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le mie care amichette

By 4 Dicembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Una sera di novembre, dopo una delle solite lezioni alla facoltà di economia, avevo in programma di andare a studiare in biblioteca con una delle mie migliori amiche, Monica:  bella ragazza, 21 anni anche lei, alta 170 cm, magra, capelli ricci castani scuro che avevano sempre profumo di camomilla, sedere da paura e con quella che ipotizzavo essere una terza abbondante. Single per scelta, infatti aveva la fila di ragazzi ma non la testa per affrontare una relazione seria, ma molta voglia di scopare. Dopo la lezione mi disse se volevo andare a studiare da lei perché a casa sua avremmo studiato con più tranquillità, accettai. Arrivammo da lei e per un oretta studiammo senza sosta, ma a un certo punto sentii un suo sospiro, subito dopo lei si alzo e mi disse ” basta studiare, faccio il caffè e guardiamo la tv!”. La aiutai a fare il caffè e quando fu pronto andammo in soggiorno, lei accese la tv e questa si sintonizzò su un canale porno, sicuramente lo stava guardando precedentemente  il fratello. La scena era di una ragazza che spompinava un cazzo enorme. Davanti a quel immagine Monica bevendo il caffè disse “vorrei scoparmelo un cazzo del genere!”, io annuii e lei disse “Luì, ci conosciamo da tanto tempo ormai, ma non ho mai visto i tuo arnese. Me lo fai vedere?”, io in un primo momento rifiutai perché il fratello era in casa, ma sapevo che a momenti sarebbe uscito con gli amici, le dissi che avremo dovuto aspettare che il fratello uscisse. Quando sentimmo la porta chiudersi mi abbassai i pantaloni e dissi “però ora è moscio!mi dovresti far eccitare”. Lei senza esitazione si  alzò dal divano e cominciò a denudarsi davanti a me: prima la maglietta, poi i pantaloni e infine il reggiseno, rimanendo solo con un perizoma rosso che lasciava intravedere tutto. Alla vista di quel fisico mozzafiato mi tolsi anche le mutande lasciando libero il mio cazzo che era eccitatissimo e solitamente misurava 21 cm. Lei si inginocchiò e me lo prese tutto in bocca leccandolo e succhiandolo avidamente, e nel mentre tra me e me pensavo che stava accadendo quello che avevo sempre sognato, dopo una decina di minuti inondai la sua bocca di caldo liquido bianco. Però il mio cazzo era ancora ben dritto, così feci alzare Monica e la feci sdraiare con il busto appoggiato sul tavolo dove prima stavamo studiando. Scostai il filo del perizoma e davanti a me si aprì la visione della sua fica accuratamente depilata che in quel momento era bagnatissima. Decisi di leccarla e infilzarla con le mie dita, lei ansimava e dopo un po’ mi chiese di penetrarla. Io più eccitato che mai infilai il mio cazzo dentro quel buco grondante di umori e cominciai a trapanarla sempre più velocemente, lei emetteva dei gemiti sempre più forti fin quando non venne emettendo un urlo acutissimo, poco dopo la girai e venni anche io sulle sue tette desiderose di sborra. Intanto si era fatta ora di tornare a casa per cena, la lasciai con la promessa che ci saremo rivisti l’indomani con l’intenzione di trombare anche il giorno seguente. Con un fortissimo profumo dei suoi umori nelle mani tornai a casa. 

 

Il giorno dopo avevo appuntamento con Monica in un bar molto frequentato verso le 18, quando arrivai lei era già la con la sua amica Ilaria. Ilaria la conoscevo solamente di vista e sapevo che era una delle sue più care amiche. Lei suscitava le mie curiosità perché è una ragazza chiusa, carina ma con molti problemi alle spalle: capelli lisci castano chiaro, poco più alta di 160cm, bel culo e una quarta abbondante. Salutai e mi sedetti con loro, Monica cominciò quasi subito a farmi piedino sotto il tavolo mentre parlava con Ilaria dei vestiti che erano andate a vedere poco prima. Prima mi strofinò la gamba, poi salì arrivò al ginocchio e poi al pacco e si fermò li per un po’ facendomi eccitare terribilmente. Consumammo e ci alzammo tutte e tre, ormai si era fatta ora di cena e Ilaria ci invitò a casa sua che era in una via la vicino. Mangiammo con molta calma perché l’indomani non avevamo lezione, quindi si poteva fare tardi. Dopo l’abbondante cena Ilaria ci invitò a sederci in soggiorno e subito dopo portò i liquori. Dopo qualche bicchiere andai in bagno e al mio ritorno vidi che Monica e Ilaria si stavano baciando appassionatamente. Non penso che l’abbiano fatto per colpa dell’alcol, rimasi in piedi davanti a loro sconcertato da quello spettacolo. Come si accorsero della mia presenza si guardarono, si misero a ridere e mi invitarono a sedermi tra di loro chiedendomi con un sorriso da quanto tempo le guardavo. Io risposi che ero arrivato in tempo per vedere tutto. Loro dopo una risata mi chiesero di mantenere il silenzio su quanto avevo visto, e io ribattei che il mio silenzio aveva un prezzo. Loro si guardarono e subito Ilaria prese a baciarmi mentre Monica mi sbottonò i pantaloni e iniziò a leccare il mio cazzo bollente. Poi Ilaria prese a leccarmi il cazzo mentre Monica si tolse tutti i vestiti e venne da me, io gli leccai le tette mentre le facevo un ditalino. Poi si spogliò Ilaria e finalmente potei ammirare quel sedere da paura e quei due meloni sodi, mi leccarono il cazzo assieme, è stato bellissimo vedere le loro lingue intrecciarsi sulla mia asta. Mi fecero sdraiare e mentre Monica mi spompinava Ilaria si sedette sopra la mia faccia e si face leccare la fica fradicia. A un certo punto presi Ilaria, la feci inginocchiare sul divano penetrandola senza sosta da dietro, lei era eccitatissima infatti dalla fica colavano umori a non finire, Monica era seduta sulla spalliera del divano e Ilaria le leccava la fica. Monica però stava protestando perché diceva che io davo piacere solamente a Ilaria e a lei nulla. Allora la feci scendere dalla spalliera, la feci sdraiare nel divano e la penetrai senza pietà sino a quando non venni sulla sua faccia sporcandola tutta. Ilaria eccitata più che mai si mise a 90 sul tavolo ancora apparecchiato e mi chiese di penetrala nel culo. Andai da lei e cominciai a infilarle prima uno, poi due, tre dita nel culo per qualche minuto. La infilzai subito con il mio cazzo senza esitazione, le aveva fatto male, ma quel gesto le aveva procurato più piacere che dolore. Adesso stava urlando “si Luììì, inculami, inculami come una lurida puttana, voglio godere!!”dopo di che venne e si accasciò per terra stremata. Intano mi accorsi che Monica mi stava baciando per tutto quel tempo. La presi e la sbattei sul muro, le masturbai il culetto per qualche minuto, giusto per far allargare di poco il suo buchetto, e infilai il mio cazzo più grosso che mai. Lei urlò più forte del solito, ma mi fece continuare, e mi disse che nessuno mai l’aveva inculata. Io non lo sapevo e questa notizia mi fece eccitare ancora di più. Aumentai il ritmo, lei ormai si era abituata alla mia presenza in quel buco inesplorato, presi a stringerli i seni, persi il conto delle volte che venne. Io non feci in tempo a togliere il mio cazzo e le venni nel culo. Ci sdraiammo tutti e tre stremati sul tappeto sotto il tavolo, mi capitò di guardare l’ora: erano le4di mattina.

 

Era passata una settimana da quell’incontro a casa di Ilaria e come è noto, le voci in un gruppo di persone girano, soprattutto tra amiche. Quello che era successo la settimana prima arrivò all’orecchio dell’altra mia migliore amica, Giada, che mi telefonò subito. Mi disse che Monica le aveva detto che io le avevo procurato l’emozione più forte mai provata. Le raccontai un po’ come stavano le cose, che non avevamo intenzione ne io ne Monica di intraprendere una storia seria, si trattava solo di una storia di sesso. Quella sera mi trovavo a casa, immerso nei libri, ad un certo punto il mio telefono squillo, era Giada. Risposi e con un filo di voce Giada mi disse che si era lasciata con il suo ragazzo dopo una relazione che durava 5 anni. Mollai tutto quello che stavo facendo, presi la macchina e mi recai subito a casa di Giada. Arrivato al cancello suonai e Giada mi disse di salire che avrei trovato la porta aperta. Salii le scale, aprii la porta e trovai Giada completamente nuda: alta 170cm, capelli rosso scuro tendenti al castano, lisci, tette sode che avevo visto più di una volta, portava una 4abbondante, di certe marche prendeva la5, figa depilata, ad eccezione di un ciuffetto a forma di triangolo nel basso ventre, e culo che mi piaceva da sempre. Mi venne in contro, mi abbracciò, mi baciò e mi disse “Luì fammi pensare ad altro”. Non le chiesi nulla, chiusi la porta e mi feci spogliare da lei. La feci sedere sulla poltrona e le leccai accuratamente la figa aiutandomi con le dita, lei comincio a emettere dei gemiti che si facevano sempre più acuti. Mi fermò, mi fece sdraiare sul divano e posizionò il suo culo davanti alla mia faccia mentre lei mi succhiava il cazzo. Stancatasi di quella posizione si alzo e prendendomi il cazzo in mano mi portò nella sua camera da letto. La feci sdraiare, le divaricai le gambe e cominciai a penetrarla con il mio cazzo gonfio. Lo affondai un paio di volte e lei mi disse “Porca troia, il tuo cazzo è molto più grosso di quello che mi ha trombato per questi 5 anni, vacci piano” io sapevo che il suo ragazzo aveva un cazzo piccolo perché mi diceva che quando usavano il preservativo (prima che lei cominciasse a prendere la pillola) molte volte gli usciva e non gli lasciava nessun segno. Mi fregai di quello che mi disse, di andare piano, e cominciai a trapanarla facendola godere come mai le era capitato, lei urlava dal piacere e venne ripetutamente prima di decidere di cambiare posizione. Adesso lei era sopra di me, e mi dava le spalle, io vedevo il suo culo che andava su e giù e questo mi face eccitare terribilmente, infatti dopo un po’ la spostai e la inondai con il mio liquido caldo. Si volle fermare perché era esausta, mi raccontò che non si erano lasciati con il ragazzo e che era solo una scusa per farmi correre da lei. Perché quello che le aveva raccontato Monica lo voleva provare anche lei, concluse dicendomi “mi hai fatto eccitare terribilmente, più quanto mi fossi mai eccitata, mi ci voleva!”. Dopo le sue parole io ero eccitatissimo e presi a trombarle le tette, era bellissimo, era una cosa che avrei sempre voluto fargli, lei mi disse “chi sa quante seghe ti sei fatto pensando alle mie tette, pensando di trombarle così. Vienimi sopra”, così dopo un po venni sulle sue tette spruzzandola anche in faccia, sulle labbra, sulle palpebre, nei capelli. Non l’avevo mai vista così contenta! Eravamo stremati e ci addormentammo su quel letto. La mattina dopo ci svegliammo di buon ora e io andai all’università, ci demmo appuntamento per la sera stessa.

 

 

Pranzai a casa e dopo una doccia e un po’ di studio, andai da Giada come stabilito. Durante il tragitto pensavo e ripensavo a lei, a cosa sarebbe successo, a cosa mi avrebbe fatto. Arrivai a casa sua, l’attesa mi fece eccitare ancora di più. Finalmente arrivò: era bellissima come sempre, si presento con un vestitino blu semitrasparente che faceva intravvedere il tanga verde e il reggiseno rosa che teneva a fatica le sue tettone, mi salutò dandomi un bacio in bocca, come sempre il suo profumo era inconfondibile. Mi disse che tra poco aveva appuntamento con il suo ragazzo, ma non mi mandò via, anzi insistette perché io rimanessi. Mentre lei era indaffarata ai fornelli io la osservavo, a un certo punto mi alzai, mi sbottonai i pantaloni e senza avvisarla la abbracciai da dietro, spostai il suo tanga e la scopai forte nella figa senza preavviso, lei fu ben lieta di sentire quella presenza così calda dentro di lei. Da quanto ero eccitato venni dentro di lei dopo pochi minuti. Poco dopo suonarono il campanello, era il suo ragazzo. Giada si sistemò e mi disse di andare nella dispensa da dove potevo vedere tutto. Fece entrare il ragazzo, lui si sedette sulla sedia dove poco prima ero seduto io. Giada gli sbottonò i pantaloni, così potei vedere quel cazzo, in effetti era piccolo come lo descriveva lei. Giada si mise sopra di lui e cominciarono a trombare, quella scena mi fece eccitare tantissimo, lui che infilava il suo cazzo dove prima avevo lasciato il segno io. Dopo che lui venne chiamai il cellulare di Giada, doveva essere una scusa per far andare via il suo ragazzo, e così fu. Uscii dalla dispensa e quando Giada tornò la portai davanti al divano, le tolsi prima il vestito poi il reggiseno e per ultimo il tanga. Lei si inchinò davanti a me, mi fece una spagnoletta da sogno. Mi fece sedere e lei si sedette su di me. Avevo le sue tette in primo piano, davanti alla faccia, e quando cominciai a scoparla la visione di quel seno andare su e giù a tempo mi piaceva terribilmente. Gliele leccai per tutto il tempo, avevano il suo stesso profumo, rimasi come inebriato. Mi fece ritornare in me stesso solo la sua mano che prese il mio cazzo e lo spostò dalla figa al culo. La inculai, le sue grida mi facevano eccitare moltissimo. Venne 3 volte in una ventina di minuti. Quando fu stanca si alzò e comincio a farmi un’altra spagnoletta alla quale io non potevo resistere e inondai la sua faccia. Ci addormentammo nudi sul divano sotto le coperte. Dopo un po’ mi svegliò un rumore che proveniva dal appartamento sottostante, cominciai osservarla: lei dormiva tranquillamente, con il sorriso stampato in faccia. Non ostante la coperta sopra il suo corpo non si faceva fatica a immaginare l’abbondanza del suo seno. Intanto mi accorsi che il mio cazzo si stava drizzando, le palpai il sedere ma non mi accorsi di nessuna reazione. Infilai le mie dita in quel buchetto e notai con piacere che non era del tutto contratto. Infilai la mia asta nel culo con molta cautela e sentii il suo respiro aumentare di frequenza, quando fu entrato tutto cominciai a scoparla nel culo. Lei si svegliò e mi dette un bacio, fu una sensazione bellissima trombare il culo della mia migliore amica, quel culo che tutti volevano, che tutti sognavano. Giada era eccitata più che mai e poi constatarlo dalle sue gambe bagnate dai suoi umori e dalle sue grida ogni volta che arrivava all’orgasmo. Dopo venni anche io dentro di lei, inondando con il mio sperma tutto il suo intestino. Andai in bagno e al mio ritorno trovai Giada addormentata. Si era fatta ora di cena e toccò a me cucinare, mentre guardavo nella dispensa dove precedentemente mi ero nascosto sentii una mano calda che mi prendeva in mano l’uccello moscio. Era Giada, mi fece un pompino e quasi subito mi eccitai nella sua bocca. Mi portò vicino al tavolo e facendo cadere tutto si sdraiò a pancia in su. La trombavo e leccavo quelle tette. Ero stanco, tolsi il cazzo e comincia a masturbarla con la lingua. Tutte lo volte che la mia lingua si fermava sul suo clitoride Giada ansimava con più forza. Appena venne scese dal tavolo e mi fece un pompino. Mangiammo rigorosamente tutti nudi, lei sembrava non avere problemi, non era per niente in imbarazzo e mentre io ritiravo lei andò in soggiorno sul divano. Notai che subito dopo si addormentò e io la raggiunsi appena ebbi finito di ritirare. Durate la notte aprii gli occhi e notai che lei dolcemente mi aveva abbracciato, la baciai e subito dopo mi riaddormentai.

 

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