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Racconti Erotici Etero

L’archivio

By 22 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

L’archivio

L’argomento della tesi non era facile ma ormai il prof aveva deciso e lei non poteva far niente.
Stava guardando su internet la strada + veloce x raggiungere la biblioteka della fakoltà d’ingegneria appena fuori Firenze, sperando di poterci arrivare in auto in modo semplice e senza tante complikazioni.
Sul sito della biblioteka c’erano anke gli orari, bene, non avrebbe perso tempo e venerdì mattina alle 9 sarebbe andata, avrebbe konsultato le riviste di kui aveva bisogno e nel giro di qualke ora sarebbe stata sulla strada del ritorno. ‘Un gioko da ragazzi’ pensò Carla consultando la sua breve bibliografia’. era vero ke si sarebbe dovuta fare diverse biblio della città ma il tempo non le mankava e giorno dopo giorno le avrebbe konsultate tutte.
Puntuale kome deciso il venerdì alle 9 era davanti all’ingresso della biblioteka.
Allo skokkare dell’orologio d’ingresso l’enorme portone ke si affacciava su un bellissimo giardino all’italiana ricco di limoni e cipressi, venne aperto da una ragazza bassa ma karina”Buongiorno!’ Disse kon voce ferma e decisa, ‘avrei un appuntamento per konsultare alkune riviste specializzate sulla kostruzione degli antiki acquedotti romani’ disse Carla seguendo la ragazza nel grosso atrio ke immetteva nella sala di lettura della biblioteka.
‘Come si kiama?’ le kiese prendendo un grosso registro dal bankone del prestito
‘Carla’ Carla Fracci ma’ non sono la famosa ballerina’ le disse abbozzando un sorriso.
‘Komunque ha un bell’omonimo’ rispose la ragazza rikambiando il sorriso, ‘si, vedo dal registro ke ha fissato l’inkontro kon il collega ke però non è ankora arrivato, lo può attendere nella saletta delle riviste, appena arriva la faccio kiamare’ disse chiudendo il grosso tomo e appoggiandolo sulla skrivania.
‘La ringrazio’ rispose Carla dirigendosi verso una saletta adiacente alla porta d’ingresso, -speriamo solo che non ritardi troppo- pensò sedendosi su una komoda poltrona imbottita ‘ non vorrei ke la mia tabella di marcia fosse arrestata da un bibliotekario in ritardo, sikuramente di una certa età, kon i kapelli bianchi e con spessi okkiali da vista’ stile topo da biblioteca!
Kosì pensando Carla si akkomodò sulla poltrona e un po’ annoiata tirò fuori dalla borsa il libro che stava leggendo, sperando ke il bibliotekario arrivasse quanto prima’. ‘Buongiorno, mi skusi è lei Carla Fracci?’ le kiese un bel giovane aprendo la porta della saletta.
‘Si, sono io, con ki ho il piacere dei parlare?’ kiese Carla mentre metteva via il libro appena aperto.
‘Piacere sono Andrea, il bibliotekario kon kui ha preso l’appuntamento per konsultare le riviste specializzate sul tema della sua tesi’ konkluse il giovane porgendole la mano destra.
‘Piacere mio’ rispose Carla alzandosi dalla komoda poltrona e sistemandosi il tailleur nero ke indossava per l’okkasione.
‘Molto elegante signorina Fracci’ l’apostrofò il giovane mentre si dirigevano verso l’uscita della biblioteka, ‘spero ke abbia con se anke un kamice o qualkosa del genere perkè dove andiamo c’è molta polvere e ben poko di pulito!’ Konkluse dandole un’okkiata che fece percepire a Carla kome il giovane apprezzasse quello che si intravedeva dalla camicetta leggermente sbottonata!
La sua opinione su koloro ke lavoravano in biblioteka era tutt’altro ke intrigante ma questo giovane era proprio diskreto ed il modo in kui l’aveva appena guardata aveva svegliato in lei quella voglia di stuzzikare e giokare ke non l’abbandonava mai’.
Kamminando dietro il giovane uomo mentre attraversavano il giardino ke cirkondava tutto l’edificio, ebbe modo di notare kome fosse veramente molto, molto diskreto, alto quanto lei, ben proporzionato, fisiko asciutto, snello e’ fantastikando un po”. sikuramente naskondeva tra le cosce un bellissimo kazzo ke fremeva e si gonfiava in quello spazio angusto e limitato.
‘Siamo arrivati’ disse l’uomo voltandosi verso di lei ed interrompendo le sue fantasie.
‘Bene’ rispose lei cerkando di nascondere quei pensieri skonci come se lui potesse percepirli, ‘ma in ke zona siamo della biblioteke e dell’università?’ kiese guardandosi intorno e cerkando di orientarsi, ‘siamo nell’ala ovest, dalla parte opposta all’ingresso, a proposito’ possiamo darci del tu?’ kiese Andrea con tutta tranquillità.
‘Certamente’ rispose Carla, ‘ho kome la sensazione ke si sia quasi koetanei, sbaglio???’ kiese seguendo il giovane ed entrando in una immensa sala alle kui pareti padroneggiavano sino al soffitto skaffali e skaffali di libri, riviste, faldoni’
‘No’ ripose Andrea, ‘non sbagli. Io sto terminando uno stage iniziato alkuni mesi fa a konklusione del mio ultimo esame e tra qualke mese diskuterò la tesi a compimento di una karriera universitaria lunga e piena di kambi di direzione!’ konkluse appoggiando su un ampio tavolo le kiavi della sala ed una serie di dokumenti e skartoffie.
‘Anke io come te ho avuto una serie di interruzioni nella mia karriera universitaria, ma finalmente sono giunta alla fine e dopo aver stilato la mia tesi addio università’ skusa ma quanti anni hai??’ kiese appoggiando la sua borsa su una massiccia sedia di legno.
‘Kuriosa signorina Fracci?’ rispose il giovane kon tono divertito e giokoso.
‘E lei, se posso porgerle la stessa domanda quanti ne ha?’ kiese kontinuando il suo gioko’
‘Non è kavalleresco kiedere l’età alle fanciulle’ rispose Carla stando al gioko e rispondendogli a tono.
‘Non mi sembri tanto fanciulla, anke se forse lo vuoi far kredere’. in + di un’okkasione ho notato i tuoi okki skrutare e soffermarsi su quella parte del mio korpo ke si trova sotto la cintura’ kontinuò Andrea avvicinandosi a lei.
‘Sbaglio?’ le disse sikuro di sé.
‘Direi proprio di no, non sono una fanciulla e’ hai ragione, sei un attento osservatore perkè + volte ti ho guardato il ‘pakko’, posso usare questo termine?’ kiese Carla ponendo tra se e il giovane la sedia di legno su cui poko prima aveva appoggiato la sua borsa.
‘A me piace kiamare le kose kon il loro nome, è + semplice ed è + kiaro quello che si vuol dire ed esprimere, non sei d’akkordo?’ disse Andrea spostando la borsa dalla sedia e prendendo il suo posto.
‘Hai ragione’ rispose Carla osservandolo nei gesti e nei suoi spostamenti, ‘hai proprio ragione! Si ho guardato ripetutamente il tuo kazzo, va bene ora, questo termine ti soddisfa?? E’ appropriato?’gli disse guardandolo fisso negli okki.
‘Appropriatissimo’ rispose kontinuando a stare seduto di fronte a lei.
‘Ti piace quando pronuncio la parola kazzo, vero???’ gli kiese avvicinando il suo viso a quello dell’uomo, ‘lo leggo nei tuoi okki ke ti piace e ti eccita’ ti eccita vero???’ kontinuò restando a poki centimetri dal volto di lui.
‘Si! Mi eccita un kasino, mi eccita vedere la tua bokka pronunciare la parola kazzo e kissà quanto è gustoso mettertelo in bokka, tutto, fino in fondo”
Carla lo guardò piena di voglia, la voleva mettere alla prova??? La voleva stuzzicare??? Voleva giokare??? Bene perkè era quello ke voleva anke lei’
Kon fare eccitato gli mise la lingua in bokka e dopo aver assaggiato e gustato la sua lingua avida e lussuriosa, si tolse la giakka e si abbassò davanti a lui.
Da sopra i pantaloni sentiva il suo kazzo gonfio e voglioso, lo tokkava, lo massaggiava, ora piano ed ora forte e nel farlo guardava Andrea negli okki per vedere la sua voglia ke lentamente aumentava.
‘Ti posso kiamare con il nome ke ti meriti?’ le disse l’uomo mentre aveva appoggiato la sua mano su quella di Carla per seguirla nei suoi movimenti.
‘Assolutamente si’ le rispose togliendogli la mano da sopra le sua.
‘Sei una troia! Perkè mi ha tolto le mani?’ gli disse guardandola negli okki!
‘Perkè il gioco lo konduko io’ te devi stare al tuo posto e x il troia, mi sembra un po’ prematuro visto ke ankora non te l’ho preso nemmeno in bokka!’ gli disse ridendo di gusto.
‘Vedi ke 6 proprio una troia, una troia vogliosa di kazzo”
Kosì dicendo Carla sfilò la cintura, sbottonò ed aprì la cerniera dei pantaloni e kon piacevole sorpresa si akkorse ke si era sbagliata.
Il kazzo ke lei kredeva rinkiuso negli stretti slip era in realtà libero, Andrea sotto i pantaloni non portava niente!
‘Complimenti!’ l’apostrofò ‘pronto all’uso!’
‘Hai detto proprio bene’ vedi che 6 una troia di lusso! Hai subito kapito’.’
‘Io sarò anke una troia di lusso ma te 6 un porko voglioso di bokka e di fika!’
‘Non solo di questo’ disse Andrea mentre Carla tokkava avida il kazzo ke si ergeva fuori dai pantaloni.
‘E di cos’altro avresti voglia???’ gli disse mentre palpava con dedizione il suo giocattolo!
‘Non dirmi ke vuoi anke sfondarmi il kulo!’ konkluse mentre la sua lingua assaporò delicatamente la verga dal basso verso l’alto.
‘Voglio sfondarti tutta perkè è quello ke vuoi e ke ti meriti!’ disse Andrea gemendo eccitato per la sensazione pazzeska appena provata.
‘Vedremo’ disse Carla sikura di sé e delle sue voglie ke stavano sempre + bagnando il suo perizoma’
‘Hai un bel kazzo!’ gli disse osservandolo kon attenzione e lussuria ‘dritto, bello massiccio, rosso, turgido, avido di essere sukkiato’ gli disse mentre le due dita iniziavano a danzare sulla sua pelle skoprendone la kappella’ prima piano, kon delicatezza poi via via ke i gemiti di Andrea aumentavano al tokko della sue dita, sempre + forte e veloce fino a quando eccitatissima si avvicinò il kazzo al viso e con decisione e lo prese in bokka.
‘Ora si ke mi piaci!’ disse l’uomo ‘voglio proprio sentire kosa sai fare kon questa bokka da kazzo’ konkluse mentre kon la mano destra spingeva la testa di Carla verso il suo kazzo affinkè lo prendesse tutto in gola!
‘Si prendilo’ prendilo tutto, fino in gola, fammi sentire quanto ti piace, quanto 6 eccitata, quanto lo vuoi sentire anke nella fika e nel kulo’ le diceva mentre Carla felice e lussuriosa lo sukkiava e lo pompava kon tutta la sua voglia da troia, era grosso, massiccio e le piaceva, le piaceva da matti, godeva kome una porka nel sukkiarlo e sentirlo tutto dentro la sua bokka rossa e lussuriosa!
E Andrea ke kontinuava a spingerle la testa verso la sua verga la eccitava ankora di +’
‘Lo sapevo ke eri una troia di lusso, lo sapevo ke pompavi divinamente, mi fai godere, potrei anke venire, sai???’ gli diceva mentre Carla kontinuava a prenderlo con passione e dedizione, ‘però non voglio venire, voglio ankora giokare e divertitmi, perkè il bello deve ankora venire” kosì dicendo però la sua eccitazione era divenuta tale e la sua adrenalina era talmente alle stelle che uno skizzo di sborra inondò la bokka di Carla ke soddisfatta del suo lavoro ingoiò con piacere e kontinunado a sukkiare lo fece sborrare e venire definitivamente.
‘6 un illuso’ le disse mentre lekkava e ripuliva il kazzo con la lingua.
‘Te l’ho detto ke il gioco lo konduko io’. e se io ho deciso ke devi venire perkè voglio sentire la tua sborra calda e saporita, non puoi resistere’ ed infatti non hai resistito!’
le disse con un sorriso malizioso sul viso e guardandolo negli okki soddisfatta come una bambina viziata!
‘Se pensi ke il gioko sia finito perkè tu hai deciso ke sa finito, ti sbagli bella mia!’ le disse Andrea alzandosi dalla sedia kon i pantaloni ankora sbottonati.
‘Il gioko è appena iniziato’. mi hai fatto venire, ok! Non sai quanto abbia goduto, non lo puoi nemmeno immaginare’ te volevi sentire la mia sborra calda’ allora’ ti è piaciuta???’ le kiese mentre prendendola di forza la metteva seduta sulla sedia.
‘Buonissima! Calda, saporita, un po’ salata ma libidinosa! Sono proprio soddisfatta”
‘Bene’ rispose Andrea ‘ora il gioko lo konduko io’ le disse mentre le sbottonava quei poki bottoni della camicetta da kui poko prima aveva sbirciato il seno libero, bello, giovane, da mordere’
‘Vedo ke anke te non fai molto uso dell’intimo’ le disse l’uomo kon un pizzico di complicità.
‘Da troia quale sono’ disse Carla ‘mi piace far sbirciare gli uomini, mi piace farmi guardare, desiderare, far nascere e skaturire pensieri maliziosi, erotici, passionali, vogliosi, sporki’di kui io ne sono padrona e regina’ konkluse avvicinandosi alla bokka di Andrea e baciandolo con forza e voglia.
Intanto le mani dell’uomo avevano preso a tokkare il seno di Carla ke sotto le sue dita vibrava di piacere e voglia.
‘Mordimi i capezzoli, ti prego’ gli disse mentre kon le sue mani aveva preso a sbottonarsi i pantaloni del tailleur.
‘Ti mordo, ti lekko, ti bacio’ 6 stupenda, 6 bellissima ma non voglio ke ti masturbi’ le disse Andrea fermando le mani di Carla ke con foga si infilavano dentro i pantaloni’ ‘non devi fare niente, devi solo lasciarti andare’. ti voglio sentire mugolare, gemere di eccitazione e di voglia, voglio bere i tuoi umori, voglio assaporare il tuo fiore pikkante voglioso di kazzo’. perckè hai voglia di kazzo vero??? Si ke nei hai voglia’ lo leggo nei tuoi okki, lo percepisco dai tuoi seni turgidi” e kosì dicendo prese a morderle i seni, a toccarli, strizzarli, a farle male e bene, male e bene’.
‘Si dai fammi male, si mi piace, ora bene e ora male, ora piano e ora + forte’ non fermarti, la tua lingua mi fa impazzire’.i tuoi morsi mi eccitano da morire, la mia fika è bagnatissima e il mio kulo ha voglia di essere sfondato!’.
Piano piano la lingua di Andrea scese dal seno lungo la pancia, si soffermò a lekkare l’ombeliko mentre sotto di lui il bacino di Carla vibrava, sembrava quasi lo kiamasse a se, danzava sotto la sua lingua, si muoveva armonikamente da fargli perdere la testa’ Carla lo annebbiava di piacere e goduria’.
L’eccitazione e la voglia erano alle stelle ankora una volta, in kosì poko tempo era nuovamente al massimo, si sentiva stregato, ammaliato dalla sua bellezza, dai suoi gesti, dal suo modo di fare, dalla sua voglia krescente’ e tutto ciò gli piaceva e lo faceva impazzire di piacere.
Delikatamente arrivò ai pantaloni in parte già sbottonati, sbirciò kon la lingua il bordo degli slip, annusò l’odore di Carla ke il tessuto intriso dei suoi umori emanava.
Era una fragranza da kapogiro’ era semplicemente da sballo’ non poteva resistere, i gemiti di lei ke aumentavano lo facevamo eccitare ankora di +’.
Kon fare delikato le tirò via i pantaloni, lei si aggiustò komodamente sulla sedia portando il kulo al bordo della seduta, Andrea era totalmente perso di lei, della sua bellezza ke sposandole gli slip iniziò a lekkarla avidamente bevendo tutti i suoi liquidi vogliosi, era un nettare degli dei e lui non voleva altro ke ubricarsi e ubrikarsi e ubriacarsi ankora fino allo spasimo, fino allo sfinimento.
Carla non resisteva +, la sua eccitazione era alle stelle, la sentiva aumentare lekkata dopo lekkata, la lingua di Andrea si perdeva nei suoi meandri + nascosti e vogliosi’
‘Ti prego sbattimi, non resisto’kosì mi fai venire, sei un porko, se hai deciso di guidare il gioko facendomi venire, senza sbattermi 6 un porko, 6 un lurido porko voglioso’.’ gli diceva mentre kon le proprie dita si strizzava avidamente i kapezzoli.
‘Andrea!!!! Hai kapito kosa ho detto??? Voglio essere sbattuta, non resisto’. ho voglia di kazzo, lo esigo, HO VOGLIA DI KAZZO!!!!!’.
Mentre gli diceva ciò affondava la testa di Andrea sulla sua fika, sentiva il suo respiro affannoso sulla sua karne avida di piacere, sentiva la sua lingua affondare kon colpetti deliziosi ‘ ora piano ora forte, piano, forte, piano, forte’ sul clito e nel suo fiore pikkante’.nelle sue voglie + sporke e + naskoste’godeva come una vakka in kalore’

Era divino’ kiudeva gli okki e sentiva krescere in lei la voglia e l’eccitazione di un orgasmo sublime ke l’avrebbe inondata di piacere ma non le bastava’ lei voleva sentirsi piena’ voleva sentire la verga dura e grossa di Andrea dentro di se’ ma mentre pensava a quanta voglia aveva di essere riempita e sbattuta l’eccitazione era divenuta tale ke in un fremito sentì la sua fika venire, con soddisfazione e totale goduria la sua fika stava venendo’. veniva e veniva ancoka’ ‘siii, siii, Andrea lekkami lekkami forte, + forte sto venendo come una troia e sto godendo da pazzi’ non smettere ti prego, lekkami e sukkiami’ non smettere’.
‘Non smetto mia Regina, non smetto!!! Ti sukkio, ti sukkio tutta perkè voglio perdermi nella tua voglia, nel tuo piacere’ti bevo, ti adoro”.
Dopo averla bevuta, lekkata e prosciugata Andrea alzò la testa e guardandola negli okki le disse ‘ho voglia del tuo kulo’ la tua fika l’ho già viziata, ora voglio il kulo!’ Kosì dicendo si alzò, la fece girare, appoggiare alla skrivania e nel mentre Carla, ubbidiente e fradicia, si abbassava sentì una forte spinta entrarle nel suo kulo voglioso e non certo acerbo.
‘Siiiiii, 6 veramente lussurioso, grosso, eccitato’ sbattimi, sfondami’voglio venire ankora, voglio venire anke kol kulo’ le disse mordendosi le labbra e tokkansodi il clito per godere a pieno di quel momento e x kontinuare a godere anke kon la fika ankora fradicia e lussuriosa!
‘Certo ke ti sfondo mia Regina, Regina del mio kazzo che x te sta skoppiando e ke devi tenere dentro’ senti kome ti sbatto??? Kome godo nello sbatterti’ troia vogliosa di kazzi????’
Kosì dicendo Andrea le spingeva dentro la sua verga massiccia e ankora vogliosa di sbattere e di venire. La teneva saldamente x i fianki tirandola a se ed allontanandola leggermente per far penetrare al meglio il suo kazzo dentro quel kulo abituato ad essere sfondato e viziato’ ‘ti sfondo il kulo perkè è quello ke ti meriti troia vogliosa! 6 fantastika e voglio farti venire anche kol kulo, voglio farti venire ankora e ankora ‘.’ kosì tra i gemiti di goduria di Carla e tra i kolpi di kazzo ke uno dietro l’altro la impalavano’ un nuovo skizzo kaldo e liberatorio inondò totalmente il kulo della ragazza’ ‘siii, vengoooo, skizzo’ godo e skizzo’siii, 6 divina’6 stupenda’.tieni, tieni, prendilo ankora tutto fino all’ultima goccia di sborra!!!!!’
‘..
‘Buongiorno!’ le kiese un uomo di una certa età, kon i kapelli bianchi e kon spessi okkiali da vista, ‘la signorina Carla Fracci?’.
‘Si, sono io ma….’ rispose mentre metteva via il libro appena aperto, ‘ma’ lei x kaso è l’uomo kon kui telefonikamente ho preso l’appuntamento x konsultare le riviste specializzate????.
‘Si, sono io!’ rispose l’uomo facendole cenno di seguirlo.
‘Come immaginavo’.’ sussurrò Carla tra se ‘… un topo da biblioteca!’.

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