sul mio bocciolo non ancora schiuso. Poi la zia si allontana sogghignando. Torna con un gel lubrificante. Mi spalma il buco e il dildo. Il gel &egrave fresco. Il mio ano si contrae di nuovo.
‘Devi rilassarti. Devi spingere come per andare in bagno.’ mi dice la zia riportando l’ariete alla porta da sfondare. Mi accarezza il cazzo con una mano e io cerco di rilassare tutto il corpo. Mi abbandono nelle mani della zia e nei lacci dell’altalena.
La prima penetrazione &egrave dolorosa. Mi sento slabbrare. La zia si ferma e attende che il mio corpo si abitui a quell’intrusione. Ci impiego un po’ di tempo ma poi il piacere dilaga partendo dal culo. La zia capisce e inizia a scoparmi piano. Il dildo entra ed esce.
‘Sei un bel porcellino!’ dice la zia che m’incula e mi sega. ‘Guarda come reagisci bene! L’ho sempre saputo che eri un gran maiale.’
Cazzo, sto godendo davvero. La mano della zia allevia il dolore del dildo ma il sentirmelo dentro mi piace.
La zia lo toglie e un gran vuoto s’impadronisce di me.
‘Girati!’ mi ordina.
Con un paio di mosse acrobatiche riesco a mettermi a pancia in giù. La zia ora &egrave padrona indiscussa del mio culo. Torna a leccarlo e a lavorarlo con le dita. Poi il dolce volume del dildo torna a riempirmi. Lo sento in una posizione nuova. Spinge su altre parti rispetto a prima e il godimento aumenta ancora.
La zia mi munge da sotto con la bocca e m’infila il vibratore nel sedere.
Sono al settimo cielo.
‘Lasciati andare.’ mi dice la zia abbandonando per un secondo la mia asta. ‘Godi di culo.’
Resta a bocca aperta e infila più in profondità il giocattolo. Una due tre volte. Mi concentro su quel piacere inusuale e alla fine sborro. Sborro in faccia alla zia che si gode tutto il mio caldo nettare.
Mi affloscio sull’altalena e cerco di tornare normale mentre un turbine di emozioni mi invade. Non avrei mai pensato di godere in questa maniera.
La zia mi sorride davanti al viso, mi bacia con le labbra ancora lucide del mio sperma e mi accarezza materna. ‘Mai fermarsi davanti al piacere. Mai avere pregiudizi. La zia ti condurrà verso vette inesplorate.’
Non posso che acconsentire. Finora mi ha fatto provare cose inaudite.
La zia si siede sul letto a cosce larghe. Vedo la sua figa pulsante e curata. Inizia a masturbarsi con una mano. Si accarezza le grandi labbra. Titilla il clitoride. Con le dita si stringe un capezzolone. Il viso si contorce nella lussuria. La lingua spunta tra le labbra, le lecca lascivamente. Poi afferra il dildo con cui mi ha penetrato e lo passa sulla sua farfalla pronta al volo.
Una farfalla affamata che si apre le labbra per ingoiare quel giocattolo trasparente. Scompare e riappare. Io sono rapito da quel trucco magico. Non riesco a staccare gli occhi dal sesso della zia, che geme e ansima. Decide che non le basta. Sfila il dildo trasparente e ne prende uno nero, ben più grosso del primo ma la zia sembra non accorgersene. Anche questo affarone sparisce tra le ali della sua farfalla come per magia.
Gode come non mai. Nota l’erezione che &egrave tornata a pulsare al mio bacino e m’invita a prendere posto. Si piega a pecora senza sfilare il vibratore dalla figa e mi offre il culo.
‘Fammi godere come io ho fatto con te.’
Lubrifico e la penetro con un dito. La trovo calda e pronta. Punto l’uccello e il suo fiore mi accoglie. La zia ansima un sì prolungato e mi chiede di scoparla per bene, che vuole esplodere perché non resiste più.
Le afferro i fianchi e la tiro a me. Affondo fino al pelo e poi dò ritmo alla monta.
Sento il vibratore lavorare oltre il perineo. La libidine cresce a dismisura. La zia ingloba tutto il giocattolo e scarica l’orgasmo più prorompente che abbia mai visto. Rallenta ma non toglie io dildo.
‘Vieni anche tu.’ mi dice, ‘Riempimi del tuo sperma.’
Il suo orgasmo ha riscaldato ulteriormente il suo bel culo. &egrave caldo e aperto. Posso correre dentro e fuori senza fatica.
La inculo come un forsennato e libero il mio orgasmo dentro di lei. Una sborrata lunga e copiosa che quando mi sfilo da lei fa capolino dal suo buchetto aperto. Allungo una mano e le accarezzo la figa allagata e il culo. La zia vibra e poi si lascia cadere sul letto.
‘Avrai una lunga strada di lussuria.’ mi dice indicandomi con una grossa tetta.
Le visite a casa della zia si sono fatte molto frequenti, complice anche il maggior impegno lavorativo di mia moglie che la porta sempre più spesso a trasferte lunghe e lontane. Passo molto tempo a casa della zia Porcella e sto apprezzando l’ampia gamma di piaceri che lei riesce a darmi.
Mi sto facendo avvezzo anche a quello anale e spesso mi ritrovo nella doccia a infilarmi il flacone del bagno schiuma nel culo per aumentare la goduria della sega. Però nulla raggiunge la libidine a cui mi porta la zia con i suoi giocattoli che diventano di volta in volta sempre più grossi. Temo che un giorno vorrà farmi provare il fisting.
Per ora mi godo i suoi vibratori e le sue fantasie spinte.

Una sorpresa mi accoglie alla porta della zia. C’&egrave un uomo seduto sul suo divano. Cinquant’anni appena passati, abbigliamento giovanile senza essere ridicolo, leggermente brizzolato coi capelli pettinati all’indietro. Sembra uno scrittore americano.
La zia mi saluta calorosamente e mi accompagna verso l’uomo. Indossa una vestaglia da camera bianca e rosa con laccetti che faticano a chiudersi sul suo seno prosperoso. Dallo spacco tra i lembi fa capolino una giarrettiera dello stesso rosa.
‘Lui &egrave Carlo.’ dice la zia, ‘Un caro amico.’
Penso che sia solo passato a trovarla per salutarla dopo tanto tempo che non si vedevano e spero che se ne vada a breve. Ho una voglia matta della zia.
‘Questa sera ci farà compagnia.’
Il mondo mi crolla addosso. Devo dividere la zia con un altro uomo.
‘E proverai la differenza tra un dildo e un cazzo vero.’
Dire che sono pietrificato &egrave dire poco. Oltre a dividere la zia mi dovrò prendere la mia razione di cazzo in culo. Questa &egrave un’ipotesi che non avevo mai preso in considerazione.
Un turbine di pensieri affolla la mia mente. Dovrei dire: ‘No, grazie, ma preferisco continuare così.’ purtroppo non mi esce niente e mi ritrovo la mano di Carlo nella mia e i suoi occhi puntati nei miei. Immagino che vi legga tutto il mio stupore e anche la mia paura.
‘Andiamo a prepararci.’ dice la zia spingendomi in bagno.

‘Non avere timore.’ mi rassicura la zia mentre prepara il solito clistere, ‘Carlo &egrave una brava persona. Conosce il piacere come lo conosco io, e spero che anche tu arriverai a conoscerlo come noi. Non ti metterà in soggezione e non farà nulla che non ti aggradi. E poi ci sono io a proteggerti.’ e m’infila la peretta nel culo strizzandomi il cazzo.

Rientriamo in stanza. Stavolta non c’&egrave l’altalena. Carlo &egrave seduto sul letto che guarda la TV e si accarezza l’uccello. Ha un bel membro, sembra delle mie stesse dimensioni. Anche lui mi scruta le pudenda e mi sorride. La zia mi fa sedere davanti a Carlo, con i cazzi a pochi centimetri uno dall’altro. Inizia a menarli con entrambe le mani. ‘Ecco i miei due bei torelli.’ dice baciando prima Carlo e poi me. ‘Stasera ci divertiremo un mondo.’
Io sono già in tiro. Questa situazione nuova mi eccita da morire.
‘Giorgio sei un neofita, quindi prendi confidenza con l’attrezzo di Carlo.’ e invita Carlo a prendere tra le mani i mio.
Mi avvicino titubante, come se fosse una bomba pronta ad esplodere. Non so cosa mi aspetti ma quando lo afferro non noto molta differenza dal mio. Caldo, abbastanza duro, con una goccia di precum sul glande.
Carlo mi sega piano. Ci sa fare. Inizio anch’io a menarlo, piano, come mi piace ricevere la sega. Lo sento che s’indurisce ancora. Ci prendo gusto. Lo guardo in viso e mi sorride annuendo. Gli piace. Sono contento di questo. Mi volto verso la zia e la trovo a cosce spalancate che si sgrilletta furiosamente.
‘Siete dei porci veri. Adoro vedere due uomini che si segano a vicenda.’ e geme di piacere.
A quelle parole, a quella vista, a quel tocco sento di non resistere un secondo di più. Non faccio nemmeno in tempo ad avvertire il mio compagno che gli schizzi di sborra iniziano a volare dalla mia cappella sulla sua mano e sul mio stomaco.
‘Scusate” dico ‘Troppa eccitazione.’
Carlo ride e con la mano raccoglie le gocce dalla mia cappella. La zia vi si avventa sopra e se le divide con Carlo.
‘Non ti preoccupare.’ mi dice l’uomo. ‘Capita anche ai migliori in queste situazioni.’
La zia lecca anche le ultime gocce sul mio stomaco e poi m’invita alla fase due. ‘Vieni che ce lo succhiamo per bene.’
Cazzo, anche il pompino’. ma ormai siamo in ballo e allora balliamo.
La zia stringe il cazzo di Carlo con la mano. ‘Guardami.’ e si getta a labbra aperte sulla cappella rossa. Lo succhia muovendo la testa su e giù, di tanto in tanto si ferma e gli dà una lunga leccata che parte dalle palle e arriva al prepuzio. ‘Adesso tocca a te.’ e mi offre quell’asta di carne pulsante.
Faccio un lungo respiro e mi inoltro per quella strada inesplorata. Il sapore &egrave salato, come un’ostrica senza mare. Consistente come un wurstel ma ben più grosso. Con la lingua sento il contorno della cappella. Ricordandomi di quanto mi piaccia quel movimento lo ripeto più volte. Carlo sembra apprezzare perché ansima e mi toglie la faccia dal suo pene.
‘Non fatemi venire subito.’ dice ‘Abbiamo una lunga strada da fare e mica sono giovane come te.’
La zia &egrave euforica. Ha creato un mostro e se ne gode.
‘Passiamo alla fase tre. Quella più delicata.’ dice accarezzandomi il petto lascivamente, ‘Sei pronto?’
Ben immagino quale sia la fase tre. Rispondo affermativamente anche se non con eccessiva convinzione.
Mi fa mettere col culo all’aria e i due prendono a leccare, a baciare e a lubrificare. Sento le loro lingue e le loro dita lavorare febbrilmente attorno al mio fiorellino che sboccia per loro. Quando ritengono io sia pronto all’uso la cappella di Carlo si appoggia alle mie terga.
‘Adesso fai come sempre.’ mi dice la zia faccia a faccia. ‘Rilassati”
&egrave una parola’ con la zia era diverso, qui c’&egrave uno sconosciuto che’ Ufff’.. &egrave entrato, penso per metà’ respiro e rilasso. Carlo &egrave fermo dentro di me.
‘Bravo nipotino.’ mi dice la zia dandomi un buffetto su una chiappa. ‘Così va bene. Forza Carlo”
E Carlo non se lo fa ripetere. Sempre con gentilezza affonda fino in fondo, fino a togliermi il respiro. Mi sento annegare ma poi il piacere inizia a dilagare. Carlo mi stantuffa e io godo.
La zia ha ragione: il dildo &egrave una cosa, un cazzo di carne un’altra. Credo che non mi farò mai più mancare questo piacere.
La zia mi munge con la bocca e l’uccello torna sull’attenti. La nerchia di Carlo raggiunge punti inesplorati, tocca e stimola dove non credevo nemmeno di esistere. Sbatte le palle contro le mie, il bacino contro le mie chiappe. Ma quanto sto godendo?
Eppure il primo a godere &egrave Carlo. Grida e mi tira a sé per gettare il suo seme nelle mie viscere. Sento ogni schizzo dentro di me, il suo uccello pulsare fin quasi a scoppiare. Poi si ritrae.
‘Era da tanto che non provavo un culo vergine.’ dice quasi a scusarsi di non aver resistito più a lungo. ‘Cazzo, stringi e scopi come pochi.’ mi dice rifilandomi anche lui una pacca sul culo. ‘Spero che questa sia la prima ma non l’ultima di una lunga serie di chiavate.’
‘Ora passiamo alla fase finale.’ dice la zia da vera matrona di casa. ‘Anche il culo di Carlo desidera la sua razione di carne.’
Io e la zia lavoriamo come avevano fatto con il mio culo e lo prepariamo all’assalto. Carlo preferisce essere scopato a faccia in su. Lo accontento restando in piedi giù dal letto. Lui no, non &egrave un verginello, appena appoggio la cappella lo sento aprirsi per accogliermi. La zia da dietro mi accarezza culo e coglioni. In due colpi affondo fino al pelo.
Resto in apnea per godermi quel bel culo aperto. Lo tengo a me stringendogli le gambe al mio petto. La zia mi accarezza le chiappe e il buco del culo, ancora pulsante per la monta di Carlo, poi mi dice: ‘Adesso scopalo per bene.’
Inizio a scoparlo lentamente. Dentro e fuori fin quasi alla cappella per poi riaffondare. Quando sento che il culo di Carlo &egrave ben lubrificato inizio a menare colpi profondi. Il mio compagno inizia a gemere e a trastullarsi il cazzo mezzo moscio.
La zia gli si getta sopra e lo spompina. Siamo tutti in pieno godimento. Il culo di zia &egrave una favola ma quello di Carlo si difende bene e io mi sento bene in forma lo riesco a scopare a lungo senza avere cedimenti.
La zia lo bacia e lo sega. ‘Riempimi, ti prego, non ce la faccio più. Mi stai facendo morire dal godimento.’
Lo afferro più saldamente e velocizzo la monta. Vedo la mano della zia volare sul cazzo di nuovo duro di Carlo e sento l’orgasmo salire prorompente.
‘Sto’ per’ venire” dico tra un ansito e l’altro.
‘Sborrami dentro.’ replica Carlo.
Non me lo faccio ripetere. Due, tre affondi ancora e lo tiro definitivamente a me per scaricare tutto il mio piacere dentro quel mio primo culo. Nello stesso istante l’uccello di Carlo freme e schizza tra le dita della zia con i gemiti che si mischiano ai miei.
Sento l’energia fluire da me insieme allo sperma e anche il corpo di Carlo perde tonicità. Mi sfilo e mi siedo sul letto, sfinito. Carlo allunga una mano e mi accarezza.
‘Wow!’ dice soltanto attraverso il fiato rotto dal coito.
‘Siete stati fantastici.’ dice la zia, anche lei con il respiro gonfio dal piacere. ‘Avete fatto venire anche me. E quando vi riprendete mi riempite tutti i buchi.’
Io e Carlo ci guardiamo esterrefatti, come a chiederci: ‘Non &egrave ancora finita?’

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