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OrgiaRacconti Erotici Etero

Lavori di ristrutturazione

By 30 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia che ora vado ha raccontare, riguarda fatti realmente accaduti, qualche anno indietro ormai, mi sono decisa a scriverla solo ora come una confessione, ma anche per l’ eccitazione che il ricordare quegli eventi ancor oggi mi provoca.
Direi che forse una presentazione &egrave d’ obbligo visto il tenore del racconto; mi chiamo Alessia, sono sposata da diversi anni ed all’ epoca degli eventi che andrò a narrare ero già sposata da cinque anni; sono una bella signora, non quella che si definisce una strafiga, ma comunque molto carina, alta un metro e sessanta, capelli lunghi a metà schiena castani, seconda di seno con grossi capezzoli, belle gambe che fanno capolino su un culetto a mandolino abbastanza abbondante; snella nel complesso, ma non anoressica, con le curve al posto giusto come si dice in questi casi, fin da ragazza ho sempre amato un abbigliamento elegante: scarpe o stivali col tacco, minigonne, bei completi di pizzo, collant o autoreggenti eleganti; nulla di particolarmente volgare ma diciamo decisamente sexy.
All’ epoca dei fatti abitavamo in città in un grande condominio con diverse scale e poco tempo prima era stato deliberato dall’ assemblea di ristrutturale le facciate del palazzo dove abitavamo oltre a dei lavori necessari in tutto lo stabile che ormai pativa il peso degli anni.
Passano i giorni nei quali si presentano varie persone per vedere cosa doveva essere fatto e iniziano a montare il ponteggio.
In quel periodo io lavoravo part-time la mattina come commessa in un negozio del centro, per cui verso l’ ora di pranzo ero sempre a casa mentre mio marito lavorando a tempo pieno rientrava sempre non prima delle diciannove. Passavo percui il pomeriggio in casa da sola, sbrigando i soliti lavori domestici, qualche uscita per spese o con le amiche.
I lavori della casa proseguono con una certa lentezza, cosa peraltro abbastanza comune, tutti i condomini restano con le imposte chiuse, prima di tutto per avere un po’ di privacy con tutti i muratori che vanno su e giù per lavorare, secondariamente per non dare adito ad occasioni troppo facili di furti nelle case.
Come dicevo i lavori vanno per le lunghe arrivando verso metà maggio con giornate già calde dove diventava veramente insopportabile starsene al buio come se si abitasse in una caverna anziché in un confortevole appartamento. Decido così su due piedi un bel giorno che &egrave il caso di non vivere come un topo in gabbia, ad un certo punto chi se ne frega penso, tento ci sono io qui per cui apro tutto e cambio l’ aria! Spalanco porte e finestre mettendomi tranquillamente a preparare qualcosa da mangiare: insalata con pomodori, tanto sono sola, non mi andava di cucinare. Guardo fuori e non vedo nessuno: naturale anche loro saranno in pausa pranzo. Mi cambio mettendomi in libertà, indosso un paio di collant neri con sopra un vestitino leggero nero smanicato piuttosto corto ed aderente, non indosso reggiseno come da mia abitudine perlomeno in casa, non indosso calzature: mi piace camminare scalza e poi dopo una mattinata di lavoro mi piace stare comoda.
Mi metto a tavola col mio piatto di insalata, accendo il piccolo televisore della cucina, guardando distrattamente qualche stupida telenovela, mi tiro su i capelli raggruppandoli con una pinza e senza pensare ad altro finisco il mio pranzo. Finito! Sparecchio e mi preparo il caff&egrave. Ricordo che ero in piedi appoggiata al lavabo aspettando che il caff&egrave uscisse. Sento dei rumori da fuori, ormai mi ero dimenticata dei lavori, ma ormai avevano ricominciato, pensai chi se né importa, non ho niente da fare che questi signori non possano vedere! Buongiorno signora…sentii la voce provenire da fuori. Girandomi verso la finestra vidi un signore tarchiato…avrà avuto forse cinquant’ anni con l’ aria trasandata , stempiato e altre cinque sei persone dietro di lui che salendo mi salutarono tutti molto cordialmente. Io li per li non pensai a niente salutai a mia volta con un mezzo sorriso di cortesia, continuando la mia giornata senza più dare peso alla cosa ed ai lavori che stavano portando avanti.
Il giorno seguente e per l’ intera settimana, più o meno si susseguì all’ incirca la stessa scena, qualche volta qualcuno di loro si sbilanciava con un ,come va?, insomma qualche formalismo di rito, giusto due parole in più rispetto ai soliti convenevoli. Erano tutti uomini, sui quarant’ anni tranne due che probabilmente erano più vecchi….non fosse che per gli inevitabili segni che un lavoro così duro lascia sulla pelle.
Un giorno mentre passavano come al solito, non so come mi venne: volete un caff&egrave? Il più vecchio del gruppo subito disse…perch&egrave no…molto volentieri…..da quel momento nei giorni seguenti divenne per loro consuetudine fermarsi sul mio balcone per quella piacevole pausa.
Ricordo che era un mercoledì….tornavo a casa dopo una mattinata di lavoro particolarmente stressante passata con clienti estenuanti. Arrivo come al solito verso le tredici, vado in camera a cambiarmi, indosso un collant nero velato con sotto un perizoma bianco, mi infilo una maglietta bianca senza reggiseno, una minigonna di jeans, come al solito scalza, vado in cucina; ero stanca e non avevo neanche fame….appena entro li vedo lì sul mio balcone, stavano lavorando ormai proprio a quell’ altezza come mi dice prontamente ilo più anziano, che pareva essere un po’ il capo degli altri cinque. Come al solito gli offro il caff&egrave, quattro chiacchere e li saluto , ma a differenza degli altri giorni loro riprendono il lavoro di fronte al mio balcone, faccio come al solito le mie cose….ma mi sento scrutata da loro….ogni tanto qualche fragorosa risata rimbomba, mi sento i loro occhi addosso che non mi mollano un attimo…mi sento come completamente nuda di fronte ai loro occhi indagatori…che esplorano ogni centimetro del mio corpo e seguono ogni mio minimo movimento.
Li capisco, sono uomini, ed io non sono niente male, mi sento quasi lusingata dai loro sguardi carichi di desiderio. Con un mezzo sorriso di soddisfazione misto di leggera malizia esco dalla cucina: oggi devo stirare…odio farlo….ma ho una montagna di roba in arretrato che mi aspetta.
Prendo tutto l’ occorrente e mi posiziono in cucina, non &egrave il solito posto in cui mi dedico a queste faccende, ma mi sono sentita piacevolmente strana a farmi guardare da questi sconosciuti, per cui voglio prendermi e dargli questo piacere in fondo non mi costa nulla…e penso che in fin dei conti non può capitare niente di che. Vado avanti e indietro per la cucina intenta nelle mie faccende, mi giro, ogni tanto mi piego leggermente per prendere dei panni, sento la minigonna che sale, gli sguardi di quegli uomini che non si perdono un mio movimento come ad aspettarsi in ogni momento di poter intravvedere qualcosa di più, un seno che esce dalla scollatura, la gonna che sale lasciando in vista le mie intimità. Sono di spalle rispetto alla porta che da sull’ esterno, non vedo le loro reazioni, sento un vociare talvolta tenue altre volte delle risate, posso solo immaginare i discorsi e le battute a carattere sessuale che mi rivolgono, ma non mi spiace, fa parte del gioco in cui mi sono messa. Forse mi stavo spingendo oltre con quegli uomini, sapevo di non dover esagerare nel provocarli, ma anche il destino ci gioca la sua parte, dall’ asse come per un beffardo scherzo scivola in terra un panno…..avrei dovuto pensare alla situazione in cui ero prima di agire, ma d’ istinto…mi piego a terra per raccoglierlo alzando la gamba sinistra…la minigonna già corta sale per il movimento e stavolta senza dubbio sento le loro parole….ohhh cazzo, si vedono le mutande!! ‘..e quasi all’ unisono….minchia, che figa!!!!….&egrave stato solo un attimo, per timore, timidezza, paura mi sono immediatamente ricomposta con un movimento repentino; faccio finta di niente continuando nelle mie faccende….mi sentivo rossa di vergogna….di nuovo in posizione eretta capita però ciò che davvero non mi aspettavo, come una vampata, mi sento umida sento fremere il mio sesso….oddio mi sto bagnando!!!…non ho neanche il tempo di pensarlo, che sento colare lungo le gambe; le mutande e i collant bagnati dei miei umori….neanche mi fossi pisciata addosso. Devo ricompormi e cambiarmi, non posso stare così, che vergogna! Ma fu un attimo, una mano sulla spalla destò i miei pensieri..che spavento! Mi giro di scatto…uno dei muratori…scusa mi daresti un bicchiere d’ acqua per cortesia?……risposi con un sì strozzato….avevo la gola secca….non ero molto più in me; gli porsi la bottiglia dicendo di tenerla per dividerla anche con gli altri; lui gentile con un sorriso annuì, parlandomi, ma non capivo niente di quello che mi diceva, ancora presa dalla situazione precedente. Mi parla di se, del suo lavoro, della famiglia (anche lui &egrave sposato); sorride e sorseggia l’ acqua, lentamente come a voler far durare quel momento il più a lungo possibile; Gigi, il suo nome, parlava, io riuscivo solo a vedere il suo petto senza maglietta, la sua pelle bruciata dal sole perlata di gocce di sudore, i suoi abiti da lavoro resi sporchi dalla dura giornata di lavoro. Questi pensieri mi provocano una nuova vampata di piacere irrefrenabile sento colare in mezzo alle gambe; non &egrave possibile devo togliermi da questa situazione imbarazzante…..ok, dai adesso ho da fare, ci vediamo domani?………….no, guarda domani non ci sono, se vuoi ti chiamo,ok?…..si, certo!….avrei detto in quel momento qualunque cosa purch&egrave mi lasciasse andare, ero in un imbarazzo terribile e senza quasi finire mi allontano a piccoli ma veloci passi, cercando di tenere le gambe ben serrate, così che nessuno potesse rendersi conto di quello che era appena successo.
Arriva ben presto la sera, cala il silenzio, mancava ancora un’ ora prima che mio marito rincasasse, avevo ancora tempo di farmi una doccia ristoratrice per rinfrescarmi in ogni senso dopo quella strana ma eccitante giornata.
Chiudo la porta del bagno, apro l’ acqua nel box doccia per darle il tempo di scaldarsi, mi tolgo la maglietta, la minigonna; sedendomi sul ciglio del bidet sfilo lentamente il collant e il perizoma assieme; li avvicino alla faccia…sento gli odori che sono testimonianza della mia eccitazione pomeridiana. Mi muovo lenta, mi godo questo momento di relax…metto gli abiti nel cesto della biancheria; completamente nuda mi posiziono al centro del getto d’ acqua, sento quel tepore che avvolge il mio corpo, poggio contro il muro quasi a cercare un sostegno per il mio corpo fiaccato; socchiudo le palpebre per godermi al meglio quel bel momento di pace, l’ acqua cola lungo il mio corpo nudo, ma la mia mente si perde nel ricordo di quanto accaduto solo poche ore prima. Un flash di pochi secondi e quasi senza accorgermene la mano corre veloce alla mia figa, pizzico le labbra con le dita, massaggio il clitoride con lenti movimenti circolari: sono di nuovo eccitata! La mente corre alle ultime parole di Gigi…domani ti chiamo….chissà se lo farà veramente….magari scherzava….oppure ha provato a buttala lì, per vedere le mie reazioni. Però, non male Gigi, sui quarant’ anni, bruno leggermente brizzolato, fisico segnato, non bellissimo magari, ma decisamente accattivante. I miei pensieri correvano veloci, così come il mio piacere, il mio dito medio ormai si era fatto largo tra le grandi labbra e si insinuava con insistenza nella mia figa nuovamente bagnata, con un lento su e giù cadenzavo sapientemente la penetrazione, con l’ altra mano massaggiavo le tette soffermandomi di tanto in tanto a pizzicare con le dita i capezzoli per indurirli ed ottenere il massimo del piacere; pensare che quegli uomini rudi, sudati, volgari, potevano essere li a guardarmi mentre mi masturbavo pensando a loro mi produsse un orgasmo così intenso che scivolai giù trovandomi seduta nella doccia, rimasi così per alcuni minuti con il dito medio nella figa e la bocca aperta trattenendo a stento i gemiti di piacere.
Passa la notte e la mattinata lavorativa col solito ritmo, tornata a casa mi convinco a non dare seguito a quanto accaduto il giorno precedente, non era davvero il caso di continuare quel gioco che non avevo idea di dove avrebbe potuto condurmi. Vado a cambiarmi, tuta da ginnastica bianca e rosa, insomma niente di sexy. Saluto con cortesia, ma abbastanza freddamente, i miei guardoni e senza ulteriore indugio mi dedico ad altro. Passano pressapoco un paio d’ ore, erano circa le tre del pomeriggio, essendomi affaccendata avevo in qualche modo rimosso tutta la situazione del giorno precedente: suona il telefono di casa, ed ignara…….pronto?…….si ciao sono Gigi, il muratore che lavora nel tuo stabile……si, ciao (ero senza parole)…….senti, incalza, domani passo a prenderti alle due, ti porto a pranzo fuori in un posto che conosco….ma, veramente non so se &egrave il caso…….quasi indifferente a quello che gli dicevo……ok, passo domani alle due fatti trovare pronta, ciao.
Così dicendo mi attacca praticamente il telefono in faccia, senza darmi il tempo fisico di una replica. Le ore seguenti passano tra mille pensieri, insomma l’ invito era molto chiaro, anche quello che presumibilmente Gigi si aspettava dalla giornata passata assieme……ma,io? Che intenzioni avevo?…..non riuscivo a trovare la risposta da dare a me stessa.
Mattina di venerdì, arrivo dal negozio, parcheggio l’ auto, al portone di casa, guardo il ponteggio; la mia testa non aveva ancora deciso, ma il mio corpo stava imponendo la sua voglia di quel piacere peccaminoso. Salgo veloce a casa, in bagno per rapida doccia; trucco…con un rossetto di colore rosso intenso; via in camera da letto: scelgo un perizoma string, sostanzialmente solo un filo tra le natiche legato da una catenina di perline, un triangolino sul davanti trasparente, di colore nero; recupero nel cassetto un paio di collant neri 15 denari per intenderci quelli ultravelati; minigonna nera di pelle con due piccoli spacchetti laterali che arriva appena a coprire il culo; sopra una maglietta a maniche lunghe di pizzo praticamente trasparente, senza reggiseno; collarino di velluto; scarpe decolt&egrave di vernice con tacco da dieci centimetri. Torno in bagno per gli ultimi ritocchi, mi piazzo davanti allo specchio, giro su me stessa per vedere come sto: sembro una puttana! Mi &egrave chiaro che l’ invito di Gigi sottointende che vuole scoparmi….ma &egrave anche vero che io ho deciso di accettare per lo stesso motivo….se vado vestita come una puttana, quando mi vedrà capirà subito che oggi mi deve scopare senza ritegno!
Suonano al citofono….sarà lui….si?…..ciao sono Gigi scendi!…….ok un attimo arrivo…..prendo dall’ armadio una giacchetta leggera e scendo. Esco dal portone e mi incammino verso la macchina, Gigi mi aspettava seduto al posto di guida; salgo velocemente guardandomi attorno con aria circospetta, avevo paura di essere notata troppo.
…Ciao Ale! Minchia che figa sei!!…lo dice con un sorriso malizioso e baciandomi su una guancia….Ciao, grazie!!…gli rispondo prontamente restituendo a mia volta il bacio.
Senza ulteriore indugio mette in moto la macchina e partiamo. Durante il tragitto parliamo di varie cose senza importanza; io mi ero messa comoda sul sedile anteriore leggermente volta verso di lui, la gonna già cortissima lasciava scoperte completamente le mie gambe velate dal collant, appena ne aveva l’ occasione sentivo il suo sguardo percorrerle per l’ intera lunghezza, ad ogni cambio di marcia sentivo il dorso della sua mano che arrivava a strusciare sull’ esterno della mia coscia, che cercava con tocchi fugaci il contatto con la seta delle mie calze. Passano all’ incirca una quindicina di minuti, vedo che ci stiamo dirigendo fuori città…dove andiamo a mangiare?…chiedo…..conosco un posticino carino appena fuori, vedrai che ti piace, prima devo solo passare d un amico a lasciargli una cosa….va bene…..il leggero imbarazzo iniziale sta svanendo col passare del tempo e la conversazione prende una maggiore naturalezza, tant&egrave che ad un certo punto mi dice….vedo che ti piacciono i tacchi alti…..sai, rispondo, slanciano la gamba, non trovi? E poi mi piacciono…..adesso sono io a lasciarmi andare ad un’ occhiatina maliziosa, così dicendo allungo la gamba per farla vedere meglio, gesto che a lui non passa inosservato e guardandole mi risponde…..minchia se le slancia!!……
Siamo da poco arrivati in un paese della prima cintura, quando svolta a sinistra, in una breve via chiusa, all’ inizio della quale sulla sinistra si trovavano due o tre gruppi di piccole casette a due piani e poi più nulla per circa un centinaio ci metri era costeggiata solo da prati, le altre case si vedevano ad una certa lontananza. Gigi parcheggia la macchina verso il fondo della via dopo aver superato il gruppetto di case, apre la portiera e scendendo…..porto una cosa e torno,solo cinque minuti, se vuoi togliti la giacca che fa caldo…….effettivamente era una bella giornata di sole; chiude la portiera e si allontana a piedi. Come detto io sotto avevo solo un body di pizzo trasparente a maniche lunghe senza reggiseno, ma senza curami della cosa, mi tolgo la giacchetta e la poso sui sedili posteriori; mi rimetto comoda ma stavolta a gambe leggermente aperte. Passano effettivamente non più di cinque minuti, arriva Gigi, si risiede in macchina, gli chiedo…fatto?….e lui ‘..si tutto fatto……restando rivolto verso di me, mi squadra dalla testa ai piedi e viceversa un paio di volte senza dire niente con espressione molto seria….cosa c’ &egrave?…..dico abbozzando un mezzo sorriso; lui si protende verso di me e senza proferire parola appoggia il palmo della sua mano nel mio interno coscia carezzandola per l’ intera lunghezza, allargandomi nel contempo le cosce così da potermi guardare impudentemente in mezzo ad esse. Dal canto mio non facevo alcun tipo di resistenza, rendendogli facile potermi giostrare a suo piacere, passano solo alcuni momenti che alzando lo sguardo verso il mio viso….che troia che sei!…..dice con sguardo ormai pervaso d’ eccitazione; io non rispondo neanche alla sua affermazione, socchiudo leggermente gli occhi lasciandomi trasportare dalla situazione. Ormai sembra come una piovra che attanaglia la sua preda, le sue mani corrono ovunque sul mio corpo: con la sinistra corre sulle mie gambe soffermandosi sull’ interno coscia e spingendo da sopra il collant sulla mia figa come a volermi penetrare; col braccio destro mi avvolge da dietro stringendo la mia tetta con la mano con due dita strizza il capezzolo ormai duro strusciandolo tra il pizzo del body. Avvolta in quella presa mi tira verso di se infilandomi tutta la lingua in bocca, lasciandomi andare in quel bacio osceno, prendo la sua lingua tra le labbra iniziando a succhiarla come fosse un pompino, le nostre lingue si alternavano tra reciproche leccate e momenti in cui mi passava la lingua sul collo, sulle labbra e sulla faccia inumidendomi tutta di saliva. La sua foga, il suo desiderio erano irrefrenabili, portando il viso alla mia tetta inizia a leccarmela mordicchia e succhia alternativamente il mio capezzolo teso per l’ eccitazione, sento tra le cosce ormai un senso di umido molto intenso le mutande e il collant che si bagnano del mio piacere. Gigi infila la mano sotto la gonna iniziando a palpeggiare energicamente e con foga il mio culo, la sua bocca non si stacca dal mio capezzolo continuamente martoriato da morsi e succhiotti, ogni tanto si ferma, sputa sulla tetta e poi con la lingua lo spalma. Fino al quel momento ero stata passivamente nelle sue mani lasciandogli fare del mio corpo tutto ciò che desiderava, lui tira su il capo e nuovamente ricomincia a baciarmi in modo osceno per alcuni secondi; scostandosi leggermente e guardandomi….. dai troia toccami il cazzo!….mi intima con fare deciso, senza indugio porto la mano sul pacco dei suoi jeans iniziando un massaggio a mano aperta da sopra, era già nel pieno dell’ eccitazione, lo sentivo pulsare come chiedesse di essere finalmente liberato da quella prigionia. Sbottono i jeans, tiro giù la zip, infilando la mano dentro ai boxer prendendo il suo cazzo in mano, in quella posizione, lo stringo, lo carezzo in tutta la lunghezza, massaggio le palle con le dita, lo riprendo in mano stringendolo e scappellandolo. Gigi si ritrae adagiandosi sul posto di guida e togliendomi le mani di dosso si abbassa leggermente i jeans ed il boxer giusto per far uscire il suo cazzo: era durissimo, lungo,penso, una ventina di centimetri, nodoso, non larghissimo di circonferenza, ma con una bella cappella violacea. Io nel mentre mi ero avvicinata, piegandomi leggermente con il corpo verso il basso, tenevo il suo cazzo in mano, facendogli una lenta sega, Gigi appoggia la mano sulla mia nuca e prendendomi per i capelli mi spinge verso il suo cazzo…..ciuccia troia! Spompinami il cazzo!…..io ubbidiente mi infilo tutto il suo sesso teso in bocca iniziando a spompinarlo, lui con la mano sulla mia nuca né cadenzava il ritmo a suo piacere, alcune volte spingendomelo tutto dentro fino in gola, altre aumentando la velocità. Mi comandava con autorità farmi assecondare i suoi voleri ‘… Leccami le palle!……mmmm brava……. adesso sputaci sopra……leccalo tutto!…….si così…..; lo sentivo sussultare per i miei sapienti colpi di lingua, sputavo sulla sua cappella violacea e poi su e giù mi gustavo per bene tutto il piacere del suo cazzo.
Tirandomi per i capelli mi fa alzare, mi bacia con veemenza ‘.sai di cazzo!Troia!….Girati…… abbassa il finestrino dell’ auto, con la faccia verso l’ esterno mi fa mettere inginocchiata alla pecorina sul sedile anteriore, mi ancoro con le mani alla porta e poggio la gamba sinistra a terra per darmi sostegno. Lui si piazza dietro di me, anch’ esso con un ginocchio sul sedile, mi solleva leggermente la minigonna, che in quella posizione già lasciava intravedere tutte le mie intimità; inizia a massaggiarmi quasi strizzandomelo il culo, passa la mano sulla figa e più giù toccandomi le gambe sino ai piedi, arrivando a poggiare il viso sul culo, appoggia la faccia contro il collant come a voler annusare i miei umori. Repentino si tira su, infila le mani prendendo assieme collant e perizoma abbassandoli fino a mezza coscia. Mi prende entrambe le natiche con le mani ed allargandole passa la sua lingua dal basso della mia figa e risale in un’ unica leccata sino al buco del culo. Si ritrae, sento che poggia la cappella sulla mia figa umida, la strofina per alcuni attimi contro le mie labbra intime e poi veloce mi infila il cazzo in figa fino in fondo portandomi un rantolo di piacere. Mi scopa con colpi secchi ma lenti, tre, quattro di fila, per poi fermarsi con tutto il suo sesso dentro al mio, i colpi sono decisi, mi procurano un fremito in tutto il corpo, devo tenermi ancora più forte per non andare a sbattere. Lui si tiene con le mani poggiate sul mio culo, mi allarga le natiche con forza, come se le volesse aprire, mentre mi scopa col dito medio mi massaggia lo sfintere anale cercando piano piano di forzarlo per penetrarlo. Ed &egrave in quel momento che aprendo gli occhi vedo distintamente ma ancora il lotananza la sagoma di un uomo che passeggia a piedi avvicinandosi verso l’ auto, ‘…..mmmm, fermati arriva un’ uomo….dai aspetta….. smettila…. supplico, io, ma vanamente, come se quella situazione gli avesse provocato un ulteriore piacere ha iniziato a scoparmi ancora con più foga, aumentando la velocità; sentivo il suo cazzo che entrava ed usciva dalla mia figa e poi nuovi colpi continui e sempre più veloci. L’ altro uomo si ferma, stava fumando, a pochi metri da noi; io ero impotente, ma anche pervasa da un morboso piacere, se ci avesse visti? Mi domandavo; ma la ragione non comandava al mio corpo che era pervaso da tremiti di piacere, forse anche per quella presenza estranea. Gigi mi scopava senza soste, fino a che sfilando il cazzo dalla figa, posiziona la cappella sul buchetto…….no! Cosa fai?….. neanche il tempo di dirlo e mi ritrovo con tutto il cazzo piantato nel culo….ahhhhh!….avevo le lacrime agli occhi dal dolore, cercavo di divincolarmi, il bruciore era terribile; lui fermo dietro di me ed incurante della cosa mi teneva ferma per le anche stando fermo col suo cazzo tutto dentro il culo……stronzo! Fa male, ahhh…… piangevo come una bambina, mi prende con più forza tirandomi leggermente su, inizia a scoparmi il culo con colpi decisi e rapidissimi. Tre, quattro….dieci colpi e il dolore lascia il posto ad un piacere intensissimo: stavo godendo come mai, la fighetta mi colava di umori, tutto sommato quell’ inculata così selvaggia mi stava piacendo da morire. Stronzo! Mi fai male, non te ne frega un cazzo?….mi scopi proprio come una puttana……sentivo il suo respiro che si faceva sempre più veloce, adesso alternava un colpo di cazzo in figa ed uno nel culo, era ormai allo stremo delle forze…….ahhhh, ti inondo di sborra………il getto di sborra che parte dal suo cazzo mi arriva fino ai capelli, sento la schiena bagnata, il culo pieno e colate che scendono lungo le gambe e sulla micina.
Ho la figa bagnatissima, me la massaggio con le dita mentre Gigi mi struscia il cazzo sul culo spalmandomi l’ abbondante sborrata. Faccio per guardare se nella borsa avevo delle salviettine per pulirmi , ma mi stoppa…. no, resta così….dice; non dico niente, tiro su perizoma e collant, mi sistemo la minigonna rimettendomi seduta affianco a lui, che si sistema mi bacia in bocca e mette in moto l’ auto. Viaggiamo su strade secondarie per circa cinque, forse dieci minuti, arrivando di fronte ad una trattoria, fermandoci di fronte all’ ingresso. Io lo guardo un po’ perplessa ‘. pensavo andassimo a casa, visto che……… ma interrompendomi……dai scendi che andiamo a mangiare….. si, ma insomma non mi sembra il caso……dai dai scendi…… Pensavo sinceramente che per come ero combinata e per ciò che era successo poco prima avremmo saltato il pranzo, ma sembrava non vi fosse modo di dire di no; con qualche perplessità acconsentii. Mi rimetto almeno la giacchetta, ci incamminiamo, la trattoria era praticamente in mezzo a poche altre case isolate, sembrava uno di quei locali solitamente frequentati da camionisti. Entriamo, la prima impressione fù subito confermata dai fatti, il locale era molto casereccio, Gigi si avvicina al bancone chiedendo se nonostante l’ ora potevamo ancora mangiare qualcosa, erano ormai le quattro del pomeriggio, orario decisamente insolito per pranzare. Al bancone c’ era un uomo grassoccio, trasandato, che fece solo un cenno del capo acconsentendo alla richiesta e dicendo di accomodarci nella saletta. Entrando vediamo una ventina di tavolini spartani, subito all’ entrata in uno c’ erano due vecchi con davanti una brocca di vino, in un angolo due uomini massicci, probabilmente camionisti, che stavano ancora mangiando.
Immediatamente sento tutti i loro occhi su di me, non deve essere normale vedere in questo locale una donna come me, ma soprattutto vestita come sono io in maniera così provocante. I loro sguardi mi seguono, i due di spalle si girano vistosamente per gustarmi appieno, in qualche modo mi stanno spogliando con gli occhi; ci sediamo circa al centro della saletta, i quattro uomini seguono i miei movimenti. Mi siedo accavallando subito le gambe, d’ altronde ho una micro minigonna, sbavano alla vista delle mie gambe che scrutano con morboso interesse. Io non mi ero neanche ripulita dalla sborrata di Gigi e mi domandavo se anche loro sentivano l’ acre odore di sborra che io mi sentivo addosso. Ero imbarazzata, ma al contempo inebriata dal fatto che sentivo distintamente il crescente desiderio di quegli uomini. L’ uomo grasso del bancone si avvicina al nostro tavolo dicendoci che ormai da mangiare restava solo della pasta al pomodoro, diciamo che va bene ordinado anche dell’ acqua e del vino, mentre ci parlava anche lui guardava in maniera sfacciata le mie gambe in evidente stato di eccitazione.
Durante tutto il pranzo gli occhi di tutti erano per me, senza preoccuparsi minimamente di essere sentiti parlavano fra di loro rivolgendomi gli epiteti e le frasi più volgari ‘.. alla puttanella piace il cazzo….. sta zoccola &egrave proprio da inculare……. adesso le sborro nel piatto, vedrai che mangia tutto…..ed altro lasciandosi andare a risate sguaiate subito dopo. L’ aria che si respirava era già abbastanza pesante quando Gigi ‘.. perch&egrave non ti togli la giacca? Non fa mica freddo……. lo guardo interrogativa e con un filo di voce gli sussurro….. scusa, mah….lo sai …. insomma …. sotto …. sono praticamente nuda ……. ; pareva che Gigi in quel momento non desse peso alla situazione, il rischio era davvero quello di stuzzicare in maniera esagerata quegli uomini, non sapevo che reazione avrebbero potuto avere. Vista a posteriori fui sicuramente fortunata non successe nulla, anche perch&egrave, in un attimo di follia decisi di togliermi la giacca. Avevo gli occhi bassi per non incontrare nessuno sguardo, ma evidentemente il fatto di restare solo con una maglietta trasparente e completamente nuda sotto aveva scatenato gli ormoni dei cinque uomini, infatti anche il titolare si era seduto in saletta in compagnia dei due vecchi per godersi lo spettacolo.
Le emozioni che provavo in quel momento erano uno strano miscuglio di folle paura che qualcuno dei presenti potesse perdere la testa saltandomi addosso e la fortissima eccitazione prodotta dallo sbavare per me di quegli uomini che mi faceva bagnare la figa in maniera indegna. Diciamolo, fare la troia a quel modo tutto sommato mi piaceva procurandomi un intenso piacere. Anche Gigi ci metteva del suo, lo stronzo, parlava a voce alta per farsi sentire da tutti ‘. Ale, cazzo, sei una troia …. sei praticamente nuda in mezzo a tutti questi uomini arrapati ……. non ti staccano gli occhi di dosso ‘… vorrebbero leccarti tutta, ti piacerebbe lo facessero?……. si (rispondo quasi sottovoce)
‘… secondo me ti guardano ed hanno tutti il cazzo duro che dici?……penso di si…… vorrebbero venire qui e scoparti come una troia in tutti i buchi, secondo me ti piacerebbe, vero? ‘…. si ‘..
Gigi era in preda ad una eccitazione euforica, aiutato forse anche dal vino, sembrava divertito nel mettermi in imbarazzo di fronte a quegli estranei, mi guardava con desiderio, le sue mani correvano sulle mie cosce carezzandole sfacciatamente; la sua mano cercava di intrufolarsi tra di esse come per farmele aprire. Tutti gli uomini erano ormai ormai girati verso di me, mi guardavano con desiderio, sentivo i loro occhi su tutto il mio corpo. La mano di Gigi saliva lungo la mia maglietta, stringendo la tetta coperta solo da un sottile velo di seta, ma come fosse nuda aglio occhi degli astanti, con le dita stringeva il capezzolo turgido di un piacere che dava una scossa a tutto il mio corpo. Sentivo attorno a me risate sguaiate, Gigi mi infilava la lingua in bocca tirandomi per i capelli…..Ale, allarga le gambe, falla vedere a tutti….no, dai….non voglio……con l’ ultimo barlume di ragione cercavo di non superare il limite, ma dentro di me sapevo perfettamente che ero presa in modo tale da quella situazione, che se Gigi lo avesse chiesto, mi sarei anche masturbata di fronte a tutti. Poggiai ambedue i piedi a terra con le gambe leggermente divaricate, ma evidentemente non contento del risultato, Gigi infilando la mano tra le mie cosce le aprì in modo osceno alla vista di tutti, sentivo il perizoma che si infilava tra le mie labbra, gli sguardi di quegli estranei che si intrufolavano nella mia intimità, cercavo di far forza per richiuderle ma la morsa di Gigi le teneva spalancate. Cercavo di evitare per imbarazzo gli sguardi degli uomini intorno a noi, vedevo le loro mani che ormai correvano ai loro sessi massaggiandosi da sopra i pantaloni, ma immaginare i loro cazzi duri alla vista di me così esposta mi dava un ulteriore fremito di piacere. Gigi a quel punto prende la mia mano nella sua e infilandola sotto il collant la posiziona sopra la mia patatina, con tono deciso, in maniera che tutti sentano……ficcati il medio nella figa!……no…….no……a quel punto cercavo di divincolarmi, ma facendo appello alla sua forza superiore, mi prende la mano nella sua e facendomi scostare il perizoma, mi spinge con rudezza il medio tra le grandi labbra, la mia patatina ben lubrificata dall’ eccitazione lo accoglie senza problemi. Non posso credere di essere io quella che adesso si sta masturbando in pubblico di fronte a cinque sconosciuti, lascio andare la testa all’ indietro e mi adagio leggermente sulla sedia, gli occhi chiusi e le gambe oscenamente aperte. Sento il rumore delle sedie, i cinque uomini si alzano, sedendosi tutti in circolo di fronte a me , Gigi mi prende la gamba sinistra poggiandosela sulle ginocchia, toccandomi voluttuosamente l’ interno coscia, uno dei vecchi alla mia sinistra inizia a toccarmi sull’ altra gamba, sento una mano rugosa che si stringe intorno al mio capezzolo strizzandolo come un limone. I cinque uomini fanno uscire i loro cazzi allo scoperto iniziando a masturbarsi selvaggiamente, i due camionisti, iniziano ad incitarmi……dai troia ficcati due dita nella figa…….dai ancora uno puttana…..guarda come si bagna questa troia….scoppiando in fragorose risate; riempendomi di insulti di ogni tipo mi ordinavano cosa fare ed io come un automa eseguivo senza fiatare. La mia micina era un bagno di umori, mi masturbavo di fronte a loro infilandomi tre dita nella figa, sentivo gli umori che colavano copiosamente, Gigi, partecipava con gli altri agli insulti ed impartendomi ordini……Ale, dai troia…..adesso che sie bella lubrificata ficcati il medio nel culo….così dicendo lui ed uno dei vecchi spingono più in alto le mie gambe facendomi scivolare ulteriormente sulla sedia, restando semisdraiata su di essa col culo in aria; senza esitare porto il dito medio all’ altezza dell’ orifizio iniziando a spingere dentro il dito medio……dai puttana tutto dento!…..esorta un vecchio, ‘…spingilo nel culo……..con un’ ulteriore pressione mi infilo tutto il medio in culo; l’ eccitazione degli uomini &egrave al massimo; il padrone che fino allora era stato in silenzio,m mentre si mena furiosamente il cazzo….guarda questa puttana si manda a fare nel culo da sola…….scoppiano tutti in una grottesca risata quasi animalesca, ma evidentemente quest’ ultima mossa aveva dato loro il colpo di grazia e mentre me ne stavo li con un dito in culo a turno hanno iniziato a sborrami addosso tutti; i loro schizzi sulle scarpe, sulle gambe, su tutti i vestiti, alcuni fino sul viso, uno dei due vecchi cola la sua sborra sulle tette spalmandomela con la mano e toccandomi lascivamente.
Venuti, i cinque uomini si ricompongono allontanandosi dal tavolo, anche io per quanto possibile cerco di rimettermi in sesto, ma anche ora Gigi……non ti pulire, stai così!…adesso andiamo…..detto questo mi passa la giacca. Mi alzo andiamo verso il bancone per pagare, passando vicino ai due vecchi, il più vicino mi infila la mano sotto la gonna dandomi una sculacciata, come al solito la cosa produce tra gli altri una fragorosa risata. Usciamo dal locale e saliamo in macchina. Mi sentivo addosso l’ odore acre della sborra di quegli estranei, ero completamente impiastricciata di tutti quegli umori. Gigi chiude la portiera, si sbottona i pantaloni tirando fuori il suo cazzo durissimo per l’ eccitante avventura…….adesso da brava troia fammi un pompino…..senza aggiungere altro mi afferra per i capelli conducendo la mia bocca sul suo membro, spingendomelo con foga fino in gola, bastano tre o quattro pompate e viene nella mia bocca riempendola di sborra bollente; mi tiene la testa ferma per non farmene perdere neanche un po’; dopo alcuni secondi mi lascia andare si sistema, mi guarda con un sorrisetto ironico, mette in moto la macchina……adesso ti porto a casa!!!

slp

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