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L’intimo che detesti

By 7 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ti svegli da sola, Io sono già andato al lavoro.
Potresti dormire ancora un po’, ma la mia assenza disturba il tuo sonno.
Ti alzi e cominci a prepararti. Sul comò trovi una scatola con su un biglietto.
[Oggi pranziamo assieme, appuntamento alle 12 al solito ristorante] Ti mette subito di buon umore, lo giri,
[Mi raccomando, indossa tutto quello che trovi nella scatola;
e anche se ti ecciti non ti devi masturbare!]

La apri con la tua solita curiosità, ma il contenuto ti lascia sgomenta.
Delle mutande di pizzo e tulle; un collant nero velato con la riga, un proteggislip singolo e un ovetto vaginale gigante. Tutti nuovi e impacchettati.
L’ovetto &egrave l’unica cosa che ha un senso, ma il resto?
Tu sei abituata ad avere la passera al vento; e sai che la cosa mi eccita.
I collant proprio non li sopporti; &egrave da quando hai scoperto le autoreggenti che non ne prendi in mano uno.
Il proteggislip poi…
…non &egrave quel periodo del mese!
‘ Come cazzo te lo sei procurato un assorbente? ‘ pensi; Intimo te ne regalo spesso, ma quello proprio non mi ci vedi a comprarlo.
Stai per mandarmi a quel paese con un SMS, ma la curiosità ha il sopravvento.
In fondo i miei giochi erotici ti fanno impazzire, &egrave per questo che mi ami.

Ti infili l’ovetto ancor prima di fare la doccia, adori sentirti riempita.
Quando ti svegli hai voglia di cazzo, ma Io parto quasi sempre prima del tuo risveglio; per questo tieni un fallo con ventosa attaccato in bagno.
Ti ho proibito di masturbarti e, del resto, la passera &egrave già stimolata; per cui stamattina decidi di farti il culetto.
Sotto un bella doccia calda cominci a stantuffarti.
Il fallo attraverso quel sottile lembo di carne che separa lo sfintere dalla vulva fa pressione sull’ovetto; e questo a sua volta ti stimola il punto G.
Questo &egrave quello che si chiama una doccia rilassante, la cosa ti rende ben disposta a sperimentare l’intimo che ha trovato nella scatola.

Tiri fuori dal cassetto un reggiseno a balconcino coordinato con le mutande e ti vesti con una camicetta bianca un po’ trasparente, il tuo tailleur panna con
la gonna in pelle a metà coscia, e le tue decolté tacco 12.
Bastano pochi minuti e già ti senti a disagio per l’inabituale bardatura; il tuo basso ventre grida libertà. Solo le sensazioni che ti dona l’ovetto ti
distraggono.
Così decidi di mettere in borsetta le tue fidate autoreggenti, e te ne vai al lavoro.

CONTINUA…
La giornata &egrave appena cominciata!

Ormai sono più di 2 ore che sei al lavoro.
Sei nervosa, agitata e arrabbiata; non riesci a combinare nulla.
Hai il pensiero fisso che i tuoi colleghi vedano il segno degli slip attraverso la gonna.
La cosa ti fa vergognare; e pensi: ‘se almeno fosse un perizoma”
Inoltre la sensazione del proteggislip a contatto della tua micetta &egrave, per te, estremamente sgradevole.
Quindi, a differenza del solito, te ne stai seduta
immobile alla tua scrivania.
Ed ormai ti sei assuefatta all’ovetto, tanto da esserti dimenticata di averlo dentro.

Che ragazza strana che sei!
In altre occasioni hai messo in ufficio quella gonna col reggicalze, e segnava molto di più;
ma la cosa non ti dava alcun fastidio, anzi’

‘ ma &egrave anche per questo che mi hai conquistato!

&egrave un po’ che ti scappa pipì, finalmente ti decidi ad andare in bagno.
I tuoi colleghi sono tutti impegnati e nei corridoi non c’&egrave nessuno.
Ti infili in bagno e subito in un wc.
Tiri su la gonna, apri le gambe. “Cazzo il collant!” ti scappa detto.
Tu sei abituata a fare pipì in piedi, a casa teniamo sempre la tavoletta alzata!
Così ti giri, abbassi il collant, abbassi gli slip; poi ti tocca sederti sulla tavoletta.
Ti monta una rabbia disumana contro di me ‘Questa me la paghi, cazzo se me la paghi!’ Odi sederti su un water che non sia il tuo.
Finalmente puoi pisciare; hai la vescica che sta per scoppiare, anche perché &egrave pressata dall’ovetto.
La minzione però ha un effetto indesiderato, lo spinge
fuori dalla vulva!
Istintivamente ci metti una mano davanti per non farlo uscire, sporcandotela tutta di urina.
Non &egrave la prima volta che usi un ovetto (forse non così grosso), ma urinando in piedi riesci a tenerlo dentro senza fatica.

Riesci solo a pensare: ‘Che giornata di merda, non può andare peggio di così!’
In quel momento senti aprirsi la porta del bagno.
“Giulia stai bene? &egrave tutto il giorno che sei strana” &egrave la voce della tua amica S.
Si apre anche la porta del wc (colpa tua, la lasci sempre aperta’); tu sei ammutolita dall’imbarazzo.
Ti squadra un po’, poi il suo sguardo va alle mutande calate.
“Hai le tue cose! Potevi dirmelo, ti avrei sostituita.” Nel dirlo un sorriso beffardo e compiaciuto si stampa sul suo viso.
Di colpo la tua passera va in fiamme, e cominci a bagnarti come una vacca in calore.
Ripensi al biglietto di stamattina: ‘Possibile che abbia programmato il tutto?’
“Belle quelle mutande, ” continua S. ” sono della nuova collezione La Perla? Sai, &egrave un po’ che ci faccio un pensierino; ma sono un po’ caruccie.
Non dovresti metterle quando hai le mestruazioni.”
Rispondi con un laconico “Me le ha regalate il mio uomo!” e nella tua mente ‘Ti piacerebbe che le avesse regalate a te! Sono 10 anni che ci
conosciamo, ancora non sai che non le porto mai!’
La sua faccia cambia espressione, diventando tra il triste e l’arrabbiato. E la cosa ti procura un brivido di piacere, quasi un orgasmo; come stamattina sotto
la doccia.
“Anch’io uso quel tipo di assorbente,” continua S. “sono fantastici vero?”
“Sì” rispondi in modo poco convinto, ed intanto pensi ‘ Dovevo immaginarlo che questo era tuo, d’altro canto un assorbente interno per te sarebbe
troppo simile ad un cazzo.’
La cosa si sta facendo veramente eccitante per te, avresti voglia di masturbarti (anche davanti a lei); ma la pausa pranzo &egrave vicina, e pregusti quello che ti
aspetti.
Così ti pulisci con la carta igienica; ti alzi, tiri su le mutande; ma non del tutto il collant e non ti abbassi la gonna.
Ti dirigi verso il lavandino per lavarti le mani, con le odiate mutande in bella mostra; vuoi che S. le ammiri e si roda dentro.
Adesso nella mente hai il pensiero di lei che si aspetta razione doppia ed invece avrà il solito 3+5!
Ti riassetti e la ringrazi della premura di essere venuta a vedere come stavi (sei la solita bastarda); te ne torni nel tuo ufficio ad aspettare la pausa
pranzo.

A differenza di prima lo fai sculettando, senza più le inibizioni di indossare delle mutande. E anche l’ovetto ha ripreso a fare il suo lavoro; aumentando la
tua eccitazione.
L’assorbente ti fa uno strano effetto: ti sei bagnata dentro, ma fuori rimani asciutta.
Rimani in uno stato di continua eccitazione, ma rinunci a toccarti; ti accontenti di alzarti ogni tanto per far lavorare il giocattolo che hai piantato nel basso ventre.

CONTINUA…
Non &egrave ora di pranzo, la giornata &egrave ancora lunga!

Sei quasi arrivata al ristorante.
La corsa su tacchi fa lavorare l’ovetto, qual’ora la cosa fosse ancora necessaria.
Sai che odio i ritardi, ma non &egrave questo a metterti fretta; vuoi controllare lo sgabuzzino prima del mio arrivo.

Penso che a questo punto i nostri lettori necessitino di un po’ di spiegazioni: noi siamo una coppia molto aperta e condividiamo tutto.
In quel ristorante ci andiamo spesso e il proprietario ci lascia usare lo sgabuzzino per la nostra sveltina di mezzogiorno; forse anche perché lì, quando Io
non ho tempo per pranzare con te, ti succhi il dessert direttamente da lui.
Tu sei molto amica di S. e ti confida un po’ tutto, comprese le sue frustrazioni sessuali con suo marito e le rivalse che si prende con il suo misterioso
amante, ma che tu sai essrere Io. In più tu ti scopi suo marito, dandogli continuamente consigli sbagliati su come migliorare il suo sesso coniugale.
Naturalmente gongoliamo nell’essere artefici della situazioni che si creano tra di loro e che prontamente S. corre disperata a confidarti. Uno dei nostri giochi
preferiti &egrave quello di organizzargli una scopata prima di un festeggiamento (anniversari, compleanni, ecc..); in maniera che ci arrivino spompati e con il senso
di colpa del tradimento.
Ma torniamo al nostro racconto…

Sei seduta al nostro tavolo, sono ormai le 12; sei impaziente, ricominci a sentire il fastidio delle mutande e dei collant sul pube.
Strano, Io non sono mai in ritardo.
Non &egrave il nervosismo della mattina, ma voglia di cazzo.
Di colpo sobbalzi sulla sedia, gli altri avventori ti guardano con aria incuriosita.
L’ovetto ha improvvisamente cominciato a vibrare, ed in maniera pazzesca.
Ti volti spaesata e mi vedi entrare dalla porta.
Mi avvicino come se nulla fosse: “Ciao tesoro!”
“Sei uno stronzo…” mi rispondi con un sorriso sornione, cercando di trattenere i tuoi sospiri.
Ti bacio senza darti la possibilità di proseguire, avvinghiando la mia lingua alla tua.
Poi mi siedo di fronte a te, facendo finta di non sapere, e senza palpeggiarti come al solito.
Armeggio col cellulare, e l’ovetto di colpo rallenta; sei troppo eccitata dalla mia presenza, non voglio che tu raggiunga l’orgasmo durante il pranzo. Anche se
mi piacerebbe vederti (non) recitare la scena di: Harry, ti presento Sally.
Ti riprendi un attimo e ti rendi conto che c’&egrave qualcosa di strano: la vibrazione dell’ovetto non &egrave quella classica, ma sta facendo su e giù nella tua vagina.
&egrave un ovetto con 2 vibrazioni quella trasversale più una, più lenta, che gli fa fare su e giù per la tua vagina; sbattendo di volta in volta prima contro il
proteggislip poi contro l’utero.

Faccio un cenno al cameriere per dirgli che siamo pronti per ordinare.
Cominciamo a mangiare, conversando del più e del meno; ma senza mai parlare del nostro gioco.
Tu sei molto indispettita dal mio atteggiamento, continui a farmi cenni che indicano lo sgabuzzino; hai una voglia disperata di scopare.
I vicini di tavolo potrebbero sentirci, i tavoli sono piuttosto vicini; e così non puoi parlare liberamente.
Cerchi di parlare il meno possibile, l’ovetto sta continuando imperterrito il suo lavoro; e tua fatica riesci a trattenere i rantoli di piacere.
Mi sto divertendo molto, ti guardo sudare nel tentativo di celare il tuo piacere, sapendo che il mio infernale strumento sta lavorando dentro di te.
Ma Io, che avevo organizzato in anticipo, continuo imperterrito come se nulla fosse, ed ormai siamo al dolce. Il tempo a nostra disposizione &egrave quasi esaurito.
Poi arriva una mia frase inaspettata: “Alle 4 ho appuntamento con S. per la solita scopata del venerdì. Per cui rientrò un po’ più tardi.”
La cosa non &egrave una novità, ma ti rendi conto che il tuo piano di spomparmi prima dell’incontro con lei &egrave appena andato a farsi friggere.
Un’altro mio cenno al cameriere per chiedere il conto sancisce definitivamente che dovrai tenerti la voglia di cazzo fino a stasera.

Una volta pagato il conto, mi alzo, mi avvicino e ti bacio in maniera affettuosa.
Accetti tuo malgrado, la rabbia nei miei confronti &egrave tanta!
Poi mi avvicino al tuo orecchio “Dovrai sopportare e trattenerti fino a stasera. E, mi raccomando, fin che non torno non puoi ne toccarti ne toglierti
quello che ti ho regalato stamattina!”
Di colpo la rabbia diventa terrore; passare tutto il pomeriggio in ufficio con quell’ovetto che fa su e giù nella tua fica; tra l’altro, se continua così,
andare in bagno senza farlo uscire sarà un’impresa.

Poi usciamo dal locale e, appena ci separiamo, di colpo l’ovetto ricomincia a vibrare a pieno ritmo.
Ti affretti a rientrare in ufficio, rischiando un orgasmo lungo la strada. Non vuoi che qualche tuo collega ti fermi per fare conversazione.

CONTINUA…
Il pomeriggio &egrave appena iniziato, e l’ovetto vibra!

Sei finalmente a casa. Per fortuna il venerdì la giornata &egrave corta.
Non potevi resistere in ufficio; qui almeno puoi ansimare quanto vuoi.
Hai passato tutto il tempo seduta alla tua scrivania; ancora non hai avuto il tuo orgasmo e sono più di 3 ore che sei in uno stato di edging continuo. Hai voglia di godere!
Il proteggislip &egrave ormai zuppo, e non trattiene più i tuoi umori, il collant comincia ad essere macchiato.
Ti spogli e ti rendi conto che hai macchiato la gonna, ti incazzi con me.
Così ti viene in mente che in questo momento Io sono a casa di S.; e che lei si può godere il mio cazzo.
Eppure &egrave la cosa che ti eccita di più del gioco, l’hai presa come una sfida! Vuoi farti trovare soddisfatta, nonostante il fastidio del collant.

Prendi l’hardisk con i porno, lo colleghi alla TV e ti metti a letto.
Nella tua raccolta ci sono dei film che trovi molto eccitanti; quando Io sono via passi ore con il telecomando in una mano ed il vibratore nell’altra, se torno a casa tardi ti trovo a dormire nel letto fradicio di umori ed il TV ancora acceso.
Sul 4K 52″, &egrave come viverlo di persona, fai partire il primo titolo a caso; e subito ti senti parte della scena.
La tua eccitazione cresce, ed hai la sensazione che l’ovetto reagisca di conseguenza aumentando il ritmo. (forse perché lo posso comandare da dove voglio). Ci sei, stai quasi per venire!
La scena si sposta su 2 che lo stanno facendo in una delle posizioni che hai insegnato ad S.; di colpo pensi a noi due, al mio fallo dentro di lei, a darle piacere. Ecco il tuo eccitamento scema…
… ti sarebbe bastato appoggiare un dito sul clitoride per farti scoppiare; ma le regole sono regole, ed hai visto troppi film di SAW per non sapere di dover rispettare le regole del gioco!

Salti al prossimo film, qui c’&egrave la povera Chastity Lynn che si sta facendo sfondare il culo da un negrone con un cazzo abnorme. Subito ripensi a stamattina sotto la doccia, così ti passa per la mente di masturbarti dietro con il tuo cazzo di gomma; ti basta l’idea per essere di nuovo al limite.
Rimane il problema, stamattina dovevi ancora vestirti, adesso dovresti violare le regole; non ti rimane che sperare in un orgasmo provocato dall’ovetto, o il mio ritorno…

CONTINUA…
&egrave presto perché Io ritorni, e l’ovetto continua a vibrare!

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