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Legata al mio volere

By 7 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

“Ciao amore mio, sabato come ti avevo accennato i miei escono: vanno al cinema e non tornano prima di mezzanotte. Ti va di venire a farmi un po’ di compagnia che sarò a casa da solo?”. Questo &egrave ciò che ti scrivo venerdì pomeriggio, per invitarti a passare quello che sarebbe stato un magnifico sabato sera a casa mia. Pochi istanti dopo il mio invio, mi rispondi al volo con un “Si!” molto deciso. Alle diciannove in punto del giorno dopo mi faccio trovare davanti a casa tua in macchina, aspettandoti per portarti con me a casa; ti presenti con cinque minuti di ritardo accuratamente vestita con due bei tacchi neri, dei pantaloni attillati dello stesso colore e il suo Colmar scuro sotto al quale indossa un bel maglione bianco. Apri la portiera, sali in macchina e mi dai un bacio pieno di voglia e di passione mentre mi appresto a far partire la Mito. A casa avevo già apparecchiato la tavola prima di uscire ed una volta arrivati inizio a preparare la cena. Voglio che ora sia romantico visto che siamo solo io e te, con la testa piena di pensieri su cosa fare e provare dopo il pasto: ti avevo promesso una sorpresa e giustamente sei curiosa, anche se in fondo già immagini di cosa si tratta. Finito di mangiare lavo velocemente i piatti; ti prendo poi in braccio, ti bacio, ma non ti porto in camera da letto come ti aspettavi, poiché avevo già preparato il necessario per la serata giù in taverna, ed &egrave lì che ti porto mentre continui a chiedermi “Ma cosa fai? Ma dove vai?”. Ti lascio seduta sopra al tavolo rotondo, poi prendo la sciarpa che mi hai regalato a natale e ti bendo impedendoti di vedere ciò che ti faccio. Sono consapevole di stare per avverare uno dei tuoi sogni che da un po’ di tempo mi esprimevi con maggior perseveranza. Inizio a spogliarti, senza fretta ma con decisione, fino a quando non resti totalmente nuda col sedere posato sul tavolo; prendo poi lo spago e le forbici ed inizio a tagliarne dei pezzi della giusta lunghezza per ciò che devo fare, ti faccio sdraiare di schiena e a partire dal braccio sinistro ti lego tutti gli arti alle gambe del tavolo. Sei un lago: hai le gambe divaricate come te le ho costrette io e sotto la tua amica c’&egrave una macchietta di umori gocciolati sul tavolo. Mi godo un po’ lo spettacolo mentre inizio a toccarmi pure io, poi, con lentezza quasi esasperante per te che sei lì a morire dalla voglia, mi levo la maglietta, i pantaloni, le calze e gli slip restando anch’io del tutto nudo. Ti accarezzo a partire dai piedi tutto il corpo con delicatezza, facendoti aspettare ancora. Sei mia ed &egrave questo che ti eccita particolarmente; continui a bagnarti sempre di più, senza tregua. &egrave ora di iniziare: salgo sul tavolo e mi metto a cavalcioni sopra di te, ti afferro il seno sinistro e mentre lo stringo con una mano, ti mordicchio e succhio con forza il capezzolo, ascoltandoti ansimare. Riservo dopo poco lo stesso trattamento all’altro seno, giocando poi con entrambi contemporaneamente. Mi spingo ancora più avanti, verso il tuo viso, e afferratomi il membro ormai marmoreo, te lo passo su tutto il viso; a te piace, e tiri fuori la lingua per averlo tra le labbra, ma prima di accontentarti ce lo strofino sopra e ti metto in bocca i miei testicoli mentre lentamente continuo a masturbarmi. Sono stufo di giocare, ho voglia di fare sul serio, e così, senza preavviso, ti infilo la mia asta turgida nella bocca semichiusa aprendotela di colpo. Inizi subito a succhiare con avidità muovendo la lingua sulla mia cappella gonfia. Ti faccio continuare così per un po’, poi mi stacco un attimo e giro di centottanta gradi per poi rimettertelo in bocca, mentre mi sporgo verso il tuo fiore che non vado però nemmeno a sfiorare: voglio farti morire dall’eccitazione e dalla voglia prima, e così mi lecco bene il dito medio, te lo appoggio sull’ano facendoti sussultare presa alla sprovvista, e poi te lo infilo dentro tutto di colpo. Non fa per niente fatica ad entrare grazie alla saliva, ma un po’ di male lo senti anche se in realtà ti piace. Adori non poter far nulla all’infuori di ciò che io desidero, e così legata ti senti realmente appagata. Continuo ad entrare ed uscire dal tuo sedere per un po’ col mio dito, mentre te sei obbligata ad eseguire un favoloso lavoretto orale per me finché non decido io di cambiare: esco dalla tua bocca lasciandoti ansimante e ti levo anche il dito dal sedere, e sceso dal tavolo mi posiziono davanti al tuo sesso pronto a violarlo. Inizi a pregarmi di mettertelo dentro poiché non ce la fai più ed io non ti ho ancora nemmeno sfiorata, così mi chino e lecco via un po’ di quei liquidi squisiti che hai fatto colare tra le gambe prima di infilarti dentro il mio sesso voglioso. In pochi minuti di avanti e indietro arrivi al punto di non ritorno e ti lasci andare in un orgasmo senza precedenti. Sei soddisfatta tu, ma io non sono ancora sazio e quindi ti slego lasciandoti rilassare un attimo gli arti prima di ricominciare. Ti faccio quindi girare con la pancia appoggiata sul tavolo e ti rilego nuovamente, al contrario di prima. Hai le braccia in avanti e le caviglie legate alle gambe del tavolo tenendo le tue ben divaricate e permettendoti di appoggiare i piedi per terra, almeno in parte. Mi inginocchio tra le tue gambe affondandoci ancora la testa in mezzo; la bacio, la odoro e la lecco bene per poi concentrarmi maggiormente sul tuo buchino più stretto, forzandolo inizialmente con la lingua per allargarlo bene e prepararlo a ciò che sarebbe successo di lì a breve. Mi preparo all’ultimo atto dell’opera, così mi alzo e con calma e delicatezza inizio a forzarti l’ano facendolo aprire abbastanza facilmente, permettendomi di passare ed entrare dentro al tuo intestino. Evitando colpi bruschi inizio a pompare, cominciando con una tenerezza e dolcezza che mano a mano che il tuo sedere si abitua perdo, arrivando a degenerare in un sesso anale deciso. Tu gemi e guaisci, ma non soffri tanto grazie alle mie attenzioni; piace anche a te ciò che ti sto facendo e continui a godere e gocciolare come poche volte ti capita. Non ho intenzione di provare altro per oggi e continuo ad entrare ed uscire dal tuo sedere fino a sentirmi esplodere: sono al culmine del piacere e voglio venire, concludendo l’atto dentro di te. So che non ti piace, ma so anche di avere il potere completo su di te oggi avendoti legata; ti tengo le natiche ben divaricate con le mani, osservando attentamente la scena, e schiaffeggiandoti di tanto in tanto, aumento il ritmo fino a liberarmi completamente nel tuo intestino.
Sono felicissimo ed esausto, e nonostante a te l’ultima cosa non abbia fatto impazzire, lo sei pure tu; ti slego, ci puliamo e ci sistemiamo velocemente, ed appagati restiamo a coccolarci sul divano ancora un po’ di tempo, finché non si fa l’ora di riportarti a casa. Un magnifico sabato sera passato assieme, non c’&egrave altro da dire.

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