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Ladybutterfly – Ricordi delle mie prime esperienze

By 21 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Non avevo mai visto un pene… non prima di iniziare a scoprire il sesso su internet. Attraverso le chat ero continuamente contattatata da uomini più o meno giovani che mi inviavano foto delle loro erezioni ed eiaculazioni. Mi piaceva vederle, ma non ero mai andata oltre alle conversazioni sporche in cui davo libero sfogo alla mia fantasia. Questo finché non conobbi Riccardo. Aveva qualche anno in più di me, era davvero bello. Sin dalla prima conversazione mi disse che mi trovava molto carina e simpatica e dopo la conoscenza telematica decidemmo di incontrarci di persona. Al primo appuntamento ci ritrovammo in un parchetto vicino alla ferrovia. Passammo tutto il tempo a chiacchierare, mi piaceva molto e non capivo se questa attrazione fosse ricambiata, più che altro temevo lui mi vedesse come una bambina. Ma quando si fece ora di salutarci rimasi stupita nel sentirgli dire -Allora dici che sono troppo grande per te? Ormai penso si sia capito che mi piaci-. Mi sentii il cuore battere a mille e le ginocchia tremolanti a quelle parole -No, forse sono io che sono troppo piccola per te… dato che non hai provato nemmeno a baciarmi- gli dissi arrossendo. Lui non se lo fece dire due volte, mi prese per mano e mi portò dietro a un albero. Quel parco era già poco frequentato, poi lì eravamo lontani da qualsiasi sguardo indiscreto. Così iniziò a baciarmi. Non era il mio primo bacio, ma per la prima volta provai quella strana sensazione di bagnarmi le mutandine. Fu un bacio lungo e intenso, durante il quale lui ebbe tutto il tempo di infilarmi la mano sotto la gonnellina, spostarmi le mutandine e accorgersi che avevo la vagina completamente bagnata. Emisi un gemito di piacere che lo eccitò a tal punto da sentire il bisogno di portarsi la mano nei pantaloni. Le nostre lingue continuavano ad attorcigliarsi, tanto che ai lati iniziava a colare della saliva, sentivo la sua mano muoversi velocemente sotto i suoi pantaloni, finché non emise tre sospiri profondi. Aveva stampata sul volto un’espressione quasi di sofferenza, dopo qualche secondo mi sorrise e tirò fuori la mano dai pantaloni completamente ricoperta di sperma. -Hai ancora dubbi? Ne &egrave così tanta perché mi piaci tanto. Ci sentiamo in chat- Mi diede un bacio e si allontanò pulendosi le mani con un fazzolettino. Il primo appuntamento con Riccardo mi aveva suscitato entusiasmo ed eccitazione. Ma nei giorni seguenti lui non accennò minimamente a quello che avevamo fatto… alla sega che si era fatto mentre ci baciavamo. Continuammo a parlare dei nostri gusti musicali, delle mie interrogazioni a scuola e delle sue uscite con gli amici. Passò più di una settimana prima che mi chiedesse nuovamente di vederci. -Domenica alle 2 ho una partita di calcetto al campo del vecchio oratorio. Vieni a vedermi?- Ero contentissima che me lo avesse chiesto, soprattutto al pensiero che lui non si vergognasse di me con gli amici. Quel giorno iniziai a prepararmi dalla mattina, sognavo di diventare la sua fidanzata. Pranzai in tutta fretta e raggiunsi di corsa il vecchio oratorio. I ragazzi stavano già giocando, ma Riccardo non era in campo. Mi guardai intorno e lo vidi seduto sugli spalti. -Non giochi?- gli chiesi. -No, mentre mi stavo riscaldando mi sono stirato… Come siamo carine, dove devi andare così tutta improfumata?- mi disse sfiorandomi il naso. -In realtà ero venuta a fare il tifo per te- gli risposi con aria un po’ dispiaciuta. Lui restò qualche attimo in silenzio e poi mi invitò a farci una passeggiata, così da poter vedere se riusciva a camminare. Arrivammo sul retro dell’edificio. C’era una gran pace, si sentivano in lontananza solo i fischi dell’arbitro. Davanti a noi un’enorme distesa di alberi e cespugli. -Non me lo dai un bacio?- ruppe così il silenzio. Io gli sorrisi e lui mi disse -Hai messo la stessa gonna dell’altra volta… Allora ti &egrave piaciuto?- Quelle parole mi crearono un certo imbarazzo. -Non essere timida, non faremo niente che tu non vorrai…- e iniziò ad accarezzarmi il seno. -Non &egrave che io non voglio… &egrave che &egrave troppo presto per farlo- cercai di spiegarmi. Lui continuando ad accarezzarmi -Fare cosa? Non ti preoccupare, non ti entro dentro se tu non vuoi, però mi devi far toccare le tette, non ci vede nessuno- mi sollevò la maglietta. Io non mi sentivo completamente a mio agio, ma mi sentivo eccitata, avevo i capezzoli talmente duri che fu una liberazione quando lui mi spostò il reggiseno facendoli fuoriuscire. Lui iniziò a pizzicarmi i capezzoli. Aveva dei calzoncini, si vedeva chiaramente la sua erezione. D’improvviso si ritrasse e portò le mani al pene -Cazzo stavo per sborrare! Mi fai eccitare troppo…- Nel vederlo stringere il pisello provai nuovamente quella bella sensazione che ti attraversa il corpo e ti fa bagnare tutta. -Sei eccitata anche tu? Te lo si legge in faccia… Togliti le mutandine, voglio vederti tutta-. Alla sua richiesta chiusi gli occhi, per fargli capire che preferivo mi spogliasse lui perché provavo troppo imbarazzo. Così lui li sollevò la gonna e mi sfilò le mutandine. -Cazzo ma sei bagnata!- mi disse facendo passare il medio tra le grandi labbra. -Come faccio a non entrarti?- Alla sua domanda d’istinto sbarrai gli occhi. Lo vidi che si teneva il pisello con una mano. Con l’altra mi prese per mano e mi portò vicino alla parete del vecchio oratorio -Fai così: appoggia le mani al muro e apri le gambe-. Io con tono impaurito gli dissi -no, non voglio…-. Lui intanto si era abbassato i calzoncini e gli slip -No amore, non ti preoccupare-. Ero di spalle ma riuscivo a girare la testa e vedere cosa faceva. Teneva in mano il pisello, eretto, puntato verso di me. Sentii la sua mano toccarmi la fica e poi il suo indice penetrarmi. -Mi fai arrapare troppo!- mi disse e sentii il dito fuoriuscire dal buco della fica e entrare nell’ano. Fu una sensazione strana, mentre mi esplorava il culetto lo vedevo con la coda dell’occhio che si segava. Io mi sentivo tutta bagnata, desideravo quel pisello duro dentro di me, ma avevo paura. E fu un attimo! Non ebbi il tempo di accorgermene che al posto del dito mi ritrovai nel culo il suo cazzo. Io emisi un urlo e cercai di liberarmi, ma lui mi afferrò per i fianchi e iniziò a scoparmi analmente. Sentivo un misto tra dolore e piacere, lui mi teneva con tutta la sua forza, le sue spinte erano sempre più profonde, mi prese le mani e continuò a scoparmi tenendomi con la faccia contro il muro, dall’eccitazione e presa un po’ dalla paura iniziò a fuori uscirmi dalla fica dell’urina a spruzzi, finch&egrave lui non mi diede l’ultima spinta con cui mi riempì il culo di sperma. Mentre eiaculava sospirava come un animale, aspettai che lasciasse un po’la presa e finalmente mi liberai -Sei un bastardo- gli urlai e in lacrime scappai via. Arrivai di corsa a casa, i miei stavano riposando, io mi chiusi in bagno e appena mi sedetti su water tutto lo sperma che avevo dentro fuoriuscì. Mentre mi svuotavo iniziai a pensare a come comportarmi. Avrei voluto sfogarmi con qualcuno, raccontarlo alla mia migliore amica, ma alcune paure mi frenavano: innanzitutto l’idea di raccontare che lo avevo conosciuto in chat e che mi ero spogliata di mia spontanea volontà. Oltretutto non mi sentivo troppo a posto con la coscienza dato che quell’inculata subita mi era piaciuta. Ad ogni modo decisi di chiudere definitivamente con Riccardo. Lui mi ricontattò sulla chat per scusarsi e spiegarmi che pensava io mi stessi divertendo e che non intendeva mancarmi di rispetto, ma io gli dissi che quella sarebbe stata l’ultima volta e cancellai il suo contatto.

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